CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

La campagna contro gli incendi estivi "illustrata" in Quinta commissione dall'assessore della Difesa dell'ambiente


Cagliari, 8 giugno 2005 - Un esercito di quasi diecimila persone, una "copertura" aerea notevole, tra elicotteri regionali e mezzi dello Stato, una spesa che oscilla tra i 70 e gli 80 milioni di euro per combattere le fiamme ed impedire che, nei prossimi mesi, i soliti incendi estivi arrechino, nuovi, gravi danni al patrimonio ambientale sardo.

Una lotta che vedrà impegnati tutti i sardi sensibili ai temi della natura, ha detto l'assessore Tonino Dessi "presentando" la nuova campagna antincendi alla Quinta commissione permanente del Consiglio regionale, Agricoltura ed Ambiente, presieduta da Alberto Sanna. Nel corso della lunga audizione, alla quale ha partecipato anche il "capo" del Corpo Forestale regionale, Carlo Boni, sono stati illustrati i programmi e le strategie messi a punto per limitare i danni che, ogni estate, ormai ciclicamente, depauperano i boschi ed impoveriscono le campagne della Sardegna.

Un programma di ampio respiro, messo a punto con la Protezione civile e le altre autorità dello Stato, sensibili alle esigenze dell'Isola. In campo molti mezzi aerei, gli incendi si domano se l'intervento è immeditato, possibilmente combinato, con lanci d'acqua tempestivi dal cielo ed azioni di bonifica a terra, se l'opera di prevenzione è capillare ed attenta, se è possibile utilizzare una rete di presidi, di squadre, di mezzi ed attrezzature di diverso genere, se si dispone di gruppi operativi preparati ed efficienti, pronti a muovere ed a convergere dove si alza il fumo.

Proprio sulla prevenzione, sull'educazione dei cittadini, sul coinvolgimento delle organizzazioni degli agricoltori, degli allevatori, dei cacciatori, degli ambientalisti, sulla capillare presenza delle associazioni del volontariato "si deve puntare, per limitare, controllare, evitare fiamme ed incendi".

Ogni anno, ha ricordato Tonino Dessi, si registrano in Sardegna circa 3.000 incendi, molti di origine colposa, fuochi "scappati" ad incauti agricoltori o a campeggiatori alle prese con gli arrosti, partiti dai bordi delle strade, provocati da mezzi non in perfette condizioni; ma moltissimi, la gran parte, di origine dolosa, legati a conflitti esistenti nel mondo delle campagne, a vendette, ritorsioni, sgarbi ed intimidazioni.

Per evitare quelli "colposi", accidentali, hanno concordato anche i consiglieri regionali, sono essenziali prevenzione ed educazione, in buona sostanza la sensibilizzazione ed il coinvolgimento dei cittadini, a partire dai più piccoli, la pulizia delle cunette, la creazione di fasce frangifuoco, lo sfalcio del fieno e delle erbe nei boschi e nei "siti delicati e pericolosi". Per gli altri, quelli più difficili da evitare, sono assolutamente necessari un attento controllo del territorio, l'utilizzo di vecchie e nuove tecnologie di avvistamento, alle 237 postazioni delle vedette si possono affiancare telecamere e rilevatori agli infrarossi. Poi, queste le principali novità indicate dall'assessore, un più efficace coordinamento a livello regionale e nazionale, la istituzione di un numero verde, il 1515, lo stesso del Corpo forestale dello Stato ma in Sardegna risponderanno dalla centrale operativa di Cagliari, una migliore dislocazione dei mezzi aerei disponibili, delle squadre operative, l'utilizzo degli uomini dell'Azienda Foreste demaniali anche al di fuori "dei siti nei quali operano solitamente", un maggior coinvolgimento degli enti locali, dei volontari, dei barracelli, degli uomini dell'apparato statale, ad onor del vero sempre pronti a fornire la loro preziosa opera. Poi, una discreta, ma si spera efficace, opera di "investigazione", anche coperta, quindi in borghese e con macchine civili, per cercare di individuare i responsabili di tanti criminosi episodi.

Una campagna che sta per partire con direttive e norme più chiare e razionali, che saranno distribuite massicciamente in tutta l'isola, porti ed aeroporti compresi, un attento esame delle condizioni meteorologiche per "intervenire, con un preallarme di 24 ore, quando le situazioni diventano critiche, a rischio". In fondo, statisticamente parlando, sono una ventina le giornate particolari, quelle di grande caldo e vento forte, condizioni che favoriscono gli incendi ed il rapido divampare delle fiamme. Il maestrale al nord e lo scirocco al sud dell'Isola sono il "nemico da temere", perché gli undici elicotteri "regionali", piccoli e maneggevoli, col vento lavorano male, mentre gli elitanker, i Canadair ed il "nuovo aereo russo", offerto (o prestato) da Putin, più efficaci e veloci in particolari condizioni di vento, hanno bisogno di tempi più "lunghi" per potersi alzare in volo.

Sono state previste, però, particolari procedure di "allarme rosso", che dimezzeranno i tempi di decollo e permetteranno, quindi, interventi più rapidi.

La scommessa, però, è per il futuro. Sono allo studio iniziative per coinvolgere maggiormente gli enti locali, per finanziare interventi di prevenzione, che devono essere fatti in primavera, in modo da arrivare ai mesi caldi con tutte le opere di protezione perfettamente in grado di bloccare l'avanzare delle fiamme, con una organizzazione che deve essere costantemente razionalizzata, in modo da renderla quasi perfetta.

Le esperienze del passato hanno fornito indicazioni utilissime, che questa estate saranno verificate ulteriormente; per il prossimo anno si stanno studiando ipotesi e programmi che potrebbero essere particolarmente efficaci. L'ambiente è la nostra risorsa, ha concluso Tonino Dessi, e la sua difesa e valorizzazione, una irrinunciabile priorità. (mc)


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