CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislaturaPresentata dai consiglieri regionali di AN la proposta del nuovo Statuto speciale della Sardegna
Cagliari, 26 maggio 2005 - "Nel corso della campagna elettorale per le ultime regionali, in molte occasioni dopo la sua elezione, il presidente Soru ha indicato, tra le sue priorità, la modifica delle norme statutarie. Ad oggi, tuttavia, la maggioranza non ha presentato alcuna proposta di modifica dello Statuto speciale della Sardegna, perciò ci abbiamo pensato noi". La proposta "assolutamente aperta al contributo di tutti i consiglieri", in realtà è stata depositata dal gruppo di Alleanza Nazionale il 14 dicembre dello scorso anno, ma è stata "ufficialmente presentata" questa mattina, ai rappresentanti del mondo dell'informazione, nel corso di una conferenza stampa.
"Una proposta di legge articolata, completa" ha detto il capogruppo di AN, Mario Diana, illustrandone i contenuti, le ragioni che hanno portato a questa iniziativa.
"Il Consiglio, nei mesi scorsi, con un ordine del giorno, si è espresso a favore di una Consulta, che avrebbe dovuto collaborare alla scrittura del nuovo Statuto di Autonomia. Nella passata legislatura è stato un fiorire di proposte, che avrebbero dovuto portare all'Assemblea Costituente, ad altre iniziative politiche di grande rilevanza. Noi abbiamo sempre detto che il Consiglio aveva ed ha il diritto, e le competenze necessarie, per scrivere la Carta costituzionale dell'Isola. Con i colleghi Artizzu, Liori, Moro e Matteo Sanna, lo abbiamo fatto. Su questo testo, ora, avvieremo un confronto, in Commissione ed in Aula, per cercare di dare regole moderne alla speciale autonomia della Sardegna".
La proposta di legge, di 11 titoli e 72 articoli complessivi, tiene conto delle modifiche costituzionali, che hanno disegnato un diverso ruolo per le regioni, e presenta alcuni caratteri peculiari. L'unità nazionale, l'integrazione europea, il coinvolgimento delle autonomie locali, la tutela dei corregionali all'estero, la difesa dei diritti e dei valori fondamentali, lo sviluppo civile sociale ed economico, rapporti più stretti con l'Europa e la possibilità di stringere, direttamente, accordi internazionali sono i "punti fermi" dai quali si è partiti per disegnare una più moderna autonomia. Così come la storia e le vicende politiche recenti hanno "consigliato" di proporre regole "per evitare ribaltoni", norme per arginare "lo strapotere" della Giunta nei confronti del Consiglio.
"E' necessario definire, con grande chiarezza, ruoli, compiti, diritti, poteri, anche limiti, del presidente della Regione, della Giunta, del Consiglio, ha aggiunto Mario Diana, così come la nostra proposta prevede interventi di controllo sull'attività amministrativa regionale, il coinvolgimento maggiore degli enti locali, l'istituzione di figure di tutela, che garantiscano una reale democrazia nella vita e nell'attività delle istituzioni. Il Consiglio deciderà su tutti questi grandi temi, poi saranno i sardi ad approvare la nostra nuova Carta costituzionale regionale"
Una sfida politico-istituzionale a tutto campo, quindi, cercando di coinvolgere nella stesura del nuovo Statuto, che deve essere "coerente" con le norme nazionali ed europee, tutta la parte più viva ed attenta della società sarda. "Una grande riforma che deve riaffermare la centralità dell'individuo, ha aggiunto Ignazio Artizzu, l'importanza ed il valore delle radici cristiane della nostra società".
Una proposta "avanzata anche per paura delle fughe in avanti della maggioranza, secondo Giovanni Moro. Sarà, in ogni caso, il Consiglio ad affrontare il problema dello Statuto e nelle sedi istituzionali ci si potrà confrontare, si potranno apportare le necessarie correzioni, le opportune modifiche".
"Una proposta elaborata per fare fronte alle crescenti esigenze di una società in rapida evoluzione, ha aggiunto Matteo Sanna, tenendo ben presente che è l'uomo, l'individuo, che deve essere sempre al centro del processo di crescita".
"Analizzando ciò che è successo anche nel recente passato, caratterizzato da una pericolosa instabilità politica, abbiano previsto nuove forme di governo, riforme istituzionali, regole elettorali chiare e garantiste, ha detto Antonello Liori. L'attuale situazione può, infatti, permettere un confronto costruttivo, senza minare la stabilità degli organi di governo regionali. Una sfida che abbiamo deciso di lanciare anche per mettere in mora i continui pronunciamenti del presidente Soru e della sua maggioranza".
"Un provvedimento aperto, che prevede strumenti nuovi, regole condivisibili, la valorizzazione delle autonomie locali, ha concluso Mario Diana. L'occasione per misurarci e per capire, realmente, chi vuole lavorare per riformare l'esistente, per realizzare quella nuova Regione, moderna ed efficiente, che tutti diciamo di volere". (mc)
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