CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislaturaLa Seconda commissione del Consiglio regionale ha approfondito, con l'assessore della Programmazione, la nuova strategia del POR e lo stato di attuazione del Programma Operativo Regionale
Cagliari, 11 marzo 2005 - Le nuove linee strategiche della programmazione territoriale e della progettazione integrata, che caratterizzano il POR "rivisitato e modificato" dalla Giunta, sono state illustrate, questa mattina, dall'assessore della Programmazione e dal direttore del Centro regionale della Programmazione ai componenti la Seconda commissione permanente del Consiglio regionale, Politiche Comunitarie e Diritti Civili, presieduta da Paolo Pisu.
L'incontro era stato sollecitato dallo stesso presidente Pisu anche per conoscere come l'esecutivo intende spendere gli oltre 400 milioni di euro, "una somma notevole, ha ricordato Paolo Pisu, sui circa 1.700 milioni di euro di risorse comunitarie non ancora programmate" destinati al finanziamento dei Piani integrati territoriali dalla Finanziaria recentemente approvata dal Consiglio.
L'esigenza di sapere come si intende sostenere lo sviluppo sociale ed economico della Sardegna, ha ribadito Paolo Pisu introducendo i lavori della Commissione, anche perché la "filosofia del nuovo Por" non è stata ancora illustrata agli organi del Consiglio, nonostante le norme regionali sull'utilizzo dei fondi europei prevedono che l'Assemblea regionale e le sue Commissioni abbiano voce in capitolo nel decidere "questi delicati ed importantissimi interventi".
Il Programma operativo regionale, hanno anticipato l'assessore Francesco Pigliaru ed il direttore Salvatore Orlando, è stato modificato nelle procedure e nelle norme di attuazione "per renderlo più agile e maggiormente coerente con le indicazioni comunitarie". La Giunta, infatti, ha voluto modificare le procedure ed i controlli, per renderli più efficaci ed in grado di garantire la tempestiva attuazione degli interventi, anche per evitare il rischio che gli organismi di controllo europei possano "tagliare" i fondi a disposizione, come avvenuto anche recentemente, perché non erano state rispettate le direttive e le procedure comunitarie.
Controlli più efficaci, maggiore coordinamento tra le commissioni tecniche e di verifica che si occupano dei fondi comunitari, coinvolgimento della struttura amministrativa e burocratica regionale, confronto costante e continuo con gli enti locali e con tutti gli operatori che intendono avviare o incrementare le loro attività produttive sono le linee guida illustrate dai responsabili (politico e tecnico) della Programmazione regionale. Un primo esame di un Programma complesso, di non facile attuazione, che deve stimolare sviluppo ed effetti benefici in tutti i diversi settori produttivi e socialmente interessanti dell'intero sistema economico sardo.
La parte finale e conclusiva di un programma operativo, ha sottolineato l'assessore Pigliaru, che deve essere predisposto ed avviato in tempi brevi, sollecitando interventi tempestivi anche al Governo, coordinando le diverse iniziative, e rivendicazioni, nei confronti della UE con le altre regioni del Mezzogiorno o con quelle che fanno ancora parte dell'Obiettivo 1 (Abruzzo e Molise), chiedendo che per alcuni settori si "parli di sistema Paese" e non solo di regioni meridionali o in ritardo di sviluppo.
Un programma complesso, hanno concordato i componenti la Commissione Politiche comunitarie, anticipando anche la necessità di un nuovo incontro in tempi brevi, sui quali è quanto mai opportuno un confronto aperto e sereno tra Consiglio e Giunta. "Perché l'intero sistema regionale ha bisogno di crescere; perché sono troppe le zone in difficoltà (dalla Sardegna centrale al Sarrabus, al Sulcis, alla Marmilla ed al Sarcidano) nelle quali si deve intervenire tempestivamente e con notevoli risorse finanziarie; perché il sistema Sardegna ha bisogno di essere accompagnato nella sua ormai imminente uscita dall'Obiettivo 1". Altri temi sui quali sarà necessario un attento esame, hanno concluso, in particolare, i consiglieri Pisu, Franco Sanna, Floris, Cirina e Sanjust, sono quelli di un razionale coordinamento tra le diverse "azioni", di nuovi e diversi "rapporti" tra province e comuni, di un maggiore coinvolgimento dei privati nei progetti territoriali, di una necessaria azione di sostegno nella fase di elaborazione e predisposizione dei diversi progetti, di procedure amministrative e burocratiche più rapide ed efficienti, "perché i tempi sono sempre più stretti ed i fondi comunitari devono essere utilizzati nel modo migliore, per creare lavoro e favorire lo sviluppo dell'Isola". (mc)
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