CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislaturaUna proposta di legge (Atzeri, Caligaris, Ibba) con "norme urgenti di provvisoria salvaguardia delle istituzioni scolastiche per la programmazione e la gestione della rete scolastica nel territorio della Regione"
Cagliari, 20 aprile 2005 - "Abbiamo i poteri ma non li usiamo, anche perché lo Stato non ci ha trasferito le necessarie risorse finanziarie per svolgere i nuovi compiti, che la riforma della Carta Costituzionale ci ha assegnato". Le cose, per i consiglieri regionali sardisti "vanno sempre nello stesso modo: è inutile trasferire compiti e doveri, se non arrivano anche i finanziamenti necessari".
E' avvenuto anche in altri campi ed in quello scolastico non "poteva andare diversamente". La Sardegna, in buon sostanza, ha "competenza primaria" per quanto riguarda l'organizzazione della sua struttura scolastica, dalla gestione dei plessi all'organizzazione delle lezioni, ha anche grande competenza nel decidere decentramenti ed accorpamenti di classi e scuole, forse può anche fa r sentire la sua quando si parla di programmi e di iniziative di supporto, ma non riesce a fare nulla perché non riceve, dallo Stato, i soldi necessari per fare fronte a questi compiti. "D'altro canto, i responsabili regionali del sistema scolastico, il direttore regionale Pietrella, per fare nomi e cognomi, sono funzionari del Ministero e operano secondo le logiche del Governo".
Una situazione che ha creato non pochi disagi agli studenti ed alle loro famiglie, che ha favorito l'abbandono dei centri più piccoli, "se non c'è neppure una scuola per i loro figli, come possono le giovani famiglie vivere in piccoli e piccolissimi comuni, senza servizi e senza la presenza dello Stato?". Una situazione difficile, aggravata dalla crescente "dispersione scolastica", alla quale si deve porre tempestivamente rimedio. Una soluzione al problema la hanno proposta i consiglieri regionali Giuseppe Atzeri (Psd'az), Maria Grazia Caligaris e Mondino Ibba (Sdi-Su), i quali hanno presentato in Consiglio regionale, ed illustrato nel corso di una conferenza stampa, una proposta di legge con la quale fissano le norme necessarie per favorire una "reale programmazione e gestione dell'intero sistema scolastico regionale", da parte della Regione Sardegna. Una proposta di legge agile, un solo articolo, estremamente semplice, messa a punto con i rappresentanti delle associazioni delle famiglie e degli studenti sardi, troppo spesso costretti a turni e spostamenti difficili, a sopportare disagi e sacrifici perché il sistema scolastico isolano è organizzato, come avviene in molte altre regioni italiane, applicando pedissequamente i criteri "ragionieristici, aziendalistici e del risparmio a tutti i costi, che caratterizzano l'infausta riforma Moratti".
Un provvedimento provvisorio, con il quale si stabilisce che, per un periodo non superiore ai dodici mesi dalla sua entrata in vigore, "qualunque modifica del piano di dimensionamento della rete scolastica regionale, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 5/8 del 3 febbraio 2000, ivi compresa la creazione, la soppressione o l'accorpamento di istituzioni scolastiche, deve essere disposta solo con apposita deliberazione della Giunta regionale".
"Dodici mesi, hanno spiegato i presentatori Giuseppe Atzeri e Maria Grazia Caligaris, sono sufficienti per elaborare, proporre al Consiglio ed approvare una legge organica che disciplini la materia della programmazione scolastica, la gestione amministrativa del relativo servizio e preveda la creazione di un idoneo apparato istituzionale. In un anno, in sostanza, la Regione potrà, finalmente, decidere come attuare la sua competenza primaria in un settore delicato ed importantissimo, com'è quello dell'istruzione pubblica, dell'organizzazione e gestione del suo sistema scolastico".
Una proposta di stimolo, hanno aggiunto Maria Grazia Caligaris e Giuseppe Atzeri (Mondino Ibba era impegnato in un'altra sede, in una manifestazione elettorale per le ormai imminenti amministrative), che prevede anche l'inefficacia di "qualunque modifica del Piano di dimensionamento, disposta anche prima dell'entrata in vigore di questa legge, su proposta degli enti locali interessati e con provvedimento dell'ufficio scolastico regionale" in assenza di "esplicita approvazione, da parte della Giunta regionale" che deve ratificare queste decisioni entro sessanta giorni dall'entrata in vigore di "questa legge". (mc)
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