CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislaturaLa Settima commissione del Consiglio regionale in visita alla ASL 3 di Nuoro: un territorio vasto, con "molti problemi"
Nuoro, 1 marzo 2005 - Il "pianeta sanità" sardo, ricco di sfaccettatura, di realtà tra loro molto differenti, di esigenze spesso contrastanti attende da tempo il piano sanitario regionale, il documento di "programmazione e di indirizzi" in grado di mettere ordine in una situazione che presenta aspetti preoccupanti, legati all'aumento delle spese ed alla dequalificazione, almeno questo dicono i critici della sanità pubblica sarda, delle prestazioni. Una situazione sulla quale, da tempo, lavora la Settima commissione permanente del Consiglio regionale, Sanità, presieduta da Pierangelo Masia, impegnata in una indagine conoscitiva "necessaria per raccogliere le informazioni, i dati, tutti gli elementi necessari per esaminare, approfondire, se sarà il caso anche modificare, il piano sanitario che la Giunta ha elaborato e che trasmetterà al Consiglio, per la sua definitiva approvazione".
La Commissione, dopo i sopralluoghi nelle Asl della Gallura, del Medio Campidano, dell'Oristanese, dell'Ogliastra, del Sulcis-Iglesiente, ha rivolto la sua attenzione alla ASL 3, la più vasta della Sardegna, con i suoi 77 comuni che "occupano" oltre 5.100 chilometri quadrati di territorio, una popolazione di circa 210 mila unità, con un tasso di invecchiamento maggiore di quello delle altre parti d'Italia, grazie alla "migliore qualità della vita", con un patrimonio zootecnico di oltre 1 milione di capi. Un'Azienda che deve operare con un sistema sanitario diffuso, perché le caratteristiche geo-morfologiche della Sardegna centrale, proprio quelle di sua competenza, sono particolari, diverse da quelle delle altre zone dell'Isola.
"Si deve garantire un'assistenza efficiente ad una popolazione non molto numerosa, che vive su un quinto del territorio regionale, con una densità media di 40 abitanti per chilometro quadro; una vasta area che va da una costa all'altra dell'isola, sovrastata dal massiccio del Gennargentu, che rende difficili e tortuosi i collegamenti; dobbiamo, infatti, fare i conti anche con una rete viaria ed un sistema di trasporto pubblico che lasciano molto a desiderare".
Il quadro complessivo illustrato dal direttore generale, Franco Mariano Mulas, non è dei più semplici "anche perché dobbiamo fare le nostre scelte tenendo conto di realtà sociali diverse, perché notevoli sono le differenze tra la Gallura e l'Ogliastra, la Barbagia o il Marghine; perché non possiamo dimenticare o ignorare le necessità di comuni destinati a "passare" ad altre province, quindi ad altre Asl, come Bosa e la Planargia che passeranno con Oristano, assieme a Laconi, Nurallao e Genoni, mentre il Sarcidano e la Barbagia di Seulo hanno chiesto di andare con Cagliari".
Una "grande azienda", quella di Nuoro, con un bilancio che si chiuderà, per il 2004, ma i dati non sono ancora definitivi, con oltre 281 milioni di euro di spese; che da lavoro a 2.583 persone, che deve fare fronte alle esigenze sanitarie di una popolazione maggiore di quella "residente", perché molti abitanti dei "vicini" comuni della Planargia, della bassa Gallura, della Trexenta e della Marmilla si servono dei piccoli ospedali periferici della ASL 3, (mentre molti "nuoresi" si recano nei poli d'eccellenza di Cagliari e Sassari); un'"industria che, nei lunghi periodi caldi, non può ridurre le sue prestazioni, non può chiudere per ferie" perché proprio nei mesi estivi i paesi, e non solo quelli costieri, crescono a dismisura grazie al turismo, che si afferma lentamente ma costantemente, ed ai tanti "emigrati" che sentono fortissimo il richiamo della loro terra e ritornano, almeno per qualche tempo. "Ed a tutti dobbiamo garantire interventi tempestivi, cure adeguate, guardie mediche turistiche, assistenza sanitaria e farmaceutica".
Si spiegano, così, le scelte della dirigenza della Azienda nuorese presente, capillarmente, con 119 presidi: gli ospedali sono 5, due a Nuoro, uno a Bosa, Sorgono ed Isili; come 5 sono i distretti, gli ambiti amministrativi, e 5 le postazioni del servizio di pronto intervento collegato al 118. Nel territorio operano, complessivamente, 14 poliambulatori, 18 consultori, 2 Sert, 18 presidi di riabilitazione, 10 strutture di salute mentale, 37 guardie mediche, 5 servizi di dialisi.
"Una organizzazione complessa, una struttura che riesce a garantire, comunque, un ottimo livello generale di assistenza", commenta Franco Mariano Mulas, illustrando dati e cifre ai componenti la Settima commissione del Consiglio regionale, nel corso dell'indagine conoscitiva del sistema sanitario nuorese. Una "tre giorni" alla quale hanno partecipato, oltre al presidente Pierangelo Masia, Pasquale Onida, Sandro Frau, Francesca Barracciu, Silvestro Ladu, Onorio Petrini, Vincenzo Floris, Giuseppe Pirisi, Peppino Balia, Mimmo Licandro, Pierpaolo Vargiu, Mondino Ibba, Tore Serra, Antonello Liori.
"I conti sono controllati quotidianamente, per ridurre spese inutili e sprechi, aggiunge il direttore generale della Asl; ma anche quest'anno chiuderanno in rosso (nel 2004 le spese supereranno i 281 milioni di euro, mentre le entrate saranno inferiori di circa il 6 o 7 per cento)". I costi più elevati, oltre a quello per il personale (119 milioni), sono per l'acquisto di materiale sanitario (30 milioni di euro, 11 milioni per i medicinali) e quella farmaceutica (attorno ai 40 milioni). I ricoveri, negli ospedali nuoresi sono disponibili, complessivamente 851 posti letto (671 ordinari, 3,19 per ogni 1000 abitanti; 60 di riabilitazione intensiva post-acuzie e 120 di riabilitazione di lungodegenza, 0,85 per 1000 abitanti) sono stati oltre 31 mila, con quasi 180 mila giorni di degenza ed un tasso medio di occupazione attorno al 75 per cento, con punte attorno al 90 per particolari reparti (ortopedia, oculistica, neurologia). Le prestazioni specialistiche hanno superato i 2 milioni 350 mila interventi (1 milione e 400 mila di laboratorio; 175 mila di dialisi). Le strutture sanitarie nuoresi hanno incassato, inoltre, (anche se i dati sono provvisori, quelli definitivi si riferiscono al 2002), oltre 12 milioni di euro per prestazioni fornite a malati inviati da altre Asl, la cosiddetta "mobilità attiva", mentre hanno speso oltre 27 milioni per "prestazioni e cure" fornite da altre Aziende, anche in continente, a proprio assistiti, la "mobilità passiva".
I conti potrebbero migliorare, questi sono gli obiettivi anche della dirigenza nuorese, che si è data una organizzazione di staff particolarmente agile e "leggera", riducendo le spese inutili ed utilizzando, nel modo migliore, gli ospedali, i poliambulatori, i diversi centri e le strutture disponibili. Ma gli ospedali di Nuoro e Sorgono sono cantieri aperti da anni, perché le imprese che avrebbero dovuto effettuare alcuni importanti interventi di ristrutturazione e di ammodernamento, "sono scappate, hanno abbandonato il campo", costringendo gli amministratori ad affrontare contenziosi difficili, lunghe mediazioni, estenuanti trattative, per trovare nuove imprese in grado di concludere i lavori avviati da altri.
"Abbiamo dovuto affrontare situazioni impreviste, aggiunge Franco Mariano Mulas, ma crediamo di aver avviato a soluzione anche questi problemi". Sembra, invece, a buon punto la ristrutturazione dell'ospedale di Bosa (praticamente ultimata, mancano poche rifiniture), è a buon punto quella di Sorgono, mentre a Isili metà struttura è diventata moderna mentre l'altra attende finanziamenti ed interventi, anche quelli di manutenzione esterna. Nei poliambulatori, strategici quelli di Siniscola e di Macomer, che si avvia a ricoprire un "ruolo particolarmente importante nel Marghine, specialmente quando Bosa migrerà ad Oristano", c'è ancora da lavorare, ma molto è stato fatto.
Avviati i programmi per l'ammodernamento e la messa in sicurezza degli edifici, l'attenzione maggiore è rivolta al contenimento delle spese del personale, "ma in questo caso c'è ben poco da fare" ed alla riduzione delle spese farmaceutiche. Sulle altre voci è difficile prevedere tagli, perché il sistema deve, in ogni caso, garantire assistenza sanitaria di buon livello a tutti, deve assicurare interventi sociali che non possono non essere a carico del pubblico, "a meno che non si voglia rivoluzionare il sistema sanitario e socio-assistenziale nazionale".
Le cifre sono chiare: la spesa per il personale, 2583 i dipendenti nel 2004, incide per il 45 per cento delle uscite complessive, forse un po' meno di 113 milioni di euro, con una ulteriore riduzione rispetto a quella del 2003 e degli anni precedenti; quella farmaceutica, la seconda delle voci d'uscita, si aggira attorno ai 40 milioni di euro, con uno "sforamento" rispetto alle previsioni regionali di circa 5 milioni di euro, "un risultato notevole" in ogni caso, perché le cifre reali, rispetto a quelle delle altre Asl sono, proporzionalmente, di gran lunga migliori "le spese sono diminuite in termini assoluti e percentuali, come prescrivono gli obiettivi regionali".
Sul personale, hanno fatto notare i direttori sanitario ed amministrativo, c'è poco da fare, perché i protocolli regionali, e quelli nazionali, non tengono conto di come sia cambiata la realtà. I pazienti sono sempre più vecchi, hanno esigenze diverse rispetto a quelle "tradizionali e storiche"; le caratteristiche dei servizi richiesti, inoltre, si modificano continuamente, seguendo l'evoluzione della medicina, i nuovi protocolli, il necessario adeguamento agli standard nazionali ed europei.
Per la spesa farmaceutica si deve operare sensibilizzando i medici di base, forse troppo "generosi" nelle loro prescrizioni, si devono convincere i pazienti e le loro famiglie che non è necessario fare incetta, provvista, di medicine che non si useranno mai e che si getteranno perché "scadute", dopo averle fatte pagare, in ogni caso, alle casse della Asl, che sono poi quelle di tutti noi.
Queste sono, probabilmente, le voci sulle quali si potranno ottenere significativi risparmi, ma "non sono il futuro".
"Il futuro, come indicato in un nostro progetto elaborato nel 2002 e presentato alla Regione, è legato alla realizzazione di un terzo polo di eccellenza,che affianchi quelli di Cagliari e Sassari; nella trasformazione degli ospedali nuoresi San Francesco e Zonchello, in strutture d'avanguardia. Il San Francesco, con i suoi 526 posti letto, con una percentuale di occupazione attorno al 75 per cento, è destinato alla degenza per acuti; oltre ai reparti tradizionali, che sono stati rammodernati e resi più funzionali (con la sola eccezione del 2, 3 e 4 piano, "abbandonati" dall'impresa che li stava ristrutturando) dispone di importanti strutture quali la neurochirurgia, il primo modulo di chirurgia vascolare,un polo pediatrico, mentre tra breve saranno ultimate le camere sterili per i trapianti di midollo e l'emodinamica. In programma ci sono anche la realizzazione dei reparti di radioterapia e medicina nucleare.
Più radicale la trasformazione proposta per il Zonchello. Attualmente i suoi 99 posti letto, anche in questo caso con un'altissima percentuale di occupazione, sono utilizzati per la riabilitazione pneumologica, cardiologica, neurologica e ortopedica, per i servizi di diabetologia (con assistenza cardiovascolare e oculistica) ed oncologia. I programmi futuri prevedono una maggiore integrazione con l'altro ospedale cittadino, una ridefinizione delle degenze, potenziando in ogni caso la radiologia ed il laboratorio, che hanno raggiunto un livello di eccellenza. Nei programmi di sviluppo e di integrazione dei due centri ospedalieri, infine, allo Zonchello è destinato l'importante ruolo di riabilitazione post-acuzie e di trattamento dei lungo degenti.
"Si potranno ottenere importanti economie di gestione, dicono i responsabili della Asl, e si potrà dare vita ad un "insieme"in grado di chiudere i conti in pareggio, se non con un piccolo margine operativo". Attualmente, nei conti della Asl le voci in entrata, per prestazioni i diverso tipo, superano i 6 milioni di euro, che possono crescere in modo cospicuo, perché un centro d'avanguardia può accogliere pazienti da altre Aziende sanitarie, che pagano per le cure e le analisi.
Questi, in sintesi, i programmi di potenziamento dei due ospedali nuoresi, ma il piano dei dirigenti della Asl, che si sono dati una "organizzazione decisionale" estremamente semplice ed efficace, prevede un'interessante innovazione tecnologica, l'utilizzo massiccio dell'informatica per "mettere tutti in rete", per avere il controllo assoluto e tempestivo della spesa, delle entrate, per centralizzare i servizi, per scambiarsi immagini, relazioni, diagnosi anche a grande distanza.
"L'assistenza domiciliare diventerà la norma, aggiunge Franco Mariano Mulas. Ma la lettura delle radiografie o degli esami di laboratorio potrà avvenire per via informatica, eliminando attese e lungaggini".
L'informatica permetterà anche di rendere più rapido ed efficiente il servizio del 118, "la vita di troppi pazienti è legata alla tempestività dell'intervento", come l'informatizzazione dell'intera azienda farà superare distanze, strade tortuose, collegamenti difficili.
"Il cammino è ancora lungo, ma abbiamo visto delle buone cose", ha commentato Pierangelo Masia al termine del sopralluogo nei due ospedali di Nuoro e nel poliambulatorio di Siniscola, "una struttura estremamente importante per una zona distante dagli altri grandi centri, che d'estate vede aumentare vertiginosamente la sua popolazione".
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