CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

L'isolamento dell'Ogliastra sollecita attenzione per la sanità: la Asl 4 sollecita alla Commissione Sanità il potenziamento delle strutture specialistiche e dei servizi di urgenza-emergenza. Blue tongue e peste suina minacciano l'economia.


Lanusei, 17 febbraio 2005 - La più piccola Asl della Sardegna, la numero 4 di Lanuesi (58 mila abitanti, dimensioni di un semplice distretto) è malata di solitudine. L'isolamento del territorio procura alcuni disagi che pesano sull'economia della salute. Non dispone, ad esempio, di un numero adeguato di specialisti. Chi c'è se ne vuole andare verso altre sedi più comode e vicine alle città. "Negli ultimi anni - dice il direttore generale, Italo Fancello - sono andati via una dozzina di medici; ne abbiamo acquisiti la metà, lasciando scoperti alcuni posti". Dall'Ogliastra sanitaria la fuga continua con un continuo disagio per quanti chiedono risposte rapide, per esempio, alla diagnostica per evitare ricoveri ospedalieri impropri.

Le carenze strutturali, "che si trascinano da anni", sono state illustrate dal direttore generale alla Commissione sanità, presieduta dall'on. Pierangelo Masia, che prosegue la visita delle Asl sarde in previsione della discussione sul piano sanitario regionale. Organici insufficienti (sia del personale sanitario che parasanitario) e liste di attesa lunghe anche un anno per alcune visite specialistiche dimostrano che alcuni servizi sono al collasso.

Difficile, peraltro, applicare i parametri regionali in un'area condizionata da un'orografia particolare e da una rete viaria insufficiente, grazie alla quale distanze anche ridotte (parliamo di poche decine di km) richiedono tempi di percorrenza lunghi ed estenuanti. Basti pensare al "118", che ancora non è decollato né può decollare nell'ipotesi di una sola postazione, perché i 20 minuti del tempo di percorrenza (il "golden time" decisivo per molti traumatizzati) non consentono di coprire che una minima parte del territorio. A parte il fatto che le ambulanze non sono ancora medicalizzate, appare insormontabile l'ostacolo del tempo se le postazioni non saranno almeno tre.

Affidandosi ai numeri (della popolazione) questa Asl "bonsai" non dovrebbe avere problemi; va, invece, strutturata in modo diverso considerando che opera su una popolazione che ha il record dell'invecchiamento e ciò determina un'alta percentuale di ricoveri (228 su 1000 abitanti, contro i 160 della media regionale, percentuale che è calata però nel 2003 forse per effetto del potenziamenti dell'assistenza domiciliare integrata) e una "fuga" fuori territorio di pazienti che ricorrono a specialità praticamente inesistenti (in particolare oculistica, otorino e cardilogia).

Da qualche anno la dirigenza dell'azienda insiste perché siano riconosciuti alcuni servizi complessi. La battaglia sembrava vinta se non fosse intervenuto da parte della giunta Soru, la scorsa estate, il blocco delle delibere adottate dal precedente esecutivo. La richiesta è stata reiterata. La risposta verrà col piano regionale.

Intanto l'ospedale registra un'occupazione elevata (oltre il 75 per cento), soprattutto in medicina e chirurgia, dove ha raggiunto importanti standard qualitativi. In un progetto di riorganizzazione, ha precisato il dott. Fancello, gioca un ruolo anche la riconversione degli 80 posti dell'ospedale privato "Tomasini" di Jerzu, dove potrebbero trovar posto alcune specialità non presenti nell'ospedale di Lanuesi, peraltro in fase di ristrutturazione (cosa che momentaneamente riduce i posti letto di 44 anità) e con previsione di ampliamento (terzo piano) con reparto di riabilitazione post acuzie e dialisi.

Altre carenze sono state indicate alla Commissione dal presidente della Conferenza dei sindaci del territorio, Carlo Balloi, sindaco di Loceri e medico cardiologo, il quale, lamentando che "negli ultimi 5 anni non si è ottenuto niente", nonostante le pressioni fatte, ha sostenuto che va data priorità "al sistema emergenza urgenza"; in particolare con la guardia divisionale (ma la carenza dei medici di reparto rende problematica la soluzione) anche per fronteggiare patologie urgenti e - durante il periodo estivo - con l'istituzione di un punto di primo soccorso (in pratica il potenziamento della guardia medica e turistica) a Tortolì.

In alcuni casi si è rimediato con l'elisoccorso, "che ha assolto funzioni di salvavita" in assenza dell'unità coronaria. La base è abilitata al volo notturno (la sorveglianza è assicurata dai vigili del fuoco) ma non risolve tutti i problemi; per cui il discorso in particolare sulla cardiologia va affrontato e risolto in breve tempo.

Altro problema, con riflessi immediati sull'economia locale, è quello della sanità animale: lingua blu e peste suina mettono in crisi alcuni allevamenti. Sulla lingua blu non si capisce perché la gestione dell'epidemia debba essere affidata - ha detto Balloi - all'Istituto zooprofilattico di Teramo, "mentre i leader, per la popolazione ovina, siamo noi". Bisogna potenziare perciò il centro diagnosi di Sassari  per dare agli allevatori risposte immediate. Sulla peste suina non è azzardato puntare sull'eradicazione totale, sul modello spagnolo; condizione di base per il rilancio dell'economia.

Nella discussione sono intervenuti gli onorevoli Onorio Petrini (FI) il quale ha chiesto più attenzione per Tortolì, "dove si registra la più alta densità abitativa del territorio" e si è detto sorpreso che manchino ancora gli specialisti "nonostante i tanti medici che le università sarde continuano a sfornare"; Mariuccia Cocco (Margherita), la quale ha assicurato l'intervento della Commissione per sostenere la guardia divisionale; Alessandro Frau (Progetto Sardegna) che ha parlato di sanità da ripensare ("dobbiamo capire fin dove possiamo arrivare") ed ha suggerito quegli "ospedali di comunità" a bassa specializzazione che sarebbero utili in un territorio frammentato come quello ogliastrino.

L'on. Tore Serra (Insieme per la Sardegna) ha invitato tutti "a stare con i piedi per terra" limitando le richieste a ciò che è necessario; ma ha puntato sulla rapidità della diagnostica, indispensabile per tutelare la popolazione. L'on. Francesco Sanna (Ds) ha chiesto notizie sulle malformazioni fetali degli agnelli in seguito all'uso del vaccino contro la blue tongue; mentre l'on. Angela Corrias (Ds), ha sollecitato un'informazione puntuale sui controlli sull'acqua erogata a Tortolì e sul servizio di igiene mentale, "al collasso per il depotenziamento del gruppo che gestiva la casa famiglia". L'una e l'altra sollecitazione hanno centrato due problemi gravi, l'acqua è inquinata e (quasi) mai potabile; il centro di igiene mentale in grave crisi.

Il presidente Pierangelo Masia ha domandato se la presenta del poligono militare abbia causato danni genetici o patologie tumorali alla popolazione (la Asl non è in grado di rispondere, essendo titolato solo il presidio multizonale di prevenzione di Cagliari) e se il bilancio dell'azienda 4 sia in rosso (e quanto del disavanzo dipenda dalla spesa farmaceutica). Su quest'ultimo argomento, il dott. Fancello ha risposto che nel 2004 il deficit sarà modesto e sarà indicato quando si faranno i conti sui nuovi Drg (le "tariffe" dei ricoveri ospedalieri) praticati dalle Asl fuori zona che assistono i pazienti della Asl 4; quanto alla spesa farmaceutica (quasi 10 milioni di euro) è in linea con l'anno precedente.

In ogni caso, ha concluso il direttore generale, "se la quota capitaria assegnata a Lanusei fosse in linea con la media regionale, i conti si chiuderebbero alla pari".

La Commissione ha quindi visitato le strutture ospedaliere. (adel)


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