CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislaturaLa "sindrome di Quirra" minaccia la tranquillità degli abitanti di Villaputzu. Prosegue il "viaggio" della Settima Commissione nei territori "segnati" dalla scomoda presenza dei poligoni militari. Rassicuranti i dati forniti dall'Asl di Cagliari, che, tuttavia, non fugano tutti i dubbi soprattutto sul valore patogeno delle particelle di metalli pesanti. L'incognita dell'arsenico.
Villaputzu, 16 febbraio 2005 - Reale o immaginaria che sia, la "sindrome di Quirra" minaccia la tranquillità degli abitanti di Villaputzu ed arreca danno all'economia. Una risposta definitiva sul livello e la qualità dell''inquinamento si rende necessario, superando le ombre che gravano sul presagio di gravi danni, alle persone e all'ambiente, causati dalla presenza del poligono militare sperimentale, dove, come dice la parola, si sperimentano armi e armamenti speciali. E' quanto è emerso dall'incontro che la Settima Commissione (presidente l'on. Pierangelo Masia) ha avuto con gli amministratori locali e con i rappresentanti del Comitato popolare per la difesa ambientale, presenti i vertici dell'Asl 8, che ha nominato una commissione di indagine i cui risultati, però, sono, a detta dei sanitari, del tutto rassicuranti.
Il fatto è che si continua a parlare di decessi dovuti a patologie tumorali del sistema emolinfatico; concentrati - si dice - nella frazione di Quirra, dove l'incidenza sarebbe elevata; così come si insiste sull'incidenza delle malformazioni neonatali di Escalaplano, dove un terzo dei bimbi nati negli ultimi anni avrebbe riportato alterazioni. "Un caso da guerra nucleare", ha commentato l'on. Alessandro Frau (Progetto Sardegna), non trovando tuttavia il consenso dell'on. Raimondo Ibba (Sdi Su), per il quale si tratta di allarmismo ingiustificato creato da "notizie generiche diffuse dai giornali".
Certo di allarmismo non c'è bisogno, visto che la popolazione della zona vive l'ansia di una sentenza (inquinamento o no?) che tarda ad arrivare. I risultati comunicati dall'Asl di Cagliari il 24 agosto dell'anno scorso dicono che i dati rilevati sulle patologie tumorali non si discostano dalla norma e che anche nei casi registrati a Quirra non c'è alcuna condizione per affermare che l'origine del male sia imputabile ad una causa unica. Ciò non toglie che "non bisogna abbassare la guardia" e sia necessario non solo uno screening totale della popolazione, ma anche il monitoraggio dell'attività del poligono; anche se l'uranio impoverito, imputato "speciale" della sindrome abbia ceduto ora il posto all'inquinamento delle falde, per la presenza di metalli pesanti in quantità assai superiore alla norma (40 volte di più per il piombo, 27 per il rame, 7 per lo zinco) e soprattutto per le abbondanti tracce di arsenico, sostanza utilizzata in passato per lavorare l'argento della miniera.
Qui si apre un nuovo e inquietante capitolo sulla sicurezza ambientale. Una sorgente a monte della miniera argentifera di Baccu Locci avrebbe scaricato l'arsenico verso flumini Durci, verso il quale confluisce poco distante dalla frazione di Quirra. Stranamente i rilevamenti sarebbero stati effettuati in un breve tratto del corso d'acqua e non più a valle. Resta l'incognita e, con l'incognita, la preoccupazione della gente.
Il presidente della Commissione, on. Masia, ha ribadito che l'indagine avviata subito dopo l'insediamento si propone non di alimentare polemiche o sospetti, ma di chiarire, col conforto dei risultati scientifici, la situazione. La presenza del poligono militare e, in passato, di forze militari di altri paesi, non consente di ripercorrere a ritroso la storia e stabilire qualità e quantità degli armamenti usati; ma c'è da lavorare sugli effetti. La Commissione ha intenzione di andare sino in fondo, per un doveroso senso di rispetto civile nei confronti delle popolazioni.
Alcune ipotesi legate all'uso di armi speciali restano in piedi; ad esempio gli effetti delle alte temperature (sino a 3000 gradi) prodotte dalle esplosioni. L'uranio impoverito - di per sé si dice, estraneo alle patologie tumorali - potrebbe decomporsi in microparticelle di metalli pesanti che restano sul territorio e, per il fall out, potrebbero venire a contatto di popolazioni anche distanti oltre il normale limite di sicurezza. In ogni caso l'ambiente e le falde acquifere resterebbero inquinate.
Le conseguenze sulla moria straordinaria del bestiame sarebbero confermate, nonostante la riluttanza dei pastori ad informare le autorità sanitarie. La Commissione ha raccolto un paio di testimonianze su "decine di agnelli con anomalie genetiche" e sul fatto (confermato dalle analisi condotte dall'autorità militare) che le microparticelle di metalli pesanti sarebbero state rilevate "anche sulle specie vegetali e pabulari", vale a dire sui pascoli consumati dalle greggi.
Negli ovili, assicura il dott. Priamo Farci, geologo, la situazione "è drammatica", anche se non emerge, anche per "su scramentu", che è una via di mezzo fra omertà e mafia. Rincuora il fatto - ha sottolineato Giorgio Melis, del Comitato dei cittadini, che la dottoressa Morena Gatti, dell'università di Modena, la massima esperta del settore, ha deciso di allargare il campo dell'indagine: dall'uranio impoverito e dall'arsenico a quelle particelle che possono essere causa di patologie.
Dunque, è necessario mettere al corrente la popolazione dello stato delle indagini scientifiche in corso: lo ha chiesto l'on. Mariuccia Cocco (Margherita), sostenendo che il silenzio genera voci a volte incontrollate "e l'impressione è, a volte, peggiore della malattia".
Il direttore generale dell'Asl di Cagliari, Aste, ha assicurato: la Giunta regionale viene informata passo per passo (l'ultima comunicazione è del settembre scorso): indagine epidemiologica e accertamenti diagnostici svolti su un campione di popolazione spontanea non giustificano l'allarme, perché "siamo nella media".
Ma la tensione non scema; "siamo nell'occhio del ciclone", ha detto il sindaco di Villaputzu, Gianfranco Piu, rassicurato "solo a metà" dalle risposte dell'Asl e convinto che siano necessari screening generali. L'on. Tore Serra (Insieme per la Sardegna) non ha giudicato positivamente il fatto che l'autorità militare non abbia chiesto l'intervento dell'Asl per controlli di routine; mentre l'on. Franco Sanna (Ds) ha insistito: i 17(altri dicono 21) decessi per tumori del sistema emolinfatico sono un fatto straordinario, soprattutto se, come dicono alcuni specialisti, non sono collegabili alla presenza di arsenico.
Una cosa è certa, Villaputzu (con tutti i centri interessati dal fenomeno, vero o presunto che sia) vogliono scrollarsi di dosso una nomea che - se anche non dovesse creare problemi alla popolazione - danneggia il territorio. Cosa di cui si farebbe volentieri a meno. (adel)
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