CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

La Quinta commissione e l'indebitamento delle aziende agricole: per gli istituti di credito le soluzioni tecniche si possono trovare


Cagliari, 10 febbraio 2005 - Lo scorso mese di aprile la Regione, le organizzazioni professionali agricole e gli istituti di credito che operano nel settore avevano raggiunto un accordo, per cercare di "alleggerire" il peso dei debiti che gravano sulle aziende agricole sarde. A quasi un anno di distanza, "la situazione non è assolutamente cambiata". Le organizzazioni professionali continuano a sollecitare interventi urgenti e decisivi; la commissione Agricoltura ha ripreso la sua indagine conoscitiva, per trovare soluzioni adeguate; i rappresentanti degli istituti di credito sono "aperti" ad ipotesi di nuove intese, purché ragionevoli e realistiche.

"Tutto, o quasi, è rimasto come prima, con l'unica novità di un'azienda agricola venduta all'asta per poco più di 18 mila euro, mentre il suo valore reale era superiore ai 500 mila euro". Il presidente della commissione Agricoltura ed Ambiente del Consiglio regionale, Alberto Sanna, ricordando ai rappresentanti dei principali istituti che praticano il credito agrario (Banco di Sardegna, Imi-San Paolo, Banca di Sassari e Banca della Nuova Terra, la vecchia Meliorbanca), ricevuti in audizione, quale sia la drammatica situazione debitoria del settore primario isolano ha chiesto, ripetendo le domande fatte, in ogni occasione, dai rappresentanti del mondo agricolo, se "esistono reali possibilità per uscire da una situazione che rischia di portare al definitivo collasso il comparto produttivo più importante del sistema economico sardo".

La risposta? Positiva, ma interlocutoria. "Le banche devono rispettare le leggi, e non solo quella del mercato, devono osservare procedure, accordi nazionali ed internazionali, direttive comunitarie". Non possono affidarsi ai sentimenti ed al buon cuore, anche se prima di prendere decisioni "dolorose" cercano, in tutti i modi, accordi e soluzioni corrette.

"Il sistema agricolo sardo, ha ricordato il direttore generale del Banco, Natalino Oggiano, è indebitato per oltre 625 milioni di euro, tra prestiti a breve e mutui a medio o lungo termine; di questi 157 milioni sono "sofferenze", ossia prestiti non restituiti o rate non pagate; con un rapporto complessivo superiore a quello degli altri settori economici sardi, con una percentuale pagato-non pagato più elevata rispetto a quella di molte altre regioni italiane".

Una situazione complessa, provocata da annate difficili e condizionate da fattori atmosferici, frutto di scelte politiche e di politica economica che, forse, non erano proprio le migliori. "Una situazione nella quale è quasi impossibile proporre un'unica soluzione, perché i casi sono completamente differenti gli uni dagli altri, perché non è possibile trovare ed applicare una ricetta comune a tutti. Si dovrebbero fare attenti studi su comparti omogenei, su casi simili, su situazioni in qualche modo tra loro comparabili. Intanto, però, bisogna affrontare la realtà, tenendo conto che i codici e le norme in materia dettano precisi modi di agire e che le autorità di controllo e la magistratura, in casi di abusi od omissioni, intervengono tempestivamente".

Le garanzie sono eccessive, come lamentano gli agricoltori? Ma i parametri sono generali e valgono per tutti (banche e clienti). I mutui, molto spesso, sono assistiti dal concorso pubblico ed i tassi sono "fissati" dagli accordi di settore. Le "azioni legali e di recupero" sono degli "atti dovuti", imposte dalle leggi vigenti. Gli istituti di credito, infine, non hanno "alcun interesse a strozzare il cliente", ma devono solo ed esclusivamente "ridurre il danno economico".

Si possono cercare, comunque, nuove soluzioni, ma "serve un tavolo tecnico, al quale siedano regione, banche, associazioni di categoria", anche perché il malessere di oggi ha radici antiche, è frutto di un percorso lungo almeno venti anni, aggravato da una situazione generale di crisi del sistema economico, condizionato da fattori sopranazionali (europei o mondiali) dei quali non si può non tenere conto.

I casi più difficili sono quelli del settore serricolo, hanno ricordato i rappresentanti degli istituti di credito, quelli del settore zootecnico i meno complessi. Un ampio ventaglio di casi, di situazioni, per i quali è sempre possibile trovare soluzioni, a "condizione che gli accordi siano realistici e che vengano rispettati, da tutte le parti in causa".

Ciò che è accaduto, hanno concordato i componenti la Quinta commissione ed i rappresentanti degli istituti di credito, può essere esaminato con attenzione, può essere approfondito, analizzando fatti e scelte, anche del passato, con il dovuto distacco. Ora è necessario cambiare sistema, come impongono i recenti accordi internazionali (il Basilea 2 condizionerà scelte e comportamenti), si devono trovare modelli di sviluppo e di intervento "più agili e moderni".

Le banche, anche attraverso la loro associazione, l'ABI, forniranno, in tempi brevi, un quadro dettagliato dell'indebitamento del comparto agricolo sardo; la commissione Agricoltura cercherà, dal canto suo, di trovare "soluzioni politiche" adeguate alla difficile situazione complessiva. Commissione, organizzazioni professionali, istituti di credito, infine, approfondiranno i temi più "scottanti, più urgenti" e cercheranno di elaborare una strategia comune per rilanciare il comparto agricolo "per importanza sociale e per la sua valenza economica, il più importante del sistema produttivo sardo". (mc)


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