CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

Verso l'accordo sindacale per i dipendenti Esaf in trasferimento alla Spa; prerogative economiche, giuridiche e previdenziali saranno salvaguardate. Sarà incentivato lo scivolo. E' polemica, invece, con l'Autorità d'ambito sull'affidamento della gestione del servizio integrato


Cagliari, 16 dicembre 2004 - Esaf spa, personale e rapporti (non proprio cordiali) con l'Autorità d'ambito. Per giunta alla vigilia di una scadenza, il primo gennaio 2005, per l'affidamento del servizio idrico integrato, che, qualora non rispettata, comporterebbe la revoca dei finanziamenti dell'Unione europea.  Su questi problemi la Prima commissione (presidente l'on. Paolo Maninchedda) ha sentito i due assessori interessati Carlo Mannoni (lavori pubblici) e Massimo Dadea (affari generali) e il commissario dell'ente (ingegner Fernando Sanna).

L'Esaf spa (75 per cento dei Comuni, 25 per cento della Regione col programma di una riduzione della partecipazione in ragione del 5 per cento all'anno) è il soggetto gestore primario. Lo è oggi, come ente regionale; lo sarà probabilmente domani; salvo che l'Autorità d'ambito non rivendichi, attraverso la società Uniacque, di propria emanazione, il ruolo di gestore che, a rigor di logica e salvo argomentazioni giuridiche, non dovrebbe avere come soggetto deputato alla pianificazione. L'Esaf spa resta, comunque, il soggetto obbligato di riferimento.

L'affidamento del servizio - ha spiegato l'assessore Mannoni - può seguire tre vie: la gara internazionale (che nessuno sembra gradire), la società a capitale misto (più macchinosa e difficile da collaudare), l'affidamento (strada più semplice e garantista sulla professionalità del soggetto gestore).

Ma nel passaggio da Ente regionale a spa, l'Esaf deve affrontare alcuni problemi urgenti; prima di tutto quello del personale. La tutela delle posizioni economiche, giuridiche e previdenziali sono state al centro di una lunga trattativa fra Regione e sindacato. L'indirizzo della Regione riguarda il trasferimento di tutti i dipendenti alla Spa, senza diritto di opzione (in base al quale, in un qualsiasi momento, il dipendente può scegliere se restare nella società o ridiventare regionale.

Alle organizzazioni sindacali è stato tuttavia proposto una sorta di scivolo per i dipendenti vicini alla pensione (con due, tre anni di servizio da compere): resterebbero regionali "anche per evitare - ha spiegato l'assessore - problemi previdenziale e di liquidazione". Anche sul fondo integrativo di previdenza è possibile raggiungere l'intesa; sciolo l'Esaf, non esisterebbe più. Ma la Regione si impegna, per il personale in servizio, o a liquidarlo subito con le rivalutazioni del caso o a farlo vivere in Esaf spa "secondo modalità concordate coi sindacati".

Gli eventuali esuberi che potrebbero determinarsi per fusioni e comunque per eventuali riassetti societari - ha aggiunto Carlo Mannoni - sono garantiti col rientro in ambito regionale delle unità in eccedenza. Questa garanzia sembra essere a medio termine.

Su queste basi è possibile che si trovi, questo pomeriggio, nel corso di un incontro con i sindacati, l'intesa definitiva.

Tuttavia è comprensibile che lo stato d'animo dei lavoratori ondeggi fra incertezza, diffidenza e preoccupazione e che il passaggio da un soggetto pubblico ad uno sostanzialmente privato sia interpretato come un salto nel buio. Interpretando questo stato d'animo - ha detto, a sua volta, l'assessore Massimo Dadea - "abbiamo cercato di individuare norme di salvaguardia e di tutela in sintonia con gli indirizzi della Giunta e con la riforma avviata".

Fra le intenzioni maturate, quella di "rendere appetibile" il trasferimento alla Spa, che, per le dimensioni (riguarderebbe, alla fine, più di 600 persone) rappresenterebbe un fatto insolito per la Regione. Rendere appetibile, significa ottenere il riconoscimento del contratto collettivo delle aziende pubbliche del settore; tutelare ampiamente i diritti previdenziali, garantire gli esuberi non solo della Spa, ma anche di eventuali soggetti subentranti per le fusioni. Un disegno di legge della Giunta, che codifica questo percorso, sarà presto affidato all'iter del Consiglio.

Fra gli argomenti sollevati dai commissari il ruolo dei 500 dipendenti delle aziende esterne che garantiscono il livello tecnico del servizio  e la tutela della Spa nei confronti dell'autorità d'ambito ("la Regione deve tutelare il suo capitale", ha detto l'on. Marracini ricordando che l'Esaf era stato valutato duemila miliardi di lire; la necessità, date le scadenze imminenti, di un affidamento temporaneo del servizio a una associazione temporanea d'imprese, come avvenuto in altre Regioni (on. Orrù); la possibilità di valutare serenamente l'utilità o meno dell'opzione (on. Onida: "Gli esuberi potrebbero avere anche discrezionalità; l'opzione consentirebbe di migliorare gli organici della futura Spa"); il clima di incertezze per "la confusione interpretativa della norma" sui compiti dell'Autorità d'ambito che ha portato alcuni Comuni ad aderire sia a Uniacque che ad Esaf Spa (on. Balia).

Il presidente Maninchedda ha invece ravvisato l'utilità che la Giunta intervenga sugli enti strumentali per evitare che il comportamento di alcuni enti ("ci giungono numerose segnalazioni") non sia in linea con "l'orizzonte della riforma" e possano arrecare pregiudizio alle strategie future. Sotto osservazione soprattutto l'Ersat, che non farebbe economia sui nuovi incarichi (120 in una sola delibera), avrebbe "tentato la nomina di sei nuovi dirigenti" e avrebbe fatto concorsi interni con graduatorie alle quali fa ancora riferimento. Gli enti - ha precisato l'assessore Dadea - si devono uniformare a un'idea di Regione "più snella ed asciutta". L'orizzonte delle riforme è ampio e viene affrontato su basi tematiche ((acqua, agricoltura, turismo).

La risposta degli assessori ha ribadito la posizione della Giunta. L'assessore Mannoni ha detto che il comportamento dell'Autorità d'ambito è censurabile "per non aver mai convocato i gestori". L'intenzione di costituire un contraltare all'Esaf Spa lo si evince anche dall'aver creato, in fretta e furia, ad agosto, la società Uniacque, che è "una scatola vuota", senza conoscenze e tecnologie che la classifichino fra i gestori. Quanto alle imprese esterne, riconosciuta "la forte presenza professionale e tecnica", un "nucleo forte, preparato ed efficiente" potrà essere recuperato all'interno della Spa.

Infine il commissario Sanna: ha lamentato l'anzianità, di servizio, ma anche anagrafica, del personale (50 dipendenti oltre i 58 anni, solo 30 al di sotto dei 35); i progetti fermi al palo in attesa di conoscere il futuro della Spa (in proposito l'Autorità d'ambito "non ci cerca", ragion per cui "il futuro è ignoto") ed ha auspicato, anche su sollecitazione di alcuni consiglieri (Marracini, Biancu) le scelte sul gestore siano fatte sulla base della capacità professionale e riguardino soggetti "nella pienezza delle prerogative"; per questo motivo - ha spiegato - si è iniziato il trasferimento di personale dalla vecchia Esaf all'Esaf Spa. (adel)


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