CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

Audizione in Commissione Lavori Pubblici del commissario straordinario dell'Esaf e dei rappresentanti sindacali dell'ente. Per il commissario Fernando Sanna il passaggio all'Esaf spa  non deve essere visto come un pericolo ma come un grande salto qualitativo e culturale. Preoccupati i lavoratori che chiedono alla quarta commissione di vigilare perché la trasformazione in senso privatistico potrebbe essere l'inizio della fine


Cagliari, 14 dicembre 2004 - La commissione  Lavori pubblici, presieduta da Giuseppe Pirisi (DS), ha sentito, questo pomeriggio in audizione, Fernando Sanna, commissario straordinario dell'ESAF e i sindacati dell'ente. L'organismo consiliare ha chiesto a Fernando Sanna, nella duplice veste di Commissario straordinario dell'ente e di amministratore dell'ESAF Spa , tutti i dati relativi al passaggio dell'ente regionale a società per azioni. Sanna ha detto che l'ente si trova in uno stato di equilibrio strutturale. "Il saldo è di 55,2 milioni di euro, lo scoperto di conto corrente ammonta a 50 milioni di euro". Insomma, per il commissario straordinario, l'ente va in pensione "in maniera gloriosa" e non lascia "buchi". Sul futuro dell'ESAF come spa, il commissario è ottimista: "Un servizio a carattere industriale come il nostro, ha detto, richiede un certo tipo di flessibilità che è proprio delle strutture  privatistiche. Certo,  con il nuovo assetto le cose cambieranno: dobbiamo avere più autonomia , più flessibilità, più efficienza manageriale". Fernando Sanna non ha nascosto che l'ente, dal passato, ha ereditato una vera emorragia. "La media dei contributi regionali che sono versati ogni anno all'ente ammontano a 32 milioni di euro". Ma le cose cambieranno quanto l'ESAF avrà un nuovo assetto societario. La Regione inizialmente sarà proprietaria del 25% delle azioni, ma in 5 anni uscirà dalla società e l'Esaf  dovrà essere in grado di stare da sola sul mercato. Gli obiettivi della nuova società di capitale sono molteplici. Prima di tutto il recupero dell'utenza: "Con ogni utente  recuperiamo  150/200 euro l'anno, si calcola che  ce ne siano ancora migliaia non censiti". Ma l'ESAF spa dovrà anche recuperare le reti "colabrodo" e far fronte ai problemi di potabilizzazione.  Sarà necessario, inoltre, mettere in atto un programma di formazione e di ammodernamento delle strutture.  Per il commissario straordinario dell'Esaf questo passaggio all'Esaf spa non deve essere visto come un pericolo ma come un grande salto qualitativo e culturale.  Parole lusinghiere sono state espresse dal commissario sul personale dell'ente dove, attualmente, lavorano 550 persone (di ruolo) più 100 precari a vario titolo. Di queste 550 persone, 50 hanno più di 58 anni; 80 hanno più di 56 anni; il 25% ha compiuto i 50 anni. L'interesse della commissione si è incentrata anche sul futuro di questi lavoratori. "Pur non avendo competenza diretta in materia di personale, ha detto il presidente Giuseppe Pirisi, vigiliamo perché i diritti acquisiti non siano violati". Il commissario straordinario dell'ente ha ricordato la posizione espressa dall'assessorato regionale competente che ha assicurato che in caso di dismissioni o di esuberi se ne sarebbe fatta carico la Regione. Una  posizione che non rassicura certo i sindacati che chiedono garanzie  che  il nuovo gestore del servizio idrico sia sardo e che le soluzioni scelte non siano precarie e pasticciate. "Siamo preoccupati perché proprio ieri notte il tavolo di trattative con la Regione, che era iniziato nel migliore dei modi,  hanno detto i sindacati, si è arenato proprio sul diritto di opzione". In sostanza, i sindacati chiedono che il dipendente possa scegliere se essere destinato ad altri enti pubblici o se essere trasferito all'ESAF spa. "C'è la pretesa di spostare d'imperio i circa 600 lavoratori dell'ente, si vogliono mandare queste persone allo sbaraglio perché non c'è un piano industriale, non c'è un progetto e, soprattutto, ci sono delle tariffe che non possono coprire tutti i costi (la tariffa attuale, in media,  è di  1 euro a metro cubo. Secondo uno studio fatto dall'Autorità d'Ambito in 26 anni la tariffa arriverà a 1,50 euro a metro cubo). L'esaf è un ente sano, hanno  aggiunto i rappresentanti sindacali, ma noi vogliamo un contratto serio, un'azienda solida e nessun trasferimento al buio. Per i sindacati una delle possibilità per garantire i lavoratori potrebbe essere  quella che si lasci all'ESAF la gestione delle opere di interesse regionale. I rappresentanti di  Cgil, Cisl, Fedro, Sadirs e Sildir  hanno detto di essere molto preoccupati per il clima di scontro che c'è tra Regione e Autorità d'Ambito: "Questo braccio di ferro non aiuta certo i lavoratori che attendono risposte concrete e soprattutto chiedono che ci sia una legge, e non un decreto del commissario, che sancisca il passaggio dall'Esaf all'Esaf spa.  Il presidente Pirisi ha ricordato che, seppure non avendo una competenza specifica in materia, la commissione vigilerà per evitare che il patrimonio del personale dell'Esaf non venga disperso e che non si violino i diritti dei lavoratori.

Domani alle 10 la commissione sentirà in audizione l'assessore regionale ai lavori pubblici e domani pomeriggio alle 16,30 l'assessore regionale ai trasporti.  (r.r.)


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