CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

L'indagine conoscitiva della commissione Sanità nell'Asl 5. I problemi sono i "soliti", servono più fondi e nuovi servizi


Cagliari, 14 dicembre 2004 - I problemi sono i soliti, quelli comuni a tutte le altre Aziende sanitarie locali visitate dalla commissione Sanità del Consiglio regionale, impegnata nella sua indagine conoscitiva del sistema sanitario regionale. I conti in rosso, le attrezzature superate ed inadeguate, le carenze negli organici, strutture vecchie che occorre ammodernare. I problemi di sempre, aggravati, hanno detto i responsabili dell'Azienda sanitaria, dai tagli al budget decisi dalla giunta regionale, che hanno condannato l'Azienda ad un passivo diventato insostenibile. Nell'esercizio 2003, con le spese e le entrate che possono essere controllate giornalmente, ha detto il manager Strianese, la Regione ha stanziato 162.500.000 euro, il valore della "produzione" è stato di 169.583.950 euro, con costi effettivi pari a 178.431.119 euro ed un "disavanzo accertato" di 8.847.169 euro. Un deficit destinato ad aumentare perché la giunta ha comunicato un taglio, per lo stesso esercizio finanziario e per quello del 2004, predisposto più o meno sugli stessi valori, di 5 milioni di euro, che aggraveranno la situazione "pregressa" e renderanno difficile anche l'esercizio in corso, perché non si possono comunicare tagli al bilancio di previsione dieci mesi dopo l'inizio dell'anno finanziario (ilo taglio sarebbe stato comunicato nel mese di ottobre).

Difficoltà finanziarie legate, quindi ai conti in forte passivo degli ultimi tre anni, che impongono pagamenti "proporzionali" ai fornitori, che creano disagi in tutto il mondo che gravita attorno alla Asl.

Per il resto, hanno detto medici e sindaci componenti l'assemblea dei rappresentanti degli enti locali, i problemi di sempre.

I due ospedali, il San Martino di Oristano ed il Delogu di Ghilarza, hanno bisogno di urgenti interventi, per essere nessi a norma, per razionalizzare i diversi reparti. Nel complesso oristanese alcune cliniche sono su due piani e mancano gli elevatori necessari quelli esistenti devono ancora essere collaudati, anche se in funzione da almeno otto anni.

Il centro prelievi, anche per i pazienti che devono essere trasfusi, è al piano terra ed il laboratorio al piano superiore, anche in questo caso i collegamenti sono disagevoli. Mancano numerose figure professionali e non si investe per la loro formazione; specialmente d'estate, molti reparti funzionano a "scartamento ridotto", per la assenza dei medici e degli infermieri.

Non esistono strutture di supporto, inoltre, per le diverse necessità. C'è il pronto soccorso, ma manca la neurologia e la cardiologia; le attrezzature sono inesistenti o superate, nell'ospedale, ad esempio, funziona da quindici anni una Tac, ma si guasta un mese si ed uno no, non può, quindi, sopperire alle esigenze di una provincia vasta, con160 mila abitanti, che chiede servizi di livello e tempestività nelle cure.

Oltre 260 posti letto disponibili, 75 dei quali a Ghilarza, con un tasso di occupazione che va dall'oltre 100 per cento di medicina al 48,6 per cento di ostetricia,  con carenze di diverso tipo ed una notevole propensione dei pazienti a recarsi in altri centri per avere "cure migliori".

Le carenze finanziarie, hanno detto i responsabili del nosocomio, penalizzano pesantemente la Asl di Oristano, i programmi a lungo termine non possono essere fatti anche perché non esiste certezza sugli stanziamenti regionali e senza entrate certe non si può programmare niente.

Per il resto tanta buona volontà nell'affrontare il presente e qualche difficoltà nel disegnare il futuro. Eppure, la "nuova" provincia, più grande di quella attualmente esistente, imporrà scelte di grande importanza, hanno ricordato i consiglieri-dottori Silvio Lai e Pierpaolo Vargiu, il "trasferimento" della Planargia nella Asl oristanese vuol dire, infatti, la presenza di un nuovo ospedale, quello di Bosa, la necessità di raccordare servizi ed indirizzi, che devono essere calibrati ad una realtà che non può essere quella di oggi o di domani, ma che deve prevedere un arco di tempo di almeno venti anni.

Tutte cose fattibili, hanno detto anche i sindaci di Ghilarza e Simaxis, che hanno ricordato la necessità di potenziare le strutture esistenti, di garantire una capillare diffusione degli ambulatori comunali, di assicurare la necessaria sicurezza delle guardie mediche e dei medici che operano nelle più lontane zone della provincia.

A patto che si abbiano a disposizione i fondi necessari e che non ci si debba imbattere in "imprevisti ostacoli, come quello che ha fatto dormire per molti anni sopra un tavolo dell'assessorato regionale il progetto di ristrutturazione del San Martino", hanno replicato i responsabili dell'Azienda sanitaria locale.

Tutto vero, tutto giusto, hanno però ribadito i consiglieri regionali Mario Diana in testa, ma è "anche giusto che ognuno si assuma le proprie responsabilità e non scarichi le proprie colpe e le proprie inefficienze sugli altri".

La Commissione, comunque, che si è recata anche ad Oristano e Ghilarza per rendersi conto della realtà delle strutture, della possibilità di migliorare il servizio, "è arrivata per vedere ed ascoltare", come ha detto il suo presidente Pierangelo Masia.  E la commissione vedrà ed ascolterà anche in futuro, quando la Giunta trasmetterà al Consiglio il suo piano sanitario regionale, sul quale la Commissione dovrà esprimere il suo approfondito parere.

"Siamo impegnati in questa indagine conoscitiva nelle diverse Asl, ha concluso Masia, ma appena avremo a disposizione il piano sanitario della Giunta sentiremo nuovamente i responsabili delle diverse strutture che operano nel complesso sistema della sanità pubblica e privata; incontreremo in "audizione" tutti coloro che, sulla sanità sarda, avranno qualcosa da dire e di concreto da proporre, perché il problema della sanità ci tocca tutti e nella sua organizzazione, o riorganizzazione, dobbiamo impegnarci tutti". (mc)


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