CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislaturaIncontro dei sindaci con i capigruppo sulla legge "salvacoste" a margine dei lavori consiliari
Cagliari, 19 novembre 2004 - Affollato incontro (vi sono stati anche momenti di infuocata polemica) stamani in Consiglio fra una foltissima delegazione di sindaci e i capigruppo consiliari a margine dei lavori dell'Assemblea sul disegno di legge "salvacoste". Alcune decine di rappresentanti di comuni in prevalenza costieri hanno chiesto a gran voce ai consiglieri regionali il blocco dell'esame della legge, denunciando i gravi danni che il provvedimento potrebbe determinare per lo sviluppo turistico, non solo dei paesi e delle città direttamente interessati, ma di tutta la Sardegna. Alle richieste dei sindaci presenti hanno risposto le parti politiche interessate: il centrosinistra, per il quale sui tratta di un provvedimento temporaneo e comunque necessario per bloccare la speculazione immobiliare e rilanciare invece lo sviluppo di un'autentica industria turistica; il centrodestra, che ha ribadito tutta la propria opposizione al provvedimento, causa -a suo giudizio- di una crisi economica senza precedenti nei territori che hanno puntato la propria crescita economica sul turismo e che elimina la Sardegna dai circuiti turistici mondiali creando fortissime disuguaglianze fra cittadini e popolazioni, crea danni gravissimi agli investitori.
Il primo a prendere la parola è stato il presidente della Provincia di Sassari, Franco Masala, che nel chiedere a "tutti i consiglieri, a tutto il Consiglio, una riflessione forte sul problema ed un esame dei costi derivanti da questa legge", ha ricordato che in questo modo lo sviluppo turistico sarà pesantemente bloccato.
Ha quindi preso la parola il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, il quale con estrema chiarezza ha detto: "Siamo qui per chiedere la sospensione della discussione di questa legge"; "Un provvedimento che una volta approvato bloccherà qualsiasi sviluppo economico per almeno cinque anni"; "Questo provvedimento significa la morte di intere comunità".
Ed ha aggiunto: "Non può passare l'idea che la responsabilità di questa legge possa ricadere anche sulle forze politiche di opposizione. Occorre pertanto -ha aggiunto rivolto ai gruppi del centrodestra- porre in essere ogni possibile azione democratica capace di bloccare la legge".
E' intervenuto anche il sindaco di Tempio, Antonello Pintus, che ha ricordato come la comunità che egli rappresenta ha puntato molto su un collegamento stretto fra turismo delle zone interne e turismo costiero. "Proprio grazie a questo collegamento stretto -ha detto- è stato possibile una integrazione del modello di sviluppo costiero con quello delle zone montane che ha dato buoni risultati".
"Con quale criterio si è stabilito il limite dei 2 mila metri da salvaguardare?", ha chiesto Pasquale Ragnedda, sindaco di Arzachena, "Finora non c'è stata alcuna risposta"."Rivendichiamo alle comunità locali -ha quindi aggiunto- la propria autodeterminazione".
Intervenendo quindi a nome dei Riformatori, il capogruppo Pierpaolo Vargiu ha dichiarato a chiare lettere che "non condividiamo questa legge. Non riteniamo intelligente il vincolo dei 2 chilometri, l'opposizione ha condotto e sta ancora conducendo una durissima battaglia contro la legge, e per garantire l'uguaglianza giuridica dei sardi". Ha quindi spiegato che la strada dell'ostruzionismo non poteva essere percorsa indefinitamente per non far "passare" l'immagine di un Consiglio inconcludente, rafforzando di fatto così lo stesso Presidente della Giunta come uomo solo al comando.
Spiegando che il Centrosinistra ha deciso intervenire con un'unica voce, il capogruppo Ds, Siro Marrocu, ha quindi smentito che vi sia stato alcun "accordo fra il centrosinistra e le opposizioni" "Non si è riusciti a trovare una sintesi fra le posizioni, e la minoranza si è opposta con molta durezza al provvedimento". C'è stato un accordo solamente su un punto, ha detto, andare avanti nell'esame della legge "dopo 20 giorni di effettiva paralisi". "La maggioranza si assumerà le proprie responsabilità nel portare a compimento questa legge", ha detto. Il rappresentante del Centrosinistra ha poi spiegato perchè la maggioranza intende approvare il provvedimento. "L'industria turistica sarda ha bisogno di difendere l'unico vero patrimonio che possiede: le bellezze naturali. C'è bisogno di turismo di qualità, e di uno sviluppo dell'industria turistica, non di soli investimenti immobiliari senza adeguati servizi". Ha quindi spiegato il motivo del limite dei 2000 metri, ricordando la cronistoria giuridico legislativa dei Ptp e dei Puc.
Per il capogruppo di Forza Italia, Giorgio La spisa, "il disegno di legge è una scelta unilaterale, neanche della maggioranza, ma del Presidente della Giunta che ha sposato la tesi più integralista possibile". "Abbiamo portato avanti una opposizione molto forte, ed il provvedimento giunto in aula a fine ottobre, è ancora in discussione". "Non abbiamo ceduto nè intendiamo cedere neppure di un millimetro", ha ancora dichiarato, "e non vi è stato alcun accordo: occorre sfatare nel modo più fermo possibile un mito e una calunnia. Nessuno può mettere in dubbio la nostra onestà: la nostra posizione può non essere condivisa, ma la nostra onestà non deve essere messa in dubbio. Non c'è alcun accordo; solo il rispetto delle regole democratiche".
E' poi intervenuto Giorgio Oppi (UDC), il quale rigettando "qualsiasi lezione: non ce ne facciamo dare da nessuno", ha dichiarato "che la durezza dell'opposizione c'è stata, ed è maggiore oggi, negli ultimi giorni", più che all'inizio della discussione. "Non c'è stato e non c'è alcun tipo di trattativa", "facciamo la nostra parte in modo democratico, e non vi è alcun abbassamento della guardia".(l.p.)
>