CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

Sul provvedimento "salvacoste" sentiti in audizione presso la Quarta Commissione associazioni di Comuni, imprenditori, associazioni. Preoccupazione sui tempi e sul blocco degli investimenti. Chiesta dalle categorie la salvaguardia dei diritti acquisiti.


Cagliari, 20 ottobre 2004 - La legge che prolunga gli effetti del "decreto salvacoste", esitata dalla Quarta Commissione, ha avuto un'appendice con un ciclo di audizioni "irrituali - ha detto il presidente, on. Giuseppe Pirisi - perché avvengono a cose fatte; ma non accademiche né inutili, perché di esse si terrà conto" (c'è sempre la possibilità di presentare emendamenti) con le categorie economiche e sociali, le associazioni di categoria e ambientaliste e gli ordini professionali. Un vero e proprio tour de force per la Commissione che, fra oggi e domani, concluderà trentatré incontri.

Il primo round questa mattina. A cominciare con l'Anci, l'Asel e la Lega delle autonomie locali. I Comuni sono una parte decisiva nella programmazione urbanistica e del territorio; vorrebbero contare di più. Ciò sarà possibile quando si farà il Consiglio delle autonomie. Comuni preoccupati - ha detto il presidente dell'Anci, Linetta Serra - da una provvedimento che rischia di frenare progetti e programmi legati a un settore forte dell'economia sarda, il turismo; ma convinti che una norma di salvaguardia sia necessaria. L'importante è fare "in fretta e bene". Preoccupati, i Comuni, anche per gli atti della programmazione negoziata che rischiano di essere bloccati, anche quelli bene avviati (se non rispettano i parametri del 70 per cento delle infrastruttura già realizzate) col rischio di un contenzioso che potrebbe mettere i difficoltà molte amministrazioni locali.

Michele Cossa, presidente dell'Asel (Associazione sarda degli enti locali), parlando anche a nome della Lega delle autonomie locali, ha dichiarato il rammarico per il mancato confronto con la giunta. Empi certi e certezza del diritto sono necessari per evitare che esistano margini di discrezionalità, se non veri e propri arbitri. Difficile - ha sottolineato - accettare un vicolo indiscriminato entro i due km dalla costa; a parte il fatto che non tutte le situazioni sono simili, il provvedimento funziona come un deterrente e chi aveva intenzione di investire prende il volo.
Critica anche la Confidustria. Il presidente Gianni Biggio ritiene che l'iniziativa della giunta sia punitiva perché "vanifica esperienze e processi maturi" e considera gli imprenditori potenziali speculatori. Per l'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili), l'ingegner Gualtiero Cualbu messo in evidenza che da troppo tempo la Regione opera in un clima di provvisorietà ed emergenza che non aiuta gli imprenditori. La categoria chiede, invece, regole certe, chiare e facili da applicare. Ma un intervento indiscriminato e di lunga durata "deprezza il territorio", penalizza alcuni Comuni ed ha effetti negativi sugli investimenti e di occupazione. Difficile capire che cosa la Regione intenda fare, e le "voci" preoccupano il mondo finanziario che dirotta altrove le risorse. Una fuga legata anche ai tempi, sicuramente lunghi: 18 mesi per l'approvazione della legge urbanistica regionale; almeno 12 perché i Comuni adeguino alla legge i loro piani; altri 12 mesi per i piani di lottizzazione. A conti fatti "rischiamo di uscire dal mercato". Il tema è delicato e richiedeva "un approccio diverso" che rispettasse i diritti acquisiti. Così com'è stato concepito diventa invece un provvedimento "contro".
Anche per Diego Caso, dell'Api sarda, bisogna "uscire dal guado", dove molti imprenditori si trovano da alcuni anni. Colpa della fase di incertezza che ha caratterizzato l'urbanistica sarda per troppo tempo. Preoccupate, le piccole e medie imprese, dei tempi lunghi: il mercato turistico è un mercato globale e non perdona chi rallenta la corsa.

Si è dichiaro d'accordo, invece, Francesco Porcu, della Cna, perché bisogna anche dare alternative al turismo costiero (sulle coste, ha specificato, il 96 per cento del turismo alberghiero), un modello che offre stagioni brevi, sotto utilizzazione degli investimenti, scarsi benefici economici. E' indispensabile che la Regione pensi a un programma integrato, più attento alle risorse delle zone interne; e nel frattempo fissi regole precise.
Infine, l'esperienza della Sandalia, un consorzio di imprese nato per realizzare un grosso progetto di investimenti turistici sulla costa orientale attorno a Budoni, con una programmazione negoziata che ha permesso di portare a casa nel marzo del 2001 finanziamenti Cipe. E' il primo esempio in Italia per un gruppo di piccole e medie imprese. Duecentoventi i miliardi di investimento, il cinquanta per cento a carico di Stato e Regione; 27 le iniziative previste, 22 avviate e 5 bloccate "nelle maglie del decreto salvacoste", ha detto il presidente, Brundu. Sandalia occupa 662 dipendenti e un indotto quasi doppio; prevede di realizzare 4200 posti letto. Ora, però, tutto è fermo; con le convenzioni firmate non si va avanti e chi ha già realizzato le infrastrutture, ma al di sotto della fatidica soglia del 70 per cento, deve chiudere i cantieri. "Le 27 iniziative - ha precisato Brundu - non sono svincolate dal progetto comune; basta bloccarne una, per bloccarle tutte. Ventidue imprenditori, che hanno anticipato forti somme e di sono indebitati, sono in ginocchio". Sulle banche comincia a farsi strada l'effetto panico. Con quali conseguenze?

Ma qual è la dimensione del blocco della programmazione negoziata in termini finanziari? Lo ha chiesto all'Anci l'on. Luciano Uras (Rc). Il presidente Serri ha girato la domanda all'assessore della Programmazione. "Lui i dati li ha"; mentre preoccupazione ha espresso l'on. Mauro Pili (Fi) sulla coincidenza dei tempi rispetto alle scadenze del Codice Urbani (approvato a gennaio) che dà alle Regioni 18 mesi di tempi per adeguare i piani e stesso tempo ai Comuni per risolvere gli adempimenti di propria competenza. C'è il rischio - ha detto - che i Comuni arrivino comunque fuori tempo massimo:
Le audizioni continueranno oggi e domani. (adel)


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