CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislaturaAudizione, in ottava commissione, del direttore dell'Ufficio scolastico regionale sulla formazione. Per Armando Pietrella è necessario creare dei percorsi integrati tra scuola e formazione professionale. Allarmanti i dati sulla dispersione scolastica: in Sardegna è quasi tripla rispetto alla media nazionale
Cagliari, 19 ottobre 2004 - Il settore della scuola pubblica deve dialogare con la formazione perché la strada della riforma deve andare verso l'assoluta complementarietà dei due sistemi dove coesistono scuola, licei statali e gli istituti di formazione affidati alla Regione.
In una audizione durata tre ore, Armando Pietrella, direttore dell'ufficio scolastico regionale, ha illustrato ai commissari della commissione consiliare Cultura, presieduta da Gian Luigi Gessa (Progetto Sardegna), la situazione della scuola e gli interventi che può fare la direzione scolastica in materia di formazione.
Pietrella ha subito chiarito che l'ufficio scolastico regionale ha deciso di rispondere affermativamente alla richiesta fatta dal presidente della Giunta anche non avendo competenze specifiche in materia di formazione. "Vogliamo dare un contributo, ha detto, perché siamo al servizio della Sardegna".La strada individuata dalla direzione regionale passa attraverso la sperimentazione. "Vogliamo creare, in via eccezionale, un percorso integrato tra scuola e formazione professionale (questo esperimento ha permesso, lo scorso anno, a 957 ragazzi di conseguire la licenza media). Quest'anno potrebbero essere inseriti in questo sistema circa 1200 ragazzi". In sostanza gli studenti frequentano alcune lezioni nelle scuole, in altri giorni vanno a fare formazione. E' un sistema non facile, ma che se attuato, potrebbe portare ad apprezzabili risultati. Per questo, nei giorni scorsi il direttore Pietrella ha parlato con il ministro per decidere le strategie, di supporto alla Regione, da attuare. "Avevo chiesto la possibilità straordinaria di creare altre classi (anche perché moltissimi studenti che avevano lasciato la scuola, dopo le notizie del blocco della formazione sono tornati in aula) ma non è stato possibile perché il limite massimo previsto dalla legge è il 1° settembre, invece abbiamo deciso di procedere con il criterio, ove sia possibile, di "colmatura" delle classi già esistenti (colmare i posti mancanti fino al numero massimo), utilizzare gli insegnanti a disposizione o chiedere a quelli disponibili di fare 6 ore in più, come previsto dal contratto e, se necessario, utilizzare il budget previsto per le supplenze. Tutti gli oneri sarebbero così a carico dello Stato e la Regione non dovrebbe spendere. Questo progetto sarà illustrato domani mattina in un incontro che il direttore dell'Ufficio scolastico regionale avrà con i dirigenti scolastici degli Istituti professionali e tecnici. "La loro disponibilità è essenziale, ha detto, alla scuola sarda viene chiesta una prova di qualità". Pietrella ha chiarito che si tratta di una misura eccezionale, non concordata con la giunta Soru. "Con l'esecutivo regionale, ha aggiunto, abbiamo fatto un unico atto formale, la direttiva ai presidi per assicurare la regolare presenza a scuola dei ragazzi di 14 anni, che sono obbligati a frequentarla". I commissari hanno sollecitato al direttore dell'Ufficio scolastico regionale dati precisi sui ragazzi iscritti ai corsi di formazione.
Rispondendo a specifiche domande dei commissari, il direttore dell'ufficio scolastico regionale ha illustrato i dati relativi alla scuola: in Sardegna ci sono 232.000 insegnanti, 34.000 dipendenti, 1000 presidi. Il costo degli stipendi è di circa 3.000 miliardi di vecchie lire, inoltre, ci sono 1650 istituti, di cui 426 sono "scuole giuridiche", 232.000 alunni, 25.000 insegnanti, 2900 insegnanti di sostegno, circa 9000 tra personale amministrativo e dirigenti scolastici. I dati sulla dispersione scolastica sono allarmanti: dai sondaggi fatti, gli studenti, fino ai 14 anni, che abbandonano la scuola in alcune zone della Sardegna, è pari all'11,6% contro una media nazionale del 4%. (r.r.)
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