CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

Sull'obbligo formativo l'Ottava commissione permanente ha sentito l'assessore del Lavoro. Braccio di ferro col governo per ottenere i finanziamenti; ma saranno più rigidi i criteri per avviare nuovi corsi. Indagine a tappeto sugli enti formativi


Cagliari, 13 ottobre 2004 - La Regione batte cassa per avere dal Governo (ministeri del Lavoro e della Pubblica istruzione) i soldi necessari per riavviare l'obbligo formativo, uno degli strumenti ritenuti efficaci per frenare la dispersione scolastica, che in Sardegna è da record. Lo ha riferito in audizione all'Ottava commissione (presidente, l'on. Gianluigi Gessa) l'assessore Maddalena Salerno, che ha un filo diretto col sottosegretario Valentina Aprea. Per portare avanti il progetto ci vogliono 95 milioni di euro; il governo pare avesse promesso, ma ora si tira indietro mettendo in crisi un sistema partito l'anno scorso (cinquemila allievi e circa quattromila operatori) e sicuramente da collaudare; tuttavia considerato utile per frenare il fenomeno dell'abbandono.
Comunque vadano le cose (e l'assessore ha lasciato intendere che ci sono riscontri positivi per ottenere risorse sufficienti almeno per finanziare il secondo anno), bisognerà fare sacrifici, riducendo il numero delle classi e utilizzando il "personale della 42", gli ottocento precari dei corsi di formazione stabilizzati dalla Regione.
Tuttavia anche questa strada presenta qualche tratto in salita: il presidente della Regione - ha lasciato intendere l'assessore - è poco propenso ad anticipare somme che dovranno essere trasferite dal governo. Se la sua è una protesta "per scuotere lo Stato", c'è il rischio che, ritardando lo Stato, i corsi non possano partire, interrompendo questa esperienza e lasciando a casa migliaia di ragazzi e di operatori.
Tuttavia è necessario un momento di riflessione e di verifica. "Non vorremmo - ha detto il presidente Gessa - che le vocazioni al lavoro di ragazzi che hanno deciso di abbandonare la scuola non siano favoriti dalla 'sindrome Mangiafuoco'", una sorta di seduzione degli enti formativi della serie: vieni con noi che ti divertirai di più. Di qui l'opportunità di valutare le circostanze e i motivi per i quali si è verificato abbandono anche in questi corsi.
Un'indagine sugli enti formativi condotta a tappeto dall'assessorato - ha riferito Maddalena Salerno - ha dato esito non del tutto positivo; non tutti i corsi "sono risultati soddisfacenti". Quella dell'efficienza sarà "la condizione preliminare per accendere nuovi corsi".
Soldi a parte, insomma, c'è qualcosa da chiarire su uno strumento previsto dalla riforma Berlinguer per chi decide di abbandonare la scuola. "Bisogna tenere presente - ha commentato il presidente Gessa - che ogni allievo costa quasi come se frequentasse un college inglese". E' giusto, perciò, valutare con attenzione tutta la filiera dell'obbligo formativo, dai motivi ispiratori agli strumenti idonei, per evitare un nuovo fiasco scolastico, questo sì ancora più pesante. Solo ha queste condizioni - ha precisato l'assessore - la Regione è disponibile a avviare nuovi corsi. (adel)


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