CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII legislatura

Commissione Industria e sindacati: lavoriamo insieme per riscrivere il progetto di sviluppo industriale. Prossimo incontro con gli imprenditori


Cagliari, 12 ottobre 2004 - Il sistema industriale arretra, perde colpi e competitività, rischia di scomparire, le emergenze si moltiplicano: dalla chimica all'energia, dai lapidei al sugheriero, dall'alluminio al tessile. Occorrono rimedi urgenti. E la Commissione Industria del Consiglio regionale apre il confronto; chiede alle parti sociali di sedersi intorno ad un tavolo e avviare la riscrittura di un progetto di sviluppo del settore, all'interno di un sistema economico equilibrato. Un confronto franco ma costruttivo da cui - a seconda dei diversi ruoli - scaturiscano proposte operative per affrontare adeguatamente le emergenze e per rilanciare lo sviluppo produttivo ed occupativo.

Prima tappa, l'incontro odierno fra la Commissione, presieduta da Giovanni Giagu (Margherita), e le confederazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil, rappresentate dai segretari regionali Giampaolo Diana. Giovanni Matta e Michele Calledda. E non sarà l'ultimo, perchè dopo di questo la discussione si allargherà agli altri soggetti del sistema industriale e produttivo. "Intendiamo avviare un rapporto stretto con i sindacati e le rappresentanze del mondo imprenditoriale - ha spiegato Giagu- per capire ed approfondire le cause della crisi e quali vie si possono praticare per cercare di uscirne".

Il quadro emerso è preoccupante. Il valore aggiunto prodotto dal sistema industriale in Sardegna rappresenta ormai solamente il 14 per cento del totale. A livello nazionale la media è di ben il 25 per cento. Gli occupati nell'industria si sono ormai ridotti all'11 per cento in Sardegna, contro il 22 per cento della media nazionale. "La Sardegna - ha sottolineato Giampaolo Diana - ha indici ormai inferiori rispetto addirittura alle altre regioni meridionali". Per contro si rileva un peso dei settori terziario e dei servizi sproporzionato, e superiore addirittura alla media nazionale di ben il 6 per cento. Tutto ciò, dicono i sindacati, dimostra che il sistema produttivo della nostra regione è squilibrato.

"Per questo - ha dichiarato il rappresentante della Cgil - il sindacato è preoccupato- e per questo abbiamo chiesto alla Giunta di conoscere i suoi intendimenti. Per questo puntiamo il dito nei confronti del Governo perché non rispetta gli impegni". Ma anche il governo regionale è sotto osservazione, perché deve andare ad un confronto fermo nei confronti di Roma, è stato detto.

Partendo dal fatto che non è vero che in Sardegna ci sia troppa industria, ma anzi che sia vero l'opposto, i rappresentanti sindacali hanno tracciato un quadro preoccupante della situazione. In primo luogo è stato ricordato che l'accordo di programma sulla chimica sottoscritto nel 2003 è ancora fermo al palo.

Prevedeva una dotazione di 300 milioni di € di cui non si vedono le tracce. "Nel fondo unico non c'è nulla". Senza quelle risorse l'accordo di programma ed i contratti conseguenti sono inattuabili. Le emergenze attuali riguardano in particolare tre settori: la chimica, il metallurgico ed il settore dei minerali non ferrosi insieme all'alluminio. E' ancora possibile avviare una programmazione industriale, hanno sottolineato i sindacati, ma se non si agisce subito si aprirà una fase irrimediabile. Accanto a questi comparti, non si possono tralasciare le situazioni critiche dei settori tessile e lapideo. Ma a monte di tutto c'è la questione energetica e conseguentemente il discorso del carbone e del metano.

Il problema secondo Giovanni Matta, della Cisl, è che "vi è stata la mancanza di una politica industriale che sostituisse quella portata avanti dalle Partecipazioni statali. Finita l'epoca delle PPSS non c'è stata più una politica industriale regionale. Non vi è stata una prospettiva di lungo periodo. Questa è la prima sfida che bisogna affrontare".

Una seconda sfida riguarda il riordino degli incentivi, "soprattutto occorre un sistema ordinario degli incentivi" non destinato a far fronte alle situazioni di emergenza. "Una terza sfida - ha ricordato Matta - è quella delle infrastrutture, e poi c'è quella già ricordata dell'energia".
Ma per affrontare tutto questo "non si può pensare ad un solo soggetto - ha affermato Michele Calledda della Uil - possa vincere questa partita; occorre un percorso per un fronte comune che ci porti a vincere a battaglia". Ecco perchè è importante questo incontro che indica una percorso di collaborazione fra Consiglio e parti sociali. "Il Consiglio - ha detto - deve dare a questo riguardo un indirizzo alla Giunta regionale".

Nel corso del dibattito tutti i componenti la Commissione hanno espresso apprezzamento per il metodo avviato, ed hanno preannunciato la propria disponibilità al confronto. "Se vi è una strategia comune - ha detto Giorgio Oppi (Udc) - non vi saranno problemi, siamo pronti alle battaglie tutti assieme, a patto che si conoscano le strategie della Giunta". Tore Serra (Pdci) ha ricordato che nel programma della coalizione di governo ci sono puntuali indicazioni sul tema dello sviluppo industriale. "Ma ai sindacati chiedo: quale atteggiamento vogliono assumere di fronte ai molti errori fatti in passato anche nella gestione dei contratti d'area?". "Ci sono due termini di confronto - ha ribadito Vincenzo Floris (Ds) - nei confronti del Governo e nei confronti della Giunta. Ma occorre spazzare via l'idea che la Sardegna possa fare a meno dell'industria". Occorre aprire una discussione complessiva. Per il Riformatore Sergio Pisano, c'è un problema alla base di tutto: "la questione energetica, che va affrontata senza dogmi. Occorre essere uniti nelle scelte fondamentali". Per Silvio Cherchi (Ds), è fondamentale il rapporto fra Consiglio e parti sociali, anche alla luce del nuovo sistema istituzionale regionale. "Una politica di sviluppo industriale non può essere scritta in poco tempo, mentre le emergenze sono molte. Bisogna che la Commissione svolga un ruolo di stimolo nei confronti del Consiglio e della Giunta".

A conclusione, il presidente Giovanni Giagu ha espresso un vivo apprezzamento per il clima di giusta collaborazione che si è instaurato. "Dobbiamo coinvolgere tutte le parti sociali per riscrivere un nuovo progetto di sviluppo, ma senza dimenticare le situazioni di crisi esistenti. Vogliamo interlocutori affidabili e la Commissione svolgerà fino in fondo il proprio ruolo di di stimolo nei confronti della Giunta". (l.p.)


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