Nota stampa
della seduta n. 409 antimeridiana del 5 maggio 1999


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis.

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato le decisioni della Conferenza dei capigruppo. È in corso un confronto tra le diverse parti politiche per cercare di mettere a fuoco la possibilità di esaminare il disegno di legge sui piani territoriali paesistici, uno sforzo comune per dotare la Sardegna di uno strumento normativo che permetta all'Isola di attraversare il periodo di vuoto legislativo fino alla ripresa dei lavori assembleari da parte della XII legislatura.

Il Presidente ha quindi annunciato che nel corso della mattinata si sarebbero svolti gli adempimenti di rito, i saluti, la cerimonia di chiusura ed ha aggiunto che se l'esito del confronto tra i gruppi sarà positivo potrebbe riconvocarsi l'Assemblea per riprendere l'esame dei PTP.

Selis ha quindi invitato i consiglieri ad esprimere, chi lo avesse desiderato, orazioni di saluto o proprie riflessioni sull'esperienza legislativa.

Rivolgendosi al Presidente ed ai colleghi della XI legislatura, il decano dell'Assemblea on. Montis (PDCI) ha ricordato la seduta conclusiva della prima legislatura autonomistica traendo motivo per un confronto tra due legislature separate da cinquant'anni.
La Sardegna, dopo mezzo secolo si presenta enormemente rinnovata in tanti settori ma, tuttavia, ha detto, in altri settori non si sono fatti grandi passi avanti.
Le speranze riposte nelle risorse minerarie, nelle campagne, nell'attività industriale, in quei lontani anni 50, sono andate deluse e con esse si è registrato il grande esodo dei sardi verso terre lontane. Oggi viviamo in condizioni migliori, ma tra tante difficoltà. Eppure esistono i fattori che potrebbero far fare alla Sardegna un nuovo balzo in avanti: ci sono le risorse umane ed anche risorse nuove rappresentate dal concorso finanziario della Comunità Europea. Si può fare molto, ha detto Montis, "e voi potete fare molto per il futuro dell'isola".
Questa legislatura, si è chiesto, è peggio o meglio delle altre? È come le altre e forse migliori? Se è vero, come ha detto ieri l'on. Sanna, che in questa legislatura si sono attuate riforme che nelle precedenti non si erano riuscito a portare avanti.
È su questa strada che la nuova classe politiche che siederà in questa assemblea, ha concluso Montis, deve percorrere i suoi passi. "Ed è un augurio che rivolgo a tutti coloro che ritorneranno in Consiglio, un augurio per la Sardegna e per la sua meravigliosa popolazione".

Un breve cenno di saluto al Consiglio è stato svolto anche dall'on. Macciotta (Misto), il quale ha ricordato la sua vicenda personale: dopo 43 anni vissuti intensamente all'Università e nelle corsie ospedaliere, i 5 anni passati in questo Consiglio. Due vite diverse, vissute intensamente e ricche di insegnamenti e di nuove esperienze. Una vita consiliare e politica intensa ed interessante, una "esperienza molto bella, per la panoramica che mi ha dato" rispetto ai compiti assegnati a questo Consiglio.
Questa esperienza assembleare, ha proseguito Macciotta, è stata anche piacevole perché è stato possibile confrontarsi con colleghi e persone, con esperienze e culture diverse e differenti.
Macciotta ha fatto poi cenno a molte iniziative riformistiche, che non hanno raggiunto il traguardo ma non per colpa di questo Consiglio. Un Consiglio, ha aggiunto Macciotta, che ha ben operato, che ha affrontato una realtà difficile e complessa, che molti hanno tentato di delegittimare. Eppure questa Assemblea, sottoposta a pressioni ed a critiche ingenerose ed ingiuste, ha ben lavorato, ha affrontato temi e problemi di grande importanza, risolvendoli almeno in parte e proponendo soluzioni moderne ed efficienti.
Concludendo il suo intervento Macciotta, dopo aver spiegato di aver privilegiato la funzione legislativa e di essere soddisfatto di questa sua esperienza, ha ringraziato i colleghi per la loro collaborazione ed i loro amichevoli rapporti ed i due presidenti, della Giunta e del Consiglio, per la loro intelligente opera.

"Credo che il 18 luglio 1994 i proponimenti erano di molto superiori rispetto al bilancio finale, ma ritengo ingiusta la campagna denigratoria cui l'Assemblea è stata spesso sottoposta". Lo ha detto l'on. Bonesu (PSd'Az.) nel suo intervento, sottolineando che il consiglio ha operato al meglio, compatibilmente con le difficoltà oggettive e soggettive, che spesso sono derivate anche da una situazione organizzativa non ottimale della struttura consiliare.
Il Consiglio ha dovuto affrontare momenti di stabilità e momenti di instabilità, ha proseguito. Ciò è stato causato in parte dalla stessa legge elettorale inadeguata.
Abbiamo comunque cercato di operare con efficacia, e pur in mezzo a molte difficoltà, ha precisato Bonesu, sono state fatte cose importanti; ad esempio in materia di razionalizzazione degli enti regionali, è stata tracciata per la prima volta una strada univoca.
Ha proseguito ricordando che questa sarebbe dovuta essere una legislatura costituente e non lo è stata. Affidarsi alla bicamerale ed alle riforme romane è stato un errore. Tuttavia il Consiglio ha anche validi sussulti d'orgoglio, come con la legge sulla bandiera. Purtroppo in parte questo sussulto è stato vanificato dalla bocciatura della legge sull'assemblea costituente. Una legislatura con luci e ombre, l'ha definita Bonesu, perché ci siano arresi alla crisi economica. Il popolo sardo si aspettava, però, dal Consiglio più di quello che questa istituzione può dare per l'assetto istituzionale del Paese.
Si è quindi avviato a conclusione ringraziando tutti i colleghi consiglieri per l'impegno e la volontà espressa, e ricordando che questa Assemblea non è mai stata coinvolta in inchieste e ribadendo che è sempre stata di buon livello, senza muri né scontri insanabili.

"Non so se questa legislatura sia stata migliore o peggiore delle precedenti. Posso, però, dire che in questa Assemblea il mio gruppo ha svolto in pieno il ruolo ed il mandato assegnato dagli elettori". Il capogruppo di A.N. on. Masala, rivendicando ad A.N. chiarezza e coerenza nell'osservare le linee e le convinzioni politiche, che fanno parte del patrimonio culturale della forza politica alla quale appartiene.
L'oratore ha quindi rivendicato ai suoi colleghi di gruppo la preparazione e le capacità necessarie per ricoprire non solo il ruolo dell'opposizione, ma anche quello di governo della Regione. Ed A.N. si candida, proprio per le capacità mostrate anche in questa legislatura, a ricoprire un ruolo ben diverso nella prossima.
Masala ha, quindi, ringraziato i suoi colleghi di gruppo per la collaborazione prestata, perché il ruolo dei capogruppo è particolarmente difficile e non si può svolgere se i contrasti e le divisioni sono troppo forti. Ed ha concluso il suo breve cenno di saluto ringraziando i funzionari ed i dipendenti del Consiglio per la loro fattiva collaborazione, i consiglieri regionali, il Presidente del Consiglio e della Giunta e gli stessi assessori per la loro attività e per la correttezza mostrata in ogni occasione e circostanza.

Secondo l'on. Vassallo (R.C.) il consiglio ha ancora un compito da svolgere ed è quello di non lasciare la Sardegna senza normativa in materia di salvaguardia del territorio. Fatta questa premessa ha poi aggiunto che in questi cinque anni di esperienza legislativa (in "cui è stato catapultato per volontà dell'elettorato") non ritiene di aver raggiunto quelle mete che si auspicava all'inizio. Ci sono state crisi politiche che hanno impedito di lavorare per troppo tempo e questo fatto è di segno negativo. Tuttavia, soprattutto nell'ultimo anno, con il piano del lavoro e con altre leggi di riforma, si sono fatte cose importanti che legittimano la possibilità di sperare in un futuro migliore. Sono leggi di grande rilievo sociale che devono però essere portate a pratica utilità da coloro che ci succederanno.
Vassallo ha quindi espresso parole di ringraziamento per i colleghi e per chi si è assunto maggiori responsabilità nell'ambito del governo regionale. "Sono uno che viene dalla fabbrica e non sono in grado di giudicare se il Consiglio è stato migliore o peggiore dei precedenti. Ma per quanto mi riguarda posso affermare che da parte mia ho speso tutte le mie energie a favore della Sardegna".

Il capogruppo di F.I. on. Pittalis ha ricordato l'impegno di tutti i consiglieri che si sono adoperati con energia dando atto delle difficoltà che l'Assemblea ha dovuto affrontare e che si sono concretizzate con le numerose crisi di Giunta.
È ancora lunga la strada, ha detto, che la "cittadella politica" deve ancora percorrere per valorizzare a pieno i valori della democrazia. L'obiettivo deve essere quello di un'isola ammodernata, che sappia dare una svolta a secoli di abbandono - ha dichiarato Pittalis -. A questi valori dobbiamo riferirci.
L'oratore ha quindi ricordato le difficoltà di ordine regolamentare e i limiti di una cultura assembleare ancora persistente.
Il gruppo di F.I. - ha ricordato - è cosciente che di più forse si poteva fare; ma è anche consapevole che molto è stato fatto. Ed ha osservato che pur nel ruolo di opposizione la sua parte politica, tutta l'opposizione, ha dato un contributo determinante nei momenti più difficili della legislatura, dimenticando anche gli interessi di parte.
Rivolgendosi al presidente Palomba, ha quindi voluto sottolineare che pur nei momenti dello scontro più aspro, non si è scesi a livelli di bassa contrapposizione o di insulto.
Abbiamo sempre fatto il nostro dovere, ha detto, per valorizzare la logica bipolare. Questa legislatura, ha concluso, ha sicuramente gettato le basi per un lavoro ancora migliore nella prossima.

"Anch'io - ha esordito il presidente della Giunta Regionale Federico Palomba - ho maturato la mia esperienza democratica in questa legislatura. Non ne avevo prima e non ne avrò in futuro fra questi banchi. Un'esperienza che è cresciuta attraverso le difficoltà ed attraverso le macerie psicologiche della crisi del sistema politico nel suo complesso, una fase che è tuttora in atto e che influenzerà in maniera snervante anche la prossima legislatura. Sono stati cinque anni di continue emergenze - ha proseguito Palomba - che hanno rischiato di aggravare le conflittualità sociali." Palomba ha ricordato la situazione degli amministratori locali, pressati da minacce materiali e morali, ha ricordato il dramma dell'occupazione e si è augurato che la comunità sarda riesca a passare dalle minacce alla convivenza sociale attraverso il dialogo civile e democratico. Ma poi il Presidente ha accennato alle altre emergenze susseguitesi in questi anni,:la crisi idrica, il fuoco e l'ambiente . Si è cercato di rimediare e talvolta gli obiettivi sono stati raggiunti.
Parlando del rapporto con le opposizione Palomba ha detto che esso è stato sempre improntato al massimo rispetto. "Un rapporto civile , anche nei momenti più difficili, un rapporto che ha permesso alle opposizione di trovare la coesione democratica per poter dare il massimo del contributo all'azione comune". Ed a questo proposito Palomba si è rivolto direttamente al capo dell'opposizione Pittalis per dire che ha utilizzato democraticamente gli strumenti che il suo ruolo gli consentivano.
Palomba ha poi ringraziato gli esponenti delle varie Giunte che hanno collaborato con lui nell'arduo compito di governare la Sardegna. Ed ha quindi riepilogato il lavoro svolto nei cinque anni di legislatura. Secondo il Presidente, la Sardegna è cresciuta, "è in chiara ripresa economica". Abbiamo infatti lavorato per sconfiggere il nostro nemico storico che è una mentalità rinunciataria ed assistenzialista ; questa mentalità l'abbiamo trasformata in una cultura dell'impegno e del lavoro. In questo programma ci aiutato la comunità sarda che ha compreso il valore della corresponsabilità in tutti i processi di trasformazione e di miglioramento.
Avviandosi verso la conclusione Palomba ha detto di credere che oggi la Regione sarda non è più, per i sardi, un'entità lontana e distante psicologicamente e ne ha spiegato il perchè. La Regione è penetrata nel territorio, ha corresponsabilizzato gli enti della periferia, si è fatta sentire ed è stata sentita iin tutti i settori dell'attività pubblica e privata. Ma soprattutto si è fatta sentire, con tutto il peso della sua autonomia , anche all'esterno. Il Governo ha infatti riconosciuto il diritto della Regione a negoziare allo stesso tavolo sui temi più importanti per lo sviluppo dell'isola.
Infine Palomba ha ricordato che per tanti ed anche per lui ci sono stati momenti in cui si sarebbe voluta gettare la spugna ed abbandonare. "Ma siamo rimasti a svolgere il compito che ci era stato affidato dal corpo elettorale".
Le ultime parole del presidente Palomba sono andate agli emigrati," questa parte integrante della popolazione che è stata costretta ad abbandonare la sua terra. Abbiamo lavorato, ha concluso, per fare in modo che un sardo che voglia andare sul continente o all'estero lo faccia per sua scelta e non costretto dalla fame".

"Si concludono cinque anni non facili: la crisi economica, la disoccupazione, il problema della criminalità, il grave distacco che allontana la nostra isola dal resto del Paese in termini di redditi, di servizi, di risorse, hanno impegnato Giunta, Consiglio, forze politiche secondo i ruoli e le diverse responsabilità. Siamo coscienti che davanti alle grandi sfide, alle difficoltà attuali, alla dimensione delle questioni aperte, è necessario fare di più, trovare maggiore progettualità, maggiore dialogo, più fantasia e più iniziativa. Ma credo oggi, a chiusura di questi cinque anni, di poter dire che nel complesso la produzione di questo Consiglio non è stata né minore né inferiore rispetto ad altre legislature recenti". Lo ha affermato il Presidente del Consiglio Regionale, Gian Mario Selis, nel suo discorso di fine legislatura, nel quale ha tratteggiato un breve bilancio dell'azione dell'Assemblea regionale.
"Abbiamo pagato ad inizio di legislatura lo scotto dell'inesperienza: - ha ricordato Selis - dato che il Consiglio risultava in larghissima parte rinnovato e ringiovanito; è stato anche questo un segno di vitalità che risponde alla spinta che viene dalla società".
Il Presidente ha quindi proseguito ricordando quanto il Consiglio ha prodotto in questi 5 anni. "Il Consiglio ha trovato nel corso della legislatura un ritmo di lavoro che gli ha consentito di dibattere ed affrontare temi importanti per la nostra Regione. Lo confermano i dati: le sedute dell'assemblea sono state 404, approvati 200 progetti di legge, 5 proposte di legge nazionale, 24 leggi rinviate, 40 programmi e documenti, 12 regolamenti. Sono state discusse 73 mozioni, svolte 177 interpellanze. Le Commissioni, che svolgono un lavoro faticoso e qualche volta più oscuro di istruttoria e predisposizione degli atti, hanno tenuto circa 2000 sedute, licenziato oltre 300 fra progetti di legge ed atti, espresso più di 250 pareri, effettuato 472 audizioni".
Fra le leggi più significative quelle sugli enti regionali; quella sul riordino del province; sul controllo degli enti locali, sulla valorizzazione della lingua e della cultura, sull'editoria, sui centri storici, il servizio idrico integrato, il cosiddetto "pacchetto lavoro", la caccia, la pesca, lo sport, l'agriturismo, l'istituzione dei primi parchi regionali, la riforma del servizio sanitario, la legge sull'igiene, la legge sui PIA, il programma per il Piano di rinascita, quello dei consultori, il Piano socio assistenziale, i vari programmi di finanziamento europeo, il DPEF.
Gian Mario Selis ha quindi ricordato i non pochi ed importanti momenti di convergenza e di unità su alcune importanti questioni: il problema della sicurezza e della lotta ai sequestri di persona in primo luogo. Ma non solo l'ordine pubblico. Un posto particolare tocca in questo ambito alle riforme istituzionali senza tuttavia dimenticare i trasporti, il lavoro, la coesione del Paese e le aree deboli". Forte il "dialogo con le istituzioni nazionali: dal Presidente Scalfaro ai Presidenti Violante e Mancino.
Significative sono state le visite in Consiglio di diverse commissioni parlamentari, le numerose audizioni presso la Camera, il riconoscimento dei Consigli regionali come organi da consultare in Parlamento e come consultori permanenti nella Commissione delle regioni del Parlamento Europeo. Si è cominciato a praticare così l'obiettivo di un Parlamento diffuso, sistema integrato di assemblee elettive, vero perno e fondamento di una democrazia davvero regionalista e rappresentativa.
Allo stesso modo, ha sottolineato il presidente, non è mancato il dialogo col Governo con i Ministri Napolitano, Jervolino, Lombardi, Treu, Burlando, Finocchiaro".
"La nostra Assemblea ha sempre tenuto aperte le porte del Palazzo, -ha ricordato quindi Selis- ha sempre dialogato con le forze sociali, con le associazioni, col mondo della cultura e del volontariato." Avviandosi a conclusione, il presidente del Consiglio ha ricordato il rapporto con la società, le iniziative culturali promosse, i dibattiti, gli incontri, le visite di scolaresche e gruppi, le lezioni per studenti universitari, i consigli comunali giovani. "Abbiamo ripetuto spesso l'invito a considerare questo Palazzo come la casa dei sardi - ha detto- ed abbiamo colto l'occasione del cinquantesimo dello Statuto per dare concretezza a questo traguardo"
"Il Consiglio -ha detto- non solo ha salvaguardato il proprio ruolo: l'ha tutelato attivamente contro interpretazioni ed atteggiamenti che tendevano a sminuirne la funzione -ha sottolineato Gian Mario Selis- ed ha sempre ribadito il primato delle assemblee rappresentative; ha tutelato e difeso la funzione dei consiglieri, e la posizione dei singoli, attaccati talvolta per le opinioni espresse e per gli atti adottati in qualità di consiglieri. "Consegnamo alla prossima legislatura una istituzione vitale -ha quindi concluso, ringraziando tutto il personale del Consiglio, e la stampa che ha seguito con costante attenzione i lavori assembleari - radicata nell'ordinamento e nella coscienza della gente, un patrimonio da non disperdere".
Quindi ha concluso: "Si è già aperta la fase del confronto elettorale: è un momento importante della vita istituzionale, in cui il corpo elettorale, depositario della volontà popolare, dovrà maturare ed esprimere le sue scelte.
Prevale in questa fase lo spirito di competizione fra le forze politiche, come richiede la democrazia. Penso però che l'esperienza maturata da tutti noi in Consiglio, possa aiutarci a trasferire anche nella campagna elettorale lo stile delle istituzioni: il confronto schietto ma leale, la dialettica ed anche la polemica se necessario, ma nel rispetto delle persone e delle posizioni. E' necessario, per il ruolo simbolico che svolgono la politica e le istituzioni. E' necessario, per non alimentare la sfiducia verso la democrazia e verso l'autonomia. E' necessario, perché anche il nuovo Consiglio possa nascere ed operare sotto il segno del confronto, del rispetto, del dialogo privilegiando e ponendo al centro dei propri impegni i bisogni dei cittadini". Ci auguriamo che il Consiglio e le istituzioni autonomistiche possano rappresentare per tutti, e specialmente per i giovani, fondati motivi di speranza.


Il Consiglio regionale
sarà riconvocato a domicilio