Nota stampa
della seduta n. 400 antimeridiana del 27 aprile 1999


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis.

Il Consiglio regionale ha ascoltato oggi, in apertura di seduta, le dichiarazioni del Presidente della Giunta on. Federico Palomba sull'intesa recentemente raggiunta tra Stato e Regione. Sulla base dell'art. 119 del Regolamento interno del Consiglio i tempi degli interventi sono limitati a 10 minuti, sia per il Presidente che per ciascuno dei rappresentanti di gruppi che interverrà.

Prima delle dichiarazioni del presidente Palomba, l'on. Selis ha comunicato di aver ricevuto una lettera da parte del consigliere Gavino Diana, con la quale l'esponente politico conferma la sua appartenenza al gruppo dei Progressisti Federativi, ma dichiara di aderire alla formazione politica dei Verdi.

Dal canto suo l'on. Bruno Dettori, dopo l'adesione al gruppo del Partito dei Socialisti e dei Democratici del collega Peppino La Rosa, ha comunicato che cessano le ragioni "tecniche" della sua adesione a quel gruppo consiliare, l'on. Dettori ha, quindi, chiesto di essere inserito nel gruppo Misto.

Dichiarazioni dell'on. Palomba sull'intesa Stato-Regione.

I risultati dell'intesa raggiunta con lo Stato, solennemente firmata la settimana scorsa con il presidente del Consiglio D'Alema, sono stati illustrati dal capo dell'Esecutivo regionale. Il presidente Palomba, nel suo intervento svolto in base all'articolo 119 del regolamento interno, ha voluto sottolineare l'importanza politica dell'accordo raggiunto dopo un confronto "teso e duro" con un governo che ha lo stesso "segno politico" della Giunta regionale.
In questo confronto la Giunta regionale ha strenuamente difeso le ragioni e gli interessi della Sardegna e non ha voluto accettare alcuna "intesa minimale". È stato, quindi, un negoziato lungo, duro, ma costruttivo.
Il presidente Palomba ha, quindi, sottolineato come questa intesa rispetti le prerogative dell'autonomia speciale e sia stata fatta salva la continuazione del confronto col Governo anche per quanto concerne la contrattazione di un nuovo rapporto sull'articolo 13 dello Statuto.
Questo accordo, quindi, è aggiuntivo rispetto agli altri impegni ed agli altri accordi raggiunti con i diversi Governi nazionali. Questa intesa, in sostanza, è complementare ai piani di Rinascita ed alle altre iniziative statali a favore della Sardegna.
Altri punti politicamente importanti sono il riconoscimento della "autonomia della programmazione regionale, pur nell'ambito della programmazione generale dello Stato" ed il preciso riconoscimento della condizione penalizzante "dell'insularità della Sardegna" garantita e riconosciuta anche dal trattato comunitario di Amsterdam.
Di particolare importanza è anche la forma giuridica di questa intesa, un accordo giuridico, non un protocollo politico dal valore vincolante non solo per la Regione, ma anche per lo Stato e per i suoi enti e strumenti operativi.
L'accordo per il potenziamento della rete ferroviaria isolana, ad esempio, è un accordo certo e giuridicamente impegnativo anche per le Ferrovie dello Stato.
L'intesa inoltre dal punto di vista della copertura finanziaria ha valore vincolante anche per gli investimenti aggiuntivi. Le somme necessarie per completare la metanizzazione dell'Isola, ad esempio, sono e saranno reperiti con accordi finanziari aggiuntivi . ai 2.630 miliardi garantiti da questo accordo infatti devono aggiungersi le altre migliaia di miliardi necessari per completare i programmi previsti da questo nuovo accordo.
Il Governo, nei prossimi mesi firmerà altri dieci accordi di programmi quadro, per i quali stanzierà le somme necessarie per la loro attuazione pratica.
Questo accordo, ha concluso Palomba, è il primo atto di un nuovo rapporto "federativo" con lo Stato. È il primo atto pubblico ed ufficiale che sancisce nuovi e diversi rapporti, quasi un primo passo verso un reale "rapporto federativo" tra lo Stato e la Sardegna. I risultati raggiunti sono estremamente positivi, sono politicamente molto importanti ed indicano un nuovo metodo che la Sardegna deve seguire anche nei rapporti con la Comunità europea.

Nell'esprimere un giudizio positivo sugli accordi Regione-Governo concretizzati con la sigla "Intesa", il capogruppo del Ppi, on. Marteddu, ha sottolineato con soddisfazione la sobrietà, unita all'autorevolezza, con cui è stata data informazione e comunicazione di questo importante atto. Tutto ciò contrariamente all'enfasi che in altre stagioni veniva attribuita ad avvenimenti di gran lunga meno importanti.
L'Intesa apre una nuova stagione nei rapporti fra Regione e Stato, ha detto ancora Marteddu, sottolineando alcuni aspetti dell'accordo che sono da considerare determinanti; dalla continuità territoriale, al recupero dell'articolo 13 dello Statuto, agli interventi di carattere infrastrutturali. Ma un punto centrale dell'intesa, ha concluso Marteddu, riguarda la scuola e la formazione che è alla base di qualsiasi processo di sviluppo.
Dopo aver sottolineato altri aspetti considerati di grande importanza, Marteddu ha quindi ribadito il proprio apprezzamento, definendo il nuovo rapporto che scaturisce con l'Intesa, come una pagina importante del confronto Regione-Governo.

Il capogruppo del PSd'Az. on. Bonesu ha subito detto che "questo accordo ci riporta indietro sia per quanto riguarda la metanizzazione sia per gli interventi per le strade, sia per gli accordi di programma già stipulati. Soldi in meno e allungamento dei tempi - ha detto Bonesu - questa è l'intesa che viene sbandierata come evento storico dal presidente Palomba".
Secondo Bonesu nulla di nuovo è accaduto con la firma di questa intesa. Ad esempio, ha aggiunto, nell'intesa non si promette alcunchè riguardo alle ristrutturazioni del sistema ferroviario.
Firmando questa intesa si è siglata una resa, un fallimento, ha affermato Bonesu che ha concluso dicendo che commenti simili sono stati fatti anche da elementi della maggioranza.

L'atteggiamento degli esponenti dell'opposizione teso a sminuire i risultati dell'intesa Stato-Regione è stato giudicato "umano e giustificato" dall'on. Murgia (F.D.). Ma l'accordo raggiunto la settimana scorsa ha, invece, una importanza ed una valenza ben maggiore di quanto appaia ad un primo, sommario, esame.
I contenuti di questo accordo sono, ha aggiunto Murgia, decisamente importanti e concreti. Nel passato spesso si è sbagliato nel considerare già raggiunti i risultati previsti nei diversi accordi siglati con lo Stato. In questo caso, invece, i temi, i tempi, i finanziamenti previsti hanno grande "certezza e sono immediatamente esigibili".
Non si tratta, infatti, di semplici promesse ma esistono impegni precisi e date certe entro le quali questi piani devono essere realizzati.
Rispetto al passato, tra l'altro, non esistono toni trionfalistici. Ma gli impegni sono chiari e ben comprensibili. È stato percorso un grande cammino, sono stati necessari sforzi e molta energia per giungere a questi buoni risultati, ha aggiunto Murgia. E si è giunti rapidamente ad un accordi di questa importanza ciò è dovuto anche al lavoro di affinamento e di approfondimento compiuto anche dal Consiglio regionale.
Essere giunti a questo accordo proprio alla fine della legislatura, ha concluso Murgia, non è un fatto politicamente disdicevole. L'importanza dei temi sul tavolo, infatti, era tale da imporre esami lunghi ed accurati. Ben venga, quindi, questo accordo, ma devono essere immediatamente firmati tutti gli altri protocolli che potrebbero realmente modificare, anche profondamente, le realtà socio-economiche di molte zone dell'Isola.

Ricordando la propria insoddisfazione espressa su questa materia alcune settimane fa, l'on. Vassallo, del gruppo Misto, ha sottolineato come alcune modificazioni successivamente apportate al documento dell'intesa inducano oggi tuttavia a rivedere parzialmente il giudizio.
Nel suo breve intervento (per dare spazio ad altri rappresentanti dello stesso gruppo misto secondo gli accordi sul contingentamento dei tempi a termini di regolamento), Vassallo non ha nascosto i punti di debolezza del documento, che tuttavia, per quanto concerne alcuni aspetti (ad esempio i trasporti), mostra alcuni passi avanti.
Complessivamente l'Intesa si presenta come un utile miglioramento - ha precisato Vassallo - e un primo grado di partenza, anche se - ha sottolineato - la strada per il riscatto e lo sviluppo è ancora molto lunga.

Per l'on. Montis (Misto - Comunisti italiani) non è facile in forma succinta dare un giudizio complessivo sull'intesa. Tuttavia ci ha provato, partendo dal piano di rinascita degli inizi degli anni 60 per arrivare a dire che nell'attuale confronto tra Stato e Regine si è raggiunta una concretezza almeno su alcuni punti che rappresentano le parti focali di ogni possibile sviluppo della Sardegna.
Questa intesa deve però essere verificata puntualmente in modo che non se ne perdano i vantaggi. Comunque il giudizio è positivo, ma dovrà essere compito delle Giunte che seguiranno quella di continuare a lavorare per difendere gli accordi raggiunti con la firma dell'Intesa.
Bisogna lavorare - ha ripetuto - perché sono troppi i bisogni della Sardegna. Il patto con il Governo infatti prende in considerazione solo alcuni obiettivi, importanti certamente, ma non unici nel panorama delle esigenze prioritarie della nostra Isola.

"Io penso che l'on. Palomba sia da un lato orgoglioso, dall'altro un pò deluso". L'on. Masala (A.N.) dopo aver sottolineato come il Presidente della Giunta sia apparso orgoglioso dei risultati ottenuti nel lungo e duro confronto con il governo centrale, ha rimarcato come lo stesso Presidente sia apparso "deluso per aver illustrato questo risultato non al Consiglio, ma ai banchi".
Il capogruppo di A.N. ha, quindi, esaminato l'intesa raggiunta da questa Giunta con lo Stato ed ha sottolineato come gli interventi previsti dall'accordo siano e debbano essere, necessariamente, "aggiuntivi". Ma la Giunta, troppo spesso, ha confuso ruoli e misure, finanziamenti ed impegni, ed il concetto di "aggiuntività" è stato troppo spesso ignorato o dimenticato.
Dopo aver esaminato le inadempienze, anche politiche, che hanno caratterizzato l'attività di questa Giunta, Masala ha sottolineato come la "grande novità" indicata dallo stesso Palomba, il potere giuridicamente vincolante di questo accordo, sia priva di alcun valore. Perché, ha aggiunto Masala, chi potrà imporre alla parte inadempiente il rispetto degli accordi solennemente raggiunti?
Masala ha anche ricordato come questa intesa preveda che la Regione attivi tutta una serie di necessarie riforme, per permettere la tempestiva realizzazione di tutte le iniziative previste in questo accordo.
Conoscendo i tempi biblici dell'amministrazione regionale e la incapacità della Regione di attuare qualunque riforma, in grado di snellire i defatiganti iter necessari per giungere ad una qualunque autorizzazione, prevedere tempi rapidi e certi è impossibile. Masala ha ricordato anche come si parli sempre di questi temi, ma non si sia mai fatto nulla di concreto per realizzare quanto promesso e previsto per attuare le riforme tanto auspicate e così spesso sbandierate.
Il capogruppo di A.N. ha ricordato come il 21 aprile del 1997 fosse stata raggiunta un'altra grande intesa, che prevedeva anche l'immediata metanizzazione della Sardegna. In quella primavera di due anni fa a Porto Torres, interessata a quel grande accordo, si doveva procedere al rinnovo del Consiglio comunale. Quell'accordo era sembrato e si era rivelato una "manovra elettoralistica". La data del 21 aprile, giorno in cui è stata siglata anche questa Intesa, fa sorgere qualche dubbio e perplessità.
Concludendo il suo intervento, Masala ha sottolineato come questo accordo sia stato raggiunto troppo in ritardo, perché se fosse stato siglato qualche settimana prima "il presidente Palomba avrebbe potuto chiedere, a buon diritto, di essere ricandidato alla guida della Regione".
L'on. Masala ha fatto comunque gli auguri per il futuroal presidente Palomba.

Esprimendo apprezzamento per il metodo politico dell'Intesa avviata dal Governo, l'on. Cugini (Progr. Fed.) nel suo intervento, ha sottolineato che deve essere tenuto ben distinto dalle altre intese e dagli accordi Regione-Governo del passato, in quanto quella di oggi ha delle peculiarità e caratterizzazioni giuridiche che non possono essere paragonate ad altri atti di gran lunga meno significativi e importanti.
Cugini ha ricordato il valore dei contenuti dell'accordo attuale, sottolineando che, se è vero che si tratta spesso di temi e materie di annosi dibattiti politici (come l'opposizione ha sottolineato per sminuirne il significato) è però determinante e particolarmente significativo il fatto che tali progetti vengono finalmente e solo oggi avviati ad attuazione.
Cugini ha quindi proseguito il suo intervento analizzando alcune questioni di metodo che a suo giudizio demoliscono molte delle critiche venute dai banchi dell'opposizione, ed ha ricordato che l'intesa è la conclusione di un lavoro che viene da lontano e nel quale si è salvaguardata con forza sia l'autonomia della Regione e sia la stessa autonomia delle forze politiche sarde rispetto alle omologhe nazionali.
Il capogruppo dei Progr. Fed. ha quindi concluso il suo intervento esprimendo un convinto ringraziamento al presidente Palomba per l'impegno profuso ed il risultato estremamente significativo conseguito.

Il capogruppo di Forza Italia, on. Pittalis, ha bollato senza mezze parole l'intesa Stato-Regione come un risultato virtuale condotto e portato avanti da un governo regionale assolutamente virtuale.
Tanto è importante questo accordo, che il centro sinistra si è guardato bene dal ricandidarne il suo artefice. "Esaltate questa intesa, ma sapete bene quale è la realtà dei fatti".
Pittalis ha quindi ironizzato sull'intervento del presidente Palomba e sulle "belle parole" da lui usate in tema di autonomia, di statuto, di rivendicazione, di contenuti, ecc.
L'esponente forzista è entrato quindi nel merito dell'accordo stipulato a Roma. Palomba ha dimenticato il problema delle scuole, quello dell'acqua, ed ha dimenticato che dall'intesa siglata a suo tempo con il presidente Prodi non una sola lira è arrivata in Sardegna perché non vi erano risorse nazionali da erogare per la Sardegna, non esistono tuttora e tanto meno esisteranno nel futuro.
Pittalis ha poi affermato che oggi si ripete il copione già conosciuto e che la responsabilità di questa farsa ricade sul governo di centrosinistra. Per finire, Pittalis ha detto che il Governo ha ingannato le autonomie locali che insistono sul parco del Gennargentu, considerato che tra i patti sottoscritti si legge anche la costituzione del parco prima che le popolazioni interessate abbiano espresso la loro volontà.
Solo demagogia allora! Questo è il significato vero dell'intesa tanto strombazzata e tanto esaltata dal presidente Palomba. "Un vero e proprio manifesto da campagna elettorale".

Rispondendo agli intervenuti nel dibattito, il Presidente della Regione ha ringraziato i componenti del suo esecutivo per il fattivo apporto fornito alla elaborazione dei diversi punti dell'Intesa con lo Stato. Il presidente Palomba ha, quindi, replicato alle accuse ed alle critiche mosse dalle opposizioni. Anzi, ha aggiunto Palomba, se "questa Intesa non piace alle opposizioni, specialmente a quella più intransigente e radicale, allora è una buona Intesa".
Il Presidente della Giunta ha anche ricordato come il contenuto dell'accordo possa essere migliorato e come la sua validità sia affidata anche alle capacità degli esponenti politici che entreranno in Consiglio nella prossima legislatura.
Palomba ha, inoltre, ricordato come sia stato firmato anche un protocollo aggiuntivo, con il quale sono previsti interventi specifici nel campo della sicurezza pubblica e della prevenzione dei crimini.
Un altro tasto sul quale il Presidente ha particolarmente battuto è quello della ripresa dell'occupazione, cresciuta in questi mesi di 9.000 unità e quello dell'aumento del prodotto interno lordo regionale. Dati significativi, ha aggiunto Palomba, ottenuti grazie al lavoro ed alle capacità delle categorie produttive isolane, in grado di affrontare i difficili momenti e di superarli.
Palomba, a conclusione della sua replica, ha voluto affrontare anche la sua esperienza politica personale ricordando che il popolo sardo ed il Consiglio regionale hanno deciso "la sua permanenza alla guida della Regione. L'impegno politico e sociale è un impegno di grande importanza, ha aggiunto Palomba, come il cammino verso la liberazione dell'umanità è lungo e difficile; la storia insegna che, a questo destino, non ci si può sottrarre".
Conclusa con la replica della Giunta il dibattito sull'intesa, il Presidente ha messo in discussione la proposta di legge nazionale sull'assemblea Costituente.

P.L. n. 13 "Istituzione dell'Assemblea
Costituente del Popolo Sardo".

Il provvedimento, partendo dall'assunto che la Regione viva oggi una crisi epocale, si basa sull'esigenza di uno sforzo straordinario di riforma della Autonomia e per questo obiettivo si prefigge l'elezione di un'Assemblea costituente per la riscrittura dello Statuto e per un nuovo progetto autonomistico.

L'on. Bonesu (PSd'az.), nel prendere la parola, ha amaramente sottolineato inizialmente il disinteresse di molti consiglieri in questo fine legislatura, per i dibattiti in corso, a dimostrazione che si è entrati ormai in pieno clima elettoralistico.
Entrando nel merito del provvedimento Bonesu ha sottolineato che si tratta di una proposta che viene proprio dal basso, dal popolo, e che mira ad una profonda modifica dello Statuto, considerato ormai insufficiente. Al riguardo Bonesu ha richiamato a titolo esemplificativo la mancanza di una proposta europeistica, e l'inadeguatezza degli strumenti autonomistici di governo.
Il Consiglio negli ultimi mesi - ha ricordato il capogruppo sardista - ha mostrato di avere una nuova sensibilità per un moderno federalismo che nasce dal basso, creando così le condizioni per approvare un provvedimento adeguato alle esigenze. Bonesu ha ricordato che lo Stato centrale, di origine ottocentesca, è ormai superato e non sussistano più i principi su cui si fondava la sua legittimazione.
La debolezza dell'attuale modello degli stati centrali, per loro stessa definizione, induce allora a immaginare nuovi scenari in cui ogni periferia possa essere centro. Per questo anche le periferie possono essere avanguardia del mondo, ed anzi, anche grazie alle rivoluzioni telematiche e comunicative, è giunto il momento di abbattere il concetto stesso di periferia.
Portando l'attenzione sui problemi istituzionali e politici più strettamente regionali, ha ricordato la prevaricazione cui è soggetta sempre più spesso l'istituzione regionale, denunciando gli atteggiamenti centralistici dello Stato. Ed ha lamentato con forza il fatto che non si sia riusciti a modificare adeguatamente lo Statuto. Questo ha spinto, pertanto, ha ricordato Bonesu, a presentare la proposta di istituire una Assemblea Costituente che avvii la procedura per la definizione di un nuovo Statuto. Un atto dovuto nei confronti del popolo sardo.

"E' un argomento, questo, ha detto l'on. Fantola (Misto) nell'esordire sul tema dell'Assemblea Costituente, che avrebbe dovuto ottenere ben altre attenzioni da questo Consiglio".
Due le considerazioni, ha premesso, la prima si riferisce al fatto che sente il dovere di intervenire ma non il trasporto. Dovere nei confronti delle tante migliaia di cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare, ma anche il disagio per sentire nell'intimo l'assenza di entusiasmo. "E ciò perché avremmo voluto che questo rilevante tema venisse affrontato in una sessione speciale del Consiglio e non affidato ai ritagli di tempo dell'Assemblea, agli sgoccioli della legislatura, quando le attenzioni sono indirizzate verso altri problemi e l'Aula è distratta".
La seconda considerazione: vi sono state profonde trasformazioni con il pieno avvento del sistema Europa e la Sardegna deve rimodellarsi per reggere questo confronto, riscrivendo lo Statuto per adeguarlo a tali trasformazioni. Tale compito non deve essere demandato ad altri, ha detto Fantola, ma deve rispettare i sardi, attraverso l'istituzione di un'assemblea democraticamente eletta, diversa dal Consiglio, snella ed in grado di ridisegnare la carta dell'Autonomia in breve tempo.

Il gruppo di A.N., nello scorso mese di maggio, aderì al movimento per il rinnovo dello Statuto regionale, perché tutte le iniziative riformiste avevano fallito il loro compito. L'on. Masala (A.N.) ricordando come il suo gruppo si fosse reso conto che il Consiglio non era in grado di riformare se stesso, ha sottolineato come l'unica strada valida per giungere ad una reale riforma istituzionale e costituzionale sia quella di eleggere una Assemblea costituente, slegata dai giochi e dai vincoli imposti dall'appartenere ad una maggioranza o ad una opposizione.
Per giungere ad una reale riforma, quindi, ha concluso Masala l'unica strada è quella di una Assemblea costituente, eletta col sistema proporzionale perché in essa devono essere rappresentate tutte le correnti culturali e politiche della società. Per queste ragioni l'on. Masala ha confermato l'adesione del suo gruppo a questa iniziativa.

L'on. Pittalis, a nome del gruppo di F.I., ha dichiarato che non si può non dare un "sì" forte econvinto a una proposta di legge che nasce realmente da un'esigenza sentita dalla gente.
Ricordando i limiti e la superatezza dell'attuale Statuto, Pittalis ha sottolineato l'esigenza di una nuova carta regionale fondamentale che nasca dal basso e dai nuovi bisogni. E richiamando poi il fallimento della Bicamerale e delle precedenti commissioni ha sottolineato che, a suo giudizio, la causa sta nel tentativo di fare riforme basate sul metodo esecrabile del consociativismo politico.
Per questo - ha aggiunto - l'Assemblea costituente del popolo sardo può essere il modo realmente forte per imporre un nuovo metodo di confronto e modificare le regole fondamentali con una azione che nasca dal basso.
L'oratore si è quindi addentrato in una serie di analisi del testo del provvedimento preannunciando alcune modifiche per quanto concerne il tempo da assegnare al lavoro dell'Assemblea.
Pittalis ha quindi espresso critiche circa l'eventuale strumentalizzazione del principio autonomistico e dei suoi simboli, denunciando quelle che a suo giudizio sono state le profonde inadeguatezze, anche in tema di riforme, da parte delle forze politiche della maggioranza in tutti questi anni.
Ha chiesto, a conclusione del suo intervento, che in sede di passaggio agli articoli la votazione si svolga per appello nominale.

Il capogruppo dei Popolari on. Marteddu ha riconosciuto all'on. Fantola che questo dibattito avrebbe richiesto maggiori attenzioni. È vero che l'esigenza di rivedere lo Statuto esiste ma la risposta che si dà è profondamente sbagliata. Lo statuto, ha detto, è vecchio e chiuso ai riferimenti alle politiche europee; è uno strumento che contiene solo vincoli e che non dà apertura al mondo che è in trasformazione. La spinta per cambiarlo deve partire dalla Sardegna ed infatti il Consiglio ha lavorato a lungo in questa legislatura; ma nel frattempo gli indirizzi dell'Europa si sono modificati, anche a vantaggio della nostra Isola.
Ciò che si vuole mettere in piedi con l'Assemblea costituente ha però il sapore di "bignamino", di parodia, perché questa Assemblea che si vuole creare non ha poteri o li ha risicati rispetto al Consiglio.
Per Marteddu, quindi, questo strumento appare di serie C, assolutamente depotenziato e quindi mistificante, incapace di riformare lo Statuto. "Dobbiamo perciò dire no a questa proposta e dobbiamo nel contempo sancire che il tema di un nuovo statuto in senso federale, europeo, aperto e moderno è un patto che dovremo stilare con i nostri elettori".

Alcune delle contraddizioni esistenti tra quanto risuonato in Aula e il testo della proposta di legge di iniziativa popolare sono state messe in evidenza dall'on. Paolo Fois (Progr. Fed.). Si parla di un'Assemblea costituente libera e slegata da ogni condizionamento e si pongono limiti di notevole impegno. Una Assemblea costituente, ha aggiunto Fois, non può avere limiti al suo operato, neanche richiamando norme e regole internazionali.
Anche le procedure previste per l'approvazione dello Statuto, ha aggiunto Fois, pongono vincoli difficilmente sopportabili. Come si può conciliare l'esigenza di una rapida e profonda modifica dello Statuto regionale con i limiti e gli obblighi della Costituzionale nazionale vigente?
Fois ha ricordato come i principi universalmente riconosciuti del diritto internazionale poco abbiano a che fare con le norme statutarie nazionali e regionali. Mentre sono assenti i richiami all'Europa ed al diritto comunitario. Le norme comunitarie, tra l'altro, sono in netta controtendenza con ciò che il Consiglio regionale e la classe politica sarda auspicano.
Se la Sardegna vuole un'Europa delle Regioni, delle minoranze, queste sono tutte "aspettative" in contrasto con le norme comunitarie, che alle regioni a Statuto speciale riconoscono solo un ruolo marginale.
Le incongruenze presenti in questo testo sono, quindi, eccessive e Fois ha annunciato che, di fatto, queste anomalie impediscono il suo voto a favore della proposta di legge di iniziativa popolare che istituisce l'Assemblea costituente del popolo sardo.

Conclusa, con l'intervento dell'on. Paolo Fois, la discussione generale, il Presidente Selis ha messo in votazione per appello nominale (su proposta dell'on. Pittalis supportata da altri 8 consiglieri) il passaggio all'esame degli articoli, ma l'Aula lo ha respinto con 35 voti contrari e 22 favorevoli.

Il Consiglio ha quindi votato ed approvato l'ordine del giorno collegato con la legge sulla disciplina del personale regionale e quindi ha posto in votazione la legge rinviata CCCVIII, parte prima, per la quale è necessaria la maggioranza qualificata (41 voti).
Questo il risultato:
Presenti 53
Votanti 53
Voti favorevoli 53
Il Consiglio approva.


I lavori dell'Assemblea proseguiranno
nel pomeriggio alle ore 17.