Nota stampa
della seduta n. 393 antimeridiana del 20 aprile 1999
Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis e dell'on. Salvatore Zucca.
L'ordine del giorno dei lavori prevede la prosecuzione dell'esame dei provvedimenti sul riordino della struttura burocratica regionale e degli enti strumentali della Regione.
Intervenendo sull'ordine dei lavori, l'assessore Onida ha proposto che i termini per la relazione di minoranza al progetto di legge n. 457, Azienda foreste, già presente all'ordine del giorno della tornata consiliare, possono essere ridotti del 50 per cento, in accordo con lo stesso relatore, ai sensi del regolamento consiliare.
Intervenendo sullo stesso argomento, l'on. Marteddu (Ppi) ha fatto osservare che il regolamento consiliare al riguardo prevede una votazione per alzata di mano e che sarebbe utile, pur riconoscendo la validità della proposta dell'assessore, rinviarla ad altra fase dei lavori consiliari.
La proposta di rinvio è stata accolta dal presidente Selis che ha aperto la discussione su un altro punto all'ordine del giorno.
Discussione della PL n. 429, parti prima e seconda,
Balia, Degortes, Manchinu, S. Sanna, Marteddu
"Modifiche alla legge regionale 13 novembre 1998,
n. 31" (Disciplina del personale regionale e
dell'organizzazione degli uffici della Regione) assunzione
delle funzioni dei centri di servizi culturali ed altre norme
in materia di personale.La proposta di legge, divisa in due parti per evitare eventuali rilievi da parte del Governo che ne bloccherebbe l'attuazione, prevede il trasferimento alle Province delle funzioni in materia di controllo e lotta contro gli insetti nocivi ed i parassiti dell'uomo, degli animali e delle piante e la soppressione dei ruoli speciali ad esaurimento. La prima parte, in sostanza, riguarda la definitiva collocazione del CRAAI nel sistema burocratico regionale. Norme particolari prevedono anche l'erogazione di contributi per il funzionamento delle case per anziani di Alghero, Iglesias e Sassari, il passaggio agli enti locali delle stesse strutture, mentre il personale che vi lavora passerà dal ruolo unico speciale ad esaurimento, di cui alla legge regionale n. 4 del 1990, nel ruolo unico dell'amministrazione regionale. È previsto anche uno speciale trattamento di fine rapporto del personale dei ruoli speciali ad esaurimento.
La seconda parte del provvedimento prevede, invece, alcune modifiche alla legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 "disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione, assunzione delle funzioni dei centri di servizi culturali ed altre norme in materia di personale".
Ad illustrare il provvedimento è stata l'on. Schirru (Progr. Fed.) la quale ha subito precisato che la proposta è stata suddivisa in due parti, la prima delle quali riguarda il trasferimento alle province di funzioni esercitate dal CRAAI e la soppressione dei ruoli speciali ad esaurimento. Si tratta quindi di un decentramento di ruoli e funzioni dal centro alla periferia. In sede di discussione in Commissione, ha aggiunto l'on. Schirru, si sono incontrate difficoltà riguardo al trasferimento dei ruoli nell'Amministrazione regionale in quanto i costi dell'operazione sarebbero stati esorbitanti. E ciò perché la maggior parte del personale avrebbe optato per la Regione.
La Commissione ha quindi individuato un'altra soluzione secondo la quale il personale ora distaccato presso le province ed i comuni di Alghero, Iglesias e Sassari, pur passando ai ruolo ordinari, al pari di coloro che prestano servizio negli uffici regionali, venga mantenuto nelle attuali sedi di servizi a tempo indeterminato in funzione di comando.
Schirru ha concluso invitando l'Aula ad esprimere il suo consenso al provvedimento.
L'on. Macciotta (Misto), intervenendo sulla discussione generale ha manifestato tutte le proprie perplessità sui varie parti del provvedimento, già espresse in precedenza in occasione della prima discussione della legge. In particolare l'oratore ha approfondito criticamente diverse questioni concernenti l'organizzazione del lavoro previsto dalla normativa e le problematiche finanziarie. Sottolineando che le aspettative del personale non sono state mai disattese dalla Commissione nei suoi lavori, Macciotta ha ricordato che la legge privilegia la mobilità volontaria ed ha concluso richiamando all'attenzione dell'Aula la necessità di una disciplina attenta della funzione del "comando" per non incorrere nei rinvii di tutta la normativa da parte del Governo.
Il provvedimento, un primo esempio di decentramento di funzioni ai comuni ed alle province, è stato esaminato ed approfondito, per alcuni suoi aspetti particolari, anche dall'on. Bonesu (PSd'Az.). L'oratore ha sottolineato come il trasferimento ai comuni delle case "Serena" di Iglesias, Alghero e Sassari sia "sbagliato" nel metodo. Il provvedimento è parziale e giuridicamente scorretto. Tra l'altro la gestione dissennata e clientelare del personale che opera in queste strutture, il cui passaggio agli enti locali avviene con norme anche ambigue, non permetterà una corretta gestione dello stesso personale e delle strutture nelle quali opera.
Bonesu ha, quindi, espresso perplessità e riserve sul progetto di legge in discussione.L'on. Loddo (assessore agli Affari generali) ha ribadito che il problema che si è venuto a delineare (la figura del ruolo speciale ad esaurimento) ha indotto a trovare una soluzione nuova ma nel contempo non semplice. Il testo della commissione stabiliva il principio del trasferimento insieme con il personale anche degli strumenti e di tutte le funzioni; il che sarebbe apparsa la strada migliore per conseguire l'obiettivo di decentramento effettivo dell'attività. Ma questa soluzione avrebbe comportato difficoltà di carattere tecnico-giuridico nonché oneri rilevanti. Di qui la nuova disposizione che prevede che il personale rimanga in funzioni di "comando" negli enti locali, "comando" che deve però avere un termine entro il quale province e comuni potranno dotarsi di sedi e attrezzature per lo svolgimento del servizio.
Conclusa la discussione generale il presidente ha posto in votazione a scrutinio segreto (come richiesto dall'on. Bertolotti (F.I.) il passaggio all'esame degli articoli.
Al riguardo l'on. Cucca (Progr. Fed.) ha chiesto una breve interruzione per consentire a chi non è presente in aula di partecipare alle votazioni.
L'on. Pittalis (F.I.) intervenendo sempre sull'ordine dei lavori e constatando anch'egli la mancanza del numero legale, ha criticato con forza l'atteggiamento a suo giudizio negativo dei gruppi di maggioranza che non garantirebbero il corretto svolgimento di una discussione così importante.
Ritirata la richiesta di interruzione della seduta e messo in votazione a scrutinio segreto, il passaggio all'esame degli articoli è stato approvato.
Nel corso dell'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso collegati sono intervenuti, anche più volte, gli onorevoli Deiana (Progr. Fed.), Loddo (assessore agli Affari generali), Schirru (Progr. Fed. - relatore), Manchinu (FSD-PS), Masala (A.N.), Bertolotti (F.I.), Scano (assessore della Programmazione), Vassallo (R.C.).
Concluso l'esame degli articoli e dei numerosi emendamenti presentati alla prima parte della PL 429, l'Aula ha deciso di sospenderne la votazione conclusiva e di rinviarla al termine della discussione dei quattro provvedimenti del "pacchetto personale".
La Commissione Autonomia, comunque, ha chiesto un breve rinvio dell'esame della seconda parte della PL 429 per l'opportuno approfondimento di alcuni emendamenti presentati al provvedimento.
Il Presidente ha, quindi, proposto all'esame dell'Aula l'ordine del giorno sui bombardamenti della Nato in Serbia. Il documento è stato letto ma non illustrato perché presentato a conclusione del dibattito consiliare sull'argomento.
Per dichiarazione di voto sono intervenuti numerosi esponenti politici.
L'on. Bonesu (PSd'Az.) ha annunciato il proprio voto contrario al documento perché "moralmente e politicamente sbagliato". Ed ha criticato gli esponenti dei gruppi di sinistra che contestano le scelte politiche del governo nazionale, sostenuto e voluto dalle forze di sinistra.
L'on. Montis (Misto - PDCI) ha sottolineato la propria soddisfazione per i contenuti del documento ed ha auspicato la sua immediata trasmissione al presidente della Giunta "visto il suo scarso interesse per la politica internazionale e per le vicende politiche che riguardano la Sardegna".
L'on. Boero (A.N.) ha chiesto di conoscere il parere del candidato alla presidenza della Giunta, Gian Mario Selis, su questo ordine del giorno, anche per accertarne la "coerenza politica" su temi di grande attualità quali sono le scelte di politica estera. Non si può chiedere la pace condannando a genocidio il popolo del Kosovo, ha concluso Boero, ed ha annunciato il suo voto contrario.
L'assessore Scano, a nome della Giunta, ha affermato che l'argomento, essendo di carattere prevalentemente consiliare, deve essere affidato al giudizio dell'Assemblea.
Dal canto suo l'on. Paolo Fois (Progr. Fed.) ha sottolineato che il punto 3 del documento è particolarmente rilevante perché rivaluta il ruolo delle Nazioni Unite, che deve essere determinante considerato che la posizione dell'Europa appare appiattita e quasi inerte. Per questo motivo, ha concluso Fois, voterà a favore dell'ordine del giorno seppure permangono alcune riserve sul complesso del documento.
L'on. Piras (Ppi) ha esternato le proprie perplessità, perché non si tutelano i cittadini del Kosovo. Possiamo chiedere la fine dei bombardamenti sulla Serbia quando saranno cessati i massacri in Kosovo, ha aggiunto Piras ed ha annunciato il proprio voto contrario.
L'on. Macciotta (Misto) ha proposto alcune aggiunte e precisazioni da apportare al documento ed in particolare l'inserimento di un capoverso in cui si esprima la piena solidarietà nei confronti dei giovani soldati sardi impegnati nelle difficili missioni umanitarie nel Kosovo.
L'on. Marteddu (Ppi) si è detto d'accordo con le richieste dell'on. Macciotta che, se accolte dal Consiglio lo indurrebbero a dare il suo consenso al documento.
L'on. Berria (Progr. Fed.) ha espresso alcune perplessità su "aspetti non proprio marginali". Chiedere la fine della guerra è giusto, ma si devono anche capire le ragioni che hanno dato origine a questo conflitto. Il dramma del Kosovo non viene minimamente citato, mentre il destino di quel popolo deve essere garantito e difeso.
L'on. Balia (FSD-PS) ha annunciato il proprio voto a favore del documento proposto. I bombardamenti in Serbia, infatti, non hanno fatto cessare le operazioni in Kosovo. La Nato ha compiti diversi da quelli dell'ONU e la parola, per questa drammatica vicenda, deve tornare alla diplomazia.
Si è dichiarato favorevole all'ordine del giorno il consigliere Diana (Progr. Fed.) perché "non intende incoraggiare l'uso di bombe con uranio impoverito su una popolazione che non ha colpe".
Su richiesta dell'on. Bonesu (PSd'Az.) il documento è stato messo in votazione a scrutinio segreto ma non è stato raggiunto il numero legale.
Il voto è stato quindi rinviato alla seduta pomeridiana.
Prima di chiudere i lavori l'on. Diana (Progr. Fed.) ha dichiarato il suo sconcerto perché un argomento come quello della guerra sia stato sottoposto a votazione non palese.
Il Consiglio riprenderà i
suoi lavori alle ore 17.