Nota stampa
della seduta n. 382 pomeridiana del 23 marzo 1999


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Salvatore Zucca, quindi dell'on. Gian Mario Selis, per affrontare una lunga serie di importanti argomenti.

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato che il consigliere regionale Fantola ha chiesto di costituire il gruppo politico dei "Riformatori sardi - Liberal democratici", gruppo al quale ha aderito.
La Presidenza, dal canto suo, ha preso atto della costituzione di una nuova componente politica all'interno del gruppo misto, in quanto il regolamento consiliare non autorizza la costituzione di un gruppo politico formato da un solo consigliere.
L'on. Zucca ha anche reso noto che, in base ai dati anagrafici, sono state proclamate elette le ultime due componenti della Commissione per le pari opportunità: sono Milvia Aru Tuveri e Paola Piat, meno giovani dell'altra candidata Beatrice Moretti, che aveva riportato lo stesso numero di preferenze.

In apertura di seduta, sono state date le comunicazioni relative a:

Discussione della risoluzione n. 79/doc. 59
sulla crisi del comparto agricolo e dell'allevamento
ovino e caprino della Sardegna.

Prima della discussione della risoluzione approvata dalla Quinta Commissione, sulla grave situazione del settore agro-pastorale isolano, l'on. Macciotta (Misto) ha vivacemente stigmatizzato il metodo seguito nell'inserire al primo posto dell'ordine del giorno la discussione del documento n. 59.
Macciotta, dopo aver ricordato che la risoluzione in discussione nella odierna seduta è stata approvata dalla commissione Agricoltura lo scorso 9 marzo, proprio in coincidenza con l'inizio di un'altra tornata d'Aula, ha chiarito subito di non voler entrare nel merito delle istanze del movimento dei pastori e della loro gravità ed urgenza. "Lo faremo nel corso del dibattito", ha aggiunto Macciotta.
L'esponente politico non ha "discusso" le ragioni della Presidenza che, nel corso della precedente sessione, non ha inteso modificare l'ordine del giorno dei lavori per permettere l'esame anche della risoluzione in questione. Così come ha giudicato del tutto legittime le proteste e le pressioni, anche di piazza, del movimento dei pastori, volte ad accelerare l'esame, da parte del Consiglio, delle loro richieste. A condizione, ha aggiunto Macciotta, che tali proteste si mantengano nell'ambito del rispetto delle istituzioni quale quella "che qui rappresentiamo sulla base di un mandato elettivo liberamente e democraticamente espresso".
"L'occupazione forzata dei locali di questo edificio, ha aggiunto Macciotta, è atto grave che non doveva essere tollerato ab initio e grave è l'accoglimento di una richiesta, di per se legittima, da parte della Conferenza dei capigruppo quando ancora perdurava tale occupazione abusiva. Ciò significa la legittimazione di un comportamento illegale attuato in spregio di una istituzione che rappresenta, comunque, tutti i sardi, al di là della valenza di chi, temporaneamente, la impersona".
"Ed è parimenti censurabile, ha aggiunto Macciotta, che tale comportamento sia stato assecondato da estemporanee iniziative di solidarietà che, tralasciando la giusta considerazione dovuta alle istanze espresse da qualunque categoria o gruppo sociale, si traducono in mere espressioni demagogiche".
Macciotta ha, quindi, invitato tutti i consiglieri ad una pacata e serena riflessione su quanto accaduto, sul pericolo che comportamenti inopportuni possono rappresentare per le istituzioni. Quelle stesse istituzioni che potranno certamente essere modificate, ma non delegittimate, perché "è solo attraverso esse che è possibile, ad ogni categoria di cittadini, la libera espressione delle proprie legittime istanze ed il democratico confronto atto a contemperare ed a conciliare le esigenze degli uni con quelle degli altri".
"Ritengo di aver chiaramente esposto come il mio dissenso riguardi il metodo seguito e non la sostanza" ha concluso Macciotta. Ed ha invitato tutti ad esaminare con serenità i problemi sui quali il Consiglio è chiamato ad esprimersi.

La risoluzione della Commissione Agricoltura è stata illustrata dal suo presidente, on. Marrocu (Progr. Fed.), il quale ha sottolineato come il documento sia frutto di un attento ed accurato lavoro e non della pressione subita da parte degli esponenti del movimento dei pastori.
La crisi del comparto ovi-caprino è molto grave, ha aggiunto Marrocu, e questa crisi deve essere esaminata con serenità ed equilibrio, accertando, quindi, se le ragioni della protesta sono giustificate e fondate.
Il presidente della Commissione Agricoltura ha ricordato come il prezzo del latte, attorno alle 1.000 lire al litro, sia di gran lunga inferiore a quello pagato dieci anni fa, mentre sono sensibilmente cresciuti i costi produttivi, aggravati anche dalla persistente siccità.
Marrocu ha, quindi, illustrato le proposte contenute nella risoluzione, prima fra tutte l'attuazione della legge regionale n. 4/98, che però è stata contestata dalla Comunità europea.
Sono necessari piani generali di risanamento dei settori produttivi, piani di intervento che devono necessariamente tener conto delle direttive comunitarie, recepite anche dal governo italiano. "Non si possono ignorare le direttive comunitarie, ha sottolineato Marrocu, e si deve fare tesoro di ciò che è avvenuto in altre occasioni, ad esempio per il piano serricolo o per gli interventi previsti dalla legge per la siccità".
Un'altra iniziativa importante per risanare l'intero comparto agricolo, ha aggiunto Marrocu, è legata ai nuovi compiti affidati alla Finanziaria regionale per lo sviluppo (SFIRS), che potrebbe operare per il complessivo risanamento del settore agricolo e per monitorare e sostenere i diversi settori produttivi.
Altri aspetti interessanti proposti dalla Commissione sono legati a tutta una serie di iniziative in grado di ridurre le diseconomie che impediscono agli operatori agricoli di "restare sul mercato". Gli impianti di refrigerazione, le strade, le reti elettriche, le nuove strutture produttive sono interventi da programmare e da realizzare. La regionalizzazione dell'AIMA, la sollecita attuazione delle numerose leggi di sostegno approvate all'unanimità dal Consiglio sono, infine, le altre iniziative politiche sollecitate dalla Commissione con la sua risoluzione.
La Giunta, quindi, deve intensificare la sua azione nei confronti dello Stato e della Comunità europea per giungere a decisioni "chiare, certe, tempestive".
Certo è, ha concluso Marrocu, che non si può accettare passivamente che il comparto economico più importante della Sardegna venga travolto dalla gravissima crisi, anche per la persistente siccità, che rischia di farlo scomparire del tutto.

La posizione dell'esecutivo, una utile integrazione alla risoluzione della Commissione, è stata illustrata dall'assessore all'Agricoltura Ferrari. Sulla crisi siamo tutti d'accordo, ha sottolineato Ferrari, ma dobbiamo prendere decisioni serie ed approfondite, tenendo conto della direttive comunitarie, osservando norme e regole che impongono scelte ed iniziative compatibili con quanto deciso in sede europea.
L'assessore ha, quindi, letto le norme "neutre ed asettiche" messe a punto dagli uffici dell'Assessorato e che spiegano come e quando si può intervenire a favore del comparto agricolo. Si tratta di indicazioni e regole necessarie per risanare i diversi settori e rilanciarli, nel pieno rispetto delle direttive comunitarie che prevedono sostegni economici solo "se in grado di risanare e rendere economicamente valide le aziende isolane in crisi". Anche la possibilità di fare intervenire la Sfirs è stata esclusa, dagli esperti dell'assessorato, perché in contrasto con quanto previsto dalle norme europee.
Domani, comunque, i problemi del mondo agricolo saranno approfonditi, con il ministro De Castro, dagli esponenti del tavolo verde e dai rappresentanti della Giunta, che porteranno all'attenzione del Governo i temi del credito, della riduzione dei tassi di interesse, delle quote latte, del rilancio della viticoltura, della crisi del comprato ovi-caprino, degli interventi a favore delle produzioni ed esportazioni casearie.
Domani, quindi, tutti questi temi saranno discussi col Ministro "che sta portando avanti, con forza, le rivendicazioni dell'agricoltura italiana in sede comunitaria". Per esaminare la situazione agricola isolana, alla luce di quanto si deciderà nell'incontro romano, l'assessore Ferrari ha, quindi, proposto la sospensione della discussione, che potrà essere ripresa dopo l'incontro con il rappresentante del governo nazionale.

Intervenendo sull'ordine dei lavori, dopo l'intervento dell'assessore, l'on. Boero (A.N.) ha chiesto che il documento dell'assessore venga distribuito in modo che il Consiglio possa esaminarlo ed approfondirlo con cura. Boero ha, quindi, chiesto una sospensione della seduta.

L'on. Marteddu (Ppi), intervenendo sempre sull'ordine dei lavori, ha sollecitato la distribuzione del documento assessoriale ed ha proposto la sospensione della discussione della risoluzione della Commissione Agricoltura, per riprenderla dopo l'incontro col ministro, anche per meglio conoscere quali saranno le iniziative del governo.

Contrari alla sospensione della discussione per un tempo superiore a quello necessario per la duplicazione del documento illustrato dall'assessore Ferrari si sono detti i consiglieri M.F. Tunis (F.I.); Montis (Misto - Pdci); Bonesu (PSd'Az.); Liori (A.N.) i quali hanno chiesto una pausa "tecnica" di una quindicina di minuti, per permettere la distribuzione delle note illustrate dall'assessore Ferrari.

Il presidente Zucca ha, quindi, brevemente sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori è intervenuto l'on. Liori (A.N.) il quale ha approfondito le ragioni che hanno provocato la crisi del settore ovi-caprino, l'unico settore del comparto agricolo che crea occupazione e ricchezza vera. Le difficoltà nelle quali operano gli allevatori isolani, aggravate dalla persistente e ricorrente siccità, sono ben note a tutti e meritano soluzioni ed iniziative ben diverse e più incisive di quelle proposte dalla Commissione Agricoltura e dalla stessa Giunta regionale.
"Si tratta di proposte demagogiche, ha aggiunto Liori, avanzate da una classe politica impegnata in una difficile campagna elettorale", di una classe politica che non è stata capace di una scelta coraggiosa e significativa a favore del mondo agricolo.
Liori, quindi, ha criticato le iniziative e le proposte sbandierate dallo stesso Presidente della Giunta, così come ha contestato la validità del documento illustrato dall'assessore Ferrari, che lo avrebbe dovuto trasmettere in altra occasione, prima che la Commissione Agricoltura approvasse la risoluzione in discussione.
L'esponente di A.N. ha, quindi, ricordato come le proposte di legge che ha presentato da tempo per intervenire a favore del settore ovi-caprino, per ridurre i danni provocati dalla agalassia siano state ignorate e dimenticate.
Di fronte a questa insensibilità, ha concluso Liori, non si possono accettare iniziative come quella proposta dalla Commissione o dalla stessa Giunta, che devono essere assolutamente respinte.

Per l'on. Pittalis (F.I.) è "paradossale che il Consiglio chiuda 5 anni di inefficienza trattando il tema del settore agropastorale". La risoluzione è inadeguata, mentre occorre ricordare al centro sinistra e alla Giunta che ormai manca poco alle elezioni.
Occorrono concreti atti di governo e non risoluzioni, per affrontare la crisi del comparto agricolo. Gli agricoltori sono "stufi delle chiacchiere e delle analisi", ha proseguito Pittalis, mentre il popolo attende cose concrete.
Se un gruppo di pastori ha occupato il Consiglio questo non è un atto di teppismo urbano. Una decisione così grave è dovuta all'insensibilità del governo regionale, ma questi disperati sono stati trattati malissimo sia dal potere regionale che dai mezzi di informazione. Chi non conosce il mondo agropastorale non può capire il dramma di questi allevatori, padri di famiglia.
Occorre chiedersi, ha proseguito Pittalis, quanto è stato fatto in questi 5 anni da questa Giunta "incapace e inefficiente". Ci si trova ancora davanti a studi e progetti, mentre le realizzazioni sono ancora lontane.
Pittalis ha continuato rivolgendo pesanti critiche alla Giunta e alla classe di governo che non si è resa conto del dramma umano vissuto dai pastori.
Non ci si rende conto di quanto sia diminuito il prezzo di un litro di latte, mentre la burocrazia regionale assorbe il 70% dei finanziamenti destinati alle campagne.
Rivolgendosi all'assessore Ferrari, Pittalis ha chiesto di conoscere quali risultati abbia sortito l'azione di questa Giunta, e quanti siano gli enti inutili che si dovrebbero occupare del settore agropastorale.
Forza Italia non si accoderà a questa risoluzione che offre solo parole, ha detto ancora Pittalis, che ha proseguito poi illustrando la pesante crisi idrica esistente nel Nuorese e criticando ulteriormente il testo della risoluzione proposta dalla Giunta.
Il comparto agro-silvo-pastorale rappresenta una parte fondamentale dell'economia isolana, ha aggiunto Pittalis, ma la maggioranza, come soluzione concreta, propone un progetto di legge sull'olivicoltura che rappresenta un clamoroso esempio di pura demagogia, nel quale si chiede la protezione degli ulivi storici e monumentali, mentre chi coltiva le olive non riceverà una lira.
Dopo uno scontro verbale con l'on. Marrocu, Pittalis ha proseguito criticando la perdita degli aiuti comunitari e l'azione delle banche sarde, sollecitando poi la Giunta regionale ad accogliere le petizioni dei pastori.

"Partendo dal dato che su questo tema è bene evitare facile propaganda" l'on. Berria (Progr. Fed.) ha ricordato di essere figlio di una famiglia di pastori veri e di essere sindaco di un paese dove vivono pastori veri. La piattaforma presentata al Consiglio dal movimento dei pastori, ha chiarito subito Berria, è assolutamente da "respingere", perché superficiale e demagogica.
Approfondendo alcuni temi particolari, Berria ha ricordato come alla riduzione delle produzioni e del numero dei capi è legata anche "la riduzione del numero delle persone che lavorano" nel settore.
La crisi del comparto zootecnico deve essere affrontata, ha aggiunto Berria, con grande serietà, con iniziative e proposte chiare, serie.
Il Consiglio, comunque, questo Consiglio non è in condizioni di affrontare la "questione pastorale". Oggi sino tre i temi più importanti sui quali ci si deve impegnare, sui quali si deve dire una parola definitiva: si o no.
Il problema del credito, dell'agalassia, del prezzo del latte sono temi sui quali il Consiglio deve prendere una posizione certa e deve dare risposte immediate.
"I pastori, ha concluso Berria, non chiedono soluzioni irrealizzabili, chiedono impegni concreti ed immediati".
E su questi problemi la Giunta, il Consiglio, devono impegnarsi immediatamente, con parole definitive. "Servono pochi giorni, ma la Giunta, il Consiglio, entro due - tre o cinque giorni deve dare risposte chiare e definitive su questi tre problemi".

La vicinanza delle elezioni può portare ad asprezze che non affrontano i problemi, ha affermato l'on. Montis (Misto), problemi stratificati da anni e mai risolti.
La risoluzione riguarda tutto il settore agricolo, fondamentale per l'economia della Sardegna, e occorre avere coscienza che i problemi non si possono risolvere di colpo, anzi se prosegue la siccità, i problemi si aggraveranno, come dimostrano le richieste degli agricoltori del Campidano. Montis ha preannunciato il voto favorevole al documento perché, a suo parere, affronta in modo graduale i problemi, prospettando soluzioni immediate e in prospettiva.
Dopo aver accennato alle soluzioni per impedire la vendita coatta delle aziende e per migliorare la remuneratività del settore lattiero caseario, Montis ha sostenuto che si possono così risolvere i problemi più gravi della pastorizia.
Occorre però un impegno permanente per individuare altri percorsi, anche sulla base di una recente legge nazionale sulla proprietà contadina ed utilizzando la legge regionale n. 37 sull'occupazione che dispone di 70 miliardi.
In conclusione, Montis ha ricordato che in occasione dell'assestamento di bilancio si possono stanziare specifiche risorse per l'agricoltura e la pastorizia.

Le sinergiche azioni della Comunità europea e del Governo mettono in campo notevoli risorse finanziarie ma, ha detto l'on. Bertolotti (F.I.), in Sardegna di queste iniziative non se ne può parlare. Mancano programmi realmente seri e concreti, manca una visione globale e generale realmente valida.
Eppure le direttive comunitarie sono molto chiare e semplici, ha aggiunto Bertolotti, perché tendono a favorire la riduzione dei costi e l'incremento dei guadagni. In questa direzione ci si deve muovere, trascurando lungaggini e iter burocratici defatiganti ed inutili.
Ad esempio, molte norme, igieniche europee e statunitensi fissano standard e limiti ben precisi, che impongono continui e costanti aggiornamenti tecnologici. Eppure ci sono allevamenti zootecnici che non possono ammodernarsi perché vincoli urbanistici comunali o norme assurde impediscono la realizzazione di impianti di depurazione o della raccolta dei rifiuti.
L'esponente di F.I. ha poi lamentato come la Giunta non abbia tempestivamente trasmesso a Bruxelles la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale, per la persistente siccità, così come non sono state difese, come avrebbero meritato, le proposte e le richieste degli operatori agricoli sardi.
Si sono perse grandi occasioni e grandi opportunità, ha concluso Bertolotti, e si sono perse nuove occasioni di lavoro. L'agricoltura moderna, infatti, crea nuova occupazione nelle lavorazioni secondarie e di trasformazione. Occasioni di crescita, anche occupazionale, che non possiamo assolutamente ignorare e trascurare. Così come non possono essere ignorate le proposte, buone, che vengono avanzate dalle opposizioni. Perché tutti devono concorrere a proporre soluzioni efficaci per risolvere i problemi dei settori economici, per favorire la rinascita economica e sociale della Sardegna.

Per l'on. Bonesu (PSd'Az.), il problema della pastorizia è ricorrente, ma il Consiglio lo affronta con posizioni demagogiche che non producono alcun risultato.
L'allevamento è vitale per la gestione del territorio, ha proseguito Bonesu, ed eliminarlo o ridurlo vuol dire ristrutturare l'intero territorio e la caratterizzazione della società sarda.
Il Consiglio non si vuol rendere conto che la capacità di governo non ci appartiene più, ha detto ancora Bonesu, perché la nostra economia, dominata sempre da fattori esterni, oggi è condizionata da scelte europee.
Se si dovesse deliberare di dare 500 miliardi al settore dell'allevamento, l'Unione europea lo vieterà perché contrario alla libera concorrenza. Anche in questa vicenda si stanno adottando due filosofie: da un lato quella della Commissione, dall'altro quella della Giunta, che chiede di restare con i piedi per terra. Si deve evitare di approvare leggi non attuabili, ha aggiunto Bonesu, e occorre prendere atto che non si potrà più sostenere un settore produttivo con risorse pubbliche.
Occorre trovare nuove strade, con una pubblica amministrazione più efficiente, ma oggi il nostro allevamento produce a costi nettamente superiori a quelli del mercato internazionale e mondiale. Servono aziende che producano con costi ridotti ed alta qualità. Quindi, è necessaria la riforma fondiaria, con interventi strutturali i cui risultati non possono essere immediati.
Dopo aver ricordato che il problema dei debiti dei fondi agricoli affonda le sue radici nella storia, Bonesu ha ricordato che gran parte dei fondi per l'agricoltura accresce i bilanci delle banche e non quelli delle aziende agricole.
È poi necessario cambiare la mentalità di una pubblica amministrazione che resta lontana dalla gente. La risoluzione è solo una cortina fumogena che si solleva su un mare di parole, ha concluso Bonesu, mentre sarebbero necessari fatti concreti.

Dall'inizio della legislatura si parla della crisi del mondo agro-pastorale, l'on. Boero (A.N.) ha accusato di assoluta incapacità "lo stesso quadro politico" al governo dell'Isola, sempre composto dagli stessi partiti che hanno cambiato sigla ma sono sempre rimasti uguali.
L'agricoltura sarda è in coma profondo, ha aggiunto Boero, in cinque anni non si è fatto nulla, i fondi disponibili per sostenere il settore sono rimasti nelle banche, hanno fatto ricche le banche, ma non sono serviti a rilanciare il settore.
In questa legislatura, ha concluso Boero, non si è fatto nulla e questa risoluzione è un gravissimo atto di accusa nei confronti di questo esecutivo. Una accusa gravissima che l'esponente di A.N., comunque, voterà, perché ha dato la propria parola in tal senso ai pastori ed agli agricoltori alle prese con una crisi epocale.
Una risoluzione che è un vero e proprio atto d'accusa nei confronti di un governo assolutamente assente, guidato da un presidente sempre assente; che come commissario straordinario all'emergenza idrica non ha saputo prevedere la persistente siccità e prendere le iniziative necessarie per ridurne i drammatici effetti.
Concludendo il suo intervento, Boero ha criticato vivacemente il documento illustrato dall'assessore Ferrari perché elaborato da tecnici assolutamente incompetenti e non in grado di elaborare e proporre alcunchè.

L'on. La Rosa (Rinnovamento Italiano), dopo aver ricordato i lavori svolti dalla Commissione Agricoltura e la risoluzione alla quale ha dato il proprio contributo, ha affermato che il documento si basa su possibili ipotesi di lavoro per poter intervenire nell'immediato a favore del settore agro-pastorale. La risoluzione contiene anche indirizzi validi in prospettiva per garantire condizioni di crescita e competitività alle aziende.
Secondo La Rosa, la risoluzione dovrebbe essere approvata anche per costituire un supporto nel confronto con il Governo previsto per domani.
La Rosa ha concluso invitando il Consiglio a sostenere unitariamente la risoluzione.

"Finalmente si parla di agricoltura, in Aula, come argomento principale e non secondario" e questo fatto importantissimo, ha dichiarato l'on. M.F. Tunis (F.I.) è il frutto di una grande protesta del mondo agro-pastorale.
Sulla protesta degli operatori del settore, ha aggiunto Tunis, si è potuto lavorare con lena ed impegno ed il risultato di questo lavoro è ora sotto gli occhi di tutti. Ora la Giunta ed il Consiglio devono tradurre in atti concreti le indicazioni contenute nella risoluzione della Quinta Commissione.
Ma l'esecutivo deve intervenire immediatamente a sostegno di tutto il comparto zootecnico, ha aggiunto Tunis, tutelando anche il settore suinicolo, trascurato e non difeso dalle autorità politiche.
Tunis ha, quindi, difeso l'operato dei pastori ed ha accusato di inefficienza il servizio di sicurezza dello stesso Consiglio e di scarsa sensibilità i rappresentanti, anche componenti del Consiglio, delle organizzazioni agricole ""istituzionali".
Esaminando poi, in termini economici, la crisi del settore agricolo ha indicato nei costi crescenti la principale ragione di questa drammatica situazione. Le Giunte che si sono succedute in questa legislatura hanno sempre trascurato il mondo agricolo, ha concluso Tunis, ed hanno permesso alle banche di strangolare le imprese agricole isolane.
La Giunta deve avere il coraggio e l'orgoglio di imporre il "caso sardo" al Governo e di portare, sul tavolo della Commissione europea, i problemi della Sardegna. Ed in questa direzione deve assolutamente muoversi questo esecutivo.

L'on. Casu (F.I.), dopo essersi lamentato per la scarsa presenza sia in Aula che sui banchi della Giunta, ed in particolare per l'assenza del Presidente della Giunta e dell'assessore al Bilancio, ha sostenuto che la discussione sul documento è diventata demagogica proprio per le assenze dei consiglieri e della Giunta. Per realizzare il programma contenuto nella risoluzione occorrono almeno 5 anni, ha proseguito Casu, mentre la realtà nuda e cruda è che il latte oggi viene pagato 1.000 lire al litro, aggravando la situazione economica degli allevatori.
Ecco perché gli allevatori sono esasperati e disperati, ha detto ancora Casu, che ha poi sottolineato come da parte delle forze politiche di maggioranza ci sia una particolare attenzione per l'industria mentre nei confronti dell'agricoltura c'è un atteggiamento contrario, come se fosse un settore non degno di attenzione.
A dimostrazione di ciò, Casu ha ricordato la discussione svolta a suo tempo sulla manovra finanziaria, quando all'agricoltura non è stata riservata la parte di risorse necessarie, destinate invece ad altri settori.
La Giunta avrebbe dovuto proporre al Consiglio gli interventi per i settori sui quali puntare per la crescita della Sardegna. Invece ha preferito continuare ad investire nel settore "mangia soldi" dell'industria.
La risoluzione sarà approvata, ha concluso Casu, ma produrrà scarsi effetti perché manca la volontà politica di operare da parte della Giunta.


I lavori proseguiranno
domattina alle ore 10.