Nota stampa
della seduta n. 344 antimeridiana del 2 dicembre 1998


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis

Esame DL 447
Norme concernenti interventi finalizzati
all'occupazione ed allo sviluppo
del sistema produttivo regionale
e di assestamento e rimodulazione del bilancio.

Il primo intervento svolto nella seduta antimeridiana, nella quale sono previsti gli interventi dei diversi capigruppo consiliari, è stato quello dell'on. Bonesu (PSd'Az), secondo il quale il "Piano del lavoro" è "l'esempio più significativo dei gravi danni, anche economici, che questa Giunta ha inferto alla società sarda".
Bonesu, analizzando le iniziative previste nel programma presentato dall'esecutivo, le ha giudicate in netto contrasto con tutte le teorie economiche moderne elaborate nelle società occidentali. Non vi è traccia, in questo inutile documento, del pensiero liberale e della necessità di una grande efficienza nelle imprese economiche, non si parla certo di Smith, di Keynes ma neanche di Marx. Queste iniziative sono tipiche dell'economia orientale, superate, inutili, antiproduttive ed antieconomiche.
Sono norme, ha aggiunto Bonesu, che cozzano con quelle nazionali ed europee e proprio il Governo centrale e la Commissione europea le respingeranno senza alcun dubbio. Un'altra occasione perduta, quindi, perché per l'economia sarda non si sono ipotizzate soluzioni moderne, in linea con quelle messe a punto in altre parti d'Italia o d'Europa. Un Piano deleterio, non in grado di produrre alcun effetto positivo, un programma di intervento che ignora le nuove tecnologie, l'informatica, la telematica, il processo di ammodernamento che ha interessato tutte le attività artigianali, anche quelle isolane, modificandole profondamente.

Bonesu ha quindi annunciato l'intenzione sua e dei suoi colleghi di gruppo di dare battaglia sui principali articoli del provvedimento, per il quale ha auspicato una sonora e certa bocciatura.

Il capogruppo di Alleanza Nazionale, on.  Masala,   ha ricordato in premessa che nel novembre dell'anno scorso il Presidente del Consiglio inviò una nota a Roma per rimarcare lo stato di crisi in cui versava la Sardegna. In questo appello erano state segnalate le cifre della disoccupazione e si individuava la causa del dissesto nell'assenza delle precondizioni dello sviluppo, cioè nella carenza di infrastrutture.
"Siamo bravi ad indicare i problemi, ma poi si opera in senso opposto e si chiede allo Stato di intervenire. Anche noi dobbiamo fare la nostra parte, ha detto Masala, e se è in noi di decidere la destinazione delle risorse, dobbiamo essere capaci di farlo, senza chiedere l'aiuto di Roma". Nell'art. 19 della scorsa finanziaria si parlava di allargamento della base produttiva come fondamento della ripresa dell'occupazione. Nell'attuale progetto non ci sono indicazioni riguardanti quella base produttiva, ma si parla soltanto delle società miste privati-comuni.
Masala ha quindi spiegato che queste società sono un marchingegno per non dare vita alle vere privatizzazioni, in quanto il capitale di queste società è a maggioranza pubblico. Il tutto per mantenere o per conservare le clientele.
Tuttavia, ha aggiunto Masala, se queste società producessero lavoro andrebbero ugualmente bene, invece producono soltanto posti nei consigli di amministrazione, come è avvenuto nella Provincia di Sassari.
Masala ha quindi posto in rilievo che le affermazioni contenute nella Finanziaria del '98, sono andate nel vuoto poiché non si è tenuto conto dell'allargamento della base produttiva. La realtà, ha detto Masala, è che questo risultato lo si deve al ricatto della presenza in Giunta di Rifondazione Comunista. Si è dovuto quindi pagare un prezzo politico pesante per consentire a questa maggioranza di proseguire il suo disastroso percorso.
In chiusura dell'intervento, Masala ha chiesto, promettendo che insisterà nel corso del dibattito sul provvedimento, che venga effettivamente dato spazio e corpo all'allargamento della base produttiva della Sardegna.

Alcuni temi introdotti dall'onorevole Masala andranno ripresi, perché trattano di "argomenti veri", che hanno bisogno di opportuni approfondimenti. Ma sul Piano del lavoro questa maggioranza ha idee ben diverse e le forze politiche che la compongono hanno posizioni e proposte politiche in grado di dare risposte positive alla domanda di lavoro ed alla domanda di impresa che viene dalla società sarda: il capogruppo Progressista Federativo, on. Cugini, è partito da queste indicazioni politiche per ricordare come questo sia un provvedimento frutto di un serio confronto anche con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e di quelle datoriali.
Cugini ha, quindi, esaminato alcuni particolari aspetti del programma, quali quelli del rifinanziamento della legge n. 15 o delle provvidenze a favore delle imprese artigiane, e la particolare attenzione mostrata nei confronti delle imprese e degli imprenditori isolani. Maggioranza ed opposizione, pur nel pieno rispetto del gioco delle parti, devono confrontarsi sui particolari aspetti del Piano e devono trovare la giusta concordanza. Anche in Commissione, su alcuni aspetti particolari, si è raggiunto un significativo accordo. Perché allora esaminare in Aula solo gli aspetti sui quali esiste o potrebbe esistere un reale contrasto? La società sarda attende dal Consiglio iniziative concrete, per favorire la realizzazione di infrastrutture efficienti, per dare sostegno finanziario alle imprese produttive, per ridare vigore ed imprimere sviluppo alla realtà sarda.
Cugini si è, quindi, soffermato sui problemi e sulle possibilità di sviluppo che esistono nel Mezzogiorno di Italia. Ci sono dati sereni ed obiettivi sui quali si deve e si può ragionare. Gli obiettivi principali sono quelli di ridurre il lavoro nero, favorire le possibilità di sviluppo legate alla valorizzazione delle risorse locali, utilizzando a questo fine le leggi e le risorse nazionali e comunitarie. Se il testo non va bene, ha aggiunto Cugini, lavoriamo sugli articoli, sulla loro "scrittura", senza ignorare il valore dei contenuti proposti.
La maggioranza, ma tutto il Consiglio, ha concluso Cugini, vogliono e devono dare risposte concrete alle richieste del mondo del lavoro. Le proposte all'esame dell'Assemblea sono una buona base, se attuate tempestivamente, sulle quali costruire lo sviluppo. A questo piano le opposizioni devono e possono dare il loro fattivo, utile contributo, anche perchè la maggioranza ha presentato emendamenti migliorativi che tengono conto delle proposte delle forze di minoranza e delle diverse organizzazioni produttive ed imprenditoriali. Su questi temi ci sono e ci possono essere utili convergenze.
"Evitiamo il muro contro muro, ha detto ancora Cugini, troviamo accordi sulle parti sui quali siamo d'accordo, confrontiamoci e modifichiamo quelle parti sulle quali questo consenso non esiste. Tutti devono concorrere ad approvare un testo, che entrerà in vigore il prossimo anno, in grado di permettere alla Regione di chiedere ad ottenere gli interventi finanziari nazionali e comunitari previsti dalle leggi in vigore, gli unici in grado di favorire la ripresa di tutta la società isolana.

Premesso che "è inquietante che mentre si discute del Piano del lavoro sia assente dall'Aula il presidente Palomba", l'on. Pittalis, capogruppo di Forza Italia, ha proseguito sostenendo che sarebbe stato opportuno che Palomba riferisse in Assemblea su ciò che sta avvenendo nel vertice della burocrazia regionale, ed in particolare nell'Assessorato del Turismo dove, a causa di una guerra in atto tra funzionari vengono bloccati contributi e finanziamenti per gli operatori di quel settore.
Pittalis ha detto quindi che l'aspetto tecnico del piano del lavoro è stato ampiamente illustrato, e criticato, da altri consiglieri esperti per materia del polo. Il suo intervento riguarderà perciò altri aspetti, quelli collegati con il provvedimento in esame: l'assestamento e la rimodulazione del bilancio. Questo Piano altro non è, infatti, che l'assestamento che era stato promesso per lo scorso mese di maggio.
Pittalis ha poi ricordato le visite di Ministri importanti del Governo Prodi e le promesse da essi fatte per l'occupazione. Promesse inattese e fallimento accertato, considerato, ha detto Pittalis, che il tasso di disoccupazione è salito a quasi il 30 per cento, il che significa che una persona su tre non gode in Sardegna dei diritti civili, perché emarginato dalla società produttiva.
In tale situazione appare ridicola la "manovrina" presentata dalla Giunta. E tuttavia su questo tema (disoccupazione e sviluppo) l'opposizione, ha aggiunto Pittalis, non farà il "muro contro muro" ma si adopererà per cercare di emendare, correggere e contribuire a rendere migliore un provvedimento che nasce debole ed insufficiente. A cominciare con il reperimento delle risorse che sono quelle attuali e non possono essere maggiorante attraverso ulteriori debiti. Le risorse devono essere ricercate nel taglio degli enti e società inutili, che sono tanti e che si mangiano una buona fetta delle sostanze regionali.
Rispondendo al capogruppo dei progressisti Cugini, Pittalis ha affermato che si è perso tanto tempo a causa dei condizionamenti del segretario di R.C. Valentini o, peggio, dei suoi ricatti politici. Si è però detto d'accordo sul fatto che i benefici della legge 15 siano estesi agli artigiani così come è possibile un accordo sui distretti industriali. Totale disaccordo, invece, sulle società miste di cui parla l'articolo 19 del Piano del lavoro. Non è accettabile che le attività di impresa debbano essere avviate dagli enti pubblici perché dove c'è stato lo zampino degli enti pubblici si sono ottenuti soltanto fallimenti.
Pittalis ha detto infine che ciò che manca alla Sardegna è una riforma effettiva dell'amministrazione regionale, una riforma volta a rendere snella la macchina burocratica ed a velocizzare la spesa produttiva. Oggi è assolutamente insostenibile qualsiasi attività imprenditoriale perchè le risposte della Regione agli imprenditori son lunghe e disarmanti. Pare più opportuno rifinanziare leggi in vigore certamente più funzionali alla ripresa economica, come ad esempio la n. 28.
Se si vuole recuperare questo provvedimento sul lavoro, si trovi un accordo chiaro sull'impostazione nuova da dare al disegno di legge. Altrimenti, ha concluso Pittalis, si andrà incontro a scontri che allungheranno i tempi di approvazione di questo cosiddetto Piano del lavoro.

L'intervento dell'on. Pittalis ha concluso la discussione generale sul provvedimento.

Agli oratori ha replicato, illustrando le posizioni della Giunta, l'assessore alla Programmazione Scano, il quale , all'inizio del suo intervento, ha confutato, le due principali accuse mosse al PL 447, il Piano per il lavoro, quello di essere "una manovrina di assestamento del bilancio regionale" o, come hanno detto alcuni esponenti della minoranza "una mostruosa operazione demagogica e propagandistica".
Secondo Scano queste due accuse sono in contrasto fra loro, quindi almeno una deve essere falsa; ma forse esiste una terza possibilità, che siano false tutte e due.
L'intera manovra a sostegno dell'economia e dell'occupazione, una manovra complessiva in grado di favorire l'utilizzo di una notevole massa finanziaria, produrrà notevoli benefici per il sistema economico sardo. Perchè l'intero complesso di interventi, secondo Scano, si basa sulla necessità di sviluppare il sistema economico e di controllare i conti regionali. Le proposte avanzate dalla Giunta, quindi, sono tese a favorire gli interventi finanziari a sostegno dello sviluppo ed il piano per il lavoro prevede l'utilizzo di risorse consistenti proprio nei settori più vitali, incrementando le dotazioni di alcune leggi particolarmente incisive ed efficaci.
La Giunta ha tenuto, però, sotto controllo la spesa pubblica, ha aggiunto Scano, perchè lo impongono anche le norme nazionali e comunitarie. La filosofia degli interventi del Governo centrale e della commissione europea sollecitano, infatti, nuove e diverse scelte e la Giunta intende operare in questa direzione. I conti sono sotto controllo e la Giunta ha ben presente la necessità del loro risanamento, così come si deve operare per ridurre l'indebitamento regionale.
Obiettivi, ha detto ancora  Scano,  che si devono raggiungere anche per ridare fiato al sistema produttivo isolano. E la Giunta ha modificato il metodo di programmare i propri interventi. Ad esempio, non si faranno più i progetti dopo aver ottenuto i fondi comunitari, ma si predisporranno i programmi di intervento e li si presenteranno alle autorità nazionali e comunitarie per ottenere i necessari contributi finanziari. La maggioranza, l'esecutivo prepareranno, entro alcuni mesi, un nuovo Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (DPEF), sul quale il Consiglio dovrà esprimersi, che conterrà molte delle indicazioni e dei rilievi mossi dalle diverse forze politiche, perchè fondati. Perchè la Giunta ha tra i propri obiettivi quello di ridurre e risanare l'indebitamento pubblico.
L'assessore Scano ha, quindi, ringraziato per l'apprezzamento positivo nei suoi confronti i consiglieri Balletto e Casi ed ha contestato i dato del debito regionale. Il deficit arriverà, infatti, a circa 5.750 miliardi ed è previsto il suo azzeramento entro i prossimi dieci anni.
L'assessore ha, quindi, confermato che non è possibile ricorrere alla "spesa allegra"; occorre recuperare nuove risorse, puntare sulla reale economicità delle iniziative produttive, finanziare le imprese private e riservare all'amministrazione regionale il compito di erogare servizi e realizzare infrastrutture moderne.
Si deve cambiare rotta, ha concluso Scano, e la Regione intende ridurre drasticamente i tempi di erogazione dei contributi e dei finanziamenti. Si deve puntare sulle produzioni e sullo sviluppo reale, ha detto anche Scano, e deve essere uno sviluppo diffuso. Servono, ha concluso l'oratore, scelte il più possibile unitarie e razionali. Questo Esecutivo ha messo a punto una serie di interventi che permetteranno di rilanciare le leggi che meglio hanno operato a sostegno dell'occupazione. Sono scelte di ampio respiro, di carattere generale, "perchè non si sa chi governerà in futuro, ma sono anche decisioni che devono essere prese con grande attenzione e responsabilità.
Concludendo il suo intervento,  Scano, dopo aver ricordato l'atteggiamento "costruttivo" che i partiti del Polo hanno tenuto in Parlamento quando si è parlato della Finanziaria nazionale, si è augurato che tale "responsabilità" caratterizzi l'azione delle minoranze anche in Consiglio. Sia ora che si è alle prese con il Piano per il lavoro sia quando si comincerà ad esaminare la manovra finanziaria complessiva della Regione. Dalla crisi, infatti, si esce insieme e lo sviluppo lo si disegna, dopo il necessario confronto, insieme.

L'intervento dell'esponente dell'Esecutivo ha concluso la discussione generale sul DL 447.

Per permettere la presentazione degli emendamenti da parte delle diverse forze politiche il presidente Selis ha sospeso la seduta e convocato la conferenza dei presidenti dei gruppi, anche per decidere sul proseguimento dei lavori.

Dopo il voto favorevole sul passaggio all'esame degli articoli, i lavori del Consiglio sono stati sospesi.


Il Consiglio riprenderà i suoi lavori
domattina alle ore 9,30