Nota stampa
della seduta n. 330 pomeridiana del 30 settembre 1998


Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Sergio Milia e dell'on. Gian Mario Selis. L'ordine del giorno dei lavori prevede l'esame dei disegni di legge che disciplinano e riorganizzano gli uffici ed il personale regionale.

Esame del testo unificato del PL 22 Masala, Locci, E. Usai, Frau -
e del DL 101"Disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione"
e della PL 27 e dei DL 249-438-440-442 e 429 "Inquadramento straordinario
nel ruolo unico dei dipendenti dell'Amministrazione regionale;
Norme in materia di personale; Proroga del termine di utilità
delle graduatorie dei concorsi; Norme sul rapporto di lavoro
a tempo parziale, sul comando e sul distacco di personale".
PL Balia, Degortes, Manchinu, Sanna S., Marteddu, "Completamento
del DL n. 101 per l'attuazione della legge n. 421/92".

La seduta è ripresa con l'esame del provvedimento riguardante la "disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione" e degli emendamenti ad esso collegati.

Sugli articoli e sui numerosi emendamenti sono intervenuti, anche più volte, gli onorevoli: Loddo (assessore agli Affari Generali), Biancareddu (F.I.), Macciotta (Misto - Relatore), Bonesu (PSd'Az.), Ghirra (Progr. Fed.), Marteddu (Ppi), Pittalis (F.I.), Bertolotti (F.I.), Ballero (FDS-PS), Randaccio (Rinn. Ital.), Frau (A.N.).

Su alcuni articoli e sugli emendamenti presentati dalle opposizioni si sono accesi contrasti "politicamente rilevanti". In particolare, sull'articolo 5 e sull'emendamento 30 si è aperto un dibattito sulla reale compattezza della coalizione che sostiene la Giunta. L'articolo 5, che norma i rapporti con i sindacati, prevede norme e regole considerate "garantiste" dai componenti la Prima Commissione.

L'emendamento n. 30, presentato dai gruppi di minoranza, propone la soppressione di due commi dell'articolo ed una "semplificazione" della norma generale.

Come anche in un caso precedente, l'assessore ha considerato "corretto" l'emendamento delle minoranze e si è "rimesso al giudizio dell'Aula".

Il contrasto "politico" tra l'assessore e la maggioranza è stato immediatamente denunciato dall'on. Bonesu (PSd'Az.), che ha chiesto all'esponente della Giunta di trarre le necessarie conseguenze.

Analoga richiesta è stata avanzata dall'on. Pittalis (F.I.), secondo il quale l'esecutivo deve spiegare la sua posizione, visto che anche su altri emendamenti la Giunta non era d'accordo con la maggioranza che la sostiene. L'emendamento n. 30, votato per appello nominale, è stato respinto.

Prima di chiudere i lavori il Presidente ha consentito ad alcuni consiglieri di esprimere delle riflessioni definite "irrituali" sull'andamento dei lavori dell'Assemblea. I lavori si erano infatti arenati nel corso della discussione dell'articolo 35 (mansioni del personale) ed in particolare sull'emendamento presentato da Forza Italia che chiedeva la soppressione del comma 2 in quanto lesivo del diritto acquisito dai lavoratori di non essere adibiti a mansioni inferiori neanche per casi eccezionali e di breve durata. Sull'emendamento il relatore si era espresso negativamente, mentre l'assessore agli Affari generali, firmatario del disegno di legge 101, lo aveva accolto perché il divieto di esplicare mansioni inferiori è espressamente previsto dalla legge nazionale n. 80.

Messo ai voti l'emendamento era stato bocciato, con il contributo degli altri assessori presenti. Di qui l'accusa da parte dell'opposizione di contrasti in seno all'esecutivo, contrasti che avrebbero dovuto far trarre le giuste conseguenze all'assessore Loddo.

E' quindi necessaria una riflessione, ha detto a tal proposito l'on. Amadu ( UDR) in quanto l'andamento dei lavori ha dimostrato l'inutilità dell'assessore agli Affari generali in quello che forse resta l'atto più importante di tutta la legislatura . Amadu, dopo aver detto che l'assessore Loddo dovrà comportarsi di conseguenza, ha invocato l'esigenza che si trovi un momento di incontro affinché, al di la dei ruoli di maggioranza e opposizione, il provvedimento venga approvato con il concorso di tutti.

Dal canto suo l'on. Biancareddu (FI) ha ribadito la necessità che il presidente del Consiglio chieda a tutti gli assessori se sono d'accordo tra di loro: è infatti imbarazzante per un assessore non godere, in sede di voto, della fiducia dei colleghi.

Secondo l'on. Salvatore Sanna, presidente della Commissione che ha elaborato il testo unificato dei vari progetti di legge, il tavolo di incontro richiesto da Amadu è quello istituito e funzionante presso la Prima commissione, che ha lavorato al provvedimento senza distinzione di ruoli tra maggioranza ed opposizione. L'atteggiamento della Commissione, ha aggiunto Sanna, è stato improntato all'elaborazione di un provvedimento che risponda agli interessi generali, e questo risultato è stato dimostrato dal consenso avuto in Aula, al di la di alcuni emendamenti per i quali non esistono preclusioni a meno che non snaturino l'impianto della legge. "Siamo disponibili al confronto non con opposizioni di chiusura, ha affermato, ma con la volontà di migliorare il provvedimento nel suo complesso".

Il capogruppo di Rinnovamento Italiano, l'on. Randaccio, a sua volta ha detto che la posizione del suo gruppo non si discosta da quella della maggioranza. "Vediamo con piacere l'instaurarsi di una dialettica anche all'interno della Giunta e guardiamo ad essa con spirito positivo e con la convinzione che sia utile nella ricerca dei migliori risultati. Nessun imbarazzo dunque, da parte dell'assessore Loddo, negli avvenimenti di questa sera".

Per l'esponente di Alleanza Nazionale on. Liori, non può essere sottaciuto il fatto politico che l'assessore al personale ha sostenuto un emendamento che è stato respinto, invece, dagli altri assessori presenti in Aula, mentre il capogruppo sardista on. Bonesu ha sostenuto che è assolutamente abnorme che un assessore disattenda il parere della commissione che, nel corso dei suoi lavori e di quelli svolti in Aula ha ottenuto il pieno consenso dell'Assemblea .
La Giunta mostra di non avere la collegialità necessaria per presiedere alla gestione della Regione. "E' più che evidente, ha sottolineato, che essa è fondata su una convergenza di interessi (le prossime scadenze elettorali) che ora pare si stia sfaldando".

Ed infine la risposta secca dell'assessore Loddo. Il testo degli emendamenti era conosciuto dalla Giunta da diversi mesi per cui le posizioni da lui espresse nel corso dei lavori devono intendersi come espressione della Giunta, tanto più che non gli sono state fatte avere osservazioni a tempo debito. Rispondendo all'on. Biancareddu, l'assessore ha detto con fermezza che "non si è convertito all'ultimo momento perché succubo di posizioni sindacali, ma che ha condiviso alcuni emendamenti perché ne ha individuato l'omogeneità con i disposti nazionali e soprattutto l'attualità". Ha infine rigettato con durezza l'accusa "di aver accettato di fare l'assessore per avere la macchina e le prebende".

A questo punto si è interrotta la discussione ed il presidente on. Gianmario Selis , nell'augurarsi che "tra oggi e domani possa ritrovarsi la serenità necessaria per la prosecuzione dei lavori" ha sospeso la seduta aggiornadola a domani alle ore 10.


I lavori del Consiglio riprenderanno
domani alle ore 10.