Nota stampa
della seduta n. 327 pomeridiana del 10 settembre 1998


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Salvatore Zucca.

Discussione della proposta di legge nazionale n. 14
Montis, Concas, La Rosa, Vassallo, Aresu. "Norme
sulla pubblicazione degli accordi internazionali concernenti
la difesa nazionale e la presenza sul territorio italiano
di truppe e basi militari di paesi stranieri".
Proposta di legge nazionale n. 16 - Paolo Fois, Amadu,
Cherchi, Concas, Ghirra, La Rosa, Marteddu, Montis,
Murgia, G. Tunis - "Modifiche ed integrazioni alle leggi
24 dicembre 1976, n. 898 e 2 maggio 1990, n. 104,
concernenti: "Nuova regolamentazione delle servitù militari".

Le proposte di legge nazionale sono state illustrate dal relatore, on. Paolo Fois (Progr. Fed.), il quale ha ricordato come le due proposte abbiano lo scopo di modificare due leggi nazionali (la n. 898/76 e la n. 104/90) che regolano il tema delle servitù militari e dei contributi finanziari, versati dallo Stato proprio per compensare le Regioni e le autonomie locali sulle quali queste servitù ricadono.
Esaminando il quadro internazionale ed i rapporti esistenti ora tra i diversi schieramenti, Fois ha sottolineato come gli scenari siano ormai profondamente cambiati e come sia necessario riesaminare profondamente questa situazione. Il Consiglio regionale, d'altro canto, si è spesso occupato di una materia così delicata, anche perchè la Sardegna è la Regione più gravata da vincoli e limiti legati proprio alla presenza ed alle attività addestrative delle Forze Armate.
La Seconda Commissione, competente anche in materia di cooperazione internazionale, esaminando le due proposte di legge presentate in materia di accordi internazionali concernenti la difesa nazionale, la presenza di truppe e basi militari di paesi stranieri ed una nuova regolamentazione delle servitù militari ha approfondito la possibilità di approvare uno specifico ordine del giorno, da trasmettere al Parlamento, o di elaborare una proposta di legge nazionale da trasmettere poi alle Camere.
È stata scelta questa seconda ipotesi, ha aggiunto l'on. Fois, anche per indicare una concreta revisione della legge nazionale vigente in questa materia. Approvare e trasmettere una proposta di legge nazionale è, inoltre, una possibilità prevista dallo Statuto regionale ed è necessario riaffermare queste potestà, anche per ribadire la necessità di nuove e maggiori competenze da attribuire all'istituto autonomistico regionale, in una materia di così notevole importanza.
Le proposte di legge, ha detto ancora Fois, prevedono un diverso modo di intendere i rapporti tra Stato e Regione e tra Regione ed Enti locali anche per tutta quella serie di problemi pratici, primo tra tutti i rapporti anche economici con i comuni gravati da servitù. Tra l'altro la proposta di legge sottolinea la necessità di tenere nel debito conto le esigenze e le attese delle popolazioni delle zone più militarizzate dell'isola.
Si è scelta la strada della proposta di legge nazionale, ha concluso Fois, "per dare una scossa" anche ai Parlamentari sardi, che non sempre sembrano attenti alle esigenze dell'isola. Con questo provvedimento, quindi, si può avviare un processo di revisione dell'intera materia che ha implicazioni di grande importanza anche per altre regioni italiane. Un primo passo significativo, per adeguare ai mutati scenari internazionali le norme nazionali e regionali su questo delicato argomento. Il lavoro della Commissione, quindi, ha portato alla elaborazione di un provvedimento serio e rispettoso delle diverse prerogative e competenze. Una proposta di legge che il relatore Fois si è augurato venga approvato tempestivamente e nel modo migliore.

Se sarà approvata dal Consiglio - ha detto l'on. Montis (R.C.) - la legge dovrà essere seguita anche a livello parlamentare attraverso i rappresentanti della Sardegna a Roma. Comunque questa proposta è un compromesso tra il testo presentato dal gruppo comunista e quello dell'on. Fois. "Un onorevole compromesso, ha aggiunto, per cercare di trovare il maggior consenso da parte del Consiglio su un problema di grande rilevanza per la Sardegna".
Montis ha ricordato la variegata attività parlamentare svolta dal suo gruppo, fin da tempi remoti, contro la militarizzazione dell'isola ed il gravame delle servitù militari. Anche di recente R.C. si è interessata ed ha interessato la Giunta contro l'installazione del radar di Domus de Maria. Nel complesso però, ha detto Montis, la Regione sarda si è sempre mostrata poco attenta al problema delle servitù militari, nonostante l'isola sia la Regione maggiormente gravata, per numero di basi e per estensione di territorio, dalla presenza militare. Altre regioni sono riuscite a limitare le esercitazioni in particolari periodi, ma la Sardegna pare non abbia nè la forza nè l'orgoglio per sollecitare il rispetto di promesse fatte in diverse occasioni anche da esponenti del Governo centrale.

Il problema delle servitù militari era ed è estremamente importante per la Sardegna. Il capogruppo del PSd'Az, l'on. Bonesu, ha ricordato infatti come la contrapposizione dei blocchi non esista più, mentre nell'Isola le servitù militari sono grandemente aumentate. L'oratore ha sottolineato inoltre come non esistano problemi reali neanche sul fronte del Sud, almeno nel Mediterraneo.
Gli Stati Uniti, per accreditare il loro ruolo di "gendarme mondiale", hanno bisogno di "nemici" da agitare davanti agli occhi dell'opinione pubblica mondiale.
Questo ruolo internazionale porta ad accrescere la presenza delle forze armate in molte parti dell'Isola. Ed il peso militare su buona parte delle coste sarde è infatti sempre maggiore.
Questa proposta di legge, ha aggiunto Bonesu, apre spazi di discussione notevolmente interessanti e permetterà di avviare un confronto costruttivo di ampio respiro con lo Stato, l'unico in grado di avviare a soluzione un problema che ormai condiziona quasi esclusivamente la Sardegna, limitandone le sue possibilità di sviluppo e di crescita.

Secondo l'on. La Rosa (Rin. It.) la legislatura ha visto più volte in discussione problemi relativi alle servitù ed ha mostrato un impegno particolare da parte di tutti i gruppi consiliari i cui membri hanno spesso seguito, anche all'esterno del Consiglio, convegni e tavole rotonde su questo delicato tema. C'è quindi un interesse vivo più diffuso rispetto al passato, anche da parte di alcune categorie che chiedono che si intervenga con atti concreti presso il Governo perchè si ridefiniscano, limitandole, le aree gravate dalla presenza militare, o perchè vengano erogate compensazioni alle categorie colpite dai vincoli.
La Rosa ha affermato che in questo momento si respira una maggiore attenzione, a tutti i livelli, verso il problema e perchè si ponga mano alla problematica. Ha quindi auspicato che nel confronto Stato-Regione trovino spazio anche le questioni inerenti la installazione del radar di Domus De Maria. "La nostra regione deve avere la forza politica, ha concluso l'oratore, per rivisitare questa situazione nel senso che anche questa legge indica".

Anche l'on. M. F. Tunis (F.I.) ha voluto illustrare la posizione personale e quella del proprio gruppo su un argomento così delicato. Tutte le forze politiche hanno sempre espresso la necessità di ridurre il carico delle servitù militari, che gravano su molte parti dell'isola, ha aggiunto Tunis. Limiti che penalizzano anche le attività di molte persone e che impediscono le attività più innocue, come quelle di raccogliere lumache in "zone militari" o quella di andare a fare il bagno in spiagge parzialmente "occupate" dalla Forze Armate.
Nel Sulcis i militari non hanno portato progresso e non è giusto che limitino la vita delle popolazioni. Così come sarebbe giusto che i militari almeno acquistassero i prodotti locali, mentre attualmente non sembra ciò avvenga.
Comunque, ha concluso Tunis, la Seconda Commissione ha lavorato bene e questa è una proposta di legge che può servire come base per una diversa e migliore regolamentazione di una materia così delicata ed importante.

A conclusione del dibattito ha preso la parola l'assessore agli Enti locali on. Cogodi, il quale ha ricordato che la proposta di legge è nazionale. "Sarebbe il caso di augurarsi, ha aggiunto, che il provvedimento che esaminiamo non segua la sorte delle altre numerose proposte del Consiglio sardo portate all'attenzione del Parlamento nazionale".
Cogodi ha detto che in pratica la proposta ripropone un problema di alto valore politico e contestativo non ponendo una pregiudiziale di principio ma sottolineando una questione di equità in un momento in cui, con la caduta dei blocchi occidentale e orientale, non trovano giustificazione le ragioni per cui una regione debba essere gravata da pesanti servitù militari più di altre regioni.
Cogodi ha tuttavia precisato che è comprensibile che un Paese abbia necessità di mantenere forze militari attive ed efficienti, ma non capisce perchè proprio la Sardegna sia stata scelta come base di frequenti esercitazioni che limitano attività e libertà di movimento nel territorio dell'isola.
Non si può condividere il fatto che il demanio militare sia considerato materia intoccabile per le autorità locali, nei cui territori si situano le zone off limits.
A questa Regione appartengono tutti i territori dell'isola - ha detto - compresi i demani militari che permangono "zone demaniali" solo in virtù del fatto che si continuano ad esercitare le attività militari. Se ciò non fosse, infatti, quei territori ritornerebbero al demanio pubblico regionale.
Nella proposta di legge si chiedono interventi misurati e ponderati per cui non ci sono motivi, ha detto l'assessore, perchè non vengano recepiti dallo Stato. Nel frattempo la Giunta sta avendo contatti con il Governo. Contatti nel corso dei quali le istanze della Sardegna sembrano ottenere migliore accoglimento rispetto al passato.

Conclusa la discussione generale, il Consiglio ha approvato il passaggio all'esame degli articoli.

Il Consiglio ha, quindi, esaminato gli articoli del provvedimento, ai quali sono stati presentati alcuni emendamenti.

Nella discussione sono intervenuti, anche più volte, gli onorevoli: Paolo Fois (Progr. Fed. - relatore), Bonesu (PSd'Az), Cogodi (assessore agli Enti Locali), Vassallo (R.C.), Montis (R.C.).

Concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti, il Presidente ha comunitato la presentazione di un ordine del giorno, sulla necessità di ridurre le servitù militari e demaniali che gravano sull'Isola, che è stato approvato.

Il Consiglio ha poi votato ed approvato la proposta di legge nazionale. La votazione ha avuto questo risultato:

Presenti 66,
Votanti 62,
Astenuti 4,
Favorevoli 62.

Il Consiglio ha, quindi, discusso ed approvato la mozione n. 168

Mozione n. 168 - Lorenzoni, Piero Usai, Giagu, Falconi,
Cherchi, G. Tunis, "sulle necessarie iniziative da intraprendere,
anche attraverso l'individuazione di nuove opportunità,
per il potenziamento e il rilancio in Sardegna, del turismo".

Nel documento, dopo aver ricordato come il turismo possa determinare sviluppo ed occupazione, i presentatori indicano alcune iniziative che si potrebbero utilmente prendere per conquistare sempre maggiori fette di mercato e per allungare la stagione turistica. Tra l'altro, dopo aver sollecitato un progetto globale capace di rilanciare in tutta l'isola il comparto turistico, propongono la realizzazione nel Nord Sardegna di un autodromo attrezzato per prove e gare automobilistiche, nel quale far svolgere anche un Gran Premio. Una proposta presentata anche alla stampa e che ha raccolto numerosi consensi anche tra i responsabili nazionali e mondiali dello sport dei motori.

L'assessore on. Antonello Paba (Turismo e commercio) ha illustrato come la Giunta intende operare per valorizzare ulteriormente le attrezzature turistiche isolane. Per quanto riguarda la realizzazione di un autodromo, l'assessore Paba ha ricordato come la costruzione di un impianto di questo genere sia compresa in un PIA approvato recentemente dall'esecutivo.
Nessuna opposizione, quindi, nei confronti dell'attività sportiva legata al mondo dei motori. La Regione, infatti, si adopererà per valorizzare anche questo particolare segmento dell'industria turistica e prenderà le opportune iniziative. Per ciò che riguarda il Piano straordinario del Turismo, Paba ha confermato l'impegno di trasmetterlo, in tempi brevi, all'Assemblea regionale.

Sulla mozione e sulle dichiarazioni dell'assessore si è aperta un breve, ma interessante dibattito.

Il ritiro della mozione è stato sollecitato dall'on. Bonesu (PSd'Az) secondo il quale l'istituto della mozione deve essere inteso come strumento di indirizzo generale. Approvare un documento che indichi iniziative ben precise, in questo particolare momento in cui si stanno riesaminando i rapporti che devono intercorrere tra legislativo ed esecutivo, può essere quanto meno controproducente.

L'iniziativa è stata giudicata negativamente anche dall'on. Diana (Progr. Fed.) secondo il quale la politica turistica regionale deve puntare su altri particolari aspetti, tipici della realtà sarda. Le bellezze naturali dell'isola, infatti, potrebbero essere meglio valorizzate da iniziative più rispettose della tranquillità dei luoghi.

Di diverso avviso l'on. Pietro Usai, uno dei proponenti la mozione. La Federazione mondiale è particolarmente interessata ad un autodromo nel Mediterraneo, anche per le condizioni climatiche che caratterizzano la Sardegna e le altre regioni del meridione italiano. Un autodromo, con un Gran Premio e tutte le altre attività collaterali porterebbe ad un naturale allungamento della stagione e favorirebbe, come provato da alcune manifestazioni non competitive organizzate nel recente passato, l'arrivo di moltissimi appassionati.

L'assessore Paba, dopo aver confermato l'impegno della Giunta per valorizzare tutte le caratteristiche naturali, storiche e culturali della Sardegna, ha confermato che un autodromo ha grande rilevanza ai fini sportivi e turistici.

Il grande richiamo che un impianto automobilistico di grande livello esercita sugli appassionati è stato sottolineato anche dall'on. G. Sanna (PSd'Az), il quale ha ricordato come un impianto utilizzabile per gran Premi, gare, prove e collaudi, grazie alle particolari caratteristiche meteorologiche isolane, potrebbe essere utilizzato anche per 10/11 mesi. La vicinanza di un porto e di un aeroporto, infine, ne garantirebbe il migliore funzionamento. Per la realizzazione di una simile iniziativa, infine, si ha la certezza di un coinvolgimento di importanti gruppi imprenditoriali privati.

La necessità di un piano straordinario per il turismo ed iniziative concrete che portino ad un reale allungamento della stagione turistica sono stati i temi trattati dall'on. S. Sanna (Progr. Fed.) per il quale il turismo sportivo è un settore di grandissimo interesse.

L'importanza di un grande impianto è stata ribadita dall'on. Lorenzoni (Ppi), primo firmatario della mozione. L'autodromo previsto dal PIA approvato dalla Giunta è un impianto di categoria. Quello che si propone è un impianto con strutture di grande dimensione, con servizi ed attrezzature di supporto in grado di inserire la Sardegna nel grande circuito dell'automobilismo mondiale.

Posta in votazione, la mozione è stata approvata.


Il Consiglio regionale sarà
riconvocato a domicilio.