Nota stampa
della seduta n. 325 pomeridiana del 9 settembre 1998


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Sergio Milia, e dell'on. Salvatore Zucca.

Proposta di legge n. 20 (Deiana, Amadu, Fadda, Giagu, Ladu,
Lorenzoni, Manunza, Marteddu, Onida, Piras, Secci, Tunis G.F.)
Disegno di legge n. 102 (Giunta regionale) -
Tutela e valorizzazione dei centri storici della Sardegna.

Il compito di illustrare il provvedimento è toccato all'on. Deiana (Progr. Fed.) il quale, dopo aver descritto il processo legislativo che ha portato alla elaborazione del testo unificato da parte della IV Commissione, ha posto in risalto gli obiettivi del provvedimento e gli strumenti di legge cui dovrà affidarsi la Regione per procedere al risanamento, al recupero, alla riqualificazione urbana e all'adeguamento dell'urbanizzazione primaria e dei servizi dei centri storici.
Per favorire il recupero dei centri sono previsti criteri di ripartizione privilegiati delle risorse per i comuni che si dotano del programma integrato.
La legge, che prevede un fondo di 50 miliardi all'anno per tre anni (1998-2000), oltre ad influire sull'assetto e valorizzazione dei centri potrà anche favorire l'incremento dell'occupazione con benefici effetti sull'economia complessiva della Sardegna.
Diana ha inoltre chiarito che i provvedimenti di tutela sono indirizzati agli insediamenti storici, di tutti i comuni dell'Isola, anche se alcuni comuni presentano caratteristiche storiche di maggior pregio rispetto ad altri. Pertanto, ha detto, anche i comuni minori o meno rilevanti sono destinatari delle risorse stanziate, purché si dotino dei piani attuativi.
Considerata l'importanza del provvedimento, ha concluso Deiana, è auspicabile che la legge venga approvata con il concorso di tutte le forze politiche del Consiglio.

Il testo della proposta di legge che tutela e valorizza i centri storici è stato approvato all'unanimità dalla commissione urbanistica. Il presidente della IV Commissione, on. Ladu (Ppi), ha voluto ricordare il lungo iter di questo provvedimento, di particolare importanza per il recupero di molti paesi sardi. Analoghi provvedimenti erano stati presentati anche in legislature precedenti, ma non avevano mai terminato il loro iter.
Questa volta, invece, l'Aula deve esaminare un provvedimento frutto di due diverse iniziative in grado di favorire il reale recupero dei nuclei abitativi originari, con particolari caratteristiche storico-artistiche, di molti comuni isolani. E Ladu, dopo aver con comprensibile orgoglio giudicato positivamente il lavoro svolto dalla Commissione Urbanistica, ha illustrato le caratteristiche salienti del testo unificato frutto di questa attenta fatica.
Per Ladu sono particolarmente importanti le norme previste per prevedere ed attuare i piani di recupero e per rivitalizzare i paesi sardi. Con i finanziamenti disponibili, ha aggiunto Ladu, i comuni potranno procedere al recupero ed alla rivitalizzazione dei nuclei originari, riqualificarli per ciò che riguarda le capacità abitative ma anche come sede di particolari attività produttive.
Attualmente, ha aggiunto Ladu, sono una quarantina i comuni sardi che possono immediatamente accedere ai finanziamenti regionali, in tempi si spera brevi tutti gli altri comuni potranno mettere a punto i necessari piani attuativi.
Particolarmente importanti, ha sottolineato Ladu, le norme che prevedono consistenti incentivi finanziari per coinvolgere i privati in queste necessarie operazioni di valorizzazione e rivitalizzazione di molte parti dei paesi sardi.
Esaminando gli aspetti tecnici della legge, il Presidente della Commissione urbanistica ha sottolineato come si siano previste norme particolarmente agili ed in grado di favorire interventi tempestivi e di particolare efficacia. Gli interventi finanziari previsti, 50 miliardi l'anno per il prossimo triennio, permetteranno quindi di recuperare quei centri abitati, specie delle zone interne, che possono favorire una reale crescita della società sarda.
Una dimostrazione di quella "crescita culturale" necessaria per far progredire realmente le popolazioni di tutte le zone isolane. "Qualcuno ha paragonato questo provvedimento ad un nuovo master-plan, ha concluso Ladu. Non credo lo sia, ma è un provvedimento che avrà enorme importanza per molti paesi, i quali potranno ottenere notevoli benefici anche da quelle correnti turistiche che questi recuperi e questi provvedimenti di rivitalizzazione potranno certamente favorire".

L'on. Obino (Progr. Fed.) ha subito sottolineato che il provvedimento è molto atteso in Sardegna soprattutto dalle categorie degli imprenditori edili e degli artigiani, ma non solo: è atteso perchè inciderà sulla cultura sarda dopo che negli anni 50 e 60 si è fatto scempio dei centri urbani con uno sviluppo non mediato dalla identità sarda e dalle culture locali.
Si deve perciò riflettere, affinchè la legge sia efficace, sugli sforzi che devono essere fatti soprattutto a livello di enti locali. Non è una legge complicata, ha aggiunto, e quindi può essere recepita dai comuni, anche i minori, che potranno puntare, oltre che al recupero ed alla rivitalizzazione dei centri urbani, anche ad un incremento dell'occupazione che tocca i vari livelli, dalla manodopera generalizzata alle professioni più qualificate.
La Regione, ha concluso Obino, deve fare in modo che attraverso i vari strumenti a disposizione vengano aiutati gli enti locali a utilizzare con snellezza tutte le possibilità che offre il provvedimento in esame.

Questo provvedimento, che parte da molto lontano, è frutto di una scelta "giusta ed intelligente" fatta dal Consiglio regionale. L'on. Manchinu (FDS-PS), dopo aver ricordato come questo testo sia frutto di un attento lavoro di sintesi di diverse proposte, ha spiegato come si sia giunti ad un "intervento generalizzato" partendo dall'ipotesi di recupero dei "centri storici" o dei soli "centri antichi".
Recentemente, dopo un viaggio di studio in Toscana, la Commissione ha modificato la propria posizione e ne è scaturita una proposta meglio calibrata e più rispondente agli interessi ed al modo di agire degli stessi enti locali.
Il recupero dei centri storici, come avviene lentamente anche in alcuni comuni "sardi", è un processo lungo che deve essere attuato volontariamente, ma solamente in presenta di interventi finanziari di notevole peso. Manchinu ha ricordato alcuni aspetti della legge, che si è augurato venga approvata e resa operativa subito, in grado di incidere positivamente nel necessario processo di rivitalizzazione di molte zone isolane.
Si tratta quindi di un complesso di norme in grado di incidere positivamente nel processo di sviluppo della realtà sarda.

Primo oratore dell'opposizione è stato l'on. Granara, di F.I., il quale ha detto che il provvedimento, che era ed è atteso in ogni parte dell'isola, dovrà saldarsi con la legge di tutela del paesaggio. Alle soglie del terzo millennio si è chiuso un ciclo che sembrava inarrestabile, quello dello sviluppo edilizio, che ha portato a modificare con sistemi e modelli non qualificati l'identità storica, culturale, antropologica degli abitati sardi.
Bisogna ora recuperare la qualità urbana della vita: la legge c'è ma sarà l'esperienza nella sua applicazione che potrà dare i migliori risultati.
Dopo aver ricordato i villaggi minerari, le borgate contadine ed anche le tonnare dislocate lungo le coste, che tanta storia hanno dato all'isola ed alla sua identità, Granara ha affermato che dovranno essere i comuni i veri destinatari del provvedimento e che dovranno essere essi a gestire la legge. Alla Regione dovrà rimanere il compito di coordinamento.
Detto che la legge non dispone di grandi risorse, Granara ha affermato che alcuni punti del provvedimento devono essere "aggiustati" e pertanto con i colleghi di gruppo ha presentato una serie di proposte emendative il cui scopo è di migliorare tecnicamente l'articolato.

Alcuni aspetti particolari del recupero dei centri urbani sono stati trattati anche dall'on. Montis (R.C.) il quale ha affrontato i temi del recupero degli ingenti patrimoni immobiliari di molti comuni sardi.
L'oratore si è, in particolare, soffermato sui costi e sui balzelli che graveranno, ancora una volta, sui cittadini. Ma il recupero degli edifici presenti nei centri storici favorirà, inoltre, la creazione di molti posti di lavoro specialmente nel campo del recupero artigianale e delle professionali particolari legate proprio a questo tipo di attività produttive.
Posti di lavoro qualificati, consistenti stanziamenti regionali sono, quindi, due punti particolarmente qualificanti ed è giusto che questa legge venga approvata rapidamente e venga immediatamente applicata.
In Sardegna esistono centri storici di particolare valore ed importanza, con questa nuova legge, ha concluso Montis, potranno realmente ritornare a nuova vita.

Quando nel corso del dibattito veniva ricordato che il provvedimento arriva con ritardo all'esame dell'Aula, ha detto l'on. Piero Usai (Progr. Fed.), si sarebbe dovuto anche dire che la Sardegna è l'unica regione d'Italia ad essersi data uno strumento legislativo per il recupero dei centri storici. È una scelta che la Sardegna ha fatto sulla base di alcuni elementi portanti, primo fra i quali quello di dare tutela di identità agli abitanti di tanti comuni dell'Isola e, anche, quello di mettere in moto una serie di iniziative edilizie che stimoleranno l'economia.
È augurabile. Perciò, che la legge venga approvata in Consiglio e superi l'esame del controllo statale e comunitario.

Questo provvedimento, particolarmente atteso, avrà effetti benefici in molte parti dell'Isola. L'on. Vassallo (R.C.) ha voluto brevemente sottolineare l'importanza che queste nuove norme avranno per tutti i paesi isolani. La commissione urbanistica, infatti, ha voluto estendere i benefici per i centri storici anche a quei piccoli paesi che corrono il grave rischio del progressivo spopolamento.
Molti comuni hanno utilizzato male il loro territorio, ha aggiunto Vassallo, questo provvedimento permetterà di ovviare a qualche errore, a qualche scelta urbanistica errata. Sarà possibile, infatti, recuperare immobili e costruzioni esistenti nei "centri storici" con costi urbanistici decisamente minori rispetto a quelli da sopportare quando si costruisce nelle periferie urbane.
La possibilità di recuperare, inoltre, il patrimonio edilizio pubblico permetterà di superare ostacoli obiettivi e di sanare situazioni di tensione che si verificano in molti, in quasi tutti i paesi sardi.
Questo processo di risanamento, di rivitalizzazione dei paesi permetterà di rilanciare le iniziative produttive, e l'edilizia è proprio una attività di particolare importanza non solo economica, ma anche sociale. Tra l'altro saranno utilizzate professionalità di particolare pregio ed importanza. Secondo Vassallo, un altro aspetto di particolare importanza è quello della massa monetaria che questa legge potrà mettere in moto.
I comuni potranno lavorare tempestivamente, potranno avviare interventi primari ed ambientali; i privati potranno intervenire anche nella parte dello studio e della progettazione dei diversi interventi, con la possibilità di accedere anche a particolari contributi previsti dalle recenti leggi nazionali in materia di recupero urbanistico. Le crescenti richieste di intervento da parte di molti comuni fanno, inoltre, ritenere che questa nuova legge avrà effetti benefici sotto numerosi e diversi aspetti.
Concludendo il suo intervento Vassallo ha auspicato iniziative tempestive e più ampie. Con particolare soddisfazione, infine, l'oratore ha preso atto dell'ottimo lavoro fatto da tutte le forze politiche presenti in consiglio, che evidentemente sanno lavorare bene per dare risposte concrete ai reali bisogni della gente.

L'on. Bonesu (PSd'Az) dopo aver ricordato che è spesso invalso il luogo comune che i centri storici della Sardegna non hanno alcuna rilevanza culturale o architettonica, ha detto che è vero il contrario. Se è vero che si tratta per lo più di centri storici poveri rispetto agli abitati di molte regioni d'Italia, tuttavia essi sono testimonianza del passato e ci rivelano le qualità della vita dei nostri progenitori, ci parlano delle nostre origini e sono funzionali alla nostra identità culturale.
L'abbandono dei centri storici, ha ancora detto Bonesu si è avuto soprattutto nel dopoguerra in poi, quando gli abitanti hanno cercato altrove migliori condizioni di vita abitativa. I centri si sono spopolati e si sono degradati ma paradossalmente si sono meglio conservati tipologicamente per mancato uso.
Secondo Bonesu la legge offre molte possibilità di recupero nonostante i fondi a disposizione non siano consistenti. È però da credere, ha aggiunto, che le risorse siano comunque tali che la legge dovrà essere rifinanziata alla fine del triennio. Secondo Bonesu va sottolineato che i centri storici, una volta rivitalizzati, diventeranno sede di attività non solo artigianali e soprattutto consentiranno notevoli risparmi nel settore dei servizi e delle infrastrutture urbane.
La legge, ha concluso l'oratore, è senz'altro da approvare pur con alcuni emendamenti che il gruppo sardista si accinge a presentare.

Alcune considerazioni "sulle ragioni" della legge, sul perchè la Sardegna intende dotarsi di una legge di "tutela e valorizzazione dei centri storici" sono state svolte dall'on. Locci (A.N.). L'esponente di AN, dopo aver ricordato come il recupero dei centri storici sarebbe potuto avvenire anche con provvedimenti amministrativi comunali (quali i piani particolareggiati, i piani delle funzioni, i piani del colore), ha voluto esaminare le ragioni che, invece, hanno spinto a predisporre una legge di questo genere.
La verità è che la Sardegna è una regione povera e non è in grado di imporre scelte e strumenti urbanistici aggiuntivi ed elevati. Le giovani coppie, le classi medio-alte spesso vogliono abbandonare i centri storici perchè vogliono abitazioni migliori e con diverse caratteristiche, più moderne e funzionali.
Altro aspetto affrontato da Locci è stato quello della dotazione finanziaria del provvedimento. Sarà necessario fare una ricognizione, dopo un anno di applicazione, anche per trovare le nuove risorse finanziarie che, certamente, si dovranno reperire. Secondo Locci, infatti, l'edilizia è una attività economica con grandi capacità di moltiplicare i posti di lavoro. Con maggiori fondi a disposizione, probabilmente, si otterrebbero risultati ben maggiori; comunque 150 miliardi sono una somma "importante" e produrranno certamente notevoli benefici.
Altri aspetti di particolare importanza, ha aggiunto Locci, sono quelli del recupero e dell'ammodernamento del patrimonio edilizio esistente, ma anche della valorizzazione per fini turistici di molti centri isolani.
Recuperare case e piazze storicamente ed artisticamente importanti è un grande processo culturale, ha concluso Locci, e la valorizzazione delle caratteristiche più peculiari dei nostri nuclei urbani può proprio favorire l'affermazione turistico-culturale dell'intera Sardegna.

Per l'on. progressista Ghirra è positivo che la legge in esame veda il consenso di tutto il Consiglio. Ciò significa che questa legislatura sta varando provvedimenti di grande rilevanza e significa anche che la maggioranza ha qualcosa da ascrivere a suo merito.
Ghirra si è poi diffuso sul degrado dei modelli architettonici dei centri della Sardegna, profusi soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, modelli che hanno imbruttito i paesi e le città sotto la spinta di un forte inurbamento a basso costo.
Questo provvedimento rappresenta anche un fatto culturale in quanto la politica di valorizzazione dei centri storici è reale tutela del passato e della identità. È anche, ha aggiunto, tutela di realtà diverse se si pensa agli effetti che si potranno avere dal punto di vista economico, dal punto di vista turistico, dal punto di vista della rivitalizzazione del settore artigianale.
Ghirra, dopo aver toccato il tema della maggiore autonomia che il provvedimento accorda ai comuni (il che è segno dell'attenzione del Consiglio per il potenziamento delle competenze delle autonomie locali), ha affermato che nel corso della discussione la legge può ancora essere migliorata con l'apporto di tutte le forze politiche presenti in Consiglio.


Il Consiglio regionale riprenderà
i suoi lavori domani alle ore 10.