Nota stampa
della seduta n. 317 pomeridiana del 30 luglio 1998


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Sergio Milia, e successivamente dell'on. Gian Mario Selis.

Mozione n. 166
sulle dimissioni dalla carica
di Assessore regionale
dell'avv. Luigi Cogodi.

L'on. Vassallo, capogruppo di R.C., ha ricordato la pregiudiziale da lui posta nella seduta antimeridiana. Pur rispettando le decisioni del Presidente, rimangono le motivazioni della pregiudiziale perchè si rileva che quanto si afferma nella mozione non corrisponde alla realtà.
Vassallo ha sottolineato il fatto che il Presidente del consiglio ha inviato a tutti i consiglieri un dossier con la documentazione sulla vicenda, così come successivamente ha fatto l'assessore Cogodi.
Se si deve rispettare la volontà del Consiglio si deve rispettare anche la verità. L'assessore Cogodi ha illustrato la sua posizione, ha proseguito Vassallo, e sulla base dei documenti non risulta che l'Assessore sia debitore nei confronti della Regione, come ribadito in alcune ordinanze e in una relazione di un avvocato.
Vassallo, attingendo ai documenti citati, ha sostenuto che la stessa corte dei Conti ha accettato il ricorso di Cogodi ritenendo che vi siano elementi validi. Non risulta inoltre che l'assessore abbia intentato causa alla Regione. Semmai ha attivato una procedura di tutela nei confronti della Corte dei conti.
Emerge inoltre, ha aggiunto Vassallo, dagli interventi di Cogodi e di Marras che l'assessore non era in carica al tempo delle accuse contestate. Ciò si desume anche dalla documentazione inviata a tutti i consiglieri. Tutto ciò premesso, resta in dubbio l'onorabilità dell'assessore, assimilato così a chi ha effettivamente compiuto la malversazione. Così si superano i limiti della corretta lotta politica.
Vassallo ha proseguito esponendo alcune considerazioni di carattere politico, affermando che sarebbero state giustificate solo motivazioni derivanti dall'attività dell'assessore, ma respingendo gli attacchi sul piano morale. Non si discute sulla moralità delle persone, chiunque esse siano, partendo da supposizioni che ognuno può fare.
Accettiamo che la Giunta, o un partito, o un consigliere possa essere censurato sulla base del suo operato, ha detto ancora Vassallo, ma non si può accettare che, sulla base di una sentenza che non è passata in giudicato, una persona venga messa alla gogna. Non ci si può nascondere dietro i muretti a secco, adottando metodi basati sulla cultura del sospetto e dell'insinuazione, al di fuori delle regole della democrazia.
L'assemblea dovrà esprimersi con un voto, ha concluso Vassallo, voto che dovrà essere espresso in termini politici. In questa vicenda, di legittimo c'è solo la necessità del recupero dei crediti nei confronti di chi ha rubato ed il Presidente della Giunta dirà che cosa si sta facendo in proposito.

L'atteggiamento del gruppo di Rinnovamento Italiano nei confronti della mozione di A.N. è stata sempre improntata alla massima obiettività. L'on. Randaccio, capogruppo di R.I. ha spiegato la posizione della sua parte politica partendo da una analisi attenta del contenuto della mozione in discussione. La premessa della mozione: la sentenza passata in giudicato e la posizione debitoria dell'assessore Cogodi nei confronti della Regione sono affermazioni assolutamente inesistenti. La mozione, quindi, è priva di fondamento e non può essere presa seriamente in esame.
Rinnovamento Italiano, ha aggiunto Randaccio, non si presta a questi giochi. La presentazione di una mozione di censura è un diritto delle opposizioni, ha aggiunto il capogruppo di Rinnovamento, ma non può essere uno strumento di confronto politico. Sono ben altri i mezzi che si usano in una democrazia liberale. Ed a questi metodi R.I. non intende rinunciare.
Con Rifondazione Comunista esistono differenze notevoli e con quella parte, ha detto ancora Randaccio, ci si confronta; ma lo si fa su temi politici, su programmi di intervento, su piani operativi e di governo. Rinnovamento Italiano, quindi, voterà contro la mozione perchè non è con questi metodi che ci si batte nell'aula del Consiglio regionale.

Il capogruppo di Federazione Democratica, on. Balia, ha esordito affermando che questa mattina l'avvio della seduta aveva una natura di tipo politico, col richiamo dell'on. Locci al rispetto, da parte della Giunta, delle mozioni approvate dal Consiglio. Ma gli interventi successivi facevano pensare al Presidente Selis come ad un Presidente di Tribunale, al segretario La Rosa come ad un giudice a latere ed al Segretario generale del Consiglio come al funzionario verbalizzante.
La Giunta deve operare nel pieno rispetto degli indirizzi del Consiglio, ha proseguito Balia, e, dopo aver rivolto apprezzamenti positivi nei confronti di Cogodi, ha sottolineato il proprio dissenso nei confronti di chi usa metodi di lotta politica non accettabili contro l'assessore.
In passato c'è stato dissenso verso le linee politiche espresse da Cogodi e questo fa parte della democrazia. Altro conto sono gli argomenti di cui si tratta oggi. Il problema riguarda la trasparenza, l'etica politica, la moralità. Ma viene difficile capire in che cosa Cogodi abbia mancato rispetto a questi principi.
La condanna subita da Cogodi è ingiusta. Egli si è avvalso della possibilità di presentare opposizione a quella sentenza, opposizione che gli ha dato parziale ragione nel momento in cui ha introdotto la sospensiva. Sarà la sentenza definitiva a stabilire dove sta la verità, ha aggiunto Balia, che ha proseguito analizzando alcuni aspetti tecnico-giuridici relativi all'impossibilità, da parte di Cogodi, di pagare la somma stabilita dalla sentenza.
Non è vero che la burocrazia regionale non si sia attivata per il recupero dei crediti. Infatti la Banca Nazionale del Lavoro ha pagato 300 milioni, rinunciando all'opposizione.
I presentatori della mozione, ha detto ancora Balia, affermano che la sentenza costituisce un ostacolo di natura morale all'attività dell'assessore. Ma è opportuno ricordare quanti amministratori locali sono stati condannati per responsabilità difficilmente a loro imputabili e se a tutti loro fossero state chieste le dimissioni si sarebbe andati incontro a gravi problemi sociali. La condanna di Cogodi non è definitiva. E se lo fosse stata, Cogodi avrebbe potuto versare le somme dovute e proseguire nella sua attività di Assessore.
Secondo Balia le mozioni sono accettabili solo se sono di natura politica. E se qualcuno ha motivazioni politiche contro Cogodi allora le presenti. Ma le motivazioni attuali non hanno nessuna validità politica. Ed è per questo che da questa discussione scaturirà certamente una decisione consapevole da parte dell'Assemblea.

Dopo aver ascoltato in mattinata con grande attenzione l'illustrazione della mozione da parte dell'on. Locci, l'on. Marteddu (Ppi) ha dichiarato di essere "in grande difficoltà" perchè in questa vicenda sono emersi aspetti e risvolti di particolare importanza. Da un punto di vista tecnico le argomentazioni di. Locci hanno una loro validità. Quale scelta fare, quindi, di fronte ad un caso particolarmente complesso? In Sardegna stiamo disperatamente cercando il "senso della giustizia vera", il rapporto serio tra la politica ed i cittadini.
Siamo chiamati ad esprimere la nostra opinione nella massima libertà, ha aggiunto Marteddu, analizzando i fondamenti morali e politici che sono alla base di un caso di difficile valutazione. Si sono udite, ha aggiunto l'esponente del gruppo Popolare, motivazioni tecniche non univoche, che hanno indicato il reale discrimine esistente tra ragioni tecniche e ragioni politiche.
"Sono disponibile ad affrontare temi politici nella mia piena libertà, ha aggiunto Marteddu, ma ci sono regole precise, nette, che regolano la vita anche di questo Consiglio". Mancano, però, gli argomenti strettamente giuridici per poter decidere, con cognizione di causa, anche questa vicenda.
Alcune delle argomentazioni del collega Locci, specie per ciò che riguarda il processo di riforma della pubblica amministrazione, sono largamente condivisibili, ha aggiunto Marteddu. Ma questo processo di riforma non ha bisogno di una mozione di censura. Di riforme si può parlare nei modi e nei tempi dovuti, la mozione di A.N. quindi dovrebbe essere ritirata, mentre il confronto dovrebbe essere avviato in altra sede.
Non mi sento di dover emettere, quindi, un giudizio di condanna morale. Sono notevoli le differenze che esistono tra il Partito Popolare e quello di R.C., ha aggiunto Marteddu, ma il confronto deve avvenire in sede politica, non esaminando un caso che ha molte implicazioni morali. Esiste il Forum delle minoranze, nel quale le opposizioni si confrontano, ha aggiunto Marteddu, speriamo che nasca anche quello della maggioranza, in modo che ci possa essere un reale confronto tra le parti, specie ora che si avvicinano le elezioni regionali e le diverse forze politiche devono prepararsi a questo appuntamento.
Su questi temi, sui progetti politici ci si deve confrontare, non su valutazioni morali., ha concluso Marteddu. Ma la mozione è ambigua e sarebbe meglio ritirarla. Si spianerebbe la strada ad un confronto più serio e costruttivo e si tornerebbe a fare politica. Per queste ragioni, se si arriverà al voto, ha annunciato il voto contrario del proprio gruppo.

Il capogruppo dei Progr. Fed., on. Cugini, ha affermato che la parte tecnico-giuridica della materia è stata ampiamente sviluppata nel corso del dibattito. I consiglieri regionali possono essere equiparati a giudici non togati, con criteri di valutazione derivanti dal mandato elettivo.
La parte politica della mozione non è stata compiutamente sviluppata da Locci, ha proseguito Cugini, ma non si può accettare la sua teoria circa il rispetto della volontà del Consiglio da parte della Giunta. Qui subentra il discorso delle competenze. Il Consiglio può esprimere la propria volontà in merito alle sue competenze, ma non su quelle della Giunta.
Cugini ha detto ancora che è necessaria chiarezza: il dispositivo finale della mozione non può essere accolto da Cogodi il quale ha chiarito molto bene le sue responsabilità. Il fatto è avvenuto quando lui non era più assessore, ma è stato accusato di non aver predisposto norme atte ad evitare quanto è accaduto.
Cugini ha espresso poi disaccordo sull'entità della penalità, perchè se la Regione dovesse recuperare tutto il maltolto, Cogodi non dovrebbe pagare nulla. Si dovrebbe attendere il completamento dell'iter per sapere se Cogodi sarà chiamato a pagare e quanto. Cogodi ha ribadito che, qualora la mozione venisse accolta, non deve avere efficacia. Non si è in presenza di sentenza passata in giudicato, non si è in presenza di una questione morale, non si è in presenza di una mozione di sfiducia. Quindi, ha concluso Cugini, i presentatori dovrebbero ritirare la mozione. Il gruppo dei Progr. Fed. comunque voterà contro la mozione.

La mozione che oggi il Consiglio discute è stata esposta, con tono pacato e corretto, dal collega Locci, il quale ha evitato che questa Assemblea si trasformasse in un Tribunale, come ha tentato di far credere l'on. Vassallo, con una vittima e dei carnefici: l'on. Pittalis, capogruppo di F.I., ha anticipato che non avrebbe affrontato questioni di diritto, temi trattati da altri autorevoli colleghi e dagli stessi giudici "e noi siamo rispettosi delle decisioni dei giudici".
I temi da esaminare con particolare attenzione, ha aggiunto Pittalis, sono quelli della opportunità politica. Della decisione del presidente Palomba di chiamare l'assessore Cogodi a fare parte della sua giunta. L'operato di Cogodi, degli altri funzionari coinvolti in quella bruttissima vicenda, devono essere ignorati, ha aggiunto Pittalis. Ma sono gli aspetti politici, quelli dei quali questo Consiglio deve occuparsi. E lo deve fare tenendo presenti norme, certezze, garanzie. Certamente l'assessore Cogodi non era in grado di controllare, di sapere cosa succedeva negli angoli più lontani e nascosti del suo assessorato e se è stato condannato "perchè non poteva non sapere" questa è una violazione delle norme "garantiste" per le quali F.I. si batte da sempre.
Ma chi si è convertito recentemente al garantismo non può sposare queste idee a "ritmi alterni". Se la teoria "non poteva non sapere" è aberrante quando si parla dell'assessore Cogodi, lo è anche quando sui banchi degli imputati dovesse sedere un esponente di F.I.. Ma i "giustizialisti" sono stati zitti anche quando in Ogliastra è stata spazzata via una intera classe politica; quando sono finiti in carcere, anche per molti mesi, amministratori socialisti e democristiani, che poi sono stati assolti con formula ampia.
In questi casi, ha aggiunto Pittalis, R.C. è stata zitta, o forse ha plaudito alle iniziative degli epigono "sbiaditi" di Di Pietro. Così come a Roma ha chiesto processi sommari ed ha gioito quando il capo dell'opposizione è stato condannato perchè "non poteva non sapere".
Se si hanno a cuore le garanzie e le regole della libertà le si devono difendere e rispettare sempre. Per queste ragioni F.I. anche in questa occasione, darà un voto politico. Ed il giudizio politico è negativo, perchè l'assessore Cogodi non ha tenuto fede agli impegni politici presi nei confronti dello stesso Consiglio.
Ed il giudizio politico sarà negativo sino a quando non sarà modificato il modo di fare politica di questa maggioranza. Nel Forum delle opposizioni esiste una reale democrazia, ha concluso Pittalis, ed i partiti anche più piccoli hanno stessa, identica, dignità politica. Se nascerà anche il Forum della maggioranza, anche da quella parte, forse, cominceranno a prendere piede le regole della democrazia liberale. Ed il confronto tra le parti politiche ne avrà dei benefici.
Pittalis ha, quindi, annunciato che i consiglieri di F.I. avrebbero votato "secondo coscienza", quindi senza alcuna indicazione da parte del gruppo.

La Giunta potrebbe non intervenire, ha sostenuto il presidente Palomba, perchè si riconosce nell'intervento di Cogodi, ma è necessario, affidandosi alla coscienza di ogni consigliere, esprimere alcune considerazioni per allontanare il rischio di un alone di sospetto e di dubbio che non ha il diritto di esistere in una società civile. La solidarietà a Cogodi è scontata, per il lavoro svolto e per il rispetto che dimostra verso la cosa pubblica. Nessuna logica di sospetto deve uscire dall'Aula a conclusione del dibattito.
Palomba ha affermato di voler respingere qualunque sospetto o qualunque ombra sulle istituzioni che devono essere tutelate da tutti. L'amministrazione pubblica non deve essere tiepida nei confronti di chiunque e tantomeno nei confronti di chi ha debiti nei suoi confronti. Esistono regole rigorose che devono essere rispettate, principalmente quelle che regolano l'accesso alle cariche pubbliche. Ci sono regole che determinano nomina e permanenza nelle cariche pubbliche, regole alle quali non si può sfuggire e che non possono essere sostituite da altro. Questo garantismo, ha proseguito Palomba, e il diritto costituzionale di accesso a cariche pubbliche non possono essere messi in discussione.
Palomba, dopo aver accennato alle norme che regolano la vita ed il controllo sull'attività amministrativa della Regione, ha ricordato che la funzione di controllo si sta esercitando senza sosta e che la Regione ha richiesto ai creditori il pagamento delle somme stabilite dalla sentenza della Corte dei Conti, mentre l'Ufficio legale è stato incaricato di mettere in atto tutti gli strumenti per l'estinzione del debito. E su questi aspetti la Giunta è disponibile a dare al Consiglio tutte le informazioni.
Prima che Cogodi venisse proposto per la nomina, ha detto ancora Palomba, è stata fatta un'approfondita indagine che ha accertato la sua estraneità ai fatti contestati.
Questa vicenda non è comparabile a quella di Berlusconi, ha aggiunto Palomba, vicenda che dovrà essere trattata in altre sedi.
Palomba ha concluso affermando che non esiste alcun motivo di incompatibilità e che i motivi di opportunità non possono vanificare le libertà civili. Per un dubbio o un sospetto non si può chiedere a nessuno di non partecipare alla vita pubblica. E l'Assemblea certamente si esprimerà valorizzando proprio le libertà civili, rifiutando di esprimere giudizi morali che non le competono e riaffermando il primato delle regole.

"Presidente Palomba la inviterò, ogni volta che interverrò, a rispettare le mozioni approvate dal Consiglio e le chiederò, quindi, di osservare quanto il Consiglio ha deciso per i casi Cappelloni e Banco di Sardegna". L'on. Locci (A.N.) ha esordito, come aveva anticipato nel suo intervento della mattinata, chiedendo al Presidente della Giunta di rispettare le indicazioni dell'Assemblea regionale e di dare risposte a quelle stesse indicazioni.
Dal dibattito sulla mozione, ha aggiunto Locci, sono emersi alcuni aspetti preoccupanti: esistono poteri forti, ben presenti anche in questo Consiglio, in questa particolare vicenda; il garantismo della maggioranza è "altalenante", gli amici di Giunta sono e devono essere assolti, il presidente Berlusconi deve essere fucilato in piazza; il tema della giustizia viene visto sotto un aspetto politico, in certi casi, viene considerato da un punto di vista tecnico in altri. Eppure il tema della giustizia, in una democrazia reale e libera, deve essere affrontato in modo obiettivo e sereno.
Locci ha poi affrontato i temi più propriamente tecnico-giuridici della mozione, analizzando i passi delle sentenze che indicano comportamenti dell'assessore Cogodi "rilevanti" nella vicenda Scomazzon. Esiste una sentenza, quindi, ed esistono obbligazioni reali alle quali l'assessore Cogodi avrebbe dovuto far fronte. Le sentenze si applicano e si rispettano. Perchè non ci si è attivati nei confronti degli imputati, condannati e che non hanno proposto appello? Ma le leggi, ha concluso Locci , si applicano o non si applicano? Perchè la legge elettorale del 48, ancora in vigore, dice che in presenza di una "lite pendente" esiste una "reale incompatibilità" e questa è una norma che si deve rispettare.
Concludendo il suo intervento, Locci, dopo aver ricordato che la mozione riguarda persone e quindi deve essere votata a scrutinio segreto, ha lamentato tentativi di diverso genere e pesanti pressioni messi in atto nei confronti di presentatori della mozione. Pressioni che il gruppo di A.N. non ha intenzione di subire ulteriormente ed alle quali, in futuro, avrebbe decisamente reagito.

Il presidente Selis ha, quindi, messo in votazione, a scrutinio segreto, la mozione n. 166. Lo scrutinio ha avuto questo risultato:
Presenti 77
Votanti 74
Astenuti 3
Favorevoli 36
Contrari 38.

La mozione è stata quindi respinta.

Il Consiglio avrebbe dovuto procedere all'elezione di un componente del Co.ci.co di Cagliari, in sostituzione di Pietro Oggianu, dimissionario, ed all'elezione di un componente del Co.ci.co di Iglesias, in sostituzione di Daverio Giovannetti, dimissionario.

Le due elezioni, non essendo stato raggiunto il quorum previsto di 54 votanti, sono state annullate e saranno ripetute nella prossima tornata di lavoro del Consiglio.


I lavori del Consiglio riprenderanno
mercoledì 5 agosto.