Nota stampa
della seduta n. 314 antimeridiana del 29 luglio 1998
Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Sergio Milia
In apertura di seduta il presidente Milia ha comunicato che in data 28 luglio 1998 è pervenuta copia della sentenza n. 323 del 14 luglio 1998 con la quale la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 49, comma 1, lettera b) della legge regionale 16 dicembre 1996, recante "Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna".
Il presidente ha quindi dato lecomunicazioni relative a:
Prosecuzione della discussione sul Doc. n. 33
Piano socio assistenziale
per il triennio 1997-1999.Il Consiglio ha ripreso l'esame del Piano socio-assistenziale predisposto dalla Giunta per il triennio 1997-1999.
Intervenendo sull'ordine dei lavori, il capogruppo di F.I. on. Pittalis ha chiesto di conoscere quali provvedimenti urgenti la Giunta abbia messo a punto per combattere la grave recrudescenza degli incendi, verificatasi in queste ultime settimane. Le fiamme hanno distrutto ampie parti dell'isola, ha ribadito Pittalis, mettendo a rischio la stagione turistica ed il futuro di quelle zone nelle quali sono così violentemente scoppiate.
Pittalis ha sollecitato decisioni "forti e immediate" da parte della Giunta, che deve abbandonare l'inutile balletto delle accuse con il Governo ed assumere le sue responsabilità.
Per queste ragioni, ha concluso Pittalis, il presidente Palomba e l'assessore Onida devono fare le opportune comunicazioni all'Aula.Il presidente Milia ha ricordato come l'assessore Onida abbia chiesto un giorno di congedo proprio per incontrare a Roma il ministro Ronchi; il presidente Palomba farà conoscere le sue intenzioni.
Il primo oratore della seduta, sul piano socio-assistenziale, è stato l'on. Macciotta (Misto-Patto dei Democratici). L'oratore dopo aver ricordato come il precedente piano regionale fosse particolarmente carente in alcune sue parti, ha lodato la bontà del provvedimento all'attenzione dell'Aula.
Gli obiettivi del nuovo Piano, ha sottolineato Macciotta, sono realistici e qualificanti, in quanto si punta ad affrontare e risolvere i problemi che gravano sui minori, sulle donne, sugli anziani e sui meno abbienti, le categorie più deboli e meno tutelate dalla società sarda. Certamente si sarebbero potute mettere a punto linee guida più incisive e razionali, anche perchè molti obiettivi appaiono "condizionati" dai collegamenti tra le varie iniziative, ma l'impostazione generale appare comunque in grado di rispondere alle reali esigenze della società isolana.
Macciotta, quindi, ha analizzato i diversi aspetti tecnici del piano approfondendone alcuni. Di particolare importanza il ruolo ed il coinvolgimento del nucleo familiare, che può diventare un reale soggetto attivo nel campo della politica socio-assistenziale della Regione. Questo ruolo della famiglia trova nuova valorizzazione nel processo di educazione e di recupero di situazioni particolari. Macciotta si è soffermato anche su recenti fatti di cronaca, ribadendo l'esigenza, la necessità, di prevvedere interventi a sostegno della famiglia anche per cercare di risolvere tutti i problemi che gravano sul nucleo familiare.
Famiglia, lotta alla povertà ed all'esclusione sociale, valorizzazioni delle iniziative di volontariato, l'esaltazione della solidarietà umana, ha aggiunto Macciotta, sono aspetti di una società viva e sensibile ai problemi dei meno fortunati.
Il piano inoltre propone interessanti organismi di controllo e di programmazione che serviranno per migliorare gli interventi generali e le strutture operative, in modo da rendere ancora più incisivo il piano predisposto dall'assessorato.
Concludendo il suo intervento Macciotta ha analizzato sinteticamente i due progetti-obiettivo, quello a favore dell'infanzia e delle donne e quello per gli anziani. Particolarmente significativa, infine, l'iniziativa di un "centro d'ascolto" realizzato nel Liceo Siotto di Cagliari, proprio per "conoscere e sostenere" gli adolescenti.
Il giudizio complessivo espresso da Macciotta sul Piano è stato, quindi, positivo.Dopo l'intervento dell'on. Macciotta, intervenendo sull'ordine dei lavori, l'on. Biancareddu (F.I.) ha ricordato la mozione approvata dal Consiglio il 3 luglio scorso che impegna la Giunta a presentare entro il mese di luglio il provvedimento legislativo per il riordino del sistema delle province e la istituzione di nuove. Biancareddu ha, quindi, chiesto la sospensione dell'esame del Piano socio-assistenziale e la presentazione del DL sul decentramento e l'istituzione delle nuove Province.
Decisamente contrario alla richiesta di sospensione si è dichiarato l'on. Vassallo (capogruppo di Rifondazione Comunista), il quale ha proposto di respingere la richiesta di sospensiva e di proseguire l'esame del Piano socio-assistenziale.
La Giunta certamente, entro la fine di luglio, farà conoscere la sua posizione sulle nuove Province e trasmetterà al Consiglio il relativo provvedimento. L'on. Fadda (assessore alla Sanità) ha annunciato che la Giunta osserverà le indicazioni consiliari e farà consoscere le sue proposte prima della fine del mese.
Perplessità per la richiesta di sospensione sono state espresse dall'on. Busonera (Progr. Fed.) la quale ha lamentato come "proprio nel bel mezzo della discussione del Piano" un provvedimento particolarmente importante ed atteso, se ne chiede la sospensione. Forse il problema delle nuove province è più urgente ed importante della sollecita approvazione di questo Piano socio-assistenziale si è chiesta Busonera ed ha, quindi, chiesto la prosecuzione del dibattito sull'argomento all'ordine del giorno.
Nel dibattito sull'ordine dei lavori è intervenuto anche l'on. Balia (PDS-PS) il quale dopo aver sottolineato come "il collega Biancareddu ami polemizzare ed interrompere quando qualcuno non la pensa come lui" ha riconosciuto la "validità" della richiesta avanzata di esaminare la legge sulle province.
La legge sul riordino degli Enti provinciali è molto importante, ha aggiunto Balia, ma la richiesta di "sospensiva" sembra il tentativo di "stornare l'Aula dall'esame di argomenti che sono altrettanto importanti".
Si può concludere l'esame del Piano socio-assistenziale, poi passare ad affrontare gli altri temi importanti che sono all'attenzione del Consiglio.La richiesta dell'on. Biancareddu è stata, quindi, posta in votazione per appello nominale, come richiesta dall'on. Bonesu.
La votazione ha avuto questo risultato:
Presenti 69
Votanti 66
Astenuti 3
Favorevoli 25
Contrari 41.La "sospensiva" è stata respinta ed è proseguito l'esame del Piano socio-assistenziale.
Il secondo Piano socio-assistenziale arriva a 8 anni di distanza dal primo, ha affermato l'on. Busonera (Progr. Fed.), ed in questo periodo vi sono stati notevoli mutamenti nella società italiana.
Illustrando alcuni aspetti del Piano, Busonera ha ricordato che diversi interventi del Piano precedente sono stati disomogenei ed hanno provocato notevole sperpero di risorse. Il nuovo Piano parte da presupposti diversi, tenendo conto delle mutate realtà sociali. Il Piano adotta anche criteri diversi per la sanità integrata, aprendo al volontariato e ai settori no-profit, puntando sulla prevenzione e fissando gli standard dei servizi erogati.
E' prevista inoltre una revisione delle strutture organizzative, valorizzando le competenze esistenti e prevedendo interventi per la formazione professionale. Secondo Busonera, però, esistono ancora dei punti da chiarire nei rapporti tra Comuni e Regione, che non sono posti su un piano di parità.
Busonera ha poi sottolineato il fatto che il Piano può favorire un processo di federalismo interno, mentre, per le risorse, pur risultando adeguate, richiedono una nuova razionalizzazione della spesa.
Sul progetto obiettivo-anziani Busonera ha sostenuto che oggi non esistono strumenti e servizi per fronteggiare la non autosufficienza, strumenti e servizi ancora da individuare.
Il Piano, ha proseguito Busonera, fa fronte anche ai problemi delle nuove povertà e dell'emarginazione sociale delle categorie più deboli.
L'impostazione del Piano, ha concluso Busonera, è quindi condivisibile sotto tutti i punti di vista.Alcune brevi considerazioni sul piano sono state svolte anche dall'on. Bonesu (PSd'Az) il quale ha lamentato l'eccessiva ampiezza del Piano stesso. Come faranno gli operatori ad applicare un Piano così verboso e complesso, una grande esercitazione sociologica, terribilmente vasta ed eccessivamente difficile anche da leggere?
Bonesu ha, quindi, lamentato il contenuto di certe indicazioni, delle previsioni di crescita e di migrazione interna della società sarda. Secondo le previsioni del Piano, ha aggiunto Bonesu, la popolazione sarda è ormai destinata ad estinguersi; in questo caso i problemi analizzati dal piano saranno naturalmente risolti, perchè bambini ne nascono sempre meno mentre gli anziani hanno il brutto vizio di morire.
Ci sono, comunque, impostazioni generali e metodologiche assolutamente da respingere. L'oratore ha approfondito alcuni temi quali quelli della fornitura di servizi ai sardi, ma ha lamentato le grandi carenze esistenti nel settore degli asili nido, nell'iniziativa in favore dei deboli e degli anziani, il trasferimento di competenze agli Enti locali.
L'impostazione generale non è condivisibile, ha aggiunto Bonesu, perché si sono previste strutture superate, investimenti insufficienti, iniziative assolutamente inadeguate ad affrontare la realtà sarda. Un Piano "condizionato" da scelte sociologiche, ha concluso Bonesu, non in linea con le reali necessità della Sardegna, un Piano elaborato e proposto per una società senza speranza e senza futuro, un Piano non in grado di affrontare i problemi della Sardegna.
Le previsioni di crescita sono, infatti, molto basse e se la realtà sarda non muta la società certamente non aumenterà e non crescere il suo livello sociale e civile.Il Piano prevede un ampio sistema di garanzie sociali e civili, ha affermato l'on. Schirru (Progr. Fed.), ma nonostante ciò rimane il rischio di un'eccessiva burocratizzazione che può andare a sfavore delle fasce più deboli, particolarmente dei non autosufficienti. Per Schirru poca attenzione è stata dedicata inoltre al mondo delle donne sole.
Inoltre vi è un'eccessiva frammentazione degli Enti che devono attuare gli interventi, mentre occorrerebbe indicare "chi fa e che cosa deve fare", anche alla luce delle leggi Bassanini.
E' urgente recepire nel DPEF l'utilizzo della programmazione negoziata anche per le politiche sociali, ha detto ancora Schirru, che ha poi valutato positivamente l'introduzione della verifica dei progetti.
Schirru ha concluso affermando che occorre introdurre la nuova figura professionale "dell'operatore di strada", mentre deve restare ai comuni la facoltà di assunzione degli operatori sociali. Nel complesso il Piano è apprezzabile per l'obiettivo del benessere sociale dei cittadini.I frutti di questo Piano socio-assistenziale si vedranno nella prossima legislatura e questo è un guaio, perchè chi lo ha elaborato avrebbe potuto apportare i necessari correttivi. L'on. Petrini (Rinnovamento Italiano) si è particolarmente soffermata sugli aspetti che interessano i bambini e gli anziani, gli anelli deboli della società moderna.
Petrini ha quindi, indicato alcuni interventi pratici che possono servire a migliorare il sistema nel suo complesso. La residenza sanitaria assistita, gli interventi di sanità domiciliare, altre iniziative quali le unità valutative geriatriche (previste ma non istituite), le rette giornaliere, le strutture familiari, sono altri aspetti di un problema che può e deve essere affrontato con grande tempestività ed oculatezza.
Il Piano, comunque, ha concluso Petrini, è un'ottima base sulla quale si potrà lavorare ogni anno, per renderlo migliore e più adatto alla realtà isolana.Il tema delle risorse e delle disponibilità finanziarie è stato affrontato anche dall'on. Cherchi (Progr. Fed.) la quale si è soffermata sulle nuove povertà e sugli emarginati della società.
Certe iniziative sono umilianti, non solo per chi riceve certi aiuti, ma anche per chi li dà, ed il Piano socio-assistenziale sembra ora proprio una "camera di compensazione" tra le esigenze dei più poveri e quelle generali della società.
Il Piano socio-assistenziale è un piano molto buono, ha aggiunto Cerchi, ma non permetterà di affrontare tutti i grandi problemi ai quali sta andando incontro la società isolana. La razionalizzazione della scuola, ad esempio, porterà alla chiusura di molte scuole e lo studio sarà riservato solo alle classi più ricche. La formazione professionale, l'avviamento al lavoro sarà un altro tema di grande importanza sociale e civile.
I comuni, tutti i comuni, sono costretti ad impegnare gran parte delle loro disponibilità finanziarie proprio per venire incontro a questi nuovi bisogni.
Se non ci saranno iniziative concrete, realmente garantite e finanziate, sarà difficile affrontare i bisogni veri di chi soffre, di chi è ai margini della società.
Certi aspetti dei piani socio-assistenziali hanno anche aspetti umoristici. I viaggi per i vecchi, in tutte le parti del mondo, le vacanze e le animazioni per i bambini sono iniziative che vengono richieste e sollecitate all'ente pubblico, mentre prima erano riservate solamente ad iniziative private o volontaristiche.
L'Ente pubblico, nella applicazione del Piano socio-assistenziale, è troppo spesso chiamato a sostituirsi al privato, ha aggiunto Cherchi, anche nella organizzazione di un corso di fotografia per ragazzi a rischio.
L'Ente pubblico deve, invece, occuparsi di problemi ben più gravi ed importanti. Il mondo delle devianze giovanili, quello delle tossicodipendenze, ad esempio, hanno bisogno di interventi diversi da quelli soliti. Non si possono prevedere iniziative eslcusivamente burocratiche, ha concluso Cherchi, spesso ci vogliono rapporti interpersonali diversi, confronti continui. Il contatto con la realtà impone di tener conto di quelle che sono le esigenze della persona umana, di una società in continua evoluzione, che ha bisogno di analisi approfondite, di soluzioni moderne e realmente incisive.
Il Piano, comunque, è buono e Cherchi si è augurata che venga applicato nel modo migliore.Il provvedimento inciderà profondamente sulla qualità della vita in Sardegna, ha detto l'on. Floris (F.I.), anche se le risorse disponibili appaiono inadeguate.
Dopo aver rivolto un plauso al lavoro svolto dalla Commissione, Floris ha richiamato l'attenzione dell'assessore alla Sanità sugli aspetti economici.
Dopo aver giudicato positivamente l'apertura a soggetti privati, Floris ha concluso sottolineando la necessità di un continuo controllo vista la molteplicità dei soggetti interessati.Si deve elogiare il lavoro della Commissione, ha sostenuto l'on. Salvatore Sanna (Progr. Fed.), che ha poi ricordato come il Piano discenda dalla legge n. 4 del 1988, legge che mostra molti limiti e impedisce agli strumenti attuativi di dispiegare tutte le possibilità.
Nel frattempo sono stati modificati anche compiti e funzioni degli Enti attuatori, quindi occorrerà quanto prima provvedere ad una revisione della legge n. 4 per adeguarla alle nuove norme. Altrimenti ci sarà molta confuzione con la sovrapposizione di ruoli e funzioni.
Per Sanna si deve partire dall'individuazione del soggetto istituzionale più vicino al cittadino, cioè il Comune, secondo il principio di sussidiarietà.
Nel Piano è previsto l'intervento di più soggetti istituzionali, dalla Regione al Comune e alle ASL, con dispersione di risorse finanziare ed uname.
Nel Piano si dovrà specificare, attraverso una Conferenza di servizi , l'entità delle risorse disponibili e il piano degli obiettivi da perseguire.
Sanna si è poi soffermato sugli aspetti relativi alle ASL che "stanno portando avanti scelte che penalizzano i cittadini" basandosi solo sulla politica del risparmio, accentrando servizi e riorganizzandosi su basi puramente economiche che non tengono però conto dei costi sociali.
Le ASL devono essere obbligate a mettersi al servizio del territorio, ha concluso Sanna, ricordando inoltre che il problema della "polverizzazione dei Comuni" unitamente alla "politica idiota del risparmio" comporta costi sociali altissimi, vista la geomorfologia della Sardegna, e che i Consorzi non sono adatti alla gestione dei servizi socioassistenziali.Concludendo il dibattito generale sul Piano socio-assistenziale e replicando ai numerosi intervenuti nel dibattito, l'on. Fadda (assessore alla Sanità) ha illustrato le linee generali alle quali ci si è ispirati per predisporre questo programma particolarmente importante e complesso.
Questo piano ha una finalità culturale, ha il grande pregio di aver portato all'attenzione di tutti i principali soggetti che operano nella società sarda i gravi problemi che pesano sulla Sardegna.
Il decentramento ai comuni è stata una scelta avanzata e molto moderna; così come sono apparsi efficaci gli interventi per la realizzazione dei centri sociali per i giovani, anche per intervenireper risolvere le devianze giovanili; i progetti obiettivo, la realizzazione di strutture di accoglienza, di residenze assistite sono tutti interventi di grande efficacia. Tanto è vero che l'esempio sardo è stato copiato da altre regioni.
Per attuare questo Piano la Regione ha trasferito agli Enti locali molte risorse economiche. Ma i trasferimenti finanziari non bastano: non appena lo Stato trasferirà altri fondi, questi saranno utilizzati per finanziare altre iniziative.
Ci sono altri aspetti del Piano, ha aggiunto Fadda, di particolare importanza, quali quelli che prevedono l'accorpamento di strutture tra Comuni limitrofi e la realizzazione di nuove strutture consortili. I comuni devono collaborare a questo grande programma di razionalizzazione, anche perchè appaiono assolutamente imposto dalla situazione contingente.
La Regione, ha concluso Fadda, farà ogni sforzo possibile per migliorare i livelli dell'intervento e per renderlo sempre più adeguato alle esigenze della società sarda.L'on. Biancareddu (F.I.) ha chiesto il voto segreto, preannunciando che l'opposizione abbandonerà l'Aula, non per contestare il merito del Piano, ma perchè "la maggioranza si deve votare i suoi provvedimenti".
Il Presidente ha messo in votazione il passaggio all'esame dei paragrafi del Piano.
La votazione è stata dichiarata nulla per mancanza del numero legale.
I lavori del Consiglio
proseguiranno alle ore 17.