Nota stampa
della seduta n. 299 antimeridiana del 28 maggio 1998


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Salvatore Zucca.

Discussione della Mozione n. 150
di censura e sfiducia alla Giunta regionale
per il contegno assunto nel non opporsi
al decreto istitutivo del Parco del Gennargentu
contro il parere del Consiglio regionale.

In apertura di seduta l'on. Bonesu (PSd'Az), intervenendo sul regolamento, ha chiesto delucidazioni sull'approvazione della legge sulla sub-delega ai comuni in materia paesistica.
Se si trattava di una legge rinviata la votazione, priva di maggioranza assoluta, non è valida. Se al contrario, si trattava di una "nuova legge" allora esistono vincoli formali e sostanziali che ne limitano la validità.
Bonesu ha anche paventato la possibilità che, per questo voto, si possano aprire pericolosi varchi nella autonomia dell'assemblea legislativa. L'esponente del PSd'Az. ha, quindi, chiesto un riesame del problema da parte della Presidenza e la "non approvazione" del provvedimento.

Sullo stesso argomento è brevemente intervenuto l'on. Piero Usai (Progr. Fed.), il quale ha ricordato di aver più volte chiesto durante l'esame del provvedimento, il rinvio, alla seduta odierna, del voto conclusivo sulla legge, proprio per evitare il rischio della mancanza del quorum previsto per la riapprovazione delle leggi rinviate. La Presidenza di turno aveva invece dichiarato che si trattava di una "nuova legge" e che quindi non vi era alcun problema di quorum.
Invece, sembra che "qualche problema" ci sia e la Presidenza si è riservata di "dare la sua interpretazione" in un secondo tempo.

La mozione di censura e di sfiducia nei confronti della Giunta, per la vicenda del Parco del Gennargentu è stata illustrata dal capogruppo di Forza Italia. L'on. Pittalis ha ricordato come l'esecutivo abbia l'obbligo di rispettare le decisioni e le indicazioni dell'Assemblea regionale. La Giunta, invece, non ne ha tenuto alcun conto ed ora deve trarne le doverose conseguenze, dimettendosi di fronte al Consiglio regionale. "E devono essere dimissioni vere" ha aggiunto Pittalis, non "false" come quelle dell'assessore Loddo. Questa Giunta non tiene in alcun conto le indicazioni assembleari e questo consiglio, se non vuole passare alla storia come il peggiore di cinquant'anni di vita autonomistica, deve prendere le opportune decisioni.
Il capogruppo di F.I. ha ricordato come la mappa per la perimetrazione del Parco del Gennargentu fosse ben nota al presidente della Giunta, che quindi ha firmato conscio di quello che firmava. Il decreto, comunque, deve essere ritirato e sarà ritirato, ha aggiunto Pittalis, perchè il Consiglio regionale deve avere la forza e l'autorevolezza necessarie per imporre le proprie decisioni e non subire quelle di ministri arroganti e tracotanti.
Questa Giunta, inoltre, colleziona insuccessi e porta avanti proposte e progetti lacunosi ed inutili. Il parco di Tavolara è stato deciso a Roma e alla sua gestione non partecipano i sindaci "scomodi" come quello di Olbia; il master-plan è stato scherzosamente liquidato come inutile dal segretario di R.C. Valentini.
L'esecutivo, quindi, si batte per progetti come la gassificazione del carbone Sulcis e la metanizzazione che non saranno mai realizzati o che costeranno un mare di miliardi senza nessuna utilità reale.
Ritornando sul caso Parco, Pittalis ha chiesto una iniziativa decisa da parte del Consiglio che porti alla revoca del decreto recentemente pubblicato. Il Consiglio, poi, deve confrontarsi con le popolazioni interessate, indicare quali saranno le misure aggiuntive ed i finanziamenti che verranno dopo l'istituzione del parco nazionale.
Pittalis ha anche chiesto al Presidente del Consiglio di far osservare alla Giunta le decisioni e le indicazioni dell'assemblea legislativa regionale. Anche per difendere le prerogative dello stesso Consiglio e per tutelare la realtà democratica ed autonomistica, troppo spesso calpestata e maltrattata anche dallo stesso esecutivo regionale.
Di fronte all'atteggiamento di questo esecutivo, che ha mostrato tutta la sua notevole incapacità politica, ha concluso Pittalis, non resta altro da fare che sollecitarlo ad abbandonare il suo posto ed a dimettersi.

La mozione di sfiducia del Polo, ha affermato l'on. Ghirra (Progr. Fed.), conferma che la destra è per la conservazione. Non si vuole il Parco del Gennergentu nè altri Parchi, regalando ai sardi la mancanza di prospettive di sviluppo. C'è una visione caricaturale dell'ambientalismo secondo la quale non si deve toccare niente.
Per Ghirra, la differenza tra destra e sinistra sta nella volontà, per la sinistra, di modificare il mondo, mentre la destra è per la conservazione.
Il vero ambientalismo prevede l'uso razionale delle risorse naturali per uno sviluppo equilibrato, ha proseguito Ghirra, ma se il ministro Ronchi ha commesso degli errori non si può dire "no" al Parco. C'è la possibilità di sedersi intorno ad un tavolo per costruire un vero progetto di sviluppo con il consenso delle popolazioni. Chi governa deve creare consenso e costruire, ha aggiunto Ghirra, e le popolazioni possono essere interessate al Parco solo se saranno opportunamente informate sui benefici che si avranno. Su questo piano si dovranno verificare le capacità di governo dell'Ulivo.
Questo è uno dei terreni d'azione per capire se anche all'interno dell'Ulivo ci sono le forze della conservazione. In questa legislatura ci si è cimentati sull'occupazione del potere, ma poco si è fatto per lo sviluppo e l'occupazione, con la valorizzazione del nostro patrimonio ambientale.
Dopo aver accennato ai tentativi di speculazione edilizia sulle coste, Ghirra ha affermato che la demagogia non crea sviluppo, e l'opposizione non è capace di presentare progetti alternativi.
Il ministro Ronchi si è dichiarato disponibile a rivedere il decreto e tutto il Consiglio si dovrà battere affinché il governo del Parco sia affidato alle amministrazioni delle zone interessate. I sardi, ha concluso Ghirra, vogliono atti di governo, e non pura propaganda.

La mozione di sfiducia è un modo forte di proporre la questione del Parco del Gennargentu alla Giunta ed al Consiglio, ha detto il capogruppo sardista Bonesu. Nell'interesse della Sardegna auspichiamo che venga accolta, ma nel nostro interesse ci auguriamo che questa giunta duri in carica un altro anno perché costruirà così, con le sue stesse mani, il passaggio all'alternanza.
Bonesu ha svolto alcune riflessioni sulla marcata tendenza al centralismo dimostrata dalla maggioranza romana ed avvallata dalla maggioranza in Sardegna, che è del tutto consona alle direttive di Roma. La materia ecologica è infatti diventata un tabù: basta nominare la parola magica "ecologia" perché tutte le regole vengano meno; e ciò in virtù del fatto che il gruppo dei verdi è funzionale alla stabilità del Governo: il ministro Ronchi lo sa ed approfitta di questa occasione per dare sfogo al suo furore ecologico.
Si è così dimenticato che i decreti non devono piovere dall'alto ma, almeno in questa materia, devono scaturire dalla coscienza civica dei cittadini; e poiché le comunità locali sono le più vicine ai cittadini, è ad esse che bisogna rivolgersi e da esse si devono avere le sollecitazioni. In realtà il concetto di parco è nella sua essenza una rinuncia a regole di tutela, almeno per come lo intende lo Stato; la filosofia del parco appartiene infatti alla società antinaturalista che ritiene che vi siano zone dove è possibile inquinare e zone da salvare per il piacere dell'week end . E soprattutto ritiene che per lo Stato il congelamento di un territorio sia un modo per ovviare a costosi problemi di sviluppo.
Bonesu ha poi detto che attende ancora di conoscere il dossier sul parco che l'assessore all'Ambiente aveva promesso di far avere al Consiglio. In ogni caso la Giunta deve tutelare la sua autonomia opponendosi al decreto del ministro. Il problema è, secondo Bonesu, se lo stesso decreto sia conforme alle intese stipulate con la Regione oppure no. Se la risposta è sì la totale responsabilità ricade sulla Giunta; se è no, l'esecutivo deve impugnare il decreto davanti alla Corte Costituzionale che non avrà difficoltà, come in passato è avvenuto, a dare ragione alla Sardegna.

La posizione delle minoranze, specie di quelle liberaldemocratiche, è stata illustrata anche dall'on. Floris (F.I.), il quale ha respinto le accuse dell'on. Ghirra ed ha rivendicato coerenza e chiarezza alla sua parte nello svolgimento del proprio ruolo politico.
Floris ha sottolineato come la mozione di F.I. abbia fatto emergere i contrasti e l'inadeguatezza della coalizione e la pochezza politica dell'esecutivo in carica.
Dopo aver ripercorso i diversi passaggi che hanno caratterizzato i quattro anni di questa legislatura, dopo aver contestato l'operato dell'esecutivo, Floris ha criticato tutta l'azione della Giunta Palomba, incapace di affrontare il grave problema dell'occupazione, "salvo quella dei posti di sottogoverno". Il presidente Palomba e la sua Giunta non hanno saputo fare nulla e non sono in grado di fare nulla, come è anche emerso nella recente conferenza per il lavoro e nella predisposizione del DPEF, appena presentato e subito trasformato ampiamente, per tenere conto delle indicazioni fornite dalle forze sociali ed imprenditoriali.
Tutti gli atti del Governo, tutti i programmi sono vani ed inesistenti, ha aggiunto Floris, e non servono ad affrontare i gravi problemi che caratterizzano la società sarda. Il parco, i parchi, lo sviluppo delle coste, del turismo sono tutte grandi occasioni mancate. Non esistono scelte, non esistono piani di valorizzazione reali, non esistono programmi per rivitalizzare l'ambiente ed i centri storici, per valorizzare le risorse isolane. Certamente non si è fatto nulla neanche nel campo delle riforme istituzionali perchè, anche in questo particolare settore, le iniziative e le proposte sono inconsistenti, inutili.
Quattro anni vuoti, sprecati, quasi sette crisi, l'apparato regionale allo sbando, il personale male utilizzato e demotivato, ha ricordato Floris ed ha indicato nella vicenda carbone Sulcis, nei casi Enel e Telecom, in molte altre iniziative economiche, nella doppia veste del vice ministro Cabras tutta una serie di esempi della assoluta incapacità di questa Giunta.
In questi quattro anni di governo della sinistra - tra l'altro - non è stato fatto nulla in settori strategici quali quelli dell'energia, del credito, dei trasporti, dell'industria, dell'agricoltura, della scuola e sanità. Questa maggioranza ha mostrato, quindi, una assoluta e totale incapacità di guidare lo sviluppo della Regione ed una totale mancanza di progettualità politica.
La Giunta e la maggioranza che la sostiene devono andare via, devono passare la mano e F.I., in questo quadro quanto mai fosco, si candida già da ora per guidare, nel prossimo futuro, la Sardegna e farle compiere un reale balzo in avanti. Floris ha, quindi, concluso il suo intervento, confermando il pesante e negativo giudizio personale e del suo gruppo sull'azione politica della maggioranza che sostiene l'esecutivo in carica.

Per l'on. Paolo Fois (Progr. Fed.), la mozione di sfiducia è basata sul fatto che è stato disatteso l'ordine del giorno del Consiglio del 30 aprile scorso.
L'ordine del giorno chiedeva la sospensione del decreto, la rinegoziazione dell'intesa e la revisione della legge 394 in merito all'istituzione dei Parchi e alla tutela dei beni naturali.
La sospensione del decreto era stata richiesta per arrivare ad un clima più disteso per rinegoziare la nuova intesa. Ma non si deve perdere di vista il fatto che gli indirizzi del Consiglio erano stati dati a cose fatte e non per qualcosa che doveva essere fatto. Ciò richiede una attenta valutazione sul piano giuridico per capire se la firma del decreto pregiudica la ripresa del negoziato.
Secondo Fois, il negoziato può riprendere senza problemi, raggiungendo così uno degli obiettivi richiesti dal Consiglio che da oggi deve dare precise indicazioni alla Giunta circa le basi sulle quali riaprire il negoziato. Così come dovrà essere il Consiglio a dare gli indirizzi ai quali la Giunta dovrà attenersi per la revisione della legge 394.
Questi sono i motivi per i quali, secondo Fois, l'ordine del giorno non è stato disatteso dalla Giunta. Ecco perchè, ha concluso Fois, voterà contro la mozione del Polo.

L'esponente di A.N. Frau ha incominciato il suo intervento ricordando che il sottosegretario Calzolaio aveva di recente affermato che la questione del Parco del Gennargentu sarebbe stata rinegoziata con la Sardegna. Solo dopo pochi giorni però, ha detto Frau, è stato firmato il decreto con i confini contestati dai comuni.
Quindi, una presa in giro nei confronti della Sardegna e dei suoi organi istituzionali, una dimostrazione di spregio anche nei confronti dell'ordine del giorno approvato dal Consiglio.
In poche parole, ha detto Frau, a Roma hanno fatto ciò che hanno voluto, avvalendosi della debolezza della dirigenza politica della Sardegna. Questo pasticciaccio pare essere il solito gioco delle parti nel quale il ministro Ronchi ha la possibilità di scaricare le responsabilità ad altri, e quindi alla Regione sarda che aveva indicato le delimitazioni del parco.
Rivolgendosi alla Giunta Frau ha insistito sull'arroganza del ministro verde e sul vassallaggio dell'esecutivo alla politica romana che calpesta la volontà non solo del consiglio, ma anche delle popolazioni coinvolte nell'istituzione del Parco. Ronchi, senza alcun coordinamento con la Regione, ha detto ancora Frau, ha anche firmato un decreto che istituisce il Parco di Tavolara escludendo il comune di Olbia, nel cui territorio risiede gran parte della zona posta sotto tutela. E' un fatto gravissimo, un ulteriore schiaffo alla Sardegna ed alla Giunta.
Sono, ha detto ancora Frau, prevaricazioni inaccettabili.
Concludendo, l'oratore ha invitato l'intera Giunta a dimettersi almeno in segno di protesta per i gravi insulti di cui l'intera Sardegna, nella sua prerogativa autonomistica, è stata vittima.

"Quando serve, su un problema importante quale è quello del Parco del Gennargentu, l'unità delle forze politiche, il Consiglio si divide". L'on. Berria (Progr. Fed.) ha ricordato come sul problema Parco si sia raggiunto, in altre occasioni, un accordo. Ora, se sullo stesso problema ci si divide per valutazioni politiche sull'operato della Giunta, vuole dire che si fa demagogia.
Berria ha ricordato come, su questo tema, ci siano contrasti, forti tensioni, ma anche come le popolazioni chiedano decisioni chiare, certezza nelle posizioni, decisioni di governo. Le amministrazioni comunali, "quelle amministrazioni comunali" sono sottoposte a fortissime pressioni ed esiste un reale rischio di abbandono. Berria ha, quindi, ricordato come nell'ordine del giorno unitario approvato dal Consiglio ci fossero i tre principi fondamentali sui quali il governo ed il Consiglio regionali devono impegnarsi, confrontarsi, decidere.
Il compito della classe politica sarda è proprio questo, ha aggiunto l'oratore. Il decreto deve essere sospeso, si deve riprendere il confronto con il governo, si cerchi il consenso tra le popolazioni ed in base al principio dell'adesione e della libera scelta si dia il via ad una nuova intesa Stato-Regione e, quindi, al Parco.
Concludendo il suo intervento Berria ha, quindi, chiesto uno sforzo politico unitario, uno sforzo alto, per riprendere il cammino da quell'accordo ed operare per il bene e nell'interesse delle popolazioni di quelle zone interessate alla istituzione del Parco del Gennargentu.

Premettendo che questa maggioranza ha solo prodotto governi fallimentari, l'on. Balletto (F.I.) ha ripercorso le tappe della presidenza Palomba, ognuna delle quali ha segnato colpi gravissimi all'economia ed alla società sarda, a cominciare dalle vicende dei parchi per continuare con la questione della continuità territoriale, con le complesse vicende della gassificazione del Sulcis, del parco geominerario, della metanizzazione, del mantenimento dell'Ente minerario sardo e via dicendo.
La storia del Parco del Gennargentu si inquadra in questo contesto, e nella volontà da parte della maggioranza di continuare a conservare e gestire l'esistente soltanto per mantenere il consenso attraverso la spartizione di fette di potere consolidate.

Secondo l'on. Diana, componente verde del gruppo progressista, le popolazioni coinvolte nella costituzione del Parco del Gennargentu hanno trovato, in questi ultimi mesi, molti nuovi amici - novelli talebani il cui moto è "il parco non passerà" a sostenere le posizioni di arretramento verso la conservazione. Poco importa, ha aggiunto, se i centri dell'interno si spopolano, se vengono soppresse le scuole, se l'economia assistita trionfa e lo sviluppo sociale segna il passo. Mentre tutto il mondo cambia, da noi si rilanciano slogan contrari ad ogni presupposto di apertura verso sistemi di civile gestione dei propri territori.
La verità, ha insistito Diana, è che si ha paura di misurarsi con la reale capacità di gestire il nuovo: non si tratta quindi di centralismo arrogante, non è colpa del ministro Ronchi ma della volontà di lasciare ad altri responsabilità che sono soltanto dei sardi. Ed un'altra verità: la politica dei parchi non decolla perché la stessa maggioranza non ci crede veramente. Ancora oggi, ha aggiunto Diana, si parla di decreto che istituisce il parco in maniera errata, perché il decreto di istituzione è ormai di vecchia data mentre l'atto recente del ministro stabilisce l'istituzione dell'ente parco.
Parlando quindi dell'ordine del giorno votato dal Consiglio, l'oratore ha affermato che rimane in piedi nella sua interezza; nel documento di impegno per la Giunta si dice infatti che deve essere ripreso il dialogo per costruire il consenso, per correggere gli errori e per stabilire una scelta di civiltà che porta allo sviluppo con regole chiare ed il coinvolgimento delle popolazioni.
Infine Diana si è chiesto come mai sia stata approntata e presentata una cartografia con le delimitazioni dei territori senza il consenso delle comunità interessate. "Tutti noi aspettiamo una risposta" ha detto. Ed ha aggiunto che il ministro Ronchi ha indicato chiaramente che è possibile costruire una nuova intesa che modifichi la precedente. Sarebbe quindi sbagliato attardarsi a sottolineare gli elementi di forte contrapposizione anziché accogliere la possibilità di accordi politici che portino all'attuazione del parco attraverso la libera espressione della volontà di tutti.

Il problema Parco, un tema che interessa tutte le forze politiche, è stato affrontato anche dell'on. Marco Tunis (F.I.), il quale ha lamentato come non ci siano posizioni chiare ed univoche, su temi di così ampio respiro. Sul problema parchi, sul problema lavoro e rilancio economico alcuni esponenti della maggioranza prendono una posizione ed altri una posizione contraria, in modo da poter avere i piedi in due staffe e proporsi come "buoni in ogni occasione". F.I. invece ha sempre avuto una posizione chiara ed univoca. Tunis ha ricordato, ad esempio, come per il parco di Molentargius F.I. abbia proposto le sue modifiche, migliorando il testo in esame e dato un fattivo contributo alla istituzione del quel Parco.
Certamente, quando i parchi pongono vincoli ed impediscono qualunque tipo di attività, allora F.I. si schiera contro queste ingiuste imposizioni. Tunis ha ricordato come sia diversa la sensibilità ambientale, nelle diverse parti dell'Isola, e come siano differenti le esigenze delle popolazioni che vivono in una zona o in un'altra. Nei confronti dei parchi e delle riserve esistono sempre remore e riserve, ha aggiunto l'oratore, e contro questi vincoli si scatena la rabbia di coloro che tali imposizioni non vogliono accettare.
I verdi di ogni colore, ha denunciato Tunis, hanno fatto scappare l'Aga Khan; hanno fatto sparire il nome della Sardegna dalla scena mondiale, ora perdiamo altra ricchezza perchè si vuole bloccare tutto. Non si può continuare a chiacchierare senza decidere mai.
I problemi vanno affrontati e risolti, perchè altrimenti sale la tensione, scendono in campo forze ed interessi compositi e contrastanti, emerge il particolarismo e la richiesta politica individuale. Per Tunis questo è il frutto della scarsa capacità politica di questa Giunta, di questa maggioranza, che non è in grado di decidere un programma serio, di portare avanti una linea di governo coerente e concordata.
Per queste ragioni F.I., ha concluso Tunis, difende il Parco ma difende, prima di tutto, il diritto delle popolazioni di scegliere o meno se farne parte.

La vicenda del Parco si sta caricando si significati che non ha, ha quindi affermato l'on. Falconi (Progr. Fed.), ma il fatto grave è che non produrrà niente. Si interviene in un territorio molto difficile e in modo politicamente errato: in quei territori ci sono 20 comunità, 18 delle quali sono guidati da sindaci dell'Ulivo. Ciò dimostra che esistono contraddizioni anche al nostro interno, ha aggiunto Falconi, e il nostro compito è proporre soluzioni reali che diano sbocchi economici e di sviluppo.
Si sta intervenendo in modo sbagliato, ha ribadito Falconi, sia da parte dei politici che della stampa. In particolare, secondo Falconi, un editoriale di un quotidiano "invitava a sparare contro i consiglieri regionali", senza che nessun magistrato sia intervenuto. Pratobello non deve diventare la vallata del "no" allo sviluppo, ha detto ancora Falconi, ma Pratobello deve diventare la vallata dello sviluppo contro chi vuole che resti il crocevia degli abigeatari.
Sulla mozione, Falconi ha accusato F.I. di perseguire una strategia di opposizione errata. "Il collante per la Giunta è rappresentato dalle vostre mozioni", ha proseguito Falconi, mentre il tempo dovrebbe essere utilizzato in modo più produttivo.
Dopo aver ricordato l'unità trovata sull'ordine del giorno sulla questione del Parco, Falconi ha sostenuto la necessità che ognuno dica chiaramente se è a favore del Parco o se è contrario. L'ordine del giorno prevedeva la necessità della rinegoziazione, non l'abolizione del Parco.
Se ci sono stati errori da parte del Governo, non per questo ci si deve fasciare la testa. Occorre lavorare per rivedere il decreto e la perimetrazione del Parco, per poter ristabilire la serenità nelle collettività e nel mondo politico. Non si può continuare a inseguire una manciata di voti per le prossime elezioni, rinunciando ad una speranza di sviluppo per la Sardegna.

"L'on. Palomba, presidente della vostra sesta Giunta regionale, qualcosa di buono lo ha fatto". L'on. Boero (A.N.) ha polemizzato con il presidente dell'esecutivo accusandolo di voler asSolutamente e pervicacemente restare attaccato alla sua poltrone. Questa sua caratteristica Palomba l'ha passata anche all'assessore Loddo, anche egli assolutamente attaccato alla sua poltrona assessoriale.
La mozione dell'opposizione, ha aggiunto Boero, è servita ancora una volta come collante a questa maggioranza, che ha trovato la forza necessaria per andare avanti. Un collante che serve ed è servito solamente per resistere ai giusti attacchi dell'opposizione, per rimanere sempre ancorati ai posti di governo.
Esaminando nei particolari la problematica del parco, Boero ha ricordato come il Parco venga portato avanti per inconfessabili ma ben noti interessi. In tutti i dibattiti gli esponenti del Polo, compreso l'oratore, hanno confermato di essere favorevoli ai parchi a condizione che si modifichino i vincoli della 394. Invece non si è fatto nulla perchè, con il vecchio-nuovo sistema si voglioni catturare i voti; con iniziative demagogiche si vogliono coprire inefficienze ed iniziative clientelari.
L'opposizione, però, non è disposta a far passare questo strano modo di agire. Ma vigilerà con grande attenzione ed inchioderà questa maggioranza alle sue enormi responsabilità. Questa minoranza, quindi, non abbasserà mai la guardia, non permetterà ancora una volta che i soldi vadano ad iniziative clientelari, a lavori "socialmente inutili, ma politicamente utili", non permetterà che questa Giunta continui ad operare contro gli interessi dei sardi.
La mozione si sfiducia, quindi, è sacrosanta, anzi se ne dovrebbe presentare una ogni giorno.

Dopo aver riflettuto soprattutto sull'intervento dell'on. Falconi, l'esponente di F.I. on. Casu ha detto di aver capito che la minoranza avrebbe dovuto chiedere al Ministro Ronchi di ritornare indietro nella sua decisione, una richiesta che per l'oratore è illogica e senza senso.
Inoltrandosi quindi sul problema del decreto sul Parco, Casu ha affermato che il ministro non ha alcuna intenzione di cedere, ed in questo senso si è anche espresso oggi con dichiarazioni riportate da tutti i giornali.
Riferendosi quindi all'operato della Giunta Casu ha rilevato che l'esecutivo ha fatto ben poco per evitare questo pasticcio ecologico, come ha affermato uno stesso rappresentante della maggioranza in un intervento di questa mattina.
Se questa Giunta ha poco operato o ha operato male, ha aggiunto Casu, come unica conseguenza deve dimettersi per incapacità di gestire i problemi della Sardegna. Ma deve, ha insistito, dimettersi veramente, non come ha fatto l'assessore Loddo qualche giorno fa con le sue dimissioni fasulle.
L'oratore ha quindi sparato a zero contro la Giunta elencando tutto ciò che non ha fatto o non ha saputo o voluto fare in quattro anni di amministrazione della Regione.


I lavori del Consiglio
riprenderanno nel pomeriggio
alle ore 16,30.