Nota stampa
della seduta n. 290 antimeridiana del 13 maggio 1998
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis e successivamente dell'on. Salvatore Zucca. L'ordine del giorno prevede l'esame di alcuni provvedimenti in materia di agriturismo e di attività turistiche.
Discussione del testo unificato
PL 99, 131, 138, DL 201, 296,
"Disciplina e incentivazione
dell'agriturismo".Il Consiglio ha iniziato l'esame del testo unificato sull'agriturismo. Il provvedimento è stato illustrato da Siro Marrocu (Progr. Fed.), il quale ha detto che si "sarebbe potuto tranquillamente rifare alla relazione dell'on. Ferrari, relatore del provvedimento, prima della sua chiamata in giunta. Una relazione completa ed approfondita, alla quale è opportuno aggiungere solo alcuni brevi cenni".
Quello sull'agriturismo è un provvedimento molto atteso, ha detto il presidente della Quinta commisisone Marrocu, perchè il settore agricolo può trarre nuovi stimoli e nuovo reddito dall'attività agrituristica. Marrocu ha sottolineato come questa sia in ogni caso un'attività complementare, rispetto a quella agricola, che resta sempre la principale.
L'agriturismo potrà, infatti, essere esercitato esclusivamente da imprenditori agricoli iscritti negli elenchi dell'INPS.
Altro aspetto particolare è la possibilità di realizzare iniziative agrituristiche in tutte le zone dell'Isola, quindi non esclusivamente lungo le coste ma, specialmente, nelle zone interne.
Sono previste anche particolari interventi per migliorare la ricettività, il livello dei servizi fornito agli ospiti, sino a giungere ad una classificazione degli stessi esercizi.
La Commissione ha anche previsto l'eliminazione di alcuni intoppi burocratici e di alcuni vincoli che potrebbero limitare la funzionalità e la reddittività delle iniziative di questo settore.
Un settore che sembra, comunque, in grado di favorire un qualche rilancio del comparto agricolo.
Il relatore Marrocu, infine, ha ricordato alcuni problemi pratici, quale quello delle differenze negli interventi finanziari da parte della Comunità europea e della Regione, la necessità dell'istituzione di un coordinamento regionale dell'attività agrituristica, la realizzazione di strutture ricettive e di servizio utili per far funzionare meglio l'azienda agricola e la connessa attività agrituristica.
Problemi ai quali dovrebbe porre rimedio la giunta che ha anticipato la presentazione di alcuni emendamenti migliorativi.Primo oratore dell'opposizione il consigliere M. Tunis ( F.I.) il quale ha ricordato che il suo gruppo ha dato un notevole contributo al varo della legge con il votare in Commissione il testo unificato. Infatti, secondo Tunis, l'agriturismo è importante perchè permette un sostegno notevole per l'agricoltore, sempre compresso da vari tipi di crisi.
E' ovvio, ha aggiunto, che l'attività di agriturismo deve guardare soprattutto alla qualità, altrimenti si rischia di fare danni non solo a se stessi ma anche al turismo in generale.
L'oratore ha successivamente suggerito modelli di comportamento ed ha ricordato una serie di interventi che possano agevolare l'azienda agrituristica, a cominciare dall'approvazione della legge sulla caccia e dalla possibilità di estendere i confini del podere oltre il limite oggi previsto.
Concludendo, Tunis ha precisato la posizione del gruppo nei confronti del provvedimento: si vota con la maggioranza quando le leggi sono buone ma si rimane all'opposizone più dura quando l'Esecutivo non opera a favore della Sardegna, come nel caso del Master Plan e della politica sull'occupazione.
Bordate di critiche, infine, contro il presidente Palomba e la sua Giunta per la politica nel settore dell'agricoltura finora portata avanti.Il problema del turismo e dell'agricoltura è stato affrontato anche dall'on. Bachisio Falconi (Progr. Fed.), il quale ha svolto una dettagliata analisi del settore. Un comparto che fa registrare una interessante crescita, un 10 per cento in più annuo, negli ultimi esercizi.
Il turismo e l'agriturismo sono voci importanti nel bilancio complessivo dell'economia sarda, ha detto Falconi. In campo agrituristico era ed è necessario mettere ordine. Nell'Isola sono 400 le aziende agrituristiche esistenti, mentre ne operano almeno il doppio senza alcuna licenza e controllo.
Basti pensare che nella sola Gallura, una zona non proprio a principale vocazione agricola, sono 70 le aziende censite ma molte di più quelle non riconosciute.
Esiste, quindi, la necessità di mettere ordine e di scindere decisamente l'agriturismo dal turismo rurale, come si devono fare chiarezza su alcuni aspetti particolari. E Falconi ha indicato quello della superficie aziendale minima (in Campidano 3 o 5 ettari sono "diversi" dagli stessi 3 o 5 ettari della Barbagia) e quello della ricettività, con un massimo di 20 posti letto, gli aspetti sui quali ci possono essere contrasti.
Per la ricettività complessiva, il tetto dei 20 posti letto, a prescindere dal numero delle stanze, sembra accettabile, mentre qualche perplessità Falconi ha espresso sulla superficie minima aziendale, che deve essere proporzionata alla complessiva produttività. Aspetti, comunque, ha concluso Falconi che possono essere approfonditi e migliorati ulteriormente.Il testo sull'agriturismo è stato esaminato anche dall'on. Cadoni (A.N.) il quale si è particoalrmente soffermato sulla necessità di legare l'attività agrituristica a quella agricola.
Altri aspetti di particolare importanza sono, secondo Cadoni, quelli della "zonizzazione" delle stesse aziende, che devono poter operare in tutta l'Isola, delle norme igieniche che devono essere assolutamente rispettate, della superficie aziendale che deve permettere la produzione dei prodotti da utilizzare nell'azienda stessa.
Si devono fissare norme serie e moderne, ha aggiunto Cadoni, per utilizzare e valorizzare i prodotti sardi. Si possono prevedere, in alcuni casi, anche accordi ed integrazioni tra le azinede agrituristiche e le attività turistiche rurali, ma si devono fissare limiti alla importazione o all'acquisto di prodotti agricoli da altre regioni o, addirittura, dall'estero.Legge fondamentale, questa dell'agriturismo, ha detto il capogruppo di Rifondazione Comunista Vassallo, perchè aiuta non soltanto il mondo dell'agricoltura, ma anche il settore dell'occupazione.
E poi perchè rappresenta un volano che permette l'ampliamento del movimento turistico su tutto il territorio isolano.
La legge prevede semplificazioni della procedura e fa chiarezza rispetto all'abusivismo, regolamentando un settore in cui occorre certezza del diritto per chi opera nel lecito.
Ha annunciato una serie di emendamenti correttivi che non stravolgono il testo, ma lo perfezionano, rendendolo ancora più snello.La legge ha il pregio di normare un'attività di particolare importanza. L'on. Bonesu (PSd'Az), esaminando il provvedimento, ha sottolineato come in Sardegna esistono due diversi tipi di attività agrituristica. Da un lato questa attività viene svolta da aziende di grosse dimensioni, in grado di reggere il mercato, mentre in molti altri casi operano piccole aziende, in zone marginali, che vedono nell'attività ricettiva la maggior fonte di reddito. Nel secondo caso, quindi, diventa prevalente la attività complementare a quella agricola, ma non si può decidere a cuor leggero la chiusura di queste piccole iniziative, perchè si creerebbero nuove diseguaglianze e difficili problemi di sopravvivenza.
Forse è il caso di approfondire meglio questi temi, ha aggiunto Bonesu, perchè la reddittività delle aziende può variare a seconda delle realtà possibili nelle diverse zone dell'Isola. La superficie minima aziendale, quindi, non deve essere vincolante e penalizzante. Forse su alcune norme, ha concluso Bonesu, occorre un breve approfondimento.Fatta una distinzione fra agricoltura rurale ed agriturismo, il popolare Lorenzoni ha precisato che negli ultimi anni l'agriturismo si è notevolmente sviluppato e non sempre in modo corretto. Necessaria quindi una ferrea disciplina che giunge, appunto, con questo provvedimento.
Secondo Lorenzoni bisogna migliorare le condizioni strutturali, ossia la "performance" dell'azienda rispetto all'igiene, al servizio, alla qualità dei prodotti.
In ogni caso è prevedibile che dallo sviluppo del fenomeno agrituristico arrivino per la Sardegna possibilità di sviluppo anche nelle zone più emarginate dell'Isola.La legge sull'agriturismo presenta alcune anomalie che forse si sarebbero potute evitare. L'on. Carloni (A.N.) ha esaminato gli aspetti più propriamente giudici dei problemi. L'agriturismo è normato, attualmente, da una legge dello Stato del 1986, una legge "buona" che avrebbe avuto bisogno di due o tre "miglioramenti". Ma allora, ha detto Carloni, sarebbe bastato fissare quei tre o quattro punti fissi, necessari per migliorare il testo esistente, ed affidare tutto ad un corposo regolamento di attuazione.
Sono troppe le anomalie, ha aggiunto Carloni, e sembra quasi che quello sul quale si discute sia un regolamento mascherato, più che il testo di una legge. La soluzione ottimale sarebbe stata quella indicata dal collega Lorenzoni, il quale appunto prevedeva di demandare ad un regolamento "nel quale possono trovare ampio spazio" tutte le norme necessarie per far funzionare questo difficile comparto.
Invece, stiamo esaminando un provvedimento particolarmente "riduttivo", che non tiene conto di alcune necessità, quali quella di favorire la reale imprenditoria, evitando l'erogazione dei contributi, che creano privilegi ed aspettative pericolose, ed invece puntando sui mutui a tasso agevolato.
La legge, quindi, ha bisogno di alcune sostanziali modifiche, ha concluso Carloni, perchè si deve in ogni caso puntare sulla complementarietà dell'attività turistica rispetto a quella agricola.Solo qualche riflessione da parte dell'on. Casu (F.I.) a proposito dell'individuazione dell'azienda agrituristica e soprattutto sulla individuazione delle principali attività, quella agricola o quella di servizio. Secondo Casu, infatti, l'azienda di agriturismo deve produrre tutto ciò che offre al turista, dal pane, all'acqua, alla carne, ecc.
Dettosi favorevole all'approvazione della legge, Casu ha però precisato di avere dubbi sul tipo di finanziamento da accordare agli operatori.
Non contributi a fondo perduto, in ogni caso, ma mutui a tasso agevolato. Altrimenti si verifica la corsa al modello assistenzialistico.La posizione dell'Esecutivo regionale è stata illustrata dall'assessore all'Agricoltura, Giancarlo Ferrari, il quale si è soffermato su alcuni aspetti particolari emersi nella discussione in commissione ed anche nel dibattito in Aula.
Prendendo spunto dai rilievi dell'on. Carloni, l'assessore Ferrari ha ricordato come la legge sia giunta in aula con grande ritardo; se si fosse presentato anche il relativo regolamento i tempi si sarebbero ulteriormente allungati.
Si è preferito, quindi, portare all'attenzione dell'Aula un provvedimento che, seppur imperfetto, servirà come primo passo per regolamentare, nel modo migliore, un settore in importante e costante espansione.
L'assessore Ferrari, entrando nel merito del provvedimento, ha quindi affrontato alcuni problemi particolari. La dimensione minima della superfice aziendale può essere fissata anche in tre ettari, perchè quello che conta è la produzione globale dell'azienda; così come non è un problema la decisione relativa al numero minimo dei posti letto. L'importante è che chi esercita l'attività agrituristica sia un imprenditore agricolo a titolo principale, in regola con tutti i requisiti. Così come è importante che il reddito dell'attività turistica sia inferiore o al massimo uguale a quello dell'attività propriamente agricola dell'impresa.
L'agriturismo deve essere, ha aggiunto Ferrari, ben distinto dal turismo rurale, come devono essere ben diverse le fonti di finanziamento. A questo proposito l'assessore ha proposto una diminuzione del tetto per l'intervento comunitario rispetto a quello regionale, in modo che il contributo a fondo perduto erogato secondo le due diverse normative, di fatto, si equivalga. In questo modo il numero delle iniziative incentivabili sarebbe molto più elevato.
Comunque, ha concluso Ferrari, sull'agriturismo bisognerà intervenire ancora molto e bisognerà farlo con cura e tempestività.
I lavori del Consiglio
riprenderanno alle ore 16.30.