Nota stampa
della seduta n. 285 antimeridiana del 15 aprile 1998
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis, quindi dell'on. Salvatore Zucca.
Conclusione del dibattito sulle dichiarazioni
del Presidente della Giunta sulla Conferenza
regionale per l'occupazione e lo sviluppo.La Conferenza sul lavoro rappresenta per la Sardegna un importante appuntamento, ha affermato l'on. Ghirra (Progr. Fed.), ed è necessaria una riflessione. Senza entrare in un'analisi specifica delle proposte emerse dal documento della Giunta, occorre sottolineare che la Sardegna deve fare un salto di qualità rispetto all'Unione europea, della quale si devono cogliere gli aspetti qualitativi.
C'è l'esigenza di far rientrare la Sardegna nell'"obiettivo 1", ha aggiunto Ghirra, sia per l'insularità che per le condizioni particolari della Sardegna, dalla disoccupazione alla scarsa densità della popolazione.
Dopo aver citato alcune aree europee, tra le quali il Galles e l'Irlanda, che hanno avuto un notevole sviluppo industriale con aumento dell'occupazione, Ghirra ha evidenziato come la riforma delle pubbliche amministrazioni in quelle aree abbia dato un grande impulso allo sviluppo. Anche la Sardegna deve seguire questa strada, per creare condizioni che attraggano gli investimenti nell'Isola.
Ghirra si è poi soffermato sugli aspetti dello sviluppo telematico, affermando che l'Isola, attraverso la telematica, può incentivare l'insediamento di attività produttive, con la "continuità territoriale digitale", cioè con la creazione di condizioni complessive favorevoli per le telecomunicazioni.
Per Ghirra è necessaria inoltre una nuova cultura che porti alla nascita di nuove imprese in tutti i settori, dall'agricoltura al turismo, dall'ambiente alla cultura. La Sardegna ha diritto ad un futuro nel mercato globale scegliendo nicchie di qualità, tra le quali la bellezza della natura ed il patrimonio storico e culturale.
Ghirra ha concluso augurandosi che dalla Conferenza sul lavoro e dai futuri documenti che la Giunta dovrà elaborare nascano nuovi stimoli per lo sviluppo futuro della Sardegna.Dieci anni fa, ha esordito l'on. Balletto (F.I.), in occasione della prima conferenza regionale per il lavoro, erano state evidenziate le situazioni di disagio della Sardegna alla vigilia della grave crisi economica che si stava per abbattere sull'isola. Oggi la situazione è terribilmente peggiorata ma quel che si vede scritto nel documento programmatico della Giunta, approntato per la conferenza che dovrà svolgersi tra qualche giorno, è, rispetto ai rimedi allora enunciati, assai più deludente e sconsolante. Le linee che vengono tracciate non sono altro che dichiarazioni di intenti che non trovano collocazione in una economia devastata.
Il perché di tutto questo, ha aggiunto Balletto, non può che attribuirsi all'assenza di vera politica, quella politica che dovrebbe mirare al bene comune e che invece si è indirizzata verso obiettivi di bassa bottega, rispondendo ad interessi di partito quando non anche di singoli.
Balletto ha svolto quindi un'analisi approfondita dello stato occupazionale in Sardegna. Il differenziale nei tassi di disoccupazione esistenti nel 1988 e quelli odierni è aumentato, rispetto ai dati nazionali in maniera spropositata. Dal 9% è passato al 16% . Ed è questo dato, ha aggiunto Balletto, il segno del fallimento delle politiche regionali in questo settore. Ma dove e perché si è fallito? Per l'oratore non vi sono dubbi: è stato messo, nelle priorità della classe dirigente, la ricerca del consenso fine a se stesso. Di qui le politiche assistenziali, gli sperperi, gli indiscriminati interventi a pioggia affinché la pioggia di denaro pubblico cadesse su tutti e bagnasse tutti. "Ma è accaduto, ha detto ancora Balletto, che alcuni si sono inzuppati ed altri no".
Balletto ha quindi trattato il tema della disoccupazione tra i giovani, che ha creato una tendenza all'emarginazione e quindi a cadere facilmente nella droga e nella microcriminalità. "Per questi giovani oggi viene meno anche la speranza".
Ed allora, quali i rimedi? si è chiesto l'oratore. Nel documento della Giunta non se ne intravedono, non vi sono proposte né priorità, non c'è metodologia, non si individuano le risorse né le fonti di possibile approvvigionamento. In definitiva, ha detto Balletto, il documento della Giunta è un libro di promesse campate in aria cui non seguiranno atti e fatti concreti. Per Balletto infatti, se si vuole ottenere risultati in questo settore, bisogna partire dal presupposto che l'occupazione è un fattore dipendente dalla produzione. Se si perde di vista questa legge dell'economia non si può sperare in risultati probanti.
Balletto si è infine soffermato sui danni provocati alla produzione dalla eccessiva fiscalità dello Stato e sulla incapacità della Regione di modernizzare la propria burocrazia impedendo così di dare certezze del diritto al cittadino che vuole immettersi nel sistema produttivo. Dopo aver parlato di flessibilità e di mobilità del lavoro, come possibilità per attirare ed incentivare le iniziative d'impresa, Balletto ha concluso affermando che allo stato attuale gli imprenditori fuggono, così come fuggono dalla Sardegna anche le migliori energie lavorative.Il clima del dibattito non sembra adeguato all'importanza del documento all'esame del Consiglio regionale. L'on. Falconi (Progr. Fed.) ha lamentato la scarsa attenzione, da parte di molte forze politiche, nei confronti di un problema che è il più importante sul quale si deve misurare la classe politica sarda.
Il documento proposto dalla Giunta è stato scritto da più mani e mostra, forse, le diverse matrici culturali e politiche che lo hanno ispirato. Ma, ha detto Falconi, le forze di opposizione non hanno fornito alcun contributo costruttivo, con la sola eccezione del consigliere Balletto, per adattarlo meglio alle moderne esigenze della realtà sarda.
Troppi oratori, invece, hanno usato toni vecchi ed hanno mosso critiche e avanzato proposte ormai superate. Entrando nel merito del programma dell'Esecutivo, Falconi ha approfondito il tema del lavoro assistito e quello del lavoro incentivato.
Proprio gli incentivi, gli aiuti alle imprese che vogliono creare nuovi posti di lavoro, esaltando le peculiari caratteristiche isolane, devono essere lo strumento sul quale puntare. L'industria, in questi ultimi anni, specialmente quella piccola e media, ha mostrato interessanti segni di ripresa. Il turismo, uno scrigno che non è stato ancora aperto del tutto, l'artigianato, che in Sardegna presenta e può fornire grandi numeri, sono gli altri settori sui quali puntare.
Per Falconi la scommessa si può, quindi, vincere con l'integrazione tra i diversi sistemi. L'agroindustria, l'industria, il turismo e l'artigianato hanno bisogno di interventi sinergici, hanno bisogno di sostegni finanziari e di servizi che devono essere forniti immediatamente ed a costi contenuti. I quattrocento miliardi regionali disponibili, i fondi comunitari, statali, ed i finanziamenti ottenibili dalla Banca europea possono essere sufficienti a soddisfare le esigenze degli operatori che vogliono investire ed operare in questi settori.
All'ultimo bando della legge nazionale 488, che prevede incentivi a fondo perduto alle imprese, hanno risposto quasi 500 operatori economici. Un capitale di idee e di iniziative che non può essere disperso. L'oratore, quindi, ha chiesto al Consiglio una tempestiva azione per ridurre i tempi burocratici, per liberare risorse da utilizzare a sostegno delle iniziative produttive, per giungere ad un reale coordinamento tra le norme regionali, nazionali e comunitarie operanti nei diversi settori.
Concludendo il suo intervento, Falconi ha ricordato le proposte che il gruppo Progressista Federativo ha presentato proprio per favorire il raccordo tra tutte le norme operanti nei diversi settori economici e per dare, in tempi brevi, risposte concrete agli operatori che chiedono di poter utilizzare le risorse finanziarie promesse e disponibili. Occorre anche un attento monitoraggio della validità di queste leggi e della economicità delle iniziative che vengono finanziate e realizzate. Ecco, quindi, la ragione che ha spinto a proporre la trasformazione dell'Osservatorio industriale in Osservatorio economico, proprio per controllare tutto il variegato mondo economico isolano.
Proposte ed iniziative che sarà necessario riprendere dopo lo svolgimento della Conferenza per il lavoro, dalla quale devono venire indicazioni utili per ridare fiato alle imprese economiche, le uniche che con la loro crescita possono favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Perchè, per far crescere la società sarda, il lavoro lo possono creare solamente la classe politica, le istituzioni, gli imprenditori della Sardegna.Alcune riflessioni sul documento della Giunta sono state svolte dall'on. Schirru (Progr. Fed.) che ha ribadito la necessità che la Giunta svolga un'azione di apertura nei confronti degli Enti locali ai fini dell'autogoverno dell'economia. La Sardegna necessita di infrastrutture, ma anche dello sviluppo delle comunità affinché tutti i soggetti possano partecipare alla riduzione dei tempi amministrativi per ottenere una maggiore velocità dei tempi decisionali.
Secondo Schirru, è opportuno promuovere un'azione di informazione particolarmente nei confronti dei giovani che chiedono la centralità del lavoro. Occorrono specifici servizi sul territorio per motivare i giovani verso nuove conoscenze, così come occorre sviluppare i servizi sociali, per i minori, contro la dispersione scolastica, con nuove e diverse professionalità.
Per Schirru, è positivo che il documento della Giunta tenga conto del mondo del volontariato. Occorre prestare attenzione anche ai lavori di pubblica utilità per i giovani e per le donne, prevedendo incentivi per la formazione professionale e le cooperative sociali.
Sul lavoro sommerso, Schirru ha affermato che questo è un settore importante, particolarmente per le donne. Sarebbero necessarie apposite misure fiscali da sollecitare al Governo attraverso i risultati della Conferenza.A pochi mesi dall'insediamento della nuova Giunta regionale si può già tracciare un primo bilancio del suo operato. L'on. Vassallo (R.C.) ha esaminato questi primi mesi di attività della Giunta Palomba e ha ricordato alcuni dei risultati positivi immediatamente raggiunti: il bilancio, il programma per il lavoro, la riaffermazione del metodo di programmazione come il più adatto ad affrontare i problemi della Sardegna.
Il capogruppo di Rifondazione Comunista si è quindi soffermato sul Documento di politica economica e finanziaria, che dovrà tener conto dei risultati della Conferenza per il lavoro e delle proposte delle forze sociali ed imprenditoriali. E l'oratore ha, comunque, ricordato come alcune iniziative industriali abbiano mostrato significativi segni di ripresa. Ma sono necessarie iniziative più concrete per valorizzare ulteriormente le diverse filiere agro-industriali e di comparto, così come sono assolutamente necessarie nuove iniziative per sostenere i lavori socialmente utili.
L'esponente di Rifondazione ha anche sollecitato iniziative concrete per trovare una soluzione per i lavoratori "espulsi" dal processo produttivo industriale.
Esistono nuove leggi, ha aggiunto Vassallo, che possono permettere la riqualificazione dei lavoratori espulsi dai processi industriali con quelli occupati nei lavori assistiti. Ma esistono anche altre possibilità, nelle industrie e società pubbliche, che potrebbero permettere il riavvio al lavoro per molte migliaia di occupati.
Particolare attenzione, ha aggiunto Vassallo, bisogna riservare agli ultra cinquantenni, espulsi dai sistemi produttivi e messi quasi ai margini delle società. Vassallo ha, quindi, chiesto al Consiglio ed ai sindacati iniziative concrete, anche potenziando i lavori socialmente utili, quelli assistiti e le iniziative di solidarietà proprio per dare risposte alle esigenze di quei lavoratori per i quali, a causa della loro età, il futuro non è certamente roseo.
Occorre, quindi, un riesame complessivo della situazione sarda, alle prese con il reale problema dell'essere isola e occorre trovare sostegno e solidarietà effettiva da parte dello Stato e della Comunità europea.
Uno sforzo di responsabilità è, quindi, necessario ed auspicabile perchè si deve trovare un accordo tra tutte le forze politiche per dare risposte concrete alle esigenze di tanti sardi. Le iniziative proposte devono essere approfondite, valutate in un quadro di solidarietà e di compatibilità, ha concluso Vassallo, perchè quello del lavoro è un reale problema e deve essere affrontato con decisione, perchè sono troppe le implicazioni ed i risvolti sociali che condizionano il presente ed il futuro di tutti i sardi.Anche il documento presentato dalla Giunta soffre dello slegamento dalla realtà che era stato evidenziato nei confronti dei piani triennali di sviluppo, ha affermato, esordendo, il capogruppo dei sardisti on. Bonesu. L'analisi dello stato di crisi è puntuale, gli aspetti sociali e psicologici della situazione sono ben precisati ma, quando si arriva al punto, non si individuano gli sbocchi politici, legislativi, programmatici con i quali superare la crisi occupazionale.
Bonesu ha quindi detto che punto focale dell'attuale sistema, che non consente possibilità di espansione per l'economia e quindi di calo della disoccupazione, è il potere crescente della burocrazia . Il sistema amministrativo, lungi dallo snellirsi, è in notevole ritardo perfino rispetto allo stato nazionale . Di qui la lentezza delle procedure, l'inefficienza fatta a sistema, tutto ciò, cioè, che allontana l'imprenditore dalla Sardegna. A salvarci da questo stato di cose potrebbe essere la telematica che avvierebbe all'unicità dell'amministrazione ed al confronto con l'Unione europea.
Invece, secondo Bonesu, alla Giunta sfuggono queste prospettive e si continua di conseguenza a pensare al lavoro in termini occasionali. Il finanziamento delle grandi opere pubbliche, infatti, procura lavoro ma non lo stabilizza, così come i lavori socialmente utili che se alleviano la morsa della disoccupazione non servono certamente a creare sicurezza sociale.
Bonesu si è anche diffuso sul problema dei trasporti, ribadendo che l'insularità è un handicap dal quale la Sardegna può sottrarsi soltanto con la creazione di un sistema telematico che viaggia via cavo e non sulle navi della Tirrenia.
Concludendo, il capogruppo sardista ha riaffermato che il documento della Giunta è in contrasto con le politiche dei tagli, laddove alcuni assessori promettono riduzioni dei costi per le imprese mentre ci si attenderebbe, con l'obiettivo di ricercare nuove risorse, una politica di riduzione degli sprechi. In realtà, ha detto ancora Bonesu, con questa Conferenza assistiamo alla ripetizione di un rito già visto dieci anni fa: enunciazioni di principio a valanghe ma nessun reale aggancio con l'attualità delle cose.Con la speranza che la Conferenza non sia la ripetizione di una liturgia celebrata 10 anni fa, l'on. Marteddu (Ppi) si è augurato che la Conferenza proietti la Sardegna nella nuova cultura del lavoro per gli anni 2000. Il lavoro è stato uno dei temi fondamentali alla base di questa Giunta, ha detto ancora Marteddu, perchè il problema esiste ed è stato posto da tutte le forze politiche anche se con visioni differenziate. La Giunta ha formulato una proposta aperta, e chi riuscirà ad individuare nuove frontiere diventerà una forza politica vincente. Ecco perchè il problema è importante, ed è più un problema che esiste a livello nazionale ed europeo.
Per Marteddu occorre affrontare il problema prioritario della collocazione dei giovani nel mondo sociale. Tutto il resto passa in secondo piano. La Conferenza deve chiamare alle rispettive responsabilità le imprese, i sindacati, il mondo politico ed economico per capire se in Sardegna esista una base capace di uscire da questa situazione. Le risorse, i conti, i numeri arriveranno dopo. Non si tratta solo di fondi e risorse per il lavoro, ha detto ancora Marteddu, ma di impegno concreto e reale. Da questo punto di vista il documento della Giunta è aperto al meglio che si può esprimere in Sardegna.
Per l'alleanza di centrosinistra questo è il tema centrale, oggi e nei prossimi anni. Si dovrà capire se gli indirizzi che si stanno individuando saranno quelli giusti, mentre si dovranno creare le condizioni per un nuovo patto con lo Stato riferito al lavoro e allo sviluppo. Si dovrà capire se esista questa disponibilità concreta, e questo è uno dei punti nodali dell'attuale stagione politica.
Marteddu ha poi sostenuto che il nuovo patto con lo Stato dovrà dare riferimenti precisi al governo regionale, con una nuova cultura del lavoro rispetto al passato. Dopo aver citato alcuni punti del documento della Giunta, Marteddu ha sostenuto la necessità di creare una nuova cultura di impresa in tutte le aree della Sardegna, passando dal "lavoro sostenuto" al "lavoro che si sostiene da se", e si è poi soffermato sul tema del parco del Gennargentu, sul quale, ha ribadito, "non si torna indietro" ricorrendo, se necessario, ad un referendum regionale.
Marteddu ha poi chiesto alla Giunta di esporre la situazione precisa delle leggi di sostegno alle imprese, chiarendo i "gineprai inestricabili" dei piani, dei tempi di erogazione delle risorse, con i dati reali del rapporto tra investimenti ed occupazione, il tutto prima dell'elaborazione del documento di programmazione economica e finanziaria. In altri termini, ha aggiunto Marteddu, è necessario conoscere quanti danni provoca la burocrazia.
Dopo aver accennato allo "sportello unico comunale" previsto dalle leggi Bassanini, che comporta l'adeguamento rapido delle normative regionali, Marteddu ha concluso affermando che la Giunta dovrà dire al Consiglio quali normative intende modificare per favorire la nascita delle imprese, quali saranno i modi di reperimento delle risorse e quali le risposte del Governo su questo terreno, per scongiurare il rischio che in Sardegna permanga una società vecchia e per aprire invece nuove strade e nuovi riferimenti per una nuova civiltà del lavoro.Il documento sul quale il Consiglio regionale è chiamato a discutere, in realtà è nato come programma di intervento predisposto dalla Giunta per combattere il grave problema dell'occupazione. Il capogruppo di A.N., on. Italo Masala, intervenendo nel dibattito, ha sottolineato come l'esecutivo abbia fatto bene a "modificare" in documento programmatico il suo progetto di intervento.
Ma Masala si è posto anche la domanda della validità ed utilità del dibattito che si sta svolgendo. Durante la Conferenza regionale per il lavoro le parti politiche, la Giunta, le forze sociali si confronteranno ed i risultati raggiunti saranno, successivamente, trasformati in atti e programmi di governo. Questi atti saranno, necessariamente presentati in Aula per la loro definitiva approvazione ed in quella occasione le forze politiche, specialmente quelle dell'opposizione, potranno far sentire la loro voce, saranno messe in condizione di fare, realmente, proposte alternative. A.N., ha aggiunto Masala, nelle sedi istituzionali ha sempre fatto sentire la sua voce ed ha avanzato proposte ed ipotesi di intervento, per affrontare e risolvere i problemi che attanagliano la società sarda.
La Conferenza per il lavoro non è, quindi, la sede adatta per fare queste proposte; questo dibattito non ha, quindi, una grande importanza, perchè è "preparatorio"; alle forze di minoranza è riservato il compito di proporre soluzioni alternative a provvedimenti legislativi e non di avanzare ipotesi di intervento da inserire in una bozza provvisoria.
Il capogruppo di A.N. ha, quindi, ricordato le proposte fatte dalla sua parte politica in materia di formazione professionale, di modifica alle leggi di incentivazione e di sostegno delle attività economiche isolane ed ha sottolineato come la maggioranza, dopo aver giudicato positivamente queste iniziative, le abbia tranquillamente respinte.
Esaminando i punti salienti del programma proposto dalla Giunta, Masala lo ha giudicato inconsistente, una lunga serie di "ovvietà" che poco hanno a che fare con "i principi" tanto sbandierati dal presidente della Giunta e da molti suoi assessori. Una lunga teoria di proposte "ovvie" assolutamente non in grado di incidere sulla realtà sarda; una sorta di autocelebrazione da parte dello stesso presidente e della sua Giunta che, invece, viene drammaticamente contraddetta dai reali numeri della realtà isolana.
Quindi, un documento povero ed inconsistente al quale A.N. opporrà un progetto realmente alternativo. Masala ha infatti annunciato che A.N. alla fine del mese, terrà a Napoli una sua Conferenza per il lavoro, nel corso della quale proporrà le sue ricette per il Mezzogiorno d'Italia. Una proposta organica, che parte forse da dati uguali a quelli indicati dalla Giunta Palomba, ma che arriva a ben altre conclusioni. E le conclusioni saranno presentate in Aula, perchè questa è la sede deputata al confronto politico la sede istituzionale dove il confronto può e deve essere portato avanti.
Alleanza Nazionale crede nel lavoro, ha concluso Masala, nelle necessità di creare nuovo lavoro e nuova occupazione. Sono diversi i metodi che si vogliono seguire ed i programmi che si intende attuare, perchè diverse sono le scelte politiche che saranno fatte e che sono legate a diverse concezioni politiche, tra loro decisamente alternative.L'intervento del capogruppo dei progressisti federativi on. Cugini, è stato in un certo senso la risposta alla posizione precisata dal capogruppo di Alleanza Nazionale Masala. Con il documento presentato in Aula, ha detto in pratica Cugini, non vogliamo imporre una linea di azione né tantomeno cercare l'intesa o l'inciucio con le opposizioni. Il documento è aperto al confronto e semmai lo si vuole arricchire di nuove proposte per farne la base del dibattito che ne scaturirà in sede di Conferenza.
Cugini rifiuta le convergenze in questa sede e propone invece il confronto aperto nel corso della conferenza per individuare definitivamente le linee del progetto per lo sviluppo ed il lavoro. Perché, ha detto, "abbiamo la presunzione di voler contribuire alla soluzione dei problemi nazionali e sosteniamo quindi la necessità che la Sardegna venga inserita nel piano di distribuzione delle risorse nazionali, rivendicando anche che le vengano assegnate quote di imprese nazionali".
Cugini ha quindi affermato che queste rivendicazioni saranno fatte direttamente a Prodi se interverrà alla conferenza, e comunque al governo. E' in questo senso che si chiede alle opposizioni di partecipare alla formazione del documento ed al Consiglio nella sua interezza che lo faccia proprio. Quanto alle proposte alternative richiamate da Masala, Cugini ha affermato che esse devono essere fatte ora. "Possono essere cose buone o cose inutili; se sono buone indicazioni esse saranno acquisite e miglioreranno il contenuto delle nostre rivendicazioni complessive". E' a questo punto che Cugini ha invitato il Consiglio a fare un salto di qualità evitando le risse che si sono avute nel passato recente e mettendo da parte, soprattutto, le facili critiche preventive.
Il capogruppo progressista ha anche insistito sul fatto che la Conferenza per il lavoro è l'unica strada percorribile per marciare a tappe forzate verso lo sviluppo. E' dunque sbagliato cercare di sminuirne l'efficacia perché si otterrebbe soltanto minore forza nell'azione di rivendicazione autonomistica e nel confronto con lo Stato.
In conclusione Cugini ha affermato, dopo aver ribadito la validità della Conferenza regionale per il lavoro, che neanche la Conferenza sarà risolutiva. Infatti le proposte che ne verranno dovranno essere sottoposte al vaglio dell'aula e delle commissioni per verificare ulteriormente l'insieme delle indicazioni.Per l'on. Pittalis (F.I.), il lavoro e l'occupazione sono il problema dei problemi. La disoccupazione in Sardegna è a livelli da brivido, ma le cause non sono solo in Sardegna. Il tasso di disoccupazione è alto anche in altri paesi europei, ma in Sardegna si avvicina al 30%. Solo chi ha la benda sugli occhi non vede ciò che succede al di fuori di questo palazzo, con disoccupati al limite della disperazione.
Il non lavoro determina al compressione delle libertà fondamentali, ha detto ancora Pittalis, ed è un problema economico, politico e culturale, mentre il Paese lo affronta con una sorta di manicheismo, tra la demagogia delle 35 ore e chi propone un mercato del lavoro senza regole. Ma la soluzione non sta negli estremismi. L'apparato produttivo deve essere messo in condizione di entrare in concorrenza sui mercati internazionali, ma deve essere anche regolato senza soffocare il dinamismo dell'economia.
Per Pittalis, è necessaria una maggiore equità, con idee nuove, senza cercare le ricette di ieri. Si deve passare dall'economia assistita alle politiche attive del lavoro, con incentivi fiscali a chi assume, favorendo l'incontro tra domanda e offerta di lavoro ed infine con la formazione professionale. Si deve introdurre una rete di garanzie, con un sostegno ai disoccupati e con vere e nuove formazioni professionali.
Pittalis ha poi ricordato la disoccupazione giovanile e femminile, alla quale la Sardegna non ha dato ancora risposte.
Occorrono profonde riforme, ha aggiunto Pittalis, ed è in questo quadro che si arriva alla Conferenza sul lavoro. Ma il Consiglio "parla per parlare" senza votare un documento, diventando un organo solo consultivo. Forza Italia non sarà però assente alla Conferenza e fornirà un suo contributo. Pittalis ha proseguito ricordando come la Giunta attuale sia nata sul tema del lavoro, con l'impegno dei 1.000 miliardi all'anno per 10 anni. Ma c'è stata la riduzione a 400 miliardi e non si sa ancora dove saranno recuperate queste risorse.
Questo "è un presupposto ingannevole", ha aggiunto Pittalis, mentre si è arrivati all'80% di questa legislatura. In quattro anni il centrosinistra non ha fatto nulla per il lavoro, e ciò emerge anche da una obiettiva lettura dei dati ISTAT secondo i quali la disoccupazione è cresciuta dell1,27% nell'ultimo anno e di oltre il 6% dall'inizio di questa legislatura. Questa maggioranza affronta i problemi della disoccupazione con quattro anni di ritardo e "lo fa coinvolgendo il Consiglio regionale che però non voterà alcun documento".
Dopo aver citato alcuni dei temi presenti nel documento della Giunta, condivisibili come obiettivi ma destinati a restare sulla carta, Pittalis ha ricordato il recente aumento delle tariffe aeree mentre la Regione è rimasta a guardare, per chidersi poi dove sono i 1000 miliardi richiesti da R.C. L'unica via percorribile è quella di tagliare i rami improduttivi, ma sugli Enti regionali la Giunta si è arroccata sulle proprie posizioni rimpinguando le casse di chi perde centinaia di milairdi all'anno.
Pittalis ha quindi ricordato le posizioni dell'economista Michele Salvati, parlamentare del PDS, che ha criticato alcuni atteggiamenti dei sindacati sulla concertazione.
Dal documento della Giunta non emergono soluzioni concrete, ha concluso Pittalis, anzi pare che si voglia aumentare l'assistenzialismo. Il giudizio di F.I. è quindi positivo sulle analisi, ma totalmente negativo sulle risposte e sulle proposte che illudono tutti i sardi.L'impegno per il passaggio in Consiglio del programma di intervento per il lavoro era contenuto nell'annuncio della organizzazione della stessa Conferenza per l'occupazione. L'assessore alla Programmazione, Piersando Scano, replicando agli oratori intervenuti nel dibattito ha amaramente riconosciuto che dai lavori del Consiglio sono emersi spunti interessanti, ma anche aspetti negativi che avranno un impatto non positivo sull'opinione pubblica.
L'assessore Scano ha, comunque, sottolineato come in ogni caso ci si sia resi conto che quello del lavoro è il problema più grave e di più difficile soluzione che attanaglia la società sarda. Ma la classe politica e la Sardegna intera hanno voglia ed interesse ad affrontare questa emergenza e proporranno le soluzioni adattate a risolverla.
Questa esigenza, quella di mettere a punto una nuova politica per favorire la creazione di nuovo lavoro, sarà rappresentata, con forza, al vicepremier Veltroni nei lavori della Conferenza della prossima settimana. E la Giunta, a quell'appuntamento, andrà con un documento aperto, con una proposta che verrà certamente arricchita dal contributo di coloro che vi interverranno.
I risultati della Conferenza e le proposte che ne scaturiranno saranno riportate in Aula, perchè il Consiglio deve elaborare ed approvare le scelte politiche necessarie. L'assessore Scano ha, quindi, ricordato i traguardi raggiunti in campo europeo ed ha messo in evidenza come moneta e mercato unico imporranno programmi e decisioni di grande respiro. Facendo le scelte migliori possiamo imboccare la strada dello sviluppo o quella della stagnazione.
Davanti alla Sardegna, nei prossimi tempi, vi sono molti apputamenti importanti, ai quali la classe politica deve arrivare nel modo migliore, favorendo la crescita dell'economia reale, del lavoro e dello sviluppo. Ma la politica economica della Sardegna non la decidono solamente le autorità sarde. Le decisioni in campo economico, infatti, sono e saranno sempre più condizionate dalle grandi scelte nazionali ma, specialmente, europee. I sardi, comunque, devono fare le loro, che devono essere chiare e condivise. La Giunta, la maggioranza, ha aggiunto Scano, ha un suo progetto ed intende portarlo avanti, pur conscia delle mille difficoltà da affrontare.
L'Esecutivo, comunque, ha interesse ad accrescere la base produttiva, intende sostenere i settori economicamente validi, quelli realemnte imprenditoriali. La Giunta vuole, con forza, favorire la trasformazione del lavoro sostenuto, in lavoro imprenditoriale, in lavoro per il mercato.
Per accelerare questo processo l'esecutivo ha intenzione di intervenire nel delicato settore delle riforme, che vanno dal decentramento allo sportello unico, dallo snellimento delle procedure burocratiche alle agevolazioni creditizie. Ma sarà opportuno anche intervenire per modificare i tradizionali handicap che gravano sull'economia isolana, che vanno dal costo energetico alla continuità territoriale, dalle infrastrutture al costo del lavoro. Così come sarà necessario intervenire per la modifica dell'articolo 13 dello Statuto regionale. Riforme che imporranno un lungo confonto col Governo, che sarà non un confronto tra il centro sinistra romano ed il centro sinistra sardo, ma un confronto tra due istituzioni: il governo nazionale e quello regionale.
Tutta una serie di impegni e di programmi molto importanti, decisivi per lo sviluppo dell'Isola. E queste indicazioni, questi impegni sono ben contenuti nel documento di programmazione economica, negli atti di governo, nella stessa piattaforma che la Giunta presenterà alla Conferenza per il lavoro. Sono impegni che porteranno ad una profonda modifica dell'apparato produttivo, burocratico, delle istituzioni regionali, ha concluso Scano. Fanno parte di un programma di governo che ha nelle riforme e nel risanamento e rilancio del settore economico i suoi aspetti più importanti. Su questi temi, sul programma e sulle consequenziali azioni di governo questa Giunta, questa maggioranza, vogliono confrontarsi con le altre forze politiche. Ma lo faranno solamente su temi seri, chiari, concreti e, specialmente, governando, nell'interesse dell'intera regione.
Il Consiglio regionale sarà
riconvocato a domicilio.