Nota stampa
della seduta n. 284 pomeridiana del 14 aprile 1998
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis, quindi dell'on. Salvatore Zucca, per ascoltare le dichiarazioni del presidente della Giunta regionale sul documento preliminare relativo alla predisposizione del programma degli interventi straordinari per l'occupazione e lo sviluppo che sarà presentato alla imminente Conferenza regionale per il lavoro.
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni relative a:
Dichiarazioni del Presidente della Giunta
sulla Conferenza regionale
per l'occupazione e lo sviluppoIl Consiglio regionale ha ascoltato le dichiarazioni del presidente della Giunta sul programma di intervento straordinario per il lavoro che verrà presentato alla Conferenza regionale in programma per i prossimi 21 e 22 aprile.
Numerosi presidenti di gruppi consiliari, infatti, avevano chiesto di conoscere le proposte che l'esecutivo avrebbe presentato nella conferenza regionale e ai primi di aprile la bozza del documento programmatico era stata inviata al Consiglio ed immediatamente trasmessa ai presidenti delle commissioni di merito. Il presidente Palomba, inoltre, ha chiesto di illustrare questo documento all'Aula, anche per raccogliere, dal dibattito che ne sarebbe seguito, utili indicazioni ed opportuni suggerimenti.Illustrando il documento preliminare, approvato dall'esecutivo e che sarà proposto come base di riflessione alla prossima conferenza sull'occupazione, il presidente Palomba ha ricordato come impegno prioritario di questa Giunta sia quello di "garantire il diritto al lavoro di tutti i sardi".
"Perciò, ha aggiunto Palomba, in un programma ben definito di medio periodo dovranno essere create tutte le condizioni più idonee a favorire la riconduzione del livello della occupazione al traguardo della media delle Regioni più progredite d'Italia e dell'Europa".
Per ottenere questi risultati saranno necessarie adeguate misure organizzative di ordine legislativo, amministrativo e gestionale e finanziamenti per almeno diecimila miliardi da utilizzare nel prossimo decennio.Per i primi interventi, a partire dal bilancio 1998/2000, "dovranno essere reperite tutte le risorse possibili, immediatamente attivabili, in favore delle politiche attive del lavoro, nell'ambito di specifici interventi di sviluppo della produzione, della socialità, della cultura e della qualità della vita".
Un impegno di grande respiro, quindi, che la Sardegna potrà realizzare solamente con un grande coinvolgimento dei comuni e delle province e se potranno essere utilizzate le grandi scelte economiche e di sviluppo della Comunità Europea e le iniziative nazionali a favore del Mezzogiorno. La Regione, infine, cercherà di ottenere risorse aggiuntive dallo Stato attraverso la "vertenza autonomistica".
Il presidente della Giunta ha anche indicato nella conferma, se non nell'aumento, dei finanziamenti del quadro comunitario di sostegno per il periodo 2000/2006, anche con la specifica motivazione dell'insularità, il primo obiettivo da raggiungere nei confronti della UE. Mentre dallo Stato è essenziale ottenere la ripresa su nuove basi della politica di sviluppo in favore del Mezzogiorno d'Italia.
Gli interventi finanziari comunitari e statali, infatti, potrebbero permettere la significativa attuazione di alcuni programmi che prevedono il potenziamento delle infrastrutture per la mobilità e le reti per lo sviluppo; interventi per l'istruzione, la formazione, le politiche per il lavoro e l'edilizia scolastica; la concessione di incentivi per gli investimenti nel Mezzogiorno; la stipula di patti territoriali e di contratti d'area; azioni incisive per garantire la sicurezza per lo sviluppo.
La realizzazione di questi programmi, con le iniziative concrete per difendere gli attuali livelli occupativi ed una più incisiva lotta alla disoccupazione, potrebbero permettere alla Sardegna di risalire la china e di portarsi, finalmente, al livello delle altre regioni più progredite d'Italia.
Ma, ha aggiunto Palomba, la Giunta in questo particolare quadro di riferimento, ha individuato alcuni temi politici di particolare importanza, sui quali si deve intervenire. In questo contesto istituzionale la legge Bassanini propone una interessante forma di decentramento amministrativo, dando quindi maggiori autonomie agli enti locali. E la Regione si muoverà proprio per favorire significative iniziative che portino ad una sostanziale riforma del collocamento, alla programmazione decentrata, al migliore utilizzo degli strumenti finanziari e di intervento dell'Unione europea.
E' un programma, quindi, di larga massima ed aperto al contributo delle forze sociali, imprenditoriali, politiche. E le conclusioni della imminente Conferenza sul lavoro saranno tenute nel debito conto e forniranno lo spunto per le opportune iniziative legislative e gli interventi programmatici del caso.
La Giunta, ha sottolineato Palomba, intende comunque intervenire nei settori economici più importanti e significativi, della realtà sarda. Ed ha ricordato l'agricoltura, l'ambiente, il turismo, il non-profit, la formazione professionale, l'artigianato e la cultura come i comparti nei quali saranno concentrati i maggiori investimenti finanziari. Ma attenzione particolare sarà comunque data a tutte le possibilità di lavoro esistenti.Per l'immediato, fornendo le necessarie indicazioni sul fabbisogno finanziario, Palomba ha indicato in 400 i miliardi immediatamente utilizzabili, trovati tagliando le parti del bilancio non destinate agli interventi produttivi.
Una razionalizzazione delle spese regionali, comunque, potrebbe permettere di trovare altri miliardi ed anche questi saranno destinati alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Comunque, ha concluso Palomba, i risultati dalla Conferenza per il lavoro e le iniziative che saranno decise dopo la sua conclusione saranno portati all'attenzione del Consiglio, il quale potrà, quindi, far conoscere il suo definitivo parere su quanto l'esecutivo proporrà per favorire la ripresa economica e la creazione dei nuovi posti di lavoro, necessari per dare un futuro ai troppi disoccupati sardi.Preannunciando un intervento sintetico, l'on. Paolo Fois (Progr. Fed.) ha affermato che il Consiglio regionale non poteva non dibattere su questo tema prima della Conferenza sul lavoro. Fois ha ricordato la funzione del Consiglio circa gli indirizzi generali ed ha sottolineato come la Conferenza sia solo un momento dell'elaborazione dei futuri atti della Giunta, cioè il documento di programmazione economica e finanziaria e l'assestamento di bilancio.
Fois ha sottolineato la concomitanza tra l'elaborazione del documento programmatico della Giunta con ciò che avviene a livello nazionale ed europeo, riferendosi al piano per l'occupazione in fase di elaborazione da parte del governo Prodi. A livello europeo esiste un "comitato del dialogo sociale" che sta elaborando le linee della Comunità per l'occupazione, in attesa del vertice europeo che si svolgerà a giugno.
Se la Regione non si fosse mossa, ha detto ancora Fois, sarebbe stata tagliata fuori dalle iniziative nazionali ed europee.
E' opportuno, ha aggiunto Fois, che il documento del quale la Regione si doterà si inserisca nelle linee nazionali ed europee, tenendo conto degli obiettivi statali ed europei per evitare ogni possibilità di conflitto.
Dopo aver espresso un giudizio positivo sui contenuti del documento esposto da Palomba, Fois ha affermato che dopo la Conferenza ci dovranno essere alcuni aggiustamenti.
Non sempre le decisioni statali ed europee tengono conto delle esigenze regionali, ha detto ancora Fois, ed è quindi necessario che nel fornire le indicazioni dei mezzi necessari per raggiungere gli obiettivi, si pensi anche a come incidere sulle decisioni che verranno prese ad altri livelli.
Fois ha concluso ribadendo che il documento dovrà essere il migliore possibile ai fini dell'occupazione e del futuro sviluppo della Sardegna.La scorsa settimana, ha detto l'on. Ribelle Montis (R.C.), avevo chiesto che si aprisse un dibattito in Consiglio prima della Conferenza regionale per il lavoro, perché sembrava che l'Assemblea dovesse assistere all'avvenimento senza poter esprimere il proprio parere sugli investimenti e sulle direttrici individuate per il reperimento delle risorse finanziarie. La mia richiesta è stata accolta ed oggi siamo qui a giudicare sulla bozza preparatoria della Conferenza.
Un programma che si mostra interessante e nel quale si può rilevare un modo corretto di accostarsi a problemi gravi che incideranno sul futuro economico e sociale dell'Isola. In realtà l'analisi del documento della Giunta non offre spunti nuovi rispetto a quanto è stato detto più volte in quest'Aula , e ciò è positivo nel senso che significa che l'esecutivo ha fatto tesoro dei suggerimenti nati dai frequenti dibattiti svoltisi in Consiglio in materia di disoccupazione e di ricette per affrontare la situazione. Tuttavia, ha detto Montis, non si può pensare che le risorse che si intendono rendere disponibili per quest'anno siano sufficienti a modificare sostanzialmente lo stato della disoccupazione in Sardegna. "Occorrono ben altre risorse, bisogna ricorrere all'Unione Europea, allo Stato, ai programmi per il Mezzogiorno, tutte cose fattibili ma non nel breve periodo"
Per Montis, infatti, è necessario prima riformare le strutture organizzative ed amministrative per far si che i progetti sardi siano credibili presso l'U.E. e soprattutto occorre che sia riconosciuta alla Sardegna la prerogativa dell'insularità ed il suo appartenere ad una area marginale come il Mediterraneo.
Montis ha insistito sul fatto che si deve puntare sull'oggi consentendo che le attuali risorse siano destinate alla creazione di posti di lavoro nelle miniere e nell'agricoltura e soprattutto nel recupero ambientale, mirando ad una equa ripartizione dei fondi, in modo da incidere in senso positivo in tutte le aree dell'isola. Ha poi condannato gli sperperi del passato che in definitiva hanno creato maggiore disoccupazione e disorganizzazione ed ha citato, a questo proposito, alcuni casi limite di malasanità..
Ha concluso affermando che va anche rivisto il modo di incentivare l'imprenditoria, evitando che le risorse vadano a personaggi attirati in Sardegna soltanto dalla possibilità di arricchirsi a sue spese. Infine, ha detto, se non si vedranno concreti segni di miglioramento nel modo di affrontare la crisi, dovrà rivedere la sua fiducia a questa Giunta.La Giunta ha raggiunto un primo obiettivo, ha ironizzato l'on. Giacomo Sanna (PSd'Az.), quello di rendere quasi deserta l'Aula perchè anche molti esponenti della maggioranza non si riconoscono nel documento della Giunta.
Risorse non ce ne sono, ha proseguito Sanna, e "i 1.000 miliardi promessi sono diventati 400, forse per la svalutazione". Qualcuno dovrà precisare da dove si dovranno recuperare queste risorse, ed è preoccupante che a distanza di 10 anni si riproponga una Conferenza per il lavoro con "personaggi" che da 10 anni a parole si impegnano a creare lavoro e sviluppo. Tra questi personaggi c'è il ministro Treu, l'assessore Scano e l'assessore Cogodi, ha detto ancora Sanna, che ha proseguito, rivolgendosi all'on. Montis, affermando che gli ex dipendenti dell'hotel Moderno si trovano nell'attuale condizione perchè chi oggi si indigna ha bocciato in Aula un provvedimento che avrebbe risolto il problema.
Sanna ha aggiunto che è necessario sfatare il mito che solo i lavori socialmente utili possono risovlere i problemi della Sardegna. E' invece necessario passare dall'assistenza ad una economia che possa inserirsi nei mercati nazionali ed internazionali.
Alla base di un vero progetto, credibile, ha detto ancora Sanna, c'è il completamento delle strutture ed infrastrutture, dal costo energetico alla continuità territoriale, senza le quali la nostra economia non sarà competitiva con le altre realtà nazionali ed europee.
La Regione può stimolare l'economia e se le regole di mercato sono efficienti, allora l'occupazione si adegua. E' inutile richiamare i protocolli di intesa che ad oggi non hanno dato alcuna risposta, ha aggiunto Sanna, mentre il Governo centrale continua ad ignorare i disequilibri esistenti nelle realtà regionali. Ci si nasconde dietro l'incapacità di trovare risposte ai problemi, di trovare risorse, ha sottolineato ancora Sanna, e si continua a parlare di continuità territoriale mentre altri decidono per la Sardegna.
Il documento presentato dalla Giunta deve trovare una concretezza che oggi manca, ha concluso Sanna, e deve essere propositivo.Alcune brevi considerazioni critiche sono state fatte anche dall'on. Casu (F.I.) il quale ha lamentato di aver ricevuto la bozza della proposta della Giunta solamente questa mattina. Una analisi più approfondita e dettagliata sarà comunque svolta nella Conferenza per il lavoro prevista per i prossimi 21 e 22 aprile.
Comunque Casu dopo aver ricordato la scarsa considerazione della quale godono presso l'opinione pubblica isolana i politici sardi, ha affrontato le "proposizioni della Giunta" ed ha detto che sono in larga parte condivisibili.
Non si capisce come, però, l'Esecutivo intenda attuarle.
A disposizione ci sono pochi miliardi utilizzabili per le politiche a favore del lavoro. E' vero che è necessaria la solidarietà dello Stato, ma le somme aggiuntive trasferite alle Regioni sono sempre minori e di gran lunga inferiori alle reali esigenze delle zone meno favorite.
Come si possono sbandierare programmi faraonici quando non si hanno le ncessarie risorse finanziarie? Lo Stato, in attuazione dell'art. 13, ha anche fatto notevoli sforzi, ma i risultati sono veramente deludenti. L'oratore ha ricordato, a questo proposito, il primo Piano di Rinascita, il mini-piano del 94 ed ha lamentato come agli sforzi finanziari governativi non abbia fatto seguito un oculato utilizzo di quelle risorse da parte degli amministratori isolani.
Sono troppi i casi di incompiute, come la nuova diga sul Tirso realizzata a Busachi e non ancora completata ed entrata in funziione. La diga è costata 300-350 miliardi ma non può funzionare perchè i vecchi impianti Enel non sono stati ancora trasferiti. I risicoltori oristanesi non potranno, probabilmente, seminare perchè non c'è acqua a sufficienza. Sono troppe le opere inutili, le opere non funzionanti, è grave per gli operatori non poter utilizzare le risorse considerate necessarie e teoricamente disponibili.
Eppure oltre un anno fa sono arrivati a Busachi il presidente della Repubblica, del Consiglio e della Giunta regionale per l'inutile taglio del nastro. Così come non è stato fatto nulla per realizzare, attorno al lago, gli opportuni depuratori per raccogliere acque pulite e non gli scarichi fognari dei molti comuni che sorgono vicino al nuovo bacino. E come sarà possibile considerare il turismo una carta vincente quando l'acqua non è pulita e l'ambiente sano e tutelato?
Casu si è soffermato sugli incentivi agli imprenditori, sui servizi da fornire alle imprese, sulla necessità di rendere competitive le iniziative economiche isolane, per metterle alla pari con quelle delle altre regioni. Ma non è possibile dare questi sostegni alle iniziative economiche quando poi si elaborano imposte e tributi come l'Irap, che darà un nuovo grave colpo alla piccola e piccolissima impresa, al lavoro professionale.
La Francia, l'Olanda, la Germania, ringrazieranno, per questa nuova iniqua tassa, il ministro Visco perchè molte piccole e medie imprese, i liberi professionisti spariranno in gran numero. E proprio le libere professioni, le piccole e piccolissime aziende sono una prerogativa peculiare dell'Italia, mentre sono quasi inesistenti negli altri paesi europei. Gli stati più ricchi, quindi, ne trarranno un notevole beneficio.
Concludendo il suo intervento, Casu ha inoltre ricordato come occupazione ed investimenti vengono realizzati grazie alle migliaia di miliardi investiti dagli imprenditori sardi e continentali che vogliono operare nell'Isola e non per le poche centinaia di miliardi stanziati dalla Regione.Secondo l'on. Bruno Dettori (Gruppo Misto) il dibattito non è solo utile dal punto di vista politico ma è necessario perché da tutte le parti politiche arrivino suggerimenti per affrontare la questione nodale della Sardegna, la lotta alla disoccupazione. Un'iniziativa, quindi, da non vanificare, un'iniziativa che può davvero essere il primo passo verso la rinascita dell'isola.
Ma non tutto il documento presentato dalla Giunta è condivisibile; alcuni elementi risentono infatti di un "certo modo di fare demagogico", dal quale evidentemente l'esecutivo non riesce a svincolarsi. Altri "momenti" della bozza sono invece da raccogliere e da approfondire, come ad esempio, la scelta della programmazione decentrata. Ma con la raccomandazione che le prospettive potrebbero rimanere senza efficacia se non si costruiscono le fondamenta per la ripresa economica.
Dettori ha quindi affermato che ogni iniziativa ed ogni azione della Giunta non possono andare nel senso voluto se non si tengono davanti agli occhi tre importanti questioni: la questione meridionale, quella settentrionale e l'Europa. Sono problematiche, ha detto, che condizioneranno ogni attività della Giunta in ogni settore di operatività, e sono anche questioni, ha aggiunto, che non si risolvono in breve tempo e con pochi sforzi. Ed allora si deve puntare su soluzioni immediate per dare fiato all'economia e di conseguenza alla piaga della disoccupazione. Come? Facendo sì che la politica colmi i ritardi storici nell'infrastrutturazione, nello sviluppo, nella cultura e privilegiando le vere risorse dell'isola, che sono quelle umane e quelle naturali: ambiente e campagna, turismo e forestazione.
In questi settori, ha concluso Dettori, bisogna rivolgere gli investimenti produttivi. Solo così si potrà governare nell'immediato la disoccupazione.Dopo aver rimarcato le numerose assenze in Aula, l'on. Serrenti (PSd'Az.) ha ricordato che "la situazione di solitudine in cui si trova la Sardegna nell'affrontare i propri problemi" nasce principalmente a causa dello Stato che non mantiene gli impegni e penalizza le parti più deboli del Paese, con i tagli messi in atto per risanare il debito pubblico.
Serrenti, dopo aver sottolineato i tagli nelle scuole, nella sanità, in tutti i servizi, tagli che aggravano i problemi dell'Isola, nonostante la presenza di sardi nel governo Prodi, ha ripercorso le tappe che hanno portato all'ultima crisi dell'esecutivo regionale. Secondo Serrenti, le forze politiche della maggioranza non erano in grado di affrontare i problemi ed hanno preferito risolvere la crisi con parole d'ordine e propaganda sul lavoro e sull'occupazione, promettendo nuovi impegni e nuove risorse. Intando la disoccupazione è cresciuta.
Serrenti ha ribadito che i 1.000 miliardi "sono un escamotage propagandistico" perchè non esistono, mentre le risorse esistenti sono "utilizzate per fini clientelari" perchè si avvicina una scadenza elettorale. Serrenti ha ricordato che già quando era assessore aveva affermato che le risorse aggiuntive dovevano arrivare dallo Stato sulla base dell'art. 13 dello Statuto. Ma ciò avrebbe richiesto una forte rivendicazione da parte del governo regionale, rivendicazione che non esiste perchè la maggioranza è debole, incapace di affrontare i problemi, come dimostra la vicenda dell'aumento dei costi dei trasporti.
Lo stesso assessore Scano, ha proseguito Serrenti, ha affermato che i 1.000 miliardi aggiuntivi non ci sono. Sarebbe meglio dire la verità, ha detto ancora Serrenti, e dire che lo Stato ha ridotto i trasferimenti costringendo la Regione ad aumentare l'indebitamento.
Ma anche se si dovessero distogliere i fondi da tutti i settori produttivi, cosa ne farebbe questa Giunta che non è capace di affrontare i problemi dell'occupazione? Farebbe meglio a dimettersi, ha detto ancora Serrenti, per dare vita ad un governo regionale più ampio possibile.
La Giunta ha il dovere di presentare all'Aula un progetto reale, non chiedere all'Aula cosa deve fare. Rivolgendosi a Palomba, Serrenti gli ha ricordato che tutte le responsabilità ricadono su questa Giunta, per poi affermare che il documento per la Conferenza sull'occupazione riporta cose vecchie e scontate. "Noi abbiamo le idee sul cosa fare" ha detto Serrenti, "ma sarebbe necessario ricomporre una nuova Giunta perchè questo esecutivo è incapace, e non è presente nemmeno negli organismi eurpei, dove la rappresentanza sarda è affidata all'on. Paolo Fois, il quale, però, non può rappresentare la Giunta, ma semmai, caso unico in Europa, può rappresentare solo il Consiglio".
Serrenti ha proseguito criticando ulteriormente la Giunta, ricordando gli Enti regionali che continuano a perdere risorse ingenti. Non si può avere fiducia in questa Giunta e in questa maggioranza e sarebbe bene che Palomba ne traesse le conclusioni. Non si può risolvere il problema dell'occupazione aumentando l'assistenzialismo, senza aumentare la ricchezza, condizione indispensabile per mantenere le politiche sociali come momento di transizione.
Il problema del lavoro, ha concluso Serrenti, è un problema complessivo di governo. La Giunta e la maggioranza devono però essere corretti e onesti, e dire alla gente la verità, senza più sbandierare risorse inesistenti.L'importanza di poter discutere questa ipotesi di intervento e di confrontarsi con le altre forze politiche è stata sottolineata da Ivana Dettori (Progr. Fed.). Certamente l'attuale situazione di difficoltà nella quale si trova la società sarda non è attribuibile all'opera della Giunta Palomba, così come non è certamente attribuibile agli esecutivi che l'hanno preceduta.
Ma la Giunta ha proposto una analisi reale ed ha ipotizzato una serie di interventi che permettono un fattivo confronto. Se la Giunta avesse prospettato soluzioni ed ipotesi ben definite si sarebbero sentite critiche feroci, proprio perchè si sarebbe proposto un "documento chiuso, col quale si è già deciso tutto".
Invece, Palomba ha chiesto collaborazione ed ha offerto l'occasione per un reale confronto, per una "concertazione" con le parti sociali ed imprenditoriali che potrebbe dare realmente dei buoni risultati.
Nel suo intervento, Dettori si è particolarmente soffermata sulle politiche attive per il lavoro e sullo sviluppo economico locale, due aspetti particolari delle scelte fatte dalla Giunta e sui quali è d'accordo anche la Comunità europea. I piani integrati d'area sono proprio l'attuazione pratica di questi principi e possono favorire il riscatto di molte zone depresse della nostra isola.
Ma sono anche altri i settori nei quali si può e si deve intervenire ed Ivana Dettori ha indicato la formazione professionale, l'occupazione femminile, il mondo della scuola e quello della cultura come quelli più qualificanti, forse i più importanti per i risvolti che hanno nel processo di sviluppo e crescita della società sarda.
Ma le proposte di Palomba, ha concluso Dettori, contengono anche altre interessanti indicazioni, temi sui quali sarà possibile confrontarsi subito dopo la conferenza per il lavoro. I risultati di quell'incontro, le indicazioni che forniranno le forze vive della società sarda permetteranno di mettere a punto iniziative incisive, di grande respiro, in grado di creare molti nuovi posti di lavoro, stabili e qualificati, in grado di ridurre il numero dei disoccupati sardi e di favorire la ripresa della stessa società isolana. Ma servono anche scelte di grande respiro, per favorire la soluzione dei problemi del Meridione, che non possono essere visti separatamente da quelli del Settentrione e che impongono scelte politiche nelle quali deve essere attivamente coinvolta la stessa Comunità europea.L'on. Lippi (F.I.), dopo aver premesso che non è la prima volta che la Giunta pone all'attenzione della Sardegna dei grossi problemi attraverso lo strumento della conferenza regionale, ha affermato di non ritenere che questo sistema possa dare risultati positivi. Ed ha allora ricordato che le sue affermazioni traggono sostegno dagli esiti della Conferenza regionale sul credito svoltasi tra mille illusioni circa due anni fa e la cui inutilità sta scritta nel comportamento tenuto dagli istituti di credito all'indomani del grande dibattito che ne scaturì. " Oggi, ha detto, le preoccupazioni e le diffidenze sono le stesse".
Lippi ha poi sostenuto che nella bozza presentata dalla Giunta sono contenute ipotesi sul contenimento della disoccupazione non diverse da quelle sempre dichiarate dal polo delle libertà. Però, ha aggiunto, la Giunta non specifica quali rimedi e quali provvedimenti concreti devono essere presi: E' infatti inutile fare le diagnosi se poi non si interviene. Come è inutile cercare di individuare nei giovani e nelle donne disoccupate il problema. Disoccupati ne esistono in tutte le fasce della popolazione adulta senza distinzione d'età.
L'oratore ha quindi criticato alcuni punti del documento della Giunta che si riferiscono ai settori dell'agricoltura e si è a lungo soffermato su quella che la Giunta definisce la programmazione decentrata. E' a questo punto che si è chiesto ed ha chiesto alla Giunta che fine abbiano fatto i famosi piani integrati d'area, per i quali erano state destinate ingenti risorse. Altra critica è stata rivolta dal consigliere Lippi alle speranze riposte dalla Giunta nei lavori socialmente utili.
Infine due provocazioni: secondo Lippi la rinascita del Sulcis Iglesiente potrebbe arrivare se da quella zona fossero banditi i sindacati, in modo da dare agli imprenditori migliori garanzie di azione sotto il profilo della produzione. La seconda: premiare anche largamente gli imprenditori che vogliano lavorare, anche consorziandosi, nei distretti industriali.
I lavori del Consiglio riprenderanno
domani mattina alle ore 9,30.