Nota stampa
della seduta n. 254 pomeridiana del 3 marzo 1998

 


Il Consiglio regionale ha ripreso i lavori sotto la presidenza dell'on. Sergio Milia e successivamente dell'on. Gian Mario Selis.

Prosecuzione della discussione generale su:

Disegno di legge n. 382/A
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale
e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 1998)
Disegno di legge n. 383/A
Bilancio per l'anno finanziario 1998 e bilancio
pluriennale per gli anni 1998-2000
Programma n. 39/A
Proposta di programma pluriennale per gli anni 1998-2000.

Sull'ordine dei lavori è intervenuto l'on. Biggio (AN), il quale, dopo aver stigmatizzato le numerose assenze, ha chiesto la sospensione dei lavori.
L'on. Pittalis (F.I.) si è associato alla richiesta di Biggio.
Il Presidente ha quindi sospeso la seduta per mezz'ora.

Alla ripresa dei lavori è intervenuto l'on. Emilio Floris (F.I.), il quale ha esaminato, soffermandosi sugli aspetti prettamente politici, la manovra di bilancio presentata dalla Giunta Palomba.
E' cambiato qualcosa, nello scenario politico isolano, passando dalla quinta alla sesta Giunta Palomba? Si è chiesto Floris. E le scelte che hanno ispirato la manovra economica e finanziaria dell'esecutivo sono forse differenti?
L'assessore al Bilancio Sassu ha presentato una proposta economica perfettamente in linea con la prassi che vuole l'ultimo bilancio utile, prima delle elezioni, teso a conquistare la benevolenza delle parti sociali, in modo da ottenerne i voti nella ormai imminente consultazione elettorale. Ed il nuovo assessore Scano ha, di fatto, confermato le scelte del suo predecessore.
In Commissione ed anche in Aula le opposizioni hanno più volte chiesto un piano regionale di sviluppo, proprio per cercare di affrontare, dalla radice, i problemi della società sarda. Come si possono decidere finanziamenti a favore di un comparto, se non si rimuovono gli ostacoli che impediscono il concreto sviluppo dei diversi comparti economici.
Stanziare molti miliardi per l'industria, l'agricoltura, il turismo va bene, ma per fare cosa? L'agricoltura si rinnova se si modifica la struttura produttiva agricola; il turismo avrà un futuro se si potranno ammodernare le strutture, se i trasporti saranno efficienti, se il credito costerà meno. Questi sono gli ostacoli che impediscono al mondo economico isolano di crescere e di muovere alla conquista del mercato, a partire da quello locale.
Ma per fare questo occorrono realtà diverse. E rivolgendosi al presidente Palomba, l'onorevole Emilio Floris lo ha sollecitato a chiedere con forza l'istituzione della zona franca integrale, uno strumento in grado di rivitalizzare tutta l'economia isolana. Uno "strumento" che forse non verrà concesso con facilità, ma che potrebbe permettere una reale ripresa dell'economia sarda.
La zona franca integrale è una scommessa da vincere a tutti i costi, ha concluso Floris, e se "Lei, presidente Palomba, riuscirà ad ottenerla passerà alla storia per aver realizzato qualcosa nella sua permanenza alla guida della regione sarda".

La posizione del Patto dei Democratici per la Sardegna, spesso critici nei confronti della maggioranza, è stata illustrata dall'on. Bruno Dettori (Misto) il quale ha detto di giudicare il bilancio sul quale si discute "come una proposta di transizione".
"Mi auguro lo si voglia considerare proprio di transizione, ha aggiunto Dettori, perché questa manovra finanziaria non è in grado di incidere sulla difficile situazione socio-economico della Sardegna". La Regione è in difficoltà e quattro mesi di esercizio provvisorio non sono certo il toccasana per le aziende sarde in gravi difficoltà. "I conti sono in rosso" e tanti ritardi non fanno che aggravare questa crisi.
Il bilancio, tra l'altro, presenta aspetti preoccupanti: è sempre più esigua la quota destinata agli interventi produttivi; anche sulle entrate, tra l'altro, ci sono troppi punti oscuri.
Il nuovo assessore, questo è un fatto positivo, ha mostrato una certa attenzione per i problemi isolani. Bisognerà ora vedere come si arriverà all'assestamento di bilancio, promesso per i prossimi mesi, che potrà permettere delle scelte più incisive e razionali.
La Giunta, l'Assessore alla Programmazione devono affrontare la grande sfida che viene dalla richiesta di nuovi posti di lavoro. La richiesta della società sarda è proprio quella di dare risposte concrete alle esigenze dei giovani e meno giovani privi di lavoro o di speranze per il futuro. La Regione, ha aggiunto Bruno Dettori, deve fare scelte chiare, in linea con le reali tradizioni isolane.
Il mondo dei campi, la risorsa ambiente, anche con la valorizzazione delle zone protette e dei parchi, l'affermazione nei mercati mondiali delle produzioni tipiche della Sardegna sono scommesse da affrontare e vincere.
Queste sono le strade da percorrere e su queste scelte ci si deve confrontare. Il bilancio e la finanziaria, quindi, non sono da valutare positivamente, ma devono essere esaminati con spirito critico e con grande realismo.
Se la Giunta, se la classe politica perderanno questa nuova sfida, ha concluso Bruno Dettori, per la Sardegna si aprirà una nuova stagione dell'emigrazione che porterà molti, moltissimi sardi ad abbandonare la loro isola. Questa nuova emigrazione sarà più massiccia e più preoccupante di quella dell'immediato dopo-guerra e per la Sardegna sarà un altro gravissimo dramma.

L'on. Casu (F.I.), relatore di minoranza, ha detto di essere meravigliato del fatto che l'Aula sia praticamente vuota. Evidentemente c'è chi ritiene che la manovra finanziaria sia un fatto tecnico di scarsa rilevanza, mentre è bene sottolineare che l'esame del bilancio rappresenta un momento politico importante nella vita della Regione. Probabilmente, ha aggiunto, si pensa che l'assestamento, che è stato annunciato dallo stesso assessore per il mese di giugno, abbia in se maggiore valore. E' dunque bene precisare che l'assestamento è, sì, un fatto tecnico in quanto consente aggiustamenti e spostamenti di quelle risorse che erano disponibili nella manovra, poiché non è immaginabile che piovano dal cielo altri fondi per la Sardegna.
Casu ha, concludendo, fornito un dato interessante in merito al rendimento di oltre mille miliardi dei fondi di rotazione affidati alle banche. Nel 1997 gli interessi netti hanno reso circa tre miliardi, praticamente lo 0,3 per cento.

Prendendo la parola immediatamente dopo, l'on. Luigi Biggio (AN), ha affermato che anche quest'anno si sono ripetuti i ritardi degli anni precedenti nella presentazione del bilancio e che ancora una volta la maggioranza ha chiesto all'opposizione di essere indulgente per far sì che si eviti il ricorso al quarto mese di esercizio provvisorio. "E noi con senso di responsabilità faremo in modo che l'esame si svolga nella massima speditezza".
Analizzando la manovra nel suo complesso, Biggio ha affermato che il documento brilla per l'assenza di modernità e di reale programmazione economica e spicca per apparire come congelato. D'altronde, ha aggiunto, non poteva essere altrimenti vista la precarietà della maggioranza che lo ha prodotto. Inoltre le risorse a disposizione, che sono limitate, sono assorbite dai vari enti strumentatali e non e dalla sanità.
Secondo l'esponente di AN il lavoro, che è la massima emergenza della Sardegna, non lo si crea con conferenze,convegni e fiumi di parole ma assegnando fondi per creare una seria imprenditoria, incentivando la tecnologia, facendo vera ricerca scientifica e preparando al lavoro quadri dirigenti e lavoratori. Si assiste invece, in questa manovra, allo sport della caccia, da parte di gruppi politici che fanno parte della maggioranza, delle risorse della Regione.
Concludendo, Biggio si è augurato che finalmente, in questo scorcio di legislatura, la maggioranza sappia volare alto e ritrovi la via del perseguimento del bene comune.

La finanziaria è un punto di partenza per il futuro dei sardi, ha affermato l'on. Piras (Ppi) il quale ha preannunciato un intervento riguardante principalmente il settore agricolo.
Piras ha ricordato che tempo fa, l'allora assessore all'agricoltura Paba aveva firmato un protocollo di intesa con le associazioni dei coltivatori. Ma da allora la situazione del settore agricolo è peggiorata, nonostante i cambi della Giunta e degli Assessori.
Piras ha poi ricordato la mobilitazione degli agricoltori. La Regione ha commissariato tutti gli Enti del settore, ma a distanza di due anni la situazione non si è modificata.
Le associazioni dei coltivatori sono state escluse dalle consultazioni operate dalle Commissioni, ha aggiunto Piras, nella predisposizione del bilancio. Intanto chi ci guadagna sono solo le banche mentre aumenta l'indebitamento delle aziende agricole, con l'aggiunta del rischio di dover restituire i contributi dell'Unione Europea.
Secondo Piras non si comprende cosa questa Giunta voglia fare per il settore agricolo, settore importante nell'economia della Sardegna., Piras ha analizzato alcuni dati sulla composizione delle aziende agricole prima di arrivare a chiedere l'attivazione di un tavolo di confronto per predisporre un vero rilancio del settore.
Dopo aver espresso il proprio scetticismo sulla futura Conferenza sull'agricoltura, Piras ha ribadito che il mondo agricolo vuole riappropriarsi di un ruolo preciso, mentre chiede la riforma della Regione ed in particolare la riforma dell'Assessorato all'agricoltura e degli Enti strumentali che devono essere funzionali allo sviluppo del settore.
Per Piras è necessario inoltre chiarire i soggetti destinatari degli interventi per l'agricoltura ai diversi livelli, unitamente ad un albo professionale che deve rispondere a criteri di sviluppo. Inoltre, ha aggiunto Piras, si devono coinvolgere le associazioni di categoria nello sviluppo del settore agroalimentare, mentre diventa inderogabile un piano di riordino fondiario unitamente ad un riordino del credito agricolo.
Le scelte operate fino ad oggi coinvolgono l'operato dell'intera Giunta, ha concluso Piras, ma le organizzazioni di categoria vogliono essere protagoniste e non più soggetti passivi.

Per l'on. Bonesu (PSd'Az) è difficile fare il bilancio della Regione per la limitatezza delle risorse. Ma la giunta Palomba non ha nemmeno tentato di farlo. Infatti questa manovra finanziaria è una manovra di "non scelte", mentre il deficit è di oltre 4000 miliardi.
Alcune manovre effettuate da questa Giunta sono discutibili, ha detto ancora Bonesu, e per alcuni aspetti potrebbero essere un "concordato fallimentare". C'è un rallentamento pauroso della spesa regionale, nonostante gli impegni di accelerazione della spesa.
Bonesu ha proseguito citando cifre relative ai mutui contratti dalla Regione, evidenziandone alcune contraddizioni che mirano a finanziare con i mutui spese che non hanno un carattere permanente, contro le norme di legge della contabilità regionale.
Tutto ciò evidenzia le difficoltà nate con la mancata abolizione di capitoli inutili per la società sarda.
Nel complesso, per Bonesu nella manovra finanziaria vi sono incentivi per finanziare la disoccupazione, con tagli su capitoli che provocano occupazione.
Pur comprendendo le difficoltà di gestione del bilancio, Bonesu ha sostenuto l'inutilità del programma pluriennale al fine di indirizzare le scelte politiche della Regione. Ma se non si affronta il problema dell'insufficienza delle risorse, non si risolverà niente.
Il bilancio e gli emendamenti presentati non miglioreranno la situazione economica della Regione, ha detto ancora Bonesu. Sembra quasi che si vogliano procrastinare i problemi a dopo il 2000, quando i mezzi saranno ancora più ridotti.
Dopo aver sollecitato la Giunta a chiarire la sua posizione rispetto all'IRAP, Bonesu ha sostenuto la necessità di operare scelte e tagli necessari se si vuole evitare "l'accentuazione catastrofica del disequilibrio". Solo alla fine della discussione si potrà esprimere un giudizio sulla finanziaria ma si deve tener presente che l'uso dei fondi di rotazione rappresenti una manovra spregiudicata che aumenterà la sofferenza del territorio.
Non ci sono i 1000 miliardi per il lavoro, ha detto ancora Bonesu, e non serviranno le Conferenze a risolvere i problemi. Le Conferenze, qualche volta, peggiorano la situazione, come è successo per la Conferenza sul credito. La Conferenza sul lavoro probabilmente aggraverà i problemi dei 300.000 sardi senza lavoro, ha concluso Bonesu, così come l'attuale situazione fa presagire un aggravamento complessivo dell'intera società sarda.

"Contravverremmo ad un preciso dovere politico ed etico, se dovessimo falsare i dati": l'on. Balia, capogruppo PSFDS, è partito dalla considerazione che la Regione e lo stesso Consiglio sono "lenti" nel loro funzionamento, tanto che non riescono a modificare neppure il Regolamento interno che norma la vita e l'attività dello stesso Consiglio.
L'Assemblea, ad esempio, si è trovata di fronte un bilancio quasi privo di novità. L'assessore è riuscito, infatti, ad inserire pochi caratteri di novità, anche per il poco tempo a disposizione.
Nel bilancio esistono, comunque, alcune indicazioni interessanti, con interventi a sostegno del settore del lavoro e dello sviluppo. L'Assessore, quindi, vuole svolgere nel modo migliore il proprio importante ruolo.
Un ruolo molto moderno, con la ricerca di una autonomia condivisibile ed opportuna. L'assessore Scano, infatti, ha cercato di spostare risorse verso i settori trainanti, gli unici in grado di favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Questo è uno sforzo da apprezzare. Come da sottolineare, per la loro novità, sono le scelte a favore degli Enti locali, ai quali si devono trasferire compiti e finanziamenti, per valorizzarne le potenzialità.
Il recupero dei centri storici, i Piani integrati d'area sono alcuni degli strumenti con i quali, secondo Balia, si può incidere nella realtà isolana.
L'on. Balia si è anche soffermato sulla necessità di avere comportamenti coerenti e lineari. Ad esempio è stato giusto ridurre i fondi di rotazione depositati presso le banche, se non si possono utilizzare secondo la loro destinazione originaria. E la nuova legge finanziaria, se sarà presentata tempestivamente, come annunciato, permetterà un riaggiustamento della loro destinazione e, se del caso, del loro ripristino,
Anche il settore delle riforme strutturali è stato indicato come "particolarmente interessante" dall'oratore. Balia, quindi, si è soffermato con particolare attenzione sugli accantonamenti decisi per ridurre l'indebitamento complessivo della Regione. Non è possibile, infatti, contrarre sempre nuovi mutui, lasciando i soldi a giacere nelle casse delle banche.
Occorrerà, comunque, prestare maggiore attenzione anche alle entrate regionali, per accertarne la congruità e la possibilità di crescita.
Balia, quindi, ha affrontato i temi delle grandi opere pubbliche, delle strutture portuali, delle grandi infrastrutture, chiedendo un riesame politico di queste decisioni, anche per accrescere la collegialità delle scelte dell'esecutivo.
Avviandosi alla conclusione Balia si è detto sicuro che l'assessore Scano avrebbe agito nel modo migliore per utilizzare le scarse risorse disponibili. Ma ha anche sottolineato la necessità di ricontrattare i rapporti con lo Stato, accentuando i poteri di autodeterminazione della Regione.

Critico ma in certo modo propositivo l'intervento dell'on. Italo Masala, capogruppo di Alleanza Nazionale. Premettendo che avrebbe parlato non delle fredde cifre del bilancio ma del bilancio della legislatura, Masala si è infatti chiesto che cosa hanno prodotto questi quattro anni di gestione Palomba nel governo della Regione. Doveva essere una legislatura costituente per quanto riguarda una lunga serie di riforme da attuare, ha detto, ma ad un anno dal suo termine non possiamo registrare un solo punto a favore di questo settore. Ed in un altro punto è venuta meno l'azione della Giunta: la formulazione del piano generale di sviluppo. Ancora oggi , ha insistito, non sappiamo verso quale direzione debbano essere orientate le scarse risorse finanziarie perché non si conosce il tipo di sviluppo economico verso il quale andare.
Masala ha approfondito questa riflessione precisando che anche la sua parte politica si chiede quale e come debba essere affrontato il futuro. A questo proposito ha ricordato la grande scelta operata negli anni sessanta con la grande industria. A posteriori possiamo dire che fu una scelta sbagliata; tuttavia fu una scelta precisa e molti ("i missini di allora erano contrari", ha aggiunto) ritenevano e speravano che la Sardegna ne avrebbe beneficiato. Fu un fallimento e si fece autocritica. Il problema è che da allora la Sardegna non è stata capace di formulare un altro piano, di fare un'altra scelta. "Ecco perché dobbiamo interrogarci, voi della maggioranza e noi delle opposizioni".
Masala ha poi affermato che anche nella parte innovativa della manovra finanziaria 1998, in quella che anticipa la modifica del meccanismo di formazione della legge, si intuisce che il sistema della distribuzione dei fondi agli assessorati è profondamente errato. Questo metodo infatti non consente di individuare complessivamente i bisogni della Regione. Alcuni esempi portati dall'oratore hanno chiarito il ragionamento alla base del suo intervento. In pratica , ha detto, quando chiediamo la zona franca integrale dovremmo sapere quali sono i benefici e quali siano i costi e, se questi ultimi fossero eccessivi, quali provvedimenti legislativi regionali o nazionali siano necessari per far si che quell'istituto risulti positivo per lo sviluppo e per l'economia dell'isola, mettendo nella stessa condizione l'imprenditore sardo con l'imprenditore milanese e bavarese, nel principio della libera concorrenza .
Masala, dopo aver invitato il Consiglio a meditare su queste riflessioni, ha affermato che la materia la si dovrà riaffrontare a giugno quando sarà portata in aula la manovra di assestamento. Sarà quella la vera sede nella quale si potranno confrontare le opinioni di tutti, perché, come ha detto lo stesso assessore alla Programmazione, questa manovra è stata ereditata e non ha subito modifiche di sostanza.

Molti hanno parlato di ritardi, ha affermato l'on. Marteddu (Ppi), ed effettivamente esistono, ma l'assessore Scano ha voluto rimodulare il bilancio per dare un segnale di inversione di tendenza e questo è un fatto positivo. Si vogliono privilegiare le spese orientate allo sviluppo ed al lavoro più che alle spese correnti, e, come ogni volta che si cambia direzione, indietro non si torna.
Per Marteddu anche l'introduzione del documento di programmazione economica e finanziaria, è un fatto positivo e rappresenta un cambio culturale sostanziale.
La proposta di programmazione si adegua alla reale situazione della Regione, ha aggiunto Marteddu, che attraverso il programma pluriennale non è riuscita a produrre effetti reali sulle politiche di bilancio.
Indubbiamente c'è un salto di qualità con l'obiettivo di rendere più efficiente la macchina regionale. Il bilancio di fine legislatura si farà tra qualche mese, ha detto ancora Marteddu rivolto a Masala, ma se si guarda al carattere di questa manovra si deve riconoscere che vi sono strumenti innovativi, pur se permangono alcune delle perplessità sollevate dal relatore di minoranza.
I lavori per l'approvazione della manovra vengono accelerati nell'interesse della Sardegna, ha aggiunto Marteddu, e non è vero che tutto sia orientato ad occupare posti di potere. C'è l'esigenza di snellire alcune parti, come la Sanità o la formazione professionale che devono essere affrontate con un'apposita legislazione. Del resto non ci sono proposte alternative, ha aggiunto ancora Marteddu, perché l'opposizione non è riuscita a costruire l'alternanza.
Secondo Marteddu, i Popolari hanno contribuito a costruire il governo regionale ed al suo progetto politico, che deve essere comprensibile dalla gente, "fuori dalle paludi in cui nuovi movimenti vorrebbero spingerci".
Marteddu ha ribadito che i Popolari sono per la democrazia dell'alternanza, capace di governare. E le iniziative di fine legislatura mirano a rafforzare questo progetto politico.
Marteddu ha poi giudicato carente l'operato di questa Giunta per quanto riguarda le politiche comunitarie, ma, ha ribadito, si deve operare perché il vincolo di insularità sia positivo e non negativo.
Dopo aver invitato l'Assessore alla Programmazione ad operare in questo senso, Marteddu ha ribadito che l'Europa non deve essere vista solo come partecipazione alla moneta unica. La Sardegna non può pensare di partecipare allo sviluppo europeo se non si aggancia a quello sviluppo. Il governo della Regione deve porsi questo obiettivo; e la politica di bilancio deve mirare al risanamento, ha detto ancora Marteddu, con la predisposizione di testi unici e con un'opera di delegiferazione.
Il lavoro e l'occupazione devono essere al centro delle politiche del governo regionale, ha aggiunto Marteddu, con scelte di campo chiare e precise perchè queste sono le scelte sulle quali oggi si vince o si perde.
Dopo aver analizzato alcuni aspetti del programma pluriennale, Marteddu ha sostenuto la necessità di ripensare le leggi sull'incentivazione per le imprese per creare un tessuto connettivo atto a favorire la cultura d'impresa, con strumenti agili. Queste sono le cose di cui si dovrà parlare nella Conferenza per il lavoro, che deve coinvolgere come protagoniste le forze sociali esistenti in Sardegna.
Sulle riforme, Marteddu ha richiamato l'attenzione sul fatto che esse non costituiscono una variabile indipendente dello sviluppo ed ha concluso con un accenno alla legge elettorale.

La manovra finanziaria e di bilancio proposta al Consiglio presenta notevoli innovazioni, forse non del tutto apprezzate anche per una certa "miopia politica". Il capogruppo Progressista Federativo, on. Renato Cugini, intervenendo nel dibattito sulla manovra finanziaria, ha preso lo spunto dalle due relazioni, quelle dei relatori Secci e Casu, per esaminare le diverse concezioni e posizioni politiche emerse nel dibattito.
"Sembra che le due posizioni siano contrapposte più per ragioni di collocazione politica, che non per motivi di merito": secondo Cugini il dibattito e le polemiche non sembrano "di fondo". Ed il capogruppo Progressista Federativo ha invitato anche la minoranza ed un confronto serio e corretto su "come affrontare i reali problemi dell'Isola, utilizzando le scarse risorse delle quali la Sardegna dispone".
Bisogna far crescere le entrate, senza aumentare però le tasse. E questo lo si potrà fare quando si prepareranno l'assestamento e la nuova finanziaria, temi sui quali si lavorerà dopo la conferenza sull'occupazione.
Ma la maggioranza e l'opposizione dovranno confrontarsi anche sulle leggi di bilancio, sull'importante opera di razionalizzazione dei trasferimenti, sul processo di modernizzazione degli strumenti e delle norme da utilizzare per predisporre i documenti contabili.
Per ottenere risultati finalmente positivi, però, sarebbe necessario cambiare radicalmente anche il modo di operare come classe politica. Perché confrontarsi all'interno di quest'Aula e non proporre, invece, al Parlamento nazionale una grande proposta politica, in grado di stimolare le scelte che le Camere devono fare per favorire il riscatto di tutto il Meridione d'Italia?
"La politica deve tornare a farla da principe, nelle nostre discussioni e nei nostri confronti, ha aggiunto Cugini. Ma dobbiamo fare sentire la nostra voce sui temi dello sviluppo del Sud, dell'intero Paese".
E l'oratore ha indicato gli strumenti operativi sui quali si deve puntare per dare risposte concrete alle esigenze dell'intera Regione.
In Commissione, gli esponenti dell'opposizione hanno anteposto gli interessi generali a quelli di parte. Probabilmente avverrà così anche in Aula. Ma l'importante è modificare anche gli schemi seguiti nel predisporre il documento economico.
Se esistono indicazioni serie e concrete, bisogna tenerle nella debita considerazione. Se dall'esterno giungono contributi e proposte validi, perché trascurarli o ignorarli? Sui grandi temi ci si deve confrontare, con tutti, con le forze sociali e produttive, con tutte le espressioni significative della società.
Questi temi, ha concluso Cugini, devono trovare giusta e coerente collocazione nella ormai imminente conferenza per l'occupazione, in tutti gli altri grandi appuntamenti ai quali deve presentarsi la classe politica. Appuntamenti dai quali dipende il futuro dell'intera Sardegna ed alla cui realizzazione devono e possono concorrere tutte le forze politiche isolane.

"Velleitaria, piatta, scellerata": questo il giudizio espresso dal capogruppo di Forza Italia on. Pietro Pittalis sulla manovra finanziaria che, ha aggiunto, continua nelle scelte conservatrici e mantiene gli stessi elementi di vecchio stampo delle precedenti manovre. Contro questo documento l'opposizione di Forza Italia sarà dura e ferma.
L'intervento dell'esponente forzista si è dispiegato con toni forti e censure decise per circa mezz'ora , senza niente concedere e sempre con maggior ritmo incalzante. Sulla maggioranza ha affermato che è cambiata, ma solo per ospitare i comunisti che hanno portato in dote alla Giunta una cospicua folata di fumo: i fumosi mille miliardi per il lavoro. Parlando dei ruoli di minoranza e maggioranza ha detto che quest'ultima dovrebbe assumere lezioni di democrazia ("se vi proponiamo emendamenti opponete un secco rifiuto e se chiediamo i tempi tecnici per esaminare il bilancio fate rullare i tamburi per far sapere alla gente che la responsabilità dei ritardi è delle opposizioni"). Riguardo agli stanziamenti in bilancio, senza mezzi termini l'on. Pittalis ha ripetuto più volte che la manovra è frutto di interessi personali che vengono anteposti al bene generale.
Ma Pittalis ha criticato anche il fatto che la relazione di maggioranza fosse scarna e priva di quegli elementi necessari per capire il disegno complessivo della manovra. Una manovra che presenta tagli e sprechi, che è sbagliata nel suo stesso essere e che ben poco prevede a favore dell'imprenditoria. Rivolgendosi all'assessore, Pittalis ha affermato che "sarebbe il caso di passare ai fatti dopo le perplessità da lui espresse in occasione dell'esame delle precedenti leggi finanziarie."
Entrando nel merito della finanziaria, l'oratore ha voluto ricordare che la politica governativa, che ha scelto la depressione economica per poter agganciare il treno dell'Europa, comporterà una drastica riduzione dei trasferimenti e che per sopperire alla mancanza di risorse negli anni che verranno, non basteranno i Bor ed i fondi di rotazione: "Precipitiamo nel dissennato indebitamento, ha aggiunto, e non esiste una seria politica delle entrate. In Sardegna non esistono, in questa materia, né studi né persone capaci di analizzare i dati e di inventare vie nuove di approvvigionamento. Ma anche il settore delle spese mostra crepe insanabili e totale miopia: i fondi sono stati ridotti proprio nel settore dei lavori pubblici e della politica attiva per il lavoro: altro che mille miliardi".
Non diminuiscono invece, secondo Pittalis, i fondi per gli enti regionali che consumano senza produrre; si aumentano le spese per convegni di studio e conferenze mentre le buone leggi diventano inoperanti per mancanza di stanziamenti.
Pittalis ha inoltre chiesto direttamente al presidente della Giunta ed all'assessore Cogodi di poter avere finalmente la consistenza del patrimonio della Regione, perché "è da anni che lo chiediamo e perché è assurdo che questo patrimonio renda soltanto 400 milioni all'anno. Vogliamo chiarimenti sulle spese per canoni, acquisto immobili, locazioni ecc.".
Infine Pittalis ha annunciato che saranno presentati seri emendamenti "volti a tagliare privilegi e prebende , ad evitare il ricorso ad una spesa indiscriminata, ad impedire che si alimentino i carrozzoni regionali che hanno fatto la fortuna di alcuni politici sardi". Ed ha promesso, in conclusione, che sarà battaglia nel corso dell'esame degli articoli e degli emendamenti delle leggi finanziaria e di bilancio.

Per la Giunta è intervenuto l'assessore alla Programmazione on. Scano per il quale non si possiede la "bacchetta magica" con la quale predisporre una manovra perfetta.
Non è fondato affermare che questa è una manovra di passaggio: lo è solo in quanto non conclude, ma apre un processo.
L'opposizione ha chiesto coraggio e determinazione, ha detto Scano, ma esistono differenze e novità; si sta avviando un forte processo di riforma e risanamento del bilancio regionale. Per la prima volta gli emendamenti della Giunta sono inferiori a quelli dell'opposizione, e questo è un fatto.
Il modo di porre la questione dell'indebitamento rappresenta una innegabile novità: si è fissato e tenuto fermo il tetto dell'indebitamento, ha detto ancora Scano, come chiesto in passato dalle opposizioni. Inoltre il documento di programmazione economica e finanziaria è uno strumento che dovrà essere utilizzato subito. Si dispiega un processo di riforma di bilancio e di programmazione che supera la vecchia legge 33.
Scano ha affermato che il governo regionale presenterà l'assestamento come una finanziaria di mezzo anno, e la Giunta si impegna a portare il bilancio '99 come prescritto dalle leggi.
La finanziaria di metà anno e il DPEF consentiranno di stabilire le linee guida della manovra del '99, ha detto ancora Scano, e questo è un obiettivo ambizioso, non un progetto velleitario.
Occorre dare un forte impulso alla politica di programmazione, ha detto ancora Scano, nel momento in cui a livello nazionale si vara una politica di rigore che richiederà grandi cambiamenti anche a livelli regionali. Si dovrà risanare la finanza regionale perché la diminuzione delle entrate richiede la qualificazione della spesa; il processo non sarà indolore, e ci sarà lo scontro tra innovazione e conservazione.
Secondo Scano si dovrà dire addio al clientelismo e alla dispersione, anche se tutto ciò non avverrà istantaneamente.
Dopo un accenno ai BOR, Scano ha sostenuto che si dovrà andare avanti con l'accelerazione della spesa per superare il tetto del 55%. Si dovrà superare il centralismo regionale ed il settorialismo assessoriale, organizzare l'accesso alle risorse nazionali e comunitarie e passare ai raggi x il "pentolone dei residui passivi". Ci si dovrà, insomma, adattare al nuovo quadro delle finanze regionali.
Sulla permanenza della Sardegna nell'Obiettivo 1, Scano ha detto che presto si aprirà il negoziato per la riforma dei fondi strutturali, e la Sardegna si richiamerà al tema dell'insularità prevista dal trattato di Amsterdam. Su questo è necessaria una mobilitazione unitaria per non marginalizzare la posizione mediterranea.
Dobbiamo rinegoziare il rapporto con lo Stato e l'Europa, ha detto ancora Scano, sulla base di tanti altri appuntamenti fondamentali per il nostro futuro.
Toccando i temi del lavoro, Scano ha detto che il Consiglio deve giocare un ruolo primario all'interno della politica nazionale e del sistema delle autonomie.
Sull'assestamento, Scano ha affermato che esistono già alcune direttrici di lavoro, mentre la proposta dei 10.000 miliardi per il lavoro deve diventare il centro della politica sarda.
Dopo aver esposto ulteriori linee strategiche dell'operato della Giunta sulla manovra finanziaria, Scano ha affermato che sarà decisivo il passaggio al bilancio pluriennale effettivo. Non esiste altra strada per la Sardegna: occorre abbandonare la nostalgia dei vecchi tempi.
Scano ha poi sviluppato il tema dell'indebitamento, esponendo le scelte operate per ridurre i costi a carico della Regione, con l'obiettivo di eliminare i residui ed accelerare la spesa, con scelte solide, meditate e convenienti.
Infine, nel sostenere che la riduzione delle entrate deve ricadere sulle spese correnti, Scano ha concluso affermando che un governo non deve provare fastidio per le critiche giuste. E la visione degli interessi collettivi deve obbligarci a dare in poco tempo lo snellimento delle procedure, con una profonda ristrutturazione della Regione attraverso riforme grandi e piccole.

E' stato quindi approvato il passaggio all'esame degli articoli.

 


I lavori del Consiglio proseguiranno
domani alle ore 10,00.