Nota stampa
della seduta n. 253 antimeridiana del 3 marzo 1998


Il Consiglio ha ripreso i lavori sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis, indi dell'on. Sergio Milia, indi dell'on. Salvatore Zucca.

In apertura di seduta, il Presidente ha comunicato che il 18 febbraio 1998 è pervenuta una petizione presentata dal Gruppo di intervento giuridico. Associazione per la tutela dei Diritti civili e dell'Ambiente - Amici della Terra, sottoscritta dai residente in prevalenza nei Comuni inclusi nell'istituenda area protetta, con la quale si sollecita una rapida approvazione della proposta di legge istitutiva del Parco naturale "Sette fratelli - Monte Genis".
A norma dell'art. 103 del Regolamento, ha ricordato il Presidente, il fascicolo relativo alla petizione è a disposizione dei Consiglieri presso la Quinta Commissione.

Per l'on. Bonesu (PSd'Az), la petizione non è accettabile in quanto sollecita un provvedimento già in discussione in Consiglio, mentre le petizioni dovrebbero riguardare esigenze non ancora manifestate attraverso l'attività legislativa.

Del medesimo parere si è dichiarato l'on. Piras (PPI).

Il Presidente si è quindi riservato di decidere sull'accettabilità della petizione.

Disegno di legge n. 382/A. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 1998)

Disegno di legge n. 383/A. Bilancio per l'anno finanziario 1998 e bilancio pluriennale per gli anni 1998-2000

Programma n. 39/A. Proposta di programma pluriennale per gli anni 1998-2000.

La discussione generale è stata aperta dall'intervento dell'on Francesco Berria  (Progr. Federativi) il quale ha  sostenuto che  la manovra finanziaria di quest'anno contiene  proposte di modifica  delle politiche programmatorie  affrontate nel quadro  di un progetto teso a creare  sviluppo e occupazione. Le proposte consentono quindi di confrontarsi  sugli obiettivi prima della conferenza regionale per il lavoro e nell'ambito di un tema centrale  quale quello dell'equilibrio territoriale. Su questo argomento, ha però aggiunto Berria,  si è perduto del tempo e rimangono ancora in piedi  gli impegni della mozione approvata dal Consiglio: politica di ripopolamento delle aree interne , negoziato con Governo sul riordino dell'amministrazione , legislazione della montagna, nuovo assetto delle aree urbane.
Berria ha quindi   svolto un'analisi approfondita  della situazione  dei piccoli centri, nei quali cresce  di giorno in giorno  la violenza contro gli amministratori. E' un segnale pericoloso, ha detto,  perché è sintomatico del malessere  delle popolazioni , è un fenomeno che viene sottovalutato ed i sindaci si trovano ad essere sempre più soli, mentre gli atti intimidatori sono arrivati  a  270 senza che sia stato assicurato  alla giustizia un solo responsabile. Questa emergenza sta diventando  endemica  e rischia di seppellire  la nostra stessa identità culturale. Alla luce di tali  fatti è necessario , ha sottolineato Berria,  che diventi centrale il tema  dello sviluppo equilibrato,  dello spopolamento dell'interno dell'isola e del degrado delle città. Infatti  avviene che più le aree interne si spopolano e più le città  soffocano e soffrono. Sarebbe quindi sbagliato considerare i due fenomeni separatamente.
 L'oratore ha enumerato  i possibili rimedi a questa situazione: ampliamento della base produttiva, potenziamento delle reti infrastrutturali, sviluppo della telematica e dell'informatica , del turismo e dei settori  agro alimentare ed agro industriale, facendo appello a tutte le risorse , da quelle europee ( ma si corre il rischio di essere eliminati dall'obiettivo 1...) a quelle  che ci derivano dalle nostre prerogative statutarie.
L'oratore si è a lungo soffermato  sui problemi dell'agricoltura, che , ha detto, sono l'asse portante della nostra struttura  produttiva . Ed ha  concluso affermando che  per il futuro il quadro si presenta  assai  nero. Ha quindi  invitato l'assemblea a riconsiderare la Vertenza Sardegna  come uno strumento  necessario per  recuperare diritti e  capacità di  spesa. " La nuova Regione  nell'Italia federata è un'occasione  per dare risposte che attendono da decenni".

Anche quest'anno, ha detto l'on. Frau (A.N.), si arriva a discutere il bilancio con un ritardo che è il risultato di un'incapacità di governo che incide pesantemente sulla crisi della Sardegna. Il lavoro continua a restare una chimera per molti sardi, con grave pregiudizio della società sarda.
Lo stesso presidente Palomba ha affermato che non esiste vera autonomia senza il lavoro, ha aggiunto Frau, ma queste rimangono solo parole. Le popolazioni vogliono certezze, che non vengono però date da questo bilancio e questa finanziaria. Anche i sindacati sono critici verso questa Giunta, e, nonostante il cambio della Giunta, le cose non sono cambiate.
La Sardegna è allo sbando, ha aggiunto Frau, con 25.000 famiglie sull'orlo della povertà. Questo è un segno del fallimento delle diverse Giunte Palomba, e se la situazione sarda è critica, nel nord Sardegna è drammatica.
Frau ha ricordato le risultanze di una riunione di amministratori del nord Sardegna che chiedevano, tra l'altro, una società per la promozione industriale del Sassarese, soluzioni per l'emergenza idrica, il consolidamento dei debiti per le piccole imprese, la programmazione negoziata per la Gallura, zone franche e punti franchi, ed infine una legge quadro per i centri storici. Tutto questo è però rimasto sulla carta, mentre invece dovrebbe essere realizzato, al di là degli schieramenti politici, con la collaborazione di tutti i consiglieri di quelle zone.
Frau ha poi ricordato le promesse più volte espresse in diverse occasioni, e si è quindi soffermato su alcuni capitoli del bilancio relativi al settore dell'Assessorato della pubblica istruzione: sono stati effettuati molti tagli in alcuni capitoli, mentre altri si sono "ingrassati" in modo perlomeno strano.
Uno di questi riguarda i finanziamenti per "Sa Die de sa Sardigna", aumentati dalla Giunta e poi, per fortuna, ridotti dalla Commissione. Infatti, si è chiesto Frau, cosa c'è da festeggiare in Sardegna mentre si aggrava la crisi? L'organizzazione delle feste serve solo a favorire "i soliti noti".
Frau si è poi soffermato sui finanziamenti per la legge sulla cultura sarda, la cui copertura per il '98 era aumentata di oltre 12 miliardi, magari a discapito di altri settori più importanti. Anche in questo caso la Commissione Bilancio ha ridimensionato le cifre, ma, al di là delle polemiche sulla lingua sarda, (anche se sono in molti a ritenere che quella legge sia una "bufala"), la Giunta trova sempre i finanziamenti per alcuni capitoli mentre trascura capitoli più importanti, quali quelli produttivi, in aperta contraddizione con quanto riportato nella relazione della Giunta.
I sardi hanno problemi impellenti, ha concluso Frau, e non hanno bisogno di feste e lingua sarda. Nel complesso il giudizio sul bilancio è negativo ed è il segno che questa Giunta non è capace di programmare e di governare.

"La finanziaria e la legge di bilancio  non propongono grandi novità rispetto a quelli dell'esecutivo precedente". Per l'on. Busonera (Progr. Fed.) la manovra proposta dalla Giunta ha, però, alcuni punti di particolare importanza. Tema centrale del documento dell'esecutivo è, infatti, la lotta alla disoccupazione. Ci sono, nel bilancio 1998, tagli e razionalizzazione degli interventi proprio per permettere il recupero di somme consistenti, che possono essere utilizzate per rilanciare l'occupazione e dare risposte concrete ai troppi disoccupati sardi.
Ricordando la seduta solenne con la quale si sono celebrati i cinquanta anni della Regione ed il suo grande significato ideale, l'esponente del gruppo Progressista Federativo si è soffermata sulla necessità di razionalizzare la spesa, di fare scelte oculate per accrescere le entrate, di riorganizzare la macchina burocratica regionale. Entrare in Europa, infatti, ha un costo e nell'Italia federale la Regione potrà superare la sua insularità ed i gravi handicap che la allontanano dalle altre Regioni solo diventando moderna ed efficiente.
Comunque, ha concluso Busonera, la manovra economica della Giunta è da considerare, nel suo insieme, positivamente.

Questa nuova edizione del bilancio, ha detto successivamente  Giorgio Balletto (F.I.) riproduce in peggio i peggiori modelli delle manovre finanziarie    precedenti. In essa domina un  elemento, l'emergenza , ed una politica ripetitiva: la salvaguardia dell'esistente  attraverso l'assistenza. Totalmente assenti, invece, gli interventi strutturali capaci di creare sviluppo. Ed è una logica  conseguenza, tutto questo, della disomogeneità della coalizione di governo e della  egemonia del PDS nei confronti delle altre componenti la maggioranza.
Balletto ha severamente criticato  le bugie costruite  in merito al piano per il lavoro: i diecimila miliardi in dieci anni si riducono in pratica ad un calo degli stanziamenti per l'occupazione  previsti per quest'anno ed a una serie di tagli  pesanti  ai settori dell'agricoltura, dell'artigianato, del turismo, dei lavori pubblici. Tagli, ha detto, che  si traducono in  minori capacità di spesa e di conseguenza in minore occupazione.
Altro oggetto di critica  il fatto che vengano occultati  i debiti reali perdendo così di vista gli effetti della passata gestione e creando una situazione debitoria  perenne  che sottrae alle casse della Regione ben duecento miliardi all'anno. In realtà non  si affrontano i nodi strutturali della nostra  economia, non si  programmano priorità e non si cercano le strade per raggiungere gli obiettivi. Anche questa è una conseguenza della precarietà della Giunta Palomba, sempre timorosa di perdere consensi.
Balletto ha quindi sostenuto che   non esiste un piano generale per il  lavoro né  si è dato avvio alla  riforma degli enti strutturali  che assorbono centinaia di miliardi . Le risorse vengono spese e sparse in  attività improduttive.
L'oratore si è quindi soffermato sul capitolo delle entrate  definendo assurde le previsioni  fatte dall'assessore alla programmazione . Un'occasione in più per definire questa Giunta  superficiale ed ammantata di leggerezza. 
La verità vera , ha anche detto Balletto, è che questa manovra è più povera di mezzi e di contenuti di quella delle  passate gestioni. "Se fosse depurata dei  trucchi  contabili ci accorgeremmo  di come l'azienda  Sardegna sia votata al fallimento".

Dopo aver ricordato che nel 1983 la legge sulla contabilità aveva modificato la legge sulla programmazione, l'on. Paolo Fois (Progr. Fed.), ha affermato che le critiche dell'on. Balletto non toccano il complesso della manovra finanziaria, ma sono rivolte al rapporto del documento di politica finanziaria, con il piano generale di sviluppo.
Se si vuole che la Regione abbia subito una politica di programmazione, occorre uno strumento agile, modellato sulla base delle leggi statali, per favorire il processo di programmazione che finora è mancato.
Ed attraverso il documento di programmazione economica e finanziaria si può curare l'aspetto del coordinamento tra la linea statale e quella comunitaria ed internazionale.
Fois, dopo aver ricordato la normativa europea, ha osservato che nel documento della Giunta manca l'aggancio con le politiche comunitarie che dovrebbe essere introdotto nell'art. 5.
Il documento di programmazione economica e finanziaria, ha concluso Fois, se stabilisce i raccordi con le linee statali ed europee, non limita la Regione nella predisposizione e definizione delle sue politiche; quindi la Regione deve farsi carico di una maggiore presenza a livello statale e comunitario nel momento in cui si definiscono le scelte fondamentali.

La manovra della Giunta non suscita certamente interesse, non solo in Aula ma tra la stessa società sarda. Per l'on. Lippi (F.I.) questo Bilancio non entusiasma nessuno e non sembra in grado di dare risposte concrete alla gente. "Siamo in crisi, in una grave crisi, ma sembra che alla maggioranza interessi solamente evitare il quarto mese di esercizio provvisorio. Come non bastassero i tre mesi di spesa ridotta già passati.
La colpa di questa grave situazione è, comunque, da attribuire alla sola maggioranza. Le opposizioni hanno fatto il loro lavoro con serietà e coerenza, ha aggiunto Lippi. La maggioranza, invece, non ha fatto proprio nulla e non ha dato nessuna risposta alle critiche e alle accuse mosse da tutti i banchi consiliari.
La manovra finanziaria, comunque, sembra una fotocopia di quella degli esercizi precedenti e non presenta nessun carattere di novità. Questo, inoltre, è il bilancio che "accompagnerà" il Consiglio in questa travagliata fine di legislatura ed appare stancamente ripetitivo in tutte le sue indicazioni.
Un giudizio, quindi, decisamente negativo su una manovra assolutamente incapace di "portare la Sardegna in Europa". "Ormai questa legislatura è morta" ha aggiunto Lippi, ma nel 1999 la Sardegna come potrà reggere le sfide del mercato? "Siamo, quindi, fortemente preoccupati per il destino, per il futuro delle aziende e delle industrie della Sardegna".
Questa sarebbe potuta essere invece una esperienza esaltante, ha aggiunto l'oratore, eppure i risultati sono deludenti. E, fuori dal palazzo, sono sempre più numerosi coloro che rimpiangono il passato e la vecchia classe politica.
Tante occasioni mancate, ha aggiunto Lippi, ma non per colpa delle opposizioni, ma per colpa esclusiva di una coalizione in perenne crisi, divisa da contrasti e tensioni, che ha dovuto "imbarcare" gli esponenti di Rif. Comunista per tentare di arrivare alla fine di questa legislatura in modo decoroso.
Ma il tema sul quale maggiormente ci si deve soffermare, secondo Lippi è quello economico. E questa maggioranza era ed è assente quando deve affrontare proprio i problemi che condizionano lo sviluppo economico e la vita delle aziende. Scendendo nei particolari, il consigliere Lippi ha ricordato come troppe leggi non vengano applicate o vengano applicate male, come certe promesse non siano mai mantenute.
Sono necessarie, quindi, norme agili e certe, ma anche strutture burocratiche preparate ed efficienti. La gente, comunque, si sta rendendo conto di come stiano andando le cose e, probabilmente, ne tirerà le giuste considerazioni. Ed il Polo si proporrà, per la prossima legislatura, a guidare la Regione ed a dare risposte concrete alle esigenze isolane.
Concludendo il suo intervento, Lippi si è soffermato su alcune incongruenze emerse nell'applicazione della legge 15, sull'industrializzazione della Sardegna centrale; sulla gestione dell'osservatorio industriale, utilizzato in modo "personalistico ed inesatto"; sul mancato funzionamento delle norme per favorire le esportazioni; sulla necessità di giungere ad un rifinanziamento del Piano di rinascita.
Su questi temi ci sono "grandi promesse e grandi impegni" da parte della Giunta e F.I. presenterà gli emendamenti necessari per far funzionare queste leggi.
F.I., comunque, incalzerà questa maggioranza perchè non è "più possibile fare leggi inapplicabili, utili solo per organizzare conferenze stampa e per prendere in giro i sardi". Un modo di fare politica che non è più sopportabile.

Achille Boero (AN) ha insistito, nel suo intervento,  sull'assenza, nella manovra finanziaria, di una seria programmazione ed  sul  permanere, invece, delle solite logiche  dei finanziamenti a pioggia, molto  lontane da quanto ci si aspettava soprattutto dopo il  cambio dell'assessore alla programmazione. Era stato infatti  lo Stesso Scano a criticare pubblicamente  il modello di bilancio del prof. Sassu: "Ci attendevamo perciò uno sforzo innovativo, un'impennata di fantasia, in sintonia con  le esigenze nate dall'acuirsi della crisi economica e dell'occupazione".
Secondo Boero si sono ripetuti gli stessi sbagli del passato, con la frantumazione delle magre risorse della Regione in una serie di piccoli rivoli che  dimostrano quanto  confuso sia  nella maggioranza   il senso della progettualità. Ma soprattutto, ha ancora detto Boero, in questa manovra non c'è traccia di  coraggio: bisognava infatti avere il coraggio di fare scelte, magari impopolari, ma efficaci; avere il coraggio di dire: puntiamo su questo settore , sacrificandone altri, per risolverlo definitivamente. Ecco che  invece, ha ribadito Boero, si è ritornati  alla filosofia dell'"accontentare tutti", ove  questo "tutti" sta per "gli amici e gli amici degli amici".
Probabilmente  l'on Scano avrebbe fatto bene a continuare a sedere tra i banchi dei consiglieri, ha concluso l'oratore . Ma prima di chiudere l'intervento , Boero  ha denunciato  l'assenza  dei consiglieri del centro dall'aula nella quale "si discutono, nel bene o nel male, le sorti  della Sardegna".

Il bilancio rappresenta lo specchio della capacità di governo della maggioranza, ha affermato l'on. Bertolotti (F.I.), ma questo bilancio rappresenta gli insuccessi di questa Giunta, che subisce riduzioni di entrate per la mancanza di un serio confronto col Governo.
Bertolotti ha proseguito esponendo quello che, a suo parere, la Giunta non ha fatto, nei diversi settori, dall'industria all'agricoltura, al turismo, ai trasporti.
Questa è una finanziaria "fatta di lacrime e sangue del nostro popolo", ha aggiunto Bertolotti, e non creerà un solo posto di lavoro.
Dopo aver scambiato alcune battute polemiche col presidente Palomba sul numero dei posti di lavoro risultanti dalle statistiche Istat, Bertolotti ha concluso affermando che si può prevedere la perdita di ulteriori posti di lavoro.

"Tutte le componenti dell'Assemblea hanno sempre dimostrato grande serietà. L'on. Giuseppe Sassu (Progr. Fed.), dopo aver ricordato come tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, abbiano dato il loro contributo all'attività politica, in Aula o in Commissione, ha esaminato, approfonditamente, la manovra finanziaria regionale.
Non si tratta, per Sassu, di un bilancio fotocopia o di una manovra senza caratteristiche. Il Bilancio è stato presentato dalla vecchia Giunta e "riproposto" dal nuovo esecutivo tenendo conto delle reali esigenze della Sardegna. La manovra complessiva è, forse, limitata e condizionata dalle norme in materia di contabilità pubblica, ma presenta alcuni caratteri innovativi decisamente importanti.
Intanto si nota un costante decentramento verso gli enti locali, per valorizzarne capacità e realizzazioni. Significativi sono, inoltre, i risultati ottenuti con i nuovi strumenti di programmazione proposti dall'esecutivo. I piani integrati d'area, ad esempio, hanno dato risultati positivi, seppure questi strumenti sono "perfettibili".
Ma il sistema programmatorio, nel suo complesso, figlio di una stagione ormai superata, caratterizzata da una massiccia espansione delle società pubbliche, deve essere completamente rivisto.
Il ruolo dell'imprenditore deve essere rivalutato; le società regionali devono essere riesaminate; il "meno Stato, più mercato" è un obiettivo al quale può tendere anche la regione sarda.
Certamente, ha aggiunto Sassu, il sistema deve diventare più flessibile e dinamico. I programmi assessoriali devono essere predisposti prima della presentazione della manovra economica nel suo complesso.
Una più equilibrata ripartizione delle risorse, una diversa organizzazione degli interventi, infatti può favorire un reale sviluppo.
Per ottenere risultati concreti si deve, quindi, lavorare alacremente per trovare linee di tendenza ed idee guida, utili per proporre soluzioni realistiche e concrete, in grado di risolvere alcuni dei grossi problemi che affliggono la Sardegna.
La Giunta si è impegnata ad organizzare, immediatamente, una conferenza per il lavoro. Il Documento di programmazione economica e finanziaria è un altro strumento che può servire per rilanciare il settore economico. Così come devono essere riviste, e migliorate, alcune delle leggi, come la 15 e la 28, che possono servire per favorire la nascita e lo sviluppo di piccole e medie imprese.
"Certamente l'occupazione assistita non potrà sparire, ma le leggi  sulle quali è impegnato il Consiglio potranno fornire prezioso supporto alle iniziative proposte anche da questa manovra finanziaria". Le risposte del Governo, della Comunità europea, le iniziative a sostegno del sistema produttivo, i trasferimenti aggiuntivi comunitari, l'istituzione dei punti franchi, ha concluso Sassu, ed altre iniziative politiche allo studio potranno permettere alla Sardegna di riprendere il cammino dello sviluppo. Le indicazioni e le proposte di questa manovra finanziaria, quindi, sono importanti e valide ed essa deve essere favorevolmente accolta.


I lavori del Consiglio
riprenderanno alle ore 15.30.