Nota stampa
della seduta n. 252 pomeridiana del 2 marzo 1998
Il Consiglio si è riunito sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato che il Presidente della Giunta, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1977, n. 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute dell'1, 8 e 28 agosto 1997; 2, 8, 15 e 29 settembre 1997; 8, 10, 17, 23 e 31 ottobre 1997; 14, 17, 18, 21 e 28 novembre 1997.
Sono state quindi date le comunicazioni relative a
Disegno di Legge n. 382
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale
e pluriennale della Regione (legge finanziaria 1998).
Disegno di Legge n. 383
Proposta di bilancio per l'anno finanziario 1998 e di bilancio pluriennale per gli anni 1998-2000.
Programma 39
Programma pluriennale 1998/2000Il Consiglio ha avviato la discussione sull'esame della manovra finanziaria predisposta dalla giunta Palomba. Il bilancio per il 1998, nel testo licenziato dalla commissione Programmazione, prevede spese per oltre 9.384 miliardi, quasi 400 miliardi in più di quanto proposto dall'assessore Sassu al momento della presentazione della manovra economica. Come di consueto la discussione generale sui tre diversi provvedimenti è stata unificata.
Si tratta di una manovra finanziaria consistente, sulla quale la Commissione competente ha lavorato a ritmo particolarmente intenso, come ha sottolineato il relatore di maggioranza, on. Eliseo Secci ( Ppi), illustrando le caratteristiche principali dei provvedimenti in discussione. La commissione Programmazione e Bilancio, infatti, ha concluso il suo lavoro il 17 febbraio, con l'approvazione a maggioranza della manovra economica della Giunta. A favore, ha ricordato Secci, si sono espressi i rappresentanti dei gruppi Progressista Federativo, Popolare, Progressista Sardegna Federazione Democratica e Socialista, Rifondazione comunista ed il consigliere Aresu; contrari si sono dichiarati gli esponenti di Forza Italia e di Alleanza Nazionale, mentre si è astenuto il consigliere Bruno Dettori.
Al voto si è arrivati in tempi particolarmente brevi e dopo un approfondito esame. E Secci ha sottolineato come i documenti relativi alla manovra finanziaria siano stati presentati al Consiglio solamente i1 17 dello scorso mese di dicembre e come, quindi, il lavoro della Commissione non si sia avviato immediatamente per le dimissioni della giunta. In presenza di una crisi, infatti, il regolamento consiliare prevede la sospensione dei lavori degli organi assembleari sino alla sua soluzione.
La commissione Programmazione, comunque, ha lavorato alacremente, grazie alla completa disponibilità di tutti i suoi componenti ed al senso di responsabilità degli esponenti dei gruppi di opposizione, i quali non hanno certo fatto mancare il loro contributo nel corso dei lavori. E si sono incontrate tutte le categorie sociali e produttive, per avere utili indicazioni. In tutti gli incontri, ad esempio, è emerso il problema del credito come uno dei "più urgenti" da risolvere, per favorire lo sviluppo economico e sociale della Sardegna.
Un lavoro che si è rivelato, almeno all'inizio, particolarmente complesso, ha aggiunto Secci, perché la manovra finanziaria era stata predisposta da una giunta diversa da quella attualmente in carica. La difficile situazione socio-economica dell'isola, inoltre, "ha creato una molteplicità di istanze, provenienti da diverse realtà spesso tra di loro non coordinate, non sempre compatibili con le risorse finanziarie disponibili".
La Commissione, quindi, si è preoccupata di "selezionare" queste richieste e di stabilire delle priorità, rispettando il tetto delle entrate e limitando al massimo il ricorso all'indebitamento. Per ottenere questo risultato la Commissione ha proposto di comprimere le spese correnti e di destinare le poche risorse disponibili ai settori produttivi, specialmente quelli in grado di favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Anche se un consistente aiuto potrebbe venire dai trasferimenti aggiuntivi promessi dallo Stato e da quelli Comunitari
Queste scelte di fondo hanno anche portato a qualche contrasto tra i rappresentanti della maggioranza e quelli delle opposizioni, ma forse sono servite per giungere ad una reale riqualificazione della spesa regionale.
Un risultato importante, ha commentato il relatore Secci, "perché ha permesso di stanziare somme consistenti a favore dei settori produttivi". Ed il presidente della Commissione Bilancio si è soffermato sugli interventi a suo giudizio più qualificanti: quelli a favore della pesca, delle opere pubbliche di interesse regionale, del completamento degli invasi, delle opere portuali di competenza regionale, degli studi per la sistemazione del litorale di Cagliari, delle piccole e medie imprese, delle infrastrutture nelle zone industriali ed artigianali dell'isola.
Con particolare attenzione si sono anche approfonditi i temi legati al lavoro ed alla disoccupazione e la Commissione ha preso atto "dell'impegno dell'esecutivo di presentare, entro il prossimo mese di giugno, al termine della prevista conferenza regionale sul lavoro, proposte concrete per dare soluzioni a questo gravissimo problema". In quella occasione, ha aggiunto Secci, sarà predisposta una manovra di assestamento del bilancio regionale, per reperire le risorse finanziarie necessarie.
Ma, per ottenere effetti positivi in questa operazione di rilancio del settore economico, ha aggiunto Secci, "tenendo conto delle limitate risorse delle quali può disporre la Regione, è necessario selezionare meglio la spesa e rivisitare le leggi di spesa, in modo da recuperare risorse finanziarie e limitare l'attuale rigidità del bilancio".
Una operazione che imporrà un diverso modo di concepire gli interventi a sostegno del mondo economico. E Secci ha anticipato che si dovrà arrivare al contenimento dell'indebitamento regionale, alla eliminazione di tutti i contributi a fondo perduto, in tutti i diversi comparti produttivi, intervenendo invece sull'abbattimento degli interessi, in modo da mettere in movimento una massa finanziaria più consistente e di favorire la crescita di una classe imprenditoriale regionale.
Una "più puntuale e razionale gestione delle risorse finanziarie regionali" ha concluso il presidente della Commissione Bilancio, impone una revisione della legge di contabilità, sempre meno adeguata alla realtà regionale. La istituzione nella legge Finanziaria del documento di programmazione economica, ha concluso Secci, è il "primo importante passo verso questa importantissima riforma, che tende a modificare l'attuale struttura del bilancio a prevedere l'introduzione del "bilancio di cassa" che renderebbe più trasparente e gestibile il documento contabile della Regione". Su questa manovra, nel suo complesso, si deve quindi dare "un giudizio positivo".Un giudizio che non è stato assolutamente condiviso dall'on. Desiderio Casu, (F.I.), relatore di minoranza. Illustrando la sua relazione, l'onorevole Casu ha ricordato come anche questa manovra finanziaria sia stata trasmessa al Consiglio con un grave, impensabile, ritardo. Ed ha ribadito come la legge di contabilità dello stato imponga la presentazione dei documenti finanziari entro il 30 settembre dell'anno finanziario al quale si riferiscono. "Ma in Sardegna siamo ben lontani dal rispettare queste scadenze".
Il rappresentante delle opposizioni ha, quindi, sottolineato come questa finanziaria sia stata presentata pochi giorni prima di Natale e come ora la stessa coalizione abbia, invece, molta fretta.
La Commissione, grazie all'apporto di tutti, ha lavorato a pieno ritmo, eppure la giunta ha dovuto chiedere tre mesi di esercizio provvisorio e non è escluso che non debba chiedere anche il quarto.
Eppure l'opposizione ha dato il suo contributo costruttivo durante i lavori della Commissione e continuerà a fornirlo anche nel corso delle sedute d'Aula. Non per fare un piacere alla maggioranza, ma per andare incontro alle esigenze della società sarda, alle prese con una crisi sempre più drammatica.
La minoranza, quindi, non perderà tempo prezioso, come hanno fatto i partiti che sostengono l'esecutivo in carica, ma ha bisogno di "tempi tecnici adeguati, per un esame completo ed approfondito della manovra. Non possiamo e non dobbiamo rinunciare a chiedere la modifica di quelle parti che, a nostro avviso, devono essere rettificate".
Forza Italia, infatti, non può accettare ciò che hanno fatto i vari partiti che compongono l'attuale maggioranza: "hanno fatto e distrutto giunte; hanno litigato in tutte le ore del giorno; non sono mai riusciti a fare un programma di lavoro nell'interesse del popolo. Nulla distoglieva la loro attenzione dai problemi particolari, clientelari, assistenzialistici. Tutta la loro azione politica era diretta all'occupazione dei posti di potere".
"Altro che seconda Repubblica, ha esclamato Casu, siamo ancora alla prima!".
L'oratore è, quindi, entrato nel merito delle indicazioni della Finanziaria e del Bilancio per il 1998 e ne ha vivacemente contestato l'impostazione generale ed alcuni aspetti particolari. Si ripetono, in sostanza, i soliti stanziamenti a favore degli Enti locali, per finanziare i lavori socialmente utili, ma che non sono produttivi e duraturi; manca un piano organico di sviluppo economico, una carenza particolarmente strana in una regione che importa tutto e che gode, al contrario, di favorevolissime situazioni climatiche; gli interventi finanziari più consistenti sono riservati al settore industriale, mentre sono del tutto trascurati l'agricoltura, il turismo, l'artigianato e la pesca.
Tra l'altro le maggiori attenzioni sono riservate alle industrie regionali, assolutamente incapaci di produrre utili. "Tutte subiscono delle perdite gigantesche e la Regione paga. La Regione copre tutta l'incapacità di centinaia e centinaia di amministratori, pagati profumatamente, di gestire le società in modo economico. Un settore nel quale esistono tante sacche di clientelismo politico, a danno delle aziende sane che si affannano a pagare le imposte ed a tenere a galla la barca".
Una valutazione politica espressa ricordando le scelte del primo piano di Rinascita che non hanno prodotto alcuna crescita economica e sociale nella nostra isola: "certamente non si possono chiudere le industrie che funzionano, ha aggiunto Casu, ma bisogna cambiare rotta".
Non si possono, infatti, erogare "ancora dei mezzi finanziari rilevanti per l'Emsa, per le aziende cooperative agro-alimentari, per la gassificazione del carbone Sulcis". Così come andrebbe meglio riqualificata la spesa a favore della Azienda delle foreste demaniali, alla quale sono finiti 200 miliardi che non hanno prodotto alcun ritorno.
Casu si è, quindi, soffermato sulla necessità di ridurre l'ingente debito pubblico, di incamminarsi sulla strada dell'assoluto rigore, cominciando dalla razionalizzazione della spesa, dalla riduzione degli interventi a favore degli enti strumentali regionali che ricchezza non ne producono affatto, dalla privatizzazione delle società controllate dalla stessa Regione.
Il relatore di minoranza, si è poi soffermato su alcuni aspetti particolari della manovra di bilancio, affrontando il tema delle rendite prodotte dal patrimonio regionale, solamente 400 milioni a fronte di un patrimonio di svariate centinaia di miliardi. A questo proposito Casu ha anche lamentato la mancata presentazione del "conto del patrimonio", che sarebbe di grande utilità.
Un altro scottante tema sul quale si è soffermato è quello del "disavanzo di amministrazione per l'esercizio 1996, che ammonta a 1961 miliardi e 548 milioni. "Disavanzo che viene coperto in modo abbastanza insolito: 191 miliardi e 548 milioni a carico del bilancio dell'anno 1998; 1.800 miliardi da ammortizzare nei nove anni successivi, dal 1999 al 2007, mediante la copertura di una somma pari a 200 miliardi ogni anno.
Ma questo appare "irrazionale, illegittimo ed inopportuno, ha aggiunto Casu. Come si può ammortizzare un debito per residui passivi; cioè un debito a breve termine?" e questo quando tutti, maggioranza ed opposizione, chiedono di accelerare la spendita dei fondi regionali per venire incontro alle esigenze dei cittadini che vantano dei crediti nei confronti della regione. Come ci si può comportare in questo modo? "Se per miracolo della riforma regionale si dovesse nell'anno 1998 incassare tutti i residui attivi, che ci portiamo appresso del 1996, e si dovesse procedere al pagamento dei residui passivi, ci troveremmo con un deficit di cassa di 1.800 miliardi, dovremmo quindi contrarre, nel 1998, mutui per 1.800 miliardi. Altro che ammortizzare il disavanzo in 10 anni!"
L'altra ipotesi paventata da Casu sarebbe il blocco dei pagamenti, con lo stato di insolvenza della Regione.
La Regione, comunque, appare in una situazione finanziaria veramente precaria. Lo scorso anno sono stati emessi Buoni ordinari regionali per 1.000 miliardi e non si sa se sono serviti per coprire il disavanzo del 1997. In questo esercizio, al 31 dicembre 1997 si sono contratti debiti per 1.306 miliardi e 715 milioni. La finanziaria di quest'anno, inoltre, prevede debiti per 974 miliardi, mentre dal disavanzo del 1996 emergono debiti per 1.800 miliardi. Un totale di 4.080 miliardi e 715 milioni di debiti, che superano di gran lunga le cifre fornite dalla maggioranza ed ai quali non si sa come fare fronte. Tra l'altro, ha aggiunto Casu, nel bilancio del 1998 si evidenziano minori entrate per oltre 700 miliardi.
Una situazione assolutamente drammatica, anche perché il governo ha fatto i primi tagli e la Finanziaria 1999 dello Stato sarà ancora più "magra". Per fare fronte ad una simile emergenza, ha concluso Casu, l'unica cosa da fare è tagliare vigorosamente tutti i rami secchi dell'amministrazione regionale e ridurre drasticamente le spese dei diversi assessorati. Non esistono altri metodi ed è difficile, in questa situazione e con questo bilancio, dare risposte ai moltissimi disoccupati sardi.
Un giudizio, quindi, decisamente negativo sull'intera manovra finanziaria proposta dalla Giunta.
I lavori del Consiglio proseguiranno
domani alle ore 9,30.