Nota stampa
della seduta n. 245 pomeridiana del 16 gennaio 1998

 


Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis.

Conclusione del dibattito sulle dichiarazioni
programmatiche del presidente della Giunta

Il presidente Selis ha dato la parola all'on. Walter Vassallo, capogruppo di Rifondazione comunista e primo ad intervenire dei presidenti dei gruppi consiliari.
SecondoVassallo non è assolutamente un fatto straordinario che Rifondazione comunista sia entrata a far parte di questa maggioranza e del governo della Regione; è da molto tempo che facciamo parte di giunte provinciali e comunali e dovunque operiamo positivamente dando il nostro fattivo contributo soprattutto nei settori dell'occupazione e del sociale. Si rassicuri quindi il sardista Bonesu che solo qualche giorno fa aveva affermato che la maggioranza aveva cambiato il proprio essere trasferendo in Sardegna la politica di stampo sovietico.
"Ci rammarichiamo, ha continuato Vassallo, per l'autoesclusione del PSd'Az, perché siamo convinti che non gli è stato permesso di continuare a svolgere una politica progressista insieme alle forze democratiche e progressiste".
Vassallo, dopo aver sostenuto che è anacronistico il permanere dei veti anticomunisti, ha preso di mira il Polo delle libertà che costruisce la sua opposizione al governo regionale con l'ostruzionismo ed a colpi di richiesta di voto segreto: "anche quando ci trovavamo all'opposizione, noi di Rifondazione non abbiamo mai assecondato questo tipo di battaglia".
Il Polo, ed ora anche i sardisti, vogliono banalizzare, ha detto ancora Vassallo, la priorità politica scelta da questa maggioranza, ossia l'obiettivo di ridurre la disoccupazione attraverso il recupero e la spendita di tutte le risorse disponibili della Regione, quantificabili in almeno 10 mila miliardi da investire in dieci anni. Questo alto obiettivo politico-programmatico si svilupperà attraverso il varo della Conferenza regionale del lavoro.
Le opposizioni hanno capito che c'è stato un giro di boa con l'ingresso di Rifondazione in maggioranza ed ora cercano di minimizzare o di ostacolare questo obiettivo. "Sappiamo anche che altre forze esterne tenteranno di bloccare l'azione della Giunta per far fallire il progetto, ma noi saremo vigili e, non voglia apparire una intimidazione od un ricatto, se mai scoprissimo che questi interventi venissero dall'interno della maggioranza, la reazione di Rifondazione sarebbe immediata: via da questa Giunta e da questa coalizione".
Vassallo ha detto inoltre che la disponibilità di Rifondazione ha fatto sì che la crisi si potesse risolvere con il ragionamento e non con i litigi.
In conclusione il capogruppo comunista ha affermato che l'ambizioso progetto di risollevare l'Isola dalla piaga della disoccupazione, ispirato anche dalle situazioni in altri Paesi, dalle stesse parole del Pontefice e dalle politiche nazionali, può essere realizzato. "Dobbiamo farcela, perché solo così possiamo assicurare una stagione di speranza e di benessere alla popolazione della Sardegna".

"Si dice che i gatti abbiano sette vite; Palomba ne ha per ora sei. Certamente è più gatto che volpe, anche se volpi ne esistono molte", forse anche perchè le volpi vengono in Sardegna ma vivono a Roma. Per l'on. Bonesu, capogruppo del PSd'Az, questa giunta è forse il frutto di accordi tra "queste volpi" e non del lavoro politico nel quale sono impegnati gli "ottanta imbecilli" che siedono in Consiglio. Gli accordi che hanno dato vita alla nuova coalizione, con l'ingresso in maggioranza dei consiglieri di Rifondazione, sono stati raggiunti, probabilmente, proprio a Roma, dove vengono decise anche le sorti di molti partiti. Anche quelle di Rifondazione comunista, visto che il segretario regionale di quel partito è stato scelto proprio a Roma, città nella quale vengono "puniti i ribelli e premiati i vassalli".
Il capogruppo del Partito Sardo ha, quindi, percorso gli avvenimento e le decisioni politiche che hanno caratterizzato la nascita e la crisi di alcune delle ultime Giunte regionali. Forse il partito dei quattro mori ha sbagliato in alcune occasioni, come quando ha votato a favore della Giunta fotocopia che comprendeva due assessori sardisti, anche se tra le diverse forze politiche i rapporti non erano più idilliaci.
"Abbiamo sbagliato votando a favore di quell'esecutivo, ora però gli accordi si sono deteriorati ulteriormente, ha aggiunto Bonesu, ed il Partito sardo non ha più intenzione di fare errori di quel genere".
I rapporti tra le diverse forze politiche non possono essere più condizionati da scelte di "opportunità politica". Il PSd'Az subito dopo il secondo conflitto era alternativo al Partito Comunista. Alla fine degli anni sessanta, superate profonde divisioni ideologiche e di schieramento internazionale, tra i due partiti si era, però, instaurato un fattivo rapporto di collaborazione.
Ora il PDS mostra una preoccupante involuzione. Infatti, sembra tornare ai vecchi amori, ad una concezione centralistica del partito, sembra deciso ad occupare tutti gli spazi di potere lasciati liberi. Una concezione della vita politica, di un modo di fare politica che preoccupa non poco anche per il futuro della democrazia italiana. Il Partito sardo d'azione è sempre stato di sinistra, ma non è certamente statalista e centralista e non accetta questo nuovo modo di fare politica, che può portare non solo alla falce e martello, ma anche ad un uso del manganello, ipotesi che preoccupa gli uomini di sinistra democratica e moderata, quali sono proprio gli esponenti sardisti.
Bonesu, quindi, ha criticato le promesse fatte da questo esecutivo, come quella di creare province in molte parti dell'Isola e la demagogia che ha spesso ispirato la recente azione di governo. La promessa di mille miliardi per il lavoro è un altro degli esempi di questa demagogia. Come si può pensare di trovare tutti questi fondi ricorrendo ai tagli di bilancio, allo storno dei fondi di rotazione, all'aiuto dello Stato, quando si sa benissimo che questi fondi è impossibile trovarli o ottenerli da un governo che non ha affatto intenzione di darli?
Il bilancio della Regione non è in grado di sopportare questi tagli, così come non è possibile pensare che si possa favorire lo sviluppo del sistema produttivo sardo abbandonando l'economia di mercato, per tornare ad una politica assistenzialistica, statalista e dirigista.
L'esponente dei Quattro mori ha, quindi, contestato le ultime affermazioni del capogruppo di Rinnovamento Italiano e quelle del consigliere Demontis, spacciato come esponente del nuovo Partito sardo.
I consiglieri dovrebbero restituire il loro mandato quando non rispettano le indicazioni dei loro elettori, ha aggiunto Bonesu, anche se creare partiti di comodo è un tipico modo di agire dei partiti marxisti e stalinisti. Nei regimi dove i comunisti erano al potere sono, infatti, stati creati "falsi partiti" cattolici, socialisti, degli agricoltori. Questa volta il Partito comunista ha cominciato dal Partito Sardo d'Azione, il più piccolo presente sulla scena politica. Ma in molti hanno provato a distruggere il PSd'Az, ma non ci sono riusciti.
Ora, secondo l'oratore, c'è la necessità di posizioni chiare ed è giusto che gli esponenti sardisti, che nella scorsa legislatura ne erano usciti, siano ritornati nel loro partito originario, come ha fatto bene Cogodi a rientrare tra i comunisti.
In questo Consiglio aleggiano "maledizioni" e tensioni strane, ha concluso Bonesu, che possono essere esorcizzate dalle decisioni degli elettori, gli unici che abbiano il potere di fare, definitivamente, chiarezza.

La maggioranza attuale, ha affermato l'on. Balia (F.D.), ha due specifiche caratteristiche contrapposte: l'ingresso di R.C. e della sinistra del gruppo Misto, e l'uscita del PSd'Az. Federazione Democratica ritiene che l'ingresso di R.C. sia un fatto molto significativo e positivo, mentre desta forte preoccupazione l'uscita del gruppo Dettori-Macciotta e del PSd'Az.
Il tema del lavoro deve essere affrontato in modo serio e responsabile, ha detto ancora Balia, e una maggioranza che non lo ponga al centro del suo impegno sarebbe irresponsabile. Il lavoro deve diventare tema prioritario anche per i suoi valori morali ed etici. La Regione, però, può dare risposte limitate a questo problema; la Finanziaria riserva al lavoro cifre imponenti, dell'ordine dei 2.200 miliardi. La proposta di R.C. tende a rendere il lavoro tema principale e ad esperire ogni sforzo per trovare ulteriori risorse. Pur riconoscendo che alcune voci di bilancio sono molto rigide, si devono spendere tutte le energie per massimizzare i risultati su questo problema.
Sul tema del Master Plan, ha aggiunto Balia, vi sono interpretazioni riduttive. Il vero tema è quello dello sviluppo equilibrato, coniugando la difesa del territorio con l'innovazione e le nuove tecnologie.
Dopo aver elogiato l'attività svolta a suo tempo dall'allora assessore Cogodi, Balia ha affrontato i temi relativi alla posizione del PSd'Az, la cui esclusione (o autoesclusione) è un fatto preoccupante. Non si può pensare che il problema del PSd'Az sia quello di una sua semplice sostituzione nella maggioranza. Federazione Democratica ha fatto tutti gli sforzi perchè il PSd'Az non scegliesse d'andare all'opposizione. Forse sarebbe stata necessaria un'ulteriore riflessione da parte di tutti, ha aggiunto Balia, che ha proseguito esponendo alcune sua considerazioni su quanto affermato da Serrenti circa la proposta del nominativo di un Assessore formulata dall'esterno dell'Aula o di questa maggioranza.
Secondo Balia, Palomba dovrà dare, a questo proposito, tutte le garanzie necessarie in quanto ha un suo preciso ruolo di "regista" che non deve seguire suggerimenti esterni alla maggioranza.
"Compagni sardisti, ha detto ancora Balia, noi riteniamo che il PSd'Az, per la sua storia, le sue idee e le sue antiche radici, debba collocarsi nell'ambito del centrosinistra", e Federazione Democratica farà di tutto perché il PSd'Az, unitamente a Dettori e Macciotta, possano trovare un loro ruolo.
Rivolgendosi poi a Palomba, Balia ha chiesto garanzie circa l'esclusione di ogni "azione da predatori" o tentativi di predominio, sottolineando comunque la libertà di espressione di Federazione Democratica sulla base di come opererà questa Giunta.
Balia ha ricordato le critiche mosse in passato alla Giunta circa i ritmi di produttività dell'esecutivo, ed ha sottolineato alcuni punti fondamentali, tra i quali le dichiarazioni di Palomba circa la costituzione della Regione in parte civile per i processi relativi ai sequestri, gli 8.500 miliardi di spesa che dimostrano la spendita dei residui passivi ed il contributo dato dalla Sardegna alle esportazioni.
L'ingresso dei nuovi Assessori, secondo Balia, deve dare un nuovo impulso all'azione politica della Giunta. Ci si aspetta una Finanziaria presentata per tempo, riformulata ed aggiornata, con la certezza che questo potrà dare buoni risultati. I nuovi ingressi non devono essere un effetto "placebo", ma semmai una cura produttiva e reale.
Rispetto al Consiglio, Balia ha sostenuto la necessità di una pacificazione non solo tra maggioranza ed opposizione, ma anche all'interno della stessa maggioranza. Si dovrà rivedere in breve il Regolamento, ma prima delle modifiche questa maggioranza dovrà misurarsi ancora col voto segreto, i cui risultati dipenderanno dalla pacificazione e dalla unità della maggioranza stessa.
Balia ha ipotizzato anche diversificazioni di voto, ma espresse alla luce del sole, perchè il rilancio dell'azione di governo ci sarà solo col rilancio del ruolo del Consiglio. Altrimenti i risultati saranno solo temporanei.
Il centrosinistra, ha concluso Balia, si dovrà risvegliare per riconquistare la fiducia che i cittadini hanno perso. Si devono ridare nuove speranze e credibilità, con l'augurio, l'auspicio e la richiesta di non sprecare anche questa occasione. Altrimenti le potenzialità dell'Ulivo saranno massacrate.

L'on. Masala, capogruppo di Alleanza Nazionale, si è chiesto, iniziando il suo intervento, chi sarà designato ad intervenire per il gruppo Misto, considerato che quel gruppo è composto per una parte da consiglieri che appoggiano la maggioranza e, per l'altra, da consiglieri che ne sono contrari. E soprattutto, si è chiesto, come mai il gruppo misto è stato indicato come l'ultimo schieramento a chiudere il dibattito.
Fatta questa premessa, Masala è passato subito alla sostanza, dicendo di essere preoccupato dal tentativo di Palomba di far apparire questa nuova Giunta diversa da quelle che ha guidato in precedenza, mirando a dissociare le varie fasi della legislatura. In realtà il quadro politico è fortemente mutato, ha detto, perchè si è avuto un ulteriore cedimento a sinistra delle forze del cosiddetto centro, ma un giudizio complessivo deve essere dato su tutta la legislatura, sull'operato della Giunta nei cinque anni e non soltanto su questo scampolo di legislatura.
Masala ha quindi parlato della novità costituita dall'ingresso nella maggioranza di Rifondazione comunista. Il problema, ha detto, va esaminato sotto diversi aspetti. Sotto l'aspetto politico riguarda i partiti che hanno accettato questa nuova situazione. Più preoccupanti appaiono a Masala le conseguenze sotto il profilo economico della presenza di Rifondazione Comunista in Giunta. "Al già pesante tasso di assistenzialismo se ne aggiungerà altro ancora, perché tale è la forma mentis dei comunisti: risolvere i problemi in maniera assistenziale e non risolvendoli alla radice. Lo ha già fatto Bertinotti chiedendo ai suoi partner l'assunzione di 300 mila persone a carico dello Stato. Ma esiste anche un aspetto strategico, ha aggiunto Masala, che presenta qualche traccia di positività".
Per Masala è infatti positivo che si sia fatta chiarezza su alcuni punti proprio con l'ingresso di R.C. nella maggioranza. "Ora finalmente sappiamo che i popolari hanno fatto una scelta di campo e sono su posizioni totalmente diverse dalle nostre (ma sarà stata una scelta giusta? Si è poi chiesto).
Anche Rinnovamento Italiano ha scelto di stare con i comunisti, ha detto. Ma ha anche aggiunto: non mi risulta che tale scelta sia arrivata dopo una consultazione di base.
Ed infine i sardisti: non sono stati trattati bene, proprio loro che avevano rappresentato la forza più attiva nella creazione del quadro di centro sinistra. Dicono ancora di collocarsi a sinistra, ma storicamente non hanno mai avuto collocazioni geometriche. C'è una possibilità di dialogo con il Polo, al di là del dichiarato necessitato mutamento di posizione rispetto alla maggioranza?
Ritornando alle dichiarazioni di Palomba, Masala ha tratto il convincimento che questa Giunta è l'espressione di una coalizione che si forma in vista della campagna elettorale del 1999. Ebbene, ha detto Masala: anche Alleanza Nazionale è in campagna elettorale, per cui il nostro comportamento da oggi fino alla fine della legislatura sarà improntato a contrastare l'Ulivo in funzione delle elezioni del 1999. A.N. sta elaborando un progetto alternativo che verrà sottoposto agli alleati del Polo ed alle associazioni di categoria. "Ci vogliamo differenziare in modo che la gente capisca quale è la nostra impostazione di governo rispetto a quella dell'Ulivo".
Dopo aver insistito sulla inconsistenza dei contenuti delle dichiarazioni programmatiche di Palomba, Masala ha ironizzato sui progetti per il lavoro di questa Giunta, affermando che anche Berlusconi fu ridicolizzato perchè aveva promesso un milione di posti di lavoro. "Sembra che la strombazzata Conferenza regionale del lavoro annunciata da Palomba risolverà i mali strutturali dell'Isola. Ho molte riserve".
Infine Masala ha polemizzato con il Presidente Palomba il quale si è attribuito il ruolo di riformatore di regole che non sta ad un presidente regionale riformare. Ha ricordato a questo proposito due "invasioni di campo" assolutamente inaccettabili: la revisione del regolamento nella parte che si riferisce al voto segreto ed il riassetto delle regole per la conferenza dei capigruppo. "La riforma dei regolamenti è materia del Consiglio e non può far parte del pacchetto delle "cose da farsi" di un Presidente della Giunta".

Tra qualche settimana il Consiglio sarà chiamato a discutere del bilancio regionale, un atto fondamentale per la vita assembleare; in quella occasione si riesamineranno i numeri ed i dati, i programmi e la loro attuazione. Oggi l'Assemblea, però, deve fare un esame politico dell'attuale situazione. L'on. Marteddu, capogruppo del Partito Popolare Italiano, partendo dall'esame della mozione di sfiducia presentata dal Polo contro la Giunta Palomba, la ha giudicata una "mozione di sfiducia costruttiva" perchè ha permesso di dare una soluzione alla crisi politica.
Lo stesso Polo, comunque, deve fare un attento esame della sua attività in questa legislatura. Il Polo, tra l'altro, presentandosi come unica alleanza coesa ed omogenea non è riuscito a diventare forza di governo.
Se il bipolarismo è la stella polare del Polo, quindi, la soluzione della crisi è una risposta corretta a questa esigenza.
I sardi sanno scegliere, ha ricordato Marteddu, e lo hanno fatto nei Comuni e nelle Province. Perché chiedere, quindi, ai Popolari di scegliere e di prendere posizione? Forse all'interno del Polo c'è ancora una "grande voglia" di stagnazione, di palude, di centro.
La situazione, invece, ha detto ancora Marteddu, impone scelte nette e chiare. Il Partito Popolare ha, infatti imboccato una strada limpida e ben precisa, che porta ad un bipolarismo perfetto e che prevede, per i sardi, la possibilità di scegliere tra due schieramenti, tra due programmi, tra due alleanze politiche compiute.
Il secondo aspetto di questa crisi è legato alla posizione del Partito Sardo d'Azione, una forza che viene spesso indicata come di destra o di sinistra, ma che deve decidersi a "leggere" la storia con "categorie" e con metodi più moderni ed adeguati alla realtà.
Le posizioni del PSd'Az vanno "lette", secondo Marteddu, tenendo conto delle caratteristiche di federalismo e di autonomismo che gli altri partiti non hanno. Perché questa "idea" originale non è stata usata per dare vita ad una reale alleanza di centro-sinistra? Forse c'è ancora qualche punto oscuro nelle decisioni sardiste. Il punto di rottura non può essere la scelta degli interventi in favore delle politiche per il lavoro proposte da Rifondazione Comunista. Forse l'obiettivo sardista è "il partito Catalano", forse sono altre le soluzioni politiche alle quali tende.
Sono ipotesi ancora non comprensibili, sulle quali si dovrà lavorare ancora a lungo.
Certamente, ha aggiunto Marteddu, non è pensabile che l'assenza sardista sia legata alla mancata assegnazione di due assessorati.
L'oratore del PPI ha, quindi, esaminato le scelte delle altre forze politiche moderate ed ha dato un giudizio positivo delle scelte fatte dagli esponenti di Rinnovamento Italiano e del Movimento dei Democratici della Sardegna.
Il nocciolo duro degli accordi di questi giorni, comunque, non è fine a se stesso, non segna il melanconico tramonto della legislatura. L'accordo raggiunto si propone realizzazioni e scelte che vanno oltre il termine di questa legislatura. Su queste scelte si misureranno i sardi e le forze politiche del centro che confronteranno le loro scelte con quelle della sinistra.
Questa coalizione deve cambiare la Sardegna per portarla in Europa. "Poniamo sul campo queste proposte" ha detto ancora Marteddu. Allarghiamo il sistema delle imprese; avviamo una stagione straordinaria di politiche per il lavoro; coinvolgiamo il mondo sindacale e quello delle imprese in questa sfida; allarghiamo le maglie di una burocrazia asfissiante; spendiamo ciò che possiamo anche sui parchi, sulla qualità della vita, sui centri storici.
Su questi grandi temi, sul metodo di governo, sui rapporti tra Giunta e Consiglio, su quelli tra maggioranza ed opposizione bisogna impegnarsi a fondo.
La Giunta, con la sua maggioranza, deve fare ogni sforzo per giungere a risultati positivi. Ma lo sforzo maggiore, ha concluso l'on. Marteddu, lo si deve fare per le riforme, per modificare la struttura regionale, per dare ai sardi una legge elettorale che dia loro la possibilità di scegliere realmente programmi e forma di governo. Questa Giunta e la coalizione che la esprime hanno, quindi, un grande compito, che assolveranno con impegno.

Avevamo firmato il documento-preambolo di questa coalizione, ha affermato l'on. Bruno Dettori (Misto-Dem. Per la Sardegna), ma ci siamo resi conto che il percorso tracciato in quel documento non è stato onorato; nasce il sospetto che qualcuno fosse in malafede, ed è difficile capire chi oggi si vanta della conclusione raggiunta da questa maggioranza.
I Democratici per la Sardegna, ha detto ancora Dettori, non hanno potuto rinunciare ai loro valori di correttezza e di libertà di scelta quando la proposta di confermare l'Assessore ai Lavori Pubblici non è stata accettata.
Dettori ha elogiato il lavoro svolto dall'Assessore Fadda, le cui capacità hanno avuto riconoscimenti locali e nazionali e ne ha evidenziato i risultati ottenuti anche da un punto di vista occupazione. La scelta di quel nome non era casuale, ma semmai era dettata da valutazioni oggettive. Lasciandolo fuori, l'intero Consiglio e la Giunta hanno perso una grande occasione.
Riferendosi alla presunta incompatibilità tra l'Assessore Fadda ed il presidente Palomba sul tema dei Lavori Pubblici, Dettori ha ricordato che i Democratici per la Sardegna avevano dato la loro disponibilità per assegnare a Fadda un diverso Assessorato, ma anche in questo caso la proposta è stata respinta.
Dettori ha poi chiesto a Palomba le ragioni di una sua dichiarazione circa la disponibilità dei Democratici per la Sardegna ad appoggiare la Giunta. Ciò non è vero, e sarebbe opportuna una maggiore correttezza e lealtà.
In passato, ha proseguito Dettori, i Democratici per la Sardegna sono stati costretti a scelte talvolta difficili, ma hanno mostrato per le coalizioni il massimo rispetto, rispetto che oggi hanno il diritto di chiedere agli altri per le loro posizioni.
Il documento-preambolo, ha detto ancora Dettori, è caduto nella ragnatela degli interessi clientelari. E se il presidente Palomba ha voluto avallare quelle scelte adducendo a scusante il poco tempo disponibile, sappia che i sardi sapranno valutare i risultati.
L'eventuale presenza dei Democratici per la Sardegna in questa Giunta forse non sarebbe stata determinante, ha proseguito Dettori, ma probabilmente si sarebbe seguito un percorso più rispettoso di tutte le posizioni.
Dettori ha concluso affermando che le forze di centro hanno fallito per non aver saputo presentare una loro proposta qualificante. Ma senza l'intero centro, questa coalizione non avrà futuro.

"Se ci sarà la fiducia e se la maggioranza sosterrà la nuova Giunta e si impegnerà a fondo nell'attività legislativa e di governo, i sardi avranno un fine legislatura stabile ed utile": così ha esordito il capo gruppo on. Scano (Progr. Fed.), prossimo assessore alla programmazione della sesta Giunta Palomba. Tutti ci chiedono un governo e la stabilità, ma ci chiedono anche la preparazione delle regole e delle condizioni di governo per il domani. Sarà utile per la maggioranza, per l'opposizione e per i sardi, perché se il civile scontro politico porterà a competizioni elettorali con proposte diverse, con il marasma, quale quello che si è visto in questi ultimi tempi, non vincerebbero ne l'Ulivo ne il Polo ma si otterrebbe solo confusione ed avventura.
Scano si è poi detto contrario allo scioglimento del Consiglio: "se si andasse alle elezioni anticipate, ha detto, senza una nuova legge elettorale, il risultato sarebbe un'altra legislatura all'insegna della transizione e del conflitto. Quindi un altro disastro".
Per Scano la nuova Giunta rappresenta un fatto positivo dopo le critiche diffuse espresse dalla gente. Bisogna esserne consapevoli per produrre in termini di lavoro, di idee, di impegno tutto ciò che è possibile produrre. Esiste infatti un gap enorme tra la situazione italiana e quella sarda. La Sardegna è in ritardo sia sul piano della struttura politica e sia sul piano della dirigenza. E per superare il distacco è necessario un forte impegno di governo, con maggiori coordinamento e funzionalità, nonché un quadro istituzionale con una volontà riformatrice che vada oltre la polemica tra maggioranza ed opposizione.
Scano ha poi affermato che l'elaborazione delle nuove regole istituzionali, da concludersi nel '98, spingerà a rinnovare i partiti e la classe dirigente. Ma la spinta al rinnovamento viene anche dal bisogno, dopo la stagione della cultura antipartitica, della partecipazione dei partiti alla vita democratica. Ogni eccesso critico in questo senso rischierebbe di riportare ai vecchi schemi ed alle vecchie regole partitocratiche.
Scano ha poi affermato che il progetto del centrosinistra rappresenta, sia a Roma che in Sardegna, la più credibile proposta di governo anche se permarranno le competizioni, nella coalizione, tra le diverse culture dei diversi soggetti politici. "L'importante, ha aggiunto, è che vengano banditi i conflitti paralizzanti e distruttivi".
Analizzando i contenuti della nuova coalizione di centrosinistra Scano ha ricordato il recupero di un rapporto forte con i Popolari e con Federazione Democratica ed ha sostenuto, rivolto a Masala (che aveva parlato poco prima) che la tensione strategica esistente non significa che si è già in campagna elettorale, ma che si sta cercando di costruire un raccordo tra questa legislatura e quella che seguirà.
Ha poi rivolto parole di compiacimento per Rinnovamento Italiano "che sta ricollocando le energie variamente riposte in questi ultimi anni" e per la scelta dei consiglieri di Rifondazione Comunista.
La grande novità di questa Giunta è infatti rappresentata dall'ingresso in maggioranza dei comunisti di R.F. e la nuova posizione assunta dal PSd'Az. Quanto ai primi, Scano ha detto che la rottura del '94 non fu un imbroglio ma un dramma, una scelta necessitata. "Ora la sinistra unita, dopo aver sanato quel vulnus, può finalmente dialogare con il centro". Riguardo ai sardisti l'oratore ha sostenuto che non si vuole rinunciare al sardismo che è anche fuori dal PSd'Az ma ha rimarcato che quel diffuso sardismo rappresenta una vittoria proprio del Partito Sardo d'Azione. Si è comunque augurato che al momento della lotta per l'attuazione del federalismo regionale la politica possa rimettere insieme ciò che oggi ha diviso.
Scano ha poi annunciato le sue dimissioni da consigliere regionale nel momento in cui diventerà assessore della Regione sarda. Una decisione, ha detto, che deriva da motivi di coerenza politica, giacché lui aveva sempre sostenuto l'incompatibilità tra le due cariche. "Avrei preferito continuare a svolgere il mio ruolo di capogruppo. Ma poiché le nostre scelte non appartengono solo a noi stessi, ho deciso di dare una sofferta disponibilità a ricoprire l'incarico di assessore della programmazione della Regione Sarda".

"La ripetizione della scena, nella quale Lei, presidente Palomba, ascolta stancamente le dichiarazioni programmatiche" secondo il capogruppo di F.I., on. Pittalis, evoca il mito di Giano". Ma la conclusione è diversa: in questo Consiglio non è cambiato nulla. L'Ulivo malandato non ha preso vigore. Idee e fatti nuovi non se ne sono registrati, si è assistito alla inevitabile crisi, da tutti attesa, senza trovare una soluzione nuova ed originale.
Polemizzando con Marteddu, Pittalis ha ricordato come la mozione presentata dal Polo fosse una mozione di sfiducia e basta. Al contrario della sfiducia votata, in altre occasioni, dallo stesso onorevole Marteddu, che era una reale "sfiducia distruttiva", un episodio di malcostume politico velocemente dimenticato.
Il capogruppo di Forza Italia ha, quindi, riesaminato l'attività della vecchia Giunta, il cui operato è stato caratterizzato da ritardi, polemiche, iniziative demagogiche. Ma i rapporti tra i partiti non sembra siano migliorati in questi ultimi tempi. Anzi sembra che il centro-sinistra abbia operato fuori dagli schemi razionali e che voglia continuare a farlo prendendo ordini fuori da questo Consiglio ed eseguendoli acriticamente.
Questa maggioranza raccoglitticcia lascia dietro di se problemi insoluti e sarà difficile porvi rimedio nella prossima legislatura.
Pittalis ha, quindi, esaminato i programmi dell'esecutivo e la composizione della Giunta, sottolineando come siano troppe le incongruenze, come ci sia tutto e l'esatto contrario, come le divisioni e le lacerazioni siano palesi ed evidenti. Forza Italia ed il Polo considerano, quindi, questa coalizione iniqua ed inadeguata. In molte occasioni gli esponenti dell'opposizione hanno chiesto al presidente Palomba di desistere e di abbandonare l'incarico; il richiamo a poteri occulti, a situazioni di difficile soluzione non sono e non possono essere un alibi. Se queste pressioni esterne esistono realmente, Palomba lo deve dire e deve, immediatamente, abbandonare il campo. Forza Italia lo sosterrà in questa denuncia.
Pittalis, poi, ha esaminato alcune indicazioni contenute nel programma, come gli inutili "lavori socialmente utili" e lo spostamento dell'asse politico verso la sinistra.
Le forze moderate hanno abbandonato le loro tradizioni culturali e politiche. Il PPI, ad esempio, ha abbandonato le posizioni che hanno sempre contraddistinto quella forza politica. "I suoi esponenti abbiano il coraggio di dire, con chiarezza, il perchè di queste nuove scelte", ha aggiunto Pittalis.
Il lavoro, il dramma dei disoccupati, è un tema ben noto e non c'era bisogno dell'ingresso in Giunta di Rifondazione per capirne l'enorme importanza.
Su questo e su altri temi, non sono venute serie indicazioni, ma proposte di secondo o terzo livello, del tutto inutili ed inadeguate. Questo è l'unico esempio di socialismo reale ancora esistente in Italia. Ed il presidente Palomba è felice perchè siamo usciti dall'obiettivo 1 dell'Unione Europea, "siamo più poveri e ci daranno meno soldi", ha aggiunto Pittalis. Il quale ha anche affrontato i temi dei Parchi, con i vincoli imposti da autorità esterne all'isola, quello dello sviluppo compatibile, del piano generale del turismo, del Master Plan, ricordando come in Giunta sia entrata una forza politica conservatrice, nemica storica dell'industria turistica, specie di quella gallurese.
Il 1998 sarà l'anno della cultura, ha aggiunto Pittalis, ed ha chiesto quali iniziative saranno prese proprio per valorizzare la scuola e la cultura. Ma i rapporti con lo Stato, la vertenza col Governo sui tanti piani promessi, i nuovi rapporti con l'Unione Europea,come saranno affrontati da questa coalizione marxista, comunista, socialista, nazionalitaria, laica, cattolica e liberale priva di coesione e programmi seri?
Sui grandi temi, quali la metanizzazione, la riduzione dei costi energetici, le infrastrutture come potrà la Regione trattare con il Governo, se non ha una strategia ben chiara? E come farà la Giunta ad affrontare i temi delle riforme, chiedendo il contributo delle opposizioni, quando manca una proposta coerente e quando non si vuole un reale confronto? Se sarà possibile,Forza Italia darà il suo contributo, ma non lo farà se sarà la Giunta a chiedere un aiuto.
Questo programma e questa Giunta, comunque, non meritano il voto favorevole di Forza Italia. E Pittalis ha indicato tutti i punti programmatici sui quali, invece, il suo gruppo confronterà le proprie posizioni con quelle delle altre forze politiche, temi autenticamente liberal-democratici che hanno sempre caratterizzato l'attività di Forza Italia.
Concludendo il suo intervento Pittalis ha, quindi, stigmatizzato l'atteggiamento di Rinnovamento Italiano e degli altri moderati che intendono "controllare" i comunisti presenti nella coalizione, ed ha confermato che Forza Italia ed il Polo delle Libertà non intendono fornire alcun sostegno a questa Giunta del tutto inadeguata ad affrontare i problemi della Sardegna.

Dopo una breve sospensione, agli intervenuti ha replicato il Presidente della Giunta.
"Oggi il Tribunale di Oristano ha dichiarato l'ammissibilità della Regione come parte civile in un processo per sequestro di persona, ha esordito l'on. Palomba, e questo è un riconoscimento dell'Istituzione regionale: è un risultato importante perché riconosce un principio e sancisce il distacco di un popolo da certe forme di criminalità".
Premettendo di non poter dare tutte le risposte, Palomba ha definito "serio, talvolta aspro, ma sempre autentico" il dibattito svolto in Aula. Senza soffermarsi su questioni che riguardano la composizione della Giunta e la sua persona, Palomba ha dichiarato di voler rispondere evidenziando gli aspetti positivi dell'evoluzione economica della Sardegna. La ripresa è in atto, la qualità della vita è in crescita, aumenta la vitalità delle imprese il cui saldo è positivo con la crescita di 1.000 unità all'anno.
Palomba ha proseguito citando i dati della bilancia commerciale in ascesa. Spendita dei fondi, quest'anno è stata maggiore, mentre sul Master Plan saranno seguiti i pronunciamenti del Consiglio.
Per la zona franca, Palomba ha ribadito che nel programma ci sono precise scadenze e indicazioni.
Richiamando tutti ad una maggiore attenzione nell'esame dei dati occupazionali, Palomba ha sostenuto che occorre un eccezionale impegno per dare le risposte alla collettività.
Nella coalizione questa filosofia è stata sempre presente, mirata al rilancio dell'esperienza di governo per questa e per la prossima legislatura. Il documento politico sottoscritto mostra l'impegno della classe politica legittimata ad agire senza interferenze. Tutte le risorse saranno valorizzate, ha aggiunto Palomba e le scelte del PSd'Az devono essere rispettate, anche se permane la necessità di riprendere il dialogo. Non è quindi venuta meno l'attenzione della maggioranza verso questo partito.
Palomba ha ricordato che l'accordo politico si basa sull'accordo tra il centro e la sinistra, accordo di cui si rende garante, ed ha precisato che la nomina di Lorrai non è dovuta a interferenze esterne.
Sulle preoccupazioni espresse dalle opposizioni, Palomba ha affermato di avere il massimo rispetto delle prerogative del Consiglio ed ha ribadito che le regole riguardano tutti, non solo la maggioranza.
Palomba, dopo aver affermato che nella coalizione ci sono le componenti più radicate della società sarda, ha chiesto l'approvazione delle dichiarazioni programmatiche e della Giunta proposta.

Ordine del giorno n. 98
sull'approvazione delle dichiarazioni programmatiche
e sulla nomina dei componenti della Giunta regionale.

Il presidente Selis ha, quindi, annunciato la presentazione dell'ordine del giorno, firmato dagli onorevoli Cugini, Balia, Marteddu, Vassallo, Randaccio, Aresu, con il quale si approvano le dichiarazioni programmatiche e la composizione della Giunta Palomba.
Subito dopo sono intervenuti alcuni esponenti politici per dichiarazione di voto.

L'on. Montis (R.C.) dopo aver sottolineato che ancora una volta aleggia in quest'Aula lo spettro del comunismo, ha contrastato le affermazioni del forzista Pittalis circa l'atteggiamento di R.C. nei confronti del turismo in Gallura. Ha quindi affermato che, terminata l'era della discriminazione politica ed entrata Rifondazione nella nuova Giunta, potranno attuarsi gli ambiziosi progetti per l'abbattimento della disoccupazione, un tema, questo, che ha sempre impegnato in maniera prioritaria le forze della sinistra italiana.
Infine, dopo aver auspicato che i grossi problemi dell'Isola vengano risolti con la volontà unitaria di tutti, Montis ha annunciato il suo voto favorevole alla nuova Giunta.

La coerenza di comportamento, difficile da osservare, specie nei confronti degli impegni presi con l'elettorato, ha portato l'onorevole Macciotta (Misto) ad annunciare la propria astensione. Una posizione motivata dalla necessità di osservare gli impegni a suo tempo assunti.
Macciotta ha, tra l'altro, spiegato le ragioni che lo hanno spinto a rinunciare all'ingresso in Giunta, proprio per rispetto all'incompatibilità tra Assessore e consigliere regionale, come propostogli dal presidente Palomba. Macciotta ha, inoltre, sottolineato come alcuni temi, proposti da Rifondazione Comunista, non siano dal suo punto di vista assolutamente condivisibili. Per rispetto alla sua collocazione politica ed alle posizioni della forza politica che lo ha candidato, quindi, Macciotta ha confermato la sua astensione.

L'on. Bertolotti (F.I.), intervenendo per dichiarazione di voto, ha affermato che i dati forniti da Palomba sull'occupazione sono "mistificatori e ingannevoli", in quanto i disoccupati aumentano e le aziende chiudono. Bertolotti ha preannunciato che F.I. si batterà contro l'"abuso di credulità popolare".

Sempre per dichiarazione di voto, l'on. Aresu (Misto), dopo aver stigmatizzato i riferimento personali emersi nel corso del dibattito, ha sottolineato come l'apertura nei confronti di Rifondazione abbia dovuto attendere tre anni, nel corso dei quali però c'è stata collaborazione e impegno da parte di R.C. E' comunque una grande vittoria della Sardegna, ed è di questo che hanno paura le destre. Questa crisi è stata risolta in una settimana, ha detto ancora Aresu, ed è stato sufficiente coinvolgerci nel programma.
Aresu ha concluso preannunciando il voto favorevole suo, di Demontis e di La Rosa.

L'on. Bonesu (PSd'Az), ribadito che con questa Giunta i sardisti non hanno più niente da spartire, ha affermato, in polemica con Palomba, che il presidente della Giunta ha operato ancora una volta in dispregio della volontà del Consiglio laddove ha promosso la costituzione della Regione in parte civile non soltanto contro i responsabili del sequestro-omicidio Riccio ma anche contro l'emissario della famiglia.
Dopo aver motivato il voto contrario alla Giunta proposta da Palomba, Bonesu ha annunciato che l'opposizione del PSd'Az sarà puntigliosa e puntuale.

Dopo le dichiarazioni di voto è stato posto in votazione l'ordine del giorno di "fiducia". La votazione, a scrutinio palese, ha avuto il seguente risultato:
Presenti 79
votanti 76
astenuti 3
favorevoli 44
contrari 32.
Il presidente Selis ha, quindi, letto una lettera di saluto inviata al Presidente ed al Consiglio dall'Assessore al Turismo Antonio Costantino.
Gli Assessori non consiglieri regionali, i professori Paba e Pinna, l'ingegner Lorrai e l'avvocato Cogodi, hanno quindi giurato, nelle mani del presidente Selis, fedeltà alla Regione..

 


Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.