Nota stampa
della seduta n. 244 antimeridiana del 16 gennaio 1998

 


Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Salvatore Zucca e successivamente dall'on. Gian Mario Selis.

Dibattito sulle dichiarazioni programmatiche
del presidente della Giunta

L'on. Granara, (F.I.), dopo aver ricordato che lo stesso presidente, eletto da una minoranza, presenta per la sesta volta consecutiva un esecutivo con il quale intende governare ha esaminato la difficile situazione che si registra all'interno del Consiglio stesso. Ma è tutta la vita politica isolana che, forse, ha grandi problemi, caratterizzata come è da una grande lotta di tutti contro tutti; da un accorrere in aiuto dei partiti più forti, dalla crescente egemonia del PDS nei confronti delle altre forze politiche. Una situazione difficile e confusa, accresciuta anche dall'azione di disturbo che viene fatta dalla stampa, dai sindacati, dai gruppi di pressione di ogni genere.
Una situazione, ha aggiunto Granara, complessa e difficile da affrontare e che questa giunta non sembra in grado di risolvere. La disoccupazione, quindi, aumenta, il malessere sociale cresce, le distanze dal resto del Paese appaiono difficilmente incolmabili.
Preoccupato per le sorti dell'Isola, l'esponente di F.I. ha quindi chiesto al Presidente Palomba come crede che la nuova Giunta possa affrontare i problemi isolani. L'assessore all'urbanistica Cogodi non sembra disposto ad esaminare con serietà il piano per lo sviluppo turistico della Gallura e dell'intera isola; come potrà l'assessore all'industria Pinna procedere alla privatizzazione delle industrie regionali, impegnato come è a ripianare i debiti della Sipas e delle sue controllate?
Per Granara, quindi, questo è ancora una volta programma di governo inadeguato e la nuova Giunta, seppure formata da persone stimabili, non appare in grado di attuare quanto premesso.
Il malessere della società sarda, ha concluso Granara, è destinato a crescere, come sono destinati ad aumentare i problemi irrisolti, che graveranno ancora più pesantemente sulla Sardegna.

Il programma politico, l'accordo tra le forze della sinistra e quelle del centro moderato è stato, invece, valutato positivamente dall'on. Piero Usai (Progr.Fed.), il quale ha svolto il suo intervento esaminando i diversi aspetti dell'accordo che ha permesso la nascita della nuova maggioranza. Una maggioranza, ha ricordato Usai, per la cui realizzazione il PDS ha lavorato sin dall'inizio della legislatura.
Il Partito Democratico della Sinistra, infatti, nei suoi congressi ha sempre auspicato un accordo tra le forze progressiste e quelle moderate. E le forze della sinistra, tutte le forze della sinistra, dovevano entrare a fare parte della nuova coalizione. Questo obiettivo è stato finalmente raggiunto e la nuova coalizione appare un reale passo in avanti verso quel sistema di bipolarismo perfetto, al quale tutti dicono di tendere.
Questo accordo, quindi, era stato teorizzato nei congressi dei partiti, congressi che indicano scelte e strategie politiche serie e concrete. Nessun congresso, invece, può indicare come qualificante il ricoprire due assessorati avendo un gruppo consiliare di soli tre consiglieri.
Usai si è quindi brevemente soffermato sul programma politico del nuovo esecutivo, invitando il presidente Palomba a "spendere i soldi dei quali dispone ed a realizzare i programmi proposti ed approvati anche dal Consiglio".
Un breve cenno è stato fatto anche alle scelte in campo turistico. La legge 40 sull'equiparazione tra l'industria turistica e quella più propriamente industriale è un buon provvedimento. Ora ci si deve occupare della legge sulle seconde case e di altri particolari aspetti del settore turistico, che può rappresentare un reale volano per l'economia sarda.
Attenzione particolare merita, infine, secondo Usai, il Master Plan presentato dal Consorzio della Costa Smeralda. E la linea proposta dalla Giunta è stata giudicata "seria e concreta" dall'esponente del gruppo Progressista Federativo. L'esame del Master Plan, infatti, deve essere approfondito ed attento e deve avvenire all'interno delle leggi esistenti e secondo le linee e le indicazioni approvate dalle commissioni consiliari.
Concludendo il suo intervento, Usai ha auspicato che questi impegni siano rispettati ed i programmi proposti tempestivamente realizzati.

Secondo l'on. Balletto (F.I.), "non c'è limite all'arroganza e alla protervia della classe politica al governo". Le dichiarazioni di Palomba non hanno sostanza e di fatto sono il riconoscimento dell'incapacità politica che ha portato a sei crisi.
Per Balletto, Palomba dovrebbe spiegare ai suoi elettori il perchè delle crisi e della mancanza effettiva di governo che ha creato tanti danni alla Sardegna. La verità è che la disomogeneità dell'Ulivo ha portato a scontri interni per affermare l'egemonia di un partito sugli altri e per le poltrone del sottogoverno.
Chi pensa che la crisi sia risolta, ha detto ancora Balletto, si sbaglia di grosso. La maggioranza si è indebolita per l'uscita dei sardisti, ai quali deve essere riconosciuta la coerenza con le scelte iniziali anticomuniste. Questa coalizione è animata solo dall'esercizio del potere, ha aggiunto Balletto, e non esistono le "nuove situazioni" citate da Palomba, a meno che "non si riferisse all'ennesima divisione di poltrone per il Banco di Sardegna".
Balletto ha accusato Palomba di non essere mai stato chiaro, neanche a proposito di quei "poteri forti" sempre evocati e mai chiariti. E senza chiarezza e trasparenza non si può accettare che "il nuovo corso si possa trasformare in sotterfugi delle segreterie dei partiti".
Dopo aver espresso ulteriori pesanti critiche nei confronti di Palomba e di questa maggioranza, Balletto ha esposto le drammatiche cifre della disoccupazione e ha sottolineato la sfiducia dell'opinione pubblica nei confronti delle istituzioni e della politica.
Il programma di Palomba è irrealizzabile, ha aggiunto Balletto, e ciò dimostra "l'arroganza e l'insolenza" di questa coalizione. Non si può quindi accordare fiducia all'Ulivo, anche perchè le proposte di Rifondazione Comunista sono pura demagogia e accentuano le difficoltà di un problema insolubile.
Balletto ha ricordato che F.I. aveva proposto un piano straordinario per l'occupazione, piano che venne bocciato perchè la maggioranza sapeva di non essere in grado di realizzarlo.
E' probabile che questa sia l'ultima crisi della legislatura, ha aggiunto Balletto, e il timore della perdita di potere ha portato al tradimento del PPI nei confronti del suo elettorato, così come hanno fatto i pattisti che sono confluiti in Rinnovamento, i cui elettori si chiederanno quale sarà il punto di contatto con Rifondazione.
Secondo Balletto, Rifondazione vorrà accentuare la posizione di una Regione imprenditrice e assistenziale, per ritornare all'economia di stato rispetto a quella privata, come dimostrano i fatti nazionali.
Il nuovo quadro politico rischia di consegnare il futuro della Sardegna alla distruzione della libertà perseguita dalla sinistra, ha detto ancora Balletto, mentre l'unica soluzione possibile della crisi era lo scioglimento del Consiglio per tornare al giudizio degli elettori.
Sul voto segreto, Balletto ha sostenuto che è uno strumento per mettere a nudo le contraddizioni della maggioranza, ed ha preannunciato battaglia contro la sua abolizione.
Il Palomba VI è il partito degli assessori, ha concluso Balletto, ma l'elettorato "non ha l'anello al naso" e sarà valutare e decidere per il suo bene.

"La disattenzione nei confronti dell'attività della Giunta, della vita del Consiglio regionale, è la prova della crisi nella quale si dibatte tutta la Sardegna": una considerazione amara, dalla quale è partito l'on. Salvatore Amadu (Misto-CDU), per esaminare i difficili rapporti esistenti con lo Stato e l'anacronistica situazione nella quale vive la società sarda.
Per colpa di Giunte inefficienti, di una classe politica incapace ed inadeguata, lo Stato promette ma non mantiene, oppure quando mette sul piatto iniziative concrete è la Regione che non riesce ad attuare quanto le viene proposto. La metanizzazione, i punti franchi, gli interventi per i vari settori economici sono stati promessi e disattesi. Così come si sono assolutamente ignorate le riforme, le richieste di modificare radicalmente la struttura amministrativa regionale.
I cittadini sardi, ha aggiunto Amadu, sono sempre più trascurati, ignorati, lontani dal Palazzo. E le esigenze dei sardi che vivono nelle zone periferiche e lontane dai centri burocratici regionali aumentano quotidianamente e diventano sempre più difficili da risolvere. E' il sintomo di una grave crisi, ma non solo politica, che investe la Sardegna e che questa coalizione non è assolutamente in grado di affrontare.
Questa maggioranza, come quelle che la hanno preceduta, non sempre è stata tale. Per Amadu questa è una coalizione esclusivamente numerica, senza programmi concreti e realistici.
Esiste la necessità, quindi, di una maggioranza di diverso segno e caratterizzata da un diverso modo di fare politica. Un' esigenza che viene dalla pressante richiesta di molta parte, quella più viva e sensibile, della società sarda.
Questa coalizione, invece, sembra sorda ed insensibile alle richieste di aiuto e di intervento che giunge da chi soffre. Ne è una prova, ad esempio, l'atteggiamento di chiusura nei confronti della cura Di Bella, recentemente confermata dall'assessore alla Sanità Fadda.
Questa insensibilità umana, prima che politica, impedirà all'esecutivo di portare avanti iniziative concrete per risolvere i problemi di una società, quale è quella sarda, alle prese con una crisi sempre più difficile.
Questa coalizione è incapace di governare, ha concluso Amadu, e bisognerà purtroppo attendere la prossima legislatura per cercare di dare risposte alle esigenze dell'intera Sardegna.

Rifacendosi ad un precedente intervento in occasione del dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del Palomba V, l'on. Achille Boero (A.N.) ha ricordato di aver parlato di un collante speciale che tiene Palomba incollato alla sedia di presidente della Giunta. L'ironia è però poi sfociata nell'analisi delle attuali dichiarazioni nelle quali molti dei più importanti problemi della Sardegna non sono stati neppure citati.
"Pur di continuare a ricoprire il suo ruolo, ha detto rivolgendosi ancora a Palomba, ella subisce ogni genere di sopraffazione da parte della sua stessa maggioranza".
Boero ha quindi preso in esame i nominativi dei singoli Assessori proposti da Palomba, criticando in particolare il fatto che l'Assessore all'Agricoltura, in virtù del fatto che "in quell'Assessorato non era stato fatto alcunché", è stato promosso alla guida del Turismo. Ed ha citato successivamente anche il ruolo del nuovo Assessore alla Programmazione, "ma, ha aggiunto, "il nostro gruppo non starà a guardare, semmai farà una dura opposizione a questa Giunta blindata di sinistra".
Boero ha quindi ricordato che lo schieramento di Alleanza nazionale (unico gruppo ad essere rimasto compattato) percorrerà ogni strada per salvare la Sardegna da disastro che il "Palomba VI" le riserba.
Dopo aver fatto un richiamo al mondo dell'informazione che ha il compito, appunto, di informare e non di deformare, l'oratore ha concluso il suo intervento attribuendo al solo presidente Palomba la colpa di essersi messo nelle mani di "cattivi compagni" e di persistere in questa scelta.
Un ultimo appello, infine, alle forze sane dell'isola per aiutare la Regione ad uscire dal "pantano" del Palomba VI.

Dopo aver espresso alcune considerazioni critiche sul linguaggio usato in Aula, che a suo parere svilisce l'Assemblea, l'on. Falconi (Progr. Fed.) ha sostenuto che le dichiarazioni di Palomba e il documento politico della maggioranza evidenziano un'ultima possibilità per sperimentare in Sardegna un'alleanza tra tutte le forze della sinistra e autonomistiche. La centralità del lavoro, ha proseguito Falconi, è il punto qualificante del programma, e richiede uno sforzo comune basato sulla stabilità di governo.
La situazione economica sarda non dipende, per Falconi, solo dalle crisi di questa legislatura, ma questa coalizione dovrà sviluppare uno sforzo senza precedenti per aggredire i problemi dell'occupazione sulla base dello sviluppo sostenibile, e sull'acquisizione di nuove risorse. Il Consiglio dovrà trovare maggiori sinergie con i piani di sviluppo della C.E., particolarmente per le infrastrutture primarie.
Falconi si è poi soffermato su alcuni aspetti del modo di far politica e delle degenerazioni che ne sono derivate, a scapito della stabilità di governo. Ma ora c'è una ripresa dell'elaborazione politica, della ricerca di una nuova strategia, di un nuovo modo di intendere l'impegno politico con lo spirito di servizio, come dimostrano le dimissioni del capogruppo Scano. La gestione del potere è legittima quando esiste un mandato elettorale, ha concluso Falconi, ed è necessario che Palomba vada avanti.

Questa legislatura, da alcuni, è stata giudicata quasi come rivoluzionaria. Tra la vecchia e la nuova legislatura, infatti, si sono registrati profondi mutamenti. Sono scomparsi i partiti, altri hanno cambiato nome, molti esponenti politici sono spariti o si sono riciclati per poter restare sul mercato politico, gli unici che non abbiano abbandonato simboli e tradizioni sono stati i sardisti. L'on. Efisio Serrenti (PSd'Az), ha ricordato la coerenza dell'azione politica del suo partito, ha sottolineato l'importanza e la modernità delle idee portate avanti "da sempre" dal PSd'Az.
Serrenti, quindi, ha ricordato l'esperienza della precedente legislatura ed il travaglio dell'inizio di questa. Nel corso delle trattative per la formazione della prima Giunta Palomba, ha ricordato Serrenti, le forze sardiste e moderate non hanno posto alcun veto per l'ingresso di Rifondazione Comunista nell'ambito della coalizione.
Superata la "pregiudiziale federalista", dopo che Rifondazione aveva accettato il principio della riforma dello Stato in senso federalista, i sardisti accettarono l'allargamento della maggioranza ai "compagni di Rifondazione". Il veto, invece, venne dagli stessi "compagni di lotta politica", dagli stessi alleati alle elezioni.
"Siete stati usati. E siete stati usati anche ora", ha aggiunto Serrenti. Ed ha ricordato tutti gli equivoci ed i contrasti che hanno caratterizzato la vita di questa parte della legislatura.
L'esperienza della Giunta dei tecnici, quella politica scelta dal Consiglio, il tentativo di superare il presidente Palomba, la Giunta del bigliettino, le varie crisi provocate da faide interne e da violenti contrasti tra i partiti alleati sono stati episodi a lungo analizzati dall'esponente sardista.
Serrenti si è, quindi, soffermato sulla "ripresa dei vecchi poteri" i quali, sfruttando la mancanza di attenzione della nuova classe dirigente, hanno ripreso in mano il potere reale. Gli esponenti del "governissimo" hanno ripreso a tessere le loro trame, hanno occupato Assessorato, presidenze, consigli di amministrazione di banche, di grandi e piccoli Enti, di società pubbliche o sovvenzionate che riescono ora a condizionare la vita politica regionale.
E' il ritorno della vecchia vita politica, ha aggiunto Serrenti, ed il partito Sardo d'Azione non intende, non vuole partecipare a questa coalizione ostaggio dei poteri forti. Non si vuole entrare a far parte di una maggioranza che ha perso particolari connotazioni. Il PSd'Az ha sempre fatto una coerente scelta di sinistra, ma non accetta compromessi e patti che possono sminuire il suo patrimonio storico, politico e culturale.
La mancata partecipazione del PSd'Az, quindi, è la prova di una rottura traumatica che lascia il segno. Perché, ha denunciato Serrenti, i partiti non sono più quelli di una volta, perché le scelte politiche non vengono prese nelle sedi istituzionali, perchè il consenso non è reale, la vita democratica è in una pericolosa fase involutiva.
"Ognuno deve assumere il proprio ruolo, ha detto ancora Serrenti, deve fare politica con coerenza e dignità". Giocare questo scampolo di legislatura in chiave esclusivamente personale non servirà a nulla. Occupare il ruolo di Assessore per un anno o poco più non servirà a nulla, o servirà a poco. I sardisti hanno scelto di lavorare all'opposizione e lo faranno con decisione ed attenzione "senza fare sconti". Alcuni punti, sui quali saranno particolarmente attenti, sono stati indicati da Serrenti. La politica per la politica; l'azione del centro sinistra per una politica coerente; evitare che il potere venga sottratto alle istituzioni, sono alcuni dei temi sui quali gli esponenti sardisti saranno particolarmente attenti e vigili.
Concludendo il suo intervento, Serrenti ha respinto l'accusa di aver stretto un accordo col Nuovo Movimento, "ma il PSd'Az confronta i suoi programmi politici con tutti", ed ha chiesto una scelta coraggiosa e coerente: "azzeriamo tutto e ridiamo alla gente il diritto di scegliere e di premiare chi ha lavorato bene e di rimandare a casa chi è incapace o indegno di stare in questo Consiglio regionale".

L'on. Giuseppe La Rosa (Misto) ha esordito esprimendo la sua volontà e l'impegno a favore di questa Giunta, nonché l'auspicio che l'esecutivo vada avanti superando le difficoltà, fino ad arrivare a concludere la legislatura avendo portato a compimento gli obiettivi che si è data nel programma di governo.
La maggioranza nata e consolidata con il documento del 2 gennaio si è infatti data una strategia politica e programmatica che le consentirà di realizzare i grandi appuntamenti che attendono la Sardegna, primo fra i quali la Conferenza regionale per il lavoro e l'occupazione.
Sul tema della Conferenza, La Rosa si è soffermato a lungo, sostenendo che essa coinvolgerà tutte le forze attive e vive della società, compresi i comitati dei disoccupati; e che avrà l'obiettivo di fare del 1998 l'anno del lavoro, così come auspicato dalla Unione Europea. Per realizzarla e per darle significato, ha aggiunto La Rosa, è necessaria una forte volontà collettiva, nuove idee, nuovi strumenti ed un impegno totale anche da parte di tutti gli schieramenti presenti in questo Consiglio.
La Rosa ha anche affermato che sul tema del lavoro deve essere aperta una vertenza-confronto con il Governo, ma ha anche insistito sulla necessità che venga dato impulso e priorità alla formazione culturale (scuola e università) ed alla formazione professionale.
Concludendo l'oratore ha ribadito che proprio dalla Conferenza per il lavoro nasceranno le opportunità per varare una piattaforma per lo sviluppo dell'Isola con il coinvolgimento e la valorizzazione delle forze migliori della Sardegna.

Per l'on. Marco Tunis (F.I.), non c'è molto da dire perchè i fatti evidenziano l'incapacità di governo di questa maggioranza. Sarebbe stato preferibile che Palomba si fosse presentato in Aula per rinunciare, anziché promettere ai sardi di risolvere in un anno e mezzo quei problemi che in tre anni e mezzo non è stato capace di risolvere.
Palomba dovrebbe farsi da parte, ha proseguito Tunis, perché per la sesta volta promette un governo che non manterrà i suoi impegni.
Tunis ha quindi preconizzato un'ulteriore crisi che avverrà a causa di Rifondazione. L'Ulivo si è dimostrato incapace di governare, e solo la conquista del potere ha saputo mantenere insieme una coalizione disomogenea. Dopo aver criticato la scelta di Cogodi come Assessore agli Enti locali, Tunis ha ironizzato sullo slogan "mille miliardi per dieci anni", affermando che per risolvere i problemi della disoccupazione sono necessarie iniziative serie e reali, non parole e esternazioni che mirano a bloccare ogni provvedimento.
"Questa legislatura sarà ricordata come la maggiore beffa per i sardi", ha aggiunto Tunis che ha poi respinto qualunque tentativo di coinvolgere l'opposizione, ribadendo che tutte le responsabilità sono della maggioranza.
Non sarà certo una "improvvisata conferenza sul lavoro" a risolvere i problemi dei 335.000 disoccupati, ha detto ancora Tunis, mentre questa Giunta non risolverà niente nemmeno nel settore delle riforme.
Tunis ha poi ricordato che il piano di risanamento del Sulcis è bloccato, mentre tutti i progetti dei Parchi sono rimasti sulla carta. Dopo aver accennato alla legge sulla cultura, frutto dell'impegno del PSd'Az oggi estromesso, Tunis ha sottolineato la drammatica situazione della scuola sarda, sottoposta ai tagli del ministro Berlinguer, per poi evidenziare come nelle dichiarazioni di Palomba vi siano solo parole per il turismo e per gli altri settori dell'economia.
"Presidente, forse lei è convinto che i sardi non abbiano memoria e che non esistano i disoccupati", ha detto ancora Tunis rivolto a Palomba, "ma dovrebbe andarsene per dare ai sardi la possibilità di eleggere un nuovo Presidente".
Tunis ha proseguito rivolgendo ulteriori critiche a Palomba e alla sue Giunte e gli ha rinnovato, in sardo, l'invito ad andarsene, ed ha concluso affermando che oggi la sinistra è divisa, il centro è disgregato e che la futura maggioranza che nascerà dalle prossime elezioni si troverà a gestire il disastro.

La valutazione sulla nuova Giunta fatta dall'on. Biggio (A.N.) è stata naturalmente di segno negativo. I motivi risiedono nel fatto che la cosiddetta nuova maggioranza nasce, come tutte le altre, senza una forte coesione interna e sotto la cappa del fallimento dei programmi, delle coalizioni e dello stesso Ulivo. Non a caso Palomba dimettendosi il 19 dicembre scorso aveva lasciato intendere che il progetto che sottendeva alla coalizione dell'Ulivo non aveva più il consenso dell'Aula.
Questa nuova maggioranza, ha detto Biggio, ha davanti a se solo precarietà e crisi perpetua, ed ancora una volta farà in modo che i tempi e le energie vengano totalmente assorbite dalla soluzione dei problemi interni alla sua stessa maggioranza.
Biggio ha fatto quindi accenno agli unici "fatti concreti" delle precedenti giunte presiedute da Palomba: "lottizzazione, occupazione di ogni sedia e seggiolino che apparissero all'orizzonte e comunque pratiche spartitorie che avevano l'aggravante di essere controllate da forti interventi esterni al Consiglio". Tutto questo, ha aggiunto, mentre il numero dei disoccupati cresceva, mentre i giovani in cerca di prima occupazione attendevano la prima esperienza di lavoro e mentre le famiglie dei diseredati si aggrappavano alle chimere fatte loro balenare in questi lunghi e tragici anni di gestione del centro sinistra.
L'esperienza ci insegna, ha detto ancora Biggio, che da parte di questa Giunta non vi sarà disponibilità, come è avvenuto in passato, ad un confronto con la società reale, con i problemi della gente. Non vi è stata questa disponibilità neppure con i sindacati, neanche con quelli più vicini alla maggioranza.
Biggio ha poi ricordato, affrontandole punto per punto, le grandi occasioni mancate delle Giunte presiedute da Palomba. Anche quei problemi che sembrava dovessero segnare un punto in positivo dell'azione del governo regionale, come la metanizzazione, si sono rivelati vuoti e con scarsissime garanzie di essere portati a soluzione.
Un bilancio assolutamente negativo, quindi, in ogni comparto che possa venir esaminato. Perfino l'agricoltura, che è un punto fondamentale dello sviluppo della Sardegna, non ha avuto la fortuna di essere menzionata nel programma della Giunta. Per non dire della politica ambientalista, sterile e di maniera, volta all'unico scopo di concedere deroghe agli amici e di chiudersi di fronte alle esigenze dei non amici.
Nel concludere Biggio ha toccato anche altri temi scottanti dell'azione di governo, criticando con forza la unificazione in un solo ente della gestione delle acque. Infine, rivolgendosi a Palomba, Biggio ha esclamato: "Crede davvero, presidente, che tutti i mali della Sardegna possano essere messi a tacere con la panacea della Conferenza regionale del lavoro?".

Una caratteristica "non positiva" del nuovo governo della regione è stata sottolineata dall'onorevole Ivana Dettori (Progr. Fed.), la quale si è soffermata sull'assenza di donne nell'esecutivo regionale. La classe politica isolana ignora, infatti, la presenza delle donne nella società moderna e civile. La "rappresentanza" delle donne, ha aggiunto Dettori, non è il diritto a ricoprire una particolare "nicchia" politica. Le esperienze, le tradizioni, la cultura delle donne permea, infatti, la vita di ogni società evoluta.
La risposta politica che il Consiglio, le istituzioni devono dare non sono, dunque, risposte solo di parte, ma sono risposte alle esigenze di tutti, uomini e donne, dell'intera società. Si assiste, invece, ad un tentativo di progressiva emarginazione delle donne, ma anche dei soggetti meno tutelati, mentre il potere passa sempre più rapidamente nelle mani di pochi, e solamente di uomini.
Su questo fenomeno si stanno da tempo interrogando le forze della sinistra, che lo considera una involuzione della democrazia rappresentativa, ed anche quelle della destra. Su questo aspetto, ma anche su altri temi, tutte le forze politiche presenti in Consiglio dovrebbero avviare un serio confronto. Anche perchè si potrebbero trovare soluzioni più moderne, per dare risposte concrete e coerenti alle nuove e diverse esigenze dell'intera società e non solo di quella sarda.
Dettori, ha, quindi, esaminato il quadro politico dal quale è scaturito il nuovo esecutivo. L'Ulivo in Sardegna è un'esperienza che deve affermarsi e deve meglio radicarsi nell'Isola, anche perchè è la scelta politica che dovrà trovare pratica e significativa attuazione nella prossima legislatura. Certamente, alla coalizione di centro-sinistra non può essere estraneo il Partito Sardo d'Azione, per il suo bagaglio culturale e politico, essenziale in una coalizione quale è quella che si vuole realizzare.
La coalizione dell'Ulivo deve essere, infatti, il frutto di un confronto tra diverse culture, tra diverse visioni, deve scaturire da una elaborazione programmatica avviata ormai da tempo e che si è posta obiettivi ambiziosi ma realistici, raggiungibili grazie ad incisivi progetti, ormai elaborati e pronti ad essere attuati. Queste scelte politiche, questi programmi devono essere frutto di una sintesi tra diverse esperienze, tra diverse proposte fatte da soggetti politici che credano nella politica e che confrontano le loro diverse esperienze, con l'unico scopo di dare risposte concrete ed esaurienti alle esigenze della società della quale sono espressione.
Dettori, prima di concludere il suo intervento, ha esaminato brevemente le scelte dell'esecutivo in materia di lavoro, difendendole e sottolineando l'importanza, tra l'altro, dei lavori socialmente utili. Quindi, l'oratore ha sollecitato rapporti leali e confronti seri, per ridare spessore e credibilità alla politica "pulita".

Ha quindi preso la parola l'on. Demontis (Misto) il quale ha preannunciato il suo appoggio alla Giunta perchè la Sardegna possa avere un governo stabile che affronti i drammatici problemi dell'Isola.
Demontis ha affermato che voterà a favore anche perchè è caduta la discriminazione contro la sinistra del gruppo Misto e contro Rifondazione Comunista. Il voto non sarà però "ad occhi chiusi", ma presuppone la verifica di ciò che la Giunta farà realmente.
Accennando alle accuse rivolte dal PSd'Az, Demontis ha detto che la privazione dei due assessorati ha provocato una scomposta reazione di quel partito, "interessato solo all'occupazione del potere".
E' stato detto che la Giunta è monca per l'assenza dei sardisti, ma per Demontis il sardismo oggi non è più nel PSd'Az, semmai è nei gruppi e nei movimenti sardisti e nazionalisti, i quali sperano che rinasca il vero partito sardista, nell'interesse dei sardi.
Dopo aver elogiato "il sardismo di Mario Melis", Demontis ha affermato che Cogodi, nella passata legislatura, aveva promosso il movimento di "Rinascita e Sardismo" che coniugava la sinistra col sardismo, movimento che aveva raccolto importanti adesioni.
Proseguendo nelle sue critiche all'attuale PSd'Az, Demontis ha sostenuto che non è credibile la preannunciata opposizione dura da parte di chi fino a ieri era in maggioranza.
Demontis ha concluso respingendo le accuse di "parlare contro Palomba" e di dargli il suo appoggio in Aula, ed ha ricordato "la manovre per distruggere R.C.", elogiando nel contempo la coerenza di altri appartenenti al gruppo Misto.

Il centro-sinistra, ha detto successivamente l'on. Diana (Progr. Fed.) è riuscito a ritrovare coesione e volontà d'impegno intorno ad un punto qualificante del programma: lo spiegamento di energie e di fondi per garantire a tutti i sardi un'occupazione e quindi un avvenire di certezza e di serenità.
In questo quadro e con questi obiettivi è giunta anche l'adesione di Rinnovamento Italiano che amplia e rafforza la maggioranza in un momento in cui è necessario bandire la precarietà e l'inclinazione alla dissoluzione. Appare invece negativo, ha soggiunto Dinahna, l'autoesclusione del PSd'Az, perché non si deve dimenticare che la cultura sardista è e deve essere l'elemento fondante dello sviluppo e dell'economia dell'Isola.
Diana, da ambientalista quale è, ha centrato il suo intervento sui problemi dell'ambiente, sostenendo a più riprese che in ogni settore della vita economica dell'Isola non possono promuoversi iniziative se non collegandole direttamente al rispetto ed alla tutela del patrimonio naturale. Turismo, industria, viabilità devono marciare con la garanzia che le risorse dell'ambiente vengano garantite appieno. "Non è integralismo ambientale, questo, ha detto Diana, ma una ormai consolidata ed universale proposta che vuole che sviluppo ed ambiente debbano armonicamente intrecciare le loro strade".
Ed infine i parchi, non ancora costituiti a distanza di otto anni dalla loro realizzazione sulla carta. E' necessario riprendere gli iter procedurali, rimuovere gli ostacoli e raggiungere l'obiettivo di attuare praticamente i parchi del Gennargentu, dell'Asinara e della Maddalena entro la fine di quest'anno.

La democrazia è assoggettata alla realtà dei numeri. Ed i liberal-democratici accettano questa semplice regola. L'on. Floris (F.I.) ha sottolineato, però, come spesso ci sia molto da dire su come nascono questi numeri. Ad esempio il Patto Segni, si è diviso in tre tronconi; il PDS e Rifondazione si sono uniti per pure ragioni di potere, così come il PPI, pur travagliato da contrasti interni, ha aderito a questa maggioranza per solo calcolo utilitaristico.
Questa coalizione, quindi, è raccoglitticcia e poco coerente con le proposte politiche avanzate al momento delle elezioni.
Esaminando, quindi, il programma che questa Giunta vorrebbe attuare, Floris lo ha vivacemente criticato per quanto riguarda il problema energetico, la metanizzazione, i trasporti, il piano telematico, i rapporti con lo Stato. Su questi temi tutte le indicazioni contenute nei programmi delle Giunte precedenti sono state bellamente e del tutto trascurate. Anche questo progetto di governo, quindi, diventerà inutile carta straccia. Floris ha, quindi, ricordato come anche in questa crisi sia stato tranquillamente abbandonato il tema della zona franca e dell'impresa libera, l'unica in grado di rimettere in moto l'economia isolana.
La sinistra, questa coalizione, puntano invece sulle industrie assistite, sulla burocrazia inefficiente, su quel sistema pubblico che impedisce la crescita civile e sociale.
Le scelte liberal-democratiche indicate dal Polo, sin dall'inizio della legislatura, non sono assolutamente condivise da questa coalizione. Ma per la zona franca, per la libera economia si batte e si batterà il Polo, il quale intende "andare oltre il Polo" per proporre un progetto politico compiuto in grado di giungere ad un reale bipolarismo. Uno sforzo politico che ha come obiettivo la presentazione di un programma in grado, tra l'altro, di portare ad una effettiva riforma delle istituzioni regionali. Forza Italia, il Polo per le libertà hanno, infatti, un obiettivo ben chiaro e realistico.
E per realizzare questo progetto politico il Polo porterà avanti, unitariamente, le proprie proposte.
Il bipolarismo, ha concluso Floris, impone scelte chiare e coerenti. I liberal-democratici, quindi, opereranno per ottenere il consenso necessario a governare, ad essere reale alternativa all'Ulivo, senza commistioni di alcun genere, senza compromessi e senza cedimenti.

L'on. Randaccio (Misto-Rinnovamento) ha illustrato i percorsi seguiti per l'apertura e la soluzione della crisi, ricordando le iniziative di Rinnovamento a seguito del "malessere diffuso della maggioranza".
Oggi, grazie anche al contributo di Rinnovamento, si è ricreato il dialogo fra le forze della maggioranza.
Replicando a chi afferma che la coalizione si è spostata a sinistra, Randaccio ha sostenuto che oggi si va verso il bipolarismo, il che implica la capacità di confrontarsi anziché subire le pressioni dall'esterno.
Per Randaccio, dispiace che il PSd'Az sia uscito dalla maggioranza ed ha rivolto un appello ai sardisti per un ripensamento.
Rinnovamento, ha proseguito Randaccio, ribadisce i concetti fondamentali della cultura liberale e su queste basi ha chiesto visibilità all'esecutivo, sollecitando cinque punti fondamentali: il rilancio del sistema produttivo regionale, il rilancio speciale nei confronti del governo, la riforma della Regione e l'avvio del federalismo interno. E' stato chiesto inoltre di ridefinire i contenuti della manovra finanziaria.
Randaccio ha quindi rivolto un invito a valutare attentamente le proposte di Palomba, per poi sottolineare il valore della programmazione dal basso, con il coinvolgimento degli Enti locali, ai fini dell'utilizzo dei fondi comunitari.
Proseguendo nell'esposizione delle indicazioni richieste ed ottenute, Randaccio ha evidenziato gli aspetti relativi ai problemi del lavoro, particolarmente nel medio e nel lungo periodo, per ottenere l'aumento stabile dell'occupazione con la diffusione della piccola e media impresa.
E' stata inoltre recepita la proposta sulla zona franca fiscale, ha aggiunto Randaccio, che entro due mesi dovrà essere contrattata col Governo per arrivare ad uno specifico decreto. Sui Piani integrati d'area è necessaria una ridefinizione dei trasferimenti delle risorse agli Enti Locali.
Tutti i temi proposti da Rinnovamento sono stati accolti e recepiti, ha detto ancora Randaccio, e questo è motivo di grande soddisfazione. Se la coalizione manterrà la compattezza, questi obiettivi saranno raggiunti entro la legislatura.
Il confronto con R.C. sarà a tutto campo e la presenza di Rinnovamento in Giunta servirà a mitigare gli eccessi di assistenzialismo, ha detto ancora Randaccio, per poi concludere affermando che in quest'ultimo scorcio di legislatura sarà necessario un grande impegno collettivo.

 


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