Nota stampa
della seduta n. 243 pomeridiana del 15 gennaio 1998

 


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis.

Dibattito sulle dichiarazioni programmatiche
del presidente della Giunta

Intervenendo sull'ordine dei lavori, l'on. Pittalis, capogruppo di F.I., ha sostenuto che il dibattito dovrà essere improntato alla concretezza e non solo sugli aspetti formali.; pertanto sarebbe opportuno che il Presidente Palomba esponga la posizione dell'esecutivo sul tema del Master Plan, sul quale alcuni esponenti della maggioranza hanno rilasciato dichiarazioni negative. Pittalis ha concluso ricordando che su questa tema il Consiglio aveva a suo tempo approvato una specifica mozione, firmata da 53 consiglieri.

Rispondendo a Pittalis, il presidente Palomba ha detto che la questione del Master Plan è importante e non sfugge ovviamente all'attenzione del Presidente della Giunta e della maggioranza. Poiché è un argomento che entra nel pacchetto del programma del nuovo esecutivo, ha detto Palomba, se ne parlerà diffusamente nel corso del dibattito.

"Stancamente, questo Consiglio si appresta a votare una Giunta, che nasce morta": l'on. Fantola, del gruppo Misto-Patto Segni, aprendo il dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente Palomba, ha pesantemente criticato il nuovo esecutivo, giudicandolo un tentativo di prolungare l'azione di governo sino alla fine della legislatura per evitare, invece, la naturale soluzione a questa ennesima crisi: lo scioglimento anticipato del Consiglio regionale.
Questo nuovo tentativo del presidente Palomba non è che l'ennesima prova della mancanza di un serio programma politico e non è che l'attuazione di una strategia, lucidamente perseguita dal PDS, che tende ad occupare tutto il potere possibile ed a riunificare tutti i tronconi del vecchio PCI. Non si spiega diversamente come il Partito Democratico della Sinistra abbia disinvoltamente scaricato i sardisti e le loro scelte centriste ed autonomiste per imbarcare, invece, i comunisti di Rifondazione.
Fantola ha, quindi, esaminato gli ultimi accordi che provano come ormai questa maggioranza non sia altro che una coalizione egemonizzata dal PDS e non abbia un reale programma di governo se non quello di occupare tutto il potere possibile e di resistere all'attacco dello stesso "potere".
Si tratta, infatti, di una Giunta, di una coalizione decisamente "conservatrice e minimalista" non in grado di dare risposte alle pressanti domande che giungono dalla società sarda. Una giunta, secondo Fantola, che non rispetterà minimamente gli impegni presi anche al momento delle elezioni.
L'esponente del Patto Segni ha, quindi, ricordato come lo stesso presidente Palomba, al momento di presentare il suo primo esecutivo, avesse preso importanti impegni in materia di riforma della Regione, di decentramento amministrativo agli enti locali, del credito e del rilancio del settore economico.
A distanza di tre anni e mezzo quelle promesse, in più occasioni ribadite, sono state bellamente ignorate, dimenticate. E anche in questa occasione le promesse del Presidente della Giunta sono destinate ad essere disattese. Questa ennesima vicenda politica, comunque, dimostra ancora una volta la necessità di dare vita ad una "costituente dei sardi" per ridisegnare una nuova Regione, amica dei sardi, moderna, efficiente.
Questa situazione politica impone scelte politiche diverse, moderne, realmente "liberal-democratiche" e Fantola, dopo aver indicato i caratteri che devono contraddistinguere questo tipo di politica, ha confermato di volersi impegnare per cercare di dare vita ad una nuova formazione politica "liberal-democratica", in grado di contrastare il disegno della sinistra e di ribaltare le sue scelte politiche.
Non più, quindi, politiche assistenziali, occupazione di tutti i settori vitali dell'economia sarda, ma la valorizzazione delle iniziative del volontariato, di quelle non-profit e delle risposte che i privati sono in grado di dare ai bisogni della società sarda. Una scelta "liberal-democratica" che sia frutto del confronto e della collaborazione tra i ricchi filoni della cultura cattolica, laica, autonomistica, moderata e liberale.
Fantola, infine, dopo aver dato atto di grande coerenza, "qualità sempre più rara anche in questo Consiglio", all'on. Scano, il quale ha confermato l'impegno di dimettersi da consigliere dopo il suo ingresso in Giunta, ha invitato il Consiglio a portare avanti almeno due grandi temi, per nobilitare e dare un senso a questo ultimo scorcio di legislatura: la riforma elettorale ed il reale decentramento amministrativo agli Enti locali, cominciando a disegnare un quadro politico più attuale e moderno.
Altrimenti, ha concluso Fantola, se quest'ultima parte della legislatura dovesse proseguire stancamente, come si è sviluppata sino ad ora, sarà l'ennesima occasione persa per trasformare in senso moderno la Regione sarda.

Secondo l'on. Lippi (F.I.), le scelte effettuate dal "Palomba VI" sono istruttive per quanto riguarda l'occupazione del potere. Chi ha eletto Palomba insegna anche che si possono dire le bugie che ha poi sottolineato l'esclusione dei sardisti. Non si riesce a capire come mai ci sia stata l'adesione dei moderati del centro, ha detto ancora Lippi, che, dopo aver ricordato le origini dell'Ulivo in Sardegna, si è riferito alle dichiarazioni di Palomba circa la pari dignità di tutte le forze politiche della maggioranza.
Per Lippi non esiste il pericolo di destabilizzazione paventato dalla maggioranza. Anzi, la maggioranza non ha risolto nemmeno uno dei grandi problemi che assillano la Sardegna. Aziende ed imprenditori devono essere elogiati solo perché "non sono venuti qui a prendervi a calci".
Ora, ha aggiunto Lippi, la maggioranza promette che tutto cambierà, ma dovrebbe "smetterla di prendere in giro i sardi". I 10.000 miliardi per il lavoro, se spesi bene, potrebbero effettivamente produrre risultati benefici, ma, a meno che la maggioranza non voglia modificare le norme di bilancio, i bilanci sono triennali e quindi gli impegni potranno essere presi solo fino al 2000. Se poi la maggioranza vuole creare "lavori politicamente utili", ha proseguito Lippi, allora l'opposizione si farà carico di proporre iniziative reali per il futuro della Sardegna.
Lippi ha poi sostenuto che la maggioranza è incapace di spendere. Se oggi si dice che la Giunta varerà un piano di lavori pubblici, probabilmente questo sarà dovuto all'imminenza di una scadenza elettorale. Ma ciò non ha niente a che vedere con i programmi proposti da Palomba.
Lippi ha aggiunto che ci si aspettava che l'Assessorato al lavoro venisse assegnato a Rifondazione Comunista. Invece a questo partito è andato l'Assessorato agli Enti locali, e ciò è preoccupante per quanto riguarda il Master Plan.
Secondo Lippi, questa Giunta non sarà in grado di operare nell'interesse dei sardi. Dopo aver rivolto alla Giunta l'accusa di "usare trucchetti" Lippi ha sottolineato l'impegno del Polo per una efficace opposizione.
Lippi ha poi concluso richiamandosi ad un passo delle dichiarazioni del Presidente circa i finanziamenti all'Industria, dichiarazioni che, a suo parere, sono completamente errate.

Siamo di fronte ad un risultato brillante, ha detto l'on. Ghirra (Progr. Fed.); brillante per il fatto che una crisi che molti davano lunga e dagli esiti incerti, è stata risolta rapidamente. Ma, ha aggiunto, questa Giunta nasce anche da una maggioranza che si è allargata a Rifondazione comunista completando così la presenza di tutto l'arco delle forze di centro sinistra.
Affrontando i problemi dell'Isola alla vigilia dell'ingresso "totale" nell'Unione europea, Ghirra ha affermato che "l'orizzonte europeo è obbligato e impone scelte di modernizzazione per questa regione che mostra vecchiezza in tutte le sue strutture". Il disegno di modernizzazione non sarà facile ma si dovrà comunque attuare puntando soprattutto sul fattore umano, posto che il vero e più grave dramma della nostra Sardegna è la disoccupazione. La Regione deve garantire opportunità di lavoro in particolare ai giovani. Probabilmente rifacendosi al modello spagnolo e comunque inventando anche nuove strade che portino a risultati concreti. Ghirra ha insistito nella necessità di modernizzare la Sardegna ed a questo proposito ha sottolineato l'esistenza di un centralismo regionale che continuerà a persistere se non si percorre con successo la via delle riforme.
Su questo tema, ha detto l'oratore, dovremo confrontarci tutti, maggioranza e minoranza.
Tra le riforme da realizzare subito, Ghirra ha posto non solo l'abolizione del voto segreto, ma anche la revisione dello Statuto nell'ambito delle riforme dello Stato in senso federalista.
Le svolte sono state notevoli. Il nostro Gruppo si impegnerà a fondo nell'azione politica riformatrice e lo dimostra la volontà di porre alla programmazione Pier Sandro Scano.
La sfida più grossa, ha detto ancora Ghirra, è la lotta alla disoccupazione, ma non si devono dimenticare le politiche dell'ambiente e del turismo che sono snodi importanti e complementari di ogni processo di sviluppo in Sardegna.
Parlando infine dell'informazione, Ghirra ha detto che la Sardegna sta vivendo un momento di grande crisi nella quale si registra la perdita di copie vendute da parte delle testate giornalistiche e la chiusura di testate televisive che avevano una lunga storia di presenza ed un peso indiscutibile nell'assicurare la pluralità di voci informative.
Concludendo, l'esponente progressista ha affermato che per essere credibili la svolta annunciata deve essere reale e deve incidere profondamente nel processo di modernizzazione globale dell'Isola.

"Impegni, impegni, ma la macchina va cambiata perché all'orizzonte non c'è niente di nuovo": la nuova Giunta, comunque, secondo l'on. Frau (A. N.), non riuscirà a modificare nulla. Questa Giunta, comunque, passerà alla storia perché segna il trionfale ed ufficiale ingresso nell'esecutivo di Rifondazione Comunista. E segna l'accettazione da parte del Partito popolare e del Patto dei democratici di questo accordo politico allargato a Rifondazione Comunista.
Un altro aspetto "strano" di questa coalizione è l'ingresso in Giunta di Rinnovamento italiano, i cui esponenti hanno bellamente "scaricato a mare" gli alleati sardisti, con i quali avevano raggiunto un accordo politico ben preciso.
Questa maggioranza, ha aggiunto Frau, è caratterizzata anche da improvvisi cambiamenti di idee e di casacche. Comunque si tratta di un tentativo, realistico, di giungere ad un "reale bipolarismo". Ora i partiti, infatti, non possono più andare da una parte o dall'altra.
Frau, quindi, riportando alcune dichiarazioni rilasciate in queste ultime occasione da esponenti dei partiti "centristi e moderati", ha sottolineato come si sia creato, di fatto, una nuova e più stabile maggioranza di sinistra.
La coalizione di centrosinistra o di sinistra-centro non ha, quindi, numericamente una alternativa. Il Polo non deve, quindi, più fidarsi di quelle forze politiche, non deve dare fiducia a coloro che sono capaci di tradire tutto e tutti, di abbandonare idee e scelte politiche sbandierate in ogni occasione.
Il Polo, quindi, secondo Frau, deve riacquistare coerenza ed omogeneità di intenti. Con un programma politico concreto e realistico il Polo, a questo punto, deve puntare a vincere le prossime competizioni elettorali, deve riuscire ad imporsi e "la meta appare assai vicina".
Frau, a questo punto, ha indicato alcuni degli aspetti del nuovo programma di governo che lo lasciano particolarmente perplesso: la legge sulla cultura, le politiche per l'occupazione, le iniziative per dare risposte ai disoccupati, agli industriali, ai diversi settori economici, sono incomprensibili e poco attuali.
Il sesto tentativo di Palomba, ha concluso Frau, forse non è l'ultimo della serie e non indica "la sufficienza" ottenuta dall'azione politica della Giunta, ma anzi, dimostra la totale inconsistenza politica di questo esecutivo.
L'auspicio è, quindi, che anche questa coalizione abbandoni presto le scene e si possa dare vita, nella nuova legislatura, ad una maggioranza di segno e di colore opposto.

Nel rileggere le dichiarazioni del "Palomba I", ha detto l'on. Giacomo Sanna (PSd'Az), sorprende la lungimiranza mostrata quando affermava di basare la propria linea sul rinnovamento. E, ha proseguito ironicamente Sanna, il rinnovamento c'è stato, visto che qualcuno ha tradito il patto con i propri elettori, per qualche incarico assessoriale.
Sanna ha poi affermato che non è possibile credere a Palomba quando si presente per chiedere la fiducia sapendo di rappresentare quelle forze che hanno provocato i disastri della Sardegna.
"Palomba rappresenta gli interessi di quelle classi che per anni hanno gestito il potere in Sardegna" ha proseguito Sanna, ed in questo disegno solo Palomba poteva garantire la rioccupazione del potere. Ricordando le contraddizioni esistenti nei diversi schieramenti, Sanna ha sostenuto che "i vecchi potentati della sinistra" abbandoneranno Palomba appena non sarà più utile. Questa è la spiegazione delle numerose crisi, secondo Sanna, finalizzate a "consacrare l'egemonia del PDS da raggiungere con qualunque mezzo".
Le dichiarazioni di Palomba e l'accordo di maggioranza, ha aggiunto Sanna, dovranno essere conservati per essere citati in ogni appuntamento elettorale; infatti sono pieni di affermazioni che non potranno essere mai mantenute.
Dopo aver citato la situazione politica nazionale, Sanna ha dichiarato che "il centrosinistra è morto a Roma ed a Cagliari per lasciare posto alla sinistra", ed ha accusato la maggioranza di aver creato nuove illusioni ai sardi. "La Sardegna non ha bisogno di un Presidente che non decide mai", ha proseguito Sanna, per il quale "l'incapacità di governare la Regione ricadrà sulla testa dei sardi".
Sanna ha proseguito criticando le scelte politiche di Palomba ed ha affermato che vi sarà solo il "governo della sinistra per le poltrone clientelari". Ancora una volta Palomba ha citato la collegialità, ha aggiunto Sanna, ma vi sarà solo la collegialità del PDS.
Sanna ha poi evidenziato come i problemi del voto segreto riguardano direttamente la maggioranza ed il PDS, ed ha affermato che quando non ci saranno i 1000 miliardi per il lavoro, allora le colpe saranno dell'Assessore al Lavoro. E, come al solito, le colpe ricadranno sugli altri.
Dopo aver rivolto ulteriori pesanti critiche alla maggioranza per i "tradimenti" nei confronti degli alleati, Sanna ha sostenuto che il PSd'Az non "è rappresentato da un grande vecchio", semmai il partito, dopo alcuni passaggi dolorosi, oggi cammina in piena autonomia, senza più cordoni ombelicali che in passato avevano condizionato le scelte politiche.
Sanna ha poi analizzato i problemi più gravi della Sardegna, dal lavoro alla zona franca, della quale ha sostenuto che Palomba ed i suoi alleati sono i principali nemici. Lo dimostra il fatto che il documento e le scadenze fissate dal Consiglio sono state completamente disattese.
Sanna ha proseguito affermando di aspettare il mantenimento degli impegni presi da questa maggioranza, impegni che certamente non potranno essere mantenuti.
Sanna ha preannunciato la netta opposizione del PSd'Az che rifiuterà qualunque proposta di collaborazione, ed ha concluso che presto lo stesso Palomba capirà quali sono i veri poteri che governano la Sardegna.

Alcune riflessioni, ha esordito l'on. Casu (F.I.), sono d'obbligo dopo aver sentito le dichiarazioni programmatiche del presidente Palomba. E' d'obbligo chiedersi, secondo Casu, se Palomba abbia capito che la gente è stanca; se ha capito, dopo ben sei giunte presiedute da lui e sei lunghe crisi regionali, che la sua figura politica ha perso totalmente di credibilità: è possibile che il dubbio non lo abbia mai sfiorato?
Lo stesso giudizio Casu lo ha ripetuto riguardo alle dichiarazioni programmatiche, che, a suo parere, sono del tutto prive di fondamento. Luoghi comuni, aria fritta, castelli in aria: così ha definito il documento programmatico della sesta Giunta Palomba. Come si fa, ha detto, a parlare di dieci mila miliardi per fronteggiare la piaga della disoccupazione nei dieci anni che verranno se la vita della Giunta ha si e no un anno di fronte a se? Come faranno ad impegnare migliaia di miliardi se non si hanno i fondi per arrivare alla fine della legislatura?
Casu ha concluso, tra gli applausi della minoranza, affermando che il popolo sardo vigilerà sulle iniziative di spesa della giunta in questo ultimo anno di attività. E alla fine sarà il popolo ad esprimere il suo giudizio con il voto.

Il futuro della Sardegna e del Consiglio regionale ha fornito lo spunto all'onorevole Liori (A.N.) per chiedersi se i destini dell'Isola sono nelle mani migliori. Su Palomba non ci deve essere, infatti, alcun dubbio; non si possono o non dovrebbero esserci riserve e critiche. Invece, le maggiori riserve sull'operato della Giunta vengono proprio dai banchi della maggioranza.
Liori, quindi, ha ricordato come la Giunta, ma anche la classe politica, perda consenso tra la gente. Ed il popolo sardo non sa più neanche cosa fare per cercare di "rimuovere" questo esecutivo. Forse si dovrebbero organizzare tridui e novene alla Madonna di Bonaria o a Sant'Efisio, per chiedere proprio un intervento divino che rimuova "questo accidente" della scena politica isolana.
L'esponente di Alleanza Nazionale si è anche soffermato sulle particolari carenze del programma di governo della Giunta e sulla mancanza, anche in questo esecutivo, di un esponente femminile. Una "mancanza" di grande significato e che sarà opportuno rimarcare quando questa coalizione ed i partiti che la compongono organizzeranno convegni e manifestazioni sulle "pari opportunità".
Ma tutta l'impostazione generale del programma dell'esecutivo è da criticare e contestare. I reali problemi dell'Isola, infatti, sono assolutamente ignorati o affrontati con grande superficialità.
Ma questa coalizione è assolutamente incapace di elaborare proposte politiche concrete ed i sardi, ha concluso Liori, pagheranno pesantemente la mancanza di una coerente ed efficace azione politica e di Governo.

Aveva annunciato che il suo intervento avrebbe toccato soltanto i temi legati all'Europa e così è stato: l'on. Paolo Fois (Progr. Fed.) ha affermato infatti che la vera novità delle dichiarazioni programmatiche del presidente è rappresentata dalla completa aderenza dell'azione di governo alle nuove politiche dell'Europa, che sono in costante evoluzione. Anche il problema della disoccupazione, e dei mille miliardi programmati dalla Giunta per alleviare la piaga del lavoro in Sardegna, derivano dalle ultime indicazioni europee: è stata la Comunità europea, infatti, a chiedere esplicitamente ai governi partner di dare maggiori attenzioni alle politiche del lavoro.
Così è avvenuto anche per il problema delle zone franche e per l'agricoltura e così è stato anche per il problema dell'istituzione di nuovi parchi.
Rivolgendosi, a questo proposito, all'ex assessore ai trasporti Sanna, Fois ha detto che pur comprendendone il risentimento per esser stato estromesso con il PSd'Az dalla Giunta, non riesce a spiegarsi come abbia potuto fare affermazioni totalmente inesatte riguardo alla vicenda del parco dell'Asinara. Non è vero che la Giunta abbia operato in dispregio alle richieste del Consiglio ma è vero il contrario: il Consiglio aveva approvato un documento che autorizzava la Giunta a perseguire la strada della gradualità nella istituzione del parto dell'Asinara, una strada peraltro conforme alle indicazioni dell'Unione Europea.
A conclusione, Fois ha ribadito che il contenuto delle linee programmatiche è il frutto di una rigorosa elaborazione dei progetti, (sui vari fronti di attività della Giunta) con la politica impressa dall'Europa.

 


Il Consiglio riprenderà si suoi lavori
domani mattina alle ore 9.