Nota stampa
della seduta n. 233 antimeridiana del 16 dicembre 1997
Il Consiglio regionale ha ripreso i lavori sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis, e successivamente dell'on. Salvatore Zucca.
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni relative a:
- Disegni di legge
- Proposte di legge
- Interrogazioni alle quali è stata data risposta scritta
- Interrogazioni
- Interpellanze
- Mozioni
Il Presidente ha comunicato che il 4 dicembre scorso l'on. Walter Vassallo è stato nominato Presidente del Gruppo di Rifondazione Comunista.
Ha quindi comunicato che è pervenuta la Mozione n. 140, di sfiducia alla Giunta regionale, a firma di consiglieri di F.I.
A norma di regolamento la mozione verrà discussa venerdì prossimo.Il Presidente ha quindi comunicato che a seguito delle consultazioni elettorali tenutesi nel Comune di Olbia il 16 e 30 novembre u.s., il consigliere regionale Settimo Nizzi è stato eletto Sindaco di Olbia.
Poiché a norma dell'articolo 17, comma 2, dello Statuto Speciale per la Sardegna l'ufficio di consigliere regionale è incompatibile con quello di membro di una delle Camere o di un altro Consiglio regionale o di un sindaco di un Comune con popolazione superiore a diecimila abitanti, e a seguito del giuramento del Consigliere Nizzi a Sindaco del Comune di Olbia in data 10 dicembre 1997, il Consiglio regionale deve provvedere alla sua sostituzione.
Il Presidente ha quindi chiesto al Presidente della Giunta delle elezioni di convocare immediatamente la Giunta stessa affinché, esaminati gli atti degli uffici circoscrizionali, si pronunci circa il candidato che su-bentrerà al consigliere Nizzi.Interpellanza n. 398 - Bonesu, sui ritardi della
Giunta regionale in ordine alla zona franca.Nell'illustrare l'interpellanza, l'on. Bonesu (PSd'Az) ha ricordato che il Consiglio, il 18 settembre 1997 aveva approvato un ordine del giorno con il quale si impegnava la Giunta a presentare, entro il 31 ottobre, una proposta per la deliberazione delle zone franche. Ma la Giunta, a tutt'oggi, non ha presentato alcuna proposta sul tema, considerato importantissimo per il futuro sviluppo della Sardegna.
Il presidente della Giunta, on. Palomba, ha affermato di aver istituito un apposito gruppo di lavoro per tutti gli adempimenti previsti dall'O.d.g. del Consiglio sulle norme di attuazione per le zone franche. Palomba ha detto inoltre che è stato chiesto al Governo di accelerare gli adempimenti di sua competenza. E' probabile che il prossimo Consiglio dei Ministri discuta dell'argomento per poi arrivare al decreto del Presidente della Repubblica.
L'Assessore agli affari generale, on. Ballero, ha confermato quanto detto dal Presidente della Giunta ed ha ricordato che da oltre un mese, per sua iniziativa, è stato richiesto ai soggetti interessati di formulare le proposte per la localizzazione delle zone franche. E' stato poi attivato un gruppo di lavoro interassessoriale affinché, al momento dell'emanazione del Decreto del Presidente della Repubblica, la Giunta possa presentare una proposta compiuta al Consiglio.
Pur rendendosi conto delle difficoltà, Bonesu ha sottolineato l'urgenza del problema, anche per la concorrenza di altre regioni e della Corsica. E' opportuno fare uno sforzo per accelerare i tempi. Comunque Bonesu si è dichiarato insoddisfatto.
Interpellanza n. 400 - Marteddu, Ladu, Giagu, Lorenzoni, Piras,
Secci, Gianfranco Tunis, sulla crisi e chiusura dello stabilimento
Enichem di Ottana.
Interpellanza n. 342 -Vassallo, Montis, Concas, La Rosa, Aresu,
sulla situazione dell'Enichem di Porto Torres.L' ormai imminente chiusura dello stabilimento del fiocco poliestere di Ottana, prevista per il prossimo 31 dicembre, è stata ricordata dall'on. Marteddu, capogruppo del Ppi, il quale ha sottolineato le gravissime conseguenze che questa decisione avrà per una grande parte della Sardegna. Le zone centrali dell'Isola, infatti, hanno in questi anni registrato il progressivo smantellamento del tessuto industriale pubblico. Questo è l'ultimo episodio, con il licenziamento di altri 250 dipendenti, che indica come l'industria di Stato intende ormai abbandonare, definitivamente, l'area industriale della Sardegna centrale.
I sindaci della zona hanno, anche recentemente, manifestato la volontà di rimettere il loro mandato ed hanno lamentato come il malessere di quella parte della società sarda sia sfociato in gravissimi episodi intimidatori.
Questo pomeriggio, al ministero dell'Industria, si discuterà dell'area industriale della Sardegna centrale, del contratto d'area, di altre iniziative sostitutive alle produzioni del fiocco poliestere e si attende un risultato positivo da questo incontro.
Marteddu ha, quindi, chiesto iniziative concrete, quali l'applicazione della legge 20 e l'avvio di corsi di formazione, per evitare il licenziamento di questi dipendenti. Lavoratori che, comunque, occuperanno gli impianti Enichem, per impedire lo smantellamento delle linee di produzione ed il definitivo licenziamento degli ultimi dipendenti di quell'impianto chimico.
Marteddu ha, infine, lamentato la scarsa sensibilità mostrata dal molte parti politiche e dai responsabili nazionali del Tesoro e dell'Industria, nei confronti di una zona a forte disoccupazione ed a rischio di grande tensione sociale.La situazione dell'intero comparto dell'industria pubblica, specie di quella chimica, è stata analizzata anche dall'on. Vassallo, capogruppo di Rifondazione Comunista, il quale ha illustrato la mozione n. 342, della quale è primo firmatario.
Anche recentemente i responsabili dell'Enichem hanno indicato il 2001 come data ultima entro la quale tutti gli interventi e gli investimenti nei diversi impianti isolani del gruppo saranno conclusi. In quella data il gruppo pubblico, di fatto, lascerà morire lentamente il settore chimico isolano, un complesso di uomini e strutture in grado di produrre ad alto livello e di battere la concorrenza diretta.
Vassallo, a questo proposito, ha ricordato la validità economica e l'alta capacità professionale degli impianti e delle maestranze sarde ed ha sollecitato la classe politica isolana a prendere tutte le iniziative necessarie per garantire il funzionamento degli impianti esistenti in Sardegna.Agli interpellanti ha risposto l'assessore all'industria Pinna, , il quale ha voluto rassicurare Marteddu e Vassallo sull'attenzione con la quale la Giunta segue l'evoluzione del comparto chimico sardo.
L'Eni e l'Enichem, infatti, non possono dismettere ed abbandonare le produzioni esistenti; l'assessore ha quindi ricordato come siano stati raggiunti accordi con l'Enichem ed altre società pubbliche per dare vita ad iniziative sostitutive.
Ed in questi ultimi tempi sono state finanziate numerose nuove iniziative, secondo le norme previste dalle leggi regionali per la reindustrializzazione delle zone centrali. Con queste nuove iniziative, comunque, i lavoratori in esubero troveranno una giusta collocazione e forse si creeranno nuovi posti di lavoro.
Queste posizioni sono state difese nei confronti dell'Enichem, che sembra voler abbandonare definitivamente Ottana, così come questo pomeriggio si chiederà al Governo di non permettere il licenziamento dei dipendenti prima che sia stata avviata la realizzazione delle nuove attività sostitutive.
L'assessore Pinna, comunque, ha ribadito la necessità che l'industria pubblica confermi la propria presenza nell'Isola.Le dichiarazioni dell'assessore sono state giudicate positivamente da Marteddu, il quale ha sollecitato la Giunta a prendere iniziative politiche che mostrino la volontà del Consiglio regionale di sostenere le rivendicazioni dei lavoratori dell'Enichem e di "essere vicino" agli amministratori locali che sostengono, con forza, le rivendicazioni delle popolazioni della Sardegna centrale. E' stata predisposta una risoluzione in tal senso e Marteddu ha sollecitato un'azione incisiva nei confronti del Governo e delle industrie delle Partecipazioni statali.
Anche Vassallo si è dichiarato soddisfatto, seppur con riserva. Ha poi chiesto una più incisiva azione politica nei confronti del Governo e delle Partecipazioni statali, perché il settore chimico è "essenziale" per il mantenimento dei livelli occupazionali e per lo sviluppo del settore industriale sardo.
Interpellanza n. 351 Frau, Masala, sul paventato
licenziamento di 150 dipendenti della Banca di
Sassari.Ad illustrare l'interpellanza è stato l'on. Frau (AN) il quale ha segnalato che mentre si intende licenziare, vengono appaltati ad esterni alcuni servizi e si assumono nuovi dipendenti. Ricordato come è nata la Banca di Sassari, dalle ceneri della Banca Popolare, Frau ha invitato il Consiglio a prestare la massima attenzione sul problema del credito ed ha ribadito che la Banca di Sassari ha chiuso i suoi bilanci con un notevole utile. "Le banche in Sardegna non possono fare il bello ed il cattivo tempo senza che alcuno contesti il loro operato".
Il presidente Palomba, nel rispondere all'interpellante, ha affermato che la Giunta è già intervenuta per evitare i licenziamenti riuscendo ad ottenere un accordo in base al quale il programma di "smaltimento" degli esuberi è stato ritirato.
Da parte di Frau è stato successivamente espressa la piena soddisfazione per l'intervento della Giunta, ma anche l'invito a continuare la vigilanza sui problemi degli Istituti di credito isolani.
Interpellanza n. 376 - Pittalis, Lombardo, Milia, Balletto,
Nizzi, Marco Tunis Granara, Oppia, Pirastu, Marracini,
Biancareddu, Federici, Casu, sul progetto di metanizzazione
della Sardegna.Il problema della metanizzazione dell'isola, per rendere i sardi "uguali" agli altri italiani, è stato affrontato dall'on. Pittalis, capogruppo di Forza Italia. L'esponente di F.I. ha ricordato come la Giunta avesse dato notizia, nello scorso mese di aprile, di un accordo per arrivare alla metanizzazione dell'Isola, all'interno del più ampio programma di realizzazione della rete metanifera nel Mezzogiorno.
Questo grande progetto sarebbe dovuto diventare operativo alcuni mesi dopo, così come si sarebbe dovuta decidere la progressiva defiscalizzazione dell'energia elettrica, proprio per rendere meno oneroso il costo energetico pagato dai sardi.
Di queste iniziative, però, ormai si è persa ogni traccia ed i sardi continuano a pagare sempre di più di quanto pagano gli altri cittadini italiani. Pittalis ha, quindi, chiesto chiarimenti alla Giunta quali iniziative intende prendere per realizzare questa importante infrastruttura e per mettere i sardi allo stesso piano degli altri italiani.A Pittalis ha risposto lo stesso presidente della Giunta, on. Palomba, il quale ha ricordato tutte le iniziative politiche prese per realizzare questo importante progetto. Palomba ha ricordato gli impegni del Governo, la resistenza da parte dell'Eni e dell'Enel nell'attuare quanto deciso, da tempo, tra esecutivo regionale e Governo.
Si è cercato anche di prevedere interventi di ordine finanziario, ma questa possibilità è stata bloccata dalla Comunità europea e sono allo studio iniziative sostitutive per ridurre il prezzo definitivo dell'energia elettrica fornita ai sardi.
La Giunta, comunque, intende intensificare la propria azione politica, per giungere alla realizzazione del progetto di metanizzazione della Regione.Le dichiarazioni del presidente Palomba sono state giudicate positivamente da Pittalis, il quale però ha sollecitato iniziative più incisive proprio per venire incontro alle esigenze dei sardi, i quali devono poter pagare le forniture energetiche agli stessi prezzi praticati in tutte le altre parti di Italia.
Interpellanza n. 311 - Nizzi, Pittalis, Milia, Biancareddu
sulla situazione economico-finanziaria della banca CIS sul-
l'assetto societario e sulle prospettive di sviluppo.L'on. Pittalis (F.I.) ha dato per illustrata l'interpellanza, rivolgendo nel contempo i suoi auguri all'on. Nizzi, primo firmatario del documento, eletto recentemente Sindaco di Olbia.
Il presidente della Giunta, on. Palomba, ha affermato di non poter rispondere circa gli accertamenti in corso da parte della Banca d'Italia, perché coperti del segreto istruttorio.
Palomba ha poi proseguito affermando di aver invitato i rappresentanti della Regione nel CIS alla massima vigilanza, preannunciando la costituzione di parte civile se si dovessero appurare danni finanziari per la Regione.
Sulla partecipazione al capitale, Palomba ha detto che si sta seguendo con attenzione l'aspetto della vendita delle quote da parte del Ministero del Tesoro, in particolare per quanto riguarda la partecipazione del Banco di Sardegna.
La posizione della Regione, ha concluso Palomba, è quella di salvaguardare il ruolo del CIS per i meccanismi di finanziamento all'apparato produttivo isolano; in ogni caso, appena si avranno ulteriori elementi, la Regione chiederà un pronunciamento al Consiglio.Sarebbe stato opportuno un maggior chiarimento, ha risposto infine Pittalis, pur con i limiti im-posti dall'inchiesta in corso.
Interpellanza n. 404 - Amadu, sulla necessità di interventi
per risolvere la crisi dell'agricoltura sarda aggravata dalla
nuova normativa fiscale e per il rilancio dell'importante settore.Le recenti norme fiscali varate dal Governo con la finanziaria hanno aggravato la crisi del settore agricolo nazionale e regionale, ha affermato l'on. Amadu (Misto-CDU) che ha poi ricordato le manifestazioni di protesta contro la politica agricola dell'Unione Europea e contro l'IRAP.
L'agricoltura sarda, ha proseguito Amadu, per la sua specificità, avrebbe bisogno di una politica fiscale che agevoli lo sviluppo del settore. E' quindi necessario che la Giunta intervenga sia presso il Parlamento, il Governo ed il Ministero delle risorse agricole per rivedere le norme fiscali, sia presso l'Unione Europea per evitare ulteriori penalizzazioni alle zone svantaggiate coma la Sardegna e perché vengano presi in esame muovi provvedimenti che prevedano agevolazioni fiscali per il settore agricolo così importante per l'economia della Sardegna.L'assessore all'agricoltura Paba ha ricordato il confronto tra Associazioni agricole e Governo a proposito delle norme fiscali e le critiche rivolte alla politica agricola dell'U.E. da parte delle Regioni per l'insufficiente tutela delle produzioni tipiche e di qualità dell'area mediterranea.
Paba si è detto convinto della necessità di rafforzare il settore agricolo nazionale e regionale, mentre la possibilità per la Sardegna di uscire dal ruolo di regione svantaggiata deve essere accompagnata da misure atte a fronteggiare la concorrenza internazionale.La risposta dell'Assessore non ha soddisfatto Amadu che ha sollecitato ulteriormente la Giunta ad assumere iniziative per sostenere il settore agricolo.
Interpellanza n. 287 - Montis, Concas sul ridimensionamento delle fabbriche "Terre cotte" e "Pietre naturali" di Guspini.
Interpellanza n. 405, Montis, sulla vertenza delle "Terre
cotte", di Guspini.L'attività di due industrie manifatturiere che operano a Guspini, la "Terre cotte" e Pietre naturali", hanno dato lo spunto all'on. Bruno Montis (R.C.), per svolgere una dettagliata analisi della situazione economica del Guspinese. Le due industrie in crisi, nelle quali sono occupati 117 dipendenti, sarebbero dovute essere le prime di una lunga serie di iniziative industriali da realizzare in quella zona particolarmente svantaggiata. Invece nulla, e le due uniche fabbriche hanno dimostrato la totale incapacità degli imprenditori privati di mandare avanti iniziative che hanno avuto consistenti aiuti pubblici.
Montis ha, quindi, ricordato come gli eccessivi localismi abbiano portato al depauperamento di notevoli risorse finanziarie e abbiano impedito la realizzazione e l'avvio di nuove, possibili, iniziative produttive. Anche in queste vicende, ha ricordato Montis, è coinvolto l'Ente minerario sardo, sono presenti gli Istituti finanziari isolani; i dipendenti di queste due società in crisi devono, quindi, essere tutelati e difesi.
Occorrono, quindi, iniziative immediate e concrete e Montis ha sollecitato decisioni tempestive per dare risposta a "questi lavoratori" ed impedire che l'Ente minerario continui a sfornare progetti, ad avviare iniziative di dubbia economicità, a realizzare "illusioni" che non danno risposta ai molti occupati minacciati di licenziamento, ai molti sardi senza lavoro.
Montis ha, quindi, concluso chiedendo interventi concreti e realistici, capaci di dare prospettive e speranza a quelle zone dell'isola.Le iniziative tese a salvare due realtà produttive in crisi, per arrivare alla loro privatizzazione e alla costituzione di un polo ceramico sono state illustrate dall'assessore all'industria Pinna. Dopo aver ricordato le diseconomie che gli operatori sardi devono sopportare per reggere la concorrenza, l'assessore ha citato i "vincoli" che il pubblico ha e che deve rispettare.
Esiste, comunque, una trattativa per giungere ad una soluzione positiva della vicenda. La privatizzazione in modo equo ed il mantenimento degli attuali livelli occupativi, comunque, sono le linee che la Giunta sta perseguendo e che vanno di pari passo con i programmi ed i progetti di sviluppo e di recupero delle aree minerarie dismesse, in avviata fase di attuazione, per la cui realizzazione l'esecutivo intende impegnarsi con grande decisione."Le parole sono pietre", ha replicato Montis, e vanno attentamente pesate e giudicate. Montis ha, quindi, sollecitato il recupero delle risorse finanziarie erogate agli imprenditori privati. Se si recuperassero i finanziamenti erogati e male utilizzati, in Sardegna ci sarebbero solamente operatori economici capaci e seri, come avviene in Irlanda.
Montis si è, quindi, occupato della valorizzazione dei territori dei Comuni del Guspinese, di una vasta area mineraria dismessa, chiedendo un progetto di valorizzazione unitario, studiato e realizzato tenendo conto che si tratta di un patrimonio pubblico, quindi dei sardi e del quale i sardi devono poter godere a pieno titolo e nel modo migliore.Interpellanza n. 359 - Lippi, Floris, Bertolotti, Milia, Granara,
sull'offerta di contratto di affitto degli stabilimenti VALRISO
da parte del Consorzio Coop. Carni 3C di Chilivani.Nell'illustrare l'interpellanza, l'on. Lippi (F.I.), dopo aver ricordato che recentemente è cambiato il Presidente della SIPAS, ha sottolineato come il processo di privatizzazione delle società facenti capo alla SIPAS sia fermo.
Lippi ha ricordato le azioni da lui promosse a proposito di un bando di gara giudicato "sospetto" per la cessione della CASAR, dell'ANGLONA e della VALRISO.
La Coop. 3C di Chilivani, della quale fa parte la SIPAS, ha avanzato un'offerta per rilevare la VALRISO, ma di fatto la 3C tenterebbe di ottenere l'impianto a costo zero, in quanto l'affitto della struttura sarà calcolabile sulla base del 30% dell'utile netto aziendale.
Lippi si è dichiarato contrario alla "svendita" delle strutture ed ha lamentato le difficoltà incontrate per poter accedere alle documentazioni tecnico-contabili di queste aziende che dovrebbero essere privatizzate. Ciò rende difficile, se non impossibile, una valutazione di congruità delle offerte presentate.
In conclusione, Lippi ha chiesto di conoscere ulteriori ragguagli sulla situazione della SIPAS.L'assessore all'industria Pinna ha risposto che il Consorzio è nato nel 1988 a seguito di una legge regionale. La 3C ha presentato un'offerta, com'era suo diritto, ma ciò non vincola in alcun modo la SIPAS e la Regione. Le privatizzazioni, ha aggiunto Pinna, presentano aspetti delicati, in quanto le società offerte sul mercato sono generalmente in perdita.
La Regione deve privatizzare per evitare di continuare a perdere, per garantire l'occupazione e per conservare certe attività produttive. D'altro canto è necessario compiere questo processo in modo oggettivo, tanto che è stata proposta la nomina di un "advisor" per ogni privatizzazione. E ciò avverrà anche per CASAR, VALRISO e le altre aziende da privatizzare.
Sulle singole offerte, Pinna ha affermato che non è opportuno che l'Assessore ne conosca i singoli punti. C'è un'area che compete ai funzionari e agli uffici, ha concluso Pinna, ma se, in nome della trasparenza, sarà necessario investire di questo problema i singoli consiglieri, ciò sarà possibile, anche se permangono dubbi sull'utilità di questa procedura.Lippi, nel ricordare l'importanza di conservare un dialogo tra maggioranza ed opposizione, ha sottolineato l'esigenza di creare un raccordo più stretto tra Consiglio e Giunta sull'argomento delle privatizzazioni, per evitare errori dovuti al fatto di non conoscere gli elementi di base.
Interpellanza n. 391 - Balletto, Pittalis, Casu, Lombardo,
sull'utilizzo dei fondi stanziati a favore dell'EMSA.Ad illustrare l'interpellanza è stato l'on. Balletto (F.I.), il quale ha chiesto quale sia stata la destinazione dei 25 miliardi disposti, con legge regionale del 2 settembre scorso a favore dell'EMSA.
In commissione fu asserito che questi fondi avrebbero favorito l'attuazione della riforma dell'EMSA, concorrendo a pagare stipendi e prepensionamenti. In aula fu approvato un ordine del giorno che impegnava la Giunta a vigilare affinché l'EMSA utilizzasse gli stanziamenti ai fini della attuazione della riforma.
L'interpellanza, ha aggiunto Balletto, scaturisce dal fatto che si vuole sapere con esattezza come siano stati spesi i fondi e se siano stati spesi al fine di riformare l'Ente minerario, considerato che, invece, parrebbe che gran parte delle somme siano state impiegate per pagare le retribuzioni al personale dipendente di alcune società che fanno parte dell'EMSA.L'assessore all'industria Pinna, dopo aver detto che nel settore si sono fatti grandi passi in avanti e dopo aver ammesso che si è verificato uno slittamento dei tempi previsti, ha affermato che la Giunta ha rispettato gli impegni riguardanti la privatizzazione delle società di proprietà pubblica.
Rispondendo punto per punto alle problematiche sollevate dall'interpellante, Pinna ha precisato date e interventi dell'attività svolta dall'Assessorato ed ha polemizzato con Balletto circa la bontà della legge discussa in commissione, alla quale l'interpellante era presente.
Pinna ha quindi affermato che le tabelle e la rendicontazione delle spese, che sono state consegnate da tempo alla Commissione, rispondono ai quesiti posti da Balletto.
Infine l'assessore ha ricordato che la Giunta e l'EMSA hanno ereditato una struttura societaria complessa, costruita tra l'altro con decisioni legislative della Regione e dello Stato.
Concludendo, Pinna ha sostenuto che nonostante il disegno di legge di riforma e nonostante lo stanziamento dei fondi, esistono difficoltà nella collocazione ai privati delle società collegate con l'EMSA.Balletto si è dichiarato totalmente insoddisfatto, ed ha voluto precisare che la proposta di legge della quale è primo firmatario non ha lo scopo di allungare i tempi di attuazione della riforma, semmai vuole migliorare ed accelerare il progetto di revisione della struttura dell'EMSA.
Interpellanza n. 401 presentata da Ghirra, Scano, Berria, Cugini,
Dettori Ivana, Zucca, Fois P., Cherchi, sui licenziamenti
nell'emittente televisiva "Sardegna Uno".L'on. Giancarlo Ghirra (Progr.Fed.) nell'illustrare l'interpellanza, ha affermato che i licenziamenti annunciati sono il segnale di una situazione di asfissia nel settore dell'informazione, nella quale si configurano soggetti dominanti e sempre minore presenza di pluralità che possano garantire il processo di crescita democratica dello'Isola.
L'assessore alla Pubblica Istruzione Serrenti ha condiviso i concetti espressi da Ghirra ed ha aggiunto che la chiusura di "Sardegna Uno" creerebbe in Sardegna situazioni che metterebbero a rischio la pluralità dell'informazione.
Serrenti ha detto di essere stato messo al corrente della decisione dell'editore di "Sardegna Uno" di licenziare giornalisti e tecnici di due società ad essa collegate. Si è perciò attivato chiedendo di incontrare l'editore e le organizzazioni sindacali.
Secondo l'editore, parte del personale potrebbe essere ricollocato in "Sardegna Uno" che tuttavia corre ugualmente il rischio della chiusura.
Nell'ultimo incontro con i sindacati, risalente alla scorsa settimana, l'assessore si è messo a disposizione per mediare una vertenza di difficile soluzione. Da parte della Regione, infatti, non esistono molte possibilità di un'intervento finalizzato a evitare la chiusura dell'emittente. Tuttavia la Regione è fortemente interessata al problema dell'informazione per cui l'assessore seguirà con attenzione la vicenda.Ghirra, nel prendere atto delle dichiarazioni dell'assessore Serrenti, ha invitato il Consiglio a discutere in una prossima seduta sullo stato dell'informazione in Sardegna.
Interpellanza n. 371 - Bonesu, sul mancato rispetto dei
termini previsti dalla legge per il riassetto generale delle
province.La Giunta regionale, ha affermato l'on. Bonesu (Psd'Az), avrebbe dovuto presentare al Consiglio, entro il 14 luglio scorso, lo schema del nuovo assetto delle province.
La Giunta non ha presentato alcun piano e questo denota la mancanza di una volontà politica.L'assessore agli Enti locali on. Manchinu, ha affermato che la Giunta, per motivi legati alle crisi, non ha potuto ancora esaminare il provvedimento. Nel frattempo si è lavorato per migliorare l'ipotesi presentata con un'ulteriore audizione degli Enti Locali interessati.
E' probabile che la Giunta possa licenziare il provvedimento entro qualche mese, anche perché i termini indicati non erano tassativi.La risposta dell'Assessore conferma dubbi e perplessità, ha replicato Bonesu, e dimostra che la Giunta non rispetta le leggi, con un conseguente aumento della sfiducia nei confronti dell'esecutivo. Ciò è grave e imporrà al PSd'Az alcune riflessioni su queste inadempienze.
Prima della sospensione della seduta l'on. Masala ha chiesto la fissazione dei termini per una proposta di legge in materia di sanità.
Il Consiglio riprenderà i lavori nel pomeriggio, con il dibattito sulle problematiche sollevate dall'emergenza sequestri.
I lavori del Consiglio proseguiranno
nel pomeriggio alle ore 17.