Nota stampa
della seduta n. 211 pomeridiana del 7 agosto 1997
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Selis e successivamente dell'on. Zucca per esaminare e discutere le dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta.
Dibattito sulle dichiarazioni programmatiche
del Presidente della GiuntaNella seduta pomeridiana, sulle dichiarazioni programmatiche sono intervenuti i rappresentanti dei gruppi.
Critico, anche nei confronti di molti colleghi, che appaiono distratti o rassegnati, l'on. Amadu, capogruppo Misto-CDU, il quale ha sottolineato la "rassegnazione dei sardi, costretti a cercare inutilmente lavoro". In queste ore, tra l'altro, ha abbandonato il campo anche l'Aga Khan e se un imprenditore di questo livello abbandona la Sardegna vuol dire che la situazione è ancora più grave del previsto.
Amadu ha poi esaminato la situazione politica generale, ribadendo l'assoluta mancanza di accordo all'interno della coalizione. Ha ricordato poi come manchino del tutto progetti e programmi politici, come la giunta si sia dimostrata incapace di affrontare la realtà sarda, la difficile situazione socio-economica della Sardegna.
In questa situazione, ha aggiunto Amadu, non è possibile dare la colpa alla sola legge elettorale. Certamente, mancano ipotesi politiche serie, occorre una nuova legge elettorale, servono iniziative e proposte politiche serie e concrete. Invece tutti gli schieramenti o quasi, mirano a far entrare R.C., a pieno titolo, all'interno della coalizione.
Pensando all'oggi, ma anche al domani, Amadu ha auspicato una maggioranza diversa, nuova, la predisposizione di un programma serio ed attuale, in grado di ridare fiducia e credibilità ai sardi. Di fronte ad una giunta agonizzante, ad una "coalizione che va avanti con l'aspirina", i partiti moderati e di centro non possono restare indifferenti. Amadu ha anticipato il proprio voto contrario.Il capogruppo Montis ha detto che il gruppo di R.C. non intende favorire equivoci circa la sua posizione nei confronti della maggioranza dopo il dialogo, lungo e faticoso, con le forze della coalizione di centro sinistra.
Dopo aver ricordato per brevi cenni gli avvenimenti politici degli ultimi sei mesi fino all'apertura della crisi politica, Montis ha affermato che R.C. ha aderito alla richiesta di dialogo e confronto pervenuta dal presidente Palomba. Sono stati due mesi fitti di dialoghi, di trattative che avevano da parte nostra l'obiettivo di migliorare le condizioni della Sardegna attraverso programmi e progetti precisi mentre dall'altra parte era rilevante solo il numero delle poltrone da occupare. Ad ogni contrasto sugli obiettivi da perseguire, saltavano fuori le vecchie frasi ossessive sull'inaffidabilità dei comunisti.
Ora che la Giunta è stata ripresentata con la prospettiva di una limitata esistenza, ha aggiunto Montis, quali saranno le azioni di governo per affrontare i problemi più gravi, che vanno dal lavoro, alla necessità di impegni finanziari massicci per progetti cantierabili, per la forestazione, per il riordino dei centri urbani? Questa Giunta ha perso la capacità di lavoro, di impegno e di iniziativa per cui non è pensabile che il solo confronto e le convergenze con R.C. possano essere utili a farle risollevare la Sardegna dalla crisi e dai ritardi congeniti dell'economia.
Montis ha poi sottolineato la caduta del livello democratico avvenuta in Consiglio, ed ha affermato che neppure le opposizioni sono state capaci di svolgere il loro ruolo di controllo e di critica. Ha poi detto che non si può assolvere nessuno per effetto di un documento di intenti sottoscritto dalle forze della sinistra, ma che bisogna invece ricercare le responsabilità degli atti o dei mancati atti politici e di governo.
Proseguendo, Montis ha poi affermato che il suo gruppo voterà contro questa Giunta, perché è l'unico sistema per evitare ai sardi ulteriori calamità. Perché, ha proseguito, questa compagine non è in grado di avviare un processo di sviluppo che possa portare la Sardegna a competere con le altre società civili del Paese.Questo sarà un dibattito inutile, così come il voto sarà inutile, perché sia che la Giunta riceva o no la fiducia, non cambia niente: per l'on. Bonesu (PsdAz) la situazione presenta questi aspetti. C'è stato il tentativo di spostare l'equilibrio faticosamente raggiunto dopo le elezioni; un tentativo subdolo, per cambiare i rapporti di forza stabiliti dall'elettorato, per spostare la visione politica verso un programma caratterizzato da uno statalismo che il Psd'Az respinge con forza.
I problemi della Sardegna non si risolvono con l'assistenzialismo, ha aggiunto Bonesu, ci vuole ben altro, ci vuole il liberismo che svincoli dai lacci le imprese che hanno difficoltà ad operare, con provvedimenti che consentano un'effettiva occupazione ed il decollo delle imprese.
Noi, ha aggiunto Bonesu, chiediamo un impegno per la zona franca. E sul programma non ci siamo trovati d'accordo. In questa crisi, la stampa si è voluta inserire come arbitro e spettatore allo stesso tempo. Oggi qualcuno ha criticato una testata, ma anche l'altra non ha brillato per obiettività, citando complotti e mistificando la questione.
Bonesu ha rivendicato al Psd'Az la capacità di prendere decisioni alla luce del sole. Non si può sperare che la realtà sia conforme ai propri desideri, perché esistono posizioni diverse, ma questa è democrazia. Riferendosi alla legge elettorale, Bonesu ha affermato che altre regioni, pur con nuove leggi elettorali, sono in crisi. La governabilità nasce dalle convergenze sui programmi, non dalle leggi elettorali.
Si parla di riforma elettorale, ma non di elezioni primarie che invece sono indispensabili. I sardisti, ha proseguito Bonesu, si impegneranno in questo senso. Un sistema maggioritario, senza accordo tra i poli, può portare allo sfascio, come dimostrano anche le vicende nazionali dopo la riforma elettorale. Oggi nessuno schieramento ha la maggioranza. Le leggi elettorali presentano seri problemi, ma la soluzione sta nel fare vera politica, vero governo. Se si legge il bollettino delle Commissioni si trovano centinaia di progetti di legge: se il Consiglio si impegnasse ad esaurirle, allora farebbe gli interessi della Sardegna, terra che ha bisogno di governo e di buona amministrazione, specialmente quando molte linee di governo vengono scelte a Bruxelles e non a Roma.
Per Bonesu "occorre cambiare musica", affrontando le leggi di riforma. Altrimenti si ripropongono vecchie Giunte con assetti vecchi. Si devono sfoltire gli Enti eliminando il "cancro della Regione" nelleconomia, mentre oggi la Regione perde 1 miliardo al giorno. Questi problemi non sono stati affrontati, e le dichiarazioni di Palomba sono state le più brevi in tutta la storia autonomistica, dichiarazioni non concordate con i partiti che compongono la stessa giunta.
Per questo i sardisti, ha aggiunto Bonesu, si riservano di decidere il voto solo al termine del dibattito e dopo la replica di Palomba, che dovrà dichiarare se questa è una vera giunta di lavoro o è solo un espediente per andarsene in vacanza e accantonare i problemi politici. Riferendosi alle dichiarazioni dellon. Cucca, Bonesu ha accennato all'accordo che il PsdAz ha stretto con Rinnovamento per arrivare ad uno schieramento che possa governare con un programma comune.
Bonesu ha concluso augurando a Palomba di non godere delle ferie, in quanto i problemi della Sardegna non ammettono ferie.Dagli interventi che si sentono in aula, in questo dibattito, non sembra si respiri quel clima di impegno politico che dovrebbe caratterizzare una discussione sulla fiducia di una Giunta regionale; forse perché in tutti i consiglieri è presente un grande disagio, perché si è di fronte alla semplice riproposizione della Giunta dimissionaria: da questa constatazione è partito l'on. Balia, capogruppo PSFD, per illustrare la posizione del proprio gruppo politico nei confronti dellattuale situazione di crisi.
Il disagio, secondo Balia, è stato causato dai troppi contrasti esistenti tra le diverse forze politiche. Contrasti che hanno impedito l'allargamento dell'attuale coalizione anche a R.C. Ma questo ampliamento della maggioranza è ancora un obiettivo strategico di alcuni partiti della sinistra.
Balia si è quindi, occupato di alcuni degli aspetti più incisivi dell'azione della vecchia e nuova maggioranza. Ma ha anche ricordato come lo stesso Consiglio non abbia sempre portato a termine il suo lavoro e questo nonostante alcune iniziative interessanti siano state promosse proprio dalla stessa Assemblea regionale.
Certamente, ha aggiunto Balia, il Consiglio e la maggioranza non sono in grado di affrontare e risolvere i grandi problemi che condizionano la realtà sarda. Per l'occupazione e le politiche per il lavoro, ad esempio, la Regione ha bisogno di interventi massicci e tempestivi da parte dello Stato. Ma questi temi si sarebbero almeno potuti affrontare. Se non lo si è fatto, forse, è perché esiste un malessere politico che limita l'azione del Consiglio, della Giunta, dell'intera classe politica sarda. E questo malessere è provocato dall'azione e dai limiti della classe politica precedente.
Si è in presenza, tra l'altro, di difficoltà crescenti dovute alla scarsa credibilità della quale godono le istituzioni, dovuta anche all'azione denigratoria di alcune forze esterne, ma anche interne, allo stesso Consiglio.
Nel gruppo di Federazione democratica, ma anche all'interno dell'Assemblea, ha detto Balia, "non esistono consiglieri cialtroni". Se qualcuno conosce consiglieri di questo tipo, esistono i mezzi per denunciarli ed indicarli alle autorità competenti.
Balia ha poi ripercorso il lungo iter della crisi, dicendo di aver lavorato per una soluzione diversa da quella attuale. Anche il patto di consultazione con le altre forze della sinistra non è la nascita del "nuovo fronte popolare", ma è un metodo democratico necessario per confrontarsi con tutte le forze politiche.
Altro tema affrontato da Balia è stato quello del Master Plan, per il quale ha ricordato come la posizione di Federazione Democratica fosse ben nota da tempo, da quando era stata proposta "una rimodulazione" dell'intero programma. Su quell'ipotesi, come sulle iniziative per i parchi, in grado di saldare lo sviluppo costiero con quello delle zone interne, non è giunta nessuna risposta dalla stessa Giunta e dagli altri partiti della coalizione. Silenzio che si è registrato anche in tema di decentramento amministrativo e di riforme istituzionali.
Su questi argomenti Federazione Democratica, ha aggiunto Balia, ha chiesto a tutti i partiti, anche alleati, chiarezza di posizione e certezza di impegni. Così come impegni certi devono essere presi in materia di spesa e bilancio, evitando il solito esercizio provvisorio. Su queste scelte politiche, comunque, il confronto è aperto e Federazione Democratica continuerà a lavorare con l'impegno di sempre per la loro realizzazione.L'intervento del capogruppo di A.N., on. Masala si è svolto sul piano squisitamente politico, con un'analisi degli ultimi eventi e del contenuto delle brevi ma significative dichiarazioni del presidente Palomba.
Premesso che Palomba non poteva fare dichiarazioni programmatiche perché, come lui stesso ha detto, la crisi non è stata risolta, Masala ha tratto la conclusione che la vera causa della crisi non è stata la dissidenza di alcuni popolari che facevano parte della coalizione, ma la necessità di allargare il quadro politico della maggioranza consentendo l'ingresso di Rifondazione e allo stesso tempo rispondendo ad un torto commesso nel 1994 proprio nei confronti dei comunisti. Da questo allargamento sono derivati dei problemi "non a noi dellopposizione - la cosa non ci riguarda - ma agli altri schieramenti che partecipavano all'alleanza di governo".
Tuttavia, ha detto Masala, nelle brevissime dichiarazioni di Palomba cè qualcosa di più: si dice che l'obiettivo dell'apertura verso R.C. è strategico anche per il futuro. In pratica significa fare le alleanze per le prossime elezioni. Anche questo è un comportamento legittimo, anche se la dichiarazione può essere stata poco prudente nei confronti degli altri alleati della coalizione. Ed infatti poco prudente si è dimostrata nella realtà.
In definitiva, ha detto ancora Masala, si è dato vita ad un "patto di consultazione" che equivale al ripristino del precedente cartello elettorale della sinistra. Questa scelta rafforza la sinistra nella coalizione di maggioranza ed offre a Rifondazione sicure garanzie di far parte della maggioranza di governo. Tutto ciò non poteva e non può non porre problemi per le forze del centro, nella fattispecie nei diniani, nei popolari, e nel patto dei democratici. Problemi, ha aggiunto Masala, che creeranno situazioni di non governabilità di fronte alle quali A.N. ha il dovere di intervenire per evitare che a soffrirne sia la Sardegna.
Masala ha quindi preso in esame la questione della riforma delle leggi elettorali sostenendo che la strada del bipolarismo non deve essere interrotta. L'attuale legge elettorale garantisce in modo assoluto le situazioni di ingovernabilità. Gli esempi a tale proposito sono numerosi ed eloquenti.
Masala si è poi soffermato sul significato del cosiddetto "ribaltone" rimarcando che in Sardegna esso si è registrato allorché Palomba, eletto anche con i voti di Rifondazione, ha scelto di emarginare i comunisti. Non sarebbe lo stesso se i popolari, che si presentarono da soli alle elezioni, decidessero di passare nelle file dell'attuale minoranza per consentirle di avere i numeri per governare. Avevano il diritto di scegliere il centro sinistra allora come hanno il diritto di varcare il ponte oggi, senza che tale passaggio alla destra debba chiamarsi ribaltone.
Concludendo, Masala ha detto che il compito di A.N. in questa fase della legislatura è di adoperarsi affinché in Sardegna si realizzi il bipolarismo perfetto: "mi auguro che anche il PDS sia di questa opinione".Il voto favorevole del Ppi è stato espresso dall'on. Giagu, per il quale maggioranza e opposizione hanno l'obbligo di confrontarsi. Si è tentato di delegittimare il Consiglio, ma la governabilità è un dovere per contribuire a risolvere i problemi della Sardegna.
C'è un travaglio, ha proseguito Giagu, fatto da chiarimenti all'interno del gruppo, ma non esiste alcuna volontà di abbandonare, o andare verso lo scioglimento del Consiglio. I popolari rimangono al loro posto per costruire una società a misura d'uomo, con valori che vedono la centralità della persona. Questa è la governabilità, alla quale il PPI ha fatto riferimento dopo le ultime elezioni.
Per la democrazia compiuta, ha aggiunto Giagu, è necessario il dialogo ed il confronto, come nel caso di R.C., superando l'esperienza romana. Ma gli eccessi verbali di alcuni esponenti della maggioranza possono minare questo cammino.
Dopo aver ribadito la "fedeltà" al centrosinistra, Giagu ha affermato che il congresso del Ppi nonpuò diventare un alibi. I popolari, ha concluso Giagu, rimangono nell'orbita del realismo politico, rifuggendo da isterismi e votando la proposta dell'on. Palomba.La ripresentazione della vecchia Giunta non è la proposta del PDS, non è quella del gruppo progressista nè quella per la quale ha lavorato il presidente Palomba, ha esordito il capogruppo progressista Scano: "noi ci siamo adoperati per costruire un nuovo quadro politico con il centro, con i sardisti e con R.C. nella prospettiva di un programma di fine legislatura".
Ma l'obiettivo, ha continuato Scano, non è stato raggiunto per l'incapacità dei partiti di centrosinistra di superare la logica degli egoismi, le richieste dei gruppi, dei sottogruppi e talvolta dei singoli.
Quando si instaura la regola del "o in questo modo o non ci sto", ha ancora detto Scano, vengono meno le buone volontà e le migliori intenzioni. Questa soluzione è nata in stato di necessità e noi la voteremo avendo nel cuore una grande delusione ed una grande rabbia: "sarà un sì amaro perché ci sentiamo umiliati sia per il corso che ha preso la politica regionale e sia per la perdita di credibilità della coalizione e dell'assemblea stessa".
Scano ha spiegato che i progressisti si sono dovuti adeguare alla soluzione presentata altrimenti ne sarebbe seguito un vuoto di potere inquietante. "Non è stata la paura di perdere il seggio o la scelta di continuare ad occupare il potere ad averci indotto a sostenere la soluzione presentata ieri da Palomba, ha aggiunto Sano, è stata una scelta fredda e razionale nella consapevolezza che tutti gli altri possibili scenari sono impercorribili".
Il senso di questa scelta è l'esigenza di una fase di decantazione, una tregua per pensare una linea di condotta che salvi la politica e le istituzioni. Ben coscienti che andare ad uno scontro all'ultima spiaggia con ottica di parte, significherebbe sì perdere il governo ma salvare sicuramente la faccia, l'anima ed anche i voti. "Ma questo tuttavia non ci basta, ha detto Scano, abbiamo più alte ambizioni, che sono quelle di dotare la Sardegna di una Giunta con il rilancio della strategia del centrosinistra insieme con Rifondazione e la preparazione di un passaggio elettorale governato e non caotico con la predisposizione di nuove regole che assicurino alla Sardegna una democrazia decidente."
Scano ha anche affermato che la coalizione ha il dovere di provare ancora a realizzare i programmi di sviluppo e di modernizzazione della Sardegna e della sua società. Polemizzando poi con il consigliere Degortes ha sostenuto che il Master Plan non poteva essere accettato nel suo progetto originale e che da parte degli imprenditori interessati non si è fatto molto per adeguarlo alle norme e per renderlo accettabile.
Infine Scano si è detto preoccupato per la crisi economica che attanaglia la Sardegna e per gli effetti deleteri che essa provoca nella società e nelle strutture economiche e culturali. "Stiamo tutti attenti, ha detto, perché lo sfascio della politica produrrebbe mostri ed avventure". Ed a conclusione: "Facciamo in modo che Giunta e Consiglio possano lavorare; ci sono le energie per dare le risposte che la gente si attende. Il senso del voto che daremo comunque alla proposta del presidente Palomba è proprio questo".Le parole, in certi momenti, sono insufficienti per esprimere ciò che cè attorno a noi. In questo momento assistiamo ad una situazione senza speranza: per l'on. Pittalis, capogruppo di F.I., sarebbe stato necessario un "luttuoso silenzio". Ma questo non è possibile di fronte allo spettacolo mostrato dall'on. Palomba e dalla sua "sciagurata maggioranza". E Pittalis si è chiesto come faranno alcuni esponenti della coalizione a votare per lo stesso esecutivo contro cui si erano espressi alcuni mesi fa, quando avevano aderito ad una mozione di censura presentata da F.I.
Pittalis ha poi pesantemente criticato l'incapacità della Giunta in carica, espressione di una coalizione profondamente lacerata per le eccessive divisioni ed i contrasti esistenti tra le diverse forze politiche. I gentiluomini presenti anche nelle forze del centro sinistra sono stati costretti a sacrificarsi sull'altare delle esigenze politiche. "Questa coalizione è incapace di governare, non è più in grado di andare avanti in alcun modo. Sta franando": per Pittalis il futuro sarà, dunque, ancora più difficile. Le forze di centro sinistra continueranno ad imbrogliare i sardi. Ed i signori del centro sinistra devono assumersi le loro responsabilità.
In questa difficile situazione, ha proseguito Pittalis, si possono aprire le porte alle più disparate soluzioni. Ma F.I. ed il Polo, che sono pronti a governare sin dal 1994, non vogliono abdicare alle loro idee ed ai loro programmi e non si sentono assolutamente responsabili di questa difficile situazione. F.I. è una forza liberal-democratica ed al suo interno "fortunatamente si dibatte e ci si contrasta". Ma il Polo, che sino ad ora ha fatto opposizione concreta e razionale, non vuole immischiarsi con le forze politiche che non governano e che continuamente violano le leggi della democrazia.
Pittalis, quindi, ha sottolineato come l'opposizione sia sempre stata fatta "contro il nulla", come il Consiglio sia stato svuotato di compiti e funzioni; come solo il ricorso a nuove elezioni potrebbe riportare alla legalità la vita assembleare.
Rivolgendosi direttamente al presidente Palomba, Pittalis gli ha chiesto per quali ragioni e perchè così a lungo abbia coperto nefandezze ed incapacità. "Un uomo della sua levatura, ha detto, non può sopportare ancora a lungo una situazione di questo genere". In questi mesi di continui litigi, di assalti alle poltrone si è assistito ad uno spettacolo indecoroso, che ha umiliato i sardi. Per Pittalis, quindi, è necessario ridare speranza ai sardi ed abbandonare il campo.Per permettere al Presidente della Giunta di mettere a punto la sua replica agli intervenuti nel dibattito, la seduta è stata sospesa sino alle ore 21.
Alla ripresa dei lavori, rispondendo agli oratori intervenuti nel dibattito, il Presidente della Giunta on. Palomba ha ricordato come i ruoli della maggioranza e dell'opposizione siano ben definiti e tutti debbano assolvere i loro compiti nel modo migliore.
Le istituzioni, ha aggiunto Palomba, sono sotto tiro. Ma è il Consiglio nell'occhio del ciclone ed è proprio la massima istituzione autonomistica che si vuole abbattere. Una poderosa campagna di stampa è stata avviata proprio per delegittimare l'Assemblea sarda e le sue decisioni. Epiteti ed insulti sono arrivati da tutte le parti sui consiglieri e le accuse che sono giunte devono essere rispedite ai mittenti.
I consiglieri, le istituzioni democratiche, ha detto ancora Palomba, devono reagire a queste accuse e lo devono fare tutti insieme, per difendere nel modo migliore la dignità delle istituzioni regionali.
Il centro sinistra è forse apparso in difficoltà, anche perché "il bipolarismo costa", ha proseguito Palomba; ma la coalizione di centro sinistra deve operare proprio per rimuovere questi ostacoli, per evitare la disgregazione delle istituzioni autonomistiche.
"Avere le istituzioni delegittimate non conviene a nessuno", ha aggiunto il Presidente della Giunta, e tutti devono operare per evitare questo rischio. La maggioranza deve riacquistare forza e credibilità, anche perché i risultati ottenuti sono positivi. Dall'inizio dell'anno 20 mila sardi hanno un nuovo lavoro. Un risultato significativo, che fa ben sperare per il futuro.
Il Presidente della Giunta, dopo aver risposto alle critiche dei capigruppo Pittalis e Masala, i quali avevano lamentato la mancanza di un programma, ha detto come, avendo riproposto la stessa giunta, gli fosse sembrato coerente proporre lo stesso programma di governo. Comunque, le occasioni di confronto non mancheranno certamente ed il Consiglio è il luogo adatto per questo continuo e costruttivo approfondimento.
Palomba, dopo aver confermato come l'accordo con Rifondazione Comunista sia "strategico" per questa coalizione, ha sollecitato i gruppi politici ad un voto favorevole. Per alcuni sarà un voto "tecnico", ha aggiunto, per altri sarà un voto politico. L'importante è che questa Giunta, questa maggioranza sia messa in grado di riavviare il processo di sviluppo e di crescita della società sarda, obiettivi per i quali questa Giunta si impegnerà a fondo e proseguirà il lavoro da tempo avviato.Dopo la conclusione della replica di Palomba è stato presentato un ordine del giorno con il quale si approvano le dichiarazioni programmatiche e la composizione della Giunta. L'ordine del giorno, dopo numerose dichiarazioni di voto, è stato posto in votazione per appello nominale.
Per dichiarazione di voto ha preso per primo la parola l'on. Bertolotti (F.I.) il quale ha annunciato il voto negativo per una giunta che mistifica le cifre e modifica la realtà. In realtà nel settore del lavoro c'è stato un calo di occupati e non un incremento, come poc'anzi ha sostenuto Palomba.
L'on. Nizzi (F.I.) ha apostrofato il Presidente con parole esasperate, chiamandolo malvagio e incapace per non aver saputo dare alcuna prospettiva di sviluppo alla Gallura ed anzi affossando lunica occasione di lavoro, il Master Plan. Questa Giunta non ha fatto nulla e di questo è responsabile di fronte al popolo sardo e della Gallura in particolare. Voterà contro.
L'on. Manunza (Ppi), dopo aver criticato l'andamento della legislatura, ingabbiata da un sistema elettorale bipolare, e caratterizzata dall'inamovibilità del Presidente della Giunta, eletto dal Consiglio e non dal popolo, si è soffermato sulle ricorrenti crisi dell'esecutivo ed ha preannunciato il voto contrario, chiedendo nel contempo di essere iscritto al gruppo Misto.
Sempre per dichiarazione di voto, l'on. Biggio (A.N.) ha ringraziato ironicamente Palomba per non aver chiesto i voti all'opposizione. Dopo aver criticato la mancanza di un programma e di un impegno serio per risolvere i problemi della Sardegna, ha annunciato che A.N. esprimerà un voto contrario.
L'on. Randaccio (Misto-Rinnovamento), dopo aver rivendicato a Rinnovamento l'impegno profuso per risolvere i problemi della Sardegna, ha tratteggiato l'andamento dell'ultima crisi, dichiarandosi "non soddisfatto" per la soluzione proposta. Ciò nonostante, vista l'esigenza di un tempo ulteriore di riflessione, ha preannunciato il voto favorevole.
Sciogliendo la riserva avanzata durante il dibattito, l'on. Bonesu (Psd'Az) ha preannunciato il voto favorevole per "evitare di piombare nel caos". C'è bisogno di un periodo di tempo per costruire e non per distruggere, ha detto ancora Bonesu, sottolineando la necessità di dividere il momento del governo da quello dei partiti.
L'on. Pittalis, capogruppo di F.I., dopo aver rimarcato che è la quinta volta che si ripete la scena delle votazioni per l'approvazione delle giunte presentate dal presidente Palomba, ha giustificato l'impeto oratorio del consigliere Nizzi con la difficoltà della situazione economica e con la delusione che rasenta la disperazione per la mancata occasione del Master Plan. "Il nostro giudizio politico sul teatrino messo in atto dalla maggioranza, ha detto, è tale per cui non possiamo che votare contro, esprimendo inoltre il dissenso per un certo tipo di politica e ricordando che la nostra opposizione sarà durissima fin da oggi".
L'ordine del giorno, quindi, è stato posto in votazione, per appello nominale, con questo risultato:
presenti 76
votanti 75
astenuti 1
favorevoli 42
contrari 33.Subito dopo l'approvazione dell'ordine del giorno di fiducia alla Giunta, hanno giurato fedeltà alla Repubblica, secondo quanto previsto dalla legge, gli assessori tecnici Pinna, Costantino, Paba e Sassu, i quali non fanno parte del Consiglio regionale. Non ha giurato il prof. Paolo Fadda, attualmente all'estero.
Dopo la cerimonia del giuramento degli assessori tecnici, il presidente Selis ha rivolto l'augurio di buon lavoro alla Giunta appena eletta e all'intera Assemblea. E anche un augurio di buone vacanze e di giusto riposo dopo mesi di tensioni e di attività, affinché alla ripresa dei lavori (che avverrà molto presto, ai primi di settembre) ognuno possa contribuire con il massimo delle proprie capacità e della propria esperienza e con il giusto entusiasmo al conseguimento di quegli obiettivi di sviluppo dell'Isola che tutti desiderano.
Discussione DL 321 - Giunta regionale
Disposizioni urgenti per l'EmsaIl Disegno di legge proposto alla Giunta dall'Assessore all'industria Pinna, è stato predisposto per "l'urgente necessità di consentire all'Ente minerario sardo di fare fronte agli obblighi derivanti dai propri compiti istituzionali, in particolare relativi ai fabbisogni finanziari indispensabili per il mantenimento in attività delle società controllate dall'Ente". In attesa di un assetto complessivo dell'Ente era stato previsto uno stanziamento di 50 miliardi. Nelle more dell'operazione di riordino è stato previsto un intervento urgente, per permettere il pagamento dei salari e degli stipendi dovuti al personale dell'Emsa e di alcune sue consociate.
I relatori di maggioranza, on. La Rosa (R.C.) e quello di minoranza, on. Falconi (Prog. Fed) si sono rimessi alle rispettive relazioni scritte.
L'on. Balletto (F.I.), dopo aver ricordato che in Commissione erano stati evidenziati alcuni problemi di ordine tecnico, ha chiesto una breve sospensione per poter esaminare gli emendamenti presentati.
L'on. Secci (PPI) ha sottolineato come gli emendamenti rappresentino il parere della Terza Commissione.
L'on. Balletto, dopo aver sottolineato come, nonostante la nuova Giunta, si vada avanti con i vecchi metodi, sempre all'insegna dell'emergenza, ha sostenuto che la Terza Commissione aveva bocciato il provvedimento in quanto i 25 miliardi non trovavano risposta nei programmi dell'Emsa. Vi era stata poi una richiesta dell'Assessore Pinna motivata dall'esigenza di poter assicurare lo stipendio ai dipendenti dell'Ente, per cui il provvedimento era stato riesaminato dalla Sesta Commissione.
F.I., ha aggiunto Balletto, riteneva che, bocciato il provvedimento, la Giunta sarebbe stata costretta a presentare il disegno di legge sulla riforma degli Enti.
Balletto ha proseguito affermando che F.I. aveva a suo tempo assunto una posizione responsabile. Ma se non si riformano gli Enti, si dovrà continuare a finanziare le società a partecipazione regionale, che fino ad oggi hanno prodotto solo perdite. In Commissione Industria èra stata trovata una via d'intesa, consistente nel garantire le risorse per gli stipendi, anticipando nel contempo alcuni principi della riforma degli Enti. La situazione oggi è però tornata al punto di partenza, perchè dare i 25 miliardi all'ente significa ritardare ulteriormente il processo di riforma, mentre l'Emsa continuerà a perdere 60 miliardi all'anno.
Balletto ha ribadito che F.I. sollecita la riforma dell'Emsa, e che per le dismissioni si prevedano soluzioni adeguate per il personale che perderà il posto di lavoro, ricordando che a tale proposito ha scritto una lettera al presidente Palomba.
In conclusione, Balletto ha anticipato il voto contrario al provvedimento.L'on. Gian Franco Tunis (Ppi), come presidente della Commissione Industria ha voluto ricordare che la commissione si è riunita in seduta straordinaria durante la crisi per prendere in esame questo importante provvedimento, mirato al pagamento delle retribuzioni, all'esodo del personale in esubero e al collocamento in lista di mobilità. L'impiego dei 25 miliardi deve perciò essere destinato agli obiettivi che la Commissione Industria ha indicato, in attesa che venga varata la riforma dell'Emsa.
Sul disegno di legge è intervenuto anche l'on. Bertolotti (F.I.), il quale ha rilevato come, discutendo di questo caso si stia commettendo un illecito. Si stanziano 25 miliardi da destinare all'Emsa per investimenti, poi con un ordine del giorno si vogliono utilizzare gli stessi fondi per pagare ai dipendenti stipendi, mobilità lunga e quattordicesime. Questo disegno di legge, quindi, non è da prendere in esame perché le norme comunitarie impongono certe destinazioni, mentre con un ordine del giorno si modificano o si tentano di modificare le cose per evitare i rilievi comunitari.
Si tratta di un falso, ha aggiunto Bertolotti, ed il Consiglio non può commettere un'operazione di questo genere. D'altro canto, in Commissione si era raggiunto un certo accordo che ora, con questo emendamento, viene clamorosamente modificato. Un'operazione spregiudicata che F.I. non può assolutamente accettare.
Bertolotti ha, quindi, proposto la sospensione dell'esame del disegno di legge e il suo rinvio, per un approfondimento, in Commissione.A favore della sospensione è intervenuto l'on. Casu (F.I.), mentre l'on. Falconi (Progr. Fed.) si è dichiarato favorevole al proseguimento dellesame del provvedimento.
La pregiudiziale Bertolotti, cioè la non discussione della legge, è stata respinta per alzata di mano.
Ha quindi concluso la discussione generale l'Assessore all'industria Pinna, il quale è intervenuto per precisare che durante i lavori in Commissione erano state individuate, con unanime intesa, le destinazioni della somma assegnata all'Emsa. Il provvedimento arriva con ritardo all'esame dell'Assemblea perché sono state lunghe anche le consultazioni con le forze sociali. Da parte dell'assessorato c'è comunque l'impegno di rispettare la volontà del Consiglio. Ove il Consiglio non approvasse la leggina, ha dettoPinna, si sappia che oltre mille famiglie attendono di ricevere il salario arretrato di molti mesi.
Si è quindi votato per il passaggio all'esame degli articoli e degli emendamenti aggiuntivi e sostituitivi.
Sono intervenuti gli onorevoli Lippi (F.I.), Balletto (F.I.), La Rosa (R.C.) e Biggio (A.N.).
Sono stati quindi presentati gli ordini del giorno n. 1 e n. 2
La votazione a scrutinio segreto dell'ordine del giorno n. 1, richiesta dall'on. Bertolotti (F.I.), ha dato il seguente risultato:
presenti 60
votanti 60
maggioranza 31
si 21
no 39.L'ordine del giorno n. 1 non è stato approvato.
L'ordine del giorno n. 2 è stato invece approvato.
La votazione finale del disegno di legge ha dato il seguente risultato:
presenti 60
votanti 41
maggioranza 22
astenuti 19
si 41.
Il Consiglio regionale sarà
riconvocato a domicilio.