Nota stampa
della seduta n. 210 antimeridiana del 7 agosto 1997
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Selis, per esaminare e discutere le dichiarazioni programmatiche del presidente della Giunta, Federico Palomba.
Dibattito sulle dichiarazioni programmatiche
del Presidente della GiuntaLa mancanza di "dichiarazioni programmatiche della nuova Giunta" è stata sottolineata dal capogruppo di F.I., on. Pittalis, intervenuto sull'ordine del giorno dei lavori, prima dell'apertura ufficiale del dibattito sul programma dell'Esecutivo. "Ai consiglieri non è stata consegnata alcuna dichiarazione programmatica, alcuna traccia, nessun brogliaccio contenente le linee politiche che l'Esecutivo intende attuare", ha detto Pittalis. Questo dibattito è, quindi, un dibattito sul nulla. E l'opposizione non può certamente prestarsi a prendere parte al "teatrino della politica" che caratterizza questa maggioranza.
Polemico anche l'on. Casu (F.I.), il quale ha ribadito le critiche ed i rilievi mossi dal suo capogruppo. In un breve intervento sull'ordine dei lavori, ha infatti, sottolineato la mancanza di un programma politico da esaminare.
Il presidente Selis ha ricordato come il presidente Palomba, nel suo breve intervento, abbia indicato il percorso seguito per giungere alla costituzione della nuova Giunta. Su quelle dichiarazioni si può aprire il dibattito.
In mancanza di un programma scritto "sarebbero bastate almeno delle dichiarazioni programmatiche verbali". Invece nulla di tutto ciò. Allora è opportuno parlare di ciò che la Giunta non ha fatto, visto che non si può parlare di ciò che la stessa Giunta vorrebbe o potrebbe fare. E Casu ha proseguito il suo intervento soffermandosi sui ritardi e sulle mancate realizzazioni delle precedenti giunte.
Casu ha ricordato il mancato utilizzo della nuova diga sul Tirso, con gli agricoltori alle prese con una nuova difficile siccità. Le colture primaverili sono state avviate, ma non si sa se c'è la necessaria disponibilità di acqua; il polo agro-alimentare dell'oristanese è unillusione; il risanamento delle società regionali, sempre promesso, non è stato mai avviato; per l'Emsa si stanziano sempre nuovi fondi che non servono a nulla, visto che il passivo annuale supera i 100 miliardi; il rendiconto finanziario del '96 ed il conto patrimoniale della Regione, promessi per lo scorso 30 giugno, non sono mai stati consegnati.
Una serie di inadempienze e di impegni disattesi, ha ricordato Casu, che getta discredito sul Consiglio e su tutta la classe politica.
Ma l'opposizione non è responsabile di questa situazione e respinge le "ingiuste critiche mosse da una certa stampa superficiale". Il Polo ha lavorato bene. La maggioranza no. Le cose, in Sardegna, vanno proprio male e "molti sardi vivono in grave povertà. Molti padri non hanno di che sfamare i propri figli". Una situazione che la Giunta, assolutamente incapace, non è in grado di affrontare. "Peggio di così non si può andare, ha concluso Casu. Presidente e Giunta, andatevene; così forse le cose potrebbero andare meglio".L'on. Paolo Fois (Prog. Fed.) ha ricordato le critiche, condivisibili in linea di massima, mosse alla maggioranza in questi mesi di crisi che hanno penalizzato la Regione. Ma ha anche puntualizzato che mentre si consumavano in trattative e in dialoghi i tempi destinati al governo della Regione, si andava affermando nel mondo il regime della globalizzazione dei mercati che costituisce una minaccia agli assetti economici dei Paesi, ed in particolare mina alla base le regioni e la loro autonomia. La globalizzazione fa sì, infatti, che le decisioni vengano prese altrove e che quindi le entità locali dipendano, in tutta l'Europa, da scelte condizionate.
E' un fenomeno, ha detto Fois, che non può essere risolto puntando solo ai procedimenti di spesa delle risorse regionali; è un'emergenza che riguarda solo in minima parte l'attività della Giunta ma che, invece, deve essere fronteggiata dal Consiglio regionale nella sua interezza di maggioranza ed opposizione.
Fois ha anche aggiunto che il Consiglio deve svolgere in questo senso funzioni di indirizzo, attraverso una riflessione ponderata della situazione e deve in particolare costruire un progetto di sviluppo che sarà poi compito del Governo portare avanti.
Concludendo, Fois ha affermato che bisogna rafforzare la guardia e affinare la politica per fronteggiare un fenomeno che è diventato vera e propria emergenza.Per l'on. Locci (A.N.), vi è stato il dubbio di entrare o meno nel dibattito, dato il basso livello a cui è arrivata la politica. Anche se Palomba avesse presentato un programma, l'oggetto del dibattito sarebbe stato l'aspetto politico delle sue dichiarazioni: "si è arrivati in Aula non con una Giunta qualsiasi, ma semmai è arrivato un Presidente senza dichiarazioni programmatiche, con una Giunta raffazzonata ed una crisi ancora aperta".
Dopo un battibecco con l'on. Montis (R.C.), Locci ha proseguito affermando che è necessario fare il bilancio di questa politica degli ultimi 3 anni. Cè stata un'area di centro che aveva pensato di rifondare la Regione con una nuova classe dirigente, ma ha fallito miseramente il progetto riformatore perché ha scelto la sinistra. Ma anziché prendere atto di questo fallimento si è tentata una mediazione continua, e dopo 3 anni la produzione del centrosinistra è stata una legislatura caratterizzata da "emorragie" in tutti i gruppi politici, eccetto A.N. Una democrazia, per poter funzionare, richiede gruppi rispettosi dei risultati elettorali, rispettosi delle istituzioni; invece cè stata la "politica dei transfughi", una politica di corto respiro a danno della Sardegna.
Per Locci, prima di uscire da un gruppo si dovrebbe chiedere il consenso elettorale. Invece si sono scaricate sulle istituzioni le tensioni interne dei gruppi e dei loro dissenzienti, con la politica dei "cercatori d'oro e dei cacciatori di taglie". Occorre andare immediatamente verso rimedi seri. Ecco perché A.N. invita tutti ad una ricerca di riforme che possa eliminare la degenerazione della politica per ridare efficacia alle istituzioni, nel nome della democrazia.
Locci ha ricordato che sono stati chiesti i termini per le leggi elettorali e da qui deve "partire una riforma che metta i cialtroni fuori dalla porta". Se ciò non andasse in porto, allora da settembre sarà necessario cercare percorsi diversi al di fuori di quest'Aula. Si sta giocando una partita seria e difficile, ha proseguito Locci augurandosi nel contempo che il centro destra riesca ad aggregare i riformatori che vogliono il bene della Sardegna.I toni vivaci e sentiti del collega Locci non sono stati graditi dall'on. Lippi ( F.I.), il quale ha sottolineato come i consiglieri regionali siano "stanchi di essere sempre considerati dei cialtroni, dei nullafacenti e nullatenenti". Saranno gli elettori, comunque, a giudicare i loro rappresentanti, al termine della legislatura, esaminando e pesando il lavoro svolto dai loro rappresentanti.
Lippi si è anche soffermato sull'intervento dell'on. Paolo Fois, cogliendone non pochi aspetti positivi e stimolanti. L'attuale situazione di crisi e di sfascio, comunque, secondo Lippi è da collegarsi a leggi vecchie e superate, che hanno realmente impedito il necessario ricambio della classe politica, che hanno limitato il processo di sviluppo e di rinascita della Sardegna. "Siamo entrati, molti di noi, in questo Consiglio carichi di entusiasmo", ma ora la stanchezza sembra prendere il sopravvento, la lunga attesa per la fine della lotta per le poltrone, le polemiche in attesa dei congressi rischiano di logorare anche questo Consiglio, che è e deve restare la casa dei sardi, "trasparente e rispettata".
In questa situazione, ha concluso Lippi, con gli imprenditori che non sanno cosa fare, è di oggi la notizia che la Fimpar abbandona l'Isola e "magari, tra poco, presenterà un suo movimento politico". La classe politica deve riacquistare credibilità e deve riavviare il discorso delle riforme, a partire da quella elettorale, che devono realmente segnare una netta inversione di rotta in questo processo degenerativo della vita politica regionale."Questa odierna non sarà certo da ricordare come una giornata radiosa, ha affermato l'on. Ghirra (Progr. Fed.); tuttavia la soluzione raggiunta e annunciata ieri da Palomba ha il merito di evitare un'avventura in un momento torbido della vita della Sardegna. Una soluzione, ha aggiunto, che non è frutto del caso ma che rappresenta una tregua all'interno della battaglia politica che sta sviluppandosi nell'Isola tra i partiti politici e nella società sarda.
Ghirra ha poi detto che esistono attualmente due concezioni, due blocchi: uno di tipo statico, che vuole mettere le mani sulle risorse pubbliche, formato da imprenditori che non vogliono rischiare il proprio denaro, l'altro costituito da chi vuole smantellare questa filosofia dell'impresa assistita e della rendita immobiliare parassitaria. Di qui la necessità che si eviti il prevalere del coacervo di interessi che ruotano attorno alle finanze regionali; di qui la necessità che all'interno della maggioranza abbia un ruolo Rifondazione Comunista in quanto portatrice di valori tesi a rafforzare la politica dello sviluppo equilibrato in una regione in cui la politica tende ancora a fare impresa.
Ghirra ha quindi ricordato all'Aula il caso del movimento formato dall'editore Grauso, affermando che il conflitto di interessi fa capolino anche in Sardegna ed invitando il Consiglio a stare all'erta e gli intellettuali a non cedere alle tentazioni di pericolose cortigianerie. Ha inoltre sollecitato il Consiglio a raccogliere le forze per fronteggiare i grandi problemi, quali quello del credito, dell'efficienza della macchina regionale, dell'occupazione e della trasparenza, che, ha detto, riporta al tema dell'informazione: "una regione cablata, garantisce chiarezza, conoscenza e trasparenza tra i cittadini e gli organi di governo i istituzionali"
Pur riconoscendo che la Giunta ripresentata da Palomba non ha grandi margini di tempo per cui non ci si devono attendere grandi risultati, Ghirra ha auspicato che sia il Consiglio a dettare le regole e che maggioranza ed opposizioni possano confrontarsi sui problemi con reciproco rispetto.L'on. Boero (A.N.), dopo aver affermato che stare in quest'Aula non è un "esercizio di autolegittimazione", ha rivolto critiche all'on. Ghirra per le sue affermazioni sull'informazione. Le dichiarazioni di Ghirra sui gruppi industriali sono condivisibili, ma questa Giunta di centrosinistra non le ha certo praticate.
Rivolgendosi a Palomba, Boero ha chiesto di sapere come mai "di giorno bisticcia con l'editore Grauso e di notte si mette d'accordo con il suo Masaniello", riferendosi all'on. Fantola.
Dopo essersi richiamato all'intervento dell'on. Locci, Boero ha affermato che si devono preparare prospettive alternative per la prossima legislatura e pertanto ha rivolto un invito a tutti i colleghi per avviare subito la riforma elettorale tendente al bipolarismo compiuto, anche per impedire che gli interessi di alcuni gruppi industriali debbano trovare la via della politica.
Boero ha quindi rivendicato ad A.N. l'adesione al vero liberismo, con la cultura e l'idealità del sociale per la realizzazione dell'armonia delle classi sociali. Forse per Palomba "queste idealità sono solo fantasie", ha aggiunto Boero, che ha poi concluso affermando che il popolo "questi concetti li ha recepiti e ce ne darà soddisfazione".La storia della crisi che forse si è conclusa andrebbe scritta, ma in forma tragicomica: l'on. Vassallo (R.C.) ha ripercorso i diversi passaggi che si sono susseguiti in questi tempi. Ed ha ricordato come da tante parti si chiedessero iniziative serie, programmi politici concreti. La crisi che si è voluta fare, invece, non sembra in grado di dare risposte credibili alle richieste della società sarda.
Vassallo ha poi contestato la validità delle scelte fatte da questa maggioranza, più sensibile alle esigenze del potere, che a quelle reali della società isolana. Il gruppo di R.C. non accetta comportamenti di questo genere ed intensificherà la sua azione di stimolo. "Non saremo buoni, ha aggiunto Vassallo, e non ci interessa avere in premio uno o due assessorati". La soluzione della crisi, imposta dalle forze moderate e del centro, è quindi da respingere in pieno. E questo farà R.C.L'on. Cucca (Progr. Fed.), dopo aver affermato che si è arrivati all'epilogo, e finalmente si è ridato un governo alla Sardegna, ha detto che la responsabilità di quanto è successo non è dei Progressisti, ma di chi irresponsabilmente pensava ad altro. La soluzione trovata non soddisfapienamente. Occorre una soluzione con le forze politiche che lavorino per il bene della Sardegna. Si è raggiunta solo l'apertura a R.C.. I Popolari devono avere il coraggio di ammetterlo.
Cucca ha detto poi che Selis oggi non rappresenta più chi lo ha eletto Presidente del Consiglio, ma semmai una parte del PPI. E, ha concluso, dopo il congresso del PPI, la sinistra governerà con Rifondazione."Nelle sue dichiarazioni programmatiche, caro Presidente Palomba, lei per una volta ha detto la verità: non ha detto niente": per l'on. Biancareddu (F.I.) è la prima volta che il presidente della Giunta non dice nulla e così, visti i precedenti di questa coalizione, non dovrà contraddire i programmi presentati. La speranza è che la prossima volta, senza dire nulla riesca a fare qualcosa.
Certamente, ha aggiunto Biancareddu, la nuova Giunta è la più adatta a realizzare questo nulla, perché assolutamente incapace. E questa incapacità è conclamata da anni di insuccessi e di inadempienze.
Biancareddu, dopo alcune considerazioni sul concetto di democrazia, sia interna ai partiti che agli stessi gruppi, si è soffermato sulle scarse attenzioni riservate alla Gallura, regione assolutamente trascurata da questa stessa coalizione. Ora che l'Aga Khan va via, ha soggiunto, per la Gallura, per l'intera Sardegna, le cose non andranno certamente bene.
Concludendo il suo breve intervento, Biancareddu ha dichiarato che questa è una Giunta destinata a durare pochissimo, perché Palomba non è certamente in grado di guidare una Giunta ed una "maggioranza di pescicani".L'on. Frau (A.N.) ha premesso che avrebbe voluto ascoltare nel dibattito la voce dei leaders degli schieramenti minori che fanno parte ancora oggi della maggioranza, dopo aver affermato in altre occasioni che l'avrebbero bocciata.
Frau ha criticato aspramente il comportamento delle forze di maggioranza che hanno fatto registrare già quattro crisi politiche per oltre un anno, complessivamente, di paralisi della macchina regionale. Ma i sardi, ha detto, non hanno più l'anello al naso e hanno perso la pazienza. Ha quindi ricordato le varie fasi dei governi Palomba, dalla prima Giunta trionfalistica alla Giunta "dell'orgoglio e della libertà", alla "Giunta del bigliettino" fino alla "Giunta clonata", quella presentata ieri dal presidente Palomba.
Frau ha poi affermato che il Presidente, al di là delle precarietà temporali della sua Giunta, avrà davanti a sè nuove altre difficoltà, compresa quella di collaborare con alcuni esponenti che di recente gli hanno negato la fiducia.
Infine Frau, dopo aver riaffermato la necessità di arrivare allo scioglimento del Consiglio, ha invitato le forze moderate del centro "a preparasi per costruire la rimonta in nome dell'alternanza. Il giorno delle elezioni non è così lontano"."Entrando in Consiglio, pensavano ad una nuova era della politica": così ha avviato li'ntervento l'on. Busonera (Progr. Fed.), la quale ha proseguito affermando che la crisi che si chiude oggi è la denuncia di un conflitto che non è stato risolto, ed il centrosinistra non ha raggiunto gli obiettivi previsti. Il progetto politico rischia di naufragare, con il progressivo logoramento della maggioranza.
La crisi è ancora in atto in alcuni partiti, ha aggiunto Busonera, anche a causa dell'abolizione dell'incompatibilità tra consigliere ed assessore.
Dopo aver espresso il proprio disagio, Busonera ha ricordato lo sviluppo dell'ultima crisi. E' perciò urgente che tutti ripensino alla necessità di moralizzare la vita politica, altrimenti la Sardegna non crescerà. E' necessario non tanto proporre lo scioglimento del Consiglio, ma recuperare il progetto del centrosinistra con l'apertura a R.C. per mettere a segno le cose essenziali: riforma elettorale e riforma della Regione.Le speranze, le attese, le esperienze maturate in questi anni in Consiglio, ha affermato l'on. Liori (A.N.), avrebbero dovuto permettere un notevole accrescimento del patrimonio culturale personale ed avrebbero dovuto fornire un prezioso contributo al processo di crescita civile della società sarda.
Liori ha poi esposto un giudizio non completamente positivo su questa esperienza politica, ripercorrendo i primi anni di questa legislatura e ricordando le battaglie e le iniziative, non sempre condivise perfino dagli stessi alleati, ma ben compresi dalle popolazioni sarde.
Certamente, ha aggiunto Liori, l'esperienza vissuta in Consiglio non è stata esaltante. Esaminando ciò che questa maggioranza ha promesso di fare, si arriva alla conclusione che troppo spesso si sia ricercato il potere per il proprio interesse particolare. Eppure tutte le forze politiche avrebbero voluto cambiare il sistema, avrebbero voluto incidere in una situazione sempre più grave.
Liori, quindi, ha esaminato il complesso sistema sanitario regionale, giudicandolo con grande durezza e ricordando tutti i recenti e numerosi casi di malasanità. Il discrimine tra politicanti e politici è sottile; in una situazione come questa, però, il buon senso e la serietà impongono al "politico" Palomba di dimettersi. Ed è quanto ha chiesto, concludendo il suo intervento, Liori.Il Consiglio e le istituzioni democratiche sono quotidianamente sotto attacco, come lo sono le forze del centro sinistra che oggi legittimamente governano la Sardegna. Questo il concetto base dell'intervento dell'on. Cugini (Prog. Fed.). A porre sotto accusa il Consiglio sono compagini imprenditoriali (brutte compagnie, le ha chiamate) che stanno prendendo piede in Sardegna con l'obiettivo di asservire la Regione per poter far fronte ai debiti di aziende, per scaricare sulle casse del denaro pubblico le proprie incapacità imprenditoriali. Per impedire che ciò avvenga, Cugini ha fatto appello alle forze oneste della politica regionale affinchè si rintuzzino le iniziative insidiose e si faccia fronte comune contro gli attacchi alle istituzioni ed alle risorse finanziarie dell'Isola.
Per ottenere risultati in questo senso, ha aggiunto Cugini, è necessario un serio confronto anche tra maggioranza ed opposizione ed all'interno stesso della maggioranza. Il PDS si sta facendo carico di questa situazione e la soluzione alla crisi, proposta ieri da Palomba, è il frutto di questo confronto. Un confronto che riavvia il processo di intese anche con le forze del centro che hanno dimostrato con concrete proposte di voler positivamente concorrere allo sviluppo dello stato sociale ed economico della Sardegna.
Secondo Cugini, ogni altra soluzione alla crisi, che non sia il risultato di incontri-confronti, deve essere messa da parte. Così come, ha detto, non abbiamo accettato la proposta di F.I. per un governo istituzionale. Si all'alternanza ed alla legittimazione del voto, ma un no secco, ha ribadito, per ogni soluzione pasticciata.Per l'on. Marteddu (Ppi), cè la sensazione di svolgere un "dialogo virtuale" dopo la proposta dell'on. Palomba, per non interrompere il dialogo politico all'interno del Consiglio.
Dopo aver rivolto alcune critiche alla stampa, Marteddu ha richiamato le modalità di presentazione della Giunta, per la quale, a suo parere, Palomba ha chiesto un voto tecnico per poter proseguire il dialogo aperto con le forze politiche e dare una svolta alla legislatura prima della sua conclusione. Su questa strada si può continuare il dibattito, anche se ci si chiede dove porterà la transizione.
Marteddu ha aggiunto che la lettura della crisi data in passato non cambia. La giunta presentata è di transizione, ma è da respingere il teorema che dalla crisi siano derivati danni per la Sardegna. La crisi è nella società sarda e nei rapporti politici e, se la crisi ha scosso il mondo della politica, allora è stata salutare.
Per Marteddu è falso anche pensare che tutto si risolverà dopo il congresso del Ppi. Ma il congresso non sarà epocale e non farà scelte traumatiche. La transizione deve essere affrontata adesso, partendo dalla politica e dagli obiettivi che si vogliono raggiungere, lasciando perdere la "frenesia dello schieramento" che mira alle strutture del potere.
L'accelerazione verso R.C. talvolta è stata parossistica, ha aggiunto Marteddu, ma la crisi del centrosinistra è altra cosa. Le obiezioni verso R.C. non sono idelogiche, ma politiche; si deve quindi individuare il motivo per cui il centrosinistra non riesce a dare compiutezza alle politiche per la riforma della Regione, per cambiare la Sardegna, per portare avanti un vero governo originale e coraggioso che sappia coniugare, ad esempio, l'ambiente con lo sviluppo.
Questi sono i temi in discussione, che non si possono sfuggire. Cambi repentini di schieramento senza affrontare questi nodi, sono difficili da perseguire. Per Marteddu non si può parlare di "transfughi": occorre prendere atto che sono nati nuovi soggetti politici, specie nell''area del centro che è meno organizzata di altre. Si devono quindi cogliere le novità, oggi e nel futuro.
O si raccolgono le potenzialità che il centro esprime oggi in Sardegna, o "i progetti del centrosinistra resteranno delle chimere", ha detto ancora Marteddu, che ha poi parlato dei "nuovi soggetti politici" come un fenomeno da guardare con realismo ed atttenzione, così come tutto ciò che avviene al di fuori del Palazzo.
Marteddu si è quindi soffermato sui problemi della globalizzazione dell'economia e sull'innovazione tecnologica, per poi ricordare il problema di regole della democrazia e dell'informazione, un serio problema da affrontare con realismo senza demonizzazioni di sorta.
Marteddu si è poi chiesto il senso del "patto di consultazione" con R.C., e che cosa significhi esattamente: è un progetto per arrivare al governo della Regione? O è un ulteriore peso nella "bilancia di Brenno"? Su questo punto è necessaria la massima chiarezza, sia per oggi che per domani, perchè è necessario pensare alle risposte di governo da dare alla Sardegna. Marteddu ha concluso dichiarando il proprio voto favorevole alla Giunta, per i motivi per i quali è stata proposta, con l'augurio che essa possa favorire la ripresa della politica.Le enunciazioni formulate dallon. Palomba, al momento di presentare il suo esecutivo, non hanno convinto affatto l'on. Degortes (PSFD), il quale ha spiegato il suo giudizio in modo circostanziato e molto deciso. Per ciò che riguarda gli impegni per la Gallura, Degortes ha giudicato assolutamente negativo il silenzio mostrato nei confronti dei problemi e delle esigenza di quella parte dell'Isola. L'abbandono di "quella importante zona" è stato giudicato, quindi, irresponsabile.
Decisamente negativo il giudizio su Palomba, espresso sotto il profilo politico. Degortes ha giudicato il presidente dell'esecutivo prigioniero di veti, di interessi, di condizionamenti di ogni genere. Questo è anche frutto di polemiche e contrasti vivaci, esistenti all'interno dei partiti che lo sostengono, in primo luogo all'interno del PDS. Altro fatto preoccupante è che lo stesso Palomba si sia circondato di "personaggi e figuri" non all'altezza e poco credibili.
Degortes ha, quindi, giudicato incosistente il programma di governo, inadeguato alla realtà sarda, condizionato da scelte vecchie e da esigenze che poco hanno a che fare con la società isolana. Seguendo questa strada, ha concluso, oltre alle città si consegnerà al centro destra anche la Regione."Perchè Palomba, pur essendo stato eletto con 29 voti, rimane alla guida della Giunta? Perchè pur avendo un bacino elettorale di 52 voti ne ha ottenuti soltanto 29? Perchè dopo tre mesi di crisi, Palomba ci ha riproposto la stessa Giunta? Sono forse stati rimossi gli ostacoli che avevano provocato la crisi? O si sta aspettando il congresso del Popolari? "Ho rivolto tante volete queste domande al presidente, ma non mi ha degnato di una risposta", ha esordito l'on. EdoardoUsai (A.N.), ed ha proseguito affermando che si sta addirittura cercando di scaricare le responsabilità della crisi e del blocco conseguente dell'attività regionale sull'intero Consiglio. In realtà le responsabilità sono solo e soltanto del centro sinistra che ha miseramente fallito i suoi obiettivi.
Parlando successivamente dei nuovi soggetti che si affacciano alla ribalta del panorama politico regionale, Usai ha affermato che non devono essere demonizzati: "siamo in democrazia ed ognuno ha il diritto di parlare o di costituirsi in movimento. Il nostro dovere è di ascoltare; sarà l'opinione pubblica a valutarne i contenuti, ad accettare questi nuovi soggetti politici o a dissuaderli".
Soffermandosi sulla "inesistente valenza istituzionale" del patto di consultazione con R.C., uscito fuori dal cappello dell'on. Palomba, Usai si è chiesto che significato esso possa avere per le masse di agricoltori, per i disoccupati e per tutte le categorie produttive che attendono risposte concrete dall'azione della Regione. È inaccettabile che si stia in quest'Aula a discutere di cose inconcludenti quando fuori la Sardegna precipita.L'Aula è triste, perchè tutti sono consapevoli dell'emergenza, ha detto l'on. Falconi (Progr. Fed.), ma quando si parla di problemi seri non si deve banalizzare nè tantomento essere cinici. Riferendosi ai primi interventi della mattina, Falconi ha criticato gli inviti rivolti a Palomba perchè se ne vada: "noi siamo per la comprensione e la tolleranza, ha aggiunto, non certo per l'espulsione dei gruppi".
L'Ulivo, ha proseguito Falconi rivolgendosi a Boero, attraversa un periodo di difficoltà, ma chi ha la responsabilità di governo deve governare. Ed è augurabile che a settembre si possano trovare momenti di collaborazione, nonostante tutte le difficoltà politiche ed economiche. Le difficoltà della giunta sono reali, ma i segnali di ripresa sono incoraggianti. Anche il Consiglio ha le sue difficoltà.
Per Falconi questa crisi ha evidenziato un aspetto positivo: la soluzione della crisi è un "no all'avventura", così come la nascita di un nuovo soggetto politico non deve essere sottovalutata, ma semmai è, necessario conoscerla meglio per riportarla alla correttezza delle regole, particolarmente nel settore dell'informazione. E prima di parlare dei fallimenti altrui occorre risolvere i propri fallimenti.
Falconi ha poi evidenziato gli aspetti negativi della crisi, come l'umiliazione patita dalla politica che ha perso credibilità. Invitando a dare il voto favorevole alla Giunta, Falconi ha concluso affermando che a settembre si dovranno affrontare alcune importanti scadenze, come quella, forndamentale, della nuova legge elettorale.In questo dibattito manca il clima giusto, forse perchè i consiglieri sono stanchi e si sentono "assediati, circondati": l'on. Bruno Dettori, (Misto-Patto), ha richiamato tutti ad una maggiore serietà, ad una più attenta sensibilità nei confronti delle istituzioni.
Dettori ha quindi analizzato ciò che sta succedendo nella società sarda. Si sono lamentati gli agricoltori, i sindacati, i rappresentanti delle categorie sociali, oggi si muovono gli imprenditori e lo fanno perchè sono "minacciati i loro interessi personali", ma questi imprenditori non sono "nuovi soggetti politici" e non possono rappresentare la Sardegna.
Non è in crisi la politica, ha aggiunto Dettori, ma è in crisi la classe politica, che deve riacquistare il "gusto di fare politica vera", che deve difendere il ruolo delle istituzioni, che i consiglieri devono impegnarsi a tutelare e valorizzare.
Dettori ha, quindi, parlato del suo caso particolare, "catapultato, suo malgrado, nella maggioranza". Tutti devono fare lunghi e nuovi percorsi, devono compiere un "processo di avvicinamento alle posizioni degli altri gruppi". R.C., ad esempio, deve anche tenere conto delle posizioni e dei programmi dei moderati.
Dettori, ha, quindi, invitato l'on. Palomba a "non toccare nulla della attuale compagine di giunta", ed ha infine garantito comunque che anche "il Patto avrebbe fatto il suo dovere".L'on. Ballero (Fed. Dem.) ha esposto alcune riflessioni sullo scioglimento del Consiglio. La legislatura, partita con grandi aspirazioni, si è trovata poi in difficoltà, anche per le campagne di delegittimazione nei confronti del Consiglio. La soluzione proposta per la crisi non può passare come attesa di un evento che dovrà verificarsi. I prossimi mesi potranno caratterizzare l'intera legislatura in senso positivo e negativo.
Sul piano delle riforme si dovrà realizzare un'ampia convergenza di tutte le forze del Consiglio, ha aggiunto Ballero, e il Consiglio sarà chiamato ad approvare una serie di provvedimenti urgenti, come la legge che modifica il sistema dei controlli degli Enti Locali, come la riforma delle competenze della Giunta, come la riforma degli Enti. Su questi temi il Consiglio dovrà impegnarsi, ma è necessario che ci sia una Giunta in carica con una ritrovata unità di intenti.
I lavori del Consiglio riprenderanno
nel pomeriggio alle ore 16.