Nota stampa
della seduta n. 202 antimeridiana del 31 maggio 1997
Il Consiglio regionale ha ripreso i lavori sotto la presidenza dell'on. Selis.
Dichiarazioni del Presidente della Giunta
sull'attuale situazione politica.Il dibattito che si è svolto in questi giorni è stato giudicato "interessante e serrato" dal Presidente della Giunta regionale, on. Palomba, per il quale l'esecutivo non si è sottratto al confronto, ma anzi ha fornito utili indicazioni ed esaurienti spiegazioni sul lungo ed intenso cammino sin qui compiuto.
Palomba ha subito contestato le accuse, mossegli dall'opposizione, di aver perso il contatto con le forze sociali isolane e di aver fatto scelte politiche che non hanno avuto alcun risultato. Il tasso di disoccupazione, invece, è diminuito, la ripresa economica ha mostrato significativi risultati positivi. Quindi si è trattata una preconcetta opposizione all'attività della maggioranza e si sono ignorati, pregiudizialmente, i risultati sinora ottenuti.
La maggioranza, ha aggiunto Palomba, ha mostrato sempre una notevole coerenza ed ha risposto, tempestivamente, alle pressanti richiesta giunte dalla società isolana. La giunta, inoltre, non ha evitato di affrontare i problemi più difficili e spinosi, anche quelli da molti anni all'attenzione della classe politica.
Ad esempio, ha detto ancora Palomba, il Master Plan è stato a lungo esaminato dagli assessori competenti e sarà ora definito nel corso della prossima riunione di giunta, per dare finalmente risposte concrete anche all'imprenditore privato che da tempo attende di conoscere le decisioni dell'esecutivo isolano.
La Giunta, quindi, sostenuta con coerenza e fermezza dai partiti di sinistra, dai moderati e dai sardisti ha lavorato con impegno e, pur nella differenza dei ruoli, ha strettamente collaborato con il Consiglio. Anzi, l'esecutivo ha avuto in molte occasioni rapporti particolarmente stretti con l'Assemblea regionale e questa collaborazione è la prova del rispetto e della considerazione che la Giunta ha del parlamento dei sardi, e non potrebbe essere diversamente. Quindi, un rapporto stretto tra esecutivo e legislativo, tra maggioranza ed opposizione che devono lavorare per l'unico interessa della Sardegna.
Il Presidente della Giunta ha, quindi, esaminato i rapporti esistenti all'interno della maggioranza che lo sostiene ed ha ricordato come esistano dei "dissidenti" all'interno di una grande forza politica che fa parte della maggioranza, e come le dimissioni della Giunta siano state chieste anche dagli esponenti di Rifondazione Comunista. La Giunta ed il Presidente, prendono atto di queste richieste e sono pronti a trarre le opportune decisioni dopo il voto del Consiglio.
Il Presidente e la Giunta, infatti, ha detto Palomba, operano in piena sintesi di intenti ed agiscono in sintonia col Consiglio. Sono, dunque, le forze politiche della maggioranza che devono decidere il futuro della coalizione. Presidente e Giunta traggono validità e legittimità proprio dal voto dei rappresentanti della società sarda e si rimettono quindi, anche in questa occasione, alle indicazioni ed alla volontà del Consiglio regionale.
Palomba ha proseguito affermando che è emersa la necessità di ricucire gli strappi e ricomporre il dissenso sulla base delle energie del centro e della sinistra. Occorre condurre a termine un grande progetto da sviluppare con unità di intenti. Molti interventi hanno auspicato la ricomposizione dei dissensi, e tutta l'area del centro-sinistra si rende conto che deve restare unita.
La politica è un'arte dura e difficile, ha aggiunto Palomba, il quale ha chiarito di lottare contro la cultura della disgregazione.
Dopo aver affermato l'impegno per la ricostituzione del centro sinistra, Palomba si è soffermato sulle nuove compagini politiche per poi, riferendosi a Rifondazione, sostenere la necessità di un suo ingresso nell'area di governo con un confronto basato sulla pari dignità. Così si sono espressi sardisti, popolari e pattisti. Questi gruppi sono pronti ad aprire il confronto per cercare un nuovo patto di governo. Così sarebbe recepita l'indicazione di Rifondazione.
Dopo aver espresso apprezzamento per l'ordine del giorno Murgia-Sassu, Palomba ha confermato l'impegno ad un nuovo confronto per verificare le convergenze per un nuovo accordo politico ed un programma che affronti i problemi più gravi. "Attendiamo serenamente la risposta del Consiglio", ha proseguito Palomba che ha poi concluso affermando che un'eventuale maggioranza che critica non è necessariamente una maggioranza di governo.Al termine della replica hanno chiesto di parlare sull'ordine dei lavori i capigruppo dei Progressisti Federativi e di Forza Italia.
L'on. Scano (Prog. Fed.) ha chiesto una sospensione della seduta per dare modo ai gruppi ed ai singoli consiglieri di valutare i contenuti delle dichiarazioni del presidente Palomba. L'on. Pittalis (F.I.) si è associato alla proposta ed il Presidente ha sospeso la seduta per mezz'ora.
Alla ripresa dei lavori, il Presidente ha annunciato la presentazione di due ordini del giorno, uno a firma delle opposizioni che chiedono la sfiducia della Giunta e uno a firma diegli onorevoli Murgia e Giuseppe Sassu di impegno per la Giunta.
Il capogruppo di A.N., on. Masala, ha affermato che il secondo ordine del giorno non è proponibile e quindi accoglibile perché il documento non può essere collegato alle dichiarazioni del presidente Palomba e non porta le firme di almeno 8 consiglieri; quindi diventa un documento ordinario e, come tale, deve essere votato dopo 3 giorni dalla presentazione.
Il Presidente ha chiesto che i vari gruppi esprimano le loro interpretazioni prima di prendere una decisione ponderata.
L'on. Masala (A.N.), ha insistito sul fatto che il primo ordine del giorno di sfiducia, presentato formalmente non consente la presentazione di un secondo documento di fiducia aggancianto ad esso. In ogni caso è il primo ordine del giorno che deve essere votato per primo.
L'on. Bonesu (PSd'Az) ha affermato che il Consiglio è stato convocato per effetto dell'art. 118 del Regolamento e che l'ordine del giorno delle opposizioni deriva dall'art. 116 del Regolamento. L'ordine del giorno n. 2 è comunque inammissibile perché non porta le firme occorrenti.
L'on. Scano (Progr. Fed.) ha precisato che il primo ordine del giorno ha il carattere di preliminarietà rispetto al secondo, ma non quello della preclusività. Ha fatto rilevare che la delicatezza dell'interpretazione sta nel fatto che la questione ha conseguenze sulle modalità del voto. "Il nostro parere, ha detto, è che si deve evitare che si voti l'ordine del giorno n. 1 di sfiducia alla Giunta per appello nominale e che si vada alla votazione del secondo con il voto segreto".
Secondo l'on. Montis (R. C.), non si sono chiarite le conseguenze dei due ordini del giorno. Le dichiarazioni di voto devono avvenire sulle due mozioni o sull'ordine del giorno n. 1 che è da considerarsi conclusivo delle mozioni? Oppure l'ordine del giorno non è riassuntivo e allora le dichiarazioni di voto sono sulle mozioni?
Il Presidente Selis ha chiarito che le mozioni avevano già raggiunto il loro obiettivo, quello di provocare le dichiarazioni del presidente Palomba. Quindi le due mozioni sono da considerarsi superate.
Per l'on. Ballero (PSFD) l'intervento dell'on. Masala è stato utile, ma la sua posizione non è condivisibile in quanto all'ordine del giorno della seduta c'è la prosecuzione del dibattito sulle dichiarazioni di Palomba. Quindi, ai sensi dell'art. 118, le dichiarazioni devono essere concluse con un voto.
Se avesse ragione Masala, ha aggiunto Ballero,ogni volta che si discute un tema importante la presentazione di un ordine del giorno di sfiducia da parte di 8 consiglieri potrebbe impedire la votazione sulle dichiarazioni del Presidente.
Secondo Ballero, occorrerebbe definire il contenuto oggettivo dell'ordine del giorno n. 2. Se il problema è quello delle firme, allora si potrebbe presentare subito un ordine del giorno del medesimo contenuto con otto firme .La votazione immediata dell'ordine del giorno n. 1, invece, è stata sollecitata dall'on. Pittalis (F.I.), secondo il quale si potrebbe poi passare all'esame degli altri documenti presentati.
L'on. Locci (A.N.), dal canto suo, ha sollecitato il ritiro dellordine del giorno n. 2, perché il voto sul primo ordine del giorno delle opposizioni "implica, di fatto, la fiducia o la sfiducia nei confronti dellesecutivo".
In ogni caso, ha concluso Locci, se l'ordine del giorno Murgia-Sassu venisse considerato accettabile e posto in votazione secondo le norme dell'art. 120 del Regolamento, quindi come un ordine del giorno normale, A.N. chiederebbe la sua votazione a scrutinio segreto."In quest'Aula sta emergendo una grande ambiguità, per nascondere una situazione ormai giunta al capolinea": l'on. Amadu (Misto-CDU), ha richiamato tutti ad una grande chiarezza: il problema di fondo, infatti, è quello dell'allargamento o meno della maggioranza a R.C. Le interpretazioni più o meno fondate degli ordini del giorno presentati, i continui rinvii, le necessarie riflessioni, le pause e le questioni regolamentari sono pretesti con i quali si vogliono coprire responsabilità ed incapacità politiche.
Il Consiglio, ha concluso Amadu, deve quindi decidere; se la maggioranza esiste, governi; se la maggioranza non esiste più, l'esecutivo ne tragga le opportune e necessarie conseguenze politiche. Ma si facciano le cose velocemente, senza continui rinvii e tentennamenti.Nel dibattito regolamentare è intervenuto, quindi, l'on. Paolo Fois (Progr. Fed.), il quale ha sostenuto l'ammissibilità dell'ordine del giorno Sassu-Murgia, perché collegabile alla mozione 123, con la quale si sollecitavano le dichiarazioni del Presidente della Giunta e si ipotizzava l'avvio di una verifica politica.
La mozione 123, di R.C., non è decaduta e non è stata assorbita da alcun altro documento, ha concluso Fois, al contrario di quanto avvenuto per la mozione 122, presentata dal Polo delle libertà. L'ordine del giorno Murgia-Sassu, collegato alle richieste di apertura di una verifica politica può, quindi, essere discusso e votato.Prima di decidere sulle diverse questioni procedurali, il presidente Selis ha brevemente sospeso la seduta.
Alla ripresa dei lavori, il Presidente ha comunicato che le due mozioni n. 122 e n. 123, non inserite all'ordine del giorno, non sono in discussione. L'ordine del giorno n. 1 è accettabile e verrà votato a scrutinio palese. L'ordine del giorno n. 2 non è relativo alla fiducia e, se permane, può essere votato a scrutinio segreto.
L'on. Murgia (PSFD), ha quindi precisato che l'ordine del giorno viene ritirato e contestualmente viene presentata una mozione di fiducia.
Il Presidente ha quindi comunicato che la mozione di fiducia non potrà essere discussa se non fra tre giorni. Ha poi comunicato che è stata presentata una seconda mozione di fiducia che sarà inserita, unitariamente alla precedente, all'ordine del giorno secondo le decisioni che prenderà la prossima conferenza dei capigruppo.
L'on. Ghirra (Progr. Fed.) ha affermato di non avera apprezzato la decisione del Presidente e della Giunta sulla questione del Master Plan. Il Consiglio e la Giunta non sono società finanziarie, ma debbono decidere sulla base di leggi che esistono e che il popolo sardo si è dato. Poiché gli interessi affaristici devono stare alla larga da questo consesso, Ghirra ha detto di trovarsi in una posizione di contrarietà che, tuttavia, non gli impedisce di dare il voto favorevole alla Giunta per responsabilità verso il suo gruppo e verso la Sardegna. "Sia ben inteso, però, ha detto, che se la maggioranza sarà influenzata da poteri esterni, personalmente non potrò più farne parte".
Ghirra ha concluso sostenendo la necessità di aprire il confronto con Rifondazione Comunista che sui problemi della Sardegna, ed in particolare sulla salvaguardia delle coste sarde, ha posizioni precise. Questa Giunta può avere ancora la possibilità di volare alto.Eravamo disponibili ad esaminare la situazione alla luce di fatti nuovi, ha detto l'on. Montis, capogruppo di Rifondazione Comunista, .ma gli unici fatti nuovi sono stati negativi, Essi consistono nel fatto che si sia detto che una maggioranza con R.C. sarebbe squilibrata a sinistra e nel fatto che il segretario del PDS ci accusi di insensibilità e di massimalismo. Montis ha poi ricordato le battaglie del partito a favore dei lavoratori e tutte le volte che i suoi rappresentanti sono venuti in soccorso della maggioranza per votare leggi e provvedimenti che altrimenti sarebbero stati bocciati.
Montis ha poi affermato che non è la prima volta che le sinistre votano con le destre, in una coincidenza di posizioni ma guidati da ragioni diametralmente opposte. Ha poi rammentato che il massimo dei voti recuperabili in occasione del voto, cioè quaranta, non dà alla maggioranza l'autorità per governare nè i titoli per produrre leggi e provvedimenti. E per finire "non abbiamo niente da rimproverarci perchè la posizione di R.C. è stata limpida e chiara, volta sempre ad una inversione di tendenza rispetto ai sistemi della prima repubblica".Particolarmente critico, nei confronti della Giunta Palomba, l'on. Boero (A.N.) il quale ha ricordato la drammatica realtà dei dati dell'occupazione e del prodotto interno lordo dell'Isola. I disoccupati, infatti, crescono continuamente ed il PIL sardo è cresciuto meno di quello di tutte le altre regioni italiane.
La Sardegna, ha aggiunto Boero, attende con impazienza di liberarsi della Giunta Palomba, mentre la politica regionale che ha portato a 310 mila disoccupati sia frutto degli accordi tra Palomba e sindacati confederali. Occorre, quindi, cambiare sistema ed è giusto votare contro questa maggioranza.I Verdi e gli ambientalisti, ha detto quindi l'on. Diana (Progr. Fed.) sono preoccupati perché il governo regionale non ragiona in termini di sviluppo compatibile, ma resta succube di potentati economici. La Sardegna ha bisogno di sviluppo armonico, e "non siamo disposti all'arrendevolezza".
Pur senza votare l'ordine del giorno della destra, ha concluso Diana, la nostra presenza nella maggioranza non è scontata, ma è condizionata all'ingresso di R.C. nel governo.Particolarmente sofferto anche l'intervento dell'on. Demontis (Misto), il quale ha annunciato la propria volontà di votare contro questa Giunta e, quindi, a favore dell'ordine del giorno proposto dal Polo. "Questa Giunta non mi rappresenta", ha aggiunto Demontis, per i risultati ottenuti, per come è stata votata e per come è stata formata e composta.
Per Demontis, inoltre, la Giunta deve essere votata da chi la sostiene. La sua è un'opposizione non per mere questioni personali, ma per le convinzioni politiche dei sardisti che sono stati "cacciati" dal PSd'Az., dei movimenti indipendentisti, della Costituente sardista.
Concludendo l'intervento, Demontis ha chiesto chiarezza e coerenza nelle scelte politiche ed ha chiesto al presidente Palomba di accogliere l'invito rivoltogli da molti consiglieri "di dimettersi". Lo faccia ora, ha concluso l'oratore, e formi una Giunta autonoma, slegata dal potere dei partiti, in grado di governare senza condizionamenti e senza continui patteggiamenti e tentennamenti.L'on. Nizzi (F.I.), dopo aver detto di aver appreso oggi dall'on. Ghirra che nella Giunta esistono assessori che si muovono nell'illegalità, ha affermato che Ghirra avrebbe fatto meglioa denunciare alle autorità questa situazione. Se non si condivide l'operato della Giunta bisogna avere il coraggio di votare contro. Si vuole chiarezza sulla denuncia dell'esponente dei progressisti, ha detto ancora Nizzi, che ha poi invitato Palomba a dire "se sarà favorevole o contrario al Master Plan. Ce lo dica come io dico che voterò lordine del giorno presentato dalle opposizioni".
"Voterò contro l'ordine del giorno di sfiducia, ha detto l'on. Bonesu (PSd'Az.), perché comunque la sua approvazione creerebbe più problemi di quanti ve ne siano oggi". Ma questo voto, qualunque sia, non risolve i problemi di questa maggioranza, lontanissima dalla compattazione. Se si aprisse una crisi, sarebbe difficile da chiudere per l'ulteriore disgregazione che si verificherebbe.
Bonesu ha concluso ribadendo che i problemi politici rimangono e che la maggioranza dovrà fare una seria riflessione per arrivare a una Giunta che governi e un Consiglio che lavori.In questi tre giorni di dibattito è stato raggiunto un obiettivo: il Consiglio regionale ha ritrovato se stesso, le ragioni del suo essere: per l'on. Marteddu (Ppi), il Consiglio ha saputo dare una grande risposta a "questa campagna di primavera" avviata proprio contro l'Assemblea regionale. Il Consiglio, i consiglieri hanno svolto un'analisi seria, approfondita della realtà politica sarda ed hanno anche tentato di costruire.
Per Marteddu, inoltre è stato messo in un angolo chi diceva che la crisi era stata scatenata da "banalità"; infatti è emersa la necessità di nuove regole per giungere ad una diversa e reale stabilità politica, per scegliere una maggioranza in grado di governare realmente. Nel dibattito, però, è emersa, una frattura tra il Consiglio e la Giunta, per il diverso modo di intendere e di concepire l'attività politica.
Il dibattito, ha concluso Marteddu, non si è concluso con una disponibilità per avviare un reale confronto. Per questa ragione, per cogliere l'unica possibilità esistente di aprire finalmente un grande raffronto tra tutte le diverse forze politiche, ha annunciato il proprio voto a favore dellordine del giorno di censura presentato dal Polo.Riferendosi alle dichiarazioni fatte da lui stesso nel corso del dibattito, l'on. Fantola (Misto) ha detto che voterà a favore dell'ordine del giorno delle opposizioni, ma che questo voto non significa un suo ingresso in quelle forze. Il suo obiettivo è che si vada verso una cultura liberaldemocratica che abbia la forza di realizzarsi e di vincere.
Il voto contrario all'ordine del giorno è necessario per evitare una crisi al buio, ha detto l'on. Murgia (Misto), mentre le due nuove mozioni di fiducia presentate apriranno la strada per affrontare con chiarezza i problemi e dare un governo efficace alla Sardegna. Il Regolamento purtroppo non consente la sfiducia costruttiva, ha concluso Murgia, e quindi era stato presentato l'ordine del giorno poi ritirato per risolvere il problema politico e andare verso una maggioranza più compatta.
L'intervento del collega Montis ha "particolarmente colpito" l'on. Biancareddu (F.I.), per l'analisi storica fatta e che, invece, non sembra materia molto conosciuta ed apprezzata dal presidente Palomba e dalla sua Giunta. La materia che appare sempre più consona a questa maggioranza è, infatti, la geometria, che permette "di far quadrare il cerchio e di fare le lottizzazioni".
Per Biancareddu, quindi, il Presidente deve andarsene, perché non si può governare con 40 o 41 voti e non si può restare incollati alla poltrona, senza avere i numeri dalla propria parte. La Giunta non ha governato, non ha programma politico, non cerca di capire le ragioni e le richieste della società sarda. Per la sua assoluta incapacità di affrontare i problemi della Sardegna è, quindi, necessario ed opportuno votare a favore della mozione del Polo.Per l'on. Secci (Ppi) bisogna sentirsi orgogliosi di votare un ordine del giorno di sfiducia delle opposizioni perché deve potersi giustificare il dissenso. Se Palomba oggi supera l'ostacolo si porterà però nel futuro il peso di una maggioranza sgangherata. Per salvare un assetto si sta rischiando di gettare al vento un progetto. E' stato chiesto al Presidente di dimettersi perché solo così quel progetto può essere salvato. Se si riprende il dibattito ed il confronto sulle problematiche della Sardegna, i dissenzienti del Ppi saranno lieti di continuare a far parte della maggioranza.
Il voto favorevole all'ordine del giorno della destra è stato annunciato, se pur a malincuore, dall'on. Aresu (Misto) per il quale Palomba, nella sua replica, non ha avuto coraggio, forse perchè non gli è stato concesso.
Dopo aver ricordato che nell'ultima crisi Palomba aveva avuto 41 voti, Aresu ha affermato che la maggioranza continuerà a "ricattare" il Presidente. Rifondazione non chiede la testa di Palomba, ma solo l'azzeramento per poi ripartire da una situazione chiara.
Riferendosi all'articolo del segretario regionale del PDS apparso oggi sulla stampa, Aresu ha rilevato l'assurdità di "un ex comunista che chiede coerenza ad un comunista", per poi ricordare le vicende legate alle elezioni di Presidenti di Commissione, quando a Rifondazione venne chiesto di astenersi per evitare di dare la presidenza alle destre ed eleggere gli onorevoli Secci e Ladu, oggi chiamati "sabotatori e ribelli". E chi aveva chiesto quei voti oggi chiede il voto contro Secci e Ladu.
Aresu ha concluso affermando che la responsabilità del voto a favore dell'ordine del giorno delle destre ricade interamente sulla maggioranza e su Palomba e che non vi sarà alcun voto a favore sulle future mozioni di fiducia da parte sua e di Rifondazione se non verranno discusse le richieste avanzate da Rifondazione stessa.Dopo aver seguito con la massima attenzione gli interventi del presidente Palomba, l'on. Casu (F.I.), ha sottolineato come mai nessuna risposta, nessuna proposta seria sia venuta dallo stesso presidente e dagli assessori regionali in carica, prova dell'assoluta incomunicabilità dell'esecutivo, alle prese con gravi divergenze interne alla maggioranza.
Questa volta, quindi, invece che alla Giunta, Casu ha rivolto un appello ai consiglieri regionali con la speranza di avere finalmente risposte concrete: "se credete in questa maggioranza, votate pure in suo favore; se non credete nella sua reale validità, votate la sfiducia all'esescutivo", in modo da favorire un reale chiarimento tra le parti anche per poter finalmente portare avanti un buon programma di governo.L'on. Randaccio (Misto), ha detto che la soluzione alla crisi deve passare attraverso due concetti: concertare la governabilità ed equilibrare la maggioranza, nel senso che l''inserimento di Rifondazione Comunista sbilancerebbe troppo a sinistra la coalizione. Ha annunciato poi il voto contrario all'ordine del giorno e la disponibilità al dialogo ed al confronto con tutte le forze che possono far parte di questa maggioranza.
L'on. Marracini (F.I.) ha preannunciato voto favorevole all'ordine del giorno, affermando che oggi la sfiducia non passerà per 1 voto, anche se è probabile che la prossima settimana la fiducia non passerà per 1 voto, portando il quadro politico alla massima confusione.
Secondo Marracini, personalizzare la crisi fa il gioco della maggioranza, ma il vero problema è la mancanza di coesione, di programmi e di obiettivi.
Dopo aver citato la posizione dell'on. Ghirra, Marracini ha affermato che i problemi politici importanti danno chiarezza alla politica importante, ed è su questi che si misurano le condizioni per tenere in piedi la maggioranza. Se si portassero in Aula problemi importanti, la maggioranza sarebbe ancora più frantumata.
Marracini ha concluso affermando che per proseguire la legislatura è necessario far chiarezza sui motivi di fondo e sulle posizioni del governo regionale, e su questi verificare l'esistenza di un'eventuale maggioranza, senza perdere altro tempo. Il problema non è di numeri, ma di contenuti.La replica del presidente Palomba, ha detto l'on. Ladu (Ppi), pur migliorata nel tono e nelle considerazioni fatte nei confronti del Consiglio, non conteneva alcuna risposta alle numerose domande fatte dalle diverse forze politiche. Un intervento, quindi, lacunoso ed incompleto che non ha indicato un nuovo modo di governare, un diverso modo di avere rapporti chiari con tutte le forze politiche.
Ladu, pur riconoscendosi nella proposta politica del centro sinistra, non codivide l'allargamento della coalizione nei confronti di Rifondazione Comunista e non accetta il metodo delle scelte seguito dallo stesso presidente Palomba. Per queste ragioni, per stimolare un chiarimento tra le diverse forze politiche, Ladu ha annunciato la propria intenzione di votare a favore del documento di sfiducia del Polo delle libertà.L'on. Giuseppe Sassu (Progr. Fed), ha rilevato che l'ordine del giorno n. 1 ha contenuti diversi dal documento presentato da lui e da Murgia, che aveva lo scopo di offrire la possibilità di evitare una crisi e le conseguenze che essa comporta per l'Isola.
Sassu ha sostenuto la gravità di una crisi al buio e la necessità di trovare un percorso, da definirsi "sfiducia costruttiva", ricercando il rafforzamento della maggioranza con la partecipazione di Rifondazione Comunista. Non voterà la sfiducia perchè si ritiene a pieno titolo facente parte di questa maggioranza.Secondo l'on. Balletto (F.I.), i motivi della crisi sono stati approfonditi nel dibattito e la replica di Palomba non ha aggiunto nulla. Però dalla maggioranza vengono adesioni condizionate, come nel caso dell'on. Ghirra e di altri. Ciò lascia capire che la maggioranza non si è ricompattata. La crisi è quindi in questi fatti, con grande "inettitudine" di governo.
Tra breve riscoppieranno tutti i motivi del dissenso, ha aggiunto Balletto, tenendo presente che ogni volta che c'è da "dividere qualcosa la maggioranza si spacca" ed è in grado di "ricattare" questo Presidente e questa Giunta. Se Palomba ha dichiarato di aver dedicato 5 anni della sua vita alla regione, non si rende conto che nessuno glielo ha chiesto. E oggi con la sua ostinatezza, sta facendo soffrire la Sardegna e i sardi.
Balletto ha concluso invitando Palomba a dimettersi con un atto coraggioso.Sono poi intervenuti, per dichiarazione di voto, i rappresentanti delle diverse forze politiche.
Per l'on. Balia (PSFD), il malessere presente in molte forze della maggioranza, nasce per ragioni profonde e reali. I consiglieri popolari che non condividono le ragioni di questa coalizione lo fanno per motivi seri, di grande importanza. Così come le polemiche esistenti sul Master Plan non sono condizionate solo dalle decisioni sul cemento, ma dalle esigenze di dare "risposte, positive o negative che siano". "E un problema di cultura, ha aggiunto Balia, ma è proprio un problema culturale quello di dare risposte alle domande della società sarda".
Quindi Balia ha pesantemente contestato le accuse mosse nei confronti di Federazione Democratica dall'on. Ghirra ed ha sottolineato che se "l'on. Ghirra è a conoscenza di azioni illegali, fatte dagli assessori di Federazione Democratica, è suo dovere rivolgersi alla Procura della Repubblica". Comunque, nelle sedi opportune Federazione Democratica saprà farsi valere.
Concludendo l'intervento, Balia ha, comunque annunciato il voto contrario del suo gruppo al documento del Polo con l'auspicio che si apra un coerente confronto politico tra tutte le diverse forze politiche presenti in Consiglio.Per l'on. Lorenzoni (Ppi) il voto contrario alla sfiducia è stato già annunciato dal capogruppo on. Giagu. Tutte le forze sociali chiedono di evitare che si arrivi alla crisi che avrebbe effetti devastanti sulla Sardegna e quindi si deve andare attraverso il dialogo ed il confronto ad un obiettivo programmatico che trovi la coesione di tutte le forze della maggioranza.
Lorenzoni ha poi criticato il richiamo a poteri esterni od occulti fatto dal consigliere Ghirra e, rivolgendosi all'on. Secci, ha detto che se è vero che per salvare un assetto si rischia di affossare un progetto è anche vero che un progetto può essere calpestato anche dalla voglia a tutti costi di provocare una crisi.Il clima esistente in questo Consiglio è stato considerato "preoccupante" dal capogruppo del Patto, on. Bruno Dettori: questo dibattito si concluderà con uno scarto minimo: 40 a 39 o 39 a 38, ma cosa cambia?
Un risultato che sancisce l'ingovernabilità dell'assemblea, ha aggiunto Dettori. E tutto questo appare condizionato dalle scelte del Master Plan. Ma la Sardegna ha bisogno di riforme, di iniziative serie e concrete in molti campi, quali quelle istituzionali, quelle sui parchi, per l'utilizzo delle risorse idriche e per affrontare altri argomenti di grande interesse e per realizzare tutte queste riforme non esistono maggioranze uguali.
Per Dettori, la situazione è al limite della rottura. Per salvare l'immagine e la dignità di tutti i consiglieri occorre un grande patto politico, che affronti le emergenze, faccia le riforme, governi con coerenza e correttezza. Per favorire questo processo di aggregazione e di confronto, il gruppo del Patto dei Democratici voterà contro il documento del Polo.Premettendo che la fase delle dichiarazioni di voto è stata indispensabile per far capire ai sardi con quale maggioranza hanno a che fare, l'on. Locci (A.N), ha affermato che con il voto di oggi al massimo si potrà salvare un esecutivo ma non si farà una maggioranza. Una Giunta non può governare senza l'appoggio di una maggioranza: da questa situazione si arriva fatalmente ad una fase pericolosa di autoritarismo dalla quale non si esce con ciambelle di salvataggio.
Locci ha concluso ricordando le pesanti accuse lanciate da Ghirra ai suoi colleghi di Federazione Democratica.Saprà la maggioranza superare queste drammatiche difficoltà? Forse in tutta questa vicenda si intravede anche un fatto positivo i cui segnali arrivano dalla possibilità (che si è aperta) di un dialogo fra elementi dell'ex area di maggioranza ed il Polo. In questa seduta si sono riaperti i termini del problema che hanno ispirato la mozione presentata da F.I.: la necessità di fare chiarezza nellattuale situaizone politica isolana. L'on. Pittalis (F.I.), ha ricordato come le stesse preoccupazioni degli esponenti di F.I. siano state condivise da molti esponenti dell'opposizione ed anche della stessa maggioranza. Nel dibattito ci sono stati forse aspetti spigolosi, e sono emersi anche contrasti e contrapposizioni difficili da superare.
I componenti dell'Ulivo sardo, ha ricordato Pittalis, si sono presentanti divisi alle elezioni regionali, con quattro programmi e quattro diversi candidati alla presidenza della Giunta. Dopo le elezioni queste divisioni sono state superate solo con le "ragioni del potere". Questa coalizione non ha più i numeri, non può continuare a fare finta di nulla, ad andare avanti senza una maggioranza che la sostenga. Gli ultimi due anni della legislatura saranno, quindi, caratterizzati da una situazione di crisi continua. Non sarà possibile far passare nulla enon si potrà affrontare alcun problema.
In questa situazione, l'approvazione dell'ordine del giorno presentato dal Polo non risolverà nulla. Concludendo il suo intervento, Pittalis ha chiesto a Palomba di dimettersi anche per "fare chiarezza" tra tutte le forze politiche, per cercare di superare uno stato di paralisi che penalizza pesantemente la Sardegna.Per il capogruppo Progressista Federativo, on. Scano, si è arrivati ad un passo dal fallimento del centrosinistra, ma, rifiutando questo scenario, si deve lavorare al rilancio della legislatura, evitando la crisi al buio e ricercando la ricomposizione dell'alleanza e l'ingresso in maggioranza di R.C. Con R.C. c'è una tensione forte per la sua oggettiva posizione politica diversa: confronto con la Giunta in carica o confronto dopo le dimissioni. Ma il rapporto con R.C. è strategico. Certo, non si può governare senza maggioranza, ma c'è anche da costruire una maggioranza politica. In questo quadro si colloca la vicenda del Master Plan. Giunta e maggioranza decideranno perchè i soggetti economici hanno il diritto di avere risposte e la Giunta ha il dovere di darle.
C'è un attacco frontale al Consiglio, ha aggiunto Scano, ma il degrado di queste istituzioni è dovuto anche alle classi politiche precedenti.
I progressisti, ha concluso Scano, voteranno contro l'ordine del giorno e lavoreranno per il rilancio della maggioranza, di questa Giunta e del Consiglio regionale.L'on. Marras (F.I.) ha detto che si sente in dovere di constatare con rammarico la fine della fiducia delle aspettative dei giovani, la morte della politica, la fine di una cultura di governo. Ha poi denunciato la mancanza dell'interesse pubblico a favore di interessi particolari ed affaristici, "così come è stato rilevato da uno stesso componente di questa maggioranza".
Secondo Marras, il partito egemone della maggioranza è figlio di una cultura che prevede l'occupazione di tutte le leve del potere ed ha sbagliato quindi chi nel 1994 ha deciso di farsi guidare mettendolo a capo di una coalizione.L'on. Ghirra (Prog. Fed.), intervenendo per fatto personale, ha precisato che il suo accenno all'illegalità non era collegato a illeciti penali, ma semmai al richiamoo alla legalità e alla trasparenza dei comportamenti.
L'ordine del giorno Pittalis, Masala, Amadu ed altri, votato a scrutinio palese, non è stato approvato.
La votazione ha dato il seguente risultato:
presenti 80
votanti 79
astenuti 1
favorevoli 39
contrari 40.Il presidente Selis, dopo aver annunciato la presentazione di due mozioni, la n. 124 e la n. 125, ha convocato una breve conferenza dei capigruppo per decidere la prosecuzione dei lavori consiliari.
I lavori del Consiglio riprenderanno
il 5 giugno alle ore 10
Alla pagina delle sedute dell'Assemblea