Nota stampa
della seduta n. 197 pomeridiana del 27 maggio 1997
Il Consiglio regionale ha ripreso i lavori sotto la presidenza dell'on. Selis.
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni riguardanti:
Il presidente Selis, in apertura di seduta, ha indicato le norme che le emittenti televisive seguiranno per riprendere, integralmente, la tornata di lavoro consiliare e ritrasmetterla in differita.
Sull'ordine del giorno dei lavori sono, quindi intervenuti gli onorevoli Fantola (Misto), Scano (Progr. Fed.), Bonesu (PSd'Az.) e Pittalis (F.I.), chiedendo la fissazione dei termini di sessanta giorni per la discussione in Aula dei provvedimenti legislativi per modificare la legge elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale.
Pittalis ha anche brevemente ricordato la polemica con la Presidenza dell'Assemblea, avvenuta a conclusione della scorsa seduta del Consiglio, ed ha spiegato le ragioni della richiesta del Polo delle libertà di una seduta straordinaria del Consiglio "proprio per avere chiara la situazione politica e lo stato della maggioranza che sostiene la giunta in carica".
Il presidente Selis ha, quindi, fissato il termine di sessanta giorni, entro i quali l'Aula dovrà esaminare la legge elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale.
Dichiarazioni del Presidente della Giunta
sull'attuale situazione politica.L'azione e l'operato della Giunta regionale è stato, quindi, illustrato dal Presidente Palomba, il quale, dopo aver ricordato gli importanti accordi raggiunti da questa coalizione con il governo centrale e con i grandi gruppi pubblici, ha sottolineato come questo dibattito "interrompa ed impedisca alla Giunta di portare avanti il suo importate programma di governo".
Questa Giunta, secondo Palomba, ha lavorato molto bene, affrontando e risolvendo molti dei gravi problemi della società sarda. Una crisi, inoltre, bloccherebbe il Consiglio e paralizzerebbe il lavoro delle Commissioni, alle prese con l'esame di leggi e provvedimenti di notevole importanza. Il casus belli, che potrebbe portare alla crisi, la nomina del prof. Palmieri alla guida della Fondazione del Banco di Sardegna, è stato giudicato "irrilevante" dal presidente della Giunta.
Una crisi al buio, ha detto ancora Palomba, non sarebbe assolutamente compresa dalle forze sociali e da buona parte della società sarda. I sindacati, le organizzazioni professionali, i rappresentanti delle forze produttive, infatti, si sono dichiarati, tutti, contrari all'apertura di una "crisi al buio". Queste indicazioni devono consigliare ai rappresentanti del popolo un attento esame di coscienza.
La Sardegna, ha aggiunto il Presidente della Giunta, è alle prese con grandi problemi. Il profondo malessere presente in tutte le diverse componenti della società sarda, ma anche di quella nazionale, impone scelte e decisioni ponderate, ma impone anche un'attività di governo che non ammette crisi e vuoti di potere. Il processo di profondo rinnovamento avviato in seno alla Bicamerale, tra l'altro, condiziona la lenta ripresa della Sardegna, così come il trasferimento di nuovi compiti, ma non delle necessarie risorse finanziarie, appesantirà ulteriormente lo stato delle risorse finanziarie disponibili.
Il Presidente della Giunta, quindi, ha elencato i problemi legati alle riforme istituzionali, al processo di integrazione europea, al tentativo di trasformare in "reale federalismo" il processo di adeguamento dello stato nazionale alle nuove esigenze politiche e sociali.
I gruppi di sinistra, di centro e sardista, che attualmente governano la Regione sono in grado di affrontare questa grave situazione, anche perché si può cogliere "qualche aspetto favorevole". E' necessario, certamente, un nuovo patto di governo, per coinvolgere in questo grande processo di rinnovamento tutte le forze vive della società sarda. I gruppi della sinistra, del centro, le forze sardiste possono collaborare con Rifondazione Comunista per affrontare e risolvere le grandi emergenze, che gravano sulla società sarda.
Certamente, ha detto ancora Palomba, esistono diverse posizioni, ma la necessità di affrontare i gravi problemi esistenti e tentare di risolverli può permettere alla coalizione di sinistra, di centro e sardista, di portare avanti il proprio programma di governo.
La maggioranza, quindi, nel pieno rispetto dei diversi ruoli esistenti tra esecutivo e legislativo, riprenderà a lavorare con grande impegno e si confronterà con le opposizioni di destra, per mettere a punto interventi e programmi di grande importanza, in grado di incidere realmente sulla difficile situazione socio-economica dell'Isola.
La coalizione, ha concluso Palomba, riprenderà slancio e vigore e porterà avanti iniziative politiche concrete. La Giunta realizzerà tutti gli accordi ed i grandi progetti ai quali ha attivamente lavorato in questa prima parte di legislatura, anche per concludere nella seconda parte della legislatura il suo programma di governo, del quale questa giunta, questa maggioranza "confermano la grande validità, la grande importanza sociale e politica".Ha poi preso la parola l'on. Balletto (F.I.), secondo il quale la relazione di Palomba "non è che la riproposizione delle dichiarazioni programmatiche", mentre si dovrebbe discutere dello sfaldamento della maggioranza. La crisi è latente e palese dall'inizio della legislatura, e F.I. ha sempre rimarcato i limiti di una maggioranza "solo numerica e non politica".
Per Balletto, l'ìUlivo non è in grado di governare, perché agli interessi collettivi si sono sempre anteposti quelli dei partiti e dei loro singoli esponenti.
Il fallimento dell'Ulivo risiede sia in una "malformazione genetica" che nell'ideologia marxista fallita in tutto il mondo, ha aggiunto Balletto, nonostante le dichiarazioni liberali. La Giunta ha governato senza dare le risposte attese dalla collettività, compromettendo l'efficienza delle imprese a affossando l'economia sarda.
Balletto ha proseguito affermando che la disoccupazione è aumentata, nonostante i "lavori socialmente utili ma economicamente inutili" che hanno sperperato risorse senza creare posti di lavoro stabili. Anche il gettito IVA è diminuito, come frutto dell'incapacità e inconcludenza della Giunta.
Le privatizzazioni, la cui necessità era sostenuta nelle prime dichiarazioni programmatiche del presidente Palomba, sono rimaste sulla carta, nonostante siano trascorsi 3 anni. Così come non si è proceduto alla vendita dei beni immobili della Regione. Per Balletto, addirittura, si sono pubblicizzate alcune aziende private, a dimostrazione di come la Giunta "predichi bene e razzoli male".
Balletto ha proseguito affermando che anche le riforme sono rimaste allo stato di intenzione. Dopo aver ricordato gli impegni per la riforma dell'EMSA, completamente disattesi, Balletto ha affermato che l'intesa sul metano aveva solo una valenza elettorale.
Riprendendo il tema dell'EMSA, Balletto ha affermato che la Giunta ha richiesto 25 miliardi, tre dei quali si sarebbero utilizzati per acquistare un'altra azienda, mentre il relativo disegno di legge è fermo perché la Giunta sta confrontandosi con i sindacati.
Secondo Balletto, anche le iniziative per la miniera d'oro si stanno rivelando fallimentari, mentre la Giunta pensa di essere onnipotente e onnisciente. Oggi non esiste più neanche la maggioranza numerica, ma resiste solo per occupare il potere e le poltrone.
Balletto ha proseguito elencando una serie di problemi che la Giunta non ha affrontato se non a parole. La carenza di progettualità ha fatto perdere diverse migliaia di miliardi di finanziamenti in una regione dove la infrastrutture sono fondamentali per lo sviluppo. Ma la siccità continua, e gli agricoltori sono in crisi, la viabilità interna è a livelli di terzo mondo, così come i trasporti, e tutto ciò penalizza pesantemente l'agricoltura. La Giunta è insensibile ai veri problemi, ma si occupa solo di legiferare per tamponare la contingenza con interventi a pioggia e generalizzati che non rimuovono le cause strutturali di crisi.
Balletto si è poi soffermato sul settore dell'energia, altro freno drammatico per lo sviluppo produttivo. Sulla gassificazione, Balletto ha affermato che l'ex presidente Cabras ha creato un comitato, di cui è presidente, ed ha affidato gli studi di progettazione a "amici politici", senza alcun studio serio di fattibilità.
Tutto ciò alimenta la propensione legittima al sospetto, ha aggiunto Balletto, tanto più che la Saras ha un proprio progetto di gassificazione, così come l'Enel.
Le crisi dell'Esecutivo sono nate per motivi di contrasti all'interno della maggioranza, particolarmente per motivi di nomine e poltrone, ha proseguito Balletto, in una logica di pura spartizione tra i partiti, all'interno dei quali permangono contraddizioni insanabili.
Dopo aver ricordato la delibera di Giunta assunta in contrasto con l'Assessore al lavoro a proposito di corsi professionali, Balletto ha concluso accusando la Giunta a proposito della Sardamag. Ecco perché "la Sardegna non può permettersi di subire ancora Palomba e la sua Giunta"."Le riserve che avevo espresso in occasione dell'ultima crisi di governo, ha detto l'on. Manunza, esponente del gruppo dei popolari dissidenti, sono tuttora valide. Avevo detto allora che erano insussistenti le modifiche apportate alle precedenti dichiarazioni di programma ed avevo denunciato divisioni e lacerazioni all'interno della maggioranza. Sono state facili profezie, per cui oggi a distanza di tanto tempo sento il dovere morale di revocare la fiducia accordata a Palomba e nel contempo di denunciare ancora metodi di governo adottati da questa Giunta, che sono la vera causa della crisi politica e della situazione di sfascio alla quale si è arrivati."
Manunza ha pesantemente criticato la compagine governativa accusandola di avere compromesso ed anche oltrepassato il livello di guardia delle regole democratiche, condividendo quindi l'analisi politica emersa sui mezzi di informazione che più volte hanno rilevato l'esistenza di un clan politico che si ingegna ad occupare ogni spazio di potere, di governo e di sottogoverno.
I risultati di tale condizione della cosa pubblica, ha detto Manunza, sono fallimentari e sono sotto gli occhi di tutti, anche di quei sardi che avevano dato il consenso al presidente Palomba. Sono guasti, ha aggiunto, per risolvere i quali non bastano i "furbeschi rappezzi strumentali del vivere alla giornata".
Rivolgendosi poi al presidente Palomba, Manunza ha ricordato che "la sua elezione aveva fatto sperare in un cambiamento dei metodi di gestione della Regione", ma, ha detto, quei sardi che l'avevano votato e che rappresentavano tutte le forze produttive dell'Isola oggi manifestano la loro contestazione e la loro delusione in diversi modi ed in ogni caso sono tutti d'accordo "nel ritenere la sua presenza ingombrante e deleteria per la Sardegna".
Manunza ha affermato anche che se Palomba non dovesse dimettersi metterebbe a rischio le sorti della Sardegna, perché "ai danni si aggiungerebbero i danni".
Con l'augurio che Palomba sappia trarre da questo dibattito le giuste conclusioni politiche e che le sue scelte siano adeguate alla grave situazione economica della Sardegna, Manunza ha concluso affermando che sarà grato al Presidente se vorrà prendere atto del sofferto stato d'animo con il quale ha svolto l'intervento, considerato che non è comunque mai venuta meno la stima personale ed umana nei suoi confronti.Una serie di riflessioni critiche sono state svolte anche dall'on. Edoardo Usai, (A.N.), intervenuto subito dopo l'annuncio, da parte del presidente Selis, della presentazione di un ordine del giorno, con il quale gli esponenti del Polo delle Libertà hanno chiesto le "dimissioni del presidente Palomba e della sua Giunta".
Le riflessioni di Usai sono partite dal concetto di "coalizione al quale il Presidente della Giunta si è riferito ben cinque volte". "Quale maggioranza?" si è chiesto Usai, quando Palomba è stato eletto con 41 voti, l'ultimo dei quali proprio dell'on. Manunza, che in questa seduta ha "duramente contestato questa coalizione" ed ha annunciato di voler "ritirare la propria fiducia".
L'esponente di A.N. quindi ha affrontato i temi della "gestione oligarchica" della coalizione; della "solita predica, con bacchettate al Consiglio" da parte del Presidente dell'Esecutivo; del "consenso" che questa maggioranza raccoglie tra la gente. Per Usai si tratta delle "solite diverse realtà" raccontate in Aula dal capo dell'Esecutivo.
Perchè l'occupazione è diminuita, perchè agricoltori e sindacati protestano e scioperano, perchè l'Esecutivo non propone programmi e provvedimenti concreti, perchè un certo signore aspetta, da venti anni, di sapere se può costruire un grosso insediamento turistico o se deve andarsene in Turchia o dove vuole? Usai ha ricordato come i disoccupati siano cresciuti, l'agricoltura sia in agonia, il turismo vada quasi bene "perchè il presidente Palomba non si è potuto occupare di questo settore e perchè i turisti arrivano lo stesso" ed ha affrontato il vero nodo politico di questa vicenda: quello delle nomine e della gestione del potere.
La Giunta, secondo Usai, ha occupato tutti i posti di governo e di sottogoverno, in modo spregiudicato, nominando amici e consulenti, "senza dare giusitifazioni a queste scelte", senza tenere conto di indicazioni e di competenze.
Ora, ha aggiunto Usai, accortosi che la maggioranza che l'ha eletto non esiste più, Palomba si rivolge a Rifondazione Comunista per chiedere aiuto. Un partito che ha "dato il sangue" per farlo eleggere con un gran numero di voti, immediatamente dopo le elezioni è stato emarginato dalla maggioranza politica ed ora viene richiamato a dare il suo aiuto. "Un'operazione politica assolutamente non condivisibile" per Usai, che dimostra come il Presidente della Giunta non sia più in grado di coordinare l'azione politica dei partiti che formano la coalizione che lo sostiene.
Per questa sua incapacità, pur facendo salvo il rispetto e la sua personale considerazione per l'uomo Palomba, Usai ha detto di voler chiedere al Polo della libertà di promuovere l'apertura di "un procedimento, per giungere all'interdizione dell'on. Palomba, per la sua assoluta e totale incapacità di guidare questa coalizione, di coordinare il lavoro di questo esecutivo".L'on. Berria (Progr. Fed.), nel sostenere il rischio di fallimento del centrosinistra e della legislatura, si è pronunciato per l'apertura di un ampio confronto. Fin dalla sua nascita, ha detto, questa maggioranza ha avuto molte difficoltà e in questo quadro i risultati ottenuti sono difficilmente valorizzabili. A tre anni dalli'nizio della legislatura, il centrosinistra deve operare con maggiore efficacia, superando le difficoltà, e le critiche rivolte dallopinione pubblica.
Per Berria è necessario uno sforzo per superare questa fase di transizione e aprirne una nuova, con responsabilità. C'è il dovere morale di superare gli egoismi, chiudendo questa fase della vita regionale.
Secondo Berria, le difficoltà erano presenti da tempo, come dimostra l'atteggiamento dei sindacati e di altre forze sociali. Ci vuole un profondo cambiamento nel governo della Sardegna, ha detto ancora Berria, quattro crisi in tre anni evidenziano difficoltà politiche, problemi di lentezza del Consiglio che si riflettono sulla lentezza dei processi di riforma. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità per avviare un'inversione di tendenza. Nelle accuse rivolte al Consiglio cè però un aspetto strumentale da parte delle forze politiche che hanno governato in passato.
Le maggiori occasioni di scontro si sono avute in occasione delle nomine, ha detto ancora Berria, e questo fa pensare alla pura gestione del potere. Occorre rilanciare l'iniziativa per una nuova stagione di riforme per recuperare questa legislatura. Solo così la maggioranza potrà riavere il suo ruolo guida.
Per Berria, occorre ripartire dagli impegni e dal patto sottoscritto nel '94, ma la sostituzione di Palomba non apre la strada alle soluzioni. C'è stata un'indicazione popolare che non si può ignorare. Occorre però lo spirito di servizio ed il senso di responsabilità per evitare che questo Consiglio venga ricordato come quello che ha ceduto le armi. Si deve reagire per ridare dignità alle istituzioni, rilanciando l'azione di governo. Il centrosinistra deve ritrovare la sua spinta propulsiva, ed il centro è parte fondamentale dello schieramento. La sinistra e il centro vincono se riescono a stare insieme interpretando i bisogni della gente, fuori dall'egoismo e dall'individualismo.
E' necessario un programma per aprire un confronto anche con Rifondazione, ha detto ancora Berria, con un rapporto propositivo, per rimediare all'errore commesso nel '94. Occorre portare Rifondazione nell'area di governo, e devono prevalere le ragioni della convivenza, con un confronto senza pregiudiziali. La scelta di un progetto attuabile comporta la scelta di priorità per disegnare nuove strade di sviluppo sulla base dell'esperienza di una democrazia compiuta all'insegna della solidarietà. La riforma della Regione richiede la qualificazione della spesa e la sburocratizzazione, per evitare di sottrarre risorse agli investimenti produttivi.
Il nostro dovere, ha concluso Berria, è guardare ai problemi dei giovani, con la prospettiva di uno sviluppo che abbia al centro i problemi del lavoro, dei trasporti, dell'energia per mobilitare tutti su nuove frontiere per il benessere della Sardegna, utilizzando tutte le risorse per rinnovare la Regione.Particolarmente critico nei confronti dell'azione politica di questa coalizione, "guidata da un gentiluomo che tre anni fa ha fatto l'errore di abbandonare la magistratura per occuparsi del futuro della Sardegna", l'intervento dell'on. Pirastu, (F.I.).
Pirastu, dopo aver ricordato come l'attuale maggioranza sia frutto di una legge elettorale ingiusta, che ha permesso ad alcune forze politiche di "non scegliere" per farlo poi a conclusione delle operazioni di voto e quando era noto il nome del vincitore, ha auspicato un sollecito esame della nuova legge elettorale per il rinnovo del Consiglio. "Si deve arrivare ad un reale bipolarismo, ha aggiunto Pirastu, per sapere realmente chi vince e chi deve governare, senza permettere furbizie e sotterfugi di alcun genere".
Questa nuova legge permetterà che nella prossima legislatura non si ripetano i guasti che si sono registrati in questa. Se le nuove norme venissero approvate in tempi brevi, si potrebbe auspicare anche l'autoscioglimento del Consiglio, per permettere ai sardi di scegliere una coalizione in grado, finalmente, di governare bene.
Pirastu ha concluso il suo intervento chiedendo al Presidente Palomba di prendere atto dell'attuale situazione e di fare in modo che questo ultimo scorcio di legislatura non sia del "tutto inutile" come la prima parte.Un esame attento, un'analisi chiara di ciò che sta accadendo, per trarne tutti le necessarie considerazioni politiche, è stato auspicato dall'on. La Rosa, (R.C.). La situazione è molto difficile ed è gravida di conseguenze e non è una situazione di ora, ma risale a molti anni fa.
Per La Rosa si deve partire da questa amara considerazione, mettere da parte divisioni e contrasti, impegnarsi tutti per affrontare e risolvere una realtà sempre più drammatica. Ma ci vuole chiarezza, bisogna accertare di chi siano le responsabilità di questa difficile situazione.
L'esponente di R.C. ha ricordato come la piattaforma dei sindacati per lo sciopero generale di giugno non sia altro che il programma di governo della prima Giunta Palomba, mai attuato. Gli accordi raggiunti nei giorni scorsi con i sindacati per la privatizzazione delle società regionali erano stati siglati anche nel gennaio del 1995; le rivendicazioni degli agricoltori e dei pastori, che scenderanno in piazza il prossimo 3 giugno, sono le stesse dei mesi e degli anni scorsi.
Tutti i sardi protestano e manifestano contro questa Regione, ha aggiunto La Rosa. Così non si può andare avanti. Vogliamo discutere seriamente, ma vogliamo anche metterci in discussione? ha chiesto l'esponente di R.C. al presidente Palomba.
Ci vuole un grande impegno, da parte di tutti, ha aggiunto La Rosa, e R.C. è pronta ad impegnarsi. Ma occorre che tutti gli esponenti del centro-sinistra siano pronti a dare il loro contributo, siano disposti ad agire per portare avanti un programma concreto e realistico.
"Ciò vuole, però, grande chiarezza e grande senso di responsabilità", ha concluso La Rosa, e se il presidente Palomba è convinto della bontà delle sue indicazioni, se è pronto a dare un fatttivo contributo all'attuazione di un grande programma di governo, alla cui elaborazione e realizzazione devono contribuire tutti, e quindi anche R.C., ne tragga le ovvie conclusioni politiche"."Presidente Beautiful": così l'on. Marco Tunis (F.I.) si è rivolto al presidente Palomba, "reo di continuismo esaperato". Ma dopo la battuta ironica Tunis ha criticato con durezza la maggioranza affermando che con la sinistra al potere si è arrivati ad eguagliare e forse a superare i peggiori metodi di gestione di memoria democristiana. "Questa Giunta si è spartito tutto, ha detto, grandi e piccole cose, ma soprattutto è colpevole di aver fatto morire le speranze che i sardi riponevano in un cambiamento delle regole di governo".
Secondo Tunis, dietro Palomba, la Giunta e la maggioranza esiste un manovratore, ma chi sia questo manovratore non lo ha detto esplicitamente. E' ricorso invece ad un'altra facezia per sottolineare l'incapacità e l'inconcludenza della Giunta: essa ha creato le condizioni per la costituzione di un nuovo partito, il PDS, che non è quello nato dalle ceneri del PCI ma il"Partito Depressi Sardi" con oltre 310 mila affiliati. "Sono quei disoccupati - ha precisato - nei quali è venuta meno la possibilità di un lavoro".
Tunis si è diffuso quindi un una lunga elencazione dei mali che affliggono l'Isola, mali di cui in massima parte sono responsabili le forze di maggioranza e la Giunta che sostengono. La speranza, ha detto, è che questa situazione di disastro possa essere considerata "passato" e che le nuove generazioni traggano insegnamento da quanto è avvenuto.
Ed infine, prima di invitare il presidente Palomba a "farsi da parte", un'ultima boutade nei confronti del Presidente: "in Sardegna di serie A è rimasto, e per poco, solo la squadra di calci. Anche Lei è stato retrocesso quattro volte in serie B, ma sembra non essersene accorto".L'on. Ghirra (Progr. Fed.) ha esordito richiamandosi alla "chiassata dei giorni scorsi" messa in atto dall'opposizione che ha occupato l'Aula consiliare, per affermare che esiste una strategia d'attacco alle istituzioni e per chidere al presidente Selis di salvaguardare il prestigio e la dignità del Parlamento dei sardi.
Rivolgendosi quindi all'on. Balletto, che nel suo intervento aveva parlato di malformazioni genetiche del centro sinistra, Ghirra ha ripetuto che la destra è figlia di una cultura antiparlamentarista che ancora "stenta a declinare la parola democrazia". L'esordio di Ghirra ha causato le reazioni dell'opposizione, sedate in seguito all'intervento del presidente Selis.
Ghirra, nel riprendere l'intervento, ha affermato che l'Assemblea è soggetta ad un attacco concentrico non solo da parte delle minoranze ma anche da parte di esponenti del centrosinistra, alcuni dei quali stanno chiedendo lo scioglimento del Consiglio.
Per Ghirra, il compito della maggioranza non è quello di sfasciare, o di sopravvivere, ma semmai quello di disegnare scenari nuovi e moderni, di costruire e di creare una stagione feconda attraverso unalleanza salda e duratura che trovi la coesione in accordi politici e programmatici.
Ghirra ha quindi ripercorso a ritroso le vicende della nascita e della formazione della maggioranza di centrosinistra, riconoscendo che essa oggi si è ridotta ad un'aggregazione numerica che non è riuscita a trovare il collante degli obiettivi comuni, con il rischio che si giunga a riconsegnare la Regione alle logiche del passato. Ha perciò auspicato che la maggioranza si ricompatti, superando le difficoltà esistenti non solo nei gruppi dei pattisti democratici, ma chiamando a far parte della maggioranza a pieno titolo anche R.C, perché "tra noi e loro esistono comuni ragioni politiche e di programma"."Compito della politica non è quello di creare provocazioni", ha affermato l'on. Bertolotti (F.I.), che ha proseguito sostenendo che si ridà dignità alle istituzioni risolvendo i problemi, in primo luogo quello del lavoro.
Per Bertolotti, c'è differenza tra il mondo del volontariato cattolico e quello dei progressisti: i primi scelgono la poverà, i secondi la impongono. Riferendosi alle dichiarazioni di Palomba, Bertolotti ha affermato che parrebbe quasi che il Presidente abbia sostenuto che se va via, si blocca tutto.
I sardi si attendevano oggi l'epilogo di una fase politica, e F.I. aveva previsto che l'alleanza dell'Ulivo, con basi diverse e inconciliabili, non poteva durare. Il risultato è stato quello di aggravare la situazione della Sardegna, mentre tutti gli impegni presi a suo tempo non sono stati mantenuti.
Secondo Bertolotti, le speranze di cambiamento sono state deluse. Le ultime elezioni avevano indicato in F.I. il ruolo di maggioranza relativa, e oggi questo schieramento non rinuncia a combattere per risolvere i problemi della Sardegna e dei sardi.
I sardi conoscono bene i loro problemi, non c'è bisogno di ricordarglieli, ha proseguito Bertolotti, ma oggi non esistono basi comuni per costruire una compagine di governo, che non si può costruire sui confini delle sigle.
Esiste una grande differenza tra chi governa e chi fa l'opposizione. Non spetta a chi governa indicare i problemi, semmai deve trovare le soluzioni. Bertolotti ha concluso invitando Palomba ad andarsene.Ha quindi preso la parola l'on. Lippi (F.I.), secondo il quale oggi si sarebbe dovuto parlare della crisi e di un'eventuale soluzione. Ma dagli interventi della maggioranza non è emerso se esistono possibilità di mantenere in piedi questo governo. Palomba ha esposto ciò che la Giunta ha fatto e il disaccordo nella maggioranza su alcune nomine. Ma F.I. aveva previsto che la crisi sarebbe scoppiata sulla gestione del potere.
Questa maggioranza oggi "ci fa assistere ad una scandalosa vicenda teatrale" senza farsi carico di risolvere i grandi problemi della Sardegna. Lippi ne ha indicati alcuni in diversi settori, ma a tutti non è mai stata data risposta. E la disoccupazione ha raggiunto i livelli di emergenza sociale, mentre la "finta maggioranza" ha trovato solo le soluzioni per la spartizione delle poltrone in Enti grandi e piccoli per mantenere il consenso attraverso una gestione clientelare.
Per Lippi questa è la prova dell'incapacità dell'Ulivo a governare e costruire opportunità di sviluppo. L'Ulivo in Sardegna "è un laboratorio per studiare le spartizioni", ha aggiunto Lippi, mentre ci si deve confrontare con la "democrazia negata" citata da un dirigente del PPI.
Lippi ha proseguito affermando che "le persone libere" sono state messe nell'angolo da chi pensa di detenere ancora il primato della politica regionale. F.I. e il Polo della Libertà non hanno i numeri per governare, ma non rinunceranno a combattere per risolvere i problemi della Sardegna e per costruire una valida alternativa per la prossima legislatura.
I lavori del Consiglio riprenderanno
domani alle ore 9,30