Nota stampa
della seduta n. 187 antimeridiana e pomeridiana del 26 marzo
1997
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Selis.
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni riguardanti:
Interpellanza n. 161 - FRAU e più sull'alienazione
dei beni patrimoniali della Regione.Il tema è stato affrontato dall'on. Frau (A.N.), primo firmatario che, dopo aver ricordato che l'interpellanza era stata presentata nel lontano 1995, ha sottolineato come in quel periodo non fosse in vigore la legge che detta norme e criteri in materia di alienazione dei beni patrimoniali regionali.
Ora esistono norme certe, ha aggiunto Frau, ma per una giusta esigenza di trasparenza sarebbe opportuno conoscere la reale consistenza del patrimonio immobiliare regionale, quali criteri sono stati seguiti per vendere questi immobili, come sono stati valutati e chi li ha acquisiti.
Notizie importanti, così come è decisamente importante sapere, ha concluso Frau, se queste operazioni sono comprese nei rendiconti trasmessi dalla Giunta e se l'esecutivo ha redatto e trasmesso, come spesso richiesto dal Consiglio, l'elenco completo dei beni che fanno parte del patrimonio immobiliare della Regione.All'interpellanza ha risposto l'assessore alle Finanze, l'on. Alberto Manchinu, il quale ha indicato come i beni di proprietà della Regione sono stati venduti seguento le norme dello Stato in materia di alienazione dei beni demaniali. Ordinariamente si è seguito il criterio della vendita a trattativa privata, cedendoli prevalentemente ad enti pubblici ed a costo simbolico.
Alcuni beni sono stati venduti a privati, ha detto ancora l'Assessore, ma si trattava di lotti interclusi o di reliquiati di opere idrauliche o stradali ceduti ai proprietari vicini. La Corte dei Conti, però, non ha "gradito" la vendita a trattiva privata ed ha chiesto il sistema dell'asta pubblica.
La Regione, ha affermato Manchinu, da tempo, dopo l'approvazione dell' apposita legge, ha deciso di ricorrere a questo metodo. Le aste per i diversi beni da alienare, sono state bandite, e ormai si procederà su questa strada.
Manchinu ha aggiunto che l'assessorato trasmetterà al Consiglio l'elenco dei beni venduti e tutti gli altri dati utili per fare "chiarezza" su queste alienazioni.L'on. Frau si è dichiarato insoddisfatto, per l' incompletezza della risposta, ma ha accolto con favore l'impegno dell'Assessore a trasmettere l'elenco dei beni alienati ed i nomi degli acquirenti.
Interpellanza N. 275 - LA ROSA - AMADU - ARESU - BERTOLOTTI -
CONCAS - LOCCI - VASSALLO, sulla convenzione sottoscritta
tra la Regione e l'Associazione Temporanea d'Impresa (ATI)
il 22 luglio 1996 riguardante la concessione integrata
minerario-energetica per la gassificazione del carbone Sulcis;Ad illustrare l'interpellanza è stato l'on. La Rosa, (R.C.) il quale, dopo aver premesso che è necessario conoscere i punti qualificanti della convenzione e verificare la veridicità di alcune notizie allarmistiche diramate dall'on. Fantola circa l'esistenza di ostacoli che impedirebbero la realizzazione del progetto, ha chiesto di avere informazioni precise della Giunta.
Il presidente della Giunta ha rassicurato l'interpellante affermando che la Giunta si è attivata per portare a conclusione il piano e si sta attualmente adoperando pe reperire i fondi non solo per la gassificazione ma anche per il completamento della costuzione delle due centrali elettriche. E' comunque un problema importante e prioritario per la Giunta e non mancherà di essere seguito.
A sua volta La Rosa, nel prendere atto della dichiarazione del presidente Palomba, ha detto che, salvo verifiche che potranno aversi nel futuro immediato, si sente ora autorizzato a tranquilizzare i lavoratori del Sulcis sulle prospettive del progetto di gassificazione del carbone.
Interpellanza N. 319 - PIRASTU e più
sull'istituendo Consorzio obbligatorio fra gli
Istituti Autonomi Case Popolari (I.A.C.P.) della SardegnaNell'illustrare l'interpellanza l'on. Marco Tunis (F.I.), ha evidenziato come a tutt'oggi il Consorzio obbligatorio fra gli IACP istituito nel 1983, non sia ancora operativo in quanto non è stato ancora nominato il Presidente del Consorzio stesso e non sia quindi stato insediato il relativo Consiglio di amministrazione. Ha poi ricordato che nell'ottobre del 1995 sono stati comunicati alla Giunta i nominativi dei 4 rappresentanti nel Consiglio di amministrazione eletti dal Consiglio regionale.
Per Tunis, il Consorzio è lo strumento idoneo per dare un nuovo impulso alla riorganizzazione e alla pianificazione dell'edilizia popolare in Sardegna, afflitta sempre da gravi problemi.
L'interpellante ha concluso chiedendo quali motivi impediscano di completare le procedure perchè il Consorzio possa diventare operativo.L'on. Palomba (Presidente della Giunta), ha affermato che la procedura è stata complessa, ma nei prossimi giorni sarà firmato il decreto di nomina del Presidente del Consorzio.
L'interpellante si è quindi dichiarato parzialmente soddisfatto, in attesa della pubblicazione del decreto di nomina.
Interpellanza N. 330 - BERRIA e più,
sui criteri di scelta e selezione delle unità lavorative
per i lavori socialmente utiliIl documento è stato illustrato dall'on. Berria (Pr. Fed.), il quale ha affermato che una delibera della Commissione centrale per l'impiego stabilisce che le unità da occupare nei lavori socialmente utili possono essere attinte solo dalle graduatorie dei residenti nei comuni in cui questi si svolgono.
E' evidente, ha aggiunto Berria, che in tal modo si tagliano fuori dalla possibilità di impiego i lavoratori che non risiedono nelle città o nei paesi sedi di servizi.
Berria ha perciò chiesto che sia dichiarata non valida la delibera affinchè sia data a tutti la possibilità di trovare un impiego in lavori socialmente utili.L'assessore al Lavoro on. Deiana in risposta ha affermato che non esiste la possibilità di invalidare la delibera della Commissione centrale ed ha ricordato che in altre occasioni l'assessorato ha contestato il criterio della Commissione avendo però come risposta che generalmente il maggior numero di disoccupati risiede nei grossi comuni (vedi Cagliari). Il problema comunque esiste e potrà essere risolto soltanto se l'azione della Sardegna sarà supportata dalla altre Regioni italiane.
Nel prendere atto delle precisazioni dell'Assessore, Berria ha aggiunto che l'ANCI e l'Associazione dei piccoli Comuni hanno di recente preso posizione contro il sistema di distribuzione dei fondi e di selezione del personale adottati dalla Commissione statale per l'impiego con l'obiettivo di rendere giustizia e di evitare sperequazioni fra le popolazioni dei centri dell'entroterra sardo. Un ulteriore invito alla Giunta, quindi, perchè affronti il problema con forza.
Interpellanza N. 323 - PETRINI e più, sull'incompatibilità
e pericolosità delle onde elettromagnetiche generate
dalla trasformazione dell'energia elettrica dall'alta
alla bassa tensione della cabina di proprietà ENEL,
sita nella via Aosta di Cagliari, con la popolazione
residente nelle adiacenzeLa prima firmataria, l'on. Petrini (Patto) ha illustrato le caratteristiche tecniche delle cabine, di circa 4500 metri cubi, all'interno delle quali dovrebbero funzionare pericolose macchine di trasformazione della corrente elettrica dall'alta (150 kv) alla bassa tensione (15 kv) realizzata nell'unica area verde, 2.350 mq. esistente nel popoloso quartiere.
Il Comune, secondo Petrini, avrebbe potuto fornire un'altra area egualmente idonea, distante da una zona intensamente popolata, ma questo non è stato fatto ed i cittadini che abitano in quel quartiere hanno vivacemente protestato per la grande pericolosità dell'impianto.
Petrini ha, quindi, ricordato come le onde elettromagnetiche siano dannose, tanto che in tutti i paesi più evoluti questo tipo di impianti non viene più realizzato in centri urbani, ma viene costruito in zone non abitate, proprio per la sua "grande pericolosità".
L'oratrice, quindi, ha chiesto lo spostamento di questo impianto in una zona meno popolata e meno pericolosa.Le argomentazioni dell'on. Petrini sono state considerate assolutamente fondate dall'assessore alla Sanità, on. Paolo Fadda, il quale ha però ricordato come queste autorizzazioni non siano di competenza della Giunta regionale, ma dell'amministrazione comunale di Cagliari.
La Giunta regionale, ha detto Fadda, può intervenire solo per ciò che riguarda gli aspetti sanitari ed il responsabile della Azienda sanitaria locale di competenza ha dichiarato che non sarà rilasciata alcuna autorizzazione sanitaria per far funzionare questa struttura "se non sarà accertata la sua assoluta sicurezza".
L'assessore, infine, ha annunciato che non appena i tecnici dell'ASL e dell'Assessorato avranno concluso i loro esami sulla sicurezza dell'impianto, queste relazioni saranno immediatamente trasmesse alla Giunta ed al Consiglio.Le assicurazioni dell'assessore Fadda hanno pienamente soddisfatto Petrini, che lo ha ringraziato per la sensibilità dimostrata con questa risposta. Su un punto, però, Petrini è stata intransigente: le onde elettromagnetiche perdono pericolosità solamente ad una distanza di circa 300 metri e tale distanza viene chiesta anche per la centrale cagliaritana.
Interpellanza n. 331 - BONESU, sulla rinuncia ad esercitare
il servizio postale in gran parte della Sardegna
da parte dell'Ente Poste ItalianeL'on. Bonesu (PSd'Az), dopo aver ricordato che è stato pubblicato dai mezzi di informazione un piano di ristrutturazione delle Poste che prevede la soppressione di 174 uffici postali nell'Isola, ha affermato che in questo modo il quaranta per cento del territorio sardo perderà il servizio postale, privando quelle popolazioni del diritto costituzionale alla comunicazione e aggravando i costi delle attività economiche e sociali.
Per Bonesu, l'attuazione del Piano avrà effetti negativi particolarmente per i paesi delle zone interne. Ad esempio, ben 48 dei 78 paesi della provincia di Oristano perderanno il servizio postale.
Questo, secondo Bonesu, è l'ultimo episodio dell'abbandono della Sardegna da parte dello Stato, dopo la chiusura degli uffici giudiziari e delle scuole. La presenza dello Stato è in aumento solo per le servitù militari, ha proseguito Bonesu, ed è necessario che il popolo sardo, attraverso le sue istituzioni, si riappropri dei servizi necessari al suo sviluppo.
Bonesu ha quindi chiesto al Presidente della Giunta se ha intenzione di rivendicare il diritto del popolo sardo ad avere il Servizio postale anche al di fuori dei centri cittadini, e se intende richiedere che il servizio venga gestito nell'Isola, anche con forme di delega o concessione, da strutture regionali - come ente pubblico o come società per azioni - che possono asssicurare un servizio adeguato alle esigenze dei sardi.
Dopo aver ricordato che dal prossimo 1° aprile cesserà il monopolio delle Poste per il trasporto dei pacchi, Bonesu ha sostenuto che in Europa esistono altre amministrazioni postali autonome rispetto a quelle dello Stato, particolarmente in alcune isole, per cui le Poste sarde si inserirebbero in un processo di valorizzazione europea dell'insularità.Il presidente Palomba, che si è dichiarato d'accordo con l'interpellanza, ha affermato che la Giunta è già intervenuta presso il Governo per scongiurare i tagli previsti.
Non è amissibile una limitazione dei diritti dei sardi, ha proseguito Palomba, ed è necessario affrontare il problema dei servizi pubblici nei piccoli centri. E' stata già insediata un'apposita commissione per elaborare una proposta di gestione, anche associata, di questi servizi.
L'ipotesi avanzata da Bonesu può essere valutata e approfondita nell'ambito del federalismo amministrativo, ha concluso Palomba, e potrebbe essere realizzabile col consenso dello Stato.Replicando al presidente Palomba, Bonesu ha ironizzato sul "federalismo dell'abbandono" e ha poi sottolineato ulteriormente la gravità della perdita dei servizi postali.
Senza sottovalutare gli aspetti di economicità di gestione, Bonesu ha ribadito che occorre trovare una soluzione, dichiarandosi comunque soddisfatto.Completata la discussione sulle interpellanze, l'Assemblea è passata all'esame degli altri punti all'ordine del giorno.
DdL n. 221 e n. 305 - Rendiconti generali della Regione
per gli esercizi finanziari 1994/95 e dell'Azienda
delle Foreste demaniali per gli stessi anniNei bilanci di previsione per gli esercizi 1994/95, approvati dal Consiglio, le spese pareggiavano le entrate secondo la formazione usuale dei bilanci, ha affermato il relatore di maggioranza on. Secci (PPI), ma nel corso degli anni successivi, vennero introdotto in entrambi i bilanci diverse modificazioni determinate da decreti di variazione o da leggi speciali. Ciò ha comportato aumenti di spese o di entrate, regolarmente registrate e verificate successivamente dalla Corte dei conti.
La commissione, ha aggiunto Secci, nell'esaminare i due rendiconti e nell'approvarli a maggioranza ha a lungo dibattuto su due aspetti particolari che rappresentano senz'altro un'anomalia: il ritardo con il quale i rendiconti vengono presentati e l'assenza nei documenti del conto patrimoniale della Regione.
Tuttavia, ha concluso il relatore di maggioranza, considerato che era pressi decennale approvare questi pur importanti documenti contabili come atto formale da sottoporre poi al giudizio della Corte dei Conti e considerato che si è in attesa che in tempi stretti la Giunta presenti al Consiglio anche il conto patrimoniale della Regione, se ne è decisa l'approvazione con la raccomandazione all'esecutivo che per il futuro queste lacune vengano completate.Il relatore di minoranza, l'on. Casu (F.I.) ha però fatto rilevare che in termini di correttezza contabile i rendiconti presentano numerose violazioni alle disposizioni di legge e statutarie, quali la mancata precisazione delle attività e passività finanziarie, dei beni mobili ed immobili e di ogni altra passività.
E poichè le disposizioni di legge non possono essere poste in discussione, l'on. Casu ha chiesto come pregiudiziale che i due disegni di legge relativi ai rendiconti per gli anni 94 e 95 non debbano essere discussi prima che vengano completati in ogni loro parte.
Solo allora, ha concluso Casu, il Consiglio sarà messo in codizione di svolgere il compito - affidatogli dai cittadini - di controllo effettivo sull'operato della Giunta. Un voto di approvazione di maggioranza non può eludere i laccioli delle disposizioni legislative.Ai rilievi dell'on. Casu ha risposto lo stesso presidente del Consiglio.
L'on. Selis ha, infatti, annunciato che la terza Commissione ha predisposto una mozione, approvata a maggioranza, con la quale si chiede alla Giunta una maggiore precisione nel predisporre i conti patrimoniali e quelli di bilancio. La mozione impegna quindi la Giunta ad essere più tempestiva ed esauriente nell'esporre i dati della gestione complessiva e di farlo nei tempi e nei modi previsti.La precisazione del presidente Selis è stata contestata dall'on. Biggio, (A.N.), il quale ha sottolineato come la mozione della terza Commissione sia stata approvata a maggioranza, perchè la minoranza anche in quella occasione, si è espressa contro l'approvazione di un rendiconto generale della Regione del quale non fanno parte tutti i conti patrimoniali e di bilancio previsti dalla legge.
Biggio, quindi, si è dichiarato assolutamente d'accordo con i rilievi fatti dall'on. Casu, ed ha quindi chiesto la sospensione dell'esame della legge.Le critiche dell'on. Casu sono state considerate "fondate nella sostanza" dall'on. Bonesu (PSd'Az), per il quale però esistono ragioni obiettive per le quali questa proposta non può essere accolta. La mancata approvazione del rendiconto, infatti, creerebbe non pochi problemi all'amministrazione regionale.
Quindi, dopo aver chiesto alla Giunta maggiore tempestività per il prossimo futuro, l'on. Bonesu ha annunciato di essere contrario ad un rinvio dell'esame del rendiconto generale della Regione per gli esercizi 1994 e 1995.La necessità di approvare urgentemente i rendiconti finanziari, per evitare problemi all'Amministrazione regionale, è stata contestata dall'on. Balletto, (F.I.) il quale ha affermato che il Consiglio deve sempre discutere ed approvare tutto considerata l'"urgenza" delle decisioni da prendere.
"Siamo seri", ha detto Balletto, la mancata approvazione dei rendiconti generali, perchè ancora una volta privi dei necessari conti patrimoniali, non creerebbe nessun problema, perchè bilancio e finanziaria possono tranquilolamente essere attuati". Il rendiconto generale, infatti, deve dimostrare le correttezza di ciò che si è fatto e deve essere approvato completo di tutte le sue voci e non privo di aspetti importanti, quali il conto patrimoniale, come avviene ormai da troppi anni.
E' necessario, quindi, per l'on. Balletto un ulteriore slittamento, in attesa che la Giunta fornisca tutti i documenti necessari per un esame serio e completo del rendiconto complessivo dell'attività finanziaria della Regione.L'assicurazione di una sollecita trasmissione dei documenti richiesti è stata fatta dall'assessore alla Programmazione, il prof. Sassu.
La Giunta in carica, ha detto l'assessore, ha trovato gravi carenze nella trasmissione in Consiglio dei documenti contabili. Non sono stati trasmessi, infatti, i conti patrimoniali di questi ultimi nove anni. La Corte dei conti, comunque, ha parificato i rendiconti del 94 e del 95, nonostante mancassero i conti patrimoniali.
L'assessorato, ha proseguito Sassu, ha elaborato tutti i dati necessari ed i conti, a partire da quelli del 1988, sono ormai pronti. Entro il 4 aprile la ragioneria regionale trasferirà questi dati alla corte dei Conti, la quale dovrebbe approvarli entro il 15 aprile prossimo. Dopo l'approvazione della Corte dei Conti regionale, tutti i conti saranno trasmessi immediatamente al Consiglio.
Per il futuro, comunque, ha concluso l'Assessore, la Giunta si impegna a trasmettere tempestivamente, nei tempi previsti dalla legge, tutti i documenti ed i rendiconti sull'attività svolta.La richiesta di un rinvio dell'esame dei rendiconti per gli esercizi finanziari del 1994 e del 1995, quindi, è stata respinta, con voto palese, dal Consiglio. E l'Aula ha ripreso l'esame dei rendiconti per gli anni finanziari 1994 e 1995.
Particolarmente critico l'on. Masala, (A.N.), per il quale non si può esaminare il rendiconto per i due esercizi finanziari perchè questo documento, così come è stato proposto, disattende profondamente le stesse norme regionali in materia di bilancio e di gestione dei fondi regionali.
Masala ha affermato che le norme in materia stabiliscono che nel rendiconto generale devono essere presenti tutti gli elementi necessari per avere un quadro complessivo di tutta l'attività finanziaria dell'amministrazione regionale.
Questo che è stato proposto, ha aggiunto Masala, è un "conto di bilancio" un documento "parziale" e, quindi, chiaramente difforme da quello che invece il Consiglio dovrebbe esaminare e votare. Bisogna essere estremamente chiari e chiamare le cose con il proprio nome, ha detto ancora il capogruppo di AN, ed ha proposto un "emendamento orale" perchè nel titolo del disegno di legge che si sta esaminando l'indicazione di "rendiconto generale" venga cambiato in "conto generale", così almeno non si discuterà una legge che vuole dire una cosa diversa da quella che lo stesso titolo indica.
L'oratore, infine, ha criticato i tempi eccessivi che hanno caratterizzato la trasmissione di questi documenti della Regione al Consiglio, la lunghezza dell'iter istruttorio da parte della Commissione competente, le gravi carenze nei dati e nelle cifre fornite dalla stessa amministrazione regionale.Per l'on. Balletto (F.I.), il bilancio dà formalmente un'immagine statica. Se non è accompagnato da elementi risultanti dalla relazione, è solo un'arida elencazione di cifre che non lascia capire la "bontà" della gestione. I consuntivi in esame mancano di queste illustrazioni, e non si è in grado di giudicare l'operato dell'amministrazione. Se ciò vale per le società private, a maggior ragione vale per il settore pubblico che amministra i soldi della collettività.
A questo punto Balletto ha rinunciato all'intervento a causa dell'assenza dall'Aula del presidente Palomba.
Il ritardo nella presentazione dello stato patrimoniale è stato ammesso quindi dall'assessore Sassu che ha ribadito l'impegno a presentarli nei tempi precedentemente annunciati. Rispondendo all'on. Masala, l'assessore si è detto contrario alla modifica del titolo per un problema formale.
Sui rilievi formulati da Casu, Sassu ha affermato che le spese sono state autorizzate dal Consiglio dal Consiglio, mentre per le entrate occorre ricorrere al buon senso; infatti ci sono le entrate correnti e entrate conseguenti ai mutui autorizzati dal consiglio. Non avendo necessità di autorizzare mutui, un amministratore non può caricarsi le relative entrate.
Sassu si è quindi soffermato sulle differenze tra il bilancio 1994 e 1995, che dimostrano le capacità di spesa di questa Giunta rispetto alle precedenti. La spesa deve essere ulteriormente accelerata, riducendo nel contempo il deficit con la contrazione di mutui per risanare il disavanzo.
Questa è una dimostrazione, ha concluso Sassu, di sana amministrazione.Pur redendosi conto delle osservazioni dell'Assessore, l'on. Masala (A.N.) ha ribadito che si sta approvando il conto del bilancio e non il rendiconto generale. Se non si modifica il titolo, l'Assemblea voterebbe un falso, Ha quindi affermato di mantenere l'emendamento sul titolo.
Approvato a scrutinio segreto, richiesto dall'on. Bertolotti (F.I.) il passaggio all'esame degli articoli, questi sono stati approvati. Nella discussione sono intervenuti gli onorevoli Casu, Bonesu, Masala, Secci e Balletto.
Prima della votazione finale è stato approvato il seguente ordine del giorno:
ORDINE DEL GIORNO, BONESU - SCANO - SECCI - FERRARI.
A conclusione dell'esame del D.L. 221/A, preso atto della discussione
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a presentare congiuntamente al D.L. contenente il rendiconto generale della Regione per l'anno finanziario 1996, i conti patrimoniali della Regione per gli anni mancanti fino al 1995.
Per dichiarazioni di voto sono intervenuti gli onn. Balletto e Casu che hanno preannunciato il voto contrario per la mancanza dello stato patrimoniale nei documenti contabili presentati.
Il Disegno di legge 221 è stato quindi approvato con una votazione che ha dato il seguente risultato:
Presenti 57,
Votanti 53,
Maggioranza 27,
Astenuti 4,
Si 36,
No 17.Prima della votazione sul Ddl n. 305, relativo all'approvazione del rendiconto generale per il 1995, è intervenuto l'on. Casu che ha ribadito le posizioni già espresse a proposito del Ddl 221.
In seguito ai rilievi sollevati da Casu, l'Assessore alla Programmazione Sassu ha voluto precisare che i residui di cassa non sono stati mai utilizzati e ciò per non dover contrarre nuovi mutui che si rileverebbero estremamente onerosi.
Si è quindi passati all'esame dell'articolato sul quale hanno parlato alcuni consiglieri. Il Disegno di legge n. 305 è stato quindi approvato con la seguente votazione:
Presenti 50
Votanti 48
Si 30
No 18
Astenuti 2
DdL 299 - Incremento di dotazioni finanziarie
per interventi degli enti locali.Con questo provvedimento, ha affermato il relatore on. Secci (PPI), si intende dotare alcuni capitoli del bilancio relativo a stanziamenti aggiuntivi a favore degli enti locali, al fine di consentire l'avvio anticipato delle relative procedure di utilizzazione. Il totale della somma ammonta a poco meno di 166 miliardi, che verranno prelevati dal fondo per nuovi oneri legislativi.
Sassu, assessore alla programmazione, ha spiegato che si tratta di stanziamenti correnti che permettono l'attuazione di programmi di spesa già votati dall'Assemblea.
Dopo l'esame dell'articolato il provvedimento si sarebbe dovuto votare nel suo insieme, ma non si è potuto procedere alla votazione per mancanza del numero legale.
Il Presidente ha perciò stabilito di aggiornare i lavori al pomeriggio ed ha chiuso la seduta.
Alla ripresa dei lavori si doveva esaminare la "PdL n. 220 - Diana e più", sulle norme per la disciplina delle professioni di istruttore subacqueo e di guida subacquea con autorespiratori.
Il relatore, on. Diana (Progr. Fed.), ha affermato che occorre apportare al provvedimento una correzione tecnica per cui è necessario che ritorni in Commissione bilancio per poter definire il testo da portare in Aula.
La proposta è stata accettata.
DdL n. 311 - Modifiche e integrazioni alle leggi regionali
19 dicembre 1988, n. 45 e 16 giugno 1992, n. 10,
concernenti "Disciplina della distribuzione dei carburanti in Sardegna."Il provvedimento modifica la normativa esistente per quanto riguarda gli impianti di GPL per autotrazione, considerati oggi insufficienti e non distribuiti sull'intero territorio dell'Isola.
Con il Disegno di legge il numero di questi specifici impianti viene incrementato dal 4 al 6 per cento di tutti gli impianti stradali di distribuzione di carburanti, come del resto previsto dalla normativa nazionale.L'on. Bertolotti (F.I.), ha affermato che il limite del 6% stabilito dalla legge nazionale non tiene presenti le caratteristiche del nostro territorio. Sarebbe opportuno che la Giunta si attivasse per aumentare tale percentuale.
Per l'on. Marco Tunis (F.I.), è necessario sapere se l'aumento della percentuale delle concessioni ha già scatenato la "corsa degli amici degli amici", per cui alcune zone della Sardegna ne resterebbero escluse. Sarebbe opportuno pertanto riservare almeno una concessione per zona.
Le preoccupazioni di Tunis sono fuori luogo, ha precisato l'Assessore al Turismo Costantino, in quanto esiste già un piano per le concessioni che vengono rilasciate dai comuni. La Regione dà un parere tecnico, sulla base del parere di un'apposita commissione, ed il Piano prevede 18 nuove concessioni.
La proposta di legge, composta di un solo articolo,, è stata quindi posta in votazione ed approvata con 45 voti favorevoli su 46 presenti, con 1 astenuto.
E' stato quindi messo in votazione il Disegno di legge n. 299, esaminato nella mattinata, che è stato approvato con 37 voti favorevoli e 16 astenuti su 53 presenti.
I lavori del Consiglio proseguiranno
giovedì 3 aprile alle ore 10..