Nota stampa
della seduta n. 185 antimeridiana del 19 marzo 1997

 


Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Zucca.

Approvazione del PdL 98 e del DdL 254
sulla cooperazione sociale.

L'Assemblea , nella seduta pomeridiana di ieri, aveva concluso la discussione generale sull'importante provvedimento e aveva approvato alcuni articoli, ai quali erano stati presentati numerosi emendamenti.

Nella seduta di questa mattina i consiglieri hanno concluso l'esame dell'articolato ed hanno approvato, a scrutinio palese il provvedimento, nel suo complesso.
Sugli articoli e sugli emendamenti, sono intervenuti, anche più volte, gli onorevoli: Bertolotti (F.I.), Bonesu (PSd'Az), Deiana (Assessore al Lavoro), Frau (A.N.), Salvatore Sanna (Progr. Fed.), Ivana Dettori (Progr. Fed.), Masala (A.N.), Balletto (F.I.), Petrini (Patto), Cherchi (Progr. Fed.), Biggio (A.N.), Casu (F.I.) e Boero (A.N.).

La votazione ha avuto questo risultato:
Presenti 46,
Votanti 46
Favorevoli 45
Contrari 1.

 


Interpellanza n. 251 - La Rosa e più,
sulla costruzione di un radar della Marina militare
nel territorio di Domusdemaria.

L'interpellanza era stata presentata nel 1995 ma, come ha ricordato l'on. La Rosa illustrando il documento, negli ultimi tempi gli amministratori locali dei comuni interessati alla realizzazione della nuova struttura militare, e le stesse popolazioni di questi paesi, hanno intensificato le manifestazioni di protesta per la realizzazione data ormai per imminente di questa nuova struttura militare.
Ieri, inoltre, la Giunta regionale ha incontrato il sottosegretario alla difesa, on. Brutti, con il quale è stata esaminata la difficile situazione delle servitù militari che gravano sulla Sardegna. Vincoli e limiti sono particolarmente pesanti e penalizzanti, ha aggiunto La Rosa, e questo nuovo impianto, anche per la sua potenziale pericolosità, è stato e sarà giustamente contestato.
La Rosa, inoltre, ha dcecisamente criticato quanto riportato dalla stampa, secondo la quale lo stesso presidente Palomba si sarebbe detto disponibile ad indicare, personalmente, un nuovo sito sul quale realizzare la nuova struttura militare.

All' interpellanza dell'on. La Rosa ha risposto l'on. Efisio Serrenti, assessore alla P.I., il quale ha svolto una rapida cronistoria della vicenda.
Dopo aver ricordato che nel 1994 lo Stato Maggiore della Marina Militare aveva manifestato la necessità di costruire a Capo Spartivento un impianto radar di particolare potenza, che però sarebbe potuto essere realizzato anche in Turchia, l'assessore Serrenti ha spiegato la posizione in materia della Giunta regionale, fortemente contraria a questa nuova servitù militare.
Lo stesso assessore aveva negato l'autorizzazione a costruire il radar nella fascia di rispetto costiera e ha confermato questa sua opposizione, anche ad una eventuale, futura, analoga richiesta. L'impianto radar, come la Giunta ha chiesto al sottosegretario Brutti, potrebbe invece essere realizzato all'interno della base militare di Teulada.
L'esecutivo, ha concluso l'assessore Serrenti, non ha intenzione di avallare nessuna imposizione dei militari e si opporrà alla costruzione di questo impianto militare lungo le coste di Domusdemaria.

La risposta dell'assessore non ha soddisfatto l'interrogante.
La Rosa, infatti, ha giudicato assolutamente carente l'azione della Giunta anche in questo campo. Non si possono accettare imposizioni di questo tipo, ha aggiunto l'esponente di R.C., anche perchè questi impianti militari sono molto pericolosi, sottopongono le popolazioni civili a gravi rischi e limitano le possibilità di sviluppo di vaste aree.
Per queste ragioni La Rosa ha giudicato, in modo decisamente negativo tutto l'operato dell'esecutivo sulla vicenda del radar militare da realizzare a Capo Spartivento.

Il Consiglio, secondo l'ordine del giorno dei lavori, avrebbe dovuto esaminare la proposta di legge n. 309 - Scano, Giagu, B. Dettori, Balia - sulla "Proroga dell'attività della Commissione speciale per la revisione dello Statuto".
L'assenza del relatore, on. Marteddu, ha consigliato però il rinvio dell'esame di questo provvedimento ad un'altra riunione.

L'on. Masala, (A.N.), si è detto favorevole a questo slittamento perchè il "tavolo delle riforme" prosegue nei suoi lavori e, probabilmente, sarà in grado di presentare un documento sulle riforme istituzionali nella prossima tornata di lavoro del Consiglio.

Il rinvio alla prossima tornata dei lavori d'Aula è stato deciso anche per l'esame della Proposta di legge n. 171 - Bonesu - su "Provvedimenti per le società controllate dalla Regione e dagli enti regionali.
Lo stesso proponente, l'on. Bonesu (PSd'Az) ne ha chiesto il rinvio per l'assenza dell'assessore all'Industria, il quale avrebbe dovuto spiegare come la Giunta regionale intende risolvere i gravi problemi che condizionano l'attività delle società controllate dalla Regione e dagli enti strumentali regionali.

La richiesta di un breve rinvio è stata criticata dall'on. Balletto (F.I.), secondo il quale non si possono trascurare argomenti di questa importanza solo "perchè l'assessore snobba l'Aula". L'Esecutivo, infatti, ignora tutto il settore delle imprese regionali, trascura i debiti che queste accumulano, non decide nulla per il loro riordino e la loro privatizzazione.
Non è più possibile "sopportare l'indifferenza della Giunta" in campi di tale importanza, ha concluso Balletto, ed ha chiesto l'immediata discussione della Proposta di legge.
Il Consiglio, a maggioranza, ha però deciso un breve rinvio per l'esame del PL 171.

Prima di iniziare l'esame della PL 184 - sul "Riordino delle funzioni dell'Ersat", è stato chiesto dall'on. Marco Tunis (F.I.) un breve rinvio, per permettere l'arrivo in Aula dell'on. Bertolotti primo firmatario del provvedimento, che avrebbe dovuto illustrarlo.
Dopo un breve intervento del capogruppo Progr. Fed. Scano, il quale ha rimarcato che anche il proponente di un così importante provvedimento "snobbava l'Aula", il Consiglio ha accolto la proposta di una breve sospensione dei lavori.

 


Discussione della PdL n. 149 - Riforma
dell'ordinamento delle Comunità Montane.

Nell'illustrare il provvedimento, il relatore on. Bertolotti (F.I.), ha sostenuto l'esigenza di riordinare le Comunità, la cui legislazione è ferma al 1975.
Dopo oltre venti anni, ha affermato Bertolotti, sulla base delle esperienze nel frattempo maturate e sulla base della nuova produzione legislativa nazionale che interessa anche le Comunità montane, occorre procedere ad una nuova regolamentazione delle nostre Comunità montane per dare loro nuovo slancio e maggiore aderenza alla realtà della montagna sarda ed al mutato quadro di riferimento.
Il problema dello sviluppo economico e sociale, ha aggiunto Bertolotti, anche a livello nazionale ha comportato l'esigenza di una "rivisitazione" delle norme che regolavano la materia giungendo alla approvazione ed emanazione di una nuova normativa più attuale e moderna ed in linea con le più recenti indicazioni ed aspirazioni delle popolazioni che ancora vi sono presenti e ci vivono nonostante le difficoltà anagrafiche, di spopolamento, economiche che ne hanno lentamente spento la vitalità
Per Bertolotti, la montagna "vissuta", ma vissuta con i suoi ritmi, le sue peculiarità, le sue esigenze, può essere di valida difesa anche dai ricorrenti disastri che la penalizzano e la feriscono come eventi particolari di carattere meteorologico o gli incendi; è appunto da queste analisi che, a livello nazionale, è nata la nuova legge sulla montagna.
A livello regionale, ha detto ancora Bertolotti, le riflessioni in proposito fatte sul finire della scorsa legislatura; hanno dato come risultato solo l'inserimento nella legge regionale n. 31, dell'art. 3 con il quale si è iniziata a prendere in considerazione l'opportunità di eliminare i comprensori, nati praticamente assieme e che avrebbero dovuto, almeno nelle intenzioni dei legislatori di allora, coprire l'intero territorio regionale, integrandosi con le Comunità montane. Questi enti non hanno lasciato rimpianti di sorta per la scarsissima prestazione di cui sono autori tranne, in alcuni casi, per gli amministratori che vi erano stati nominati.
Nel 1995, ha proseguito Bertolotti, il Consiglio regionale ha iniziato la riforma degli enti strumentali, che ha ridotto considerevolmente il numero degli amministratori, ritenendolo uno degli elementi di efficienza e moralizzazione.
E' anche su questa linea che la presente proposta di legge si muove. Si è ritenuto di attenersi anche a tale principio nell'affrontare il problema della riforma delle Comunità montane, riducendo consistentemente la composizione delle assemblee e delle giunte comunitarie. E' da notare ancora, ha aggiunto il relatore, che è arrivato il momento di chiudere, una volta per tutte, anche quella forma di consociativismo obbligato perchè contenuto in legge, affinchè a governare le Comunità montane vadano le maggioranze espresse dal voto popolare e solo queste, lasciando alle minoranze elette il compito precipuo di stimolo e di controllo, anche severo se necessario, che si è rivelato la carenza politica più grave nel corso di questi anni nella gestione di questi enti arrivando, in qualche caso, anche a livelli di vero e proprio malcostume.
"Per queste considerazioni si è ritenuto di dover proporre la grande novità da introdurre nelle riforme delle Comunità montane: l'elezione diretta superando così integralmente, ha detto ancora Bertolotti, la vecchia normativa, responsabilizzando direttamente il cittadino, almeno nella elezione degli organi di amministrazione della Comunità montana che, fino ad oggi, sono stati il frutto di trattative e di mercato tra delegazioni partitiche al chiuso delle stanze e dalle quali i cittadini sono stati sempre tenuti rigorosamente all'oscuro".
Bertolotti ha concluso soffermandosi sui singoli articoli.

Per l'on. Falconi (Progr. Fed.), è opportuno rinviare la discussione della legge perchè occorrerebbe effettuare le audizioni degli organismi interessati. Per di più oggi la Sardegna può ricorrere, secondo la nuova nornativa nazionale, ai fondi per la montagna.Si dovrà comunque rivedere il riordino istituzionale delle Comunità sulla base della legge 142, e il riordino territoriale in funzione della morfologia della Sardegna.
Falconi ha quindi chiesto il rinvio del provvedimento in Commissione.

La proposta in discussione, ha affermato l'on. Bonesu (PSd'Az) risale al novembre del '95 e ne risente, anche se presenta aspetti positivi.
Riproponendo alcuni aspetti di discussioni svolte in Commissione, Bonesu ha analizzato ruoli e funzioni delle Comunità. Occorre affrontare l'unione dei comuni, ha aggiunto l'oratore, spesso di piccole dimensioni. E' quindi necessario una approfondimento, prima di avviare una generica ristrutturazione.
Per Bonesu, se si discuterà il provvedimento, è opportuno ampliare il dirscorso al riordino dei Comuni. Ha conlcuso ribadendo la necessità di disporre di un quadro di riferimento complessivo.

Secondo l'on. Masala (AN), la legge è arrivata in Aula, in quanto erano stati richiesti i termini, prima di un'adeguata istruttoria. Ciò può creare difficoltà, ha aggiunto Masala, pur riconoscendo al proponente il merito di aver disegnato una struttura diversa delle Comunità. Per di più vengono recepiti i principi della legge 142, oltre a proporre l'elezione diretta.
La legge, ha aggiunto Masala, deve essere approfondita ed eventualmente adeguata, con ulteriori riflessioni che consentano al Consiglio di modificarne eventualmente gli indirizzi.
Masala ha quindi prospettato l'eventualità di non concludere la discussione generale affinchè rimanga aperta la possibilità di intervenire sul testo.

L'on. Salvatore Sanna (Progr. Fed.) ha quindi chiesto a Bertolotti di pronunciarsi sul rinvio in Commissione per arrivare ad un testo più organico sulla ridefinizione degli Enti locali in Sardegna.
Su questo tema è in corso una approfondita discussione, ha sostenuto Sanna, anche alla luce del progetto di ridefinizione delle Province.
Dopo aver analizzato gli effetti dovuti all'istituzione delle Comunità Montane, il cui ruolo deve essere ridefinito dal Consiglio nell'ambito del sistema complessivo delle autonomie, Sanna ha chiesto una ulteriore pausa di riflessione per poter approfondire l'argomento. Se ciò non fosse possibile, Sanna ha preannuncaito voto contrario al passaggio all'esame degli articoli.

Contrario, per principio, si è dichiarato il relatore Bertolotti (F.I.), secondo il quale le riforme si possono e si devono fare anche partendo "dalle piccole cose", senza rinviare tutto ad un nuovo e più esauriente esame.
Bertolotti, comunque, si è detto disponibile ad una nuova, breve, pausa di riflessione, lasciando però questo tema all'ordine del giorno dei lavori della prossima tornata consiliare.

 


I lavori del Consiglio proseguiranno
nel pomeriggio alle ore 16,45

 

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