Nota stampa
della seduta n. 179 pomeridiana del 27 febbraio 1997
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Selis.
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni riguardanti:
Il Presidente, inoltre, ha comunicato che sono pervenute al Consiglio, e sono state immediatamente trasmesse alle Commissioni consiliari competenti le relazioni annuali, sull'attività dei seguenti enti regionali:
- Consorzio provinciale per la Frutticoltura di Sassari (5a Commissione);
- Azienda Regionale Sarda Trasporti (ARST) (4a Commissione);
- Ente di Sviluppo e Assistenza tecnica in Agricoltura (ERSAT) (5a Commissione);
- Istituto Sardo Organizzazione lavoro Artigiano (6a Commissione);
- Ente Sardo Industrie Turistiche (6a Commissione);
- Istituto Autonomo Case Popolari (4a Commissione);
- Ente provinciale per il Turismo di Oristano (6a Commissione);
- Istituto di Incremento Ippico - Ozieri (5a Commissione);
- Azienda autonoma di Soggiorno e Turismo di La Maddalena - Palau (6a Commissione);
- SO.G.AERS S.p.A. (Società Gestione Aeroporto Cagliari-Elmas) (6a Commissione);
- Ente Provinciale per il Turismo di Cagliari (6a Commissione);
- Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Cagliari (6a Commissione);
- Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Muravera (6a Commissione);
- Ente Provinciale per il Turismo di Sassari (6a Commissione);
- Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Alghero (6a Commissione).
Sequestro Melis
Il presidente Selis ha ricordato brevemente il dramma della famiglia Melis, colpita nei giorni scorsi dal terribile sequestro della giovane signora Silvia.
L'on. Selis ha espresso il dolore e la preoccupazione dell'Assemblea regionale per questo nuovo, drammatico, episodio di criminalità organizzata avvenuto in Ogliastra ed ha manifestato ai familiari della giovane rapita la solidarietà dell'ìntero Consiglio e di tutti i sardi.L'on. Petrini, del Patto, anche a nome delle sue colleghe, ha ricordato il dramma dei sequestri, specialmente delle donne, come è nel caso di Silvia Melis, giovane madre strappata con brutale ferocia a suo figlio di appena quattro anni.
Petrini ha detto, come medico, di ribellarsi a questo nuovo episodio di brutale criminalità ed ha sollecitato un' iniziativa, per fare sentire la vicinanza e la concreta solidarietà del Consiglio regionale alla famiglia dei sequestrati. Ha auspicato, quindi, la pronta liberazione della giovane ed una reale mobilitazione delle coscienze per porre fine alla piaga dei sequestri di persona, che getta una cupa luce sull'intera Sardegna.
Elezione di due segretari in rappresentanza
dei Gruppi di Rifondazione Comunista e Misto.I consiglieri Marina Concas di Rifondazione Comunista e Vincenzo Demontis del gruppo Misto sono stati chiamati a far parte dell'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea sarda.
Secondo il regolamento interno, tutti i gruppi devono essere rappresentati ai vertici del Consiglio. L'Aula ha provveduto quindi, con due distinte votazioni, ad eleggere i nuovi segretari.
Legge regionale 30 maggio 1996
Norme per l'esercizio delle competenze in materia
di tutela paesistica - Rinviata dal Governo.Il relatore on. Bonesu (PSd'Az) ha esposto la risultanza del lavoro in commissione. La legge è rimasta pressochè immutata, salvo l'adeguamento sulla base delle sentenze della corte Costituzionale.
L'on. Amadu (Misto), preannunciando il voto favorevole, ha affermato che la legge esalta i poteri regionali, ed ha contestato le recenti affermazioni di un Ministro circa le capacità della Regione di programmare il proprio futuro, dimostrando scarso rispetto delle prerogative autonomistiche e della volontà del Consiglio regionale.
L'Assemblea, secondo Amadu, deve prendere posizione sull'accaduto condannando questi atteggiamenti scorretti. Il Consiglio deve far valere la sua potestà statutaria, proprio nel momento in cui la Commissione bicamerale affronta i temi del decentramento e del federalismo.
La Giunta, ha concluso Amadu, deve costruire un nuovo e costante rapporto col Governo affinchè vengano riconosciute le prerogative della Sardegna.Secondo l'on. Pittalis (F.I.) la legge in discussione offre lo spunto per una riflessione sul rapporto tra la Regione e il Governo, rapporto nel quale la Regione è stata in posizione subalterna nonostante le sue prerogative autonomistiche. Ciò è stato causato dall'insipienza delle classi politiche precedenti; ma nel momento in cui si parla di riforme è necessario intervenire per eliminare il controllo governativo che è limitativo delle prerogative della Regione a Statuto speciale, specie per le competenze esclusive.
Pittalis, dopo essersi augurato che in futuro cessino gli atti di prevaricazione da parte dello Stato, che spesso rispedisce indietro le leggi con motivazioni futili e capziose,ha poi giudicato positivamente la presa di posizione dell'Assessore Serrenti contro le dichiarazioni del ministro Ronchi. Il Consiglio regionale, ha proseguito, deve rivendicare il ruolo dell'autonomia, rifuggendo "dai piagnistei e dalle mortificazioni".
La legge tutela maggiormente il territorio coinvolgendo le autonomie locali, ha detto ancora Pittalis, sulla linea del federalismo interno e del decentramento di funzioni. E' emblematico il caso dell'Ufficio tutela del Paesaggio di Nuoro, dove giacciono migliaia di pratiche sia per negligenza dell'Ufficio stesso che per le responsabilità politiche della Giunta riferite all'organizzazione di quell'Ufficio. Ciò ha determinato una gravissima paralisi del settore edilizio in tutto il nuorese.
La delega di funzioni ai Comuni, ha concluso Pittalis, richiede anche il trasferimento di personale e strutture adeguate, e su questo punto si chiedono assicurazioni all'Assessore competente per evitare che i cittadini debbano ancora attendere per anni i nullaosta che sono dovuti.Nel corso della discussione generale sono intervenuti anche gli onorevoli Locci (AN), Salvatore Sanna e Scano dei progressisti.
Sanna ha sottolineato le lungaggini del percorso amministrativo in materia di costruzioni edilizie per i quei cittadini che risiedono nelle zone soggette a vincolo paesistico, e dopo aver affermato che lo Statuto sardo, all'art. 44, stabilisce che la regione esercita i suoi poteri anche delegandoli agli enti locali, ha ribadito la validità della legge che consente non solo lo snellimento delle pratiche, ma anche una maggiore economicità nella gestione di questo settore.
Secondo Sanna non si deve enfatizzare questo provvedimento perchè si tratta solo di una subdelega, importante sì, ma non completa nella sua articolazione. C'è un punto, infatti, che non è stato sufficientemente valutato, e cioè il trasferimento di risorse dalla regione agli enti locali per l'esercizio di questa materia che comporta ulteriori oneri per i comuni.
Infine, il capogruppo progressista Scano ha ribadito la competenza della Regione sarda a gestire il proprio patrimonio ambientale senza necessità di tutori statali. "Dobbiamo però dimostrare, ha concluso Scano, di saper governare, di saper scegliere nel quadro di uno sviluppo programmato che sia produttivo di un migliore domani".Prima di passare all'esame dell'articolato l'assessore Serrenti ha ricordato che alla Regione arrivano circa 25 mila pratiche all'anno e che l'amministrazione non è pertanto in grado di vagliare con attenzione tutte le istanze, dietro le quali spesso si nascondono veri e propri attentati all'ambiente ed alle disposizioni sulla tutela del paesaggio. Con la subdelega, gran parte del lavoro sarà demandato ai comuni lasciando libera l'amministrazione regionale di "lavorare" alle parti importanti della tutela del territorio regionale.
Riferendosi infine all'"increscioso episodio" che lo ha visto protagonista insieme con il Ministro sulla questione del Master Plan, Serrenti ha affermato che l'on. Ronchi ha parlato a sproposito e senza conoscere le leggi. "Ma soprattutto - ha detto - ha dimostrato di disconoscere l'autonomia della Regione nella gestione del proprio patrimonio ambientale".
Siamo disponibili a qualsiasi forma di collaborazione con il ministro Ronchi per meglio salvaguardare il nostro territorio, ha concluso Serrenti, ma non possiamo accettare indebiti interventi nelle materie di nostra competenza".Prima della votazione, l'on. Sanna, (Pr. Fed.), intervenendo per dichiarazione di voto, ha ricordato come, con questa legge, la Regione "trasferisce funzioni, non poteri, ai Comuni, ma non traferisce a questi le risorse finanziarie necessarie proprio per fare fronte a questi nuovi adempimenti. Sanna, comunque, ha ribadito il proprio giudizio positivo sul provvedimento in esame.
La posizione dell'Esecutivo, invece, è stata difesa dall'on. Bonesu, (PSd'Az), il quale ha ricordato come l'Esecutivo non "distribuisca" risorse; caso mai questo compito è attribuito al Consiglio regionale quando esamina ed approva il bilancio regionale.
Il problema, comunque, esiste, ha aggiunto Bonesu, e deve essere affrontato tenendo conto dei diritti e delle esigenze dei comuni isolani, specialmente di quelli costieri. La legge, nel suo complesso, comunque, deve essere approvata, mentre i problemi connessi alla sua applicazione devono essere risolti nelle sedi opportune.Al termine della discussione sui diversi articoli, ai quali sono stati presentati alcuni emendamenti, il provvedemento è stato posto in votazione a scrutinio palese.
La votrazione ha avuto questo risultato: presenti 59, votanti 56, astenuti 3, favorevoli 56.Intervenendo sull'ordine dei lavori, Balletto (F.I.), dopo aver ricordato le norme del Regolamento, ha affermato che il progetto di legge n. 203, per il quale nel maggio del '96 era stata richiesta la fissazione dei termini, è presente da tempo all'ultimo punto dell'ordine del giorno. Ha quindi chiesto la discussione del provvedimento perchè in caso contrario si vanificherebbero le norme regolamentari.
Successivamente è intervenuto Bonesu (PSd'Az) per il quale il problema sollevato da Balletto è rilevante ai fini dello svolgimento dei lavori dell'Assemblea.
Il Regolamento, ha ricordato Bonesu, prevede che un provvedimento, qualora scadano i termini richiesti per la discussione in Aula, venga iscritto all'ordine del giorno. In teoria, ciò dovrebbe avvenire in funzione della programmazione bimestrale dei lavori che non viene però attuata.
Secondo Bonesu, la discussione in Aula dovrebbe avvenire seguendo il criterio cronologico di presentazione, ma non è corretto mantenere costantemente un provvedimento all'ultimo punto all'ordine del giorno.Il presidente Selis, riconosciuta la validità delle osservazioni, ha quindi sospeso la seduta ed ha convocato la Conferenza dei Capigruppo.
La richiesta dell'on. Balletto è stata quindi esaminata dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi, che ha fissato una "nuova regola" da seguire in futuro, secondo la quale i provvedimenti per i quali sono stati fissati i "termini per l'esame e la discussione" che verranno inseriti nell'ordine del giorno dei lavori non slitteranno da una tornata all'altra.
Nel caso in cui un provvedimento, quindi, non venga discusso nella tornata nella quale si segue l'ordine del giorno nel quale è stato inserito, nella seduta o nelle sedute successive sarà in posizione tale per cui non sarà più possibile rinviarne ulteriormente l'esame.Questa norma è stata giudicata positivamente da Balletto, il quale ha ritirato la richiesta di inversione dell'ordine dei lavori.
DL 212 - Norme in materia di contabilità,
contratti e controllo delle Aziende sanitarie locali
e delle Aziende ospedaliere.Il Consiglio si è quindi occupato del nuovo sistema di gestione delle Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere isolane, in attuazione del decreti legislativi del 92 e del 93, sulla riforma sanitaria .
L'on. Secci (PPI), relatore del provvedimento, illustrando il disegno di legge ha sottolineato le notevoli innovazioni previste in materia di amministrazione e gestione, nel difficile settore della sanità, e che finalmente la Regione sarda può attuare.
Le nuove norme, infatti, prevedono una gestione più oculata e trasparente delle risorse finanziarie disponibili; una più attenta programmazione delle spese e degli interventi; un sistema di bilancio di esercizio controllato e certificato; un diverso sistema contabile, con una serie di accurati controlli della gestione annuale ed una analisi approfondita delle ipotesi di spesa, con l'obbligo di bilanci di previsione e di revisione dei budget di esercizio. Sono previsti, quindi, nuovi strumenti amministrativi e contabili, con i quali si cercheranno di razionalizzare e modernizzare la gestione del sistema sanitario regionale.
Secci si è anche soffermato sull'importanza delle norme previste in tema di patrimonio delle Aziende sanitarie, di appalti e contratti, di responsabilità degli amministratori, tutte norme particolarmente innovative e che garantiranno risparmi significativi e notevole trasparenza nella gestione delle strutture ospedaliere.
Si tratta di una legge decisamente innovativa, ha concluso Secci, che permetterà di riqualificare e rendere più moderna l'assistenza sanitaria in Sardegna.L'on. Cucca (Progr. Fed.) ha sottolineato la validità del nuovo sistema di gestione delle Aziende sanitarie, che introduce il principio della responsabilità in relazione alla funzionalità ed alla efficacia del servizio prestato. In pratica, il provvedimento stabilisce, attraverso una serie di strumenti, tra cui la programmazione, l'equilibrio tra i bisogni effettivi e le risorse disponibili. E' infatti con la programmazione che si può censire l'entità e la qualità dei bisogni sanitari e fissare di conseguenza i fondi necessari per dare risposte adeguate al cittadino.
Cucca ha ricordato, in conclusione, che al di là degli aspetti squisitamente tecnici della nuova gestione delle Aziende sanitarie, esistono e vengono fatti salvi con questo provvedimento gli aspetti politici e di controllo della Regione sull'intero sistema ospedaliero dell'Isola.Per l'on. Busonera (Progr. Fed.) la legge in discussione è un atto dovuto sulla linea della riforma sanitaria, di un diverso modo di gestire la sanità secondo criteri di programmazione ed economicità. Si passa dalla contabilità finanziaria a quella economica, con sistemi di controllo interni, ed il monitoraggio dei costi e dei ricavi.
Secondo Busonera, occorre riflettere sul fatto che la sanità è stata penalizzata dalla necessità di rivedere il bilancio nazionale. In passato ci sono stati sprechi, con una sanità "ospedalocentrica", ma oggi non si può più pensare di spendere senza limiti. La spesa deve essere invece proporzionale ai fabbisogni sanitari, senza penalizzare i cittadini.
Occorre, per Busonera, una gestione attenta ai limiti finanziari dello Stato senza dimenticare più la salute dei cittadini. In caso di cattiva gestione, i disavanzi peserebbero sul bilancio regionale senza la possibilità di un ripiano statale. E' quindi necessario predisporre programmi precisi per far nascere la nuova sanità in cui si coniughi la spesa con l'efficienza dei servizi.
I limiti imposti dalle nuove situazioni, ha detto ancora Busonera, costituiscono però un limite all'autonomia regionale, quando si impongono confini ben precisi alla spesa. In conclusione, ha affermato, occorre difendere lo stato sociale e, contemporaneamente, i diritti dei cittadini, nell'ambito dell'autonomia regionale.Decisamente favorevole alla nuova impostazione del sistema contabile ed amministrativo delle Aziende sanitarie locali e delle Aziende ospedaliere si è dichiarata anche l'on. Ivana Dettori, del gruppo Progr. Fed.. Sino ad oggi, ha affermato Dettori, la gestione delle strutture sanitarie ha lasciato molto a desiderare, perchè si puntava più sulla conservazione dei posti letto e degli incarichi di primario che non sulla efficienza della assistenza fornita ai malati. Le nuove norme, invece, prevedono una notevole liberalizzazione e razionalizzazione della gestione amministrativa e sanitaria, quindi un drastico taglio delle spese. Gli amministratori dovranno, infatti, garantire economicità ed efficienza nella gestione delle strutture sanitarie.
La concorrenza tra le diverse strutture, anche pubbliche e private, garantirà cure migliori, iniziative più incisive, ha aggiunto Dettori, e ne trarranno notevoli benefici tutti i degenti. Gli amministratori, quindi, saranno chiamati a rispettare regole certe e dovranno tenere conto del rapporto costi-benefici, mentre troppo spesso questo raffronto è stato ignorato.
Per Dettori queste norme, se applicare coerentemente, potranno permettere un reale collegamento tra la gestione delle strutture sanitarie ed il piano sanitario regionale, mentre attualmente le indicazioni "politiche" non sembrano in grado di incidere sulla gestione della sanità isolana.
I vantaggi generali ed economici, ha concluso Dettori, con la compressione della spesa e la diminuzione degli sperperi, saranno dunque notevoli e, di fatto, questa legge permetterà di attuare, finalmente, la riforma sanitaria anche in Sardegna.Con questa legge si completa la riforma sanitaria, ha affermato quindi l'on. Macciotta (Patto), anche se è necessaria qualche considerazione. Si potranno impostare documenti di bilancio per poter identificare deficienze di gestione, secondo un orientamento che avvicina il settore pubblico a quello privato.
Per Macciotta, l'impostazione generale della riforma è di tipo liberistico, anche se non è ancora completata. Anzi, ci sono stati dei ripensamenti come è stato evidenziato dalle leggi finanziarie nazionali. Occorre però rendersi conto che oggi si è in una via di mezzo, non giustificabile sul piano economico. Si è creato un sistema, ha aggiunto Macciotta, in cui le Aziende sanitarie, figure anomale rispetto alla funzione e alla produzione specifica di beni, non possono seguire le valutazioni utilizzate per le aziende normali. In altri termini, esse non possono fallire.
L'azienda sanitaria, infatti, ha una tale autonomia che, per alcuni giuristi, potrebbe al limite contestare le direttive del governo regionale. Si trova quindi in condizioni paradossali rispetto ad aziende di altri settori e rispetto ad aziende sanitarie private. Infatti l'Azienda pubblica riceve una dotazione economica stabilita dall'amministrazione regionale ed è soggetta ai vincoli della renumerazione delle prestazioni sui quali l'Azienda non può incidere. Non ha quindi la possibilità di dotarsi di risorse proprie, mentre gli eventuali utili vanno a compensare i deficit precedenti.
Secondo Macciotta, questi sono limiti che penalizzano la concorrenzialità dell'Azienda sul mercato sanitario generale. Un ulteriore aspetto riguarda l'attività sul territorio, dove vi potrà essere concorrenza tra pubblico e privato, a livelli regionali e nazionali.
La pianificazione della rete ospedaliera è necessaria, ha proseguito Macciotta, ma deve essere garantito al cittadino lo standard minimo di assistenza.
In conclusione, ha affermato Macciotta, l'intreccio tra la visione liberistica ed i vincoli statali e regionali creerà il problema di seguire attentamente l'evoluzione del mercato e comporterà l'esigenza di introdurre opportuni strumenti correttivi del sistema in corso d'opera.Anche l'on. Casu (F.I.) ha detto di avere alcune perplessità sul provvedimento, relativamente agli aspetti economico-finanziari nella conduzione delle Aziende sanitarie, in quanto queste sono imprese che devono erogare servizi e non fabbriche di automobili.
Secondo Casu, la quadratura del conto economico è importante ma quando è in ballo la salute del cittadino bisogna porsi la domanda se il direttore dell'Azienda, per mantenersi la poltrona, non sia indotto a limitare i servizi per non chiudere in perdita l'esercizio e perdere quindi il posto.L'on. Montis (R.C.) ha successivamente affermato in premessa che il tema in discussione avrebbe meritato una maggiore attenzione da parte del Consiglio. Si è poi addentrato sul problema della sanità rilevando che i fondi destinati a questo settore sono stati generalmente ridotti con una conseguente limitazione dei servizi da erogare al cittadino. Contro questa tendenza, dovuta ai tagli dei finanziamenti statali ed all'accollamento degli oneri alle Regioni, si deve aprire un contezioso con il Governo.
Anche Montis ha messo in guardia l'Assemblea rispetto alla necessità che le aziende debbano chiudere gli esercizi economici in parità e si è quindi posto il dubbio sulla capacità della Regione ad organizzare un efficiente sistema di controllo e sulla possibilità di stimolare l'estensione di un migliore servizio sanitario a tutto il territorio dell'Isola.Per l'on. Pittalis (F.I.) i problemi della sanità non riguardano solo una parte politica, anche perchè i principi di questo provvedimento incontrano il favore di F.I. in quanto vanno contro gli sprechi e verso la razionalizzazione dei criteri di gestione.
Non è più pensabile uno Stato che interviene per ripianare gestioni deficitarie, ha proseguito Pittalis, e ben vengano i principi di efficienza e responsabilità, con la verifica dei risultati raggiunti. Ci sono però anche dei rischi connessi alla difficoltà di applicare le norme, specie per i "centri di responsabilità".
I principi della riforma devono essere tradotti in una nuova cultura, ha concluso Pittalis, perannunciando il voto favorevole del suo gruppo.Per l'assessore alla Sanità, Paolo Fadda, il settore non pouò permettersi il "liberismo selvaggio". Questo provvedimento arriva in ritardo rispetto ai tempi previsti dalla riforma, ha proseguito l'Assessore ricordando poi le penalità previste dal Governo per gli eventuali ritardi.
I provvedimenti di carattere "tecnico" ha aggiunto Fadda, nascondono spesso criteri politici molto importanti. Occorre rendersi conto del ruolo che la Regione deve assumere rispetto al controllo della gestione complessiva del settore. Due sono le grosse difficoltà: il cambio di mentalità necessario in tutto il personale per attuare la riforma, e la necessità assoluta dell'informatizzazione di tutte le Aziende per poter seguire costantemente l'andamento della spesa.
Dopo aver ricordato la legge n. 19, giudicata positivamente, l'Assessore ha ringraziato la Commissione per il lavoro svolto ed ha ribadito la necessità di un'attenzione particolare verso l'aggiornamento del personale per far sì che il sistema sanitario sardo, rispetto a tutto il Meridione, rimanga ai livelli più elevati.
I lavori del Consiglio proseguiranno
domani 28 febbraio alle ore 9,30.