Nota stampa
della seduta n. 165 antimeridiana del 16 gennaio 1997
Il Consiglio regionale ha ripreso i lavori sotto la Presidenza dell'on. Cherchi e successivamente dell'on. Selis.
Prosecuzione della discussione dei Disegni di legge n. 292/A, n. 293/A e del P/23 -
Legge finanziaria 1997 - Bilancio 1997 - Piano triennale 97/99Il primo oratore, l'on. Montis (R.C), ha esordito stigmatizzando la scarsa attenzione dedicata al dibattito, per poi affermare che è necessario riequilibrare lo sviluppo dell'Isola. I modelli fin qui seguiti sono stati fallimentari, ed il solo settore che ha conseguito qualche successo è stato quello turistico, a spese però di una cementificazione selvaggia, con i poteri decisionali in mani esterne alla Sardegna.
Montis ha indicato tre grandi emergenze da affrontare subito: il problema del lavoro, le questioni agricole e pastorali e la crisi delle istituzioni autonomistiche. Vi sono inoltre altri problemi - ha proseguito Montis - anch'essi fondamentali ai fini dell'occupazione e dello sviluppo: dal piccolo commercio all'artigianato, dalla continuità territoriale e dei trasporti, all'edilizia privata e al decentramento territoriale. In questo quadro si devono ricordare i problemi della cultura e della scuola, fondamentali per un progresso civile.
E' necessario, quindi, trovare le risorse necessarie per affrontare questi problemi, ha proseguito Montis, ritrovando unità di intenti e dimenticando le divisioni interne e le lotte di potere. La discussione sui Piani Integrati d'Area ha mostrato i limiti di questa Giunta, col rischio di aprire la strada alla destra.
I due anni e mezzo della legislatura che rimangono saranno decisivi, ha aggiunto Montis, per affrontare la drammatica situazione in cui versa la Sardegna, travagliata da una crisi senza precedenti. Dopo aver criticato le proposte di salari differenziati, Montis ha ricordato l'impegno del suo Gruppo per le iniziative relative all'occupazione.
Dalla Giunta e dalla maggioranza sono arrivate però solo parole - ha proseguito Montis - e la tendenza negativa in atto non si è invertita. Anche i fondi aggiuntivi recuperati non sono stati destinati ad aggredire la disoccupazione, ma semmai sono stati dispersi in tanti rivoli clientelari.
Dopo aver ribadito l'impegno del suo Gruppo, Montis si è soffermato sulle linee che hanno ispirato la legge sui Piani Integrati d'Area, ricordando di averne previsto il fallimento. Anziché attenuare le rivendicazioni localistiche, la legge le ha semmai moltiplicate.
Montis ha poi ribadito l'appoggio ai lavoratori di Silius che non vogliono il passaggio dell'attività all'Ente Minerario, ed ha ricordato di attendere ancora risposte ad una interrogazione in proposito. Ha quindi chiesto delucidazioni sulla figura del "promoter" per il settore dei Lavori pubblici, di cui si è parlato in questi giorni.
Per Montis la legge sui Piani Integrati d'Area è da modificare, mentre si deve rivedere il confronto con il Governo per ottenere maggiori risorse, quel Governo ha cancellato la Conferenza nazionale sull'occupazione prevista nell'ottobre del 1996.
Dopo aver esposto ulteriori dati sulla crisi economica, Montis ha ricordato i gravi danni provocati dalle calamità naturali, criticando poi le pesanti condizioni imposte dal credito bancario al settore agricolo. Anche per questo settore la Giunta è inadempiente, come dimostrano le vicende legale alle decisioni della Comunità Europea.
Montis, avviandosi alla conclusione, ha sostenuto poi che le istituzioni devono recuperare la credibilità da parte dei cittadini. E'' necessario quindi avviare in tempi brevi le riforme. Rifondazione Comunista è disponibile ad un incontro con la maggioranza, senza pregiudiziali, ma un accordo potrà avvenire solo con una profonda modificazione dei programmi.Il rappresentante sardista Bonesu ha incominciato il suo intervento sostenendo che poiché il bilancio e la legge finanziaria sono lo specchio di ciò che promuove il Consiglio, essi appaiono agli occhi della gente come una serie di erogazioni a pioggia e privi di una complessiva programmazione mirata a risolvere i nodi pluriennali dell'Isola.
Nei provvedimenti in discussione, ha aggiunto Bonesu, è indubbio che si siano recuperati fondi inutilizzati e che si sia affrontato il rapporto con le banche ma è molto poco rispetto alle grandi problematiche che stanno di fronte alla classe dirigente sarda.
Bonesu ha ricordato successivamente alcuni dati riferiti alla spesa ed agli impegni del 1995, dati dai quali risulta che la Regione ha notevolmente snellito i suoi ingranaggi. Si è passati ad un incremento rispetto al '94 del 19% degli impegni finanziari e ad un aumento dell'80% delle erogazioni di spesa. Alla luce di questi dati si capisce anche il motivo delle discordanze tra le cifre della disoccupazione fornite dal Ministero e quelle in possesso della Regione.
Il fatto, per Bonesu, è dovuto alla immissione, a favore dell'occupazione, di notevoli risorse regionali le quali hanno creato posti lavoro precari e non duraturi. Evidentemente, come è giusto, i lavoratori aspirano all'occupazione stabile e nel momento in cui rinnovano l'iscrizione negli elenchi della disoccupazione non ritengono che il "lavoro socialmente utile" lo sia.
La verità, ha aggiunto Bonesu, è che non stiamo, né nel settore pubblico né nel settore privato, creando un lavoro continuo e duraturo. Per fare questo occorre un'inversione di tendenza, concentrando gli sforzi per fondare un'economia sana ed eliminando tutte quelle diseconomie (nei trasporti come nel settore dell'energia) che impediscono alle imprese sarde di essere competitive anche nei mercati oltre Tirreno.
Occorre - ha continuato Bonesu - una posizione forte con lo Stato; occorre attuare le riforme interne e mettere in atto le sinergie con gli Enti locali che non devono essere controparte della Regione ma devono concorrere con essa alla scelta delle priorità.
Sono tutti problemi che il Consiglio non ha saputo affrontare - ha concluso Bonesu - e che oggi ritroviamo riflessi negli atti più importanti della gestione della Regione.L'importanza che questa manovra finanziaria riveste per la società sarda è stata sottolineata dall'on. Balia, Presidente del Gruppo Federazione Democratica Progressisti Sardegna, il quale, dopo aver lamentato il "solito ritardo" con il quale la manovra finanziaria arriva in Aula, ha affrontato i temi più salienti di questo programma e ne ha illustrato gli aspetti "più innovativi e propositivi".
Per Balia, la maggioranza, con questa manovra finanziaria, ha indicato le strade che vuole seguire per giungere ad una riduzione dell'indebitamento generale, per rilanciare i settori economici isolani e per ridurre il numero dei disoccupati sardi.
La Giunta ha stanziato quasi 2.000 miliardi per affrontare il problema del lavoro, ha aggiunto Balia, ed i primi risultati si cominciano a vedere. La nuova finanziaria, quindi, è frutto di un buon lavoro in Commissione e l'oratore si è particolarmente soffermato sul recupero dei fondi di rotazione non spesi; con gli oltre 400 miliardi recuperati si potranno finanziare alcuni grandi interventi per l'occupazione. Ma forse i "recuperi" sarebbero potuti essere più cospicui. Comunque si può registrare una inversione di rotta coraggiosa ed incisiva. Si deve continuare su questa strada e si deve intervenire in forma massiccia per privatizzare le industria regionali, per dare garanzie di prospettive future a molti lavoratori sardi.
Balia si è quindi occupato del comparto agricolo, in grandissima crisi ed alle prese con problemi enormi e di difficilissima soluzione. Negli ultimi dieci anni, ha detto, la Regione ha speso, per il mondo agricolo, quasi 8.500 miliardi. Forse è necessario mettere a punto nuove strategie, nuove linee di intervento. La classe politica deve trovare nuove soluzioni, quindi deve fare diverse e più incisive scelte, che modifichino profondamente l'azione che si vuole fare in questo comparto. Altrimenti gli sforzi regionali saranno vani.
Soffermandosi sui Piani Integrati d'Area, Balia ha quindi affermato che la legge istitutiva dei PIA deve essere profondamente modificata per evitare limiti ed errori, ma questo strumento deve essere la base per una incisiva azione di governo: una azione che seguirà nuove linee e diversi metodi di programmazione, un intervento serio e massiccio. Questi sono gli aspetti più moderni ed interessanti della manovra finanziaria proposta da questa Giunta, da questa maggioranza. Si tratta di una ipotesi di intervento particolarmente interessante, realistica, che può segnare una profonda inversione di rotta nel modo di governare sin qui seguito.
Il Gruppo F.D.P.S., comunque, ha concluso Balia, cercherà di migliorare questa manovra finanziaria con incisivi ed opportuni emendamenti, per renderla ancora più consona agli obiettivi politici che questa coalizione si è data.Per l'on. Bruno Dettori (Patto), questa manovra economica è attesa da tante persone, forse troppe, che pensano di trovare risposte alla loro disperazione. Ma questa finanziaria come coglierà gli obiettivi? E quali sono gli spazi per un miglioramento? Secondo Dettori, la discussione avvenuta dimostra che più che tendere a migliorare la manovra, gli oratori abbiano pensato solo a svolgere il loro ruolo. E' invece necessario migliorare la manovra, seguendo due direttive principali: il processo delle riforme e le risposte per l'occupazione.
Per l'occupazione, secondo Dettori, si devono evitare le forme di assistenzialismo. La Sardegna è in ritardo, ha aggiunto, e il Consiglio deve guidare il cambiamento per portare la Sardegna a livello delle altre Regioni europee. Ma senza aprire una nuova fase dello sviluppo non si riuscirà ad uscire dalla drammatica situazione isolana. E' necessario quindi predisporre programmi di sviluppo che riescano a superare le inadeguatezze delle infrastrutture e la mancanza di una vera cultura d'impresa.
Con lo Stato, ha aggiunto Dettori, si deve aprire una vertenza decisiva, ma le risposte devono essere articolate e diffuse. Occorre poi riflettere seriamente sui Programmi Integrati d'Area, la cui prima applicazione ha evidenziato forti tensioni tra gli Enti locali. I PIA non dovevano essere elemento di scontro, ma semmai di confronto e di concertazione. E la Regione deve farsi carico affinché i PIA possano essere sviluppati dalle stesse Province. Si deve cioè pensare ad una nuova programmazione che eviti le logiche conflittuali e di schieramento, per poter garantire la dignità delle singole istituzioni.
Nel bilancio, ha concluso Dettori, ci sono parecchie cose che non vanno. Si continua a finanziare Enti e imprese industriali fallimentari. La maggioranza ha assunto impegni che deve rispettare. Su questo versante anche il Consiglio ha però pesanti responsabilità."Non ce ne voglia Maninchedda - ha esordito Gianfranco Tunis (PPI) - ma il Gruppo dei Popolari al Consiglio regionale voterà a favore della legge finanziaria e del bilancio proposti dalla Giunta regionale". Voteranno a favore perché riconoscono in questa manovra uno sforzo particolare dell'esecutivo per migliorare le sorti della Sardegna, tenendo presente che i risultati non possono vedersi all'indomani delle scelte attuate ma scaturiscono passo passo, attraverso un processo che per forza di cose deve essere lento.
La Commissione Bilancio, ha affermato Tunis, ha giudicato positivamente i documenti finanziari ed ha contribuito a migliorarne diversi aspetti; deve tuttavia essere apprezzato il fatto che la Giunta ha eliminato il ricorso all'indebitamento reperendo disponibilità finanziarie inutilizzate e destinandole all'occupazione ed allo sviluppo. Si è compiuto un grosso sforzo - ha proseguito Tunis - e questo non mancherà di dare nuove occasioni di lavoro e quindi nuove speranze per una ripresa economica dell'Isola.
Tunis ha poi voluto rimarcare che la crisi occupazionale, anche se colpisce la Sardegna in maniera violenta, è comunque un problema di tutta l'Europa, che vede impegnati i singoli Paesi in manovre e progetti complessi e difficili. Anche la Regione Sardegna sta muovendo i suoi passi e lo sta facendo con coraggio, perché - ha rimarcato l'oratore - occorre coraggio per cambiare un sistema ormai consolidato che avrebbe comunque assicurato maggiori consensi di natura clientelare.
Tunis ha infine affermato che la Giunta ha con questo bilancio impostato un nuovo rapporto con gli enti periferici, ponendoli in prima linea nella definizione delle strategie dello sviluppo.
Concludendo, l'oratore ha ribadito che la strada imboccata dalla maggioranza e dalla Giunta è quella giusta e non mancherà, attraverso l'utilizzazione oculata delle risorse, di produrre nel tempo i suoi benefici effetti."Intervenire su questa manovra finanziaria è particolarmente difficile": per il Capo Gruppo di Alleanza Nazionale, on. Masala, questo bilancio è stato enfatizzato oltre ogni limite, così come i "famosi" 400 miliardi ritrovati nei fondi di rotazione che sono invece la prova della inefficienza di questa Giunta, incapace di spendere quanto aveva destinato agli interventi produttivi, promessi ma mai attuati.
Masala, quindi, partendo dalla "diligente relazione" di maggioranza, fatta dall'on. Sassu, ha contestato "il clima di pace sociale" garantito da questa coalizione. Le proteste degli agricoltori come si inseriscono in questa situazione? Come si può accettare che Governi nazionali, analoghi a questo che governa la Regione taglino tutti gli interventi previsti e promessi?
Forse la Regione non ha fatto e non fa la sua parte, ha aggiunto Masala. E gli interventi straordinari degli anni passati a cosa sono serviti? Le infrastrutture non sono state costruite; sono state finanziate e realizzate grandi cattedrali che poi non hanno prodotto nulla, solo desolazione, povertà e degrado ambientale.
"Scorrendo il compito dell'Onorevole Sassu, però, ha aggiunto Masala, emergono considerazioni ed aspetti interessanti" anche se poi ha definito "tante uova di Colombo" le indicazioni e le proposte contenute nel programma proposto dalla Giunta e dalla maggioranza.
"Ma tutte queste affermazioni di principio, si è chiesto Masala, chi le deve trasformare in atti concreti, se non la maggioranza e l'esecutivo in carica?" E l'oratore ha sottolineato la mancata attuazione di molti aspetti "qualificanti" dello Statuto sardo. Ad esempio, il "federalismo interno" sul quale tanto si sofferma il Presidente Palomba altro non è che il decentramento amministrativo, previsto dallo stesso Statuto e mai attuato.
Per Masala la verità è che questo è un progetto, un programma privo di valore, perché non vi è alla sua base nessun serio programma generale di sviluppo. Un vizio d'origine riconosciuto dallo stesso relatore di maggioranza. Ma se non si ha il coraggio di mettere in cantiere uno "straccio di piano generale di sviluppo" come si può pensare di inserirsi nell'ampio dibattito generale che si è sviluppato in campo nazionale ed europeo sulla riforma delle istituzioni?
Non si sa proprio dove si vuole andare, ha aggiunto Masala, e questo bilancio non è altro che un elenco di interventi "socialmente utili" che non sono altro che dei veri ammortizzatori sociali. Quindi, interventi privi di ogni valore e di ogni prospettiva seria di sviluppo e di occupazione stabile. Questo, dunque, è un bilancio vecchio, che ricalca il modo di procedere seguito per troppo tempo e che non porterà da nessuna parte, anzi segnerà un nuovo progressivo passo indietro sulla strada del progresso sociale e dello sviluppo.
Comunque, ha concluso Masala, in questo programma ci sono grandi parole ma occorrono fatti, e di fatti non se ne sono proprio visti. E non se ne vedranno.Nell'affermare che il Gruppo dei Progressisti Federativi appoggia questo bilancio, certo non perché possa risolvere tutti i problemi, il Capogruppo Scano ha sostenuto che la questione dello sviluppo della Sardegna richiederà un lungo e costante impegno perché si dovranno trovare nuove strade.
Il problema dell'occupazione, ha detto Scano, non è solo sardo, ma semmai di tutta la società contemporanea. E' chiaro che in tempi di vacche magre non si possono dare risposte a tutto. Ma questa manovra deve essere sostenuta con convinzione perché è seria e contiene alcune scelte di rilevante valore con novità importanti.
Dopo tanti anni, ha aggiunto Scano, per la prima volta si blocca l'indebitamente, si recuperano risorse, con investimenti consistenti per l'occupazione. Se leggiamo i dati sulla situazione sociale sarda, si vede che c'è un terreno sul quale lavorare. Se si potranno intraprendere alcune azioni si possono determinare alcune decine di migliaia di posti di lavoro per i prossimi anni.
Scano si è quindi soffermato sul Piano generale di sviluppo, al quale non si deve affidare una valenza miracolistica. Il problema vero, ha detto, non è tanto quello di redigere il Piano secondo la legge 33. Occorre ridisegnare l'edificio normativo elaborato negli anni passati, con nuove idee, nuove metodiche e nuovi strumenti di programmazione agili e flessibili. Si deve insomma elaborare una visione diversa della Sardegna, con al centro l'idea guida della Sardegna come regione-ambiente, con una sintesi tra lo sviluppo dell'economia e la tutela dell'ambiente.
Per quanto riguarda i PIA, Scano ha detto che essi hanno rappresentato una novità che ha presentato problemi e difficoltà. Tuttavia si deve ribadire che i PIA e la legge 14 rappresentano una novità fortemente positiva. I problemi devono essere affrontati per andare avanti con la nuova programmazione. Ci sono due fasi: una è di transizione dal vecchio sistema di programmazione al nuovo, l'altra deve essere contraddistinta dall'impegno di avviare un ragionamento di fondo che definisca il nuovo quadro e i nuovi strumenti.
Sul rapporto tra le autonomie locali e la Regione, Scano ha riaffermato la validità delle scelte di decentramento e valorizzazione delle autonomie locali. Ciò però non significa soppressione della Regione o della programmazione regionale, ma semmai si dovrà operare sulla base del principio di sussidiarietà. Non c'è gestione efficiente dall'alto, ma non c'è programmazione dal basso senza quella regionale. Il centralismo regionale è una pagina da chiudere, e si dovrà ridisegnare l'insieme Regione - poteri locali senza conflitti e contrapposizioni, ma ricercando un confronto e un accordo, sui PIA e sulle riforme.
Sui rapporti tra maggioranza e opposizione, Scano ha affermato che entrambi hanno difficoltà nello svolgere il proprio ruolo. Occorre una riflessione sul fatto che senza riforme non c'è sviluppo e crescita dell'occupazione. Alcune riforme sono di competenza regionale mentre altre competono allo Stato. Per quanto riguarda la Regione, o ci si mette mano o si rinvia tutto di tre anni. C'è un interesse di tutti a rendere governante la Regione, interesse che riguarda anche chi governerà nella prossima legislatura. Se non si fanno alcune cose adesso, sarà la fine di tutto, perché l'Europa e i mercati non aspettano.
Non è in ballo l'interesse di uno schieramento, ha detto ancora Scano,ma la credibilità complessiva delle istituzioni. Si deve affrontare il problema dell'efficienza delle istituzioni regionali e quello della revisione dello Statuto. Ma per quest'ultimo occorre uno strumento per discutere sulla sua riforma, sulle condizioni necessarie per renderlo più efficace.
La Prima Commissione è oberata da un enorme carico di lavoro, ha proseguito Scano, e, dopo aver accennato alla questione del presidenzialismo, ha ricordato che a Roma ci si avvia verso la bicamerale mentre a Cagliari non si riesce ad andare avanti. Non si propone una proroga della Commissione Speciale, ha detto ancora Scano, ma semmai un negoziato politico.
Affrontando quindi i temi dell'agricoltura, Scano ha sostenuto che la classe politica sarda non ha creduto nella validità del settore agro-alimentare. E' necessario un cambiamento radicale, affrontando i diversi problemi del settore, dal credito al riordino fondiario. La questione non si risolve con gli emendamenti, ha aggiunto Scano, che spesso si esauriscono solo con la loro presentazione. Prima di aumentare l'indebitamento, occorre chiedersi se si è in grado di spendere bene le risorse disponibili.
Scano ha concluso invitando a non stravolgere la manovra economica con emendamenti, ma semmai aprendo un confronto che possa portare, nei prossimi due anni, ad essere utili alla Sardegna.Il tema delle riforme è importantissimo, urgente. Ma il rinvio delle tanto auspicate riforme non è la causa dell'inefficienza di questa maggioranza, di questa Giunta. Di riforme si può parlare, ma non c'è bisogno di Commissioni speciali, che non producono nulla. "Di riforme si può e si deve parlare in Consiglio e lo si può fare nelle sedi opportune e nelle Commissioni ordinarie": l' on. Pittalis, Capo Gruppo di Forza Italia, ha così puntualizzato la posizione della sua parte politica, sull'avvio della "stagione delle riforme nell'Isola", sulle necessità di procedere ad una rapida riforma della macchina amministrativa e burocratica regionale.
Pittalis ha quindi annunciato il voto e il parere decisamente negativo, sulla manovra di politica economica messa a punto dall'esecutivo. "Si tratta di una manovra famelica ed inefficiente, squilibrata, figlia dei compromessi e delle politiche dissennate, di un modo di amministrare morto, ma non ancora sepolto".
Il Capo Gruppo di Forza Italia ha ricordato come la manovra sia "semi-blindata". Negli anni passati, ha detto, nel corso dei lavori d'Aula e di Commissione, tra maggioranza ed opposizione si trovavano accordi e piccoli compromessi, per soddisfare piccoli interessi e qualche intervento campanilistico e clientelare. Questa volta le opposizioni hanno presentato pochissimi emendamenti soppressivi, non sono andate a caccia di denari e di interventi clientelari. La responsabilità di questa proposta economica, quindi, è solo della attuale maggioranza, della quale fanno parte, nonostante tutto, anche i Comunisti unitari.
Per difendere questa ipotesi di bilancio, ha proseguito Pittalis, la Giunta ha cercato di impedire ai Consiglieri ogni possibilità di controllo su quanto proposto. Con qualche artificio contabile si sono accorpati molti finanziamenti in "capitoli generali" così da poter erogare questi denari pubblici agli "amici ed alle associazioni fiancheggiatrici". Se si vuole ricorrere a questi trucchi, all'opposizione non resta altro da fare che chiedere la soppressione del capitolo che prevede i fondi per il funzionamento del Consiglio regionale, con un consistente risparmio di fondi pubblici.
Passando all'analisi dettagliata del documento contabile, Pittalis ha sottolineato come, nei lavori in Commissione, i Consiglieri di maggioranza abbiano "assaltato la diligenza, tanto che hanno portato il totale della spesa della Regione ad oltre 11.554 miliardi, con un aumento di più di 501 miliardi". Un incremento delle uscite che non inciderà, però, sullo sviluppo generale perché manca "una strategia complessiva" e non esistono interventi strutturali. Le recenti decisioni della Finanziaria nazionale, infine, renderanno ancora più grave la già drammatica situazione isolana.
Per Pittalis, quindi, questa manovra finanziaria è caratterizzata dalle scelte "clerico- comuniste" e dalle forti pressioni delle lobbies conservatrici e del partito della spesa pubblica:"una intricata rete di interessi che va dagli interventi per questo o quell'acquedotto alle elargizioni ai progettisti delle strade già progettate". Una legge di bilancio che ha una impronta "centralistica" e che non tiene conto delle reali esigenze degli Enti locali.
La verità, ha aggiunto Pittalis, è che "le forze politiche affastellate nell'olivastro al governo non hanno per un solo secondo cessato di badare al proprio interesse particolare". Le Commissioni di merito, tra l'altro, non hanno espresso parere positivo alla proposta di bilancio; ciascuna Commissione ha tirato l'acqua al suo mulino; insomma, questo documento è "una legge economicamente suicida". Infatti, l'indebitamento della Regione ha superato i 3.091 miliardi, e questo condizionerà la libertà di programmare per i prossimi quindici anni.
"Andiamo a spendere soldi che non abbiamo" ha detto ancora Pittalis, ed ha indicato errori di impostazione, sperperi, scelte sbagliate ed incomprensibili, se si vuole realmente puntare sull'efficienza e sulla modernizzazione dell'intero settore produttivo. Si prevedono, invece, stanziamenti a pioggia, senza pensare a cosa si vuole tendere e su cosa si deve puntare. Si prevedono nuovi contributi all'Ente Flumendosa, altri interventi nel settore idrico e non si ha un piano acque. Per progettare la nuova 131 si stanziano 23 miliardi, per studi già fatti. Miliardi a pioggia vanno poi al Consorzio 21, a tutti gli Enti, le associazioni, le strutture "controllate saldamente dal PDS".
Così come sono da criticare pesantemente le iniziative prese per le aziende regionali ha proseguito l'esponente di F.I., che continuano a produrre debiti, i finanziamenti per la formazione professionale, che non forma nessuno e costa centinaia di miliardi. In questa situazione, al contrario, le proposte di riforma della struttura amministrativa regionale, avanzata dai Consiglieri del Polo delle Libertà , sono bellamente ignorate.
L'oratore, quindi, ha ricordato gli sprechi e le inefficienze dell'Agenzia del lavoro, dei vari osservatori, di quelle strutture che studiano e promuovono senza alcun risultato, ma con notevoli costi per le casse pubbliche. Come è assolutamente criticabile la "discrezionalità" con la quale vengono erogati i finanziamenti pubblicitari e di sostegno alle attività editoriali. Infine sono incomprensibili molte delle scelte a favore di particolari settori produttivi.
Di fronte a questi sperperi, a queste superficialità ed incapacità di programmare un serio sviluppo della Sardegna, Forza Italia, ha concluso Pittalis, deve denunciare queste gravi incongruenze e deve dare un giudizio fortemente negativo su tutta la manovra proposta dalla Giunta, una proposta decisamente clientelare ed inadeguata ad affrontare la difficile realtà sarda.Rispondendo ai numerosi interventi critici nei confronti delle leggi finanziaria e di bilancio, il Presidente della Giunta Palomba ha voluto precisare in premessa che in tutte le società industriali complesse si ricorre, nella formazione dei bilanci, alla scelta delle priorità assoluta in rapporto alle risorse disponibili. Anche la Sardegna, e per essa la Giunta regionale, ha dovuto operare delle scelte, peraltro concordate con il Consiglio attraverso il lavoro delle Commissioni.
Secondo Palomba, l'accusa di assenza di innovazioni nel bilancio non trova appigli perchè, al contrario, in questo bilancio sono presenti delle novità sostanziali, prima fra tutte la riduzione ed il blocco dell'indebitamento. Ci si può chiedere come mai la Regione sia indebitata per circa 3000 miliardi - ha detto - ma questa è la situazione che si è trovata e la Giunta si è adoperata per la prima volta nella storia dell'autonomia sarda per ridurre questo stato di precarietà con le banche.
Palomba ha precisato anche che si sono operati tagli nelle spese correnti per circa 250 miliardi e che tutte le altre uscite sono obbligate, senza margini di discrezionalità da parte della Giiunta in quanto il sistema di bilancio è rigido. Si è comunque data la massima disponibilità per destinare gran parte delle risorse (circa 2000 miliardi) al settore produttivo e dell'occupazione: uno sforzo, questo, ha rimarcato il Presidente, che non si era mai fatto in maniera talmente consistente. Ma non solo: l'articolato è stato snellito accorpando i capitoli di spesa e si è anche avviato il processo di utilizzazione dei fondi tendendo alla semplificazione.
Palomba ha poi ricordato che i dati in suo possesso lo portano ad escludere ipotesi catastrofiche per la Sardegna. La disoccupazione è in lieve calo mentre aumenta il numero delle imprese nonostante l'incremento di mortalità delle aziende: "sono segnali ai quali dobbiamo aggrapparci perchè non è ammissibile che gli amministratori della cosa pubblica si lasciano prendere dalla rassegnazione".
Infine, dopo aver ricordato gli interventi nei settori dell'ambiente e dell'agricoltura (problemi, questi ultimi, che saranno approfonditi in occasione della seduta che sarà dedicata alla situazione nel mondo agro-pastorale) Palomba ha auspicato che dopo la sessione dedicata al bilancio si lavori per le riforme istituzionali con il contributo di tutte le forze politiche presenti in Consiglio.Dopo una breve sospensione dei lavori, nel corso della quale si è tenuta la Conferenza dei Capi Gruppo, il Presidente Selis ha comunicato che per dare la possibilità alla Commissione di esaminare gli emendamenti presentati, l'esame della manovra finanziaria riprenderà nel pomeriggio.
Il Presidente ha quindi comunicato che è stata presentata, ed accolta, la richiesta, a norma di Regolamento, per la ricostituzione del Gruppo di Rifondazione Comunista.
I lavori del Consiglio riprenderanno
nel pomeriggio alle ore 16,30