Nota stampa
della seduta n. 164 pomeridiana del 14 gennaio 1997
Il Consiglio regionale ha ripreso i lavori sotto la Presidenza dell'on. Selis.
In apertura di seduta, il Presidente ha comunicato che, con ricorso notificato in data 3 gennaio 1997 al Presidente della Giunta regionale, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha impugnato nanti la Corte Costituzionale la legge regionale approvata dal Consiglio in data 1° agosto 1996, rinviata dal Governo il 6 settembre 1996 e riapprovata a maggioranza assoluta dal Consiglio in data 16 dicembre 1996, concernente "Norme per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio della caccia in Sardegna".Sono state date quindi le comunicazioni riguardanti:
Il Presidente ha quindi ricordato brevemente la figura dell'On. Giovannì Ruggeri, ex Consigliere regionale scomparso tragicamente.
Discussione dei Disegni di legge n. 292/A, n. 293/A e del P/23 -
Legge finanziaria 1997 - Bilancio 1997 - Piano triennale 97/99Prima della discussione, intervenendo sull'ordine dei lavori, l'on. Amadu ha chiesto che il Presidente della Giunta riferisca subito al Consiglio gli esiti degli incontri svolti in mattinata per la situazione del settore agricolo.
Il Presidente ha quindi proposto che il Presidente Palomba informi l'Aula sulla situazione subito dopo le relazioni sulla legge finanziaria.L'on. Giuseppe Sassu (Progr.Fed.), relatore di maggioranza, ha esordito ricordando che le proposte per le leggi finanziarie e di bilancio sono state approvate dalla Commissione con il voto favorevole dei Gruppi Progr.Fed., PPI, Patto dei Democratici, Progressisti Sardegna, PSd'Az., col voto contrario di FI, AN e del Consigliere Aresu.
Dopo aver ricordato la grave situazione socio economica che la Sardegna deve affrontare, Sassu ha sostenuto l'esigenza di superare l'inadeguatezza delle infrastrutture che oggi frena l'evoluzione della struttura produttiva. Occorre pertanto rilanciare gli investimenti. I dati ISTAT mostrano che in Sardegna vi è stato un lieve miglioramento della situazione comparativa, ha proseguito Sassu, e questo è un segno del lavoro positivo svolto dalla Giunta, ma il lavoro e lo sviluppo rappresentano ancora l'emergenza da affrontare.
A fine mese, ha detto ancora Sassu, è previsto l'incontro tra la Giunta ed il Presidente del Consiglio dei Ministri per riprendere il confronto e avviare la fase di attuazione degli impegni già assunti. Dopo aver ricordato il fallimento degli investimenti nella chimica, Sassu ha sostenuto che alla Sardegna deve essere riconosciuto il diritto alla pari opportunità, soprattutto per le infrastrutture riguardanti i piani per l'energia, per la continuità territoriale e per i piani della comunicazione e dell'informazione.
Queste sono le basi essenziali per lo sviluppo dell'Isola, ha detto ancora Sassu, anche se la finanziaria nazionale non consente molte speranze. Dopo essersi soffermato su alcuni punti della finanziaria nazionale, Sassu ha sostenuto l'esigenza di una serie di riflessioni sull'unificazione delle imposte, sul decentramento verso le Regioni, anche se il federalismo fiscale non si raggiunge in questo modo.
Tornando alla Sardegna, per Sassu l'economia dell'Isola dà un lieve cenno di ripresa, ma esiste la necessità di ripensare le politiche di sviluppo, le metodologie di intervento, di controllo e di valutazione dei risultati. E' indispensabile quindi un nuovo Piano generale di sviluppo per coordinare armonicamente tutti gli interventi e razionalizzare l'utilizzo delle risorse.
Sassu ha quindi illustrato le linee generali alla base delle proposte della Finanziaria e del bilancio, che vanno dalla necessità di rendere competitivo il sistema produttivo esistente, all'ampliamento della base produttiva per finire con il rafforzamento del comparto turistico.
A proposito dei Piani Integrati d'Area, Sassu ha sostenuto che le recenti polemiche in proposito stanno dimostrando che il rapporto con le Autonomie locali è cambiato positivamente. Occorre però avviare la programmazione dal basso, anche se si dovranno "aggiustare in corso d'opera" gli strumenti esistenti.
Passando ad illustrare la proposta di legge finanziaria, Sassu ha ricordato che ad essa sono collegati cinque disegni di legge, relativi alla modifica delle leggi di contabilità e di controllo sugli enti regionali, sul coordinamento degli organismi per la promozione ed assistenza alle imprese, sull'Agriturismo, sugli interventi vari per i prestiti dei consorzi garanzia fidi, per gli impianti lattiero-caseari, e infine per la valorizzazione del patrimonio culturale.
Per Sassu, le scelte operate per arginare l'indebitamento sono da elogiare; tra queste, la contrazione di prestiti obbligazionari in alternativa ai mutui. Un'altra novità, ha sostenuto Sassu, riguarda l'uso razionale delle risorse evitando che, come in passato, rimangano "congelate" per anni. In questo modo si sono recuperate risorse che hanno consentito di predisporre una manovra aggiuntiva, avviando nel contempo un'azione di "bonifica" del bilancio regionale. Come risultato, il recupero di queste risorse ha consentito di destinare oltre 572 miliardi alle politiche attive per il lavoro, 308 miliardi alle politiche di sviluppo, e oltre 127 miliardi per altri interventi.
Dopo aver tratteggiato alcuni aspetti sui finanziamenti per le opere pubbliche, Sassu ha concluso affermando che comunque non si possono risolvere i problemi della Sardegna solo con interventi di natura finanziaria. Occorre avviare il processo di riforma più volte annunciato.Il relatore di minoranza, on. Aresu (Misto) ha affermato in premessa che per valutare la proposta di bilancio è opportuno ricordare le dichiarazioni programmatiche che il Presidente della Giunta ha fatto nel settembre del 1994 ed in occasione delle varie crisi succedutesi. Si vedrà allora, ha detto, che gli impegni presi per creare i presupposti dello sviluppo e dell'occupazione nell'ambiente, nei trasporti, nel credito, nella cooperazione e cultura d'impresa, sono rimasti una pia illusione anche nella manovra che si sta discutendo.
La Finanziaria, che è il provvedimento dal quale dipendono lo sviluppo della Regione, la sua ripresa economica e la migliore qualità della vita del suo popolo, ha aggiunto Aresu, è stata ancora una volta stravolta e sono prevalsi gli interessi egoistici e la forza politica di alcuni territori sugli interessi e le reali necessità dell'intera collettività sarda.
Ancora una volta, ha insistito Aresu, la Finanziaria rappresenta una semplice somma aritmetica di risorse assegnate senza obiettivi e priorità ma con la precisa volontà di intendere il programma pluriennale come una moltiplicazione per tre della spesa annuale, ricorrendo a tutti quei trucchi contabili che favoriscono l'uso discrezionale e clientelare degli stanziamenti da parte dell'Assessore di turno.
Aresu ha quindi ricordato che il parziale fallimento dei Piani Integrati d'Area, che rappresentavano il primo passo verso la programmazione concertata con gli enti locali e le province, è dovuto all'incapacità della Giunta che forse ha capito "che stava concedendo troppo alla periferia".
Ulteriori critiche sono state rivolte quindi dal relatore alle procedure seguite dalla Giunta e dalla maggioranza nel corso dell'esame delle proposte del bilancio in Commissione, laddove per decisione della coalizione governativa non si sono fatte audizioni, non si sono consultati gli enti locali nonché le forze imprenditoriali e sindacali.
Sono state snobbate, ha aggiunto Aresu, le relazioni delle commissioni di merito, molte delle quali contenevano giudizi negativi sulla impostazione della manovra finanziaria. La proposta, nella sua inconsistenza, è specchio delle mancate opportunità e delle lacune delle Giunte guidate dal Presidente Palomba. In essa si ravvisano il mancato avvio della riforma della macchina della Regione, il mancato riordino degli enti, la mancata abolizione dei contributi all'industria e all'agricoltura che penalizza solo la categoria degli artigiani, la mancanza di precise finalità negli obiettivi programmati.
Aresu ha quindi ricordato l'assenza di una politica economica della Regione, che ha avuto suo clou nel fallimento della conferenza sul credito, sulla quale si confidava per un ridimensionamento del sistema bancario e per il suo coinvolgimento nella ripresa economica dell'isola. Il risultato di tale gestione dell'amministrazione regionale è a tutti evidente: le imprese muoiono perché non trovano aiuto né nelle banche né nella Regione.
Entrando nel merito del documento, Aresu ha affermato che se è vero che le risorse non sono sufficienti a coprire tutti i bisogni della Sardegna, è anche vero che la Giunta non è riuscita ad instaurare un contenzioso con il Governo sui grandi problemi dell'isola. I fondi - ha soggiunto - vengono destinati a convegni, a studi, ricerche e progetti che produrranno altra carta ma non risultati concreti; si danno fondi per finanziare enti che andrebbero soppressi, ma non si interviene nel settore della formazione, o meglio, si interviene con oltre 150 miliardi per creare camerieri, pasticceri e parrucchieri. Ed invece, ha continuato il relatore, si decide di sospendere i contributi in conto occupazione previsti dalla legge n. 33.
Aresu ha quindi elencato tutta una serie di misure che non sono state prese dalla Giunta nella formulazione del bilancio nonostante la sollecitazione delle forze politiche, ed ha concluso affermando che, per le ragioni esposte, il voto del suo Gruppo e di Rifondazione Comunista sarà negativo. "Ciò nonostante, ha detto, ci impegneremo con una serie di emendamenti qualificanti a dare il nostro contributo per migliorare, ove possibile, la manovra finanziaria".Decisamente negativo anche il giudizio dell'altro relatore di minoranza, l'on. Casu (F.I.), per il quale la situazione economica e sociale dell'isola, infatti, è veramente drammatica, caratterizzata, tra l'altro, dalla "scarsa produttività aziendale, specie nelle piccole e medie imprese" e da una "disoccupazione che non accenna ad attenuarsi".
In questa situazione, ha sottolineato Casu, la Giunta regionale ha presentato un documento finanziario che ricalca le analoghe manovre degli esercizi passati. Nessuna novità, quindi, ma qualche manciata di miliardi in più per i lavori socialmente utili e pochi altri interventi a pioggia, per cercare di lenire i danni della disoccupazione. Un progetto di intervento economico, tra l'altro, che non presenta nessuna novità e non indica le linee generali della programmazione economica che deve caratterizzare gli interventi di questa maggioranza. Qualche piccola indicazione, però, il relatore l'ha notata nelle previsione dell'Assessorato dell'Industria, con interventi a favore di imprese industriali in grave crisi, anzi fallimentari. Risorse in più sono state destinate anche alla formazione professionale, un settore nel quale si sono sempre rilevati sprechi di notevole entità. Quindi, malgrado una disponibilità maggiore, rispetto all'esercizio precedente, di oltre 550 miliardi l'esecutivo non ha abbandonato il suo modo di agire, caratterizzato da un deteriore clientelismo, un modo di agire assolutamente criticabile, esempio di pessima amministrazione, tanto è vero che tra i fondi di rotazione si sono "trovati" altri 1214 miliardi "non utilizzati", quindi immediatamente disponibili.
Con questa ingente massa finanziaria, ha aggiunto Casu, la Giunta avrebbe potuto dare un forte impulso all'economia isolana, invece non è successo niente. Anzi, l'esecutivo ha previsto un nuovo, massiccio, indebitamento per oltre 1277 miliardi.
Analizzando le cifre proposte, quindi, Casu ha notato come si siano "raccolte" altre risorse finanziarie grazie agli avanzi di gestione registrati dall'Azienda Foreste e Demanio (30 miliardi), dall'ERSAT (10 miliardi) e dall'ISOLA (10 miliardi). Inoltre, con la nuova legge di Rinascita, saranno disponibili altri 530 miliardi.
Per Casu, in sostanza, nel bilancio regionale per il 1997 saranno disponibili oltre 2000 miliardi da destinare ad "investimenti di carattere strutturale". Mentre nei prossimi esercizi la "disponibilità" della Regione sarà di gran lunga inferiore (dagli attuali 11.554 miliardi si passerà a 7821 miliardi nel 1998 ed a 7306 miliardi nel 1999). Al contrario crescerà pesantemente l'indebitamente destinato a salire ad almeno 5000 miliardi nel 1997. Anche in questo caso, inoltre, la Giunta ha dimenticato di rendere pubblici i conti economici del 1994 e 1995. Come si può governare in questo modo? Senza conoscere i dati degli anni precedenti?
"Un modo vergognoso di amministrare" - ha aggiunto Casu - "un modo inconcepibile di presentare i propri conti". Ad esempio, la Regione non ha ancora presentato lo stato patrimoniale regionale, "ha solo presentato l'elenco dei suoi beni immobili. Non prendiamoci in giro".
L'esponente di Forza Italia, infine, esaminando l'efficacia dell'azione amministrativa regionale ha sottolineato come vengano utilizzati, di massima, il 37 per cento dei fondi disponibili. Utilizzati, tra l'altro, a costi altissimi, visto che la Regione eroga "compensi" pari al 19 per cento delle somme pagate, "compensi da strozzini", mentre gli interessi pagati dagli istituti di credito sono "ridicoli". Da questo esame emerge un giudizio assolutamente negativo, per la completa incapacità di questa Giunta di operare con oculatezza. Se questa Giunta fosse stata efficiente e capace, con oltre 1200 miliardi disponibili, avrebbe potuto mettere in moto finanziamenti per almeno 10.000 miliardi. Invece niente di tutto questo. "Ha ragione il popolo sardo quando afferma che esiste una classe politica incapace di governare l'isola", ha concluso Casu, ed ha invitato la Giunta ad avere il "coraggio civile di lasciare la guida della Regione Sarda".Dopo una breve sospensione, il Presidente ha comunicato che la Conferenza dei Capi Gruppo ha previsto una breve relazione da parte del Presidente Palomba sui problemi dell'agricoltura, rinviando il dibattito sull'argomento ad una specifica seduta.
Il Presidente della Giunta, on.Palomba, dopo aver ricordato come i problemi economici e del credito in generale abbiano aggravato la situazione del settore agricolo, ed in particolare dei serricoltori e florovivaisti, ha informato l'Assemblea dell'incontro svoltosi con i rappresentanti delle banche e degli agricoltori. Questi ultimi hanno richiesto la riapertura di un confronto con la Comunità Europea, la sospensione dell'applicazione dell'art. 5 della legge 44 e la moratoria per le procedure avviate dagli Istituti di credito.
Nel sostenere le posizioni degli agricoltori, la Regione, ha detto Palomba, è consapevole che l'agricoltura della Sardegna ha ancora necessità di un particolare sostegno della C.E. Già domani verrà avviato un confronto col Governo per rinegoziare le direttive della C.E. Sono inoltre all'esame alcune proposte per far fronte alle altre richieste degli agricoltori, mentre è stato chiesto alle banche di sospendere le procedure esecutive. Su questo punto i rappresentanti degli Istituti di credito hanno assunto precisi impegni, fatte salve le situazioni in cui vi siano responsabilità che potrebbero essere rilevate dagli organi di controllo del credito. In conclusione, si è stabilito di affrontare tutti i temi dell'agricoltura entro il 30 giugno prossimo.
Per Palomba, è necessario riorganizzare l'intero settore affinché ne sia garantita una razionale presenza sul mercato promuovendone nel contempo il rilancio. Si dovrà inoltre rivedere il ruolo del credito, mentre sarà necessario avere un quadro preciso delle situazioni di indebitamento sia delle singole imprese che complessivo. La Regione inoltre completerà il monitoraggio sulle aziende agricole, già avviato da tempo.
Su queste linee di intervento, ha concluso Palomba, è stato trovato il consenso delle organizzazioni degli agricoltori e degli Istituti di credito.
I lavori riprenderanno
giovedì 16 gennaio alle ore 9,30