Nota stampa
della seduta n. 147 antimeridiana dell'8 novembre 1996

 


Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis.
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni riguardanti:

 


Dibattito sulle dichiarazioni
del Presidente della Giunta

L'Assemblea ha avviato la discussione sulle dichiarazioni dell'on. Palomba dopo la decisione di dimettersi dalla presidenza della Giunta regionale.
La Conferenza dei presidenti dei Gruppi aveva deciso di riservare 2 ore del dibattito alle forze della maggioranza, 2 ore a quelle dell'opposizione, mezzora al PSdAz e poco più di mezz'ora agli esponenti del gruppo misto.
La decisione di aprire un dibattito sulle dichiarazioni politiche del presidente Palomba non è stata, però, condivisa da tutti i consiglieri.

L'on. Gianfranco Tunis (Ppi), intervenendo sull'ordine dei lavori, ha ricordato l'importanza della manovra di assestamento del bilancio regionale ed ha sollecitato l'inserimento della discussione del relativo provvedimento legislativo nell'ordine del giorno dei lavori di una prossima seduta.

L'on. Lippi (F.I.), si è lamentato per la mancata concessione di una ripresa televisiva, seppure in differita, di questa seduta consiliare ed ha sollecitato una regolamentazione dell'intera materia.

Polemico anche l'on. Casu (F.I.), il quale si è detto contrario all'immediata discussione della legge di assestamento del bilancio perché incompleto e privo di importanti indicazioni di spesa e di reperimento delle necessarie risorse finanziarie.

L'on. Montis (R.C.), dal canto suo, ha vibratamente contestato le modalità che si sarebbero dovute seguire nello svolgimento della discussione. "Non si tiene conto dei diritti e delle prerogative delle diverse forze politiche, ha affermato Montis, perché non si può contingentare un dibattito importante come questo". Imitando anche gli interventi dei componenti del gruppo misto, tra loro decisamente "politicamente distanti e diversi".

I limiti imposti al dibattito sono stati vivacemente contestati anche dall'on. Locci (A.N.): "anche in questa occasione il Consiglio ha deciso di perdere tempo", ha detto, oggi, infatti, l'Assemblea si è accorta della necessità di approvare l'assestamento di bilancio, la nuova finanziaria". Il consigliere regionale, quindi, ha annunciato che avrebbe rinunciato ad intervenire in questa occasione, perché un dibattito politico avrebbe avuto una qualche ragione se si fosse dovuto eleggere il presidente della Giunta, "mentre oggi si è deciso di lavorare inutilmente".

Il Presidente Selis, dopo aver ribadito le decisioni dei Presidenti dei gruppi (sottolineando che i limiti erano stati fissati solo come "indicativi" per cui i consiglieri potevano non uniformarsi) ha aperto il dibattito.

Il primo a prendere la parola è stato l'on. Palomba, per alcune "necessarie precisazioni". "E' inutile che un Presidente spieghi le ragioni delle sue dichiarazioni", ha esordito Palomba, per poi indicare nel "rispetto del Consiglio", la ragione fondamentale delle sue dichiarazioni, sia di quelle dopo le dimissioni, che di quelle odierne.

La legge, infatti, indicava un presidente ed una coalizione che lo sorreggesse. E la maggioranza uscita dalle urne aveva ed ha una sua omogeneità e compattezza. Quindi, può andare avanti per realizzare quel progetto di governo.

Tra l'altro, molti documenti politici confermano la validità di quelle scelte.

"Da qui la necessità di riportare in Consiglio il dibattito politico, ha aggiunto Palomba, per appianare e risolvere i contrasti esistenti". Certamente, i partiti, le diverse forze politiche hanno il dovere di operare per dare vita a coalizioni e giunte, che devono poter operare con coerenza.

Palomba ha poi sottolineato la necessità di una "nuova cultura politica, che stenta ad affermarsi, ma che è necessaria se si vuole avere una reale maturazione della classe politica isolana". Invece "i poteri forti, le forze occulte, hanno cercato in tutti i modi di impedire questa maturazione". I poteri forti, comunque, non hanno cercato di influire sulla soluzione di questa crisi e sull'azione dei partiti, ma è necessario che l'Assemblea sia chiamata ad esprimersi "su temi forti" proprio per favorire la crescita culturale e la maturazione della classe politica isolana.
Quindi Palomba ha voluto riesaminare i temi "qualificanti" presenti nei propri interventi ed ha ricordato come "poteri occulti e regie esterne non siano mai stati collegati alla crisi"; queste accuse non riguardino i partiti, ai quali si deve riconoscere il diritto-dovere di incidere nella formazione dei governi". C'è, però, il rischio che "i poteri senza consenso occupino spazi politici destinati ai poteri con consenso" e questo può avvenire quando "la politica è debole". Per evitare questi aspetti deteriori della vita politica isolana sono necessarie grande chiarezza e trasparenza.
Su questi temi, ha aggiunto Palomba, il Consiglio deve ritornare, perché sono molti gli aspetti sui quali le forze politiche vanno dai "rapporti mediati" dai partiti, dei "vincoli politici e morali" che gli eletti hanno nei confronti degli elettori; del vincolo e del rapporto esistente tra eletti ed Assemblea regionale. Quindi, i temi degli "influssi esterni, i poteri delle forze politiche, le possibili soluzioni da dare per risolvere i problemi "essenziali" se si vuole dare risposte concrete alle esigenze della Sardegna.

Le dichiarazioni di Palomba sono state decisamente criticate dall'on. Amadu, del gruppo Misto-CDU. L'oratore ha, tra l'altro, sottolineato come ci sia l'esigenza di capire le reali ragioni della crisi, "perché è necessario costringere chi finora ha tenuto all'oscuro questo Consiglio sulle reali ragioni della crisi, a fare finalmente chiarezza. Perché o ha detto bugie allora o le ha dette oggi".
Dopo aver manifestato "rispetto, per l'amico e collega Palomba" l'esponente del CDU ha indicato alcuni aspetti dell'azione politica della giunta particolarmente negativi. La giunta Palomba, infatti, in troppe occasioni "è apparsa prigioniera di logiche estranee, lontane dagli interessi politici e sociali della Sardegna".
Ed anche oggi, ha aggiunto Amadu, si continua a parlare di pesanti condizionamenti, a subire influenze esterne al Consiglio ed alla stessa società sarda. Operando in questo modo si "è tradito lo spirito degli elettori; la coalizione è andata in crisi ed ha dato corpo ad una Giunta decisamente diversa da quella promossa e proposta al corpo elettorale".
Amadu ha poi analizzato alcune affermazioni di Palomba ed ha contestato l'esistenza di ingerenze esterne e di forti poteri occulti. "I partiti politici, le correnti al loro interno sono necessari, perché garantiscono la vivacità dell'attività politica. Poteri più o meno occulti in giro non se ne vedono. Se le pressioni esterne condizionassero così pesantemente la sua azione di governo, però, sarebbe il caso che lei passasse la mano. Se un presidente, se una maggioranza non sono in grado di affrontare i problemi della società, non sono in grado di svolgere il proprio ruolo, devono cedere il posto ad altri".
Amadu, dopo aver ricordato la gravità della crisi economica che attanaglia la Sardegna, ha ribadito la necessità di una giunta "seria", in grado di affrontare l'emergenza e di approvare tutti quei provvedimenti necessari per far progredire, in termini sociali ed economici, la Sardegna.

"Mi chiedo, ha detto quindi l'on. Pittalis (F.I.), se sarà necessario proseguire nel dibattito visto che oggi Palomba ha detto che le sue dichiarazioni sono state male interpretate".
"Con le sue menzogne, ha aggiunto Pittalis, Palomba ha schiaffeggiato l'Assemblea ed il popolo sardo iscrivendosi nella categoria degli ipocriti e dei bugiardi, ma l'opposizione non può tollerare questo comportamento. Tutto ciò fa pensare che davvero esistano poteri esterni che hanno condizionato e condizionano Palomba tanto da fargli cambiare atteggiamento da un giorno all'altro".
Dopo aver ricordato lo stato di malessere delle categorie produttive, Pittalis ha affermato che il dibattito politico si è impoverito e che la crisi è immutata a causa della maggioranza dell'Ulivo che si è rivelata litigiosa e comunque priva di obiettivi e soprattutto di collante politico.
Pittalis ha detto che il centro sinistra "assomiglia ad una banda i cui componenti si sbranano per spartirsi il bottino", ed ha poi accennato ai contrasti che dilaniano la coalizione e che hanno nome nella presidenza della Fondazione del Banco di Sardegna, nel Master Plan e nel piano delle acque.
Da questa crisi è impossibile uscire se non si ricorre nuovamente agli elettori, ha detto ancora Pittalis, ma la maggioranza deve tener conto che aveva candidato Palomba alla presidenza della Regione e questa è quindi la soluzione secondo il patto con gli elettori. Pensare ad un altro nome sarebbe in contrasto con lo spirito della legge. Tuttavia proporre ancora Palomba è assurdo, perché il presidente dimissionario ha travalicato ogni limite con le sue dichiarazioni di poco fa. Per evitare di denunciare tutti i problemi Palomba ha portato la maggioranza ad una ecatombe che ha coinvolto egli stesso.
Il Consiglio, ha aggiunto Pittalis, è un'istituzione alla quale si deve rispetto per le sue prerogative e per le sue funzioni. A questo rispetto Palomba è venuto meno. Non può tollerarsi che al Consiglio, così come ha fatto Palomba, si rivolgano mezze minacce e mezzi avvertimenti. Nell'Assemblea deve esserci chiarezza e il Presidente avrebbe dovuto denunciare fatti ed episodi non in forma nebulosa, ma con precisione.
La verità è che, ha continuato Pittalis, i poteri forti esistono se da qualche parte si vuole che essi si immischino con l'attività e della Giunta e del Consiglio.
Dopo aver affermato che la democrazia ha come fondamento le idee ed il consenso,Pittalis si è detto convinto che, poiché si deve constatare il fallimento della coalizione di maggioranza, non sarebbe una cattiva idea quella di dare ascolto alla voce delle categorie produttive e del mondo sociale sciogliendo il Consiglio e ricorrendo ad una nuova legittimazione democratica attraverso il voto dei cittadini.

L'on. Marteddu (Ppi) si è chiesto se sia il caso di continuare il dibattito considerato che i banchi della Giunta sono vuoti, che si è in presenza di un vuoto effettivo di potere e che, soprattutto, sono intervenute le nuove dichiarazioni di Palomba.
Riferendosi ad alcuni passi del discorso di Palomba, Marteddu ha sostenuto che in omaggio alla franchezza si deve poter concludere che una via d'uscita della crisi è lo scioglimento del Consiglio. Da parte del Gruppo dei popolari si è sostenuta la soluzione voluta da Palomba, tuttavia deve essere ribadito che questa prima parte della legislatura non ha prodotto quei risultati nei quali si sperava; si deve anzi avere il coraggio di affermare che è stata notevolmente lacunosa. E' vero anche, ha aggiunto Marteddu, che in questa stagione di transizione non si sono potute esplicare tutte le potenzialità del Presidente Palomba. E' venuta a mancare la politica e si sono rafforzati, come compensazione, quei poteri forti che avrebbero esercitato, a detta di Palomba, pressioni intollerabili. A questo proposito Marteddu ha citato il Master Plan.

Marteddu ha poi detto che le alternative nella soluzione della crisi possono riassumersi in questi due punti: o rimane in campo Palomba in virtù dell'indicazione popolare o si cambiano i riferimenti per la formazione della maggioranza ed ha concluso, rivoltoall'Assemblea: "chi sa che deve fare un passo indietro lo faccia e chi deve assumere le proprie responsabilità le assuma".

I problemi all'interno della coalizione "sono emersi in troppe occasioni ed i contrasti sono apparsi spesso evidenti": da questa considerazione negativa è partito l'on. Frau, (A.N.), per svolgere un intervento particolarmente critico. Sin dal rinvio richiesto dall'on. Onida, lo scorso 29 ottobre, era apparsa evidente l'incapacità del presidente Palomba di proporre un progetto politico concreto ed una Giunta in grado di attuarlo.
E' stato inutile cercare nuovi accordi con i gruppi, per evitare l'ingresso dei "poteri occulti" nelle forze del Palazzo, l'ingresso di quei "gruppi di pressione" che possono entrare in Consiglio solamente se qualcuno li fa entrare. Ma se non esiste una coalizione politica omogenea come pretendere di governare? si è chiesto Frau. Si era capito e subito che l'esecutivo era "ingessato ed incapace di ottenere la fiducia", tanto è vero che al momento della sua presentazione quattro assessori si erano immediatamente dimessi.

L'esponente di A.N., quindi, ha esaminato questi anni di paralisi, di crisi continue, di verifica politica mai conclusa e di azione di governo inesistente e deludente. Questa stasi politica, "27 mesi di egoismi e di difesa degli interessi personali", ha fornito la dimostrazione della incapacità politica di governo "dell'Ulivo sardo", ha concluso Frau. Occorre, quindi, ripartire dall'esame attento della realtà isolana e proporre una giunta autorevole, in grado di affrontare e risolvere i grandi problemi della società sarda.

La necessità di dare vita ad una Giunta capace, in questo difficile momento politico, è stato il tema conduttore dellintervento dell'on. Scano, (Prog. Fed.).
"In una situazione di così grave difficoltà c'è la necessità di grande chiarezza, di senso di responsabilità, di limpidità e di fermezza delle posizioni" ha affermato Scano. Le ragioni della crisi, infatti, sono state lette in modo corposamente distorto. E' giusto, a questo punto, fare qualche precisazione, perchè la crisi non è stata frutto del contrasto tra i partiti e della lotta per le poltrone.
L'intervento odierno dell'on. Palomba ha avviato un riesame della vicenda e ne ha dato una interpretazione più chiara. Occorre, a questo punto, riesaminare l'azione della Giunta, i risultati ottenuti, le prospettive politiche. Il presidente Palomba, gli assessori Sassu, Lai e Paba, assieme agli altri componenti dell'Esecutivo, infatti, hanno lavorato bene. Forse non si sono raggiunti gli obiettivi che ci si era prefissati, ma si stava lavorando con grande serietà e con risultati positivi.
La verità, ha aggiunto Scano, è che la crisi era ed è politica e programmatica. Quindi, tutti devono assumersene la paternità "pur con ruoli e responsabilità diverse". E' necessario, quindi, un profondo chiarimento all'interno delle stesse forze politiche che fanno parte della coalizione di maggioranza e "certamente ci sono state forzature, come quella per la Giunta dei capigruppo, sulle quali ci si deve confrontare con serietà e coerenza".
Scano ha poi affrontato i temi più propriamente politici, legati a queste "scelte politiche strategiche". L'incompatibilità tra consigliere ed assessore, la legittimità popolare, la lealtà data dai partiti e dai gruppi ai diversi tentativi del presidente Palomba, la crisi delle istituzioni, il rinnovamento dei partiti e della politica sono gli argomenti sui quali l'oratore si è soffermato "e sui quali ci si deve confrontare e ci si deve impegnare".

Affrontando il rapporto tra crisi politica e poteri forti, Scano ha ricordato come i "poteri forti, esterni al Consiglio ed ai partiti, non siano poteri occulti, ma molto noti". La crisi, quindi, deve essere affrontata nella sua sede istituzionale, il Consiglio regionale, e deve partire da alcuni punti fermi: la coalizione di sinistra si è presentata con un progetto politico e con l'indicazione di un presidente. Il PDS ha sempre confermato la validità di queste scelte e non intende abbandonarle. Certamente ci sono alcuni aspetti sui quali si può e si deve lavorare. Ma "l'Ulivo" è la base dalla quale si deve ripartire, per dare voce e credibilità ad un'ipotesi politica seria e valida, in grado di dare prospettive alla Sardegna. Ed in questa situazione difficile il Consiglio deve riprendere la sua autorevolezza e credibilità, il suo ruolo propulsivo, politico, anche per riavviare il processo delle riforme, l'unico in grado di garantire il progresso civile e sociale della Sardegna. Questo è il compito che tocca all'Assemblea regionale, se si vuole dare un valore a questa legislatura.

Nel premettere che al di là delle considerazioni umane Rifondazione Comunista non deve niente al presidente Palomba, l'on. Montis, (R.C.) ha detto che Palomba, che ha subito il dileggio dell'opposizione, lo scherno della stampa e le critiche delle categorie economiche, oggi si ripresenta chiedendo l'appoggio di tutti coloro che lo hanno messo sotto accusa.
Ricordando il "tradimento" operato da Palomba nei confronti di Rifondazione all'atto della nascita della prima Giunta, Montis si è chiesto perchè il centro sinistra vuole andare incontro ad una solenne sconfitta con il riproporre l'ex presidente ed una coalizione che non si regge in piedi.
Le dimissioni sono state presentate dallo stesso Palomba come conseguenza dell'opera di poteri occulti. Intrighi e trame oscure, dunque, ai quali è possibile dare credito anche se Palomba oggi tende a minimizzare. Su questi punti bui doveva aprirsi il dibattito, per capire come i poteri forti siano riusciti a penetrare nell'amministrazione grazie alla debolezza della Giunta. Una Giunta che nel dimettersi ha di fatto causato l'interruzione od il blocco di obiettivi importanti come la metanizzazione del territorio, il piano delle acque, la ristrutturazione degli enti.
In realtà, ha proseguito Montis, uno dei veri motivi che hanno prodotto la crisi di Giunta è stata l'incapacità della Giunta di progettualità economica. La gestione della Regione è costellata, in questi due anni, da tanti fallimenti, in tutti i settori, dal commercio all'economia di produzione, all'occupazione.
La Giunta, ha detto ancora Montis, ha utilizzato le risorse pubbliche in inutili salvataggi di aziende decotte ed ha mostrato inconsistenza in ogni momento della sua non breve vita. Ed oggi si richiede la solidarietà per la ricostituzione della coalizione! Dopo aver respinto la designazione a "secondo grado" del ruolo del Consiglio rispetto alla legittimazione elettorale, Montis ha annunciato la sua contrarietà a formazioni governative che vedano ancora Palomba in primo piano.
In conclusione l'oratore ha enunciato i punti che dovranno costituire obiettivo prioritario per la Giunta che verrà.

Anche l'intervento dell'on, Pirastu (F.I.) si è imperniato sul primo discorso di Palomba, che ha definito "quello veramente genuino" rispetto alla rivisitazione fatta oggi e suggerita da qualche segreteria di Partito.
Quel discorso ha riconfermato l'impossibilità di dare vita ad un Palomba ter, una Giunta che nessuno voleva e che si è fatto in modo che abortisse. Rivolgendosi a Palomba, Pirastu ha chiesto di sapere a chi si rivolgeva quando alludeva ai poteri occulti, chi li rappresenta e quali nomi portano.
Successivamente Pirastu ha affermato che le due Giunte hanno brillato per minimalismo, così come il Consiglio che, per questo fatto, è stato "sculacciato" dal Presidente dellAssemblea.
Parlando del suo gruppo (F.I.), ha detto che esso ha pagato le conseguenze del non essere un partito e del fatto che è difficile fare opposizione al nulla. "Perchè nulla è stata la maggioranza e nulla ha prodotto come governo".
Anche Pirastu ha concluso il suo intervento enunciando le linee di una nuova politica che dovrebbe improntare l'azione del Governo. Ed ha infine ricordato che deve essere sempre presente l'interesse dei sardi. Oggi questo interesse può essere rappresentato in primo luogo dall'abbandono di Palomba e quindi dalla necessità di andare a nuove elezioni affinché sia dato alla Sardegna quel governo stabile che oggi non è possibile varare.

Le dichiarazioni dellon. Palomba non sono state giudicate positivamente dall'on. Bonesu (PSdAz.), il quale, partendo dall'analisi dell'attuale legge elettorale, si è soffermato sugli aspetti più propriamente politici della stessa legge. Ed ha ricordato come nel secondo turno delle passate consultazioni, gli elettori, del giugno 94, quello del ballottaggio, si sia corso il rischio di non raggiungere il 50 per cento dei votanti.
Bonesu, quindi, ha analizzato quei dati elettorali ricordando le diverse vicende che hanno portato alla nascita delle diverse coalizioni di centro-sinistra e le scelte che hanno portato "a nuove alleanze". Quelle scelte, quei programmi, le indicazioni elettorali non sono gli stessi sui quali ci si confronta ora. Il Consiglio, dunque, deve riappropriarsi del proprio ruolo, della propria autonomia, della propria libertà.
Le "false indicazioni" delle elezioni, secondo Bonesu, sono state utilizzate, anche in questi giorni, per imporre al Consiglio regionale scelte inaccettabili e da respingere con fermezza. Sui giornali di oggi il PDS nazionale impone "Palomba o lo scioglimento del Consiglio". Forse sono questi i poteri occulti?.
"Spesso però ci si attacca i poteri occulti per nascondere incapacità reali", ha aggiunto Bonesu che ha poi proseguito nelle sue critiche ricordando come il PSd'Az abbia sempre richiamato il Consiglio e le altre forze politiche a lavorare ed ad evitare la crisi "inutile e pericolosa".
L'oratore si è quindi soffermato sull'autonomia e sui compiti del Consiglio, la casa dei sardi, nella quale i consiglieri portano le istanze dei sardi, di tutti i sardi, seppur con qualche differenza: "certamente saremo anche condizionati, perché ognuno di noi sente i suoi elettori e difende anche gli interessi delle zone di provenienza". Ma non esistono altri condizionamenti, occulti o economici, perché "in Sardegna non esistono poteri così forti".
Concludendo il suo intervento, Bonesu ha richiamato il Consiglio a svolgere il proprio compito, a riprendere a lavorare con serietà e con coerenza, per dare risposte concrete alle esigenze della Sardegna.

Cè il tentativo, ha detto l'on. Biggio, (A.N.), da parte di ogni gruppo che fa parte della maggioranza di rimandare ad altri le responsabilità della crisi, crisi che conferma la conclusione fallimentare di una coalizione inconsistente, crisi che è tra le più gravi, per il momento che si attraversa, tra quelle vissute dalla Regione sarda. Ci troviamo davanti anche a un falso tentativo, quello di far credere che si voglia una ultima soluzione Palomba.
Ritornando sulla gravità della crisi economica e di costumi che attanaglia la Sardegna. Biggio ha sostenuto che non si hanno idee chiare sulle soluzioni da adottare per rilanciare l'economia dellIsola, anche perché le scarse risorse ci impongono di capire prima i problemi per individuare quelli prioritari, essendo consapevoli che non è possibile mettere mano a tutte le piaghe della Sardegna. Le Giunte presiedute da Palomba non sono state capaci di cogliere.questo ordine di valori e di priorità. Il centro sinistra ha piantato radici in tutti i posti di sottogoverno: uno spettacolo indecoroso, quello della maggioranza che non ha la capacità di programmare una linea di azione del proprio governo: Siamo davanti ad assenza di idealità, dove ognuno si cimenta nei giochi di rinvio o di riversamento delle responsabilità nell'altrui inefficacia.
Questa crisi è stata avviata in un binario morto e non se ne vede una soluzione in questa interminabile commedia di rinvii e di promesse mancate. La strada intrapresa dai colleghi della maggioranza non porta a niente di nuovo, porta solo al fallimento. E' inutile chiedere riforme, ha detto ancora Biggio rivolgendosi ai pattisti, se poi si persegue l'obiettivo di rimanere in questa maggioranza. E' una questione di coerenza.
Il discorso-ritrattazione di Palomba, ha concluso Biggio, è la riprova che l'unica alternativa è quella di ridare il mandato agli elettori affinchè la Sardegna si pronunci nuovamente su questa classe politica.

La necessità di riportare la soluzione della crisi su binari di realismo e di correttezza è stata sottolineata dall'on. Ballero (PSFD). Si è in presenza di una difficile fase di transizione, ha aggiunto l'oratore, e forse le premesse non erano le migliori per trasformare questa in una reale "assemblea costituente". Ma è anche "inconcepibile" che sul Consiglio vengano scaricate accuse pesanti ed ingiuste. Il Consiglio ha un ruolo, un compito, che non può essere messo in dubbio con azioni e prese di posizione esterne all'Assemblea.
La situazione politica difficile, ha aggiunto Ballero, ha impedito l'approvazione di alcuni provvedimenti di notevole importanza, che avrebbero favorito una profonda modifica del sistema regionale. Il Consiglio stava lavorando bene, deve portare a termine questa sua opera.
Questa attività positiva però deve riprendere, perché le forze politiche che hanno dato vita a questa maggioranza, "decisamente strategica", devono superare i contrasti esistenti tra loro e riprendere a collaborare, per realizzare un programma di governo valido.
Ballero si è poi soffermato sulle norme elettorali relative all'indicazione del capo dell'esecutivo. Le norme sono chiare e non si può "accettare che al Consiglio si cerchino di imporre scelte e soluzioni esterne. E mistificatorio dire: o Palomba, o Selis, o chiunque o lo scioglimento. Queste sono pressioni esterne. Questa assemblea è libera di scegliere qualunque presidente".
Certamente, ha concluso Ballero, le forze politiche hanno fatto le loro scelte e sono libere di farle. La loro valutazione può solo essere politica, anche ricordando che sono state diverse le proposte politiche indicate agli elettori. Il Consiglio può, quindi, scegliere in piena libertà, senza condizionamenti ed imposizioni. Nell'ambito della coalizione il PDS faccia le sue proposte e mercoledi il Consiglio elegga il nuovo presidente della Giunta, un presidente che proponga il suo esecutivo, "che deve essere di legislatura", nella stessa, prossima settimana, in modo da riprendere a lavorare subito, "senza dover sottostare a pressioni esterne a questo Consiglio".

Secondo l'on. La Rosa, (Gruppo Misto), le prime comunicazioni di Palomba in occasione delle dimissioni sono di grande rilevanza e non tanto per la denuncia dell'esistenza di poteri occulti quanto perché hanno evidenziato la pratica di poteri palesi: un campionario di tattiche, giochi, rinvii, insidie e tranelli che non giovano alla politica e agli interessi della Regione.
Ma se Palomba era a conoscenza di queste pratiche, perché - si è chiesto La Rosa - ha accettato l'apertura della crisi? Perché non si è opposto sapendone le ragioni e conoscendone le paternità?
La Rosa ha affermato che questo comportamento del Presidente non è in linea con il senso di correttezza che attribuiva a Palomba. Così come è rimasto turbato dalla decisione, in totale autonomia, di presentare la sua terza Giunta. Secondo l'oratore, Palomba ha voluto giocare le sue carte adeguandosi ad un modo di fare che aveva condannato. Tutto ciò è comprensibile da un punto di vista umano, ma non è giustificabile poiché il presidente aveva condiviso con la maggioranza il percorso politico: la presentazione della Giunta ter non poteva non essere una mina pronta per esplodere; il richiamo alla legittimazione popolare rappresenta perciò una carta truccata attraverso la quale scendere nuovamente in campo.
Cè ora il margine per salvare il salvabile? si è chiesto ancora La Rosa prima di concludere con un appello affinché si riesca a costituire una giunta di transizione che porti avanti le problematiche più urgenti.

Un giudizio negativo sull'attuale vicenda politica è venuto anche dall'on. Casu (F.I.), il quale ha ricordato come negli Stati Uniti d'America, ogni quattro anni, il primo martedì di novembre, accada quel che accada, viene eletto il Presidente e parte dei due rami del Parlamento. Ma quella è una democrazia avanzata. In Sardegna, invece, i tempi sono lunghi, non certi, e lungaggini e schermaglie paralizzano ogni scelta politica.
Casu, quindi, ha analizzato la situazione politica sarda, chiedendo a Palomba e Balia di rendere chiare le loro accuse e di indicare chi sono "i poteri forti", che condizionano pesantemente l'attività politica del Consiglio.
L'esponente di F.I., quindi, ha chiesto alle forze di maggioranza di riunirsi in conclave e di nominare, finalmente, il nuovo presidente. La Sardegna ha bisogno di una Giunta seria ed efficiente, che affronti i problemi reali dell'Isola. Non si può andare allo sbando, in questo modo, ha aggiunto Casu ed ha lamentato come la maggioranza abbia eletto Palomba, lo scorso mese di ottobre, e che questi si sia presentato in Aula senza disporre di una Giunta e senza la certezza che i nomi presentati sarebbero stati approvati. Un atto di grande superficialità politica, di ingenuità che tutta l'Isola paga.
Casu, concludendo il suo intervento, ha sollecitato la presentazione dei necessari documenti contabili, che sarebbero dovuti essere depositati molti mesi fa. Programmi, progetti, interventi finanziari sono, invece, ancora nei cassetti degli assessorati o della Giunta e non producono alcun beneficio. Anzi, questo esecutivo ha perso inutilmente tempo e chiederà, poi, grande celerità per far passare bilancio annuale e triennale, finanziaria, assestamento del bilancio, tutti documenti necessari per dare risposte concrete ai sardi. Casu ha, quindi, invitato la Giunta a mettersi a lavorare, con serietà, nell'interesse assoluto dei sardi.

"Rifondazione Comunista - ha esordito l'on. Marina Concas - ha accettato le dimissioni, ma non le giustificazioni di Palomba. Non si possono infatti accettare, perchè suonano come offese alla nostra intelligenza, soprattutto quando afferma che le sue dichiarazioni sono state male interpretate".
Per Concas non esistono poteri occulti poiché Rifondazione è al di fuori dai giochi di potere e non si è imbattuta in essi. Ma se Palomba ne parla evidentemente esistono, e se esistono non si spiega perché non li abbia denunciati. Tale omissione lo rende di conseguenza complice di quelle forze esterne alle quali ora attribuisce la responsabilità della crisi.
Concas ha quindi disegnato il ruolo di Rifondazione, teso ad assolvere ai compiti ed ai doveri che derivano dalla presenza nell'Assemblea sarda. Doveri che guardano alla impostazione della soluzione dei problemi dei più bisognosi nella società isolana, all'individuazione delle reali esigenze dei settori portanti dell'economia, alla ricerca delle soluzioni.
Ma in questa legislatura, ha detto ancora Concas, i sardi sono stati trascurati perché c'erano, da parte di componenti della coalizione di maggioranza, interessi diversi da perseguire. Di tutto questo è responsabile appunto la maggioranza e non solo il presidente. Ora è necessario per la Sardegna un governo forte e duraturo, ma per centrare questo obiettivo non basta cambiare presidente: occorre cambiare le logiche e quindi questa maggioranza che in queste logiche si identifica.

L'inutilità del dibattito, invece, è stata sottolineata dall'on. Balletto (F.I.). Una inutilità politica, però, perché la maggioranza non terrà conto delle indicazione che emergeranno da questa discussione. I consiglieri, però, faranno le loro personali valutazioni e daranno indicazioni precise, quindi, in sostanza, faranno il loro dovere.
Balletto ha esaminato gli ultimi avvenimenti politici e, ricordando i giudizi estremamente negativi mossi dallo stesso Palomba alle forze della maggioranza, ha giudicato lo stesso presidente prigioniero delle forze che lo avevano espresso.
Tutta l'attività politica del presidente Palomba è stata, quindi, analizzata dall'esponente di F.I., il quale ha sottolineato come i partiti della coalizione avessero "scaricato" lo stesso presidente subito dopo la sua prima elezione. Ma tutta la vicenda Palomba presenta aspetti particolari e molto strani; caratterizzata com'è da una violenta lotta per cariche e prebende. La presidenza del Banco di Sardegna e di altre istituzioni pubbliche, i consigli di amministrazione o di enti di vario genere sono state le ragioni che hanno portato a scontri e polemiche. Con questi precedenti le requisitorie dell'on. Palomba sono prive di valore, politico e morale.
Tutte le domande poste dall'opposizione, infatti, sono rimaste senza risposta e lo saranno tutte le richieste di chiarimento avanzate da numerosi esponenti di F.I. e degli altri gruppi di minoranza.. Così come non sarà possibile fare luce sulle presenze "dei poteri forti e delle forze occulte" che tanto avrebbero condizionato le scelte politiche di questo Consiglio.
Ma, per Balletto, tutta la vicenda presenta troppi punti oscuri e non sarà possibile fare chiarezza, perché la maggioranza e lo stesso Palomba non hanno alcuna intenzione di spiegare le ragioni di così laceranti conflitti e di violente polemiche. Tutte le forze politiche della maggioranza, inoltre, si sono dichiarate del tutto estranee a questi contrasti ed a questa difficile crisi. In molte occasioni, anzi, è stato detto che questa maggioranza è compatta ed omogenea. Ed allora di chi è la colpa di questa crisi? Chi impedisce di affrontare con serietà ed efficienza i nodi strutturali che attanagliano questa Sardegna che "langue e muore"?
Molti, ha aggiunto Balletto, continuano però a credere che la Sardegna sarà salvata dall'Ulivo sardo. C'è da augurarsi che Prodi ed il suo governo non prendano esempio dall'Ulivo sardo, perché altrimenti le cose a livello nazionale andranno anche peggio. In questa situazione le cose sono destinate ad andare sempre male, perché questa Regione non ha bisogno di tante leggi di riforma, quali quelle magnificate da Ballero, ma di leggi serie, di azioni politiche incisive, di chiarezza di intenti, di maggioranze omogenee e concrete.
I lupi della attuale coalizione di governo, però, ha detto ancora Balletto, certamente cercheranno in tutti i modi possibili di ricompattare questa maggioranza e probabilmente richiameranno lo stesso Palomba in servizio. Tra le forze politiche, infatti, esistono contrasti e differenze che si possono superare solamente con operazioni spregiudicate e poco limpide.
Comunque, ha concluso Balletto, è necessario lavorare per dare un governo a questa Sardegna e per realizzare il progetto politico proposto, per il quale sono stati chiesti ed ottenuti consensi.

Si era concordato di svolgere un dibattito sulle dichiarazione di Palomba - ha detto l'on. Vassallo (Misto) intervenendo dopo Balletto - dopo aver perso tempo per meglio riflettere e contribuire così ad un maggiore approfondimento dei gravi problemi sollevati dal Presidente. Non sta avvenendo quanto si era auspicato e ciò induce a ricordare la posizione dei comunisti nei confronti del terzo governo presentato da Palomba. In quell'occasione avevano espresso contrarietà, e si astennero dal partecipare alla maggioranza perchè il collante della coalizione risultava nebuloso ed in alcune parti equivoco.
"Siamo però contrari, ha aggiunto Vassallo, anche alla posizione di totale distacco dichiarata da Rifondazione comunista. C'è tuttavia la necessità di cogliere i messaggi positivi lanciati da Palomba, con senso di responsabilità nei confronti dellIsola e dei sardi".
"Si è a lungo parlato di poteri forti e la mia esperienza, ha detto ancora Vassallo, mi suggerisce che questi poteri sono quelli sempre esistiti nei molti decenni di vita regionale. Sono quelli esercitati dalle forze economiche che intendono riaffermare i propri diritti e i propri interessi. A noi sta il compito di discernere se tali poteri sono usati nell'interesse generale o se avvantaggiano gli uni a svantaggio degli altri. Sta al Consiglio, cioè, controllare e valutare al fine di ottenere i migliori risultati. Non si devono esasperare queste situazioni con l'attribuire ai poteri forti cose che non sono reali".
Vassallo ha poi detto che recentemente, quando è stato chiesto un rinvio per la presentazione del Palomba ter, l'aver concesso solo 24 ore significava impedire la nascita del Governo, perché il presidente non poteva obiettivamente creare in così breve tempo un esecutivo di alto profilo. Ed allora chi ha voluto affossare Palomba?
Riferendosi al Patto Segni, Vassallo ha invitato i consiglieri di quel gruppo ad evitare di mettere tasselli e steccati nel cammino della maggioranza.
Infine, rivolgendosi a Palomba, ha affermato che è vero che i tempi sono maturi per procedere alla costituzione di una Giunta con la partecipazione leale dei gruppi di maggioranza. Ciò che è però realmente importante è mettere al bando tentennamenti ed ulteriori slittamenti. Ogni giorno perduto serve soltanto ad aggravare i problemi della Sardegna, già gravemente compromessi anche dal blocco dell'attività legislativa.
Vassallo ha infine rilevato che da una rilettura delle dichiarazioni del Presidente si evince un'apertura di credito nei confronti della maggioranza, quella per cui egli riteneva di dover continuare nel mandato ricevuto. Posto che occorre creare rapidamente una Giunta, Vassallo ha sottolineato che per i comunisti tale Giunta potrebbe non essere quella che durerà fino alla fine della legislatura. Basterebbe - ha concluso - correggerla con un rimpasto: l'importante è di avere una Giunta che completi le iniziative e le azioni lasciate a metà.

Il dibattito di oggi sarebbe potuto servire per fare chiarezza, in una situazione quanto mai confusa. Invece si uscirà da questo dibattito con le idee ancora confuse. Una constatazione, quella dell'on. Lippi (F.I.), fatta dopo un'attenta analisi delle dichiarazioni degli esponenti della maggioranza, i quali hanno fornito indicazioni politiche di particolare valenza.
Lippi, tra laltro, ha sottolineato le contraddizioni contenute negli interventi degli onorevoli Palomba e Scano ed ha lamentato come, anche in questa occasione, non si sia mostrata la necessaria chiarezza e coerenza. Dal dibattito, infatti, sono emerse posizioni ambigue e contraddittorie. Così come non si è capito bene a cosa si riferisse il presidente Palomba quando ha fatto riferimento, anche oggi, ai poteri forti ed occulti. Ma è mai possibile che gli assessori non si siano mai resi conto di queste intromissioni, di queste pressioni così pesanti? Ma come possono aver esercitato la loro ingerenza questi poteri forti? Tra l'altro, non si capisce bene cosa e chi siano. Forse i sindacati, gli imprenditori oramai allo stremo, i vecchi capibastone usciti dal Consiglio?
In questa situazione, ha concluso Lippi, il Polo continua ad operare con consapevolezza, proponendo soluzioni in grado di modificare l'assetto organizzativo regionale, di rilanciare il movimento delle riforme, lavorando per riavvicinare gli elettori alla politica. Il Polo, comunque, continuerà a lavorare, porterà avanti le sue scelte politiche per capire meglio le esigenze della gente e poter proporre poi le politiche necessarie per il riscatto della Sardegna.

"Un cordiale benvenuto a Palomba nei banchi del Consiglio": così ha esordito l'on. Boero (A.N.) prima di puntare il dito contro la coalizione di maggioranza, accusata di non conoscere le realtà sarde o di sottovalutare la situazione drammatica in cui la Sardegna si trova. Ma non solo: nei confronti della maggioranza Boero ha lanciato accuse di "dittatura" e di arroganza. Comportamenti, ha aggiunto, che A.N. stigmatizzerà in ogni momento, senza esclusione di colpi, dai banchi dell'opposizione.

Le cause della crisi, le responsabilità della sua apertura, le ragioni che ne hanno impedito, sinora, la sua conclusione sono i temi sui quali si è soffermato l'on. Paolo Fois, (Prog. Fed.). Fois ha anche approfondito il tema del rapporto tra la crisi e l'opinione pubblica, sottolineando come i cittadini, in questi giorni, abbiano fatto sentire la loro voce con grande autorevolezza e con grande serenità ed abbiano chiesto decisioni rapide, tempestive. Come si può evitare che questi ritardi, queste lungaggini politiche causino danni tanto gravi, quali sono quelli lamentati da tanti cittadini e dai rappresentanti delle forze sociali? Fois ha proposto la fissazione di termini certi ed assai brevi, in modo da non permettere i continui rinvii. Una rilettura dello Statuto, quindi, si impone e si impone una revisione di questo genere. In modo da prevedere norme "certe" per limitare il perdurare dei continui stati di crisi.
Concludendo il suo intervento, Fois, dopo aver auspicato che mercoledì si giunga all'elezione del presidente della Giunta, ha proposto che il nuovo esecutivo metta a punto, immediatamente, un programma organico indicando le priorità, i tempi ed i modi di realizzazione di questo programma. Quindi "evitiamo di demonizzare le crisi, che sono naturali e fisiologiche in un sistema democratico". e troviamo, invece, il sistema per ridurne la durata.

A parere dell'on. Bertolotti, (F.I.), alla base della crisi della politica sta il meccanismo elettorale da cui deriva questo Consiglio. Un meccanismo che crea regole distorte, utilizzandole nell'azione politica a seconda dei propri interessi politici o di parte.
Bertolotti ha poi detto che è ora di spostare il mito della "designazione popolare", richiamato in più occasioni da Palomba. Non esiste alcuna legge con la quale si stabilisca la designazione alla presidenza della Regione. L'indicazione nella scheda è stata voluta dai partiti, ma non ha alcuna legittimazione giuridica.. Analizzando i risultati elettorali, Bertolotti ha avanzato alcune ipotesi tese a dimostrare che è solo un caso se Palomba ha conseguito più preferenze del rappresentante del Polo, Ovidio Marras.
L'oratore ha quindi elencato quelle che a suo parere sono le piaghe della Sardegna, soffermandosi sull'occupazione degli enti da parte della maggioranza. Ma ha poi indicato i punti prioritari di una futura azione di governo, per concludere affermando che il modello fin qui seguito dalla coalizione non ha prodotto niente ed è quindi fallito. Insistere nel puntare su quella maggioranza significa rendere vana ogni proposta costruttiva.

Alcune preoccupazioni, per ciò che la Giunta presieduta dall'on. Palomba ha fatto in questi due anni e mezzo, e il timore per ciò che lo stesso presidente potrà fare nel resto della legislatura, sono stati espressi dallon. Marco Tunis (F.I.), il quale, dopo aver riconosciuto le grandi qualità morali e professionali del magistrato Palomba, ha detto che, però, "come politico non è capace e non ha le caratteristiche necessarie". E' il caso, quindi, di passare la mano e di cambiare, per evitare che la crisi, la drammatica situazione nella quale la Sardegna si trova, travolga maggioranza e opposizione.
"L'on. Palomba non ha più la fiducia della gente, ha aggiunto Tunis, in questa situazione bisogna usare la tecnica del chirurgo e tagliare". Bisogna, quindi, trovare nuove soluzioni, prendere decisioni più responsabili, per impedire che la situazione degeneri ulteriormente. Il Polo ha sempre fatto un'opposizione chiara e costruttiva, fidando nella concretezza degli esponenti della maggioranza. Ora è il momento di nuove, oculate, scelte per dare una guida credibile e seria alla Giunta regionale. Ed è il caso di farle in tempi brevi, evitando di servire, al quasi milione di sardi che non lo hanno votato, un Palomba "cotto allo spiedo".

Dopo aver detto di non essere d'''accordo sull'opportunità del dibattito che si sta svolgendo in Aula, l'on. Macciotta (Patto) ha soggiunto che ha inteso intervenire solo perché desidera cercare di rimuovere gli ostacoli che impediscono la risoluzione dei problemi. Partendo da un'analisi obiettiva delle cause che hanno portato alle tensioni e quindi alla crisi politica. Non ha però senso ribadire le singole posizioni che sono state già dette e ripetute in Aula e sulla stampa. Né ha senso una riaffermazione di principi e di programmi se questi non vengono tempestivamente tradotti in atti concreti, il più urgente dei quali è dare alla Sardegna un governo che lavori ad assicurare la prosecuzione dell'attività legislativa. Ha senso invece individuare le cause del fallimento del tentativo di Palomba e cercare di appianare i dissensi, svelenendo il clima politico e le tensioni che si sono create.
Secondo Macciotta, esiste in quest'Aula l'impegno collettivo per riprendere i fili di una politica costruttiva. Però è necessaria da parte sua una precisazione doverosa: "non ho mai subito una pressione o un condizionamento da parte di elementi di questo Consiglio."
Riferendosi all'intervento di Vassallo, Macciotta ha sostenuto che da parte del Patto non sono stati posti veti e paletti all'azione della maggioranza. "Io rispetto le forze che non sono entrate nella coalizione, ma esigo che queste rispettino la nostra posizione. E poiché i motivi del dissenso riguardano spesso gli uomini prima dei programmi", ha aggiunto Macciotta,. tali discorsi possono essere appianati nel saper riconoscere le ragioni degli altri e nel saper modificare le proprie posizioni. Laddove questo chiarimento non fosse possibile, quelle forze politiche che si sentono insoddisfatte di questa situazione lo dichiarino non alla stampa, ma in questa sede, motivando e assumendo le relative responsabilità. Questo comportamento avrebbe riflessi positivi in ciascuno di noi."
L'oratore ha inoltre ricordato le iniziative del Patto, tra le quali il regime di incompatibilità tra consigliere controllore e assessore soggetto al controllo. Un criterio che deve essere esteso, secondo Macciotta, a tutti i 12 assessori. Ha quindi criticato Palomba per aver definito la sua ultima giunta "di alto profilo", dando evidentemente un giudizio non positivo per le precedenti Giunte create con il concorso della maggioranza.
Macciotta ha concluso dicendosi fiducioso sul fatto che l'Assemblea sarda sarà ancora capace di "volare alto" e ha dato la disponibilità del suo gruppo ad una soluzione della crisi purchè sia attuata in tempi brevissimi.

Le ragioni del Partito Sardo d'Azione, presentatosi da solo nella competizione elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale del giugno 1994, sono state ribadite dallon. Serrenti. "In quelle elezioni, ha ricordato Serrenti, ci presentammo da soli, pronti però ad entrare a far parte di una coalizione che proponesse un programma con forte caratterizzazione sardista". L'esponente del PSd'Az ha ricordato l'adesione "immediata" alla scelta dell'on. Palomba. Da subito, inoltre, il gruppo sardista avviò una battaglia "di giustizia politica", per rimuovere l'incompatibilità esistente tra la carica di consigliere e l'incarico di assessore. Questa battaglia fu vinta ed il PSd'Az sostituì i suoi assessori tecnici con due consiglieri regionali. Altri gruppi non fecero la stessa scelta e, forse, una delle ragioni della crisi può essere collegata a queste scelte. Altro motivo di tensione, probabilmente, è da collegare ai rapporti carenti tra gli assessori ed i partiti dei quali questi assessori erano espressione.
Per rimuovere "questi ostacoli" il PSd'Az si era detto disponibile ad un rimpasto, ad un riequilibrio in Giunta senza aprire una crisi. Così non è stato, nonostante i consigli seri e sereni si è aperta la crisi ed ora "affondiamo tutti". Perché l'opinione pubblica, alle prese con le attuali difficoltà non fa distinzioni di sorta ed accomuna tutti in un giudizio estremamente grave, molto pesante.
In questa situazione, ha detto ancora Serrenti, non è più il caso di scherzare. Anche perché alcune iniziative dello stesso presidente Palomba, con alcune sue valutazioni nel merito, hanno messo in crisi gli equilibri interni dei partiti, equilibri raggiunti con difficoltà e fatti saltare forse con troppa leggerezza.
Queste le ragioni della "non accettazione" da parte dello stesso Serrenti dell'incarico di assessore, perché ci sono temi ed argomenti più importanti dell'entrare in Giunta. Comunque, la coalizione rappresenta una scelta strategica ancora valida ed il gruppo sardista conferma la sua adesione a questa maggioranza. Un'adesione, però, che non è "una scelta acritica". Il segretario nazionale del Partito più rappresentativo di questa coalizione, ha proseguito Serrenti, ha detto, recentemente, che "o si nomina un presidente o il Consiglio va a casa". Questa ingerenza esterna non è assolutamente accettabile. E non sarà subita passivamente.
"Questo è il Consiglio della Regione autonoma della Sardegna, ha aggiunto Serrenti, e sarà tutelato da ogni ingerenza esterna".
Esaminando, nel dettaglio l'attuale stato di crisi, Serrenti ha riconfermato la validità di questa coalizione, ma ha fortemente criticato alcune scelte dell'on. Palomba: "il Presidente non ha più la nostra fiducia. In troppe occasioni ha tradito le nostre attese, ha ignorato le nostre posizioni politiche". L'esponente sardista, però, ha detto che il problema contingente può essere affrontato tempestivamente, riunendosi attorno ad un tavolo ed indicando "soluzioni possibili" in grado di favorire anche le scelte interne del PDS. Ma occorrono scelte di più ampio respiro. Non si può affrontare il contingente e poi passare, anche nell'immediato futuro, da una crisi ad un'altra: "si deve guardare al futuro con grande serietà, si deve lavorare per una seria riforma federale dello Stato, si deve cercare di incidere nel profondo processo di riforma dello Stato che si sta realizzando sulle nostre teste".
I partiti sardi devono impegnarsi in questo grande compito, devono cercare nuove e diverse soluzioni, abbandonando gli schemi dell'Ulivo e trovando "nuove aggregazioni politiche", in grado di rappresentare e di tutelare le reali esigenze della Sardegna. Per questa grande sfida, ha concluso Serrenti, servono fantasia ed impegno, coerenza e tenacia, grandi decisioni per uscire da questa situazione "altrimenti si affonda ed affondiamo tutti, tutta la Sardegna".

Premesso che l'intervento di Palomba è valso a comprendere la posizione del presidente nei riguardi della maggioranza e dei partiti, il capogruppo di PSFD, on. Balia, ha ripercorso le tappe della crisi fin dai suoi inizi, e cioè dall'esigenza della verifica, nata per precisare situazioni e per fare chiarezza al fine di dare autorevolezza e certezza di tempi dell'Esecutivo in carica. Ciò è avvalorato dal fatto che l'on. Palomba è stato più volte messo in allarme sulla pericolosità dell'apertura al buio di una crisi.
C'era in effetti l'esigenza di puntualizzare e chiarire, di approfondire, ma a questo si poteva arrivare in fase di verifica senza che si precipitasse nella crisi. Palomba ha il torto di non avermi e di non averci ascoltato. Arrivando agli ultimi atti della crisi, Balia ha affermato di non aver mai creduto nell'efficacia di una Giunta dei capigruppo. Era evidente che i gruppi avrebbero analizzato il problema e avrebbero sollevato i giusti dubbi. Da parte nostra non esisteva una posizione pregiudiziale di carattere negativo. Quel che è avvenuto successivamente è a conoscenza di tutti, ha detto Balia, il quale ha espresso il suo pensiero sui poteri occulti citati da Palomba.
Balia ha poi affermato di aver letto con sorpresa sulla Nuova Sardegna di direttive di Botteghe Oscure tendenti o a confermare Palomba alla presidenza o a percorrere la strada dello scioglimento del Consiglio. E' chiaro - ha detto Balia - che queste presunte direttive sono un'invenzione e che in ogni caso noi non ci sentiremo impegnati da suggerimenti che venissero dall'esterno. Per quanto riguarda l'indicazione del Presidente della Regione, l'oratore ha detto che Federazione Democratica non pone veti di sorta. Aspettiamo però proposte e subito, in 24 ore, affinché possiamo analizzarle e prenderle o no in considerazione. Quel che è certo è che non vogliamo un Presidente ad uso dei congressi, ma intendiamo dare il nostro sostegno ad un presidente che duri per tutta la legislatura.
Concludendo, Balia ha parlato del ruolo della stampa, "che deve dare notizie corrette e non di parte e in modo astioso". Vorremmo - ha detto - una stampa critica e con capacità autocritiche, nell'interesse di tutti, cittadini e rappresentanza politica.

Le dichiarazioni dell'on. Palomba sono state giudicate "stimolanti" dall'on. Giagu, vicepresidente del gruppo del PPI. E da queste dichiarazioni è necessario partire per un attento esame della difficile situazione politica attuale. Questo esame è possibile farlo anche perché "investiti di un mandato popolare democraticamente attento".
Giagu ha rivendicato al suo partito ruolo e dignità pari a quelli delle altre forze politiche "cinghia di trasmissione e palestra di formazione culturale e politica". Il ruolo dei partiti, la capacità di fare attività politica spinti da spirito di servizio, le scelte di volontariato fatte con abnegazione necessaria per operare a favore dello sviluppo e del riscatto di tutti i cittadini, specie delle fasce più deboli, sono stati altri temi, di ampio respiro, sui quali si è soffermato Giagu, il quale ha sottolineato l'autonomia e la "sovranità autorevole" del Consiglio regionale "legittimato e deputato alle scelte " politiche che interessano tutto il popolo sardo. Il Consiglio deve operare, quindi, per riavvicinarsi alle esigenze della gente, per dare risposte serie e concrete alla società.

Le regole democratiche, ha aggiunto Giagu, impongono decisioni, analisi e proposte serie e concrete. Ed il PPI è pronto a svolgere il proprio ruolo naturale, coerentemente con quelle che sono le sue tradizioni storiche e culturali. Ed il gruppo, l'intero Partito è pronto ad operare con tempestività e coerenza, ma chiede anche agli altri partiti decisioni tempestive, perché la Sardegna non può attendere ancora. I suoi gravi problemi hanno bisogno di risposte immediate ed impongono decisioni rapide ed è auspicabile che la nuova giunta possa essere eletta e possa operare sin dalla prossima settimana.

L'intervento del capogruppo di A.N. on. Masala, si è imperniato sul problema del bipolarismo e della democrazia dell'alternanza che è già radicata anche in Sardegna e che vede il Polo ed in particolare AN impegnati nel prepararsi ad essere forza di governo. Ma in apertura di discorso Masala aveva premesso che si sarebbe basato per le sue considerazioni sulle prime dichiarazioni di Palomba, fatte quando sedeva sullo scranno di presidente, e non su quelle odierne.
Palomba aveva fatto delle gravi denunce sulle quali poi non ha dato le spiegazioni che l'Assemblea reclamava. E per il solo fatto di aver fatto una denuncia non può né deve essere assolto. Palomba doveva infatti sentire l'obbligo morale di precisare i termini delle sue dichiarazioni.
Sempre dalle prime dichiarazioni di Palomba sono discese le successive considerazioni del capogruppo di AN sui temi istituzionali dell'alternanza di governo alla quale le forze di centro-destra si sentono legittimate dalla situazione politica, maturata in due anni e mezzo di legislatura nel corso della quale gli schieramenti si sono delineati in senso bipolaristico. Ma la migliore legittimazione - ha detto Masala - deriva dalla gravità della situazione alla quale siamo stati costretti dai conflitti della maggioranza. Tale stato di cose ci ha anche convinto che il presidente della Regione debba essere eletto con suffragio diretto popolare.
Per concludere, Masala ha affermato che da parte di A.N. vi sarà sempre un secco no a qualsiasi proposta che provenga da questa maggioranza.

L'esperienza di governo sin qui svolta è stata esaminata, dai rappresentanti delle diverse forze politiche, con tono pacato e con obiettività. E sono state avanzate, dai rappresentanti dei partiti che fanno parte della coalizione di governo, proposte concrete per rendere più incisiva ed efficace l'azione del governo regionale. Partendo da questa considerazione l'on. Cugini, (Prog. Fed.), ha illustrato le posizioni della sua parte politica. Una posizione netta, chiara, che parte dai "chiarimenti esaurienti" favoriti dallo stesso presidente Palomba e confermati da molti esponenti del gruppo Progressista Federativo. E' necessario, però, fare chiarezza. Cugini ha ricordato come, per fare luce su queste vicende politiche sia necessario dire la verità. Ma la verità, secondo Gramsci, è un atto rivoluzionario; secondo Amendola, invece, la verità è solamente la verità.
Quindi, difendendo l'azione del proprio gruppo Cugini ha respinto ogni accusa mossa, al suo partito, dall'on. Serrenti, del PSd'Az. Il gruppo Progressista Federativo è sempre stato presente, ha sempre agito con coerenza e con linearità. Ed i suoi voti sono sempre stati "coerenti e presenti", mentre altrettanto non si può dire del gruppo del PSd'Az. E questa è solo verità.
Cugini, quindi, con estrema chiarezza e con grande franchezza ha contestato che "la Nuova Sardegna sia coerente con il PDS", ed ha poi sottolineato come le affermazione del giornale sardo siano state fatte "per mettere in difficoltà il PDS". Ma questo è un tentativo che non avrà successo, come non avrà successo il tentativo di fare saltare questo quadro politico.
Il PDS, ha detto ancora Cugini, ha dato vita ad una coalizione strategica, l'Ulivo è una coalizione all'interno della quale si confrontano le politiche del centro e quelle della sinistra. Si tratta di un'alleanza, frutto di un confronto alto, all'interno della quale non esiste alcuna posizione egemonica. All'Ulivo si partecipa con lealtà e con coerenza, ha detto Cugini, non ci sono contrasti o lotte di potere. Esiste, questo si, una competizione per fare di più e meglio, per dare risposte sempre più alte alle crescenti esigenze dei sardi.
Per dare risposte più concrete è necessaria una coalizione più omogenea e più ampia. Per Cugini è, quindi, un fatto positivo la disponibilità che l'on. Vassallo ha dichiarato per un fattivo confronto programmatico. A Roma i Comunisti unitari fanno parte del governo, esiste un patto federativo. Su questa strada si può lavorare, si deve lavorare perché la coalizione deve impegnarsi su programmi concreti. Ed il PDS sta proprio lavorando per mettere a punto un programma, realistico e concreto, sul quale si possa trovare un rapido accordo, tanto da poter permettere la rapida elezione del presidente e la presentazione della nuova Giunta. In questi giorni forse ci sono stati alcuni contrasti, qualche piccola frizione.
Ma il PDS, ha detto ancora Cugini, è pronto a confrontarsi su fatti concreti ed a rimuovere gli eventuali ostacoli che potessero impedire alla coalizione di andare avanti.
Cugini, quindi, ha indicato alcune delle priorità che la Giunta dovrebbe affrontare immediatamente. L'emergenza lavoro sarà il primo impegno per il nuovo esecutivo. La Sardegna è comunque una Regione d'Europa ed in quella direzione ci si deve muovere. Così come le forze politiche sarde devono lavorare, partendo dall'esperienza autonomistica sarda, per giungere ad un nuovo assetto federale e solidale, sensibile agli interessi di tutti. E' necessario, però, un nuovo grande sforzo, per un piano generale di sviluppo, che serva per rilanciare realmente l'economia della Sardegna. Sono sfide ed impegni di grande respiro, per la cui realizzazione occorre un grande sforzo, il coinvolgimento di tutte le forze politiche e sociali sarde. Servono, poi, riforme serie, ampie, che tengono conto delle esigenze dei sardi, di tutti i sardi.
Queste grandi iniziative, ha detto ancora Cugini, sono state avviate da tempo, ma è l'Aula che deve dare queste risposte. Perché le nuove regole, le riforme, interessano tutti i sardi, non una parte di essi. E tutto il Consiglio, la rappresentanza politica dei sardi deve prendere le decisioni più opportune. Così come il Consiglio deve dare risposte anche alle grandi questioni aperte da tempo, come il Master Plan, per il quale è necessaria una decisione. In piena osservanza con le leggi in vigore, nel pieno rispetto delle norme e degli interessi della Sardegna, il Consiglio non può trascurare proposte o programmi di così ampio respiro.
Ma, ha concluso Cugini, le decisioni, tutte le decisioni, devono essere prese nella maggiore autonomia ed in piena libertà, tenendo conto delle esigenze, dei diritti dell'intera Sardegna. Ma è proprio per il precipuo bene della Sardegna che si deve operare e che il gruppo Progressista Federativo opererà, lavorando per dare vita ad una nuova, più solida coalizione di governo.

Da parte di F.I., ultimo gruppo ad intervenire con l'on. Randaccio, si è registrata una proposta costruttiva per affrontare le emergenze della Sardegna. Randaccio ha infatti posto sul tavolo la possibilità che i due Poli, di sinistra e di destra trovino unintesa per procedere alla soluzione di quattro punti fondamentali nella gestione politica ed economica della Regione. Tali punti sono costituiti dalla riforma della Regione, dalla riforma dello Statuto in senso federalista, dall'accordo e programmazione delle linee di carattere economico e dalla riforma delle leggi elettorali.

Ma per poter procedere a questo confronto - ha detto Randaccio - è necessario varare un governo politico per le riforme ed un governo tecnico per l'ordinaria amministrazione e che gestisca l'economia e l'emergenza. E solo quando questi compiti saranno esauriti si ritornerà all'alternanza.
Randaccio aveva in esordio criticato gli oratori della maggioranza che, con varie considerazioni, avevano sostenuto il mantenimento del quadro politico uscente. L'Ulivo evidentemente - aveva detto - non si è ancora reso conto del totale fallimento della sua esperienza politica e di governo. Qualsiasi riproposta che veda ancora al governo l'attuale coalizione e gli uomini che ha finora espresso dovrà fare i conti con l'opposizione durissima del Polo delle Libertà.

 


Il Consiglio riprenderà i suoi lavori
mercoledì 13 alle ore 10.

 

Alla pagina delle sedute dell'Assemblea