Nota stampa
della seduta n. 142 pomeridiana del 1° ottobre 1996

 


I lavori del Consiglio regionale, presieduto dall'on. Cherchi, quindi dall'on. Selis, sono ripresi nel pomeriggio con la prosecuzione del dibattito sull'elezione del Presidente della Giunta.

Elezione del Presidente della Giunta

L'on. Liori (A.N.), dopo aver premesso che anche il settore turistico risente ormai della pesante crisi, ha criticato l'orientamento secondo il quale l'istituzione dei Parchi potrebbe rivitalizzare il settore.
Liori ha ricordato le difficoltà e le opposizioni delle popolazioni verso i progetti dei Parchi, ed ha criticato le dichiarazioni in merito del Ministro dell'Ambiente. E' quindi opportuno che il Consiglio avvii uno specifico dibattito sul tema.
Anche le scelte operate dalla Giunta per la sanità sono criticabili, ha concluso l'oratore, in particolare per le nomine dei direttori generali, per la mancanza del Piano sanitario regionale e per i ritardi nell'approvazione dei bilanci.

Per l'on. Bertolotti (F.I.) la maggioranza sfugge al confronto. E' quindi inutile fornire un contributo al dibattito. Siamo davanti a una vittoria della partitocrazia, ha detto, che offende il Consiglio.

L'on. Nizzi (F.I.), dopo aver criticato l'atteggiamento della maggioranza, ha ricordato la gravissima crisi della Gallura. Rivolgendosi all'on. Palomba, ha chiesto di conoscere quali risposte potrà dare il nuovo Presidente della Giunta ai disoccupati e agli imprenditori, con un bilancio che sarà ridotto e una Giunta incapace di far fruttare in modo produttivo le risorse disponibili.
La situazione è allarmante, ha aggiunto Nizzi, ed è probabile che aumentino le tensioni sociali che spingono all'esasperazione. Dopo aver espresso solidarietà ai minatori del Sulcis e agli operai della Sardegna centrale, Nizzi ha concluso chiedendo la possibilità, per tutti, di lavorare per lo sviluppo.

I sardisti erano e sono contro questa crisi, ha affermato l'on. Bonesu (PSd'Az), in quanto cade in un momento particolare, mentre si aggrava la crisi economica e aumenta la disoccupazione. La Regione non dà alcuna risposta a questi problemi. Occorrerebbe una forte capacità di governo che impegni le forze di tutti.
Il Consiglio doveva discutere provvedimenti importanti, ha aggiunto Bonesu, ma tutto si è bloccato mentre il mondo cambia velocemente. Dopo aver ricordato che 7 Regioni hanno presentato i referendum che il Consiglio non ha voluto discutere, Bonesu si è detto convinto che probabilmente, dopo l'elezione del Presidente, non cambierà niente. La gente vede solo l'incapacità di governo, e pensa che la crisi sia dovuta solo a motivi di potere.
Per Bonesu, la maggioranza deve ritrovare le ragioni del proprio essere. Non si può chiedere la decapitazione della classe politica sarda o il commissariamento della Sardegna. Ma la maggioranza che si era formata nel 1994 sulla base di valori comuni doveva trasferire quei valori in azioni di governo. Oggi la maggioranza deve trovare un sano realismo, tenendo presente che il confronto con Rifondazione Comunista oggi è più difficile rispetto al passato. Oggi più che mai la Sardegna ha bisogno di un governo forte che si opponga ad uno Stato sempre più centralista.
"Se si prosegue di questo passo, entreremo in Europa da miseri" ha aggiunto Bonesu. Occorre capire che la maggioranza, al suo interno, avrà dei problemi perché non è omogenea. Tra il Palazzo e la società sarda c'è un grande divario, ma le fratture devono essere ricomposte. Stasera la maggioranza voterà l'on. Palomba, il quale non dovrà fare il notaio delle divergenze tra i partiti.
Non si esce dalla crisi se si continua a volare basso, ha concluso Bonesu che, opo aver respinto il concetto di "crisi pilotata", ha affermato che "solo Palomba può essere il pilota che ci porta fuori dalla crisi".

Neanche all'on. Bruno Dettori, capogruppo dei Pattisti, è piaciuto che la Giunta si sia dimessa senza far precedere la sua decisione da un approfondito dibattito nel corso del quale ogni gruppo avesse chiarito le proprie posizioni e ne avesse assunto le relative responsabilità. Probabilmente si sarebbe concretata la possibilità di evitare una crisi in un momento difficilissimo per la Sardegna.
Così non è stato, ha aggiunto Dettori, ed ora si deve cercare di restituire al Consiglio la sua dignità assegnandogli il ruolo di ruolo deputato a risolvere i problemi politici, economici e sociali della Regione.
Dettori ha quindi precisato la posizione del suo gruppo fin dal nascere della crisi che è stata conseguenza della verifica tra i partiti della maggioranza. Per il Patto, ha detto, la verifica non era niente altro che una puntualizzazione della situazione rispetto ai programmi concordati inizialmente. E l'intento era quello di assicurare alla Sardegna un governo nella pienezza delle sue prerogative, in grado di affrontare e risolvere tutti i numerosi e rigorosi impegni che si era posto. Una posizione chiara, dunque, che derivava da una scelta di campo fatta a suo tempo e che nasceva dalla convinzione che tutte le parti politiche di una coalizione devono concorrere al raggiungimento di obiettivi comuni senza che si verifichino sopraffazioni di un gruppo su altri.
Certamente, ha aggiunto Dettori, l'orizzonte è incerto ed il futuro difficile. Tuttavia non dobbiamo rassegnarci ad un ruolo di impotenza e di incapacità, non possiamo assistere al fallimento dei programmi che ci siamo posti e che costituiscono l'ossatura di un possibile sviluppo economico dell'Isola. Però è anche certo che la posizione del Patto è così diversa da quella di R.C. che tra i due partiti, ed i due gruppi in questo Consiglio, non potranno mai esistere punti in comune.
Dettori ha concluso enumerando i problemi che la Giunta dovrà affrontare e invitando tutti ad un impegno leale per cercare di dare risposte alla popolazione. "Non creiamo problemi, ma cerchiamo di risolverli", ha concluso.

Come si è arrivati alla verifica, perché si è resa necessaria, come si è creata la crisi e come deve essere affrontata questa realtà: l'on. Balia, capo gruppo di Federazione Democratica, ha sviluppato questi temi in un lungo intervento tutto mirato a dare una ragione agli ultimi eventi politici e tendente a sdrammatizzare per ricreare un clima distensivo. Lo ha fatto ricordando che partiti e gruppi hanno voluto chiarire le rispettive posizioni e che lo sgretolamento fra gli schieramenti della maggioranza è maturato naturalmente nel tentativo di capire le ragioni di un malessere persistente che certo non faceva ben sperare nell'azione coesa della Giunta.
Sbaglia, ha detto Balia, chi vuole vedere in questa crisi l'azione oscura e sfascista di poteri esterni al Consiglio.
Balia si è quindi rivolto all'Assemblea invitandola a prendere atto che la situazione di sfascio e di crisi non è stata creata da Palomba o da questa maggioranza, ma è stata ereditata da decenni di malgoverno.
"A noi il compito ed il dovere, etico e politico, di mettere riparo al disastro": la verifica, ha aggiunto Balia, era un'esigenza interna alla maggioranza per controllare se vi fosse, o perché non ci fosse, armonia tra i ritmi dell'operare della Giunta e l'incalzare dei bisogni dell'Isola.
Secondo Balia esistevano diversità di posizione su alcuni punti ed occorreva perciò fare chiarezza; è chiaro che all'interno della maggioranza la posizione sui parchi è variegata e non compatta, così come per il Piano delle acque e per altri settori di intervento. Era necessario passare da una Giunta che faticava a tradurre in atti concreti le sue linee d'azione, anche a causa della macchina della Regione non ancora riformata, ad una Giunta che avesse di fronte a se una strada ben delineata, determinata anche dall'esperienza di rinnovamento accumulata nel frattempo.
Queste, ha aggiunto Balia, sono le vere motivazioni che hanno portato alla verifica ed alla crisi. Motivi squisitamente politici che niente hanno a che vedere con l'intervento, adombrato da alcune parti, di fantomatici poteri occulti.
Balia ha poi affermato che è vero, ed anche giusto, che nell'ambito della maggioranza ci sia chi vi si riconosca del tutto e chi un po' meno. E' vero ed anche giusto - ha aggiunto - che si parli di consigli di amministrazione e di presidenze di enti regionali senza perciò dover gridare allo scandalo. E' infatti dovere preciso della maggioranza far sì che le linee operative degli enti strumentali siano conformi ai programmi decisi dalla coalizione che governa la Regione. Si tolgano quindi i veli dell'ipocrisia e si cerchi di individuare una classe dirigente preparata che sappia gestire gli enti, lasciando fuori la logica perversa delle lottizzazioni e mirando a che si coniughi la professionalità con l'interesse collettivo.
Quella verifica, oggi tanto criticata, per Balia era dunque il tentativo di fare un salto di qualità. I veri motivi della crisi sono anche dovuti ad una diversa visione da parte dei vari gruppi rispetto alla partecipazione di Rifondazione Comunista.
Concludendo, Balia ha affermato che Federazione Democratica assicura a Palomba il suo incondizionato appoggio, sempre che il Presidente sappia essere il regista della maggioranza, sempre che non deleghi la regia ad altri. Il compito è difficile e lo sarebbe per chicchessia: ma sappia Palomba che non ci sarà alcuno che si muoverà a sua insaputa per perseguire scopi differenti da quelli che la maggioranza ha stabilito.

Nel dibattito che ha preceduto l'elezione del Presidente della Giunta è intervenuto, per illustrare ulteriormente le posizioni di A.N., il presidente del gruppo, on. Italo Masala. L'esponente di A.N. ha voluto spiegare, tra l'altro, perché nella discussione siano intervenuti tanti esponenti dell'opposizione ed ha ricordato che le notizie delle polemiche all'interno della coalizione, le illazioni, le ipotesi di crisi e di soluzione della stessa si sono apprese solamente attraverso la stampa. Il Polo, sconcertato dalla incapacità di questa maggioranza, aveva presentato una mozione di sfiducia, per cercare di fare luce su una situazione politica che presenta non pochi punti oscuri.
Con un documento politico, ha aggiunto l'on. Masala, avremmo avuto maggiori indicazioni su una "crisi strisciante" che dura da troppo tempo. Questa coalizione, anzi, è sempre entrata in crisi, ogni volta che si è trattato di fare scelte precise. Le nomine dei managers della sanità, la scelta dei vertici degli enti, l'attuazione di molti programmi, l'approvazione di grandi progetti hanno fatto esplodere contrasti e tensioni, mai completamente sopiti. Ma alcuni esponenti della maggioranza hanno fatto anche cenno a pressioni ed interventi di poteri esterni al Consiglio, ed anche su questa ipotesi bisognerebbe fare chiarezza.
Masala ha poi ricordato la necessità di riprendere il cammino delle riforme, per giungere ad un effettivo sistema bipolare, modificando il sistema elettorale, in modo da permettere agli elettori di scegliere realmente maggioranza - programma - governo, evitando giochi e compromessi, sempre possibili in un sistema tripolare o con forze politiche molto frazionate.
Masala, quindi, ha richiamato le maggioranze ed i governi che si sono succeduti ad una certa "corresponsabilità", dovuta ad una costante omogeneità tra le diverse coalizioni, ed ha auspicato una netta divisione di ruoli e di responsabilità. Per dare alla Sardegna le scelte politiche e le riforme che devono permettere il progresso ed il riscatto della Sardegna.

Le ragioni della crisi, la sua evoluzione in questi ultimi tempi, sono state analizzate anche dal presidente del gruppo del PPI, on. Pasquale Onida. I documenti politici sui quali si è discusso, hanno permesso un proficuo confronto tra le parti politiche isolane. Ora è giusto che questo confronto continui in Aula, anche per chiarire ai cittadini le diverse e peculiari caratteristiche delle diverse forze politiche in campo.
Ricordare le proprie tradizioni, difendere il proprio ruolo o le proprie convinzioni non è "fare politica con la clava" ha aggiunto Onida. Le tradizioni e la cultura politica del PPI, però, non permettono di sfuggire ,alle proprie responsabilità. Ed allora è bene ricordare come i patti di maggioranza, gli accordi di governo devono essere chiari e devono essere rispettati. Allargare la maggioranza a R.C. ad esempio, può essere deciso solo attraverso un appuntamento congressuale; quindi dopo un approfondito dibattito interno.
Il PPI, ha detto ancora Onida, riconosce il diritto di R.C. ad esistere anche come gruppo consiliare, riconosce che anche con quella forza politica è possibile un confronto sui programmi; anche un accordo su certi particolari progetti. Ma tutto deve avvenire nell'ambito delle regole della democrazia parlamentare, che impongono chiarezza e posizioni ben definite.
Esaminando gli aspetti più propriamente politici della crisi, Onida ha ricordato come il suo partito fosse favorevole ad un rinvio delle dimissioni della Giunta. Questa maggioranza ha una sua attualità, il programma sarebbe potuto essere sottoposto ad una corretta verifica, eventuali modifiche alla squadra che deve portare avanti il programma di governo si sarebbero potute decidere dopo l'approvazione della finanziaria e del bilancio regionale. Ora, invece, le dimissioni di Palomba impongono nuove decisioni.
"Siamo contrari al valzer degli assessori, ha concluso Onida, e siamo disponibili a concordare un migliore programma di governo ed a cercare gli uomini più adatti a realizzarlo. Ma prima, a questo punto, va ricontrollato il quadro politico e vanno riscritti gli accordi che ne sono la giusta premessa".

Una approfondita analisi della complessa, attuale, situazione politica è stata fatta anche dall'on. Scano, presidente del gruppo Progressista Federativo,che, dopo aver ricordato che "la maggioranza aveva i numeri per evitare questo dibattito", si è soffermato sul ruolo del Consiglio, sulla necessità che i confronti politici avvengano nelle sedi istituzionali, sull'opportunità che le crisi si aprano e si risolvano in Aula e non che, "la maggioranza torni in Consiglio a cose fatte".
D'altra parte, ha aggiunto Scano, se una maggioranza esiste, esiste in Aula, altrimenti non c'è. Ed in questo caso si deve lavorare per costituirla. Ma, in questa occasione, i 5 partiti che compongono la coalizione che si appresta ad eleggere il presidente Palomba, non stanno "facendo una buona figura" di fronte all'opinione pubblica.
Scano ha affrontato quindi i temi, che hanno caratterizzato il dibattito politico di questi tempi. Questa crisi è frutto di una lotta di potere? "Ma fare politica è lottare per affermare le proprie opinioni e, quindi, per il potere" e tutti, in questo momento, "lottano per il potere. Lo fanno i politici, ma anche i giornalisti, gli imprenditori, i sindacalisti". E tra i palazzi della politica, dell'informazione, dell'economia, del lavoro esistono "tunnel e ballatoi" che permettono rapporti ed accordi a tutti i livelli.
In una situazione come questa, però, è meglio evitare le prediche, ha aggiunto Scano. Ed è opportuno interrogarsi sulle "preoccupazioni autentiche" che hanno imposto questa verifica; sulle isufficienze reali che impongono modifiche ai programmi e la sostituzione degli uomini che devono attuarli, sul ruolo dei partiti e delle istituzioni, sulla validità delle scelte e del modo di fare politica della sinistra, sul confronto e sul rapporto con le forze del centro e con quelle della stessa sinistra. Un esame profondo e complesso, quindi, che deve essere fatto da tutti, in modo da avere punti chiari di partenza, per risolvere una crisi che non poteva essere ulteriormente evitata.
"Ci siamo sempre dichiarati contrari alla crisi - ha aggiunto Scano - ma la crisi si apre quando c'è.. Perchè non si può governare senza una maggioranza o con una coalizione sfilacciata". Quindi, è meglio affrontare la situazione, anche se difficile, e cercare una soluzione. Soluzioni, però, che devono partire da due punti fermi: questa non è una crisi di bottega, aperta solo per mettere dei politici al posto degli assessori tecnici. Non è vero che la giunta Palomba non ha fatto nulla, come indicano i dati reali del bilancio regionale, le cifre Istat sulla disoccupazione, gli accordi con il governo Prodi.
Esiste però, ha affermato ancora Scano, un grande divario tra i bisogni della società sarda e le risposte date dalla classe politica. E' necessario, quindi, un grande e rapido passo in avanti per risolvere la grave crisi sarda. Ma per ottenere buoni risultati bisogna riprendere il filo del discorso sul progetto politico e sulle alleanze, necessarie per attuare questo programma. Il rapporto con le altre forze politiche, quindi, deve essere molto chiaro e molto serio. Anche per dare uno sbocco rapido a questa crisi. Ma se a destra della coalizione esiste un confine certo ed accettato da tutti, i rapporti a sinistra sono visti in modo differente.
"Noi non vogliamo allargare la maggioranza, ha aggiunto Scano, ma i compagni Comunsti Unitari fanno parte dell'Ulivo, sostengono e sono presenti nel Governo Prodi. Nei loro confronti non possono esistere veti". Diverso il rapporto con Rifondazione Comunista, con la quale "siamo andati ad elezioni, ma poi si è verificato il doloroso, anche se necessario, strappo, per giungere all'accordo con le forze del centro. Nei confronti di R.C., quindi, posizioni differenti, ma la possibilità di un proficuo confronto programmatico, senza pregiudizio alcuno".
Proprio alla luce di queste ipotesi di accordo il gruppo Progressista Federativo ha riproposto l'on. Palomba come capo dell'Esecutivo. "Perchè Palomba è il presidente di questa legislatura. E deve essere messo in condizioni di lavorare, nel migliore dei modi. Anche perchè la sinistra non deve attendersi indulgenza dalle altre parti politiche. E tutti devono tirare la carretta, per dare il proprio contributo alla realizzazione del programma deciso insieme". E' una leggenda, infatti, che il Presidente sia buono e la coalizione cattiva, ha sottolineato Scano. Se le cose non vanno è insufficiente tutta la coalizione e si cambia.
Scano si è poi soffermato sui rapporti tra partiti e società; sulle grandi riforme che occorre avviare per modificare la regione. Ha quindi toccato il tema del federalismo, che "deve essere preso sul serio" criticando le posizioni di Bossi, ma anche quelle di Bassanini.
Dopo aver indicato nel patto per il lavoro e lo sviluppo e nell'azione per rinnovare le istituzioni i due punti qualificanti dell'azione di governo della nuova Giunta, Scano ha concluso ricordando la necessità del Consiglio di dotarsi delle opportune regole e strutture per legiferare meglio ed ha auspicato che l'Assemblea e le forze politiche riacquistino "il respiro dell'avvio della legislatura e portino avanti le iniziative e le riforme necessarie per affrontare e risolvere i grandi programmi dell'Isola. Anche per evitare che questa sia una legislatura sprecata".

Il capogruppo di F.I., on. Floris ha esordito leggendo alcune frasi pronunciate dall'on. Palomba in occasione delle sue elezioni a Presidente della Giunta, contestandole. Per Floris il Presidente non doveva cedere ai ricatti dei partiti, che si erano manifestati subito dopo la prima elezione.
Il PDS sta completando la scalata alle istituzioni, ha proseguito Floris, e vuole sostituire gli assessori tecnici con suoi consiglieri regionali.
L'esponente di F.I. ha poi ricordato alcune sue dichiarazioni in occasione della formazione delle precedenti Giunte, e ha poi chiesto a Palomba di dichiarare i veri motivi dell'attuale crisi.
Non rispondere a questa domanda sancisce il fallimento di questa maggioranza, ha proseguito Floris, di questa "alleanza numerica" che ha governato pensando solo alla gestione del potere.
L'esponente di F.I., ha poi sostenuto che il governo regionale non ha saputo arginare la disoccupazione, che è aumentata secondo i veri dati ufficiali. In due anni ci sono stati 60 mila disoccupati in più, e questo è un motivo sufficiente per liquidare questa Giunta.
Floris ha poi elencato una serie di impegni non mantenuti dalla Giunta, dalla riforma della Regione e degli enti strumentali al conto del patrimonio, all'attuazione della 142, al monitoraggio della spesa pubblica, al riordino delle acque e del sistema energetico, alla legge sulla ricerca, ecc.
Se la Giunta ha varato qualche provvedimento, questi si sono rivelati inefficaci, come i Piani Integrati d'Area, ha proseguito Floris, e l'assessore al Bilancio ha cercato di trovare finanziamenti per il debito regionale sui mercati internazionali. Per di più, alla Moody's, è stato fornito lo stato patrimoniale della Regione, negato ai consiglieri regionali.
Floris ha poi affermato che, nelle premesse, questa doveva essere la Giunta capace di rilanciare lo sviluppo in Sardegna. Ma è venuto il momento della verità: se la legislatura proseguirà con il medesimo quadro politico di governo, i danni saranno irreparabili. Tutte le forze politiche serie devono riflettere sul fatto che il bipolarismo in Sardegna non esiste.
I partiti dell'attuale maggioranza, secondo Floris, ritenevano che la coalizione li avrebbe rafforzati. Ma questo non è avvenuto. Il PDS è stato il principale artefice del fallimento, in quanto non è cambiata la sua cultura. PPI, Patto e Sardisti resteranno ancora nel ruolo di comparse. E non stupisce che il PPI abbia minacciato di uscire dalla coalizione per offrire un appoggio esterno. Ma questa sembra una manovra tendente a rialzare il prezzo della spartizione.
Come è possibile, ha aggiunto Floris, che Palomba possa ancora credere ad un nuovo governo di questa coalizione quando già si parla di una futura crisi a breve scadenza? La Sardegna ha bisogno di un governo autorevole che concluda la legislatura avviando veramente le riforme: è l'unica strada perché il Consiglio recuperi la sua credibilità.
Un governo costituente consentirebbe inoltre di avviare un dialogo costruttivo tra i partiti ed al loro interno, senza imposizioni di vertice. Questa, ha concluso Floris, è l'unica strada percorribile per garantire dalla prossima legislatura, un governo stabile per il bene della Sardegna.

Concluso il dibattito, si è proceduto all'elezione del Presidente della Giunta, con il seguente risultato: presenti 78, votanti 77, maggioranza 41, Palomba 43, Casu 27, Concas 2, bianche 5.

Federico Palomba è stato eletto Presidente della Giunta.

 


Il Consiglio regionale sarà
riconvocato a domicilio.

 

Alla pagina delle sedute dell'Assemblea