Nota stampa
della seduta n. 141 antimeridiana del 1 ottobre 1996
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis, per procedere all'elezione del presidente della Giunta regionale. Le votazioni (per le prime due è prevista la maggioranza assoluta dei consiglieri, quindi 41 voti) saranno precedute da un dibattito.
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni relative a:
L'elezione del nuovo presidente della Giunta regionale è stata preceduta da un approfondito dibattito.
Il Capogruppo di Forza Italia, l'on. Floris, in avvio della seduta, ha chiesto di conoscere, dal Presidente dimissionario, le vere e nascoste ragioni della crisi, i conti "veri" della Regione, i reali dati sulla disoccupazione isolana.
Il presidente Selis, a questo proposito, ha ricordato come il regolamento non preveda dichiarazioni da parte del Presidente dimissionario. Se l'on. Palomba vorrà affrontare questi temi, lo farà nel corso del dibattito generale.
Si è, quindi, aperta la discussione generale sulla crisi regionale. Ed il primo oratore, l'on. Ribelle Montis, del gruppo Misto-RC, ha affrontato i grandi temi politici e dello sviluppo economico che hanno caratterizzato questo particolare momento politico e di grave crisi economica e sociale.
Anche nelle ultime consultazioni politiche la sinistra, in Sardegna, ha ottenuto un ottimo risultato, sfiorando la maggioranza assoluta, Ma senza Rifondazione Comunista la sinistra sarebbe scesa sotto il 40 per cento. L'apporto di RC, quindi, è assolutamente essenziale per portare avanti programmi di governo seri ed in grado di incidere sulla drammatica crisi che attanaglia la società sarda.
Cosa ha fatto questa Giunta, si è chiesto l'eponente di RC, per modificare questo stato di cose? Ed ha elencato una serie di iniziative che non hanno sortito effetti positivi. La ricerca dell'oro, a Furtei e nei paesi vicini, costringerà a costose iniziative di recupero ambientali. La diga sul Tirso è quasi pronta, ma non si è studiato nessun intervento per garantire lavoro alle centinaia di occupati in quella iniziativa. Così come non si è deciso nulla per la diga di Monte Nieddu; non si sono realizzate le iniziative necessarie per rilanciare le industrie di molte zone dell'Isola.
Ed il numero degli occupati diminuisce. L'on. Montis, infatti, ha ricordato che gli imprenditori del comparto delle ceramiche di Guspini-San Gavino vogliono ridurre il numero dei loro dipendenti e che nei paradisi delle vacanze gli imprenditori francesi ed inglesi portano maestranze dai loro paesi; lo stesso fanno gli americani ed i tedeschi, che hanno acquisito altre industrie sarde. Gli unici che abbiano garantito lavoro e sviluppo sono stati i giapponesi, padroni dell'ex Gencord di Macchiareddu.
Un quadro difficile, nel quale l'Esecutivo non ha avuto il coraggio di intervenire. Invece, il potenziamento delle piccole e medie industrie, dell'agricoltura, dell'agro-industria e la realizzazione delle grandi opere sono le linee sulle quali deve operare il governo regionale. Progetti e programmi non mancano, devono solo essere attuati supedando le "perniciose rivendicazioni localistiche", che spesso hanno condizionato le scelte di questo e di altri esecutivi.
L'esponente di RC, però, ha richiamato l'esigenza di scelte chiare ed immediate nel comparto minerario, la metanizzazione dell'Isola o almeno di una sua grande parte, l'immediato avvio delle opere "contabili", il rilancio di tutte quelle iniziative "interessanti", che possano dare sviluppo diffuso in tutta l'Isola.
Per fare questo, però, per l'on. Montis è necessaria una grande chiarezza politica. Perchè si devono evitare iniziative e programmi "virtuali" figli di questa politica "virtuale", che ha caratterizzato le Giunte Palomba, condizionate da contrasti per mere spartizioni di potere, per la divisione degli incarichi di governo e di sottogoverno, per le presidenze di una banca e di una Azienda sanitaria.
Questa politica "viertuale" è frutto anche della chiusura "patetica" nei confronti di RC, imposta specialmente dal Patto e da quelle forze politiche legate ancora ad una vecchia concezione della vita politica. Se si vuole cambiare occorre fare altre e più incisive scelte, quali sono anche quelle per le quali si batte e si batterà RC.Particolarmente critico anche l'intervento dell'on. Salvatore Amadu, presidente del gruppo Misto-CDU. Interrogandosi sulle reali ragioni della crisi, l'on. Amadu ha giudicato questo un "dibattito riduttivo", perchè non si è aperto dopo le dichiarazioni del Presidente dimissionario. Anche questa, infatti, sembra una vera crisi causata da uno scontro tra poteri, tra poteri esterni al Consiglio regionale, poteri forti, che non si capisce cosa vogliono e come vogliono operare.
Occorre una grande chiarezza, ha aggiunto l'on. Amadu, perchè il presidente Palomba non è riuscito a fare la sua giunta in nessuna delle altre due crisi e non ci riuscirà neppure questa volta. Il presidente, quindi, se sarà rieletto, sarà ancora ostaggio dei segretari dei partiti e non riuscirà ad affrontare ed a risolvere alcuno dei problemi che attanagliano la nostra Isola.Sulla incapacità di decidere e di avviare iniziative incisive, in grado di risolvere i problemi dei senza lavoro, dei cassaintegrati, dei senza tetto, di coloro che hanno bisogno di assistenza sanitaria, si è particolaremente soffermato l'on. Pietro Pittalis, di Forza Italia. L'esponente politico nuorese si è detto, tra l'altro, sconfortato e sconcertato per dover affrontare il terzo dibattito, sulla crisi dell'Esecutivo, in appena 25 mesi. La crisi delle piccole e medie imprese, dell'agricoltura, dell'artigianato, impone invece scelte tempestive. Ma questa Giunta, ha aggiunto l'on. Pittalis, è incapace di qualunque decisione. Forse perchè frutto di compromessi e di "tradimenti" nei confronti degli elettori.
La maggioranza che la sostiene, infatti, ha visto Patto e PPI tradire gli impegni presi con il corpo elettorale, così come i Sardisti, che hanno tranquillamente svolto il loro ruolo di "lista civetta", per far eleggere tutti i parlamentari sardi dell'Ulivo, hanno abbandonato tutti i temi a loro cari. Per l'on. Pittalis, dunque, questa maggioranza ha dimostrato di non avere programmi o di non saperli attuare. Così in molti paesi esistono due scuole materne, mentre in altre non ne esiste neanche una. Molte opere pubbliche sono state avviate, ma mai completate o utilizzate.
Prova di questa inefficienza è anche la mancata approvazione dei tanti programmi di intervento, presentati da molti operatori turistici. Poerchè non si decide sul Master Plan e sugli altri progetti di sviluppo presentati da tanti operatori privati, piccoli o grandi, in grado di incidere realmente nello sviluppo isolano?.
Perchè, ha chiesto ancora l'on. Pittalis, molti soldi sono ancora nelle casse regionali; perchè molti miliardi del piano-acque sono ancora inutilizzati(forse per beghe tra i progettisti?); perchè non si decide la realizzazione di molte opere pubbliche, bloccate da un malinteso "ambientalismo deteriore".
In questa situazione, secondo l'esponente di F.I., l'on. Palomba avrebbe fatto bene ad accettare il dorato "pensionamento politico" offertogli in occasione delle scorse politiche. L'on. Pittalis si è augurato, quindi, che questo terzo tentativo dell'on. Palomba non abbia successo.Lo scioglimento dello stesso Consiglio regionale è stato invece chiesto dall'on. Frau, di A.N.. Particolarmente critico, sulle scelte politiche attuali e su quelle del passato, l'on. Frau, ha ricordato il recente messaggio inviato ai consiglieri dallo stesso Presidente del Consiglio regionale, per un grande impegno per combattere la disoccupazione.
Invece, anche quell'autorevole richiamo è caduto nel vuoto. Il vuoto di una crisi politica perenne, che paralizza l'attività amministrativa della Regione. Ma il commercio, l'artigianato, la micro-edilizia, l'agricoltura, l'industria, non possono andare avanti in questo clima di incertezza politica. tutto è in crisi, i fondi della Comunità europea svaniscono nel nulla e tornano a Bruxelles perchè i programmi finanziati dalla UE non vengono mai attuati.
Questa maggioranza, questa coalizione dell'Ulivo non regge in nessuna parte d'Italia, ha aggiunto l'on. Frau, ed è incapace di difendere l'industria chimica sarda, ridotta ormai al lumicino, di attuare una vera politica a tutela delle ricchezze ambientali dell'isola. Ma queste inefficienze, la mancanza di scelte politiche è frutto di una concezione politica anacronistica e suparata, caratterizzata da un perenne contrasto tra le forze della coalizione.
Se l'economia isolana è in questa drammatica situazione, è perchè la classe politica ha sempre fatto scelte sbagliate. Perchè la scelta della chimica, si è chiesto l'on. Frau, perchè il vecchio piano di rinascita, perchè si è proseguito su queste strade, ignorando e trascurando le reali realtà isolane?.
Perchè la Sardegna, ha aggiunto l'esponente di AN, è ancora amministrata da una vecchia classe politica e burocratica decisamente incapace. Una classe dirigente, secondo quanto emerso anche in un recente convegno di studio che si è tenuto a Sassari, che ha fatto più danni del fascismo. Una classe dirigente responsabile di tanto sfascio, che deve assolutamente andare via.
L'on. Frau, quindi, citando quanto detto in quel recente convegno sassarese, ha auspicato la "decapitazione" delle strutture regionali, responsabili di tanto sfascio, ed un immediato ed assoluto ricambio. Dicendosi decisamente contrario ad ogni ribaltone, l'on. Frau ha quindi proposto di restituire il mandato politico agli elettori, giungendo quindi allo scioglimento di questo Consiglio regionale. Per dare ai sardi la possibilità di scegliere una nuova classe politica, più seria ed efficiente.Dopo aver premesso che la maggioranza ha deciso di gettare la spugna senza avere neppure il coraggio di confrontarsi con le opposizioni, Achille Boero (AN), ha criticato con durezza coloro che affermano che i gruppi di minoranza non sanno fare opposizione.
Rivolgendosi al Presidente dell'Assemblea Selis, reo di aver inviato ai consigliere sollecitazioni per lavorare di più, ha detto che il funzionamento del Consiglio dipende in massima parte da lui.
Sulla crisi in atto, Boero si è chiesto perchè si continui a proporre Palomba a presidente della Giunta, dopo che questo ha dato dimostrazione di incapacità ancorchè sia guidato dalla buona fede, ma anche da una forma - ha aggiunto - di masochismo politico che lo ha portato a rigettarsi nella mischia nonostante in questi anni sia stato in ostaggio dei gruppi della maggioranza e di fatto impedito in ogni sua azione.
"Per salvare la sua dignità personale", - ha ancora detto - Palomba deve rifiutare la terza designazione a presidente della Giunta. E rivolgendosi alla maggioranza, l'ha invitata a fare finalmente vera politica, a fare programmi concentrando lo sforzo nei settori prioritari. "Ma ho seri dubbi - ha aggiunto - che con gli uomini di cui dispone la coalizione si possa cambiare lo stile comportamentale di coloro che governano. Sarà il voto a riportare giustizia, equilibrio e buona volontà con una nuova classe dirigente diversa da quella attuale, che tanto danno ha prodotto".
Le forze di centro che dovrebbero ispirarsi ai dettati della dottrina cristiana, hanno invece tradito se stesse e qugli ideali. E questa considerazione ci porta a non credere in un prossimo futuro migliore per questa nostra disastrata Sardegna.
Ma ormai i segni dell'insofferenza si intravvedono ovunque, anche tra quelle popolazioni che vi hanno votato. Il momento del redde rationem sta arrivando anche per questa maggioranza.Marco Tunis (FI) ha esordito rilevando che mentre in tutta la Sardegna la crisi economica sta raggiungendo livelli drammatici, il "teatrino della politica regionale manda in onda un'ennesima incredibile rappresentazione di cinismo".
Questa crisi della Giunta e della maggioranza è stata voluta dalla volontà cieca e irresponsabile di lobbies politiche che hanno impedito e sabotato la prima giunta Palomba con il sistema dei veti e dei rinvii, delle verifiche, dei rimpasti, degli organigrammi, e che hanno spinto il gioco fino alla rottura.
Sono state disattese - ha continuato - le speranze di tutti quei sardi che hanno votato quegli uomini e quei partiti ai quali si devono addebitare il disastro economico dell'Isola e la situazione politica non chiara e inconcludente.
Da parte della Sardegna oggi c'è condanna e rigetto. E tutto ciò fa riflettere sul come sia nato il cosiddetto rinnovamento politico nel 1994. Il Consiglio fu quasi interamente rinnovato, ma sono rimasti i "boss sopravissuti" che con le loro congiure hanno portato il Consiglio regionale al suicidio politico.
Il 24 ottobre il lavoratori sardi sciopereranno contro il modo di fare politica di questi personaggi che governano la Sardegna pensando soltanto ai propri tornaconti personali.
L'auspicio, ha detto Tunis, è che coloro che nelle forze politiche e nelle istituzioni hanno alto, ancora, il senso della dignità del nostro popolo, possano intervenire per ridare ai sardi la speranza di un futuro degno di essere vissuto.
A questo punto l'on. Tunis ha rivelato che l'intervento fino a quel momento svolto era in gran parte tratto da un articolo di un dirigente della CGIL, il segretario regionale dei metalmeccanici, Sergio Usai. "Un uomo di sinistra, ha detto, che ha espresso severi guidizi sulla crisi regionale e sui motivi che l'hanno originata negli stessi termini in cui l'avrei fatto io che appartengo all'apposizione".
Tunis ha concluso affermando che, consapevole della gravissima crisi che attanaglia l'Isola, è certo che i problemi non saranno risolti con il cambio di qualche uomo "dagli appetiti formidbili", ma solo da un capovolgimento del quadro politico. Ha augurato alla nuova Giunta di essere ripagata dall'elettorato in proporzione a quei danni che ha prodotto.Locci (A.N.): Siamo arrivati a questo appuntamento senza conoscere i programmi che stanno alla base di questa maggioranza. Questa dovrebbe essere una "crisi pilotata" con un piccolo aggiustamento di programma. Ma c'era veramente bisogno di una crisi?
Per Locci questa maggioranza è nata in crisi, senza la capacità di affrontare i grossi problemi della Sardegna. Tutt'al più questo è un esperimento di "Ulivo in salsa sarda".
Riallacciandosi all'intervento dell'on. Frau, Locci ha sottolineato le cifre della disoccupazione, esponendo poi ulteriori dati sulle crisi settoriali, dall'edilizia, all'industria, tracciando un quadro disastroso dell'economia isolana.
Questa maggioranza non ha saputo affrontare i nodi fondamentali dello sviluppo, ha proseguito Locci, e ne è un esempio la vicenda del riordino del governo delle acque. Dopo aver duramente criticato il comportamento della maggioranza all'interno delle Commissioni consiliari, l'esponente di A.N. ha affermato che l'operato della maggioranza ha avuto come obiettivo solo l'attività di gestione clientelare con il conseguente scadimento della dignità dell'Assemblea.
Per Locci, la maggioranza ha vanificato questa legislatura, rifiutando persino di affrontare l'argomento del decentramento agli Enti locali.
Questa classe dirigente non è nemmeno stata capace di affrontare i poteri forti dell'apparato burocratico,, mostrando segni di debolezza della politica, ha proseguito Locci, e se la maggioranza non saprà affrontare in modo deciso queste situazioni, la Sardegna rischia di restare un deserto nel quale continuranno a dominare i poteri forti.
Non si può pensare che chi ha arrecato tanti danni possa continuare nell'azione deleteria.Vassallo (Gruppo Misto): questo è un dibattito anomalo perchè, a fronte della crisi, non si è ancora sentito un esponente della maggioranza. Non c'è quindi la possibilità di confronto. L'elezione del Presidente non è un fatto estraneo alla formazione del governo regionale. La Giunta- ha detto Vassallo - è caduta per i disaccordi sui programmi per il governo della Sardegna. Ne è un esempio il piano acque che è bloccato perchè la maggioranza, o una sua parte, non vuole che si discuta.
Occorre capire a che punto è arrivato il confronto all'interno della maggioranza perchè solo così si può capire quale sia la prospettiva futura di questo governo.
Per Vassallo è necessario recuperare i valori dell'Ulivo, ma c'è l'impressione che si tenda a salvare i privilegi di pochi a svantaggio di molti.
La drammatica crisi della Sardegna richiede il coinvolgimento di altre forze presenti in Consiglio, ha aggiunto Vassallo, ma non si potranno più accettare ambiguità o veti pregiudiziali senza un confronto aperto sui problemi da risolvere. Sembra che l'unico obiettivo di Popolari e Pattisti sia quello di evitare un'apertura a sinistra. E' necessario invece arrivare a discutere di cose concrete, di contenuti, tralasciando gli interessi di bottega.
La crisi, la mancanza di governo, non possono che danneggiare ulteriormente la nostra economia, ha aggiunto ancora Vassallo, con i sardi che non possono vedere alcuna prospettiva per il lavoro. Intanto i settori produttivi chiudono, le aziende pubbliche trasferiscono al Nord gli impianti, tra qualche mese 3.000 lavoratori si troveranno sulla strada.
Ma non basta. Non solo non si è capaci di dare risposte a questi problemi, ma le inefficienze della Regione si scaricano anche sull'ordinaria amministrazione. Ad esempio si pagano oggi i contributi per l'assistenza agli infermi di mente relativi al 1992.
In conclusione, ha detto Vassallo, se non si potrà verificare una precisa volontà politica, non ci sarà alcuna disponibilità a sorreggere questo governo.Desiderio Casu ( di F.I.) ha detto di trovarsi costretto ad intervenire perchè non riesce a spiegarsi le ragioni della crisi e perchè da parte della maggioranza non c'è alcuno che voglia chiarire i motivi che hanno portato alle dimissioni del governo regionale.
La Giunta e la maggioranza - ha soggiunto - hanno mostrato chiusura e furbizia nell'evitare un dibattito in occasione della mozione di sfiducia. Ed oggi questa mancanza di chiarezza, ma anche di rispetto per il popolo sardo, non fa che aggravare la situazione di crisi della economia isolana.
Casu ha successivamente parlato dell'Europa e degli inutili sforzi del governo centrale per cercare di rientrare nei parametri di Maastricht: tasse e tagli non serviranno a ridurre il deficit, quel colossare debito che lasciamo in eredità alle generazioni future. Riferendosi a Prodi e a Ciampi, Casu ha ancora detto che, come in altre occasioni, hanno battuto in ritirata senza adottare le misure richieste, allo scopo di mantenere la poltrona di ministri. E' lo stesso comportamento che si rileva in Sardegna dove non si bada al bene collettivo, ma solo agli interessi personali.
L'oratore ha quindi affermato di non essere più tanto sicuro che l'Europa significhi sviluppo per la Sardegna. L'Europa pone limitazioni alle nostre produzioni. Che cosa accadrà agli agicoltori sardi che non potranno produrre riso, barbabietole, latte ed altre colture perchè il loro interessi non sono sufficientemente tutelati in Europa? A questi stessi agricoltori oggi si chiede di pagare le tasse per entrare in una Europa che li limita e li danneggia. Casu però ha ribadito che "si deve entrare nell'UE solo a patto che sia rispettata la dignità di tutti i popoli". Ed ha ripetuto che a prescindere da Maastricht il deficit nazionale deve essere ripianato poichè sta sempre più avanzando lo sprettro del mercato mondiale che spezzerà via l'Italia se continuerà ad avere i conti in sospeso.
Concludendo, Casu ha affermato che la situazione di crisi generale impone che sia dato subito un governo ai sardi: un governo che conti politicamente, che dia alla gente occasione di lavoro, che non si limiti alle elemosine, ma formuli le linee generali di sviluppo scendendo ai livelli operativi e concreti, gli unici che possano dare risposte ai problemi quotidiani della gente.Biggio (AN): alle speranze dei sardi si sono sostituite amarezza e rabbia, per l'incapacità di questa "nefanda maggioranza" che ha tradito le aspettative di tutto il popolo sardo.
Se questa crisi si fosse verificata in altri momenti, ci sarebbe stata l'esposizione di un programma da parte del futuro Presidente. In questa situazione disarmante occorre un progetto, un governo regionale effettivo. Ma oggi il presidente Palomba deve dire quali sono i motivi alla base delle sue dimissioni.
I problemi non si risolvono cambiando la squadra degli Assessori, ha aggiunto Biggio, perchè questa maggioranza non si vuole immedesimare nella realtà perchè è divisa da conflitti interni. Occorre cambiare strada perchè altrimenti non c'è nessun futuro.
In questi due anni la crisi strutturale della Sardegna si è aggravata perchè la coalizione non ha alcuna capacità progettuale, ha detto ancora Biggio, ed è inutile soffermarsi sui singoli problemi perchè tutti li conoscono.
Si può solo citare il dato della dosoccupazione, un dramma che si consuma mentre la maggioranza si è rivelata assente e fallimentare, incapace di dare risposte alla crisi.
Siamo allo sfascio istituzionale, ha concluso Biggio, perchè si sono dimenticati i valori della politica, ma comunque Palomba deve dire al popolo sardo perchè si è dimesso.Balletto (F.I.): questa legislatura è stata caratterizzata dal vuoto assoluto, dove ai risultati si sono sostituiti solo parole e carta da macero. Non si può dare torto a chi afferma che questa è la peggiore legislatura dall'inizio dell'autonomia.
I programmi esposti da Palomba non sono stati realizzati: ad esempio per le privatizzazioni non è stato fatto niente, e si è continuato a dilapidare soldi pubblici.
La maggioranza non ha raggiunto alcun risultato positivo, ha detto Balletto, mentre i disoccupati sono aumentati. Non c'è stata attenzione verso i settori produttivi suscettibili di rilancio, come l'agricoltura e il turismo, per i quali addirittura si prevedono tagli nei finanziamenti.
Il fallimento non è però solo della Giunta, ha aggiunto Balletto, ma dell'intera maggioranza: lo testimoniano i giudizi negativi dei sindacati e di tutte le altre forze che si identificano in questa maggioranza.
Ma il fallimento era scontato,, come F.I. aveva previsto quando si erano discusse le dichiarazioni programmatiche della prima e della seconda Giunta Palomba.
Rivolgendosi ai Pattisti, Balletto ha chiesto che fine ha fatto la proposta di riforma elettorale. Allora qual è il motivo per il quale sono ancora in maggioranza?
Con il "Palomba ter" ci sarà l'affermazione definitiva della partitocrazia, ha proseguito Balletto, con un processo involutivo che chiude ogni spiraglio di sviluppo.
Secondo Balletto, entro un anno ci sarà un'altra crisi. L'egemonia del PDS ha dominato questa Giunta, nonostante i proclami di volontà di moralizzazione della politica.
Rivolgendosi al capogruppo dei progressisti, Balletto ha poi criticato le osservazioni rivolte al Presidente Selis in occasione della nomina del Difensore civico.
Per Balletto queste sono forme di arroganza, come dimostra anche il comportamento del Governo in occasione della "tassa per l'Europa" che certamente porterà ad una contrazione dei consumi con ulteriori danni per l'economia del Paese.
Balletto ha quindi concluso invitando le forze di centro ad una riflessione sulle conseguentze derivanti dal "Palomba ter".
A metà seduta il presidente Selis ha affidato all'on. Cherchi la presidenza dell'Assemblea.
I lavori proseguiranno
alle ore 16.