Nota stampa
della seduta n. 124 pomeridiana del 27 giugno 1996

 


Testo unificato dei progetti di legge sulla caccia

Con la prosecuzione della discussione generale sul Testo unificato dei progetti di legge sulla caccia sono ripresi nel pomeriggio i lavori del Consiglio regionale.

La materia così complessa ha comportato un notevole impegno della Commissione, ha affermato l'on. Casu (F.I.), per arrivare ad un provvedimento che tuteli da un lato le risorse faunistiche e dall'altro le giuste esigenze del popolo venatorio. Occorre ricordare che spesso alcune specie hanno provocato danni, come nel caso dei cinghiali e dei cormorani.
L'attività venatoria, ha aggiunto Casu, deve essere considerata come un'attività sportiva. La sua regolamentazione protegge, preserva e arricchisce la fauna selvatica. Alcuni punti del provvedimento dovranno essere corretti, come la liberalizzazione degli ambiti territoriali per la fauna migratoria. E' opportuno invece ancorare l'attività del singolo cacciatore ad un preciso ambito territoriale.

Per l'on. Ferrari (PSFD), la Commissione ha effettuato un buon lavoro, nonostante l'elevato numero di emendamenti presentati. Sarebbe pertanto opportuno che il provvedimento ritorni in Commissione.
L'efficacia e la bontà dell'attuazione della legge, secondo Ferrari, sono strettamente legate al Piano faunistico-venatorio regionale. Se il Piano non sarà adeguato agli obiettivi della legge allora tutto il lavoro sarà vanificato. Occorrerà definire la "pressione venatoria ammissibile", cioè il numero di cacciatori ammissibili in funzione del territorio e della presenza della selvaggina. Occorrerà evitare un'eccessiva presenza di cacciatori in un determinato territorio, anche per la fauna migratoria.

A parere dell'on. Zucca (Progr. Fed.), si potrebbe scrivere la storia di una società basandosi sulla caccia. Con un intervento ricco di citazioni letterarie, ha evidenziato come oggi la caccia non sia più un privilegio di aristocratici, ma aperta a tutti. L'impianto della legge è valido, ha affermato l'on. Zucca, ma è opportuno esporre alcune osservazioni. E' fondamentale legare il cacciatore ad un preciso territorio perché così diventa difensore di un patrimonio specifico. Il nomadismo libero deve essere limitato perché in caso contrario ci potrebbero essere gravi conseguenze. Si dovrà aumentare inoltre la superficie delle aziende faunistico-venatorie. In conclusione, ci dovrà essere una corretta pressione venatoria.

La bontà del lavoro svolto dalla Commissione agricoltura è stata sottolineata anche dall'on. Lorenzoni (PPI). Esaminando nei particolari il provvedimento, l'oratore si è soffermato sui nuovi rapporti, decisamente migliori, che dovrebbero esserci tra cacciatori ed agricoltori e sulle possibilità di valorizzare le imprese agricole con la costituzione delle aziende faunistico-venatorie.

Qualche perplessità, invece, è stata avanzata da Lorenzoni per le implicite limitazioni che possono venire ai cacciatori da una eccessivamente rigida organizzazione degli ambiti territoriali. Comunque una buona legge sulla quale si può lavorare, grazie anche alla costituzione dell'Istituto regionale faunistico, che permetterà di conoscere, nel modo migliore, la reale composizione del patrimonio faunistico sardo.

Il testo della legge, invece, è stato giudicato un compromesso, e non dei migliori, dall'on. Carloni (AN). In Commissione agricoltura esistono due anime, ha detto l'oratore, che hanno condizionato pesantemente il lavoro della Commissione agricoltura. Le correzioni, quindi, sono necessarie ed i numerosi nodi che impediranno, di fatto, il reale funzionamento della legge sulla caccia devono essere immediatamente risolti. Gli articoli della legge sono più di 100, gli emendamenti oltre 200.
Forse, ha detto Carloni, sarebbe il caso di riesaminare questi emendamenti in sede di commissione,, per giungere ad una legge seria ed efficace, alla quale tutti devono uniformare i propri comportamenti.

La corretta gestione del bene ambiente, invece, è stato il tema sul quale è intervenuto l'on. Diana (Prog. Fed.). Una gestione che deve tener conto non solo o esclusivamente dell'esercizio della caccia, ma anche della protezione della fauna selvatica.
E' necessario allargare l'orizzonte del dibattito, ha aggiunto Diana, perché esistono i diritti dei cacciatori, ma esistono anche i diritti di coloro che cacciatori non sono, ma che hanno gli stessi, contrastanti, diritti. Dunque, è necessario mettere a punto un provvedimento che possa permettere, anche attraverso il nuovo istituto di ricerca sulla fauna, piani concreti di prelievo venatorio e di tutela per il patrimonio faunistico ed ambientale sardo. Così come si deve prevedere una reale programmazione del prelievo venatorio, attraverso ambiti territoriali controllabili e gestibili.
Comunque, ha concluso Diana, in Commissione si potrebbero mettere a punto strumenti adeguati a predisporre soluzioni moderne, per garantire ai sardi una legge seria, in grado di tutelare l'ambiente, che non è patrimonio dei soli cacciatori, ma di tutti i sardi.

Secondo l'on. Bonesu (PSd'Az) la quasi totalità della legge tutela la caccia, a dispetto del suo titolo sulla protezione della fauna. I pericoli per la fauna non derivano solo dalla caccia, ma da tante altre attività umane, dall'uso dei pesticidi in agricoltura alla distruzione boschiva. Ma di tutto questo nella legge non c'è traccia.
Spesso, ha aggiunto Bonesu, le norme protezionistiche provocano dei danni, come si è visto nel caso dei cormorani e dei cinghiali. Nella legge non c'è il discorso generale del rapporto tra l'uomo, il territorio e gli animali. Spesso si ritiene che il paesaggio sia l'unico bene da tutelare nel territorio, dimenticando la fauna che in quel territorio vive. Occorre una visione complessiva del territorio che non si tutela con l'istituzione dei parchi chiusi.
La legge tornerà in Commissione, ha concluso l'esponente sardista, e quindi potrà essere rimeditata. C'è da tener presente anche che questa è una legge lunga e complessa, e non tiene conto delle variazioni che possono verificarsi tra un anno e l'altro, come se si volesse dettagliare l'azione amministrativa. Infine, l'Istituto per la fauna deve essere un organismo autorevole e di prestigio con apporti di elevato valore scientifico.

Dopo aver ricordato il lungo ed appassionato lavoro svolto in Commissione, l'Assessore all'Ambiente Saba ha detto che questa legge rappresenta non solo un obbligo rispetto alla normativa nazionale, ma anche una necessità nei confronti del principio della salvaguardia del patrimonio faunistico della Sardegna. Nella legge infatti non si disciplinerà soltanto l'esercizio del prelievo venatorio, ma vi è grande attenzione alla tutela della selvaggina.
Conservazione e godimento, in conclusione, sono con questo provvedimento coniugati assieme, ed è questo il pregio della legge che - si augura l'assessore - l'Assemblea vorrà approvare.

La discussione sul provvedimento è stata sospesa, e il progetto di legge è stato trasmesso alla Commissione Agricoltura per un esame dei numerosi emendamenti che sono stati presentati dalle diverse parti politiche.

 


Disegno di legge n. 237 - Estensione di finanziamenti regionali
per la costruzione di nuovi impianti di macellazione.

L'on. Cucca (Progr. Fed.), relatore in Aula, ha illustrato le finalità del provvedimento di legge presentato dalla Giunta facendo un quadro della situazione dei macelli in Sardegna, in alcune zone certamente carente o perchè non esistono o perchè sono in stato di degrado. Questo provvedimento sopperisce a gravi lacune e, tra l'altro, permette di spendere fondi già da tempo in bilancio.

A favore della proposta di legge si è detto anche l'on. Nizzi (F.I.), che ha parlato più diffusamente del problema della importazione delle carni e della necessità di creare le possibilità per gli allevatori sardi di produrre in Sardegna le carni da macello per il mercato isolano.

Da parte sua l'on. Biggio (A.N.) ha fatto rilevare che non vede la necessità di finanziare nuovi macelli sia perchè quelli attuali sono sufficienti se rapportati alla popolazione sarda e sia perchè la costruzione di nuovi impianti creerebbe problemi di impatto ambientale.

Per l'on. Liori (A.N.) questa legge lascia perplessi in quanto manca uno studio sulla reale necessità di nuovi mattatoi, la cui creazione potrebbe causare problemi di impatto ambientale. Occorrerebbe invece avviare la ristrutturazione di quelli esistenti e curarne la realizzazione della gestione.

Il provvedimento non nasce per creare nuovi mattatoi, ha affermato l'on. Ivana Dettori (Progr. Fed.). La legge propone di adeguare la normativa alle direttive della Comunità europea. La costruzione di nuove strutture dovrà avvenire solo dove se ne ravvisi una reale necessità, in funzione delle esigenze del territorio.

Il problema è stato già esaminato con la legge finanziaria del 1995, ha ricordato l'on. Montis (R.C.), quando la chiusura di tanti impianti aveva provocato proteste e disagi. La situazione, in questo ultimo periodo, è però migliorata, anche a seguito delle vicende della "mucca pazza", almeno in qualche zona della Sardegna. Esistono mattatoi che potrebbero essere adeguati alle normative europee con una spesa non eccessiva, sui quali accentrare la produzione di zone omogenee.

A parere del popolare Lorenzoni il provvedimento favorirà i consorzi d'uso dei mattatoi anche perchè l'allevamento da carne è fortemente in crescita in tutta la Sadegna, tra l'altro la possibilità di ristrutturare vecchi impianti (e di costruirne dei nuovi laddove i mattatoi sono in stato irreversibile di degrado) metterà un freno alla macellazione clandestina e a tutte le gravi conseguenze di ordine sanitario e igienico che da questa derivano.

Dopo aver dichiarato di condividere la necessità di costruzione di nuove strutture e di ristrutturazione dei mattatoi esistenti, l'on. Ladu (PPI) si è rammaricato del mancato rispetto di un ordine del giorno approvato a suo tempo sull'argomento. C'è un problema economico ed uno sanitario. Non si può chiedere ad un pastore di percorrere 100 chilometri per macellare pochi capi.
Ecco perchè si macella clandestinamente, ha aggiunto Ladu, con riflessi sul piano sanitario. Non si può pensare che in Sardegna possano esistere solo pochi impianti di grandi dimensioni. L'esportazione riguarda solo gli agnelli nel periodo delle festività natalizie. Il resto della produzione è destinato al mercato locale. Occorrerebbero quindi impianti diffusi nel territorio.

I soldi devono essere spesi in maniera produttiva, ha affermato l'on. Scano (Progr. Fed.); quindi il Consiglio deve chiedere alla Giunta un programma serio e rigoroso. Si dovranno completare le strutture esistenti, con un'analisi delle reali esigenze territoriali.

Si dovranno recuperare le somme degli anni precedenti, ha sostenuto l'on. Floris (F.I.), ma la Giunta dovrà presentare un piano serio e razionale, al di fuori di criteri campanilistici e clientelari.

Rispondendo agli intervenuti nel dibattito sulla proposta di legge che prevede il finanziamento di un piano per la costruzione e la ristrutturazione di impianti di macellazione, l'assessore alla sanità, Paolo Fadda, ha riconosciuto la bontà del lavoro svolto dalla Commissione consiliare.
L'esponente dell'Esecutivo ha, però, lamentato i gravi ritardi, legati alla scarsa operatività della macchina burocratica regionale, registrati nel predisporre i necessari piani di intervento. Il piano dei macelli è fondamentale, per recuperare redditività a molti allevamenti sardi - ha concluso l'assessore Fadda. L'Assessorato ora metterà a punto un piano di intervento secondo le indicazioni fornite dal Consiglio e farà le proprie scelte tenendo conto delle reali situazioni nelle quali i mattatoi, vecchi o nuovi, devono operare.

Dopo la replica dell'assessore il Consiglio è passato all'esame dei diversi articoli del provvedimento. Gli articoli sono stati approvati con alcuni emendamenti. Sugli emendamenti che prevedevano norme rigide da seguire nella realizzazione di interventi per ammodernare impianti esistenti, o per realizzarne di nuovi, anche affidandoli a consorzi tra i comuni, sono intervenuti gli onorevoli Biggio (AN), Cucca (Progr. Fd.), Nizzi (F.I.), Secci (PPI), Cadoni (A.N.), Montis (R.C.), Locci (A.N.) e Lippi (F.I.).

Messo in votazione il provvedimento è stato approvato con 37 voti favorevoli e 29 contrari. I votanti erano 66.

 


A questo punto l'on. Bonesu (PSd'Az) ha chiesto l'inserimento all'ordine del giorno del Regolamento n. 13 che prevede una modifica alla L.R. n. 30 del 1989, concernente l'attività di cava in Sardegna, con il fine di rinviare al 30 giugno 1997 la scadenza per il pagamento dell'onere dovuto alla Regione dai titolari delle imprese.

Il Presidente, dopo una breve sospensione, ha portato il provvedimento all'attenzione dell'Aula che ha approvato all'unanimità il rinvio del versamento del "balzello" regionale al 30 giugno del prossimo anno.

 


I lavori del Consiglio proseguiranno
mercoledi 3 luglio alle ore 10.

 

Alla pagina delle sedute dell'Assemblea